XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 69 di martedì 23 ottobre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI.

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 ottobre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Gebhard, Liuzzi, Lupi, Molinari, Pella, Saltamartini e Carlo Sibilia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative per fronteggiare il sovraffollamento e la carenza del personale di polizia penitenziaria nelle carceri del Lazio, con particolare riguardo a quelle di Velletri e Rebibbia - nn. 3-00093 e 3-00258)

PRESIDENTE. Passiamo alle prime interrogazioni all'ordine del giorno Silvestroni n. 3-00093 e n. 3-00258 che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Vittorio Ferraresi, ha facoltà di rispondere.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in epigrafe, l'onorevole interrogante, richiamato il sovraffollamento della popolazione carceraria degli istituti penitenziari del Lazio e messo in correlazione questo dato con gli episodi di aggressione che ivi periodicamente si consumano, tra cui quello avvenuto di recente presso il carcere di Velletri, che ha visto protagonista un detenuto di nazionalità algerina, resosi autore di un'aggressione ai danni di tre agenti refertati con dieci giorni di prognosi, anche tenuto conto dell'inadeguatezza delle strutture e dell'ormai cronica carenza di personale della polizia penitenziaria, chiede: di sapere se il Ministro sia conoscenza dei fatti esposti, specie con riferimento all'aggressione consumatasi a Velletri, dove, a causa della carenza di personale, non si è potuto provvedere all'apertura del nuovo padiglione appena completato; quali iniziative il Ministro abbia adottato e intenda adottare, al fine di garantire negli istituti penitenziari un'adeguata dotazione di agenti di polizia penitenziaria, con priorità per le carceri di Rebibbia e di Velletri; nonché in che modo il Ministro intenda intervenire per tamponare l'immediato problema legato alla carenza degli agenti di polizia penitenziaria e per evitare il verificarsi di eventi tragici.

Va considerato in premessa, che il detenuto Benahmad Nouri, in data 25 luglio 2018, inneggiava ed elogiava l'organizzazione transnazionale denominata ISIS e l'ex leader di Al Qaeda, Osama Bin Laden.

Sulla base di tale comportamento, il Nucleo investigativo centrale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con nota del 3 agosto 2018, provvedeva ad assegnarlo al secondo livello di analisi previsto per quei detenuti che all'interno degli istituti di pena pongono in essere atteggiamenti che lasciano presumere la loro vicinanza alle ideologie jihadiste e, quindi, ad attività di proselitismo e reclutamento. Il detenuto, allo stato, è ancora ristretto presso la Casa circondariale di Cosenza, sezione ordinaria media sicurezza.

Il dato relativo alle aggressioni fisiche in danno al personale di polizia penitenziaria negli istituti penitenziari della regione Lazio, negli ultimi tre anni, come rappresentato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, viene di seguito schematicamente sintetizzato: per l'anno 2016: 34, di cui Velletri 2 e Rebibbia Nuovo Complesso 6; anno 2017: 52, di cui Velletri 3 e Rebibbia Nuovo Complesso 5; anno 2018: 41, di cui Velletri 2 e Rebibbia Nuovo Complesso 9.

Con riferimento al dato dimensionale della popolazione carceraria presso gli istituti penitenziari del Lazio, va detto che, alla data del 19 ottobre 2018, presso il Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria per il Lazio, l'Abruzzo e il Molise, sono presenti un totale di 8.767 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare pari a 7.180 posti.

In particolare, presso gli istituti penitenziari di Velletri e Roma Rebibbia Nuovo Complesso, attenzionati dall'interrogante, si rappresenta che, a fronte rispettivamente di una capienza regolamentare pari a n. 411 e n. 1.178, ne sono presenti n. 569 e n. 1.451, registrando percentuali di affollamento pari a +142,61 e +133,24.

L'andamento delle presenze dei detenuti nell'ambito delle sezioni penitenziarie della regione Lazio ha registrato, alla data del 30 giugno 2018, un leggero incremento, passando dai 6.237 del dicembre 2017, ai 6.398 detenuti presenti nel giugno del 2018.

Rispetto alle sedi penitenziarie di maggior flusso di ingresso, site nella città di Roma, non si rilevano significativi aumenti rispetto allo stesso periodo della precedente rilevazione.

In ordine alla situazione degli organici del personale del Corpo di polizia penitenziaria presso la Casa circondariale di Velletri, risultano presenti un totale di n. 206 unità, rispetto a una previsione di n. 277 unità; mentre, relativamente alla Casa circondariale di Roma Rebibbia Nuovo Complesso, si registra un totale di n. 764 unità, a fronte di una previsione organica pari a n. 851.

La carenza organica riguarda, in particolar modo, il ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori, rispettivamente inferiori al 71,4 per cento e al 54,8 per cento (Velletri) e al 75,7 per cento e al 32,8 per cento (Rebibbia).

Sul punto, però, oltre a evidenziare che siffatta carenza, lungi dall'essere peculiare degli istituti in argomento, è comune alla generalità degli istituti nazionali, giova soprattutto mettere in luce l'attivazione di soluzioni correttive tese a fronteggiare adeguatamente le problematiche connesse ai richiamati tassi di scopertura, proprio con riferimento alle figure professionali in argomento.

Più nel dettaglio, deve darsi atto che è prevista l'immissione in ruolo di 976 nuovi vice ispettori del Corpo di polizia penitenziaria, nominati al termine del relativo corso di formazione in itinere (concorso interno per la nomina a 643 vice ispettori del Corpo di polizia penitenziaria elevato a 1.232 posti).

Quanto, invece, al ruolo dei sovrintendenti, sono già state attivate le procedure per il concorso interno a complessivi 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile del Corpo di polizia penitenziaria, a seguito del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, in materia di revisione dei ruoli delle forze di polizia.

Per quanto riguarda, infine, il ruolo agenti-assistenti, negli istituti in questione si registrano le seguenti carenze o esuberi rispetto agli organici previsti, giusta previsione di cui al decreto ministeriale 2 ottobre 2017, come dettagliato con P.C.D. 29 novembre del 2017: pari al <11,6 per cento (organico previsto: 5 unità femminili più 202 maschili) a Velletri; pari al <0,3 per cento (organico previsto: 11 unità femminili più 693 maschili) a Rebibbia.

Anche su tale fronte, però, si registra l'adozione di soluzioni correttive, tanto per l'istituto di Velletri, che, tramite mobilità ordinaria nell'anno in corso, conclusasi nel mese di settembre, è stato oggetto di incrementi di 16 unità maschili e 4 unità femminili, quanto per l'istituto di Rebibbia Nuovo Complesso, che ha visto un incremento di 21 unità maschili e 3 unità femminili.

In ordine al Comparto funzioni centrali, con il decreto ministeriale del 29 settembre 2017 è stata effettuata la ripartizione delle dotazioni organiche nelle sedi territoriali.

In tale contesto è stata prevista, per la Casa circondariale di Velletri, una dotazione organica di 27 unità, di cui 7 per il profilo professionale di funzionario giuridico pedagogico.

Allo stato, presso detto istituto, risultano effettivamente presenti 6 educatori, poiché una ulteriore unità è stata trasferita recentemente presso gli istituti penali di Civitavecchia, a seguito delle procedure di mobilità interna, tenuto conto che tale ultima sede presenta maggiori criticità.

Per quanto riguarda, invece, la mancata apertura di nuovi padiglioni presso la Casa circondariale di Velletri, secondo quanto evidenziato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la sezione di Articolazione per la tutela della salute mentale in carcere, sita presso la sezione B Accoglienza dell'istituto, per un totale di n. 5 posti letto, è ancora oggetto di lavori di adeguamento.

Risultano, invece, superate le questioni relative alla mancanza dello specialista psichiatra e dell'infermiere h/24, con l'individuazione, da parte della competente ASL di Roma, del personale da destinarvi.

In definitiva, nel dare atto di soluzioni adottate ed in corso, tese a favorire quanto più possibile la copertura degli organici con riferimento alle varie figure professionali non solo di polizia penitenziaria, si evidenzia la particolare attenzione con cui questo Ministero guarda al problema ed in particolare, ovviamente, l'impegno che questo Ministero vuole ovviamente attivare, nella legge di stabilità e nei prossimi provvedimenti, sia per quanto riguarda le assunzioni di agenti di polizia penitenziaria, sia per quanto riguarda l'immissione di nuove risorse e di sblocco delle esistenti per quanto riguarda, invece, l'edilizia carceraria.

PRESIDENTE. Il deputato Marco Silvestroni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Sono soddisfatto perché, comunque, riscontro che il Governo sta prendendo coscienza della grave situazione in cui versano le Case circondariali e dei gravi pericoli a cui sono sottoposte le guardie di polizia penitenziaria, così come tutti gli addetti, dagli psicologi ai sociologi, che comunque hanno un ruolo nelle attività circondariali.

Quindi, questa è già una parte soddisfacente. Mi sembra che il sottosegretario, non ho capito bene questa parte… se si attingerà al concorso che già è stato espletato, dove ci sono da immettere in ruolo guardie di polizia penitenziaria, che, tra l'altro, sono in attesa di sapere, dopo avere espletato il concorso, perché ancora non sono state chiamate. Quindi, non ho capito bene se rientrano nei 976, di cui parlava all'inizio il sottosegretario.

Sono contento perché, comunque, per Fratelli d'Italia, come dovrebbe essere, se prima di tutto ci sono gli italiani, per noi prima di tutto ci sono le guardie di Polizia penitenziaria e dopo vengono sicuramente i detenuti, perché sono in una situazione, come ho appena detto, di impossibilità di lavorare, sono oggetto di aggressioni quotidiane, e quindi hanno bisogno, oltre che di essere implementati dal punto di vista del personale aggiuntivo, anche di essere messi in condizione di potersi difendere dalle aggressioni quotidiane. È importante pensare per il Governo anche di realizzare nuove strutture carcerarie, e quindi il Governo deve pensare anche a trovare i fondi per nuove strutture carcerarie.

Chiedo anche al sottosegretario di farsi portavoce nei confronti del Governo di avviare, magari, anche dei rapporti bilaterali con gli altri Governi a cui appartengono i detenuti extracomunitari. Un detenuto su cinque nelle nostre carceri è un extracomunitario. Credo che questo Governo abbia il dovere di fare accordi bilaterali per far scontare le pene nei Paesi di loro provenienza e di loro residenza. Per cui, se va bene l'impostazione iniziale, c'è un'urgenza di intervenire; interveniamo urgentemente, sottosegretario, prima che si debba poi intervenire perché è successo qualcosa di irreparabile e di grave. Quindi, l'intervento deve essere urgente e immediato.

(Elementi in merito alla trasformazione delle sedi dell'Istituto nazionale di previdenza sociale di Castel San Giovanni e Fiorenzuola d'Arda in "Punti Inps" - n. 3-00259)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Murelli n. 3-00259 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, onorevoli, l'attuale processo di trasformazione delle sedi territoriali dell'INPS è già noto al Ministero da me oggi rappresentato, tant'è che con il recente atto di sindacato ispettivo n. 3-00082 dello scorso 25 settembre abbiamo già riferito su una questione analoga, sebbene riferita a delle sedi site nella provincia di Belluno.

Occorre preliminarmente ricordare che l'attuale regolamento di attuazione del decentramento territoriale, di cui si è dotato l'Istituto previdenziale, introduce nuovi parametri per l'istituzione, la trasformazione o la chiusura di un'agenzia.

È chiaro che questa logica di adeguamento dell'assetto logistico periferico dell'Istituto non potrà mai tradursi in un disservizio per il cittadino.

Con specifico riferimento all'interrogazione parlamentare odierna, relativa alle presunte trasformazioni in Punto INPS delle agenzie di Castel San Giovanni e Fiorenzuola d'Arda, posso affermare che, per il momento, trattasi di una proposta avanzata dalla direzione regionale Emilia-Romagna, adesso sottoposta al vaglio della direzione generale per le valutazioni di competenza.

Al momento, l'INPS ha reso noto che le agenzie in questione scontano una grave carenza di personale, che già ne condiziona l'operatività, avvicinandole, nei fatti, ad un Punto INPS.

L'Istituto ha motivato questa scelta con l'esigenza che la presenza di così poche unità non è sufficiente a garantire il cosiddetto nucleo base di servizi standard, cioè quel set minimo di funzioni, servizi e competenze che deve essere garantito da tutte le agenzie. Pertanto, l'eventuale superamento della configurazione organizzativa di agenzia in favore dell'adozione di un'articolazione organizzativa più snella, quale il Punto INPS, consentirà comunque di assicurare la presenza dell'Istituto sul territorio.

La prospettata rimodulazione delle agenzie in Punti INPS dovrà comunque avvenire nel rispetto del regolamento di attuazione del decentramento territoriale poc'anzi citato, e, pertanto, dovrà essere supportata, oltre che da valutazioni inerenti il contenimento della spesa pubblica, dalla garanzia di non arrecare un disservizio al bacino di utenza di riferimento.

L'Istituto ha assicurato che tali processi di trasformazione delle agenzie siano ispirati dalla finalità di garantire un miglioramento qualitativo dei servizi resi, ma ciò che non deve essere in alcun modo pregiudicato è la garanzia di presidio del territorio e la prossimità delle strutture al cittadino fruitore del servizio.

Occorre più in generale ricordare che la costante implementazione dei servizi informatici che oggi l'INPS mette a disposizione attraverso la propria piattaforma online rende, nella maggior parte dei casi, non sempre indispensabile il contatto diretto tra il cittadino e l'operatore di sportello; ragion per cui, le eventuali riconversioni delle agenzie INPS in Punti INPS dovranno consentire, altresì, il necessario supporto ai cittadini nella fruizione di detti servizi telematici.

Il Punto INPS dovrà garantire, quindi, un servizio qualitativamente adeguato alle esigenze dell'utenza sia in termini di accessibilità che di fruibilità, ma con costi inferiori rispetto a quelli di un'agenzia.

Verrebbe, quindi, mantenuto il rapporto diretto con l'utenza, assicurando non solo l'erogazione di servizi di prima accoglienza, ma anche di consulenza specialistica su appuntamento. Vigileremo su questo.

PRESIDENTE. La deputata Murelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Durigon per la cortese risposta, della quale mi ritengo soddisfatta, certa che lei, come ha detto, veglierà sulla situazione dell'INPS e sulla situazione di queste agenzie che verranno trasformate in Punti INPS.

Le sottolineo che l'applicazione delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro è sicuramente una metodologia che sposo appieno e di cui mi faccio portavoce, essendo questo parte anche della mia professione.

Tuttavia, rimango scettica quando si devono fornire servizi così delicati ai cittadini relativi a malattie, infortuni, pensioni, servizi sociali, maternità, eccetera, che necessitano di un confronto diretto per lo snellimento delle pratiche.

In alcuni casi la tecnologia, non di per sé la tecnologia, ma la procedura, si è verificata ostativa e più lunga del previsto, perché le pratiche devono poi essere gestite dal personale.

Tuttavia, monitorerò la situazione, come lei ha precisato, essendo i due paesi di Castel San Giovanni e Fiorenzuola due punti importanti del nostro territorio e in continuo sviluppo, grazie non solo alla logistica e ai servizi correlati.

Terrò monitorata anche la sede di Piacenza, per verificare, nel caso in cui si realizzerà questo Punto INPS di Castel San Giovanni, che non comporti delle conseguenze e delle congestioni delle pratiche stesse.

Vista a monte la carenza di unità in alcune sedi INPS, tuttavia, auspico un maggiore potenziamento, con una più efficiente gestione del personale.

(Iniziative di competenza volte a garantire, per l'anno scolastico 2018/2019, l'avvio della prima classe presso la sede distaccata dell'istituto agrario «Emilio Sereni» di San Vito Romano - n. 3-00190)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca, Salvatore Giuliano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mancini n. 3-00190 (Vedi l'allegato A).

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione l'università e la ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Mancini, venendo al quesito da lei posto circa la mancata attivazione, per quest'anno scolastico, di una classe prima presso la sezione staccata di San Vito Romano dell'Istituto tecnico agrario “Emilio Sereni”, riferisco quanto comunicato con propria nota dal competente USR per il Lazio.

Il competente ambito territoriale di Roma ha ricevuto, secondo la nota dell'USR per il Lazio, una richiesta dal dirigente scolastico del predetto istituto per l'attivazione di una classe prima con soli 10 studenti.

In occasione della predisposizione dell'organico di diritto, lo stesso ambito territoriale non ha potuto accogliere tale richiesta, non ricorrendo le condizioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009.

Difatti, secondo l'articolo 16, comma 1, del richiamato regolamento, riferisco testualmente, “le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di secondo grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi”. Il comma 5 del medesimo articolo precisa, altresì, che “le classi del primo anno di corso di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o specializzazione funzionanti con un solo corso devono essere costituite con un numero di alunni di norma non inferiore a 25”.

Nondimeno, l'articolo 5, comma 2, dello stesso regolamento prescrive che “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili”.

Dalla nota trasmessa dal competente USR per il Lazio risulta che, in fase di adeguamento dell'organico, l'istituzione scolastica ha reiterato la richiesta di attivazione di una classe prima nella sede di San Vito Romano, presentando un elenco di 20 studenti, privo, tuttavia, del luogo e della data di nascita.

A seguito di verifica da parte dei competenti uffici organici, si è appurato che sette studenti erano in realtà adulti e che potevano, pertanto, frequentare esclusivamente corsi serali. Alla luce di ciò, l'ambito territoriale, considerata la consistenza numerica della popolazione scolastica (tredici studenti) rispetto al minimo previsto (venti studenti), in presenza di studenti con disabilità, non ha potuto che confermare la mancata attivazione della classe prima, dandone comunicazione a luglio scorso. Come disciplinato nell'annuale circolare sull'iscrizione degli studenti, circolare ministeriale del novembre 2017, riferita all'iscrizione alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2018/2019, l'istituzione scolastica in argomento ha potuto manifestare la disponibilità ad accogliere comunque gli studenti nella propria sede centrale di Roma.

Per completezza di informazioni e sempre secondo quanto riportato nella nota pervenuta dall'USR per il Lazio, risulta che anche nel precedente anno scolastico 2017/2018 non sono stati raggiunti i numeri necessari e sufficienti per formare una classe prima. Attualmente, quindi, nella sede staccata del comune di San Vito risultano 24 studenti iscritti al terzo anno, 14 studenti al quarto e 19 studenti al quinto anno, per un totale di 57 ragazzi.

PRESIDENTE. Il deputato Claudio Mancini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta, di cui non posso essere soddisfatto e di cui non saranno sicuramente soddisfatte le famiglie dei ragazzi interessati nel comune di San Vito perché, ovviamente, essendo iniziato l'anno scolastico, hanno provveduto diversamente all'iscrizione dei loro figli nella scuola, ma sono vittime di una gestione burocratica di questa vicenda da parte dell'ufficio scolastico regionale, perché dentro quel “di norma” sul numero delle classi, normalmente si considerano le condizioni di disagio territoriale. Ora, il comune di San Vito Romano, come altri della provincia di Roma, pur essendo nella città metropolitana di Roma è un comune con caratteristiche montane - siamo nella parte appenninica della provincia di Roma - e la distanza tra la sede decentrata e la sede centrale dell'istituto agrario è, secondo Google Map, percorribile in auto in 50 minuti in una giornata normale; non è prevista, da Google Map, la possibilità di raggiungerlo con i mezzi pubblici. Stiamo parlando di un comune montano della provincia di Roma e quindi gli studenti per arrivare con i propri mezzi presso la sede centrale dovrebbero affrontare un viaggio intorno alle due ore. Quindi, la risposta dell'ufficio scolastico regionale è una risposta che non è una soluzione, perché invitare ad iscriversi presso la sede centrale, di fatto, è un invito a non iscriversi all'istituto agrario.

Si poteva, come si è fatto dal 2010, interpretare il “di norma” sul numero delle classi come un'eccezione, così come viene fatto in realtà, appunto, montane e in piccoli centri dove il numero degli studenti non è comparabile con quello delle dimensioni della città. A mio avviso, si tratta di una lettura burocratica della realtà della provincia di Roma, considerando la città metropolitana come un unico ambito territoriale, mentre notoriamente il comune di San Vito è in un ambito distinto e con delle peculiarità territoriali. Quindi, all'insoddisfazione si aggiunge anche l'idea della beffa per il carattere burocratico della risposta.

Io invito il sottosegretario a valutare questo aspetto perché, comunque, in una realtà così piccola un numero di ragazzi che frequentano l'istituto agrario, in realtà testimonia di un interesse del territorio - che è un territorio montano - verso quel tipo di indirizzo scolastico anche per le altre classi. Quindi invito a rivedere per il prossimo anno questo orientamento, stante il fatto che c'è una disponibilità, espressa dalle famiglie, a riscrivere a San Vito i ragazzi che adesso sono distribuiti altrove e, comunque, c'è un interesse territoriale. Se prevale questa impostazione anche per il prossimo anno da parte dell'USR, di fatto non ci sarà più un istituto agrario in quella porzione di città metropolitana di Roma.

(Iniziative di competenza volte a ripristinare la cinta muraria di San Gimignano, in provincia di Siena, e a garantire adeguate risorse economiche per prevenire e riparare eventuali danni al patrimonio culturale pubblico - n. 2-00013)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Cenni n. 2-00013 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Susanna Cenni se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prendo atto che si riserva di intervenire in sede di replica.

Il sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere.

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Grazie, Presidente. L'onorevole Cenni chiede al Ministero dei beni culturali quali iniziative intenda intraprendere per ripristinare la cinta muraria di San Gimignano interessata da un crollo nell'aprile di quest'anno. Come correttamente riferito dall'onorevole interpellante, dal 31 marzo al 3 aprile 2018 si sono verificati intensi fenomeni meteorologici che hanno interessato la provincia di Siena e, in particolare, il comune di San Gimignano, provocando danni diffusi al patrimonio pubblico e privato, nonché a beni di interesse storico-artistico. In data 3 aprile si è verificato il crollo di un tratto afferente al demanio comunale delle mura medievali di San Gimignano, nei pressi di via Bonda, in corrispondenza dell'ex carcere. Il muro in oggetto, che è realizzato su un banco di roccia, sostiene il terreno del terrazzamento del sovrastante ex carcere; a valle è presente un camminamento della larghezza di un metro e mezzo, due metri e mezzo, con sottostante scarpata molto ripida. Al piede della scarpata sono presenti delle abitazioni e degli annessi che sono stati parzialmente interessati dal rotolamento a valle del materiale terrigeno e lapideo mobilitato dal crollo.

