XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 889 di martedì 21 novembre 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 17 novembre 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Bernardo, Bindi, Capezzone, Cenni, Centemero, Cicchitto, Coppola, D'Ambrosio, Dal Moro, Damiano, De Menech, Dell'Aringa, Epifani, Giuliani, Lupi, Mazziotti Di Celso, Giorgia Meloni, Meta, Orfini, Paglia, Piepoli, Francesco Saverio Romano, Ruocco, Sandra Savino, Scanu, Sereni, Sibilia, Sottanelli, Spadoni, Tancredi, Taranto, Turco, Vazio, Villarosa, Zanetti e Zoggia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centodiciannove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge:

Francesco Di Pasquale, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede misure per incentivare l'attività sportiva (1346) – alla VII Commissione (Cultura);

Massimo Torre, da Genova, chiede:

norme più restrittive in materia di permesso di soggiorno per motivi di studio (1347) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

iniziative per evitare che agenzie investigative o altri soggetti privati possano accedere ai dati del traffico telefonico e dei social network dei cittadini (1348) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Aldo Orsi, da Beura Cardezza (Verbano Cusio Ossola), chiede un provvedimento di condono edilizio per le opere edilizie effettuate in difformità dagli articoli 8 e 9 del decreto ministeriale n. 1444 del 1968 (1349) – alla VIII Commissione (Ambiente);

Tommaso Badano, da Sassello (Savona), chiede la riduzione delle tasse universitarie per gli studenti lavoratori in situazione di temporanea difficoltà economica (1350) – alla VII Commissione (Cultura);

Giuseppe Parisi, da Bruino (Torino), chiede l'introduzione di requisiti più restrittivi per la concessione della cittadinanza (1351) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Francesco De Ghantuz Cubbe, da Roma, chiede:

l'istituzione di una festività nazionale in occasione di una solennità religiosa ebraica (1352) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'istituzione di una festività nazionale in occasione della festa di Santa Caterina da Siena (1353) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'istituzione di una festività nazionale in occasione del lunedì di Pentecoste (1354) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

il ripristino della festività di San Francesco di Assisi (1355) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

il ripristino delle festività dell'Ascensione e del Corpus domini(1356) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'istituzione del "fine settimana lungo", tramite il riconoscimento del sabato come giorno festivo (1357) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'introduzione del divieto di effettuare servizi di consegna a domicilio mediante veicoli a due ruote, in considerazione dell'altissimo rischio di incidenti mortali connesso a tale tipo di attività (1358) – alla IX Commissione (Trasporti);

Carmine Lombardo, da Bonifati (Cosenza), chiede il riconoscimento delle lauree in Scienze turistiche e in Valorizzazione dei sistemi turistico-culturali ai fini dell'accesso ai concorsi pubblici e all'insegnamento (1359) – alla VII Commissione (Cultura);

Renato Lelli, da San Pietro in Cariano (Verona), chiede il riconoscimento dell'autonomia speciale alla regione Veneto e la modifica dell'articolo 117 della Costituzione (1360) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Raffaele Iglio, da Santa Maria a Vico (Caserta), chiede che le sedute dei consigli comunali e provinciali siano integralmente registrate e rese disponibili via internet(1361) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Roberto Cacioni e Stefano Pagani, da Roma, chiedono modifiche alla disciplina del condominio negli edifici, in materia di:

opposizione ai decreti ingiuntivi da parte dei condòmini morosi (1362) – alla II Commissione (Giustizia);

inapplicabilità dell'obbligo di mediazione condominiale per le controversie relative a bilanci regolarmente approvati (1363) – alla II Commissione (Giustizia);

solidarietà tra locatore e proprietario per le obbligazioni nei confronti del condominio (1364) – alla II Commissione (Giustizia);

obbligo di motivazione della revoca dell'incarico di amministratore di condominio (1365) – alla II Commissione (Giustizia);

Marco Preioni, da Domodossola (Verbano Cusio Ossola), chiede iniziative per evitare la "privatizzazione" delle strade pubbliche e, in particolare, che la SS n. 1 Aurelia, nel tratto tra Tarquinia e Rosignano, non sia trasformata in autostrada a pedaggio (1366) – alla VIII Commissione (Ambiente);

Stefano Casabianca, da Catania, chiede che l'attività di autista di ambulanza sia inserita tra i lavori usuranti (1367) - alla XI Commissione (Lavoro);

Massimiliano Valdannini, da Roma, chiede l'introduzione dell'obbligo della conservazione del cordone ombelicale da parte delle strutture sanitarie, tranne in caso di espresso diniego da parte della partoriente (1368) – alla XII Commissione (Affari sociali).

Svolgimento di interrogazioni (ore 12,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative volte alla chiusura dell'inceneritore di Montale (Pistoia) - n. 3-03000)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bianconi n. 3-03000 (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, in via preliminare si evidenzia che le problematiche descritte nell'interrogazione attengono a competenze di carattere locale. Occorre, peraltro, rappresentare che le funzioni relative al rilascio delle autorizzazioni degli impianti di termovalorizzazione ricadono nelle competenze delle regioni, che si avvalgono delle agenzie regionali di protezione dell'ambiente per gli aspetti relativi al controllo tecnico e al monitoraggio ambientale. Questo, in termini generali.

Per quanto riguarda, nello specifico, la questione posta dall'interrogante, si fa presente che nel 2007 la provincia di Pistoia ha rilasciato l'Autorizzazione integrata ambientale in favore di CIS Spa, relativa all'attività IPPC 5.2 svolta nell'impianto di incenerimento rifiuti ubicato nel comune di Montale. L'AIA suddetta è stata rinnovata nel 2014, sempre dalla provincia di Pistoia, e modificata con provvedimenti del 2015.

In merito all'anomalia per diossine e furani registrata nel 2015 sulla linea di incenerimento 1, come indicato nella relazione finale di ARPA Toscana, essa è da attribuirsi a una lettura anomala conseguente a uno sporcamento della linea di prelievo. ARPAT ha fatto presente, inoltre, che il lavoro di verifica in dettaglio delle procedure, liberamente consultabile sul sito dell'agenzia, ha evidenziato alcune lacune nella gestione dell'impianto e nella gestione dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni. L'analisi dei dati effettuata da ARPA Toscana fornisce riscontri che, secondo la stessa agenzia, rendono plausibile la tesi che i valori elevati di diossine, registrati nel monitoraggio in continuo nel periodo 1° luglio 2015-14 agosto 2015, non corrispondono a quelli effettivamente emessi, che sarebbero invece sostanzialmente regolari.

Ciò nonostante, lo studio approfondito delle registrazioni dei dati dell'impianto ha evidenziato alcune irregolarità opportunamente segnalate all'autorità giudiziaria per i profili penalmente rilevanti e per le quali sono già state impartite al gestore specifiche prescrizioni per sanarle da parte dell'autorità di controllo.

La verifica effettuata da ARPA Toscana ha portato in particolare: alla contestazione della contravvenzione penale per mancata osservanza delle prescrizioni autorizzative; alla richiesta di avvio di riesame dell'autorizzazione per correggere le carenze nel sistema della gestione energetica; a migliorare il sistema di registrazione e restituzione dei dati di controllo dell'impianto; a verificare in dettaglio la presenza di alcuni prerequisiti impiantistici richiesti dalla norma, che non era stato possibile constatare sulla base della documentazione progettuale già disponibile. In relazione alla contestazione della contravvenzione penale sono state impartite prescrizioni. La verifica della loro ottemperanza si è conclusa positivamente alla fine del mese di maggio 2017, dopo che il gestore ha significativamente migliorato il suo sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni e di controllo della gestione dell'impianto.