Il presidente della giunta regionale, con proprio decreto del successivo 5 aprile 2018, ha dichiarato lo stato di emergenza regionale. La soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, informata dei fatti, è intervenuta immediatamente in situ con i propri tecnici per verificare lo stato del crollo e il danno al bene culturale, e ha successivamente partecipato a diversi incontri e tavoli tecnici per definire le somme da stanziare in somma urgenza per la messa in sicurezza e per definire i compiti di ciascun soggetto nella fase delicata di messa in sicurezza e successiva ricostruzione. La stessa soprintendenza, con fondi propri afferenti a finanziamenti di somma urgenza, stanziati nell'ambito della programmazione triennale dei lavori pubblici del 2018, pari a 300 mila euro, ha istituito fin da subito un gruppo di progettazione e ha affidato ad un'impresa l'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e ricostruzione della porzione di tratto di mura medievali crollata.

Prima di fornire dettagli sulle tre fasi nelle quali è articolato l'intervento, vorrei premettere che in data 8 ottobre 2018 è stato sottoscritto un accordo di programma per la messa in sicurezza di una porzione di mura medievali di San Gimignano tra regione Toscana, comune di San Gimignano e soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. L'intervento è articolato in tre fasi: una prima fase è di messa in sicurezza dei tratti di mura adiacenti alla porzione crollata, recupero del materiale terrigeno e lapideo per il loro successivo reimpiego, sistemazione del fronte del pendio. Tale prima fase è già conclusa ed è stata finalizzata a creare le condizioni per la realizzazione dei successivi lavori di ricostruzione, per eliminare il dilavamento della scarpata e per la completa messa in sicurezza dell'opera, del terrazzamento sovrastante e delle abitazioni ed annessi sottostanti alla scarpata. La seconda fase è di ricostruzione del tratto di muro crollato ed è necessaria per la rimozione delle situazioni dannose e pericolose per la pubblica o privata incolumità presenti sul terrazzamento, sul pendio, sul camminamento e sulle sottostanti aree ed abitazioni ed è oggetto dell'accordo di programma che ho citato. Un'ulteriore terza fase prevede interventi di messa in sicurezza di altre porzioni della cinta muraria, sulla base della progettazione esecutiva realizzata a cura del comune di San Gimignano. Vorrei precisare che per questi ultimi interventi di messa in sicurezza la progettazione strutturale e la direzione dei lavori strutturali sarà a cura del comune di San Gimignano. La soprintendenza svolgerà l'alta sorveglianza e la direzione dei lavori per gli aspetti architettonici. Anche questa fase è oggetto dell'accordo sopra citato.

Come vedete, l'intervento da realizzare richiede la collaborazione dei diversi enti per le molteplici competenze e la particolarità delle opere da realizzare. Non intendo enumerare tutte le fasi operative dal sopralluogo del 4 aprile ad oggi, tuttavia vorrei sinteticamente rammentare che il genio civile, in data 5 ottobre 2018, ha trasmesso il progetto strutturale per la ricostruzione del muro; l'8 ottobre è stato sottoscritto il già rammentato accordo tra regione Toscana, comune e soprintendenza per ulteriori fondi per completare l'opera; il 16 ottobre è intervenuta l'autorizzazione al deposito del progetto del genio civile; il 18 ottobre è stato depositato il progetto del nuovo muro di contenimento.

Per rassicurare ulteriormente l'onorevole Cenni, vorrei precisare che nel suddetto accordo per l'intervento di messa in sicurezza, previsto nelle tre fasi di cui sopra, è stata stimata la spesa di circa 500 mila euro, di cui 300 mila quale quota a carico del Mibac-Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, quota che copre esclusivamente la spesa per la messa in sicurezza di cui al verbale di somma urgenza, la ricostruzione in pietra e il restauro della porzione di muro crollato, e 200 mila euro quale quota a carico della regione Toscana, che ha provveduto all'accreditamento sulla contabilità speciale n. 5882, intestata alla Soprintendenza, al fine dell'alta sorveglianza per il completamento della fase II di realizzazione di opere strutturali e della fase III. Al termine dell'esecuzione dell'intervento, la Soprintendenza comunicherà il quadro finale di spesa, trasmettendo il collaudo delle opere. La realizzazione dell'intervento è stimata in un tempo pari a dieci mesi dalla sottoscrizione dell'accordo.

Vorrei concludere, evidenziando che il Ministero, in questa come in altre situazioni di emergenza e calamità, che purtroppo in Italia non sono mancate negli ultimi anni, svolge la sua parte ed anzi, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, quale amministrazione preposta alla tutela e conservazione del patrimonio culturale del Paese, è stato in grado di fare “rete” e di creare percorsi di collaborazione virtuosi con le altre amministrazioni presenti sui territori colpiti. Il bilancio del Ministero, come è ben noto – e qui concludo –, prevede interventi a favore di beni non statali (e, quindi, anche di beni di proprietà dei comuni) sulla base delle priorità segnalate dalle Soprintendenze che hanno ben presenti le esigenze di conservazione dei territori di rispettiva competenza.

PRESIDENTE. La deputata Susanna Cenni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatta per una semplice ragione, ovviamente questo è uno di quei casi in cui, dato il grande ritardo fornito alla risposta all'interpellanza, che è datata 17 aprile, colloca appunto la risposta in uno scenario completamente diverso da quello in cui l'interpellanza è stata depositata. Ovviamente, sono perfettamente informata su tutti i fatti che il sottosegretario ha riportato, con precisione. Di questo sicuramente lo ringrazio, perché i fatti sono di aprile, l'intervento del Ministero e della regione sono stati immediati, le risorse sono state messe immediatamente a disposizione dal Ministero, allora dal Ministro Franceschini e dalla regione Toscana e hanno coperto i lavori, in parte, già svolti, come lei, giustamente, in modo dettagliato, ha riportato, in parte, stanno partendo proprio in questi giorni.

Ma non sono soddisfatta perché nell'interpellanza vi erano altri due punti su cui lei non mi ha risposto, sottosegretario. Siccome io ho collocato la mia interpellanza in un quadro di difficoltà di più centri storici medievali, tra l'altro tutti riconosciuti nel nostro paniere del patrimonio UNESCO, il secondo quesito chiedeva al Governo quali norme intendesse assumere per utilizzare anche risorse economiche nella disponibilità dei comuni, in deroga ai vincoli del patto di bilancio attualmente in essere. Io mi rendo conto che non è sua responsabilità e forse i suoi tecnici non hanno approfondito tutti i quesiti, ma una delle domande era questa, cioè dare la possibilità ai comuni di utilizzare, per casi di emergenza come questi, anche risorse a disposizione, derogando ai vincoli attualmente in vigore.

E l'altro quesito era legato proprio al nostro patrimonio UNESCO, ossia alla possibilità di assumere iniziative, anche con un apposito fondo nazionale, a sostegno degli interventi di prevenzione, manutenzione e riparazione di eventuali danni a fortificazioni, mura medievali, eccetera, perché purtroppo, come avrà avuto modo di leggere nel testo dell'interpellanza, questi casi cominciano a essere numerosi; è ovvio che i comuni, da soli, non possono avere gli strumenti per intervenire.

Ecco, io mi auguro che vi possa essere sia all'attenzione del sottosegretario che del Ministro modo di approfondire questi temi e anche di fornire delle risposte fattive a queste difficoltà.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 11,38, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Schullian e Scoma sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.

La seduta, sospesa alle 16,02, è ripresa alle 16,20.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Padoan. Ne ha facoltà.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, abbiamo appena appreso che la Commissione europea ha rigettato la risposta del Ministro dell'Economia e delle finanze riguardo alle decisioni da prendere sulla legge di bilancio. Si tratta di una decisione unica nella storia delle relazioni in Europa all'interno dell'Unione Europea e all'interno dell'Eurozona, che, come al solito, come molte decisioni prese in queste ultime settimane e mesi, identifica ancor più l'isolamento in cui questo Paese si trova grazie alle decisioni del Governo.

Devo dire che, leggendo la lettera del Ministro dell'Economia e delle finanze, si ha un senso di sconforto, se non fosse un senso di disperazione. È una lettera apparentemente ingenua ma in verità tragica. La lettera dice: è vero, stiamo violando le regole, ma ce lo hanno chiesto gli italiani. Questo è profondamente falso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Gli italiani chiedono a un Governo di proteggere i loro risparmi, di proteggere le loro possibilità di crescita e di lavoro. Queste decisioni prese in modo pretestuoso dal Governo vanno esattamente nella direzione opposta, perché queste decisioni avranno una conseguenza e non tanto perché l'Europa ci chiederà conto dei nostri conti - quello è ovvio -, ma perché il Paese si sta, come dicevo, allontanando dagli altri e quindi perdendo tutti i benefici - e sono tanti - di vivere con rispetto in una comunità internazionale. Potrei andare avanti a lungo, ma abbiamo tutti capito - spero - quali siano le conseguenze, che vediamo sui mercati finanziari giornalmente, ora per ora. Tra poco queste conseguenze si sentiranno, ahimè, anche nelle tasche delle famiglie, già si sentono sui conti delle banche, già si sentono in molti casi presso i conti delle imprese, quindi si sta indebolendo un'economia, che invece si stava rafforzando nei mesi passati, si sta invertendo in modo pretestuoso - lo ripeto - una linea di condotta, senza che ci sia alcuna giustificazione economica alle decisioni del Governo, che anzi sono contro la razionalità.

Per questa ragione, signor Presidente, noi chiediamo che il Ministro dell'Economia e delle finanze venga a riportare in Aula e a giustificare le sue decisioni, decisioni incompatibili con la presenza dell'Italia in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Padoan. Riporteremo sicuramente al Governo questa richiesta, come quelle degli altri colleghi che hanno chiesto di parlare sullo stesso argomento. Ha chiesto di parlare il collega Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Grazie, signor Presidente. Avremmo preferito che questa bocciatura non si verificasse per il bene del Paese, per il bene dell'Italia. L'Italia con oggi entra nella storia dell'Unione europea per vedersi bocciata la propria manovra di bilancio, bocciata in maniera netta. Signor Presidente, questa bocciatura non avviene perché l'Italia…

PRESIDENTE. Collega Brunetta, mi scusi. Colleghi, pregherei di fare maggior silenzio in Aula, anche qui nell'emiciclo, qui sotto.

RENATO BRUNETTA (FI). E ripeto questa bocciatura non avviene perché l'Italia è in difficoltà economica, è in crisi economica, ma avviene per una deliberata volontà del Governo Salvini-Di Maio di entrare in collisione con l'Europa e con le regole europee, quasi che questo Governo abbia voluto deliberatamente – come, del resto è scritto nel testo della lettera del Ministro Tria - non rispettare le regole per costituirsi una campagna elettorale per le prossime elezioni di fine maggio del 2019 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 16,25)

RENATO BRUNETTA (FI). E tutto questo a spese degli italiani, contro il risparmio degli italiani, contro le nostre imprese, contro le nostre famiglie. Salvini e Di Maio hanno compiuto il delitto perfetto, il delitto perfetto di provocare, non solo e non tanto l'Unione Europea, le sue regole e i patti liberamente sottoscritti, quanto quello di andare contro i mercati. E i mercati non sono un'entità astratta, i mercati siamo noi, signor Presidente, i mercati sono i fondi di investimento, sono le nostre banche, sono i nostri risparmiatori, è il sistema finanziario internazionale. Ecco, Salvini e Di Maio hanno voluto compiere questo delitto perfetto e le loro dichiarazioni, anche recentissime di non cambiare nulla nonostante le richieste da parte della Commissione europea, stanno ad indicare questa volontà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Stanno portando l'Italia nel baratro: lo spread è già salito a 320, la Borsa sta crollando, i rendimenti dei titoli pubblici stanno salendo alle stelle e il nostro sistema bancario sta collassando. E il nostro sistema bancario è l'anello più debole in questa fase perché da subito inizierà il credit crunch, da subito inizierà la restrizione del credito in ragione dell'aumento dello spread, dell'aumento dei rendimenti, della diminuzione degli attivi delle banche e quindi della diminuzione del credito che le banche possono erogare in ragione della loro diminuita capitalizzazione. Tutto questo perché? Per avere un argomento con il quale andare contro la Commissione europea, contro l'Unione Europea, contro i patti liberamente sottoscritti per vincere le prossime elezioni europee. Irresponsabili! Vedete, se oggi scoppia una crisi finanziaria, non è perché c'è una crisi mondiale. La crisi è solo italiana, è solo voluta dal Governo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non c'è crisi sistemica, contrariamente a quanto avvenne nel 2011, quando l'Italia era parte di una crisi generale e parte di una speculazione. Oggi c'è solo la crisi che hanno voluto Salvini e Di Maio per i loro interessi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), contro gli italiani, contro le imprese e contro l'Europa! Questo non glielo perdoneremo mai, non glielo perdoneremo mai, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Credo che non ci si possa non associare alla richiesta che il Ministro dell'Economia e delle finanze e il Presidente del Consiglio vengano in quest'Aula a riferire dello stato dei rapporti con l'Unione europea dopo la decisione della Commissione di bocciare il documento di bilancio. È essenziale che quest'Aula riprenda il suo ruolo in una fase difficile e complicata della nostra storia e della storia dei rapporti con l'Unione europea. Sarebbe troppo facile poi dire che eravamo stati facili profeti, quando avevamo evidenziato a più riprese, in uno spirito costruttivo, che facendo extra-deficit, chiedendo di non rispettare il tracciato, il percorso di convergenza verso il pareggio di bilancio, non per fare investimenti, non per rilanciare attraverso gli investimenti la crescita, ma attraverso la creazione di nuova spesa corrente, si sarebbe andati incontro a una bocciatura; così come eravamo stati facili profeti quando richiamavamo il Governo, gli esponenti del Governo ad usare toni meno irridenti e inutilmente aggressivi nei confronti dei maggiori esponenti dell'Unione europea.

Oggi il dato politico, ancor prima che economico, che ci preoccupa è l'assoluto isolamento, e soprattutto il deterioramento dei rapporti: perché è vero che c'è da cambiare nell'Europa, è vero che c'è da cambiare rispetto alle politiche e alla stagione dell'austerità, ma è evidente che per far questo occorre costruire faticosamente, pazientemente, con diplomazia, pur anche evidentemente alzando il tono quando è necessario, trovare politiche di alleanze. Invece il dato politico che credo queste ore indichino con chiarezza è un assoluto isolamento del nostro Paese, con anche le forze a cui i principali partiti di Governo si richiamano in alleanze europee che sono assolutamente allineate in una cieca, e da questo punto di vista sbagliata, lettura dei parametri europei.

E quindi è arrivato il momento perché si provi ad invertire da questo punto di vista il passo di marcia, ed accogliere - lo dico con assoluta serenità - la disponibilità che ancora oggi pomeriggio il Commissario dell'Unione europea agli affari economici, Pierre Moscovici, ha dimostrato, dicendo che nei confronti dell'Italia dopo la bocciatura - testuale - “lasciamo una chance al dialogo costruttivo”. Occorre quindi ripartire da qui, e quindi chiediamo che venga il Ministro in Aula, perché è dal Parlamento italiano che deve riprendere un percorso di dialogo, ripeto duro anche nei toni se necessario e nel merito, ma un dialogo costruttivo con l'Unione europea, perché il Paese isolato com'è non sarebbe in grado di reggere uno scontro che a questo punto potrebbe essere uno scontro mortale per la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, anche noi vogliamo associarci a quello che hanno detto i colleghi poco fa. Io faccio notare che la bocciatura che c'è stata oggi in realtà è solo un ulteriore gravissimo tassello di una serie di cose che stanno succedendo: venerdì scorso un'agenzia di rating ha declassato l'Italia, e faccio notare che le altre due stanno solo aspettando di vedere come ci comportiamo con la manovra. Tra l'altro una delle altre due ha già un outlook negativo, a differenza dell'outlook stabile di Moody's. Quindi stiamo veramente giocando con il fuoco, e abbiamo degli scenari di grande incertezza, perché questi declassamenti ci stanno mettendo appena sopra il livello definito dei junk bond: significa sostanzialmente che se scendiamo un altro gradino ci stiamo togliendo le possibilità di chiedere aiuto, perché ad esempio la Banca centrale europea non potrebbe più intervenire nemmeno per statuto per aiutarci con i titoli di Stato.

Il problema è che qui non c'è nessun complotto internazionale, nessuna congiura internazionale: stiamo facendo tutto da soli, purtroppo, e stiamo appiccando il fuoco illudendoci che poi tanto se ci sarà qualche problema potremo serenamente chiamare i pompieri. Il problema è che sono i pompieri che ci stanno già dicendo il contrario e che non potranno aiutarci. Qui il problema, Presidente, è la manifesta incapacità di governare da parte di chi pensa di potersi indebitare senza avere la credibilità per farlo, e soprattutto senza avere la credibilità per convincere quelli a cui chiediamo soldi in prestito che prima o poi glieli ridaremo e li riavranno, e siamo quindi in un momento di grande fragilità e rischio.

La nostra preoccupazione, Presidente, è che possa sfuggire il giocattolo di mano a tutti, anche al Governo, e che quindi alla fine il danno sia per il ceto medio, per i più poveri, per i piccoli risparmiatori. Noi siamo preoccupati perché stiamo perdendo sovranità, lo dico a tutti quelli che si riempiono la bocca con la parola “sovranità” qui dentro: con questo atteggiamento del Governo e della maggioranza stiamo perdendo sovranità ogni giorno, perché stiamo riducendo lo spazio di autonomia finanziaria e la nostra indipendenza e la nostra capacità di fare politica e di esercitare la nostra azione, all'interno e all'esterno.

Quindi anche noi, Presidente, ci associamo alla richiesta avanzata dagli altri gruppi dell'opposizione di avere il Governo in Aula. Io chiederei solo per il suo tramite, Presidente, di chiedere la presenza di un'ampia fetta del Governo, perché vorrei evitare di avere il Ministro dell'economia e delle finanze che ci dice che deve parlare con il Presidente del Consiglio, o di avere il Presidente del Consiglio che ci dice che deve parlare con i due Vicepresidenti.

Se riusciamo ad averli tutti e quattro, almeno possiamo discutere delle agenzie di rating, della bocciatura e di quello che intendono fare. Perché scrivere in una lettera alla Commissione europea che stai violando le regole, significa aver deciso che non vuoi discutere e negoziare e confrontarti, significa semplicemente che vuoi andare allo scontro: perché cosa ti dovrebbe rispondere la Commissione europea, negare quello che tu stai ammettendo? Quindi sarebbe utile averli tutti e quattro, così tra l'altro parliamo anche di che cosa il Ministro Salvini in tutto questo nel frattempo va a fare in Russia, magari cercando un sostegno finanziario per quando tutti quanti saremo per saltare per aria.

Seguito della discussione della proposta di legge: Calabria ed altri: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento) (A.C. 1066-A); e delle abbinate proposte di legge: Brambilla; Rampelli ed altri; Calabria ed altri; Dall'Osso ed altri (A.C. 20-329-480-552) (ore 16,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1066-A: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento); e delle abbinate proposte di legge nn. 20-329-480-552.

Ricordo che nella seduta del 18 ottobre 2018 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice per la Commissione lavoro e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica, mentre la relatrice della Commissione affari costituzionali vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo delle Commissioni.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. In particolare, tale parere reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 3.200 e 7.200, che sono in distribuzione e in relazione ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 17,15.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a votare una misura particolarmente delicata, perché si occupa di maltrattamento e di abuso ai danni dei più fragili: un maltrattamento e un abuso che spesso è fisico, ma tante volte è verbale; e quello verbale lascia delle ferite che non si vedono, ma sono profonde quanto quelle fisiche.

Questo, purtroppo, però lo facciamo all'indomani di parole spregevoli e di una pagina della politica che ha dato il peggior esempio di sé: l'ha fatto domenica, quando il signor Grillo, leader del MoVimento 5 Stelle, nella manifestazione del Circo Massimo ha pensato di strappare una risata deridendo, umiliando e sbeffeggiano proprio i più fragili (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E noi oggi ci troviamo a parlare dei più fragili: è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È una cosa vergognosa perché il valore di uno Stato, il valore della politica si misura nella capacità di difendere i più fragili! È una cosa vergognosa che siano state usate quelle parole e che, di conseguenza, delle persone abbiano riso su quelle parole. È una cosa vergognosa perché un bambino su cento soffre di autismo. È una cosa vergognosa: per chi soffre di Asperger, dico al signor Grillo che si dice Asperger! Quando egli parla di Aperger non deve utilizzare la parola “Aspenger” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Si informi prima, dato che quella è una persona che evidentemente si fa consigliare da chi crede che l'autismo venga provocato dai vaccini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Questa è ignoranza! La legge non ammette ignoranza, la politica non ammette ignoranza! Quando si parla di fragilità e di disabilità, si deve studiare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Quindi, siccome di Asperger hanno sofferto i talenti più belli della nostra Italia e del nostro mondo, dico a Grillo che di Asperger e di autismo soffrivano Mozart, Newton, Hitchcock, Steve Jobs. Queste sono persone che avevano questo tipo di difficoltà e che hanno fatto della nostra Italia e del nostro mondo un luogo migliore, quindi se lo ricordi il signor Grillo. Soprattutto, il MoVimento 5 Stelle proponga maggiore dignità, prenda distanza in maniera forte e chiara contro quello che viene detto quando le cose vengono dette in maniera sbagliata, perché la cosa più terribile quando si assiste alla violenza è che nella violenze e nell'aggressione ci sono tre protagonisti: il carnefice, la vittima e chi assiste; chi assiste e decide di rimanere in silenzio è ugualmente colpevole (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, rispetto a questo ci aspettavamo un'unica parola, forte e chiara, di presa di distanza da certe dichiarazioni e da questo modo di fare politica. La cosa che ci dispiace di più è che questo non c'è stato. Il MoVimento 5 Stelle è rimasto silente. Forse si è troppo vergognato, ma la vergogna non basta se è caratterizzata dal silenzio. C'era la necessità di unirsi in un'unica parola e questo non c'è stato. Allora, mi auguro e vogliamo, nell'esame che ci vedrà protagonisti, emendamento per emendamento, sul punto, nel merito e concretamente, dare risposta alla difesa dei più fragili. Questa dovrebbe essere la buona politica: questa è la politica che noi vorremmo partecipare a costruire. Se lo farete, come Fratelli d'Italia ci troverete vicino a voi, emendamento per emendamento, votando nel merito e dando risposte concrete, altrimenti vedremo un'altra pagina tristissima della nostra politica e della nostra Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Presidente, intanto la pregherei di richiamare il Governo a un po' d'attenzione perché i temi di cui stiamo trattando richiedono almeno l'attenzione del Governo, dopo che da quella piazza il leader, purtroppo anche del suo movimento, Presidente, si è permesso di offendere migliaia di persone, migliaia di famiglie che soffrono. Noi qui oggi stiamo discutendo di una legge che dovrebbe tutelare i più fragili, ma lo stiamo facendo senza che dai banchi di quel movimento si alzi una sola voce per prendere le distanze da chi in quella piazza, senza alcuna remora, senza alcun freno ha utilizzato la fragilità delle persone per fare cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Cosa voleva fare?

È tornato forse a fare il comico mentre fa politica? Per fare comicità, deve utilizzare le difficoltà delle persone? Deve utilizzare la fragilità? Sa cosa c'è, Presidente? Lo dico attraverso lei a tutto il suo movimento: c'è che una volta che occupate i banchi del Governo, quella fragilità deve diventare la vostra principale preoccupazione, non qualcosa che usate per offendere le persone, non qualcosa che usate per fare comicità di bassa lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Allora, Presidente, le ricordo che il nostro Governo ha voluto e approvato una legge sull'autismo, che i nostri Governi a queste fragilità sono andati davvero incontro. Voi avete fatto un Ministero per la disabilità, vi siete riempiti la bocca, anche in quest'Aula, dicendo che avreste affrontato questi temi con serietà e con attenzione: bene, cominciate a piantarla di utilizzare questa retorica penosa che ferisce le famiglie. E lei per primo, Presidente, che è iscritto a quel movimento, abbia il coraggio di prendere le distanze da quel signore che in quella piazza ha offeso l'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito le relatrici ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti riferiti a tale articolo.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Presidente, sull'articolo 2 vi è solo l'emendamento 2.50 Casa, e il parere è contrario.

PRESIDENTE. C'è anche l'emendamento 2.300 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme, Presidente.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Alzati in piedi (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle

e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Deputato Giachetti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Con calma…

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, volevo chiedere formalmente scusa al rappresentante del Governo, non ero a conoscenza… mi scuso davvero (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie deputato Giachetti. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Sull'emendamento 3.13 Bellucci chiediamo una riformulazione: al comma 1, lettera a), sostituire la parola “attitudinale” con la seguente: “psicoattitudinale”. Sull'emendamento 3.5 Bucalo, così come sugli identici emendamenti 3.50 Viscomi e 3.51 Macina, il parere è favorevole. Chiediamo l'accantonamento dell'emendamento 3.52 Marzana. Sugli emendamenti 3.8 Bellucci, 3.53 Gallo, 3.11 Bellucci e 3.9 e 3.54 Viscomi, il parere è contrario. Sull'emendamento 3.200 delle Commissioni, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, i pareri sono tutti conformi a quelli espressi dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 3.13 Bellucci, con il parere favorevole qualora riformulato. Accetta la riformulazione, deputata Bellucci? Prendo atto che la accetta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Bellucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Bucalo, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.50 Viscomi e 3.51 Macina.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, signor Presidente, poche parole per presentare un emendamento necessario, il nostro, per cancellare un emendamento, il loro, pensato male e scritto peggio.

Pensato male perché è stato pensato nella logica del controllo occhiuto, poliziesco, e scritto peggio perché con una formulazione pressoché incomprensibile nella sua operatività, il preposto alla prevenzione, nonché al controllo di eventuali condotte di maltrattamento e abuso.

È un emendamento, il nostro, che chiede di cancellare questa stortura organizzativa e giuridica, ma intervengo, piuttosto, per segnalare una prassi che ormai sta diventando costante nell'ambito dei nostri lavori in Commissione e in Aula. Abbiamo segnalato le difficoltà di questo emendamento in Commissione, ricevendo un'arrogante risposta, approssimativa dal punto di vista concettuale ma arrogante da parte della maggioranza, respingendo la nostra proposta di cancellare in Commissione questo emendamento, salvo poi ritrovarci qui, in Aula, un emendamento del MoVimento 5 Stelle, che ricopia esattamente il nostro emendamento abrogativo. Certo, mi verrebbe da dire, meglio essere copiati che essere ignorati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), però credo che questo sia un comportamento indicativo di un non fair play parlamentare, che credo vada stigmatizzato ora, come è stato stigmatizzato la settimana scorsa in quest'Aula a proposito di quanto è successo in relazione alla legge sulle filiere agricole e, in particolare, anche addirittura sugli ordini del giorno di quella legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.50 Viscomi e 3.51 Macina, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 3.52 Marzana.

È stato chiesto dalla relatrice di procedere all'accantonamento dell'emendamento Marzana 3.52. Poiché tale emendamento incide sulla lettera g), si intende accantonato anche l'emendamento Viscomi 3.9.

Passiamo adesso alla votazione dell'emendamento 3.8 Bellucci.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo adesso all'emendamento 3.53 Gallo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e su cui vi è il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare la deputata Macina. Ne ha facoltà.

ANNA MACINA (M5S). Ritiriamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'emendamento 3.53 Gallo viene ritirato.

Passiamo adesso all'emendamento 3.11 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Nel punto proprio degli emendamenti, come detto prima, è importante che noi si dia risposte concrete al supporto di quei servizi che si occupano di poter accogliere i bambini, ma anche gli anziani, nel momento così fragile della loro vita in cui quei cuori stanchi hanno bisogno di essere abbracciati e consolati, e anche di quei disabili che hanno necessità di operatori sociali sanitari che possano stare a fianco a loro nel migliore dei modi.

Purtroppo, quello che vediamo è che spesso quei servizi vengono relegati al minimo ribasso, a quella che è una situazione di totale degrado e di abbandono. Allora, noi chiediamo con questo emendamento che si possa fare un monitoraggio e una valutazione costante di quei servizi, e quei servizi possano vedere un'équipe psicopedagogica accompagnare quelle migliaia di educatrici, insegnanti, operatori sanitari e sociali, proprio perché quelle persone e quegli operatori non siano lasciati soli. Se noi, invece, chiediamo a quelle persone di realizzare un lavoro così delicato e così importante nella totale solitudine e mancanza delle istituzioni, noi abbiamo posto quelle premesse perché il bene comune e i più fragili non vengano difesi. Allora vi chiediamo di poterlo approvare, di far sì che effettivamente la prevenzione e il contrasto del maltrattamento e dell'abuso al danno di minori, di disabili e di anziani possa vedere le istituzioni presenti costantemente, non soltanto nell'affidamento di un servizio, ma anche in tutti quei giorni che verranno.

Infatti, se questo non ci sarà, allora lasceremo e abbandoneremo quei servizi nel totale disinteresse. Troppo spesso noi vediamo finanziamenti che sono manchevoli, troppo spesso vediamo che l'istruzione ha una diminuzione degli investimenti, come in questa legge di stabilità sembra essere del meno 0,1 per cento, e quindi troppo spesso lasciamo l'istruzione e il sociale nel totale abbandono. Non facciamolo, cerchiamo di poter intervenire nel giusto modo, cerchiamo di potere dare a quelle équipe risposte concrete. Vi chiediamo davvero di poter esserci vicini in questa proposta, e quindi di votare un parere favorevole a ciò che abbiamo dato come fondamentale per la difesa dell'infanzia, della disabilità e degli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

L'emendamento 3.9 Viscomi è accantonato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.54 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente, il suggerimento che diamo con questo emendamento è quello di tener conto del fatto, visto che l'articolo 3 si occupa della formazione obbligatoria e si occupa anche dei requisiti e dei criteri sulla base dei quali il Governo, con una delega successiva, dovrà occuparsi della formazione del personale e dei servizi educativi per l'infanzia, il suggerimento che diamo è che, soprattutto laddove si debbano prevedere misure di rilevamento precoce dei casi di stress lavoro correlato per il personale addetto ai servizi educativi dell'infanzia e alle scuole dell'infanzia, nonché misure per il recupero delle condizioni di benessere, anche attraverso attività di assistenza e consulenze specifiche per tale personale, cioè la lettera h) del comma 1 dell'articolo 3, che lo si faccia attraverso una previsione che sia comune su tutto il territorio nazionale, attraverso delle linee guida omogenee che siano previste ed emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro della salute. Vorremmo che su un tema così delicato, legato anche a fatti che spesso colpiscono l'opinione pubblica e che sono legati anche alla violenza, rispetto a questi fatti così delicati, vi sia l'accortezza di avere delle linee guida comuni, omogenee, che possano essere seguite in tutti i casi. Sicché, con questa previsione, noi vorremmo evitare che si lasci alla discrezionalità la decisione di individuare i casi di stress di lavoro correlato per il personale addetto a questi servizi. Ci sembra un emendamento di buonsenso e suggeriamo al Governo di tenerne conto, al fine di evitare, appunto, delle discriminazioni o situazioni trattate in modo diverso, quando sono dei casi simili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.54 Viscomi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Dovremmo ora passare all'emendamento 3.200 delle Commissioni, riferito al comma 2. Non essendo ancora trascorso il termine per la presentazione dei subemendamenti, procediamo all'accantonamento di tale emendamento e della votazione dell'articolo 3.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 4.10 Carla Cantone e 4.12 Viscomi.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario su entrambi gli emendamenti.

PRESIDENTE. Quindi, parere conforme.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.10 Carla Cantone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carla Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi intendiamo tutelare ogni anziano che si trova a dover vivere gli anni della sua massima fragilità oppure quando ad una certa età sei rimasto solo o quando non sei più autosufficiente o quando sei disabile, e sei costretto, quindi, a vivere in una casa di riposo pubblica o privata, o in una RSA. Vogliamo tutelarli, assicurandoci che siano rispettati, che la loro condizione di vita sia dignitosa. Certo, sarebbe meglio vivere la vecchiaia nella tua casa, ma questo presuppone un'adeguata assistenza domiciliare; ma non tutti i comuni sono in grado di sostenere questo servizio per i costi.

Così come non tutti gli anziani sono in grado di far fronte alle spese per una badante qualificata 24 ore su 24. Allora, quando sei così, devi consegnarti ad una casa di riposo, anche perché non sempre la famiglia può o vuole farsene carico. Gli abusi e le violenze fisiche e psicologiche verso gli anziani, in particolare verso le donne, stanno aumentando di anno in anno. Ogni sei, una persona subisce degli abusi. L'aumento degli abusi riguarda gli anziani, i bambini, i disabili. È una piaga che un Paese civile non dovrebbe avere.

Le responsabilità si possono individuare e colpire proprio perché non si tratta di accusare tutto il personale addetto a questi servizi, alla cura e all'assistenza. Ma proprio per tutelare anche il personale che si comporta correttamente, occorre mettere in atto ogni forma di controllo utile quale deterrente verso questi inqualificabili comportamenti. Sicuramente è utile la videosorveglianza, ma noi pensiamo che, almeno nelle case di riposo, si possa prevedere la possibilità di favorire l'accesso delle visite ai familiari durante tutto il giorno, ventiquattro ore su ventiquattro. Visitare a sorpresa un familiare può aiutare, organizzando meglio il lavoro, certo, i turni e i servizi della casa di riposo stessa. Visitare a sorpresa un familiare può contenere e ridurre gli abusi, che avvengono spesso di notte. Gli anziani devono sentirsi protetti perché, a differenza dei bambini, non ritornano nelle loro case e sono obbligati a stare lì. Non ritornano nelle loro famiglie alla sera e sono molto soli e la solitudine ti porta a subire.

Capisco che, di fronte ai problemi della vecchiaia, spesso si guarda da un'altra parte oppure finché sei giovane non ci pensi. Ma è quando si è giovani che occorre occuparsi dei problemi degli anziani o se preferite dei vecchi, perché quando si diventa anziani - e conviene diventare anziano, perché l'alternativa mi pare che non sia gradevole - e si entra nella terza età è troppo tardi. È meglio pensarci prima, quando si è giovani e puoi avere il potere magari di decidere come in questo Parlamento, perché quando sarai vecchio - se ci arrivi e noi vogliamo arrivarci - troverai ciò che da giovane hai fatto, nel bene e nel male.

Pertanto, con questo emendamento vogliamo ridurre ed eliminare le violenze sulle persone inermi e io penso che sia opportuno. Meglio uno strumento in più che uno in meno. Facciamoci carico noi di pensare ai nostri vecchi, ai nostri anziani, a quelli più sfortunati che, per questione di risorse o per questione di salute, non possono stare nelle loro case (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Carla Cantone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.12 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento è ispirato al motto “prevenire è meglio che curare”. Tutti sappiamo che vi è una legge importante, quella sulla sicurezza, che prevede l'obbligo, per le strutture di cui stiamo parlando, di stendere periodicamente il documento di valutazione dei rischi. Fra i rischi che questa proposta di legge vuole rappresentare vi è quello dello stress e quello del burnout, che potrebbe - e noi vogliamo evitarlo - determinare poi comportamenti evidentemente da contrastare anche attraverso le proposte che questo provvedimento contiene.

Da qui, allora, la proposta di questo emendamento di prevedere, da parte dei Ministeri competenti, l'estensione di linee guida che dovrebbero essere recepite dai documenti di valutazione dei rischi proprio al fine di prevenire quelle violenze che vogliamo registrare e, quindi, evitare con questa proposta di legge. Ma, come ho detto, è meglio prevenire queste violenze piuttosto che registrarle a posteriori. Il senso, dunque, è molto semplice: facciamo in modo che, attraverso una valutazione dei rischi che viene estesa con tutte le avvertenze del caso, che devono essere indicate nelle linee guida nazionali, si possano prevenire questi eventi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.12 Viscomi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Presidente, parere contrario sull'emendamento 5.50 Toccafondi e sugli identici emendamenti 5.2 Emanuela Rossini e 5.51 Toccafondi. Parere favorevole sull'emendamento 5.200 delle Commissioni. Infine, parere contrario sull'emendamento 5.15 Emanuela Rossini.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Emendamento 5.50 Toccafondi, contrario; identici emendamenti 5.2 Emanuela Rossini e 5.51 Toccafondi, contrario; emendamento 5.200 delle Commissioni, favorevole; emendamento 5.15 Emanuela Rossini, contrario.

PRESIDENTE. Quindi, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.50 Toccafondi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. L'articolo 50 è l'articolo sulla videosorveglianza, che poi è la misura con cui questa proposta di legge è stata presentata mediaticamente. Il nostro emendamento è soppressivo non perché il tema non esista - e ne siamo ben coscienti - ma perché la soluzione reale a un problema reale sta negli articoli precedenti, ovvero nella formazione, nella selezione, nei rapporti con i familiari e nelle verifiche.

In tutto questo sta la soluzione di un problema reale, non nella videosorveglianza; come recita l'articolo 5, le videocamere possono essere installate. Come si fa a stabilire chi può e chi non può, quale comune potrà e quale no, chi obbligherà e chi no, quale asilo sì e quale casa di riposo no?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,20)

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Inoltre, è una videosorveglianza che, per essere efficace, deve essere invasiva; non semplicemente una telecamera, ma varie telecamere per ogni asilo, per ogni casa di riposo, in ogni angolo.

Noi, invece, partiamo dalla premessa che quando portiamo i nostri figli in un asilo o i nostri anziani in una casa di riposo, ci fidiamo, ci fidiamo degli operatori che lavorano quotidianamente.

E, allora, facciamo una cosa utile al Paese, ma anche alla soluzione del problema: continuiamo a dire “bene la formazione, bene la selezione, bene la verifica”, ma diciamo “no” alla videosorveglianza invasiva e, soprattutto, a questo tipo di videosorveglianza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Io intervengo per sottoscrivere l'emendamento soppressivo a prima firma Toccafondi, aggiungendo, a quello che ha esposto già bene il collega rispetto al fatto che con questo meccanismo di videosorveglianza stiamo minando il rapporto di fiducia fra i genitori e le persone che si devono poi prendere cura dei bambini negli asili, che, se portassimo il ragionamento a tutte le sue conseguenze, dovremmo dire che abbiamo un enorme problema di femminicidio in questo Paese, quindi, con quest'atteggiamento e questa cultura del controllo invasivo, che mina ex ante qualsiasi rapporto di fiducia – perché sfido qualsiasi educatrice a gestire i bambini che le sono stati affidati con serenità avendo delle telecamere puntate addosso – tutti dovremmo mettere le telecamere dentro casa, per poter essere sicuri di non avere più problemi di femminicidio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Toccafondi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.2 Emanuela Rossini e 5.51 Toccafondi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Emanuela Rossini Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di regolamentare l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza limitandoli alla presenza di fattori di rischio specifici e per periodi di tempo limitati. Senza una specifica delle ragioni per cui si utilizzano, temiamo vi possa essere un rischio di abuso di questi sistemi e anche una violazione della privacy degli utenti e delle persone poi coinvolte, sotto osservazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.2 Emanuela Rossini e 5.51 Toccafondi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.15 Emanuela Rossini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento 7.1 Ferro, mentre raccomandano l'approvazione dei propri emendamenti 7.300 e 7.200, ed esprimono parere favorevole sugli emendamenti 7.50, 7.51 e 7.52 Marzana.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO ZOCCANO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Presidente, i pareri del Governo sono tutti conformi a quelli espressi dalla relatrice Murelli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Ferro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.50 Marzana, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Avverto che l'emendamento 7.51 Marzana è stato assorbito dall'approvazione dell'emendamento 7.300.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.52 Marzana, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Dobbiamo ora tornare agli emendamenti 3.52 Marzana, 3.9 Viscomi e 3.200 delle Commissioni, precedentemente accantonati, unitamente al voto sull'articolo.

Invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Emendamento 3.52 Marzana, invito al ritiro. Emendamento 3.9 Viscomi, parere contrario.

PRESIDENTE. Il parere sull'emendamento 3.200 delle Commissioni è favorevole.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Sì, favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.52 Marzana. Ha chiesto di parlare la collega Marzana. Ne ha facoltà…

Lo ritira. Bene, ci siamo capiti. Grazie, prendiamo atto del ritiro.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.9 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Presidente, in realtà con questo emendamento abbiamo provato a porre rimedio alla formulazione di un articolo che appare assolutamente incompleta, incomprensibile e, tra l'altro, foriera anche di facili interpretazioni divergenti, che portano ad un contenzioso che è prevedibile. È un po' il leitmotiv dei provvedimenti che vengono in quest'Aula: sono scritti anche con una certa superficialità e, soprattutto, con una carenza totale di tecnica legislativa.

In particolare, noi abbiamo fatto riferimento alla possibilità che i dipendenti che vengono dichiarati inidonei possano avere - dice l'articolo che noi vogliamo emendare - la possibilità di ricorrere a mutamenti di mansione: noi chiediamo che possa essere aggiunta questa dicitura, cioè mutamenti di mansioni, che andrebbe ad integrare il dettato normativo come è previsto, che parla di ricollocamento generico del personale.

È evidente che, se si parla di ricollocamento senza precisare all'eventuale modifica di mansioni, noi non possiamo immaginare che l'operatore che è in servizio nella struttura socio-sanitaria o nell'asilo possa essere spostato da una stanza, da un locale ad un altro, da un paziente ad un altro, da un ospite a un altro piuttosto che da un bambino ad un altro, è evidente che è necessario intervenire sulle mansioni.

Se non lo specifichiamo, corriamo il rischio di rendere assolutamente inefficace questo dettato normativo. Io vorrei che non tutti gli emendamenti proposti, solo perché vengono dall'opposizione, non debbano essere considerati, anche quando attengono semplicemente alla migliore formulazione della legge e non hanno nessun contenuto politico ma semplicemente lo scopo di migliorare la comprensibilità del dettato normativo. Continuiamo ad approvare leggi e articoli che saranno soltanto passibili di facili e numerosi contenziosi e che non offriranno all'interprete la possibilità di dare un'interpretazione effettivamente corretta e legata alla ratio della norma. Quindi, invito veramente la relatrice a riformulare il suo parere e a rivederlo, perché si tratta semplicemente di una precisazione che credo non offenda nessuno.

PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Ancona, che sono qui per la loro giornata di formazione (Applausi). Grazie ragazzi, buona permanenza in questo palazzo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cubeddu. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Presidente, solo per chiarire che la proposta di emendamento è ultronea, perché l'ordinamento già prevede il mutamento delle mansioni e, anzi, l'applicazione del principio di conservazione del posto di lavoro: abbiamo l'articolo 2103 del codice civile, come riformato peraltro dal decreto legislativo n. 81 del 2015, e poi con riferimento alla contrattazione collettiva e all'articolo 2113, relativo alle conciliazioni e alle transazioni. Per cui, l'ordinamento già reagisce rispetto a situazioni in cui sia necessario mutare le mansioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Viscomi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, signor sottosegretario.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, ordine del giorno Villani n. 9/1066-A/1, parere favorevole. Sull'ordine del giorno De Luca n. 9/1066-A/2, propongo una riformulazione del dispositivo nel senso di espungere la locuzione “in tempi rapidi”, quindi lasciando “impegna il Governo a valutare l'opportunità di chiarire che i server di cui all'articolo 5, comma 1, (…)”.