Per quanto riguarda l'anno 2016, ARPAT ha fatto presente di non essere a conoscenza di emissioni anomale di “microinquinanti” dell'impianto. Spetta pertanto alla regione competente revisionare ed adeguare l'autorizzazione all'esercizio con le prescrizioni necessarie ad assicurare la corretta gestione dell'impianto e dei relativi sistemi di monitoraggio. Al tal proposito, il 16 febbraio 2017 la regione Toscana ha avviato il riesame dell'autorizzazione, il cui iter è ancora alle fasi iniziali. Il procedimento per il riesame dell'AIA porterà ad una rivalutazione della gestione dell'impianto nel suo complesso e delle prescrizioni attualmente in essere.

Peraltro, secondo quanto riferito dalla regione, il gestore dell'impianto, attualmente autorizzato allo smaltimento fino a saturazione del carico termico, ha chiesto, come modifica non sostanziale, il riconoscimento della qualifica R1, ossia la possibilità di essere autorizzato come impianto di recupero energetico da combustibile costituito da rifiuti. Tale richiesta, già avanzata a suo tempo alla provincia di Pistoia, è in corso di istruttoria.

A ciò si aggiunga che, secondo quanto riferito dalla prefettura di Pistoia, la USL Toscana-Centro, il 15 febbraio 2017 ha rilevato, su richiesta del comune di Montale, che “l'episodio occorso nel periodo dal 15 luglio 2015 al 14 agosto 2015 è da ritenersi irrilevante sul piano dell'impatto sanitario”. La stessa azienda sanitaria, in data 11 aprile 2017, ha trasmesso al comune la “Relazione ricerche diossine e PCB” da cui emerge che “i rapporti di prova hanno evidenziato valori regolamentari… risultando inferiori al tenore massimo indicato dal regolamento... I valori riscontrati sono addirittura anche molto distanti dai livelli di azione indicati dalla Raccomandazione europea sulla riduzione di diossine e PCB negli alimenti…”. Sempre secondo quanto riferito dalla Prefettura, è stato anche evidenziato che dalla documentazione degli organismi preposti alla verifica dell'impianto, non sono emersi presupposti tali da consentire l'adozione di provvedimenti sindacali a tutela della salute pubblica.

Ad ogni modo, per quanto di competenza, ovviamente, il Ministero continuerà a tenersi informato e, inoltre, darà mandato ad ISPRA, nell'ambito del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, di continuare a svolgere la propria attività di monitoraggio.

PRESIDENTE. L'onorevole Bianconi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. Ringrazio per la risposta della quale mi dichiaro totalmente insoddisfatto. Dico “totalmente insoddisfatto” perché la risposta tende, con linguaggio molto burocratico, a giustificare le manchevolezze di un impianto che ha creato e crea un allarme sociale e di salute incredibile in quel settore di territorio.

Guardi, Presidente, chi parla è uno convinto che l'incenerimento sia la via migliore per la eliminazioni dei rifiuti. Non sono uno di quelli che diventa matto quando vede un inceneritore, sono uno di quelli che diventa matto quando vede una discarica o la gente che fa i comitati contro gli inceneritori. Però, qui siamo di fronte a un episodio, un contesto, talmente gravoso, talmente pericoloso, che anche gente come me, che segue la politica dell'incenerimento, alza le mani e dice “ecco, vale il principio che l'incenerimento si può fare, bisogna vedere cosa si brucia, dove si brucia, chi lo brucia e con quali strumenti si brucia”. Qui si brucia nel posto sbagliato, la roba sbagliata, con l'impianto sbagliato, con la gente sbagliata, e di conseguenza si fa il danno. Dopodiché, il sottosegretario ci spiega che forse l'ARPAT aveva sbagliato lo strumento; non era che c'era la diossina, no aveva sbagliato l'ARPAT, perché lo strumento non funzionava. Insomma, qui sono ricorsi al VAR anche per gli inceneritori e il VAR gli ha detto che si era sbagliato prima e che non era a rigore. Ne prendo atto come giustificazione. Giustificazione tale che quando mi dice il sottosegretario che il Ministero deve continuare ad essere informato, io dico “smetta il Ministero di informarsi e non si fidi della Prefettura, perché se queste sono le risposte, si risparmiano soldi, tempo e fatica”. Come lei sa, Presidente, per averlo detto più di una volta in questi lunghi anni nei quali sono stato qui, io sono contrarissimo alle prefetture, sono un seguace di Luigi Einaudi che le descriva come tumori della democrazia. Le prefetture sono veramente un residuo del passato dove gente privilegiata si fa i cavoli suoi, più o meno, e sta al desiderio del Ministro di turno. Ha detto il falso il Prefetto, perché i dati dell'interrogazione sono chiari e sono documentati tutti oggettivamente.

Io non ho avuto una risposta su quello che volevo, cioè che si applicasse il principio di precauzione, che il Governo ha il dovere di attuare in virtù dei principi europei e non fidarsi delle autorità locali. Il Governo ci sta per controllare queste cose. Invece di avere una risposta di questo tipo, cosa ho avuto? Una giustificazione come le altre, che però non giustifica un dato obiettivo che ricade sulla coscienza di questa gente: nel territorio c'è un'incidenza tumorale del 140 per cento in più, uomini e donne, rispetto ai territori circostanti, e questo non è per colpa dello strumento dell'ARPAT, ma dell'incoscienza di chi ci amministra e ci governa.

(Interventi per salvaguardare l'occupazione e impedire la dismissione della fabbrica di Sesto San Giovanni da parte del gruppo statunitense General Electric - n. 3-01931 e n. 3-01932)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Gasparini ed altri n. 3-01931 e Malpezzi ed altri n. 3-01932, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Ministero dello sviluppo economico sta seguendo con attenzione la vicenda legata all'acquisizione da parte di General Electric di Alstom, con un focus sul sito produttivo di Sesto San Giovanni. Difatti, già dal febbraio 2016, è stato aperto un tavolo istituzionale di confronto su questa problematica presso il Ministero (Unità gestione vertenze) con il preciso obiettivo di cercare un percorso condiviso verso la risoluzione della vicenda, anche in seguito ed esplicita richiesta delle parti in causa. Al tavolo partecipano tutti i soggetti interessati (regione Lombardia, comune di Sesto San Giovanni, rappresentanti di Alstom, di General Electric e le rappresentanze della maggiore sigle sindacali, comprese le RSU)

La questione principale è quella di operare un confronto per assicurare continuità all'operatività industriale del sito produttivo, considerato altresì strategico per l'occupazione e per il tessuto produttivo del territorio. Proprio per questa ragione, le forze in campo stanno lavorando al fine di individuare un soggetto che sia in grado di assicurare la reindustrializzazione del sito di Sesto San Giovanni. Anche di fronte all'annuncio da parte di GE di volere avviare una procedura di esubero per 99 dipendenti nel settembre 2016, il Governo ha ribadito ancora una volta la sua ferma volontà di arrivare ad una soluzione positiva, evidenziando altresì che tutte le istituzioni sono coinvolte nella difesa sia del lavoro, che del ripristino e valorizzazione del patrimonio di competenza del sito.

Nel luglio 2017 è stato firmato proprio a Sesto San Giovanni un verbale di intesa con i rappresentanti dei governi locali, regione e comune, azienda e organizzazioni sindacali, in cui l'obiettivo è proprio la reindustrializzazione del sito in questione attraverso l'attrazione di nuovi soggetti industriali e la ricollocazione dei lavoratori. Recentemente, ovvero il 20 ottobre scorso, si è tenuta un'ulteriore sessione del tavolo istituzionale presso il Ministero dello sviluppo economico col primario intento di monitorare l'evolversi della situazione, anche alla luce dell'intesa locale dello scorso luglio. I rappresentanti aziendali di GE Alstom hanno ribadito che sono ancora in una fase esplorativa circa l'individuazione di un nuovo soggetto industriale disponibile ad insediarsi nel sito produttivo di Sesto; purtuttavia, la stessa azienda sta procedendo con l'attività di bonifica del sito e non ha comunque posto eventuali vincoli alla cessione anche ad aziende operanti in concorrenza. L'Amministrazione comunale ha confermato che non interferirà nelle azioni di reindustrializzazione e che continuerà con le verifiche delle azioni di bonifica. Infine, nella medesima sede, le organizzazioni sindacali hanno chiesto che eventuali approfondimenti sull'evoluzione della situazione siano portati avanti anche in sede locale. Il Ministero dello sviluppo economico conferma l'impegno del Governo nel seguire da vicino la vicenda, tenendo comunque aperto il tavolo di confronto, al fine di verificare puntualmente l'avvicendarsi dei passaggi principali delle trattative, prendendo atto che una interlocuzione diretta fra le parti interessate avvenga, come ribadito, in sede locale.