PRESIDENTE. Perfetto, mi sembra chiara la riformulazione: viene cassato “in tempi rapidi”. Quindi, parere favorevole con riformulazione, dopo sapremo se viene accolta.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno Minardo n. 9/1066-A/3, parere contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Villani non insiste per la votazione del suo ordine del giorno, n. 9/1066-A/1, sul quale vi è parere favorevole. Prendo atto che l'onorevole De Luca accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1066-A/2. Prendo atto che l'onorevole Minardo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1066-A/3 su cui vi è parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Minardo n. 9/1066-A/3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Fusacchia. Ne ha facoltà, per tre minuti.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, noi ci asterremo sul voto finale. Riteniamo che sia un provvedimento…

PRESIDENTE. Un momento, collega Fusacchia. Colleghi, consentiamo, in particolare ai gruppi che hanno tempi più brevi per la loro dichiarazione di voto, di farla in maniera serena, quindi inviterei tutti a maggior silenzio.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Con grande serenità…

PRESIDENTE. Ci proviamo, collega Fusacchia. Non credo che sarà…

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Non si preoccupi, Presidente. grazie. Stavo dicendo che noi ci asterremo su questo provvedimento, perché da un lato riteniamo che sia un provvedimento importante, perché tocca un tema chiave, delicatissimo che ha a che fare col maltrattamento, tra le altre cose col contrasto a potenziali maltrattamenti a bambini negli asili, e ci sono misure importanti che vanno nella direzione giusta come quelli degli articoli che riguardano la formazione, un certo tipo di attenzione e di prevenzione per lo stress che potrebbe maturare all'interno delle strutture, dall'altro lato siamo particolarmente restii ad accettare l'articolo 5, che prevede l'installazione di telecamere, perché riteniamo che sia dannoso sia nell'economia del provvedimento, per la misura che porta a minare la fiducia nei rapporti fra famiglie ed educatori, sia perché riteniamo che in prospettiva rischi anche di creare un precedente che non ci piace particolarmente, perché rafforza questo clima complessivo nel Paese questa cultura del controllo, che probabilmente non è la maniera migliore per contrastare alcune cose particolarmente gravi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, anche noi ci asterremo su questa proposta di legge, perché a un problema reale - perché il problema dei maltrattamenti di bambini e di persone anziane esiste, è reale, non dobbiamo voltarci dall'altra parte - si risponde con la formazione iniziale, che è contenuta in questa proposta di legge, con la formazione in itinere, con la selezione, con la previsione del concetto di attitudine alla professione, e la verifica di questa attitudine e l'accesso alle professioni educative e di cura, sia a livello iniziale, che in itinere.

Si risolve e si affronta, il problema, con le ispezioni programmate o occasionali, con i rapporti da creare o da riallacciare con genitori, con familiari. Insomma, il tema si affronta con una parola: fiducia.

Quindi, bene molti dei punti e molti degli articoli che i proponenti hanno voluto inserire nelle varie proposte di legge, ma questa parola - fiducia - che è architrave per la soluzione del tema viene messa pesantemente in dubbio dal già citato articolo 5, quello sulla videosorveglianza.

Tra l'altro, siccome questa proposta, queste proposte di legge erano state conosciute e riconosciute mediaticamente proprio con il concetto delle telecamere in ogni angolo, non si è voluto tornare indietro. E, quindi, l'articolo 5 recita letteralmente: “possono essere installati sistemi di videosorveglianza”. Questo concetto della possibilità è un concetto totalmente astratto.

E, allora, avevamo tentato di migliorare questa proposta di legge con l'emendamento soppressivo: non è stato accettato e questo ci dispiace. E' rimasto questo punto assolutamente negativo, sia pratico, sia che mina la fiducia di operatori di strutture, di asili, di case di riposo, che funzionano e funzionano quotidianamente bene. Per questo motivo, ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Noi diamo un giudizio nel merito positivo su questa legge, ma ci asterremo in quanto credo che la cosa migliore in un profilo del genere sarebbe stata investire maggiormente le regioni e gli enti locali. Credo che attuare il principio di sussidiarietà in un percorso di questo tipo sarebbe stato sicuramente più vantaggioso che attraverso l'emanazione di una legge nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente, rappresentante del Governo e onorevoli colleghe e colleghi, si è discusso circa l'opportunità di adottare misure per prevenire maltrattamenti, anche psicologici, nelle scuole per l'infanzia o nelle strutture socio-sanitarie per anziani e disabili, cioè i soggetti più indifesi, più deboli, più bisognosi di cure. Già solo questo giustificherebbe una dichiarazione di voto favorevole al provvedimento, ma le riflessioni dei colleghi in sede di discussione, che hanno sollevato più di qualche perplessità, meritano una trattazione più meditata dell'argomento.

Certo, il proponimento di migliorare la formazione e la preparazione di chi si dovrà occupare di questi soggetti, non solo è auspicabile, ma necessaria, e questo senza voler affatto mettere in discussione la qualità del corpo docente ed educatore, che molto spesso è costretto ad operare in situazioni emergenziali.

Lo studio e i corsi formativi di aggiornamento, di sostegno, sia professionale che psicologico, laddove se ne rilevi l'esigenza, accrescono non solo la conoscenza, ma addirittura ne affinano la qualità e, di conseguenza, la sensibilità operativa, che in questi casi diventa il requisito principale.

Ora, veniamo all'installazione di videocamere di sorveglianza, che io chiamerei di documentazione, normate dall'articolo 5, i cui filmati sarebbero, a mio avviso, utili per testimoniare un sopruso, un maltrattamento e premesso che si tratterebbe, in ogni caso, di immagini criptate, il cui accesso sarebbe consentito solo agli organi di controllo preposti.

Certo, sentirsi in una sorta di big brother non è certamente simpatico e, di fatto, se ci pensiamo su un attimino, in questo grande fratello ci siamo già. Siamo videoripresi costantemente, mentre passeggiamo per strada, quando facciamo compere al supermercato o andiamo in ospedale, quando entriamo in banca o assistiamo ad una partita in uno stadio, peccato che non c'è il collega Caiata, che potrebbe testimoniare in questo senso, essendo il Presidente di una gloriosa società calcistica.

Dirò di più: non solo, in questi ambiti, non ci curiamo di essere scrutati e ripresi, non solo ne siamo compiaciuti perché evidentemente ci si sente in qualche modo protetti, ma siamo disposti, e lo facciamo anche con disinvoltura, a dare in pasto alla pubblica curiosità tanto, e in qualche caso anche troppo, della nostra vita privata.

Hemingway è certamente condivisibile quando afferma, o meglio, affermava che il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia, ma lo sarebbe in un mondo non dico perfetto, ma certamente molto migliore di quello in cui viviamo; per cui di questi tempi francamente mi sentirei molto più vicino a Troy Kennedy Martin, che è uno sceneggiatore scozzese che afferma - anzi, affermava, anche lui, perché purtroppo è deceduto – “mi fido di tutti, ma non mi fido del diavolo che è in ognuno di loro”.

La predisposizione a dare fiducia, in effetti, è stata messa a dura prova e, purtroppo, intaccata da quanto fatto vedere sempre più spesso da numerose documentazioni televisive, in cui bimbi, anziani, disabili subivano circonvenzioni e maltrattamenti da parte di operatori infedeli.

Riassumendo, è il caso, quindi, di agire, secondo me, su due direttrici: potenziamento della formazione e della preparazione degli operatori, i cui frutti però non si vedranno immediatamente e, parallelamente, una preventiva opera di sorveglianza, che l'operatore coscienzioso non deve temere, anzi, secondo me, auspicare.

Per questi motivi, dichiaro il voto favorevole al provvedimento da parte della componente MAIE del gruppo Misto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, la proposta di legge che oggi abbiamo discusso in Aula intende attuare quelle misure di contrasto e di prevenzione alle condotte di maltrattamento, sia fisiche che psicologiche, in danno delle persone più deboli, quindi bambini o le persone diversamente abili o gli anziani.

È chiaro che l'intendimento della proposta è positivo, anche perché pone l'attenzione su un problema odioso.

Molto di frequente, anche se riteniamo che comunque il fenomeno possa essere circoscritto in un ambito piuttosto ridotto, le nostre coscienze sono state scosse da immagini tratte dal web, che hanno visto maltrattati bambini o anziani ed è chiaro che non possiamo rimanere silenti rispetto a questo complesso problema, che però noi di Liberi e Uguali riteniamo di dover affrontare in un'altra maniera.

Riteniamo che, innanzitutto, si sia posto un grave errore da parte di questa proposta di legge, cioè quello di aver trattato l'approccio col bambino nello stesso modo rispetto all'approccio della persona disabile. Questo lo riteniamo un grave errore, perché l'inserimento e la previsione di videosorveglianza nell'apparato pedagogico certo avrebbe valori e riscontri diversi rispetto a quello che potrebbe avere l'inserimento della videosorveglianza in un trattamento assistenzialistico.

Riteniamo, comunque, che questo complesso problema vada affrontato su un altro piano: quello della cultura, della formazione e delle risorse. Andrebbero infatti tenuti in debita considerazione anche questi aspetti, cioè la formazione degli operatori, la qualità dell'attività svolta e l'adeguatezza delle strutture. Bene, noi di Liberi e Uguali abbiamo sempre fatto della tutela dei deboli, dei bisognosi, il punto fondante della nostra azione politica. Però, riteniamo anche che è il diritto garantito che noi dobbiamo tutelare attraverso la nostra azione politica, che spesso si pone al confine anche della tutela dei lavoratori e della tutela della privacy. Infatti, è così che bisognerebbe affrontare questo problema, non sottovalutando un aspetto fondamentale: ci sono milioni di operatori nel settore delle scuole o delle strutture socioassistenziali che lavorano con abnegazione e con cura. Pertanto è necessario contemperare l'esigenza dei diritti della persona con le libertà personali.

Per questo motivo, quindi, noi dichiariamo sin da ora un voto di astensione, perché credo, a nome del gruppo di Liberi e Uguali, che rimane il dubbio rispetto a questo provvedimento che le finalità dello stesso vadano oltre le reali esigenze dettate in questo momento dal nostro Paese. Per cui, riteniamo che la nostra azione politica debba essere rivolta a un piano di investimenti che si occupi dell'istruzione e dell'assistenza, e che rimuova le disuguaglianze sociali purtroppo oggi ancora troppo spesso esistenti. Per questo motivo, noi di Liberi e Uguali auspichiamo che vengano rimosse le disuguaglianze sociali attraverso gli investimenti, perché la videosorveglianza non è l'unico modo per arginare questi fenomeni, che - ripetiamo - riteniamo circoscritti a pochi casi.

Il complesso problema della scuola e della struttura va affrontato tenendo conto delle difficoltà strutturali e delle risorse economiche che spesso si trovano a dover affrontare anche i nostri insegnanti o gli operatori delle società socioassistenziali. Questo è il motivo per cui noi dichiareremo un voto di astensione a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia si è a lungo interrogato rispetto a questa proposta. Sottosegretario, ci siamo interrogati perché molto spesso questa è stata, anche nella scorsa legislatura - lo ricorderà - una proposta che, di fatto, scavava nell'intimo di ogni deputato, ma ci siamo ricordati - e lo ricordiamo ogni giorno - che in questo caso il legislatore deve essere asettico, non deve lasciarsi tediare piuttosto che circostanziare da alcuni argomenti e da alcune immagini, terribili, pessime, a cui abbiamo, purtroppo, assistito negli ultimi anni. Allora, abbiamo cercato di interpretare il nostro ragionamento in termini di voto, in Commissione e in Aula, in pancia a questo provvedimento, su quello che secondo noi rappresenta il cosiddetto vincolo fiduciario tra genitori, famiglie e docenti. Oggi questo vincolo, ogni tanto, fortunatamente non spesso, devo dire, si è incrinato. I casi di maltrattamento denunciati, la cronaca di questi casi di maltrattamento denunciati, le immagini di questi maltrattamenti verbali, fisici e psicologici hanno suscitato in ognuno di noi rabbia, frustrazione, incomprensione e sgomento: non pensavamo fosse possibile e invece, purtroppo, ci sono stati. Presidente, colleghi, la tutela, secondo noi, in questo caso, in questo ambito, è la cosa più importante. Rinnoviamo e abbiamo assistito impotenti, molto spesso, a questi fenomeni di abuso, a queste prevaricazioni, di fatto nei confronti dei più deboli, dei nostri figli, dei bambini. Sono state in questi anni le stesse regioni a chiedercelo. Ad esempio, la regione Lombardia aveva fatto molto rispetto a questa sorveglianza video, molto spesso portata avanti tra le loro iniziative.

Il problema però che si pone, sottosegretario, è un problema atavico, così come in altri provvedimenti: vi è un problema di privacy. Vi è una tutela della privacy, sicuramente legittima molto spesso, dentro la quale ci sono dei limiti e dei paletti che, altrettanto spesso, sono invalicabili, che hanno, di fatto, raffreddato l'entusiasmo anche di molti colleghi che davano questa norma già per fatta. Allora, ci siamo fatti una domanda: chi si sarebbe potuto opporre ad una norma che, di fatto, sembra una norma di assoluto buonsenso? Però, le ripeto, Presidente: siamo legislatori. Abbiamo dovuto, anche questa volta, asetticamente, oserei dire, andare a studiarci la norma. Alla fine, anche il Garante per l'infanzia dice che questa è una norma che serve per tutelare, ad esempio quando ci dice che le immagini devono essere accessibili alle sole forze dell'ordine, alle sole forze di Polizia.

Atavicamente, quindi, la scelta è fra la privacy e la tutela dei minori. Lo ripeto: non spesso, fortunatamente, abbiamo assistito a questi casi, però qualche volta siamo rimasti sconvolti da quanto abbiamo visto. Ad esempio, tra le pieghe di questi ragionamenti un bambino potrebbe essere maltrattato anche dai suoi compagni; ricostruire i fatti non è mai così così semplice come qualcuno ci vuole fare credere. Le telecamere risolvono tutto? No, probabilmente non risolvono tutto. Peggio ancora, corriamo il rischio, Presidente, anche di falsare il rapporto tra insegnante e bambino. Dobbiamo comprendere che l'oggettività di alcuni genitori sta proprio nel dire: andiamo a porre la salute e la vita, fondamentalmente, dei nostri figli nelle vostre mani. È proprio per quello che, grazie alle colleghe che hanno seguito tutti i giorni questo tipo di provvedimento, abbiamo proposto degli emendamenti che ci sembravano assolutamente di buonsenso, ovvero non soltanto accertare l'attitudine, ma anche possedere le competenze comunicative e un equilibrio per fare questo tipo di lavoro, attraverso - e ringraziamo - una proposta emendativa delle nostre colleghe, le quali chiedevano fondamentalmente i cosiddetti test psicoattitudinali: fortunatamente, ci avete ascoltato.

Se non si andava ad accelerare sotto questo punto di vista normativo qui da noi, probabilmente sarebbero state - lo rinnovo - le stesse regioni ad intervenire; probabilmente sarebbe stato addirittura il privato o strutture private a poter offrire un quid in più rispetto a quello che, di fatto, è la pubblica amministrazione in termini di tutela.

Per quanto riguarda le cosiddette fragilità, sottosegretario, mi ricollego a quanto ricordato prima nel bell'intervento che ha svolto la nostra collega Bellucci, quando parla di fragilità. Nessuno potrà dire un qualcosa rispetto a quanto la collega ha citato prima. Sottosegretario, c'è stato un passaggio, qualche giorno fa, nelle parole di Beppe Grillo, molto pesante per quanto ci riguarda. Non sono neanche molto d'accordo con la collega Bellucci quando dice a Beppe Grillo, che di fatto fa il suo spettacolo - non giusto, ma spettacolo - che deve convertirsi, riconvertirsi rispetto a quanto ha detto.

A me, sottosegretario, fa molta più paura la gente che tra quel palco applaudiva divertita alle parole di Beppe Grillo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): è questo che a me fa paura. Non tanto, quindi, lo spettacolo di una persona che, evidentemente, è stata anche sconfessata, poi, dal suo stesso partito. A me fa paura, sottosegretario, quando la Commissione bilancio va e cerca di bloccare un certo tipo di provvedimento perché nei prossimi tre anni ci sono 15 milioni di coperture. Lo ricorderete: lo ricorderete quanto effettivamente è stato dato in termini di milioni di euro, ad esempio, anche a realtà private, che non avevano questo tipo di valenza in seno alle scorse leggi di stabilità. Noi preferiamo mettere qui i soldi che da qualche altra parte.

Presidente: prevenzione, monitoraggio, formazione. Rispetto alle preoccupazioni da Grande Fratello, di fatto, abbiamo studiato ogni fascicolo, abbiamo ascoltato ogni audizione e se è vero - ed è vero, fortunatamente - che i casi sono molto più limitati di quanto effettivamente qualcuno citava, ebbene, queste persone non devono di fatto temere nulla. Addirittura, Presidente, io sarei stato più tranchant rispetto ad alcune norme. Tanto per essere chiari e diretti, avrei esteso questa norma anche in altri ambiti. Che fiducia, Presidente, noi dovremmo avere, da legislatori, da padri e da madri, nei confronti, ad esempio, di uno dei casi più eclatanti tra le maestre che si è verificato negli ultimi mesi, quando una maestra di Torino gridava in faccia alle forze dell'ordine: dovete morire!

Allora, queste sono maestre da controllare? Queste sì, e fortunatamente questa disgraziata non rappresenta il corpo docente che, se svolge magistralmente il suo lavoro - e lo fa nella maggior parte dei casi - avrà il nostro perpetuo plauso nei confronti di quella che per noi è un'attività assolutamente sontuosa da poter trasmettere ai nostri figli e ai minori.

Presidente, “affidare” è un termine che trae le sue origini e la sua la sua etimologia dal termine “fede” ed è proprio qui che voglio ricollegarmi, al termine “fiducia”, ai termini “vincolo di fiducia”. Se nessuno non ha nulla da nascondere allora non c'è nulla da temere da parte di queste persone, che non verranno trattate da Grande Fratello, ma questo, immagino, sarà un passaggio di legge che andrà soprattutto in termini di prevenzione.

Gli interrogativi ce li siamo posti, sì. La nostre colleghe Bucalo e Bellucci, già citata, si sono poste molto spesso questi interrogativi. Lo stesso nostro gruppo poteva proporre di accendere le telecamere soltanto dopo qualche sospetto; infatti, potevamo proporre di accendere le telecamere soltanto dopo qualche segnalazione e potevamo decidere di proporre emendamenti per oscurare i volti. C'era tutto un corollario di proposte che sarebbero state anche tutto sommato virtuose, ma l'interrogativo - ci ritorno e vado a concludere, Presidente, ringraziandola - è sempre quello che ci siamo posti all'inizio di questo ragionamento: vale più una tutela che si chiama privacy o una tutela, secondo noi sacrosanta e superiore, che è la tutela stessa dei minori? Ecco, in noi ha prevalso questo secondo aspetto, ha prevalso la tutela e la prevenzione rispetto a questi che sono dei veri e propri reati nei confronti dei minori e nei confronti di coloro che, di fatto, in quel momento non possono difendersi.

Avremmo preferito, tra l'altro, che molti altri emendamenti fossero accolti dal Governo. Avremmo preferito che, ad esempio, questa proposta di legge fosse incardinata molto prima e ricordiamo la proposta di Rampelli, in questo senso tra i primi firmatari della proposta e di quanto stiamo studiando e votando fortunatamente oggi in Aula, che va anch'essa a parlare di termini preventivi.

Allora - e concludo veramente, Presidente - dato che sai di essere controllato e dato che sai, ad esempio, che dare uno schiaffo è una cosa che non va bene, se esegui magistralmente il tuo ruolo e il tuo compito - lo rinnovo - non devi temere nulla.

Quindi, sulla ratio, Presidente, della norma non c'è molto da dire: è evidente che questa, secondo noi, è una volontà per proteggere e non è una volontà per punire. Voteremo favorevolmente sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo orgogliosi della discussione che si sta svolgendo in Aula oggi e lo siamo perché è grazie a Forza Italia che oggi colmiamo insieme un vuoto normativo e affrontiamo finalmente un tema fondamentale che la politica non può più ignorare.

Questa proposta di legge ripercorre una battaglia politica che parte da lontano e che mi ha visto protagonista insieme a tanti colleghi di Forza Italia già qui alla Camera dei deputati nella scorsa legislatura e che arriva oggi all'esame dell'Aula dopo un'intensa e approfondita fase di ascolto e di confronto all'interno delle Commissioni riunite affari costituzionali e lavoro, che ha visto auditi molti soggetti interessati quali portatori di interesse e portatori di realtà professionali, associative e sociali.

La proposta di legge oggi, dunque, è decisamente più sensibile e più attenta alle sollecitazioni degli attori in campo e riflette una condivisione necessitata delle diverse esigenze e delle diverse forze politiche in campo.

Al mio capogruppo Gelmini, alle relatrici, alle colleghe intervenute in discussione sulle linee generali, a coloro i quali hanno dato il loro contributo in questo dibattito, a chi, seppure profondamente contrario sin dall'inizio su questo provvedimento, ha voluto dare il suo contributo, a chi dagli scranni del Governo ha voluto pubblicamente sostenere questa proposta di legge, ecco a tutti loro va oggi il mio ringraziamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Presidente, per chi, come noi, si dichiara orgogliosamente liberale è chiaro il legame che unisce due valori che riguardano la persona: questi valori sono la dignità e la libertà. Nessuno è pienamente libero se non viene rispettata la sua dignità all'interno del contesto sociale in cui vive e nessuno è pienamente libero se non viene protetto nella sua incolumità fisica e nella sua incolumità psicologica e una politica che non interviene con decisione, laddove questi valori e il loro legame vengono violati, abdica colpevolmente al suo ruolo.

Questa esigenza doverosa acquisisce un'intensità ancora maggiore quando le vittime non sono in grado di difendersi da sole e non sono neppure in grado di denunciare le violenze subite. Ebbene, in questi casi spetta ad altri proteggerle: spetta allo Stato farlo. Da questo obiettivo civile e sociale nasce la proposta che stiamo per votare oggi, una proposta che non può essere derubricata a semplice iniziativa parlamentare, una proposta che non è un'ordinaria battaglia politica, ma è piuttosto un atto di civiltà, è un atto di responsabilità.

Dicevo che è un atto di responsabilità e voglio soffermarmi su questo termine, “responsabilità”. E voglio farlo perché penso che sia il concetto che meglio qualifichi e che meglio esprima oggi il compito del legislatore, perché di fronte a quello che a volte - così come lo apprendiamo e così come assistiamo dai media, purtroppo - è un vero e proprio copione degli orrori, il nostro dovere non è l'indignazione, non è la solidarietà, ma è la responsabilità a cui siamo chiamati in virtù dell'esercizio della nostra funzione parlamentare. Noi abbiamo, dunque, il dovere di dare una risposta a ciò che accade nel Paese e abbiamo l'obbligo di assumerci, dunque, questa responsabilità.