PRESIDENTE. L'onorevole Gasparini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni.

DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Grazie, sono soddisfatta. Ho seguito questa vertenza da quando è cominciata la crisi e so che il Governo ha fatto molto per accompagnare questo grande cambiamento che coinvolge molte persone. Ad oggi, però, i problemi sono di due tipi. Il primo: al 31 dicembre scadono gli ammortizzatori sociali che stanno sostenendo i lavoratori che ancora oggi sono in azienda, che sono circa una cinquantina, che dal 1° gennaio 2018 non hanno chiaro che cosa succederà se non si troverà soggetto che si farà carico della reindustrializzazione.

Da questo punto di vista, quindi chiedo alla sottosegretaria di aiutare questi lavoratori affinché, di fatto, ci sia da parte del Ministero, del Governo, un aiuto maggiore nel cercare anche aziende che vogliono collocarsi in questo sito e capire con GE&Alstom quali tipi di attività possono essere ricollocate, ma anche, da qui al 31 dicembre, qualora non vi fosse una soluzione, ricercare soluzioni possibili per garantire questi lavoratori che si troverebbero, da questo punto di vista, senza nessuna tutela, in attesa di una soluzione che ad oggi, comunque, non è ancora stata definita. Quindi, sono soddisfatta per l'attenzione posta. Chiederei, se possibile, al Governo una ulteriore attenzione, perché sono le ultime settimane utili per evitare che da una situazione di disagio, che riguarda il territorio ed i lavoratori, si passi ad una situazione di vera difficoltà, perché ci troveremmo con licenziamenti di un numero rilevantissimo di persone.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Piccoli Nardelli, Rossomando, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centotredici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,20. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,01, è ripresa alle 15,20.

Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare: Causin ed altri: Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie (Doc. XXII, n. 82).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare: Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie (Doc. XXII, n. 82).

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame degli articoli della proposta di inchiesta parlamentare, a cui non sono stati presentati emendamenti.

(Esame dell'articolo 1 - Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Pregherei i colleghi velocemente di recarsi al posto. Intanto che i colleghi si recano al posto, approfitto per salutare la delegazione della Repubblica federale della Nigeria, guidata dal Presidente della Camera dei Rappresentanti, Yakubu Dogara, e dal Governatore di Edo State, Godwin Obaseki, che assistono ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico, nel corso della visita ufficiale alla Camera dei deputati (Applausi).

Aspettiamo ancora qualche minuto, ci sono colleghi che stanno ritirando la tessera…Direi che velocemente possiamo avviarci alla chiusura delle votazioni. Venti minuti servivano a questo, colleghi…Segneremo la votazione più lunga della storia…Allora sembra che ci siamo…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame di un ordine del giorno - Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se il presentatore dell'ordine del giorno non intende illustrarlo, invito il rappresentante del Governo a dare il parere.

ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Parere favorevole sull'ordine del giorno Palese n. 9/Doc. XXII, n. 82/1.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, Direzione Italia dichiara voto favorevole alla proroga dell'attività di questa Commissione, che lavora sulle periferie e, di fatto, sul contesto sociale che vive nelle periferie. È anche favorevole all'incremento della dotazione, per consentire, fino a fine legislatura, di portare a termine il lavoro, che ha un obiettivo importante, che è quello di fare una ricognizione completa dello stato delle periferie, dal punto di vista sociale, economico e anche urbanistico.

Il problema delle periferie è un problema importante per questo Paese, perché esse costituiscono un'opportunità di sviluppo economico, perché attraverso la rigenerazione delle periferie si vanno a risolvere problemi di occupazione e lavoro, ma anche di esclusione sociale e di problematiche importanti per quello che, ad oggi, le periferie rappresentano nelle nostre città.

Quindi, è un'attività davvero importante, perché è la base per consentire alla successiva legislatura di affrontare, con fermezza e con contezza di dati, una legge sulla rigenerazione urbana, che è quanto mai indispensabile, da un lato, per mettere ordine a tutto il contesto normativo che vige nelle varie regioni, dall'altro, per risolvere quei problemi atavici che sono tipici delle nostre realtà urbane. Ed è importante che venga affrontato in un unicum di aspetti urbanistici infrastrutturali e anche sociali, perché è indubbio che sulle periferie è importante far sentire la presenza dello Stato, far sentire la presenza dei servizi che lo Stato deve dare a questi cittadini, perché possano sentirsi parte integrante delle nostre realtà urbane.

A valle di quest'azione, emerge il disegno urbano che deve consentire alle periferie di tornare ad essere delle realtà attrattive, delle realtà inclusive, delle realtà dove possano svilupparsi quelle attività economiche, che sono fondamentali per ridare vita alle nostre città. L'attività di questa Commissione, proprio sulle grandi città, ha avuto questo indirizzo specifico.

È soprattutto importante che questi dati siano resi disponibili, anche con un contatto diretto sul territorio con le realtà del volontariato, con le realtà che molto spesso sopperiscono alle carenze dello Stato nell'essere vicino a questi cittadini, che sono, di fatto, lontani dalle realtà sociali e urbane e che sono anche lontani dalle realtà economiche.

Quindi, questa Commissione ha la valenza di portare davvero alla conoscenza vera dei problemi il legislatore. Quindi, credo che sia meritevole del prolungamento del tempo e anche della dotazione economica e di mettere a disposizione di tutti noi questi dati, che sono fondamentali per pensare a come si possa fare rinascere il nostro Paese, a partire non solo dall'urbanistica e dalla legislazione urbana, ma dal valore sociale, che l'urbanistica deve tradurre poi in un disegno corretto di città, che sia a servizio dei cittadini, anche di quelli che non vivono nei centri delle città, ma che vivono nelle periferie.

Quindi, ribadiamo il voto favorevole, con l'auspicio e l'augurio che questo lavoro sia produttivo per uno sviluppo normativo futuro che sia risolutivo di queste problematiche annose, sulle quali forse lo Stato deve farsi un esame di coscienza per la produttività dei fondi che ha dedicato, e molto spesso sprecato, forse solo per un consenso e non per andare a risolvere un problema reale di questi cittadini che da tempo vivono in una situazione di emarginazione sociale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, c'è un disturbo nel suo microfono, se può scambiarsi di posto con il collega a fianco, così le evitiamo di avere problemi con la registrazione.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Civici e Innovatori voterà a favore di questo provvedimento perché riteniamo che il lavoro svolto dalla Commissione sia stato utile, come è stato detto anche dal collega che è intervenuto prima di me, anche attraverso una serie di interventi svolti in giro per l'Italia di partecipazione diretta, di contatti con le diverse comunità locali, di interventi e audizioni che hanno portato alla luce una serie di esigenze e problemi che caratterizzano le nostre periferie.

È stato fatto, in questi anni, uno sforzo per portare risorse nelle periferie. È indubbio che ci sono stati molti casi nei quali queste risorse non sono ancora arrivate o hanno avuto difficoltà ad arrivare, anche per problemi legati, da un lato, alle iniziative degli enti locali, dall'altro, alle difficoltà burocratiche e, sotto un altro aspetto ancora, al fatto che i tempi per erogare questi fondi e per produrre dei progetti erano particolarmente brevi.

Quindi, credo che un lavoro di inchiesta e di indagine approfondita non solo sul fatto se ci sono abbastanza soldi destinati alle periferie, ma se questi soldi arrivano attraverso procedimenti virtuosi, con il coinvolgimento delle realtà locali, dei soggetti del terzo settore che - come è stato detto - svolgono un ruolo fondamentale e, talvolta, sostitutivo di quelle che dovrebbero essere responsabilità delle autorità pubbliche, questo tipo di coinvolgimento, sia fondamentale per ottenere dei risultati.

In questi mesi la Commissione ha svolto un lavoro importante, crediamo sia utile che prosegua ancora. Per lo stesso motivo, riteniamo che anche le disposizioni sullo stanziamento siano giustificate. Noi pensiamo che sia fondamentale un continuo coordinamento che parta dal legislatore, sia statale che regionale, e scenda verso le autorità amministrative, gli enti locali, gli operatori del settore e, infine, le comunità dei cittadini.

Questo giovedì, alla Camera, c'è un evento importante promosso da un coordinamento di associazioni che lavorano in periferia, al quale parteciperanno appunto rappresentanti di tutte queste categorie. Credo che sia un modello di come la Commissione, che ovviamente parteciperà attraverso il presidente, ma tutto questo Parlamento, dovrebbero interagire su questi temi, perché non sono temi che si possono risolvere semplicemente con un finanziamento dall'alto, non sono neanche temi che si possono abbandonare alla iniziativa e allo spirito di iniziativa delle comunità che abitano nelle periferie o di quelle strutture, associazioni di volontariato, e di simile natura, che tanto si attivano per risolvere i problemi. Serve un coordinamento di tutti coloro che sono coinvolti - lo ripeto: dal legislatore, fino ai cittadini - e credo che il lavoro della Commissione d'inchiesta sia sicuramente utile per stimolare questo tipo di rapporto. Per questo voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civici e Innovatori-Energie PER l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo della Lega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Scopelliti. Ne ha facoltà.

ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Con la deliberazione del 27 luglio 2016 della Camera dei deputati era stata istituita la Commissione di inchiesta oggi all'esame dell'Aula che avrebbe dovuto operare nell'arco di dodici mesi dalla data della sua costituzione.

L'ampiezza dei compiti attribuiti alla Commissione ci induce a questo punto, però, inevitabilmente, a richiedere una proroga della sua attività, al fine di poter consentire un lavoro di approfondimento quanto mai necessario.

Ritengo, peraltro, sia utile ricordare che, nel lasso di tempo intercorso dalla sua istituzione, la Commissione si è occupata, tra le altre cose, della verifica dello stato del degrado e di disagio delle città e delle loro periferie, con particolare riguardo alla diversa struttura urbanistica e alla densità delle periferie medesime, delle realtà produttive presenti in questi territori, insieme a tutto ciò che concerne i tassi di occupazione e disoccupazione, di lavoro precario, delle forme di marginalità e di esclusione sociale, dell'offerta formativa complessiva, della distribuzione delle risorse infrastrutturali nel territorio delle aree metropolitane, nonché della presenza dei migranti, con tutto ciò che questo comporta in termini di effettivo processo di integrazione.

Parliamo, quindi, di un'ampia attività di inchiesta che per i temi trattati afferisce ad aspetti importanti della vita quotidiana di milioni di cittadini, quali il lavoro, la qualità della vita e l'istruzione.

Considerata, dunque, la delicatezza delle questioni trattate, la Commissione ha opportunamente ripartito i propri lavori in quattro aree prioritarie di indagine: rigenerazione sociale; rigenerazione urbana; sicurezza e modalità di erogazione e di utilizzo dei fondi destinati al recupero delle aree periferiche della città, e in questo caso mi riferisco ai fondi previsti dalle leggi di bilancio per gli anni 2016 e 2017.

Le audizioni di natura prevalentemente conoscitiva, insieme a ben dieci sopralluoghi che hanno consentito ai membri della Commissione di valutare personalmente le realtà delle periferie da nord a sud del Paese, hanno poi permesso all'organismo alla nostra attenzione di acquisire una mole di documenti e informazioni per la cui valutazione dodici mesi di attività evidentemente non appaiono obiettivamente sufficienti.

Quindi, la disponibilità di un ulteriore spazio temporale permetterebbe appunto alla Commissione un completamento dei sopralluoghi nelle rimanenti città metropolitane oltre che un'ulteriore acquisizione di materiale e di documenti utili a una sintesi politica.

È per queste ragioni che il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare si esprimerà favorevolmente alla proroga delle attività di inchiesta della Commissione relativa alla realtà delle nostre città, delle loro periferie, da intendersi estesa ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della proposta al nostro esame, fino al termine della XVII legislatura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Quaranta. Ne ha facoltà.

STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Anche noi per esprimere un voto favorevole alla proroga di questa Commissione d'inchiesta che doveva durare 12 mesi, che lavora da circa un anno, che ha fatto un lavoro, dal nostro punto di vista, prezioso e che, quindi, merita di essere portato a termine.

Chiediamo una proroga perché abbiamo riportato al centro della discussione politica il tema delle periferie e ci siamo occupati di periferie da tanti punti di vista diversi, cercando di creare un quadro che integrasse i vari aspetti di interesse, dai temi urbanistici a quelli della composizione sociale, al tema delle migrazioni, così come al tema dei servizi, delle realtà infrastrutturali delle diverse città, in particolare avendo fatto sopralluoghi in molte delle città metropolitane, quelle che presentavano maggiori problematicità, ma anche quelle che potevano rappresentare un esempio virtuoso da seguire e da tradurre, poi, in proposte di legge che il Parlamento e il Governo, a partire dalla prossima legislatura, potranno recepire.

Il lavoro, come è stato detto, è stato diviso in quattro gruppi che sostanzialmente riprendono i filoni principali: quello relativo alla rigenerazione urbana, ai temi sociali, alla sicurezza e anche all'utilizzo dei fondi e delle risorse dedicati alle periferie.

Come si diceva anche in altri interventi, è stato utile il lavoro di questa Commissione perché ha integrato un lavoro di studio con audizioni e sopralluoghi, con la raccolta di una grande mole di documentazione che sarà lasciata poi nella disponibilità di tutti coloro che vorranno occuparsi e interessarsi di questo tema.

Basterà poco ancora, poco tempo, per concludere in maniera proficua il lavoro di questa Commissione, a partire da una sistematizzazione del lavoro, dell'enorme mole di lavoro fatto, da una relazione al Parlamento e anche dalla realizzazione di un film-documentario che, anche in maniera visiva, possa rendere la situazione delle periferie italiane e il lavoro che è stato fatto da questa Commissione di inchiesta.

Quindi, siamo favorevoli a questa proroga e pensiamo che anche la lieve integrazione economica che questa legge stabilisce sia assolutamente opportuna per terminare i lavori nel modo più positivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Costantino. Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. Quando arrivò la proposta di istituire una Commissione di inchiesta sulle periferie, inizialmente noi esprimemmo qualche perplessità perché pensavamo che fosse più utile fare un'indagine conoscitiva anziché una Commissione d'inchiesta. Tuttavia, davanti alla volontà della maggioranza di andare avanti abbiamo contribuito in maniera rilevante a migliorare gli obiettivi di questa Commissione. Prima era tutta incentrata sul binomio migranti-degrado; grazie a noi la cifra di questo approfondimento è stata completamente ribaltata.