E, allora, chiediamo all'Aula di dare prova di questo alto senso di responsabilità alla quale siamo chiamati, perché noi sappiamo di aggressioni fisiche, di insulti e di maltrattamenti a danno di bambini e a danno degli anziani, all'interno degli asili nido, delle scuole d'infanzia e nelle strutture socio-assistenziali, però - e possiamo solo immaginarlo - non conosciamo le conseguenze che queste azioni provocheranno in questi soggetti deboli, in questi soggetti fragili. Sicuramente un bambino maltrattato e la sua famiglia con lui porteranno per tutta la vita le ferite di queste violenze. Ecco perché abbiamo il dovere di essere al loro fianco.

Noi crediamo che i cittadini abbiano diritto di essere e di sentirsi sicuri ed è diritto dei più deboli essere educati e accuditi nel modo migliore possibile ed è diritto dei loro familiari sapere che i propri cari sono al sicuro.

Gli interessi e i diritti da difendere, dunque, sono diversi ma si riconducono alla medesima necessità di tenere unite dignità e libertà. Forza Italia vuole farlo e non è un caso se la prima proposta che abbiamo voluto presentare, all'inizio di questa legislatura, sia stata proprio questa perché è questo il senso, è questo il significato più profondo dell'azione politica di Forza Italia che mette al centro la persona e che affronta una gravissima emergenza che fa parte ormai, purtroppo, della vita di moltissime famiglie italiane.

Oggi, dunque, raccogliamo di nuovo la sfida attraverso questo testo, di cui ho l'onore di essere prima firmataria, che sancisce lo strumento della prevenzione come leva di prevenzione, appunto, e di protezione.

Sappiamo bene che tutto ciò ha delle implicazioni importanti su più piani, ma crediamo che questo testo abbia raggiunto davvero un giusto e un corretto punto di equilibrio, il più corretto bilanciamento degli interessi in campo. Mi riferisco, evidentemente, alle questioni legate alla privacy dei lavoratori e alla libertà educativa per quanto attiene ai metodi formativi degli insegnanti. E, sul punto, abbiamo accolto con grande favore le dichiarazioni del Garante per la privacy che ha evidenziato la bontà delle previsioni contenute nella proposta di legge, perché - è bene ribadirlo - non c'è alcun monitoraggio a distanza del lavoratore, nessun Grande Fratello: nessuno spierà dalla serratura ciò che avviene negli asili o nelle strutture per anziani e per disabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Piuttosto, c'è la volontà di mettere a disposizione delle forze dell'ordine uno strumento in più per poter intervenire tempestivamente laddove si ravvisino comportamenti sbagliati, comportamenti - e voglio sottolinearlo - che riguardano solamente una piccolissima parte del personale che lavora nel nostro sistema formativo, perché la stragrande maggioranza, invece, è caratterizzata da una straordinaria professionalità, da una straordinaria abnegazione e da una grandissima competenza verso il proprio incarico.

Per questo crediamo che la proposta in esame non porti alcuna rottura del patto di fiducia tra questi soggetti e le famiglie ma, anzi, siamo convinti che possa rinsaldare ancora di più questa alleanza, colpendo chi davvero prova a minarla con le sue azioni volente.

Sarà, dunque, uno strumento anche a tutela di quelle tante persone perbene che ogni giorno compiono correttamente il proprio lavoro e il proprio ruolo. La tecnologia ci consente di farlo e noi vogliamo sfruttare questa opportunità, così come vogliamo puntare sulla formazione del personale delle strutture in questione per far sì che l'intervento assuma un carattere pienamente strutturale. Abbiamo molto insistito e anche su questo abbiamo raggiunto un buon punto di mediazione.

Infine, consentitemi di affermare un principio che è il cardine attorno al quale abbiamo voluto costruire l'intero impianto normativo.

Il principio che ci ha mosso e che credo dovrebbe spingere tutti, oggi, in quest'Aula, a sostenere il testo di cui discutiamo è proprio questo: nel contemperare degli interessi contrapposti per noi, soprattutto, soprattutto vi è l'interesse preminente dei soggetti più deboli, dei soggetti più fragili, delle persone indifese e che per questo hanno bisogno di tutela (Applausidei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È questo che ci sta a cuore, è questo il compito che siamo chiamati a svolgere, possiamo farlo, il legislatore può dare oggi un segnale concreto, chiaro e positivo. Possiamo scrivere, oggi tutti insieme, colleghi, una bella pagina della nostra Repubblica e per questo Forza Italia voterà convintamente a favore, con orgoglio, nella certezza che la libertà e che la centralità della persona siano i fondamenti di una democrazia realmente compiuta (Applausidei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ho ascoltato finora interventi che hanno rappresentato principi seri, fondanti anche del nostro vivere civile, quelli che attengono alla tutela dei minori, alla tutela dei più deboli, degli anziani e noi non possiamo non essere sensibili; lo siamo certamente rispetto a tematiche così pregnanti, così delicate e importanti. Quello che, invece, riteniamo è che questo provvedimento non risponda, nel modo in cui è strutturato, a tutelare quelle esigenze, per una serie di ragioni e sono ragioni che porteranno il Partito Democratico a esprimere un voto di astensione.

Noi ci rendiamo conto che con questo provvedimento, e diamo atto, che un patto sociale viene fortemente violato, una tutela di affidamento che ciascuno di noi ha quando affida i propri cari, i propri figli, i bambini in tenera età, o gli anziani nelle strutture dove noi ci immaginiamo che possano ricevere le cure e attenzioni che meritano e che noi immaginiamo possano ricevere, e invece subiscono maltrattamenti e violente vessazioni. È evidente che si tratta, come è stato detto, di casi isolati, di casi fortunatamente circoscritti, che non destano un allarme sociale, perché c'è la gran massa, invece, di docenti, di insegnanti delle scuole materne, di personale sanitario che opera nelle strutture che ha un senso del dovere, un rispetto per le categorie più deboli, che assolutamente merita la nostra riconoscenza. Però, ci sono dei casi, evidentemente, che sono isolati, ma che hanno sensibilizzato il Parlamento nell'avviare questo iter che ha portato oggi alla discussione della proposta di legge in questione.

Io credo, però, che non si debba non tener conto di un arretramento culturale che vive il nostro Paese, perché se, a fronte di quella rottura del patto sociale a cui facevo riferimento, noi rispondiamo con la installazione di telecamere, con una sorta di rafforzamento di questa sfiducia nei confronti di soggetti che, invece, dovrebbero avere tutto il nostro affidamento, è evidente che qualcosa si è rotto nel nostro sistema. E io penso, quindi, che per porre rimedio a questa degenerazione sia indispensabile lavorare sulla cultura, sulla formazione essenzialmente, piuttosto che sulla repressione e sulla prevenzione attraverso sistemi di controllo. E noi non vediamo in questo provvedimento normativo un'attenzione particolare anche a una inversione di tendenza, che deve avere una matrice prima culturale e poi di controllo e di prevenzione, e i nostri emendamenti andavano in questa direzione.

In particolare, io vorrei sottolineare l'emendamento della collega Cantone, che avrebbe meritato miglior sorte, non solo per la simpatia con la quale l'emendamento stesso è stato presentato, ma essenzialmente per il contenuto che lo stesso aveva, che andava oltre anche la statuizione stessa e che mirava a far sì che gli stessi congiunti, gli stessi parenti degli anziani ricoverati potessero svolgere una funzione di supporto, di controllo, di verifica, di attenzione. Ebbene, quell'emendamento è stato – in maniera anche superficiale e diciamo non appropriata, senza neppure un briciolo di discussione – messo da parte e non approvato. E quale miglior attenzione e controllo può essere riservato a un anziano, se non dai suoi congiunti, dai suoi familiari, da quelli che sono legati da affetto, da sentimento rispetto alle persone ricoverate. Ebbene, abbiamo perso un'occasione per fare in modo che, magari in quella circostanza, le telecamere svolgessero una funzione meno invasiva, anzi non l'avessero proprio, facendo in modo che, invece, la funzione di controllo e di prevenzione fosse affidata ai congiunti del paziente ricoverato e dell'ospite delle case, almeno per quanto attiene alle strutture socio-sanitarie.

Quindi, dicevo, potenziamento della formazione anche del personale e interventi che possano, in qualche modo, educare il personale, anche attraverso un rilevamento costante e continuo dello stress lavoro correlato, che è quello che determina molto spesso le reazioni incontrollate che portano alla commissione dei reati.

Ebbene, in questa proposta di legge non troviamo nulla di tutto ciò. Peraltro, si parla di possibilità che vengano allocate delle telecamere e, quindi, insomma, come sarà possibile compulsare i titolari, i proprietari o, comunque, i gestori delle strutture socio-sanitarie private, e come si potrà compulsare il dirigente scolastico alla installazione delle telecamere stesse, se non ci sono, in qualche modo, anche delle misure che possano sollecitare l'utilizzo di quello che io vedo esclusivamente e semplicemente come uno strumento di indagine e null'altro? In che modo, se non c'è una sollecitazione espressa che possa, in qualche modo, indurre coloro che hanno la responsabilità di queste strutture a installare le telecamere e, quindi, anche ad accendere i riflettori sulle proprie strutture, con le ovvie e conseguenti deduzioni e questioni che possono essere ovviamente collegate a un accertamento dei fatti che non tutti e, soprattutto non tutti i responsabili queste strutture, hanno interesse a manifestare pubblicamente?

Allora, io credo che magari anche un coinvolgimento sanzionatorio dei responsabili di queste strutture, quanto meno per violazione dell'obbligo di vigilanza – contenuto, naturalmente, nel precetto normativo – avrebbe potuto, in qualche modo, suggerire una struttura della legge che potesse effettivamente poi essere efficace. Perché, oggi, allo stato, vedo la difficoltà operativa di questa legge e la difficoltà che possa, in qualche modo, essere davvero di aiuto alla frustrazione, alla eliminazione e alla prevenzione di quei fenomeni che la stessa intende perseguire e prevenire. Dicevo, un mero strumento di indagine alla fine, null'altro; quindi, un ausilio all'autorità giudiziaria che, opportunamente è stato detto, può utilizzare questo strumento di indagine solo ed esclusivamente per i reati che attengono al maltrattamento, e non certo dei bimbi e degli ospiti delle strutture socio-sanitarie, e non certo per reati che possono avere una matrice diversa, cioè quello strumento di indagine ha una funzione specifica ed esclusiva, e questo fortunatamente è stato chiarito nel testo normativo. Io credo che, insomma, lo sforzo, sia pure apprezzabile, che è stato fatto dai presentatori di questa proposta di legge, non sia efficace nel contrastare un fenomeno che è sicuramente circoscritto, ma indigna ciascuno di noi e induce a una riflessione, ripeto, però, più su un arretramento culturale che il nostro Paese sta vivendo, che sulla vera e propria entità di questa di questa problematica.

Confermo pertanto il voto di astensione del Partito Democratico. Ci saremmo aspettati un impianto normativo più aderente anche alla nostra visione. I nostri emendamenti sono stati tutti respinti, come ormai è abitudine in quest'Aula: per cui il Partito Democratico voterà “astenuto” a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, prendersi cura dei più deboli è uno dei pilastri sui quali si fonda una società civile veramente degna di questo nome, che è tale nella misura in cui difende bambini, anziani, malati e disabili. La tutela dei loro diritti, che sono un bene superiore, deve dunque rappresentare a mio avviso un faro, un faro che indica la strada da percorrere, sia per educatori ed operatori sanitari, sia per chi si occupa di politica. In passato sono stata assessore ai servizi sociali e alle politiche educative del II Municipio di Roma: nel ricoprire tale ruolo ho lavorato spesso fianco a fianco con educatori e operatori del settore scolastico e assistenziale. Si tratta - e lo dico con assoluta convinzione - in larghissima parte di persone estremamente competenti, alle quali affidare con fiducia il nostro bene più prezioso, la famiglia. Già, perché quando parliamo di scuole dell'infanzia, asili nido, strutture sanitarie e residenziali per la terza età, è bene tener presente che a frequentarli sono i nostri figli, i nostri genitori, i nostri parenti con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

È naturale dunque che ci aspettiamo che chi lavora con loro agisca in modo più che corretto e si prenda cura dei nostri cari. Ed è sicuramente vero che nel nostro Paese vi sono moltissimi addetti ai lavori di indiscutibile professionalità e umanità; purtroppo i fatti di cronaca dimostrano che c'è anche qualche mela marcia. Anche recentemente si sono verificati episodi di estrema gravità, in cui alcuni operatori si sono resi protagonisti di atti di violenza ai danni dei soggetti che avrebbero invece dovuto assistere. Non ci sono parole per descrivere tali odiosissime condotte: vedere immagini e filmati di vere e proprie torture perpetrate nei confronti dei più deboli scuote nel profondo, e chiunque abbia in sé anche solo un briciolo di umanità non può non inorridire di fronte ad abusi di ogni tipo, le cui vittime non sono spesso nemmeno in grado di chiedere aiuto. Oggi noi abbiamo la possibilità di rispondere alle loro grida, e lo faremo: facendoci guidare non solo dalla sensibilità che aiuta a rendere la politica viva e ben inserita nel mondo reale, ma anche dalla razionalità richiesta a chi si assume la responsabilità di legiferare.

Ferma ovviamente restando l'azione della magistratura per quanto di sua competenza a proposito delle circostanze drammatiche che ho citato poco fa, è nostro dovere di legislatori colmare un vuoto normativo: manca infatti nel sistema giuridico italiano una legge che prevenga e contrasti efficacemente condotte di maltrattamento e abuso ai danni di minori, anziani e disabili ospiti di strutture sia pubbliche che private. Ed è proprio questa la finalità della normativa di cui stiamo discutendo: una proposta di legge sulla quale anticipo che la Lega voterà a favore, anche se i primi firmatari appartengono alla minoranza: dico questo per tranquillizzare i colleghi del Partito Democratico, che nella precedente seduta hanno espresso preoccupazioni per il fatto che questo Governo non ascolta le opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Riguardo al contenuto della proposta di legge in discussione oggi, senza entrare nel dettaglio delle singole disposizioni, sottolineo soltanto alcuni punti, a mio avviso particolarmente rilevanti. Tra essi, l'attenzione dedicata sia ai rapporti professionali - mi riferisco a quanto previsto in tema di formazione e valutazione attitudinale dei lavoratori del settore - sia a quelli tra le famiglie e gli operatori, con disposizione in merito a colloqui periodici e visite.

E ancora, la possibilità, a determinate condizioni e con precise regole atte a garantire i diritti di tutti i soggetti coinvolti, di procedere all'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso. In proposito la Lega è già da tempo schierata sul fronte di chi combatte per far collocare telecamere in scuole e strutture che ospitano anziani e disabili, in funzione deterrente e - lo dico senza remore - anche repressiva: perché per dirla con le parole del nostro leader Matteo Salvini, chi tocca un bambino è una bestia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

E lo è anche chi tocca un anziano o un disabile: una bestia, una bestia che va punita con estrema severità. Contro chi commette tali infami reati è sacrosanto pretendere il massimo rigore: spero che su questo tutti siano d'accordo, e che non siano riversate su chi chiede a gran voce inflessibilità e intransigenza stantie accuse di giustizialismo forcaiolo o di presenzialismo sui media. Non siamo spietati razionali e non siamo alla ricerca di titoloni sui quotidiani: vogliamo solo evitare abusi e violenze, e fare in modo, nel malaugurato caso in cui si verifichino, che le vittime e le loro famiglie abbiano giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Dunque, ben venga anche la videosorveglianza, se può servire allo scopo, ma non c'è solo quella perché l'intero testo della proposta di legge costituisce un passo importante verso la tutela e la protezione dei più deboli: un primo passo sostanziale e non di facciata, al quale siamo certi ne seguiranno altri, che miglioreranno e completeranno l'applicazione di quanto previsto, anche finanziariamente parlando.

Ribadisco e vado a concludere che la Lega oggi voterà “sì”, perché in questo modo si raccolgono le istanze di tutte le famiglie italiane che ogni giorno vivono con bambini, anziani e disabili, dimostrando loro che il Parlamento ha a cuore ciò che li riguarda. Anche perché se questa normativa servirà ad evitare anche solo un caso di violenza ed abuso, sarà comunque valsa la pena di approvarla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Presidente, il MoVimento 5 Stelle ha a cuore la qualità della vita dei cittadini italiani e questi primi mesi di legislatura, che ci vedono come forza politica di maggioranza, lo possono testimoniare. La nostra azione politica segue un'unica stella polare: quella dell'ascolto e della partecipazione. Come legislatori abbiamo la ferma consapevolezza che ogni nostro atto compiuto in quest'Aula produce effetti importanti, che trovano riscontro in ogni ambito della società. Come rappresentanti dello Stato dobbiamo rivolgere principalmente la nostra attenzione ai soggetti più deboli. Siamo fermamente convinti che una società che investe risorse per migliorare la qualità della vita dei suoi soggetti più fragili e indifesi, saprà essere una società migliore e saprà rispondere alle esigenze e alle tutele anche di tutti gli altri cittadini. Una società che si rispetti deve avere cura dei suoi figli e dev'essere pronta a sostenerli con tutti i mezzi a disposizione, perché nessuno da ora in poi rimarrà indietro.

Questa proposta di legge, che presenta un testo molto migliorato rispetto a quello presentato nella scorsa legislatura, grazie al lavoro delle Commissioni e grazie al contributo di tutte le forze politiche, va in questa direzione e ha come obiettivo quello di prevenire e contrastare in ambito pubblico e privato condotte di maltrattamento e di abuso in danno dei minori, degli anziani e delle persone con disabilità. Quando si affrontano tematiche importanti e fondamentali come quelle dei diritti dei minori e delle persone più indifese, noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre ritenuto - e lo riteniamo tuttora - che fosse prioritario investire nella prevenzione e nella formazione del personale che deve prendersi cura dei soggetti in questione. Prevenire sempre e prima di tutto. Prevenire è la nostra risposta per combattere e contrastare quelle condotte che, ahimè, hanno visto bambini e anziani vittime di maltrattamenti, e che hanno destato in noi turbamento e anche rabbia. Prevenire, perché la sola repressione per noi non è segno di civiltà e non dà una soluzione efficace alla possibilità che si manifestino condotte criminose all'interno delle strutture oggetto di questa proposta di legge.

Ecco perché la protezione dei soggetti più deboli, come appunto i minori e gli anziani, deve passare inevitabilmente dalla necessità di supportare con tutti i mezzi a nostra disposizione gli operatori professionali come i docenti e gli assistenti socio-sanitari, che ogni giorno si dedicano alla cura dei nostri cari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Gli operatori di queste strutture devono poter operare in ambienti sereni, devono poter lavorare in condizioni di sicurezza, di benessere e devono avere accesso ad una formazione costante e soprattutto ad un sostegno anche psicologico. A questo proposito vorremmo ringraziare, come ha già fatto in discussione generale la nostra collega Marzana, tutte quelle figure che ogni giorno si dedicano all'educazione e al benessere dei nostri familiari, svolgendo un ruolo fondamentale nella nostra società, formando gli uomini e le donne del domani e riportando serenità nella vita dei nostri padri e delle nostre madri. Un ringraziamento va anche alle forze dell'ordine e ai loro interventi per stroncare tutti gli abusi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Prevenire rispetto ai fattori di rischio che causano stress da lavoro, burnout, esaurimento emotivo, è per noi prioritario ed è anche quello che è emerso in sede di audizioni. Il personale in questione, quindi sia coloro che operano nelle strutture con minori, sia quelli che operano nelle strutture con anziani o persone con disabilità, svolge un ruolo sociale fondamentale che richiede una particolare dedizione. Proprio per questo tali professioni possono spesso causare una serie di danni e disagi psicofisici. La prevenzione di possibili abusi a danno dei soggetti più deboli avviene necessariamente attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro, attraverso la cura dell'ambiente e una formazione continua del personale, attraverso anche l'istituzione di équipe socio-psico-pedagogiche territoriali che supportino il personale nella gestione delle situazioni difficili e di stress. Il testo in questione consente l'utilizzo per gli asili nido, le scuole dell'infanzia e le strutture per gli anziani e i disabili di sistemi di video sorveglianza, le cui registrazioni sono accessibili solo su iniziativa della polizia giudiziaria e della magistratura, come prova documentale nell'eventuale procedimento penale.

In questo modo siamo riusciti a contemperare e a bilanciare due degli interessi costituzionalmente garantiti: quello della privacy e quello della tutela dei soggetti più deboli e quindi potenziali vittime di condotte violente. In questa sua ultima versione il testo riporta le osservazioni e i miglioramenti che noi del MoVimento 5 Stelle avevamo sollevato già nella precedente legislatura: recepisce l'obiettivo fondamentale della prevenzione e della formazione del personale come priorità per il contrasto di possibili condotte criminose.

Ci riteniamo quindi soddisfatti e nel ringraziare ulteriormente tutti i colleghi per il lavoro svolto, esprimiamo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI, Relatrice per la XI Commissione. Presidente, rispetto alle parole che sono già state dette dai colleghi durante le dichiarazioni di voto, volevo ringraziare tutti i colleghi deputati per la collaborazione che c'è stata in tutte le Commissioni. Questo è un senso di responsabilità che tutti abbiamo condiviso perché questo è un atto molto importante, che ha un grande impatto sociale. Ringrazio anche tutti gli uffici per il grande supporto che è stato dato. Come è stato detto, oggi compiamo un atto di responsabilità verso la tutela dei deboli e degli indifesi, e sono soddisfatta che questo atto di responsabilità sia condiviso da quest'Aula.

FEDERICA DIENI, Relatrice per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI, Relatrice per la I Commissione. Presidente, semplicemente per associarmi anch'io ai ringraziamenti fatti dall'onorevole Murelli.

(Coordinamento formale - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1066-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1066-A: "Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento)".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-SalviniPremier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 20-329-480-552.