La periferia, che ormai contiene in sé una grande e potentissima letteratura, non può essere considerata solo una dimensione geografica, cioè la lontananza dal centro delle città, ma è, invece, un concetto sostanzialmente legato al disagio urbano. In tanti – Marc Augé, Fitoussi e lo stesso Stefano Boeri - hanno teorizzato quello che si è proposto questa Commissione d'inchiesta, cioè andare a indagare quello che è il concetto di città e di “anticittà”, dove per “anticittà” si intende quella segregazione urbana che purtroppo si trova in tante metropoli italiane e in cui viene raccolto sostanzialmente il disagio. Parliamo, per esempio, della mancanza di scuole e, quindi, di percentuali altissime di dispersione scolastica, di mancanza di trasporti, di mancanza di luoghi di aggregazione sociale e dei presidi medici sanitari. Insomma, problematiche che si traducono poi in una sfiducia da parte dei cittadini, perché vedono e sentono l'abbandono delle istituzioni.

È anche in queste zone che si concentra quella che erroneamente viene definita prostituzione, quando sappiamo bene che, nelle periferie e nelle strade, si trova la tratta degli esseri umani, la tratta delle donne. Si concentrano le tossicodipendenze e, quindi, c'è anche un ruolo pesante della criminalità organizzata, del controllo del territorio da parte delle mafie. Abbiamo assistito tutti a quello che è successo a Ostia e anche quei fenomeni che abbiamo rilevato in questi giorni ci parlano esattamente di questo tipo di abbandono. E, poi, c'è anche il grande tema dei migranti e delle povertà. Sono tutte questioni che questa Commissione d'inchiesta ha provato a indagare, ed è il motivo per cui noi daremo parere favorevole alla continuazione di questi lavori e pensiamo che probabilmente sarebbe dovuta andare avanti - e lo dico quasi in termini provocatori - anche dopo la fine di questa legislatura, per andare a verificare quelli che sono gli effetti del “decreto Minniti”, perché, quando discutiamo di queste periferie e parliamo della concentrazione di questo disagio, in questo Parlamento abbiamo assistito, diciamo, alla sublimazione di questo modello. Quindi, sarà difficile, una volta letta la relazione e gli obiettivi di questa Commissione, capire come si potrà invece provare politicamente a intervenire su questa dimensione, perché l'analisi dei dati è importante se poi la politica si fa carico di un'inversione di rotta che tenta di risolvere quei problemi. Quindi, va bene il lavoro della Commissione, un po' meno bene il modo in cui questo Governo ha cercato di risolvere i problemi che vengono analizzati all'interno di questa Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Andrea Causin. Ne ha facoltà.

ANDREA CAUSIN. Grazie, Presidente. Innanzitutto, desidero ringraziare i capigruppo e i colleghi che hanno fatto presente al Parlamento che c'era la necessità di portare a termine questo lavoro importante che stiamo svolgendo e che riguarda la Commissione d'inchiesta che mi onoro di presiedere. Quando nel novembre dell'anno scorso questo Parlamento ha approvato l'istituzione della Commissione d'inchiesta sulle periferie si partiva da altri presupposti. C'era, cioè, la necessità di verificare se, tra le periferie delle grandi città italiane, ci fossero stati dei tratti comuni che, in qualche modo, ci potevano accomunare al rischio che era nato e si era realizzato all'interno delle grandi città europee. La Commissione - io lo voglio ricordare al Parlamento - era nata all'indomani di grandi episodi di terrorismo che hanno stravolto e coinvolto le grandi città europee.

Quello che invece è accaduto, nel corso di questi dodici mesi di attività della Commissione, è qualcosa di straordinario; è come se noi fossimo partiti alla ricerca delle Indie e ci fossimo invece trovati in altro continente, come se ci fossimo trovati in America. Il lavoro della Commissione, come ricordavano i colleghi, si è svolto su un duplice registro: da una parte, con l'attività delle audizioni, che ci ha consentito di audire tutti i soggetti istituzionali che, in qualche modo, avevano delle attinenze al tema delle periferie; dall'altra parte, invece, il registro di apertura alla società civile, con delle visite della Commissione nei quartieri più complicati delle città italiane. Al termine di questo lavoro noi ci siamo accorti che una parte importante di questo Paese, che è collocata nelle periferie delle grandi città metropolitane, sta vivendo una situazione di cittadinanza di serie B. Si tratta della trasformazione demografica delle nostre città, da una parte, e la trasformazione economica, che è legata all'impoverimento della popolazione e all'incapacità della finanza pubblica di dare delle risposte, che hanno profondamente cambiato la situazione di vita di milioni di persone in Italia. C'è un appello, colleghi, un appello molto forte che viene alle istituzioni perché è necessario che la democrazia recuperi la propria funzione e che il meccanismo elettivo assicuri che le istituzioni possano dare delle risposte che i cittadini oggi sentono il bisogno di avere, e questo può accadere soltanto se noi sapremo rimettere al centro dell'agenda politica il tema delle periferie urbane delle grandi città.

Ovviamente, non possiamo nasconderci dietro un dito. Dodici mesi di lavoro hanno consentito alla Commissione di raccogliere una mole enorme di materiale, di incontrare un numero incredibile di associazioni e di raccogliere un numero infinito di sollecitazioni. Però, è chiaro anche - e per essere seri ce lo dobbiamo dire - che questo tempo è un tempo assolutamente insufficiente per trovare delle soluzioni esaustive ad un problema che sarà il problema del ripensamento del modello urbano del Paese nei prossimi anni. Questo è un lavoro che non si esaurisce con questa legislatura e non saranno neanche i prossimi tre o quattro mesi di attività che ci daranno la risposta. Però, se i prossimi tre o quattro mesi saranno utili a definire dei titoli, delle linee di azione e ad affidare al prossimo Governo e al prossimo Parlamento delle suggestioni per riportare seriamente il tema delle periferie al centro dell'agenda politica, io credo che questo Parlamento e questa Commissione abbiano lavorato bene e abbiano fatto la cosa giusta.

Per questa ragione noi siamo favorevoli alla proroga e speriamo che, nel giro di alcuni giorni o di alcune settimane, possiamo restituire a questo Parlamento una relazione che possa, dal punto di vista descrittivo, affidare ai colleghi degli strumenti di analisi e di lavoro e, soprattutto, che possa tracciare anche delle linee di raccomandazione, di attenzione e di intervento che possano essere raccolte dal prossimo Parlamento e dal prossimo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Laura Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI. Grazie, Presidente. Anche noi siamo d'accordo sul fatto che il lavoro che è stato fatto con questa Commissione sia un lavoro importante e sia un lavoro, soprattutto, che è riuscito a non dare un colore politico a questo tema, perché delle volte la politica è molto cattiva nello spaccare i cittadini e nel far pensare che su un tema ci si possa mettere un vantaggio politico. Questo è un tema, invece, che si è affrontato in maniera molto ampia e si sono già risolte delle problematiche su alcuni territori e ciò è stato fatto, mettendo insieme il lavoro di tutti, come persone, come tecnici e come professionisti.

Siamo praticamente alla fine e credo che il risultato possa essere non solo la relazione che questo Parlamento vedrà e potrà leggere, ma anche il fatto di essere già stata incidente in alcune situazioni che hanno messo in difficoltà, negli ultimi anni, i nostri enti locali. Per questo il MoVimento 5 Stelle voterà in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Daniela Gasparini. Ne ha facoltà.

DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Grazie, Presidente. La richiesta di proroga della Commissione d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, di cui faccio parte, è stata condivisa, come si è sentito anche negli interventi precedenti, da tutti i componenti della Commissione stessa per permettere di completare il corposo lavoro ad oggi realizzato che ha visto, dal novembre scorso ad oggi, missioni a Roma, Napoli, Milano, Bologna, Genova, Venezia, Bari, Torino e Palermo, con l'ascolto di 170 testimonianze, tra cui i sindaci metropolitani, assessori, prefetti, questori e forze dell'ordine, oltre alle associazioni operanti nei territori. Inoltre, la Commissione ha programmato audizioni con 37 esponenti del mondo accademico, delle istituzioni e di enti pubblici, di rappresentanti di categorie socio-economiche e con oltre 27 associazioni di volontariato privato e sociale.