Seguito della discussione delle mozioni Conte ed altri n. 1-00061, Pezzopane ed altri n. 1-00063, Lollobrigida ed altri n. 1-00064, D'Uva e Molinari 1-00065 e Carfagna ed altri n. 1-00066 concernenti iniziative per il rilancio del Mezzogiorno (ore 18,47).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Conte ed altri n. 1-00061, Pezzopane ed altri n. 1-00063, Lollobrigida ed altri n. 1-00064, D'Uva e Molinari 1-00065 e Carfagna ed altri n. 1-00066, concernenti iniziative per il rilancio del Mezzogiorno. Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 22 ottobre 2018, è stata presentata la mozione Carfagna ed altri n. 1-00066, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

Comunico che, a causa di un mero errore materiale, al ventitreesimo capoverso del dispositivo della mozione Pezzopane ed altri n. 1-00063, le parole “nelle regioni” devono intendersi sostituite dalle parole “nelle regioni meridionali”, e al quinto capoverso del dispositivo della mozione D'Uva e Molinari n. 1-00065 le parole “per il rafforzamento delle startup” devono intendersi sostituite dalle parole “per il rafforzamento delle scale-up”.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno. Ministro Lezzi, prego.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Presidente, sulla mozione Conte ed altri n. 1-00061, il punto 1 è respinto per estraneità di materia…

PRESIDENTE. Mi scusi. L'ammissibilità del testo è compito della Presidenza. Il suo compito è dire se lei dà un parere favorevole o contrario.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Parere contrario. Sulla mozione Pezzopane ed altri n. 1-00063, parere contrario; mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00064, parere contrario; mozione D'Uva e Molinari 1-00065, parere favorevole; mozione Carfagna ed altri n. 1-00066, parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, con la mozione abbiamo provato a dare una nuova lettura della storica questione meridionale, che non la releghi a una questione di una parte del Paese, ma la elevi a una questione del Paese, interpretandola e proponendola in chiave europea. Facciamo coincidere la questione meridionale, la nuova questione meridionale, con l'apertura delle frontiere mediterranee, sull'idea che uno spostamento dell'asse di crescita e di sviluppo dell'Unione, da Est verso Sud, verso il Mediterraneo, verso la sua complessità e la sua ricchezza, possa rappresentare non soltanto una grande occasione per l'Unione di difesa dalla concorrenza commerciale e dai difficili rapporti con Russia e Stati Uniti d'America, ma anche una grande occasione per l'Italia e per il Mezzogiorno di recuperare una possibilità di sviluppo.

È in questa ottica, cioè nell'ottica di un interesse dell'Unione europea a crescere verso il Mediterraneo, che infatti possono meglio collocarsi i programmi di investimento e di sviluppo per infrastrutture materiali: pensiamo all'alta capacità ferroviaria, che si vuole prolungare verso Reggio Calabria, o per la rete dei porti, la nostra infrastruttura più importante, per intercettare i ricchi traffici commerciali che si svolgono nel Mezzogiorno d'Italia; pensiamo agli investimenti per le infrastrutture immateriali, la modernizzazione della nostra pubblica amministrazione, che soprattutto al Sud rappresenta un limite, un trattenimento a scelte, a decisioni, si pensi solo alla cattiva o mancata spendita dei fondi europei; investimenti che, in un'ottica di sviluppo europeo, in un'ottica di interesse degli altri Paesi dell'Unione, avrebbero sicuramente maggiori possibilità di veicolarsi.

Potrebbe in questa ottica proporsi, senza andare a mettere in crisi la stabilità del Paese per rivendicare qualche alinea di deficit da spendere in più, il rapporto deficit-PIL, proporre all'Unione Europea di tenere fuori, secondo una golden rule, dal rapporto deficit-PIL le spese e gli investimenti per infrastrutture nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo, coincidendo questo con un interesse di tutti i Paesi dell'Unione, potrebbe avviare un processo necessario, faticoso, di riforma delle istituzioni europee, rispetto al quale introdurre per la prima volta anche il tema della emissione misurata a termine di titoli di debito, anche europei, per accompagnare investimenti e progetti a termine; una idea più ampia, che renda la questione meridionale una questione europea.

Il dibattito che si è svolto in quest'Aula, Presidente, ha dato l'idea di una consapevolezza e di una sensibilità diffusa del disagio in cui vivono i cittadini meridionali, della loro sofferenza, della diseguaglianza che divide a metà il Paese, ed è stata avvertita in maniera generalizzata l'esigenza della necessità e dell'urgenza di un intervento straordinario radicale in favore del Mezzogiorno. Mi piace sottolineare che il minimo comune denominatore di tutte le mozioni e di tutti gli interventi è stata la richiesta di investimenti per la crescita e per il lavoro: è questo il minimo comune denominatore del dibattito che qui si è svolto; investimenti che possono avere una rilevanza nazionale, seppur orientati nel Mezzogiorno, se come ci dice il professor Viesti per ogni 100 euro spesi al Sud, 40 ritornano comunque al Nord; una misura che non è vera all'inverso, visto che per ogni 100 euro spesi al Nord, solo 5 vanno a beneficio delle regioni del Sud. Una questione, quindi, nazionale, anche dal punto di vista economico, se affrontata con la regola keynesiana degli investimenti che creano stabilmente capacità di produrre più crescita, più ricchezza e più lavoro.

E allora il mio auspicio sarebbe, e mi rammarico molto del parere contrario del Governo, che tutte le mozioni potessero beneficiare del voto favorevole di tutto il Parlamento, perché questo rappresenterebbe una spinta per il Governo a rivedere una impostazione profondamente sbagliata di politica economica, che sta esponendo il Paese a una crisi di credibilità a livello internazionale e rischia di aggravare pesantemente il nostro debito senza alcun beneficio.

Sappia il Governo che vi è una spinta, che vuole, sì, la possibilità che con il reddito di cittadinanza si offra una misura di assistenza e di sollievo alla povertà, ce n'era e ce n'è bisogno, sia chiaro, ma questa non può essere l'unica risposta per il Sud, come ha preteso di dire in quest'Aula il Ministro, professor Savona; non è sufficiente. Una misura quale il reddito di cittadinanza non crea lavoro e vista la strutturale, sistemica divaricazione, mismatch tra l'offerta e la domanda di lavoro nel Mezzogiorno, non basterà il sussidio per creare nuovo lavoro. Certo, qualche cittadino meridionale, se il sistema funzionerà, con tutti i rischi sociali che comporta, potrà beneficiare di qualche richiesta di lavoro da parte di qualche azienda del centro-nord e risolverà la sua questione, ma il fatto principale, il dato principale, l'arretratezza del Mezzogiorno rimarrà assolutamente non scalfita da questa misura, che se è finalizzata a una questione sociale rilevante, che io condivido, deve avere tre caratteristiche: deve essere temporanea, deve essere sostenibile e, soprattutto, deve accompagnare un programma di investimenti che metta il Sud in condizione di recepire ogni misura e ogni legge alla stessa condizione del Nord, con livelli essenziali comuni e condivisi per le prestazioni e per le occasioni di crescita e di occupazione. Solo in questa misura potremo parlare - e finisco, Presidente - di una manovra che attinge al deficit spending, in mancanza di questa accortezza sarà più corretto parlare di spesa a debito improduttiva, che lascerà ai nostri figli più debiti senza i relativi benefici (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, i dati macroeconomici dell'Istat, della Svimez, la relazione al DEF, ci consegnano una realtà che noi, purtroppo, conosciamo e fin troppo bene, una realtà italiana a due velocità: da una parte il Nord, che ha dei parametri sicuramente positivi, dall'altra il Sud, che ricordo avere un PIL ancora 10 punti percentuali al di sotto del 2008, ovvero dall'inizio della crisi, a fronte di una media nazionale del 5,5 e di una media della Comunità europea del più virgola 8 per cento, un reddito pro capite al Sud di 16.200 euro, la metà rispetto al PIL del centro-nord.

Ministro, basti pensare che soltanto negli ultimi quattro anni abbiamo avuto all'incirca 230 mila abitanti che hanno lasciato il Meridione per andare al Settentrione: è come se l'intera popolazione di Messina fosse, in quattro anni, desertificata. Al Sud, Ministro, negli ultimi dieci anni, ci sono state il 38 per cento in meno di risorse per la messa in sicurezza dei territori, delle scuole, delle strade, senza alcuna prospettiva di rilancio. Il rapporto Svimez 2018 ci dice che l'occupazione media nel 2017 nel Mezzogiorno è di 310 mila unità inferiore al 2008, mentre al Settentrione è superiore di 242 mila unità.

Ministro, potrei continuare all'infinito, mentre lei è al telefono, potrei continuare veramente all'infinito a dire dati, ma ho un limite che è legato ai dieci minuti del mio intervento. La cosa che politicamente, però, mi fa specie è il fatto che, di fronte a quattro ordini del giorno, mozioni articolate, dove Fratelli d'Italia ha presentato venticinque punti chiari, netti, intellegibili, dove la maggioranza avrebbe potuto probabilmente riconoscerci e riconoscersi, sostanzialmente abbiamo un atteggiamento di chiusura. Questo, Ministro, non le fa onore, non fa onore a questa maggioranza, atteso che la settimana scorsa lei aveva fatto un'apertura a noi di Fratelli d'Italia, all'esito di una interrogazione da me presentata in quest'Aula. Fa specie anche perché, dei venticinque punti, alcuni, per esempio penso alle ZES, sono assolutamente sovrapponibili a quelli della maggioranza.

Allora, questa azione, colleghi, con i paraocchi, di chiusura nei confronti di chi, come Fratelli d'Italia, vuole contribuire alla crescita del Meridione, non la vedo positiva e ritengo, Ministro, che ci sia ancora il tempo per fermarsi e per prendere ciò che di buono nelle quattro diverse mozioni c'è, perché di buono c'è. E, Ministro, io partirei da un dato, per esempio: partirei dal punto qualificante - ritengo - della nostra mozione, vale a dire quello in cui chiediamo al Governo di impegnarsi a destinare alle regioni meridionali il 50 per cento degli investimenti pubblici nazionali, in luogo di quello che è stato fatto dal precedente Governo a guida PD e che è stato ritirato dal vostro Governo, vale a dire una quota 34. E questo lo dico in forza di uno studio dell'ANCE, che ho qui dinanzi a me, che ci racconta, per esempio, che al Meridione noi abbiamo come rete autostradale 18 chilometri su 1.000 chilometri quadrati di territorio, il centro Italia ne ha 20, il nord Italia ne ha 30, la Germania ne ha 36, quindi il doppio rispetto al Meridione.

Il tema del trasporto ferroviario e dell'alta velocità e dell'alta capacità. Al Meridione non esiste traccia di alta velocità, se non per una parte che riguarda la Campania e la dorsale tirrenica. L'Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna non hanno un chilometro di alta velocità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e noi assistiamo all'ignominia per cui due grandi città del Meridione, Napoli e Bari, non hanno l'alta velocità. Non solo non hanno l'alta velocità, ma non hanno neanche un treno diretto che colleghi le due città, tant'è vero che ci troviamo di fronte al fatto che per fare 250 chilometri ci vogliono più di tre ore e mezzo. Riteniamo, per questo, Ministro, che la dotazione finanziaria ancorata al 34 per cento, lo ripeto, come la stessa dotazione data dal Governo precedente, sia assolutamente insufficiente. Questo perché ciò ha un risvolto anche sul trasporto portuale meridionale. Tutti i cargo, tutte le navi che portano container di materie prime dal Nord Africa, dal Medio Oriente, non passano per Taranto, che dovrebbe essere il porto di elezione (Taranto, Bari, dorsale adriatica, Nord Italia e Centro Europa): no, preferiscono bypassare e attraversare lo stretto di Gibilterra, arrivare a Rotterdam, ad Amburgo, che non a caso sono il primo e il terzo porto europeo e di lì, poi, far ritornare la merce in Italia.

Su queste tematiche noi avremmo voluto il consenso e il conforto di questo Governo, che purtroppo non viene perché scopriamo oggi, a forza di giudizi negativi, avere un atteggiamento tranchant nei nostri confronti. Altro punto: adottare tutti i sistemi e gli atti necessari per un immediato avvio delle ZES, le zone economiche speciali. Non sfuggirà ai più che il Meridione ha come nazioni transfrontaliere l'Albania, il Montenegro, la Slovenia, gli stessi Paesi slavi, Malta, che hanno una fiscalità di vantaggio sicuramente migliore rispetto a quella italiana, e segnatamente meridionale. Quindi, se noi vogliamo pensare a un Sud che ce la possa fare, bisogna passare da misure strutturali come le ZES e come le zone di fiscalità di vantaggio. Senza di questo, difficilmente il Sud potrà avere lo sviluppo che tutti quanti noi ci auguriamo, perché - lo ricordo per l'ennesima volta a tutti - non esiste una questione meridionale: esiste una questione nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Se non parte il Meridione, non parte l'intera Italia. Fondamentale è anche evidenziare come esista una doppia Italia anche a livello sanitario. I dati, purtroppo, ci raccontano - in particolare un rapporto dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane - che anche in tema di salute c'è una disparità e, guarda caso, colpisce le popolazioni meridionali. Le aspettative di vita al Settentrione sono di quattro anni più alte rispetto a quelle del Meridione; un cittadino al Sud su cinque dichiara di non curarsi perché non ha quattrini per poterlo fare. La migrazione sanitaria nell'ultimo biennio ha toccato i 200 mila pazienti, i quali sono andati per curarsi dal Sud verso il Nord. Sempre l'indice di performance, realizzato da un istituto demoscopico, ci racconta che circa 500 mila persone hanno rinunciato a curarsi perché non riescono a sopportare le lungaggini delle liste di attesa.

Ora, Ministro, rispetto a questo noi abbiamo fatto e portato già in Aula precedentemente un ordine del giorno, questa volta un punto qualificante della nostra mozione, per dire che il piano di riparto del Fondo sanitario nazionale avvenga secondo criteri nuovi. Fino ad oggi quel riparto è avvenuto soltanto o primariamente contando su criteri demografici e di anzianità.

Chiaramente, questo criterio penalizza le regioni meridionali. Noi vorremmo che, così come auspicato dall'ordine dei medici, così come auspicato anche dalla Conferenza delle regioni a voto unanime l'anno scorso, venga introdotto un indice, primariamente detto indice di deprivazione, che possa mitigare finalmente questa sperequazione e fare in modo che vengano presi in considerazione altri parametri che, evidentemente, non andrebbero a penalizzare il Sud. Mi accingo a concludere dicendo che, sostanzialmente, un punto forse qualificante è che dobbiamo potenziare anche le forze dell'ordine, sia al fine del controllo del territorio, sia al fine del rafforzamento dell'apparato investigativo e della magistratura, salvaguardando i presìdi di polizia e gli uffici giudiziari sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mi spiace dirlo, Ministro: in dichiarazione di voto sul tribunale di Bari sono stato facile Cassandra quando ho detto che al 30 settembre il tribunale di Bari non si sarebbe aperto. Purtroppo il tribunale penale di Bari è chiuso e se noi vogliamo assicurare la presenza dello Stato al Meridione, dobbiamo pensare al fatto che i nostri tribunali debbano essere aperti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Concludo veramente, Presidente…

PRESIDENTE. Concluda davvero, onorevole.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …dicendo che non è con il reddito di cittadinanza che si dà risposta al Meridione. La risposta al Meridione si dà soprattutto credendo nei meridionali e dando gli opportuni strumenti per fare in modo che il nostro Meridione possa risorgere (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Il Governo ha derubricato la questione meridionale a ciclovia del Brennero-Palermo e anche al binomio enogastronomia e turismo: queste le uniche due citazioni nel Nadef. Devo dire un po' poco, anche ad essere indulgenti, Ministro, con la coppia affiatata gialloverde (affiatata, però, salvo manine). Qui vorremmo, viceversa, ragionare di una questione un po' più profonda, la questione meridionale, quella dal 1861 ad oggi, quella del brigantaggio, quella di Salvemini, quella che ad oggi reclama il 57 per cento di non occupati, il 68 per cento di donne non occupate, il 65 per cento dei giovani non occupati. Quella questione che dal Governo è sottaciuta, dimenticata, per alcuni aspetti mascherata. Parlo di 540 mila disoccupati con più di cinquant'anni, parlo dei 6 milioni di cittadini del Mezzogiorno che non si avvicinano più ai modelli organizzativi del sistema sanitario nazionale. Parlo di Dorso, di Nitti, parlo di Gramsci e dell'Unità d'Italia: tutto cancellato dalla vostra penna, dalla vostra fretta, dalla vostra insipienza.

Cosa serve, secondo noi, per il Sud? Più investimenti pubblici, più Stato efficiente, più alta velocità fino a Lecce e fino a Palermo, più ospedali efficienti e, se necessario, pronti ad essere commissariati con una gestione affidata al Ministero della salute. Insomma, più ospedali che non siano preda della disorganizzazione, della incompetenza, delle camarille locali e dei potentati.

Più modelli che vengono dal passato migliore. Penso alla Cassa per il Mezzogiorno, la prima stagione dalla Cassa per il Mezzogiorno, che consentì maggiore intervento statale e che aprì il mercato: non limitava il mercato, rendeva quel mercato più competitivo e più aperto. Più infrastrutture e quindi una Cassa che garantisca più infrastrutture e, soprattutto, più diritti al Sud: meno statalismo e meno mercatismo, ma più diritti al Sud!

Più porti interconnessi e, magari, vorremmo che il Governo ci rispondesse sulla vicenda che può interessare i porti del Sud, cioè la vicenda che riguarda la Via della Seta. Più reti idriche per sostenere l'agricoltura, più depuratori per rendere le nostre coste ancora più appetibili. Serve una misura diretta che aiuti quei valorosi eroi che fanno impresa al Sud: zero IRES per tutti, senza intermediazione, burocrazia e barocchi bandi.

Noi vogliamo che si rilanci la clausola Ciampi del 45 per cento di investimenti minimi dello Stato per spese in conto capitale nel Mezzogiorno e deve valere anche per l'ANAS, per le Ferrovie e, soprattutto, per la Cassa depositi e prestiti.

Vogliamo più asili per i nostri figli e siamo pronti a sfidare sui costi standard, a patto che si passi a definire i fabbisogni per servizi e per prestazioni. Vogliamo che siano garantiti i diritti, il diritto ad una pensione commisurata all'attesa di vita, il diritto, se si è automobilisti virtuosi, ad assicurazioni ad un prezzo equo, il diritto a potersi curare con l'introduzione del reddito di salute proprio per quei sei milioni di cittadini che ormai si sono allontanati dal Servizio sanitario nazionale. E, allora, lontani come sono, sono sempre più ammalati e sempre più vicini al fine vita. È a quelli che dobbiamo una risposta, anche per gravi patologie. Il reddito di cittadinanza è un errore dal punto di vista macroeconomico: non alimenterà i consumi e semmai genererà furbizie e sperequazioni.

Ma è un errore tragico, Ministro, perché colloca la questione meridionale a semplice pietismo e ad assistenzialismo. Insomma, si chiude - si chiude! - con la stagione positiva di una prospettiva di quanti ragazzi volenterosi e studiosi che vogliono investire su se stessi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per aprire, viceversa, una stagione penosa, che è quella determinata da una mano tesa in chiave pietistica. Noi non vogliamo questo e vogliamo che quei giovani siano resi indipendenti, siano resi indipendenti dalla loro intelligenza, dalla loro vivacità, dalla loro passione e dalla loro passione civile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la prospettiva che noi vorremmo dare. Il reddito di cittadinanza è un'iniezione che ottunde la speranza e, soprattutto, priva la dignità. Il Sud così diventa una specie di grande mercato. Ma quale mercato? Una sorta di hard discount per prodotti etici. Diventiamo il mercato per le aziende dell'altra parte del Paese, quella più ricca, e dell'altra parte d'Europa; diventiamo consumatori di prodotti di medio e basso livello; diventiamo, insomma, una marginalità e non una prospettiva.

Quello che manca alla vostra idea di Sud è la strategia: voi volete che ci sia zero ingegno, zero passione, zero intrapresa, zero investimenti, zero vivacità; noi vogliamo l'esatto contrario su questi fronti. Alimenterete lavoro nero e fuga da quelle terre condannate alla paghetta, al sussidio, al controllo poliziesco e al pregiudizio. Sarete ricordati per la più grande operazione di devastazione culturale e sociale mai pensata, Ministro, mai immaginata, più del danno dei nove miliardi. È la devastazione culturale che è drammatica e che ingenerate in quella comunità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Confido, però, nel fatto che siete pasticcioni ed incapaci e, quindi, agli annunci non seguiranno i fatti e dopo gli annunci non farete nulla. Io spesso lo dico: non preoccupatevi, non faranno grandi danni perché non faranno del bene - non sanno farlo - ma non faranno del male perché non sapranno fare nemmeno quello.

Per questo vi invitiamo a riflettere sulla nostra mozione, quella che frettolosamente avete bocciato. Siamo pronti però, Ministro, a ragionare anche di regionalismo differenziato. La mozione della maggioranza non ne fa cenno. Come è accaduto, signor Ministro, che vi siete dimenticati questo piccolo aspetto? L'avete un po' cancellato, un po' sbianchettato e non vi siete accorti che c'è una questione centrale che è questione del Paese ma che riguarda il Mezzogiorno, che è quella del regionalismo differenziato. Vi siete dimenticati che questa vicenda non è slegata alla questione del Mezzogiorno, non è distinta anzi - anzi! - è legatissima e noi siamo pronti a ragionare anche di questo ma ad una serie di condizioni, condizioni tutte che hanno un rango costituzionale. La prima: prima di ogni differenziazione nel riparto di funzioni e risorse tra regioni si passi per una perequazione che garantisca ad ogni cittadino del nostro Paese, nato a Catania o a Vicenza, i medesimi diritti, i medesimi diritti alle cure, all'istruzione e alla mobilità.