Una quantità di dati importantissimi, che fanno il punto sullo stato delle aree urbane più dinamiche e in trasformazione, che sono le città metropolitane, dove si concentrano 21 milioni di persone, e che, proprio per la loro complessità, sono contemporaneamente i luoghi dello sviluppo economico e dei conflitti sociali.

Ci sono forti relazioni tra le trasformazioni delle città e i processi di marginalizzazione che portano al degrado e al disagio sociale, problemi che non sorgono nelle zone periferiche in sé, ma nelle zone che perdono la loro identità. Le periferie non sono dei luoghi lontani dal centro storico, ma luoghi presenti in diversi punti delle città di disorganizzazione sociale, dove gli immobili sono degradati, il tasso di povertà alto, ci sono reti informali fragili, uno scarso senso di appartenenza e conflitti culturali tra gruppi diversi. Il compito della Commissione è stato quindi enorme, perché apparentemente doveva indagare su due punti, degrado e sicurezza delle città e delle loro periferie, ma nella realtà ha dovuto affrontare decine di argomenti, perché per fare ordine là dove c'è disordine, fragilità sociale e quindi insicurezza e degrado, occorre affrontare il tema dei servizi scolastici, sportivi, sociali, della casa e del lavoro, delle reti sociali, della partecipazione, della qualità degli spazi pubblici, dei rom, dello spaccio di droga, dell'insicurezza, e anche affrontare il tema, che è molto presente nelle relazioni che presenteremo al Parlamento, dei ruoli e competenze dei vari livelli istituzionali.

I dossier che stiamo completando saranno strumenti importanti per il nuovo Parlamento, perché costituiscono un solido quadro conoscitivo utile definire un'agenda urbana nazionale che orienti i programmi di rigenerazione urbana verso obiettivi duraturi e incisivi. Per questo mi auguro che il prossimo Parlamento possa fare delle esperienze di questa Commissione d'inchiesta occasione per dotarsi di una Commissione bicamerale permanente che accompagni la definizione dell'agenda urbana italiana e verifichi il risultato delle politiche di rigenerazione urbana, continuando a tenere il filo diretto con i cittadini e le loro associazioni, che ancora una volta, in questi mesi di incontri, hanno dimostrato che, anche grazie al loro impegno, le periferie sono anche dei luoghi di sperimentazione di politiche e di servizi e di nuovi modelli di integrazione sociale. Nelle periferie, infatti, sono presenti straordinari patrimoni di competenze e culture, tante persone che si impegnano per produrre valore sociale e che operano in associazioni, cooperative e imprese sociali. Sono coloro che hanno trasformato immobili dismessi o sottoutilizzati in spazi culturali o luoghi di incontro, in spazi per coworking o start-up di piccole imprese che fanno scuole di recupero per gli stranieri, doposcuola ed esperienza di cohousing. Al loro fianco ci sono spesso istituzioni locali, università, fondazioni, e adesso, grazie al lavoro della Commissione d'inchiesta, anche il Parlamento. Per tutto questo esprimo quindi il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione – Doc. XXII, n. 82)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul Documento XXII, n. 82: “Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Seguito della discussione delle mozioni Colonnese ed altri n. 1-01683, Fossati ed altri n. 1-01750 e Lenzi ed altri n. 1-01751 concernenti iniziative volte a superare le criticità della normativa in materia di prevenzione vaccinale (ore 15,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Colonnese ed altri n. 1-01683, Fossati ed altri n. 1-01750 e Lenzi ed altri n. 1-01751, concernenti iniziative volte a superare le criticità della normativa in materia di prevenzione vaccinale (Vedi l'allegato A).

Ricordo nella seduta di lunedì 20 novembre 2017 si è conclusa la discussione sulle linee generali.

Avverto che sono state presentate le seguenti mozioni: Scopelliti e Bosco n. 1-01752, Palese ed altri n. 1-01753, Vargiu ed altri n. 1-01754 e Rondini ed altri n. 1-01755 (Vedi l'allegato A). I relativi testi sono in distribuzione.

Avverto, inoltre, che la mozione Lenzi ed altri n. 1-01751 è stata sottoscritta dal deputato Marazziti, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il secondo firmatario.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, sulla mozione Colonnese ed altri n. 1-01683, seppur, come Governo, abbiamo espresso parere contrario complessivamente sulla mozione, abbiamo voluto però esprimere alcuni pareri favorevoli rispetto agli impegni. Quindi, vi è parere contrario sulle premesse e sugli impegni, ad eccezione dei seguenti: il n. 5 e il n. 7; sull'impegno n. 12, il parere è favorevole a condizione che sia inserito l'inciso “ferme restando le competenze regionali in materia”; sul n. 13, parere favorevole a condizione che sia così riformulato: “ad assumere iniziative normative per prevedere che il Ministero della Salute in relazione agli indennizzi e ai risarcimenti conseguenti agli eventuali danni procurati dai vaccini di cui al decreto-legge n. 73 del 2017, in caso di accertato nesso di causalità, debba rivalersi sulla casa farmaceutica di produzione”; n. 15, parere favorevole a condizione che sia così riformulato: “a ribadire che la legge sugli indennizzi, n. 210 del 1992, si applica a tutti i soggetti che, a causa delle vaccinazioni indicate nell'articolo 1 del decreto-legge n. 73 del 2017, abbiano riportato lesioni e infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell'integrità psicofisica”; n. 17, parere favorevole a condizione che sia così riformulato: “rendere sempre più trasparenti le modalità di acquisto dei vaccini nonché a valutare l'opportunità che le autorità mediche competenti adottino posizioni chiare, trasparenti e indipendenti in merito ai profili di equivalenza medica tra prodotti vaccinali, nonché per consentire un riequilibrio dei rapporti commerciali tra offerta e domanda e l'inclusione dei vaccini in classi di rimborso che assoggettino i prezzi ad una contrattazione preventiva con Aifa”; n. 18, parere favorevole; n. 19, parere favorevole; n. 20, parere favorevole; n. 21, parere favorevole; n. 22, parere favorevole a condizione che sia così riformulato: “ad attivarsi affinché sia resa pubblica, anche attraverso una relazione alle Camere da parte dei Ministri competenti, l'eventuale esposizione finanziaria dell'Italia in relazione all'alleanza globale per le vaccinazioni”.

Per quel che riguarda invece la mozione Fossati ed altri n. 1-01750: parere favorevole sulle premesse; per quanto riguarda il dispositivo, parere contrario sugli impegni n. 1, n. 2 e n. 3; sull'impegno n. 4, parere favorevole a condizione che le prime parole siano così sostituite: “ad assicurare, in aderenza alla sentenza della Corte Costituzionale n. 7 del 2012, che l'indennizzo a favore dei soggetti danneggiati (…)” e così via; n. 5, parere favorevole; n. 6, parere favorevole a condizione che le prime parole siano così sostituite: “ad assicurare l'assenza di potenziali conflitti d'interesse tra i soggetti coinvolti”; n. 7, parere favorevole a condizione che, come indicato dal Ministero della Difesa sia così riformulato: “a valutare le eventuali e opportune iniziative da porre in essere, a seguito delle conclusioni a cui perverrà la Commissione di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito al termine delle proprie attività, relativamente alla tutela della salute del personale militare e alle pratiche vaccinali”.

Mozione dell'onorevole Lenzi e altri n. 1-01751: parere favorevole sulle premesse e sugli impegni, con la seguente riformulazione dell'impegno n. 6): a condizione che sia inserito l'inciso: “ferme restando le competenze regionali in materia”; n. 13), parere favorevole a condizione che le prime parole siano così sostituite: “a ribadire che le disposizioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210 si applicano (…)”.