Subito si proceda a stabilire quanto è previsto in Costituzione, per norma previsto in Costituzione e a indicare quali sono i servizi universali che vanno garantiti e poi procederemo pure al resto. Per queste ragioni vi invitiamo non solo a riflettere sulla mozione che abbiamo presentato e che reca la prima firma della collega Carfagna, ma vi invitiamo soprattutto a votarla, sapendo che votando quella mozione cancellate un pezzo della vostra idea e mettete al centro la passione e l'intelligenza dei nostri ragazzi che vogliono riscatto e non vogliono paghette (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. La mozione sul Mezzogiorno che proponiamo oggi al voto dell'Aula e la sua stessa ragion d'essere trovano origine in una semplice e incontestabile constatazione: il Mezzogiorno è assente, totalmente assente nell'agenda e nell'azione di questo Governo. Infatti, lo è sul piano delle politiche, annunciate con grande enfasi da qualche balcone e modificate da insolite manine, ridefinite quasi quotidianamente ma sempre con risultati operativi nulli, la qual cosa rende questo Governo tanto ottimista per il futuro quanto assolutamente catastrofico per il presente. Il Mezzogiorno è assente non solo sul piano delle politiche ma lo è ancora di più sul piano della politica, quella vera e alta, quella che immagina, disegna, costruisce con passione e fatica il modello di società in cui vogliamo abitare e che vogliamo consegnare al futuro.

Per queste ragioni il Mezzogiorno e il suo essere, al contempo, questione e risorsa nazionale non può che costituire pietra d'inciampo e segno di contraddizione per questo Governo e per i partiti che lo sostengono. Come considerare altrimenti l'istituzione di un Ministero per il Sud, anzi la nomina di un Ministro per il Sud dopo aver formalmente consacrato nel contratto di governo l'inutilità di individuare specifiche misure con il marchio Mezzogiorno? Proprio così, Presidente: “con il marchio Mezzogiorno” - e cito testualmente - come se Mezzogiorno fosse un brand commerciale pessimo o, peggio ancora, una sorta di lettera scarlatta e non piuttosto il precipitato di una storia comune e controversa e che, forse, chiede ancora di essere compresa e condivisa fino in fondo.

Quanta distanza culturale, prima ed oltre che politica, tra il marchio Mezzogiorno, evocato dal contratto di governo, e il portato, invece, di opportunità personali, impegno civile ed azione imprenditoriale racchiuso già nella stessa intitolazione del programma “Resta al Sud”. Non si tratta di una contrapposizione lessicale ma di una contrapposizione ideologica: là dove voi auspicate una società che suddivide il poco tra molti, una società impaurita dalla competizione e dal futuro, chiusa nelle sue paure, noi vogliamo, invece, costruire una società aperta, equa, solidale, attiva e responsabile, in cui ciascuno abbia l'opportunità di realizzare al meglio le proprie capacità e il proprio progetto di vita. È a partire da qui che devono essere costruite le politiche pubbliche che coinvolgono cittadini, imprese e territori del Mezzogiorno.

Potete anche considerare il Mezzogiorno come uno stigma, ma sappiate che non è più possibile ignorare chi autorevolmente, da troppo tempo ormai, richiama l'attenzione sul fatto che il sistema Paese è molto più interconnesso e interdipendente di quanto non appaia comunemente guardando le sole classifiche sul divario nord-sud. E non è più possibile negare la radicale necessità, per lo stesso sviluppo nazionale, di un Mezzogiorno capace di crescere, di svilupparsi, di produrre ricchezza e di valorizzare la sua posizione geo-economica e, direi, anche geopolitica al centro del Mediterraneo.

Dunque, l'errore da evitare, anzi il duplice errore è ricondurre il Mezzogiorno ai dati del divario con il Nord ed è anche quello di chi ritiene, anche per questa via, che il Mezzogiorno sia una realtà omogenea e negativa in modo omogeneo. Per favore, prendete atto definitivamente che il Mezzogiorno è una realtà plurale, complessa e variegata, dove accanto a situazioni di degrado economico e sociale ve ne sono altre di grande eccellenza, capaci di performance in linea e addirittura migliori di quelle del Nord, che innovano, producono, sanno essere competitive, che non si presentano con il cappello in mano ma che pretendono dalle istituzioni il rispetto e il riconoscimento che merita chi ha dimostrato che cambiare è possibile e che nulla di ineluttabile è presente nella condizione meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Se vogliamo che il Paese cresca abbiamo bisogno che il Mezzogiorno cresca e a tal fine abbiamo l'obbligo di creare condizioni ottimali affinché le dinamiche economiche e sociali, che indagini recenti ci consegnano positive, non subiscano fasi di stallo o, peggio, di regressione.

Abbiamo il dovere, ma voi avete la responsabilità, di non stroncare i fermenti sociali ed economici del Mezzogiorno.

Nell'interesse di tutti e non solo dei cittadini che abitano nelle regioni meridionali, è necessario affermare politiche pubbliche capaci di coniugare sussidiarietà istituzionale e responsabilità collettiva, solidarietà sociale ed efficienza economica, impegno individuale e affiancamento pubblico. Sono questi i criteri che dovrebbero presidiare e orientare l'azione del Governo. È una lodevole aspirazione questa del Partito Democratico? Forse. Certo, se considero che dopo l'obbligo flessibile del concorso non selettivo, siamo stati costretti ad ascoltare autorevoli esponenti del Governo prefigurare addirittura, senza pudore alcuno, la configurazione di diritti sociali geograficamente condizionati nella loro fruizione; se ancora penso alle parole sulla necessità di investimenti produttivi, nello stesso tempo in cui sono costretto a prendere atto del fermo imposto all'ottimizzazione delle risorse già disponibili; se infine rifletto sulle vicende che hanno coinvolto il programma sulle periferie urbane o Casa Italia, beh, allora, se considero tutti questi elementi, è facile comprendere quanto sia dannosa l'incapacità di questo Governo di comprendere fino in fondo rischi e opportunità di un Mezzogiorno che pure ha rappresentato un bacino elettorale significativo dei partiti ora al Governo.

Lo stesso reddito di cittadinanza nelle versioni pre e post elettorali, sempre proposto come panacea per i problemi del Mezzogiorno, dimostra il carattere obsoleto di un paradigma culturale, prima che socio-economico, che ancora propone di leggere il Mezzogiorno come ambiente non ospitale per un sistema imprenditoriale reticolare capace di competere sulla qualità dell'innovazione, anziché sulla mera riduzione dei costi.

La povertà del Mezzogiorno si vince soltanto con la creazione di lavoro, lavoro vero, lavoro produttivo, casomai nei cantieri delle grandi opere pubbliche infrastrutturali che state rovinosamente bloccando o in quelle destinate ad imbrigliare la furia degli elementi naturali, a recuperare territori consumati dall'incuria o, peggio, dalla dolosa indifferenza. È il lavoro che fonda e radica la dignità e la libertà di una persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ed è perciò alla creazione di lavoro che deve essere dedicata ogni risorsa. Per questo - e mi avvio a concludere - abbiamo bisogno di assicurare una quota stabile nel tempo di risorse investite nei territori meridionali, abbiamo bisogno di creare ambienti idonei allo sviluppo di imprese innovative e competitive, abbiamo bisogno di sistemi formativi di eccellenza, abbiamo bisogno di un'amministrazione pubblica organizzata e capace di organizzare servizi essenziali per la vita stessa; abbiamo bisogno di una giustizia civile che sia il miglior deterrente rispetto ad una criminalità mafiosa penetrante ed invasiva, che sempre meno uccide e sempre più corrompe; abbiamo bisogno di strade, ferrovie, porti e aeroporti affinché persone e merci possano muoversi con facilità.

Di fronte al recupero nostalgico dell'appartenenza, delle identità localistiche, degli interessi particolari, della sicurezza e dei confini, il senso politico della mozione proposta dal Partito Democratico è semplice: riprendere e rafforzare lo spirito dei patti con le regioni del Sud e le città metropolitane stipulati negli ultimi anni, impregnati di leale collaborazione e condivisione degli obiettivi, razionalizzazione delle risorse e, soprattutto, espressivi di un comune progetto di sviluppo.

Per questo e concludo, oggi come ieri la Questione meridionale non è, non può essere la questione dei meridionali, ma chiama in causa la nostra stessa identità nazionale e pone una grande sfida, mettendo a prova, a dura prova, la nostra stessa capacità di costruire comunità attive, responsabili, più eque e certo più solidali, non perché lo vuole il Partito Democratico ma perché così vuole la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, finalmente approda in Aula un dibattito sul Sud, un argomento che francamente era assente da tempo e di cui si avvertiva, a tutti i livelli, il bisogno. Siamo passati da una fase dove, nella prima Repubblica, si parlava di Sud e di Mezzogiorno ogni cinque minuti, magari spesso anche con una retorica sterile e con frasi e cose stereotipate. Poi, pian piano, nel corso di questo inizio millennio, il dibattito è scemato, fino praticamente a essere completamente assente dall'agenda politica degli ultimi anni. Oggi ritorna prepotente e ce ne stiamo facendo carico anche noi dalla Lega. Matteo Salvini per primo porta avanti questi ragionamenti e, quindi, ci sentiamo di dire a tutti gli effetti che argomenti non ne mancavano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Si pensi, per esempio, al mancato dibattito in questi ultimi anni a proposto dei fondi europei. La solita retorica, la solita vulgata: mancano i soldi! Ma i soldi c'erano e sono stati spesi male, anzi addirittura non sono stati spesi. E dire che questo era un tema che doveva appartenere a tutta la nazione, visto che le risorse che non venivano utilizzate al Sud, di fatto, andavano a finire in altre aree, in altre latitudini, in altri contesti europei, che ovviamente erano anche competitori con noi. Quindi, è evidente che il problema è stato strumentalmente abbandonato o comunque ci si era posizionati su una retorica sterile. Oggi, qui, lo stiamo affrontando nei termini cui deve essere oggettivamente affrontato.

I primi punti, se badate bene alla nostra mozione, sono tutti impostati sulle risorse umane, perché è chiaro che le risorse umane sono l'elemento virtuoso su cui si fonda qualsiasi economia di successo. Pensate che soltanto nelle università i dati sulle immatricolazioni ci dicono che sono stati 175 mila i ragazzi che si sono andati a iscrivere nell'ultimo anno dal Sud verso il Nord e soltanto 18 mila che sono scesi dal Nord verso il Sud. È evidente che c'è un problema che non è soltanto di dequalificazione, ma anche da un punto di vista economico il problema assume rilevanza in termini di gravità, visto che stiamo parlando di risorse consistenti che si spostano e che generano PIL altrove a discapito del Sud. E dire che l'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione universitaria è chiarissima in tal senso. Tutte le statistiche ci dicono che non c'è una sfiducia da parte dei nostri studenti universitari verso le università, anzi addirittura ci sono nostri corsi di laurea che sono, da un certo punto vista, pari se non superiori a quelli del Nord. Il problema è che vengono annacquati da corsi laurea, magari affianco, dove invece, con le solite logiche clientelari, emergono e ci sono modalità diciamo classiche, secondo quello che già noi immaginiamo, cioè tutte basate sulla clientela o cose simili. Tutto questo ovviamente ci porta a dire che dobbiamo anche cambiare il metodo di valutazione universitario, ma non è questo il punto. Il punto è che tutti gli studenti che vanno al Nord dicono, in maniera chiara - cito - che il tessuto economico dove se ne vanno è molto di più recettivo, che i servizi sono migliori e che il futuro occupazionale sarà agevolato, facilitato. Tutto questo cosa significa? Meno denari per l'Università, quindi è il classico gatto che si morde la coda (quindi anche meno servizi).

Provate a immaginare meno social housing, meno borse di studio e tutto questo, ovviamente, deve trovare una risposta, che è quello che noi diciamo anche nella nostra mozione, cioè che ci vuole più flessibilità sui criteri quantitativi della gestione delle risorse e, soprattutto, nuove facoltà innovative al Sud e partenariati internazionali con università serie e qualificate, che vadano, evidentemente, a immaginare un futuro diverso in termini di qualificazione dell'offerta.

Come vedete, stiamo basando tutto il nostro intervento non su logiche antiche o su cose che magari altri hanno detto - anche condivisibili, devo dire, in quest'Aula, fino adesso - ma che sono tutte basate sul capitale umano: questo è il vero problema. Va bene che la l'economia non è una scienza esatta, ma tutti gli studi scientifici e tutta la letteratura, in maniera assoluta e infinita, dice che nulla può nascere senza risorse umane capaci di far da lievito al tessuto sociale in cui esse sono inserite. Allora, che significa ciò? Significa che se in una zona super infrastrutturata o super piena di risorse naturali mettiamo persone che sono barbare o, comunque, inadeguate, quel territorio diventa povero; al contrario, invece, territori che sono desertici, con risorse umane qualificate diventano ricchi. Guardate che l'esempio non è banale perché se pensate che, per esempio, negli Stati Uniti d'America ormai tutto il PIL è generato da ex zone desertiche dove si sono andate ad insediare industrie hi-tech, mentre la Detroit di una volta è ormai ai margini da un punto di vista industriale.

Allora, è evidente che le nazioni non nascono ricche: le nazioni diventano ricche. Questo assioma è semplice nella sua comprensione ma difficile da capire quando è da applicare. Per questo noi siamo fortemente convinti che alla base di tutto ci deve essere una modifica della legge n. 147 del 2015. Quello che si chiama «controesodo», che si basava sul fatto che le intelligenze, i capitali, i talenti umani, tutte le nostre risorse migliori non ci sono più e se ne vanno. È evidente che se vanno via, esse vanno a creare PIL altrove e portano povertà, recessione e regressione, anche culturale, al Sud. Senza contare che non si può arricchire gli altri in questa maniera: siamo così autolesionisti? Un bambino - anzi, meglio, uno studente - dall'anno zero all'anno venticinque, quando si laurea, costa 300 mila euro l'anno: 300 mila euro nel suo complesso.

È evidente che tutto questo è inaccettabile. I dati sono impressionanti, vorrei dirli, perché poi, alla fine, molta retorica ma pochi dati concreti. Dal 2006 al 2017, quindi in 11 anni, i registri ci dicono che abbiamo avuto un passaggio da 3 milioni, Presidente, di iscritti a 5 milioni: 2 milioni in 11 anni! Il dato è veramente sconvolgente, più 60 per cento. Ma il dato è sottostimato: pensate che il Gruppo Controesodo, interessante community che si occupa di questo, sui non residenti che se ne vanno - e che quindi non fanno parte della statistica perché sperano che prima o dopo ritorneranno, ma più stanno all'estero più non torneranno, anzi difficilmente torneranno - ci dice che addirittura il dato va moltiplicato per 2,5. Significa che, per fare un esempio, nell'ultimo anno non se ne sono andati 114 mila, come dicono le statistiche dell'ISTAT, bensì se ne sono andati quasi 300.000; e che i laureati non erano 34 mila su 114 mila, ma erano quasi 100 mila. Ditemi voi se non c'è oggi da essere sconvolti. Allora è evidente che il ragionamento va cambiato. Ecco perché siamo fortemente convinti che bisogna puntare sulle innovazioni, sul business innovativo, sulle start up che portano avanti percorsi nuovi; oppure sulle scale-up, le ex start-up che sono diventate di successo.

Guardate, io sono siciliano. A Palermo c'è l'Ismett, che è l'Istituto mediterraneo trapianti, joint-venture fra l'università di Pittsburgh e la Regione siciliana, oltre che il CNR e altre istituzioni. Oggi è ai vertici mondiali in materia di trapianti e altre terapie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Oggi dentro le IRCCS, di cui giustamente fa parte anche Ismett, Ismett è al primo posto in termini di impact factor. Chi viene dopo, al secondo posto, ha un impact factor che è meno della metà di quello che produce questo istituto di ricerca, ma che nello stesso tempo è anche un ospedale avanzato che produce migliaia di posti di lavoro, oltre che migliaia di posti di lavoro nell'indotto. Io ritengo allora che da questo punto di vista tutto dev'essere rivoluzionato, rivisto, tutto deve trovare una logica nuova: è sul capitale umano che si basa tutto! Ed ecco perché noi siamo fortemente convinti, ecco perché il nostro partito porta avanti questi ragionamenti.

Altro esempio. Provate a immaginare i pensionati: tutti li consideriamo soggetti da parcheggiare, ma il Portogallo è uscito dalla crisi, dalla sua crisi con un'operazione semplice quanto efficace: ha creato una legge per portare vantaggi concreti a chi va a risiedere là (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e Forza Italia-Berlusconi Presidente); e quindi i nostri pensionati, ma in verità anche di tutta Europa, stando sei mesi e un giorno là hanno dei vantaggi incredibili. Ci vuole molto per immaginare che la stessa legge debba essere approvata da noi? Non solo per far ritornare i nostri italiani pensionati, ma anche per portare quelli che sono all'estero. È un ragionamento su cui mi permetto di offrire una riflessione collettiva e complessiva a questo Parlamento, perché su questi temi non ci possono essere divisioni, su questi temi non ci può essere una visione diversa delle cose, perché se sei contro evidentemente hai un pregiudizio.

Ecco perché, ancora, mi sento di dire che tutto il percorso dell'infrastrutturazione dev'essere rivisto, non può esservi su questo un rapporto di uno a tre rispetto al resto dell'Italia, o comunque rispetto alla parte più nobile economicamente, parlando dell'Italia.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Il Sud non è una categoria dello spirito: si trova in un'oggettiva inferiorità rispetto al Nord, è vero, ma questa inferiorità non è esistita da sempre, e quindi come tale la si può mutare, se si vuole. Io ricordo a tutti che bisogna conoscere il Sud nel senso più profondo del termine, perché è chiaro che nel corso degli anni i problemi si sono amplificati, non sono diminuiti: vuol dire che le ricette finora usate non andavano per niente bene. Certo che qualcuno mi deve spiegare perché il Sud prima dell'Unità d'Italia aveva la più grande marina mercantile del mondo dopo la Gran Bretagna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier); e uno dei motivi per cui c'è stata la guerra… quella che è stata l'Unità d'Italia…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Gli ultimi 30 secondi, Presidente. Derivava dal fatto che certamente vi è stato un interesse di altri Paesi a supportare.

Così come anche… Mi avvio alla conclusione.

PRESIDENTE. No, deve proprio concludere, non avviarsi.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Mi avvio alla conclusione.

Allora è chiaro che il messaggio che arriva è che bisogna assolutamente immaginare un percorso nuovo e innovativo. A fronte di chi dice - la tecnocrazia e la finanza internazionale - che il Sud è una terra persa e che evidentemente non c'è più nulla da dire perché tutto è perso, noi invece sosteniamo, e il nostro partito con grande forza lo dice, che il Sud non è un Nord mancato: è dotato di forte personalità storica, di propria autonomia e di propria autonoma fisionomia, e che soprattutto ce la può fare e ce la deve fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe, colleghi, oggi più che mai la questione meridionale è un tema caldissimo: un Paese avanzato non può permettersi di essere spaccato letteralmente in due. Il Sud ha bisogno di politiche espansive, coraggiose e innovative, perché senza il Sud non riparte neanche l'Italia. È questa semplice verità che sfugge, ed è sempre sfuggita a tutti coloro che hanno abbandonato il Meridione al suo destino. Disoccupazione di massa, povertà ed esclusione sociale distruggono capacità produttiva e capitale umano, privando le imprese della materia prima per creare ricchezza. Nella miseria prosperano fenomeni corruttivi e clientelari, che ostacolano fortemente l'efficienza della pubblica amministrazione e delle istituzioni; per non parlare della criminalità organizzata, che a partire da questa miseria trova la forza per crescere e sostituirsi giorno dopo giorno allo Stato.

Non c'è Mezzogiorno senza Italia, ma è vero anche il contrario: non c'è Italia senza lo sviluppo deciso ed equilibrato del Mezzogiorno. È questo il motivo per cui nel contratto di Governo non sono state previste misure specifiche solo per il Sud: il piano di investimenti pubblici, il reddito di cittadinanza e le misure di semplificazione per le imprese sono state pensate per risollevare l'Italia nel suo insieme, consapevoli che il Paese è uno e tale deve rimanere.

L'obiettivo del Governo è cambiare rotta ed evitare che il Paese continui a marciare a due velocità. Invertire le tragiche politiche di austerità portate avanti da tutti i Governi nell'ultimo decennio è la priorità. Al Sud non serve pietà, ma investimenti produttivi e sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Il reddito di cittadinanza è la chiave per ricollegare domanda e offerta di lavoro, riqualificando giovani e meno giovani e offrendo loro due proposte: lavoro che nel frattempo verrà garantito dal rilancio degli investimenti e dal ricambio generazionale, sia nel settore privato che in quello pubblico, che stiamo ponendo in essere a partire dalla riforma della legge cosiddetta Fornero; e una politica espansiva chiara e coerente, che sarebbe assurdo definire come assistenziale: è una politica fatta solo nell'interesse dei cittadini. L'accusa di assistenzialismo arriva proprio da quei partiti che hanno utilizzato il Sud come bacino elettorale distribuendo occupazione pubblica a basso valore aggiunto.

Se si parla di investimenti si parla anche di Europa. Conosciamo bene l'importanza dei Fondi strutturali per lo sviluppo del Sud Italia, ma allo stesso tempo è chiaro che questi Fondi vengono usati poco e male. Invitiamo il Governo a favorire attraverso gli strumenti idonei un più semplice utilizzo di queste risorse, volte proprio a favorire la crescita e l'occupazione. L'istituzione da parte del Governo di un gruppo di lavoro tecnico sulla programmazione 2021-2027 ha l'obiettivo di formulare istanze e proposte condivise da presentare nelle fasi di negoziazione con l'Unione europea, affinché si possa finalmente dare inizio ad un utilizzo efficiente e corretto dei fondi comunitari.

È dunque vitale favorire l'occupazione, ma non attraverso il proliferare di contratti a termine. Ecco perché anche il decreto-legge “dignità” è una straordinaria misura per il Sud; così come le misure di sviluppo e semplificazione per le imprese, che saranno contenute nella manovra e nel decreto-legge fiscale. Sono proprio i contratti a termine, infatti, a incentivare la precarizzazione e quindi un peggioramento qualitativo del mercato del lavoro, con un conseguente rafforzamento di quel clima di incertezza che spinge i giovani ad emigrare verso le regioni del Centro-Nord o addirittura ad abbandonare il nostro Paese. L'emigrazione, anche quella interna, è ancora oggi un problema fondamentale, perché svuota il Sud di risorse vitali per il presente ed il futuro.