Mozione Scopelliti e Bosco n. 1-01752: parere favorevole sull'intera mozione. Mozione Palese e altri n. 1-01753: parere favorevole su tutti gli impegni ad eccezione del n. 6), dove il parere favorevole è condizionato a che l'impegno stesso sia preceduto da: “a valutare l'opportunità di”.

Mozione Vargiu ed altri n. 1-01754: parere favorevole su tutti gli impegni, ad eccezione dei seguenti: n 4), parere favorevole, a condizione che sia inserito l'inciso: “ferme restando le competenze regionali in materia”; n. 5), parere favorevole, a condizione che siano inserite infine le seguenti parole: “nei limiti delle disposizioni del Servizio sanitario nazionale”; n. 7), parere favorevole, a condizione che la parola: “consigliate”, sia sostituita con: “raccomandate”.

Mozione Rondini ed altri n. 1-01755: parere contrario sulle premesse e sugli impegni, ad eccezione dei seguenti: n. 3), parere favorevole; n. 5), parere favorevole, a condizione che sia preceduto da: “a valutare l'opportunità di”.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, questa mozione arriva dopo che noi abbiamo votato un disegno di legge, poco prima delle vacanze, e i punti cardini di quel disegno di legge erano: primo, vaccinarsi fa bene, perché proprio attraverso la campagna di vaccinazione è stata veramente cancellata tutta una serie di patologie; secondo, perché vaccinarsi faccia bene, è necessario che si raggiunga una quota sufficientemente alta da creare quel famoso effetto gregge che tutela tutti, anche i pochissimi non vaccinati per qualche particolare motivo, come sappiamo, cosa che accade con pazienti che sono defedati; terzo punto, però, perché la vaccinazione faccia bene davvero - non sia soltanto una misura medica, ma sia anche una misura di educazione alla salute -, è necessario che si accompagni a una qualità di relazione tra medici e potenziali pazienti oppure, in un certo senso, potenziali persone che non diventeranno pazienti, che abbia tutta la dignità di una relazione che sia fondata sul concetto che la salute è, prima di tutto, un fatto di educazione, il che chiede qualità nelle relazioni, qualità nei prodotti che si somministrano ai pazienti e, soprattutto, richiede una visione della sanità, non esclusivamente come bene individuale, ma anche come bene collettivo, in omaggio a quell'articolo 32 della Costituzione che dichiara che la salute è un bene dell'individuo, ma è anche un vantaggio dell'intera collettività.

Per questo , noi daremo il voto positivo a tutte quelle mozioni che si ispirano a questi principi e, personalmente, non, avendone presentata nessuna, chiedo di sottoscrivere la mozione Lenzi e altri n. 1-01751.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pierpaolo Vargiu. Ne ha facoltà.

PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche la componente di Direzione Italia esprimerà un voto favorevole a queste mozioni, con valutazioni che, in parte, ricalcano quelle appena espresse da Paola Binetti e cioè che qualunque ragionamento, in quest'Aula, non può che incominciare dalla considerazione che, grazie alle vaccinazioni, l'Occidente ha debellato una quantità di malattie che erano proprio un flagello per l'umanità.

Fatta questa considerazione, che è il punto di partenza di qualsiasi ragionamento, per quanto ci riguarda, io credo sia utile fare qualche altra considerazione. La prima è che in qualunque Paese di cultura liberale sarebbe molto meglio che i genitori andassero a chiedere le vaccinazioni per i propri figli, come normalmente succede, quando si ha bisogno di aumentare gli strumenti della prevenzione, piuttosto che avere una legge dello Stato che le renda obbligatorie.

La seconda considerazione è che, sicuramente, hanno ragione quelli che sostengono che è necessario il potenziamento del sistema di rilevazione degli eventi avversi e che sono necessarie delle norme più efficaci e più rapide per quanto riguarda eventuali risarcimenti e indennizzi di danni alla persona, così come è sicuramente vero che il sistema di certificazione attuale, che prevede l'utilizzo del cartaceo, assai spesso, è uno strumento di tipo burocratico, farraginoso, veramente difficile da utilizzare da parte delle famiglie ed è altrettanto vero che è fortissimamente sentita la necessità di un sistema di formazione per gli operatori sanitari, parlo, in particolar modo, per i medici di medicina generale e per i pediatri, ma anche per gli operatori del mondo della scuola, ed, ancora, è fortemente sentita la necessità di una campagna di comunicazione e di informazione che riguardi tutte le famiglie a cui deve arrivare un corretto messaggio che, oggi, qualche volta, è distorto. Però, l'ultima considerazione, che secondo noi è la più importante, riguarda, invece, la valutazione, con sofferenza, del clima antiscientifico che, ancora una volta, traspare sia nelle premesse che nelle conclusioni di alcune delle mozioni che sono state presentate in quest'Aula.

Ebbene, noi crediamo che questo Paese abbia già pagato un prezzo troppo alto per la cultura antiscientifica; pensiamo che il siero Di Bella ci abbia insegnato qualche cosa nella credibilità internazionale, pensiamo che il metodo Stamina del professor Vannoni, attualmente recluso, di cui abbiamo parlato all'inizio della legislatura in quest'Aula, abbia insegnato qualche cosa in questo Paese e che la famiglia Biviano - che, se non ci fosse stata la collega Paola Binetti, forse avrebbe ancora la tenda qui fuori - qualcosa insegna; che, quando si specula sulla sofferenza della gente e pensiamo anche ad alcune delle considerazioni più volte sentite dire dai “no vax” più esasperati, insegnino qualcosa.

Ebbene, noi chiediamo al Governo, e crediamo che sia molto opportuno, che ci sia una vigilanza maggiore su quelle che definiremo le fake news nel settore sanitario, perché non sono né innocenti né neutre; fanno un danno immenso alla credibilità del mondo scientifico italiano, fanno un danno immenso alle famiglie, fanno un danno immenso alla sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale, mettendolo a rischio. Quindi, crediamo che il clima antiscientifico che qualche volta si sente anche nelle dichiarazioni che sono risuonate in quest'Aula sia un nemico della sostenibilità del nostro sistema sanitario e sia un nemico delle famiglia. Lo tenga ben presente il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Faccio mio tutto quello che ha detto il collega Vargiu, anche perché ho sottoscritto la mozione da lui presentata e, quindi, ovviamente, la condivido, in particolare il richiamo alle fake news che sono un problema sempre più serio nei rapporti civili di questa nostra società che sta andando ad un rapido degrado e sono un problema molto preoccupante per quanto riguarda la diffusione della conoscenza scientifica.

Detto questo, però, vorrei fare tre considerazioni un po' atipiche. La prima è sull'istituto della mozione; non posso non sottolineare che è abbastanza stravagante che il Parlamento presenti mozioni su una legge che è stata, in quest'Aula, approvata qualche mese fa e non ancora nemmeno del tutto applicata; la seconda è la relazione, anche questa, a mio parere, stravagante, fra premesse e impegni del medesimo documento nel quale viene tradotta, potenzialmente, la volontà di questa Assemblea. Io non conosco nessuna Assemblea per la quale, se sono nulle le premesse, possono essere valide le decisioni.

Per cui, voterò contro tutte le mozioni, anche quelle sulle quali il Governo ha dato parere favorevole a tutti gli impegni, nel caso in cui il Governo abbia dato parere negativo sulle premesse, perché questa è una irregolarità amministrativa di cui questo Parlamento si macchia ogni volta che affronta una mozione, ma sarebbe bene cambiare una prassi palesemente illogica, se non palesemente illegittima, e credo che anche in quest'Aula la logica dovrebbe avere una certa prevalenza rispetto ad altri metodi di giudizio.