C'è poi il tema dei servizi pubblici fondamentali, dalla sanità all'istruzione. In tema di salute, non è più accettabile la disparità regionale che costringe ogni anno centinaia di migliaia di meridionali a curarsi lontano da casa. I sistemi sanitari del Centro-Nord si avvantaggiano di questa vera e propria frattura, mentre quelli del Sud si avvitano sempre più nella mancanza di risorse e nell'allungarsi delle liste di attesa.

Istruzione al Sud fa rima con fuga di cervelli: ecco perché sono necessarie politiche che facilitino il ritorno e il radicamento dei lavoratori nelle regioni meridionali, anche tramite la definizione di progetti finalizzati specificatamente al rientro dei giovani.

Penso in particolare alla promozione di misure in favore delle università attraverso il potenziamento dell'offerta formativa. È necessario rafforzare questi ambiti e migliorare la qualità dei servizi pubblici per poter finalmente consentire a quella parte di popolazione che per anni è stata costretta a vivere in condizioni di svantaggio, di poter godere di tutti quei diritti che sono fondamentali per i cittadini di un Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non accettiamo lezioni da tutti quei partiti che fino ad oggi il Sud l'anno solo sfruttato per le loro campagne elettorali e non hanno mai creduto nelle sue reali potenzialità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Da foggiano e meridionale, orgoglioso di esserlo, sono convinto che le proposte citate possono davvero rappresentare la rottura con le politiche del passato ed essere il motore di un vero e proprio cambiamento. È per questo motivo che daremo parere favorevole alla mozione del MoVimento 5 Stelle e Lega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Conte ed altri n. 1-00061, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzopane ed altri n. 1-00063, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00064, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00065, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carfagna ed altri n. 1-00066, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, lo svolgimento dell'ulteriore argomento iscritto all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gobbato. Ne ha facoltà.

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Presidente, intervengo per porre l'attenzione di questa Camera sulla situazione molto delicata che riguarda il nostro connazionale padre Pierluigi Maccalli, sacerdote cremasco missionario in Niger per la Società delle Missioni Africane sparito nella notte tra il 17 ed il 18 settembre 2018. Il nostro Governo - e di questo ringrazio tutti i suoi rappresentanti - si è da subito adoperato con gli strumenti a disposizione per risolvere positivamente la vicenda. Il nostro connazionale è sparito nella missione di Bomoanga, a 120 chilometri a Ovest di Niamey, la capitale…

PRESIDENTE. Onorevole Gobbato, mi scusi, lei sta tra l'altro trattando un tema di assoluta rilevanza e interesse, ma pregherei i colleghi che non sono interessati - e mi dispiace se c'è qualcuno che non è interessato - di fare maggior silenzio (Applausi).

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Dicevo, a 120 chilometri a Ovest di Niamey, la capitale, molto vicino alla frontiera con il Burkina Faso. La zona è in stato di emergenza a causa della presenza di terroristi e di gruppi estremisti provenienti dal Mali e dal Burkina Faso. Secondo alcuni fonti informali padre Macalli sarebbe stato rapito. Insieme ai colleghi Zoffili e Formentini ho presentato un'interrogazione al Ministro degli affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, per venire a conoscenza di come stia agendo il Ministero di sua competenza. Quanto accaduto ha colpito profondamente tutta la comunità cremasca, che da subito si è mobilitata per contribuire a una risoluzione positiva. Sento necessario testimoniare anche in quest'Aula la vicinanza e la solidarietà a padre Macalli, alla sua famiglia, a chi gli vuole bene e a tutta la comunità cremasca per il momento difficile che stanno vivendo. Ogni giorno aumenta l'angoscia, ma la nostra volontà è quella di continuare a fare tutto il possibile per il nostro padre.

Un invito inoltre ai sequestratori affinché facciano arrivare notizie relative alle sue condizioni e la preghiera di liberarlo al più presto.

Da parte nostra proseguirà l'impegno a tenere viva l'attenzione, con la speranza che anche questi gesti possano dare forza a padre Maccalli, per resistere in questa battaglia della vita. Allo stesso modo, l'auspicio che ciò possa contribuire a risolvere la delicata situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Prendo alcune parole in prestito: “bisogna che mi decida finalmente a scrivere qualcosa sulla terra dove sono nato, ne ho la voglia da parecchie centinaia di anni, ma non riuscivo mai a partire, perché si dà questo curiosissimo caso, se qualsiasi italiano di qualsiasi regione proclama che la sua terra è stupenda e che ci sono meravigliosi monumenti e meravigliosi paesaggi e così via, nessuno trova niente da dire, ma se io dico che la mia terra è uno dei posti più belli, non già dell'Italia, ma dell'intero globo terracqueo, tutti cascano dalle nuvole e mi fissano con divertita curiosità. La mia patria, infatti, si chiama Belluno e benché sia capoluogo di provincia, vado constatando da decenni che quasi nessuno, tranne i bellunesi, sappia dove sia e molti ne ignorano persino l'esistenza.”

Sono queste le parole iniziali di un articolo con cui Dino Buzzati celebra le bellezze della propria terra natale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ne lamenta la poca conoscenza dei suoi problemi. Sono le parole che un altro indimenticato nostro amico, Nicola Pasetto, usò nel 1996, quando presentò un disegno di legge costituzionale per la creazione della regione dolomitica europea corrispondente all'area proprio di Belluno. Sì, perché quella di Belluno è, difatti, nel contesto regionale Veneto, una provincia alquanto anomala, unica provincia della regione totalmente di montagna interamente compresa nell'arco alpino, superficie di 3.000 e rotti chilometri, con una popolazione di oltre 200 mila abitanti, dove la superficie costituisce il 20 per cento del Veneto e la sua popolazione soltanto il 5 per cento.

Perché parlo oggi di provincia di Belluno? Perché siamo a un anno dal referendum che il 22 ottobre dell'anno scorso ha sancito il volere dei veneti di avere maggiore autonomia e nello stesso giorno, guarda caso, quello dei bellunesi che volevano una maggiore specificità. Ecco, da allora si è parlato di autonomia del Veneto, poco si è fatto in realtà per l'autonomia di Belluno dagli stessi rappresentanti, in regione, del Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Chiedo, quindi, oggi che venga inserita - e lo dico al Governo, per il suo tramite - nell'accordo Stato-regione anche una terza posizione a noi cara, che è quella della provincia di Belluno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Oggi a Savona è un giorno particolare, perché è scoppiato un incendio che ha distrutto completamente la sede della Port Authority. Era una sede operativa dallo scorso anno ed era costata 8 milioni 430 mila euro. Nuova di zecca, andava a servire una struttura portuale decisamente importante, soprattutto in giorni come quelli che stiamo vivendo in Liguria dopo la tragedia del ponte Morandi. Credo che si debba fare una riflessione e chiedo a questo Parlamento e al Governo che facciano domani, a partire da domani, sul decreto Genova, una riflessione, perché ci debba essere un impegno particolare attraverso una iniziativa particolare per far sì che questo tipo di grave danno che ha subito la città di Savona e l'Autorità portuale di Savona possa essere superato; quindi attraverso un'iniziativa forte, che metta a disposizione anche delle risorse e degli strumenti per far sì che questa struttura possa essere immediatamente ricostruita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, la Guardia di Finanza di Modena ha fatto luce in questi giorni su un sistema di evasione fiscale e di sfruttamento del lavoro consolidato sul mio territorio come in altre parti d'Italia. Un sistema che ha coinvolto per anni decine di lavoratori e lavoratrici, sottopagati, sfruttati e costretti a lavorare in condizioni degradanti nel distretto aziendale delle carni della provincia di Modena.

Lo scorso 15 ottobre, è stato eseguito un provvedimento di controllo giudiziario emesso dal Gip di Modena Andrea Romito, su richiesta del procuratore capo Lucia Musti, nei confronti di ben cinque società con sede nel modenese, operanti appunto nel settore della lavorazione delle carni.

Tra i reati contestati agli indagati, quello di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Il caporalato, dunque, esiste ed è una piaga che non riguarda solamente i cittadini immigrati, sono tanti i lavoratori italiani sfruttati e ricattati. Per questo caso, la Procura ha applicato la legge n. 199 del 2016 per il contrasto al caporalato. Si tratterebbe del primo esempio di applicazione in una realtà industriale, un unicum nel panorama italiano della legge sul caporalato.

Senza legalità non c'è futuro, il rispetto della legge è la prima ed essenziale condizione per lo sviluppo sano e sostenibile di un territorio e questo Governo ha fatto della legalità e della tutela del lavoro i pilastri essenziali della sua azione, perché sappiamo che è esattamente da qui che dobbiamo partire per costruire un'Italia più giusta, un Paese da vivere, da rispettare ed amare, e non certo da cui fuggire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Io intervengo perché nei giorni scorsi il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha ordinato la rimozione di manifesti che riportavano lo slogan: “Due uomini non fanno una madre”, perché - almeno si legge sulla stampa - violerebbero un regolamento comunale sulle affissioni. Allora, la domanda è: visto che sembrerebbe che questo regolamento comunale dovrebbe indicare una violazione dei diritti e delle libertà individuali, quali sarebbero i diritti lesi, nel momento in cui semplicemente si pubblicizza un manifesto dove due uomini debbono avere un figlio. Ricordo sommessamente che in Italia, per fortuna, la gestazione per altri è vietata e, quindi, non capisco il motivo per cui ci si dovrebbe scandalizzare nel momento in cui c'è un manifesto come questo esposto.

Ovviamente, questo manifesto è stato anche indicato essere un manifesto che ha delle immagini forti e, quindi, lesive dell'immagine delle persone e dei diritti. Bene, allora mi domando per quale motivo quei manifesti dove ci sono volti di donne tumefatte o i bambini in Africa che vengono anche mostrati in queste condizioni molto brutte da vedere, possono allora essere affissi sui muri.

Allora, al di là del giudizio di valore, signor Presidente, quello che mi preme portare all'attenzione dell'Aula è questo: nella scorsa legislatura alcuni senatori del MoVimento 5 Stelle depositarono un disegno di legge che sostanzialmente proponeva l'utero in affitto e, quindi, prevedeva sostanzialmente la cancellazione del divieto di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita da parte delle coppie dello stesso sesso e per le tecniche di stampo eterologo. Allora, la domanda, visto che devo concludere…

PRESIDENTE. Ampiamente.

ROBERTO NOVELLI (FI). È forse intenzione, anche se non è nel programma di governo, da parte del MoVimento 5 Stelle, riproporre questa modifica legislativa? E gli amici della Lega cosa ne pensano?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Grazie, Presidente. Nonostante questa Assemblea sia stata eletta a marzo e ad ottobre si sia tenuta la prima sessione utile del Consiglio d'Europa, il nostro Paese non ha ancora provveduto ad eleggere il vertice della delegazione italiana. Si tratta di un grave limite perché il capo della delegazione italiana è il Vicepresidente dell'Assemblea parlamentare, designa i membri delle Commissioni e indica l'adesione ai gruppi parlamentari a Strasburgo. Perché è importante questa cosa e perché la sollecito anche dal punto di vista della congiuntura? Perché sta per essere sostanzialmente estromessa la Russia da quel contesto per ragioni di carattere generale. Noi siamo contrari perché riteniamo che sia sbagliato sottrarre alla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell'uomo un Paese così importante. Il Governo, presumo, dovrebbe esserlo per altre ragioni, se sto alle dichiarazioni dei vertici delle forze politiche di maggioranza.

Rimanere spettatori di questo processo credo sia un errore. Per questo la invito, signor Presidente, a comunicare al resto dell'Ufficio di Presidenza questo mancato adempimento e a sollecitarlo al più presto possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Grazie, Presidente. Vorrei associarmi alla dichiarazione e al sollecito del collega Orlando, perché ritengo molto grave il ritardo con cui vogliamo dare una struttura alla delegazione italiana al Consiglio d'Europa. Purtroppo, questo ritardo fa sì che noi delegati non possiamo partecipare ai lavori delle commissioni del Consiglio d'Europa, ai lavori delle commissioni dell'Assemblea parlamentare. E quindi significa che l'Italia perde un presidio molto importante dal punto di vista politico all'interno di quella che è l'istituzione più antica d'Europa.

In quella istituzione, si lavora sul rispetto dello Stato di diritto, dei valori della democrazia, dei diritti umani. Credo che, e per suo tramite mi voglio riferire anche al Presidente Fico, sia importante dare alla delegazione italiana un presidente, dei vicepresidenti, e consentire così a noi tutti di poter partecipare pienamente ai lavori di quel consesso parlamentare. Lo ricordava poco fa Orlando, lo voglio ricordare anch'io: il Consiglio d'Europa raccoglie Stati che non fanno parte dell'Unione europea; tra questi, la Russia, che rischia, però, di non farne più parte, la Turchia, l'Azerbaijan, tanti altri Stati. È un luogo dove la politica si fa veramente, è un luogo di dialogo importante; e, quando dibattiamo tanto sull'importanza dell'Italia nelle istituzioni europee, non dovremmo mai scordarci del Consiglio d'Europa.

Però, certo, se noi ci andiamo a tempo parziale, senza un presidente di delegazione, senza poter partecipare ai lavori di commissione, credo che diciamo già da soli quanto poco ci interessi far giocare all'Italia un ruolo importante in quella istituzione e in Europa tutta. Quindi, mi auguro che al più presto si possa procedere alla designazione del presidente e consentirci di svolgere il nostro lavoro di rappresentanti del Parlamento italiano al pieno delle nostre funzionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, intervengo per denunciare in quest'Aula una vicenda incresciosa, che è accaduta nelle ultime ore nella capitale. Come forse molti dei miei colleghi sapranno, dal 2003 CasaPound occupa illegalmente e abusivamente uno stabile di sei piani nel pieno centro della città di Roma. Finalmente, dopo numerosi esposti nostri e di tante associazioni, la Corte dei conti ha deciso di aprire un'inchiesta. Nell'ambito di questa inchiesta ieri era previsto il sopralluogo, la visita dei militari della Guardia di finanza per analizzare e valutare il danno erariale che questa così prolungata occupazione illegale ha provocato alla città di Roma e al Paese. Ebbene, a questi militari della Guardia di Finanza, nonostante, a quanto si apprende, la visita fosse stata addirittura concordata dalle forze dell'ordine per evitare tensioni, è stata sbarrata la porta, è stato impedito l'ingresso e sono stati minacciati al grido di: se provate a entrare, finisce nel sangue!

Allora, voglio domandare come è possibile che, nella città della Raggi e del MoVimento 5 Stelle, si sfrattino i disperati, si sgomberi la Casa internazionale delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier) e si lascino i fascisti del nuovo millennio al di sopra di ogni legge nel pieno centro della capitale. E voglio sapere come è possibile che il Ministro dell'interno, così solerte quando si tratta di migranti e disperati, non dica una parola di fronte all'aggressione ai militari di questo Paese, e anzi scatti e continui a scattare selfie con i protagonisti di questa aggressione. È una vergogna di cui questo Governo deve rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Un anno fa, il 22 ottobre 2017, in Veneto si è svolto il referendum per l'autonomia del Veneto. La consultazione popolare è stata deliberata dal consiglio regionale del Veneto per conoscere il parere degli elettori in merito all'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

Per l'efficacia del referendum era necessaria la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al voto. Il referendum per l'autonomia del Veneto è stato un successo: il dato finale dell'affluenza alle urne si è attestato ampiamente sopra il quorum del 50 per cento previsto dalla legge. Più di due milioni di veneti si sono recati alle urne. Il risultato è ancora più positivo se si considera che ben l'8 per cento del corpo elettorale del Veneto è residente all'estero, e quindi, non partecipando alla consultazione referendaria, ha abbassato il dato dell'affluenza. Il sì all'autonomia ha ottenuto il 98 per cento: un risultato straordinario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Dal giorno dopo, la regione Veneto, capitanata dal nostro governatore Luca Zaia, si è quindi impegnata nel mettere in piedi la trattativa con il Governo centrale sulla base dell'articolo 116 della Costituzione, che permette di chiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia su 23 materie.

Vi è stato un grande lavoro di costituzionalisti ed esperti in materia finanziaria, che, rispettando la Costituzione, hanno scritto un progetto per avviare il negoziato. Con il proprio voto, il popolo veneto ha voluto affermare, con grande coraggio e determinazione, la propria voglia di autonomia, e quindi di libertà. I veneti sono grandi lavoratori, instancabili e generosi, ma anche dotati di un grande orgoglio per la propria cultura, la propria storia e i propri valori. Una storia che spesso è stata ingiustamente censurata negli insegnamenti scolastici, quella della millenaria Repubblica Serenissima, detta anche Repubblica di San Marco, esempio e baluardo di civiltà per tutta l'Europa, ma anche protagonista di fondamentali battaglie, come quella di Lepanto e come la resistenza durante le Pasque veronesi.

Proprio il 22 ottobre 1866 si tenne, invece, il noto plebiscito truffa. Così, dopo centocinquant'anni, è stata data la possibilità ai veneti di recuperare la propria dignità con un vero plebiscito, serio, democratico e libero. Ora confidiamo e siamo certi che il governatore Luca Zaia e il Ministro Erika Stefani sapranno concludere questo percorso, confermando ciò che il popolo veneto vuole. Viva i veneti, viva San Marco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Comencini, anche per aver riassunto la storia del Veneto in tre minuti.

Sono cosi esauriti gli interventi di fine seduta.

Do atto che il collega Pagano ha chiesto che una parte del suo ultimo intervento venga messa a verbale. È autorizzato.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, per fare una richiesta al Governo, non è sull'ordine dei lavori, perché non so se lei sa e non so se lo sanno i colleghi che pochi minuti fa è successo un incidente grave nella stazione della metro di Repubblica, qui, a Roma, dove è crollata una scala mobile. È ancora difficile da comprendere la dinamica: c'è chi dice che vi siano state intemperanze dei tifosi che si recavano allo stadio, che non erano particolarmente sobri, si siano messi a ballare e l'abbiano fatta cadere, e non si sa se c'è stato un cedimento strutturale. Siccome, però, purtroppo in questa città abbiamo vissuto, a causa dei tifosi particolarmente esuberanti, momenti molto difficili, la richiesta al Governo in queste ore è - ovviamente i soccorsi sono già tutti presenti e stanno lavorando, ma, siccome poi queste persone, una parte di queste persone si recherà allo stadio, dove si svolge una partita e dove la situazione sarà particolarmente delicata, pare che ad uno di questi tifosi abbiano amputata una gamba - magari di prestare una particolare attenzione, perché potrebbe essere ovviamente, sia per la situazione di esuberanza, sia perché magari arrivano notizie preoccupanti, che poi ci sia un seguito magari fuori e dentro lo stadio, che sarebbe bene evitare, e poi, ovviamente, raccoglieremo notizie per capire esattamente che cosa è successo.

PRESIDENTE. Grazie, collega Giachetti. Penso che il suo intervento e richiamo al Governo sarà senz'altro accolto, così come ringraziamo i soccorritori e ci auguriamo che le vittime siano meno possibili e con conseguenze meno gravi possibili.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 24 ottobre 2018 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze. (C. 1209-A)

Relatori: ROSPI, per l'VIII Commissione; DI MURO, per la IX Commissione.

2. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata):

MOLTENI ed altri: Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo. (C. 392-A)

e dell'abbinata proposta di legge: MORANI. (C. 460)

Relatrice: TATEO.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Sarti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 il deputato Baratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 il deputato Saitta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 13, 15, 18, 25 e 28 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 14, 16, 17, 26, 27 e dalla n. 19 alla n. 24 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1066-A e abb. - articolo 1 504 395 109 198 395 0 60 Appr.
2 Nominale em. 2.300 513 513 0 257 513 0 59 Appr.
3 Nominale em. 3.13 rif. 512 512 0 257 512 0 58 Appr.
4 Nominale em. 3.5 511 511 0 256 511 0 58 Appr.
5 Nominale em. 3.50, 3.51 515 515 0 258 407 108 59 Appr.
6 Nominale em. 3.8 515 320 195 161 31 289 59 Resp.
7 Nominale em. 3.11 519 421 98 211 29 392 59 Resp.
8 Nominale em. 3.54 522 492 30 247 113 379 58 Resp.
9 Nominale em. 4.10 522 493 29 247 115 378 57 Resp.
10 Nominale em. 4.12 520 492 28 247 112 380 56 Resp.
11 Nominale articolo 4 524 408 116 205 408 0 57 Appr.
12 Nominale em. 5.50 520 417 103 209 14 403 56 Resp.
13 Nominale em. 5.2, 5.51 517 425 92 213 20 405 56 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 5.200 515 514 1 258 514 0 56 Appr.
15 Nominale em. 5.15 519 519 0 260 110 409 56 Resp.
16 Nominale articolo 5 516 410 106 206 403 7 56 Appr.
17 Nominale articolo 6 519 408 111 205 408 0 56 Appr.
18 Nominale em. 7.1 520 423 97 212 29 394 56 Resp.
19 Nominale em. 7.300 518 406 112 204 406 0 56 Appr.
20 Nominale em. 7.50 523 418 105 210 418 0 56 Appr.
21 Nominale em. 7.200 524 408 116 205 408 0 56 Appr.
22 Nominale em. 7.52 523 419 104 210 391 28 56 Appr.
23 Nominale articolo 7 517 403 114 202 403 0 56 Appr.
24 Nominale articolo 8 522 406 116 204 406 0 56 Appr.
25 Nominale em. 3.9 522 479 43 240 104 375 56 Resp.
26 Nominale em. 3.200 523 406 117 204 406 0 56 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 34)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 3 520 406 114 204 406 0 56 Appr.
28 Nominale odg 9/1066-A e abb./3 521 336 185 169 29 307 56 Resp.
29 Nominale Pdl 1066-A e abb. - voto finale 514 404 110 203 404 0 54 Appr.
30 Nominale Moz. Conte e a. 1-61 487 487 0 244 95 392 52 Resp.
31 Nominale Moz. Pezzopane e a. 1-63 485 485 0 243 94 391 52 Resp.
32 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-64 487 484 3 243 98 386 52 Resp.
33 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-65 488 488 0 245 292 196 52 Appr.
34 Nominale Moz. Carfagna e a. 1-66 483 483 0 242 102 381 52 Resp.