Infine, una considerazione da un punto di vista leggermente diverso, ma che riterrei complementare a quella che faceva poc'anzi il collega Vargiu, quando auspicava che dovrebbero essere i genitori a chiedere per favore allo Stato di vaccinare i loro figli, e non esercitare il diritto folle di non vaccinarli. Ecco, qui effettivamente l'imposizione dell'obbligo vaccinale pone un problema di diritto individuale e di rapporti fra i diritti e i doveri del singolo inseriti in una società che avrebbe meritato ben altro approfondimento. Purtroppo, questa legge è stata approvata con lo strumento del decreto-legge, ovviamente da convertire, e non c'è stato in Aula un dibattito significativo su questi temi, mentre sarebbe stata un'occasione unica, forse irripetibile, per rimettere in discussione i doveri che il cittadino ha nei confronti dello Stato.

Vaccinarsi, specie per le vaccinazioni comunemente considerate obbligatorie, e quindi fondamentali per la tutela della salute, è un dovere, perché, vaccinando me stesso, non tutelo solo la mia salute, ma anche quella di chi ha la fortuna, o la sfortuna, dipende dai punti di vista, di incontrarmi nella vita quotidiana. Ora, che su questo argomento fondante delle basi stesse della convivenza sociale si sorvoli allegramente, invocando presunti complotti delle multinazionali che producono vaccini, il costo dei farmaci che sarebbe troppo elevato e quant'altro si voglia mettere di dietrologia in dietologia, è un gravissimo errore di prospettiva, perché il problema vero è: nel 2017 i cittadini italiani sentono ancora di avere dei doveri verso lo Stato di cui fanno parte? Se sì, devono portare i loro figli a fare le vaccinazioni obbligatorie con l'entusiasmo di chi si sente parte di una comunità civile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civici e Innovatori-Energie PER l'Italia).

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se ci può chiarire un attimo il parere sul terzo capoverso dell'impegno della mozione Fossati ed altri n. 1-01750.

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, Presidente. Scusate, ma per errore sul terzo impegno della mozione Fossati ho letto contrario e, invece, era favorevole.

PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Totaro. Ne ha facoltà.

ACHILLE TOTARO. Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Fratelli d'Italia si asterrà su queste mozioni perché su questo tema della vaccinazione abbiamo avuto già in passato modo in quest'Aula di esprimere la nostra posizione, che, ovviamente, è una posizione che deve guardare al futuro; non si può tornare indietro, come qualcuno vorrebbe anche all'interno di queste mozioni, in cui si parla, addirittura, di evitare alcune vaccinazioni, perché dobbiamo essere consapevoli dei passi avanti che sono stati fatti dalla nostra nazione, di cosa è successo in passato in merito ad alcune malattie che, purtroppo, ci sono state in Italia. Non ci dobbiamo dimenticare mai del passato quando ragioniamo di queste cose e dei passi avanti che sono stati fatti. Quindi, indietro non si può tornare e farlo sarebbe sbagliato.

Diciamo che abbiamo contestato anche il modo con cui il Governo ha gestito questa vicenda, perché c'è stata una mancanza di informazione nei confronti dei cittadini. Anche questa imposizione, che a un certo punto si è vista calare dall'alto sulla testa di molti nostri connazionali, che hanno in quel periodo, anche antecedente all'inizio della fase scolastica, visto una posizione da parte del Governo che è sembrata a volte estremizzare certi concetti che riguardavano la vaccinazione dei nostri ragazzi.

Quindi, su questi temi penso che nessuno possa avere la verità in tasca. Di sicuro, noi diciamo “no” al fatto di tornare indietro, perché indietro non si può tornare. Abbiamo avuto delle avvisaglie di alcune malattie che sembravano debellate nel nostro Paese e che sono riapparse.

Allora, indietro non si torna; dobbiamo andare avanti con consapevolezza, informando i cittadini, e quindi usciamo da questa diatriba e da questa contrapposizione che molto spesso vediamo anche non solo in quest'Aula, ma all'esterno, con cittadini o anche forze politiche che si scontrano su questo tema.

Non è un tema su cui scontrarsi; è un tema su cui lavorare, perché riguarda la salute dei nostri connazionali, dei nostri cittadini, e, per quanto ci riguarda, noi per questo ci asterremo e guardiamo con interesse a quello che sarà fatto anche prossimamente, perché l'importante è l'informazione. Ciò che è mancato in questi mesi è stata l'informazione nei confronti dei cittadini; a volte sono sembrate scelte cadute dall'alto, imposte, e, ovviamente, la reazione è stata molto dura da parte di alcuni, non consapevoli di quello che stava succedendo. Per questo, noi ci asterremo su queste mozioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. La ringrazio, Presidente. Tocchiamo ancora il tema dei vaccini, una mozione, più mozioni. Non ci sarebbe stato bisogno dopo il decreto che abbiamo approvato in Parlamento, ma l'iniziativa parlamentare di alcuni gruppi che ritengono di utilizzare lo strumento della mozione ha spinto sicuramente anche la maggioranza a una proposta ragionata, che ho sottoscritto, nella mozione Lenzi ed altri n. 1-01751, a nome del mio gruppo, Democrazia Solidale-Centro Democratico.

E, quindi, penso che possa essere utile tornare sull'argomento proprio perché è un tema legato alla perdita di memoria. Ancorché non sia ancora completamente in atto quanto abbiamo deliberato con la legge approvata, in realtà tocchiamo con i vaccini un tema trasversale della nostra società, che è quello che chiamavo della perdita di memoria epidemica, e una spaccatura generazionale.

Infatti, è estremamente più alto il numero di persone diffidenti verso le vaccinazioni nella fascia più bassa dell'età del nostro Paese, mentre è fortissima la memoria dei benefici delle vaccinazioni nella parte che ha vissuto più anni nel nostro Paese.

Allora, proviamo a fare memoria: la mozione della maggioranza, le mozioni approvate dal Governo insistono sul tema, tra l'altro, dell'informazione. È necessario ricordare che la copertura vaccinale a livello mondiale ha portato al dimezzamento delle malattie infettive più pericolose, ma che ancora oggi milioni sono i decessi, soprattutto di bambini, che muoiono per malattie assolutamente contrastabili proprio con le vaccinazioni. E fa impressione pensare che vi sono Paesi che lottano disperatamente per avere questi vaccini e che vi sono madri che fanno decine di chilometri a piedi per vaccinare i propri figli, mentre da noi si interviene con forza sul tema della libertà di scelta per i genitori se vaccinare o non vaccinare e si contesta l'obbligo di vaccinazioni che sono gratuite.

Allora, ricordiamo che chi non vaccina i propri figli mette a rischio la vita dei figli degli altri e che, in realtà, l'aveva scritto Heller nel suo Comma 22 per giustificare qualcosa che oggi chi è contro i vaccini giustifica e dice, cioè, che non servono perché le malattie che i vaccini stessi combattono “stanno sparendo”, non “sono sparite”. Infatti, le vaccinazioni hanno e avevano raggiunto livelli di massima sicurezza, ma se la copertura cala, come sta accadendo, le malattie tornano. È il caso del morbillo, per il quale si può parlare qua e là di epidemia rinascente, e da gennaio a novembre di quest'anno i 4.794 casi di malattia con quattro decessi avevano un'età mediana dei casi di 27 anni, ma la maggior parte delle persone malate aveva un'età maggiore o uguale a 15 anni.

La malattia è stata contratta per quasi il 90 per cento da persone non vaccinate e per il 6 per cento da chi aveva avuto una sola dose di vaccino, e quindi questo è anche un fenomeno legato al calo complessivo di copertura vaccinale nel caso del morbillo, ma abbiamo dati preoccupanti anche in altri campi. Allora, a questo punto oggi, ricordo, è necessario ricordare che, in tutta Italia e in Occidente, la mortalità per le malattie infettive, soprattutto di anziani e malati cronici, pazienti affetti da patologie che indeboliscono il sistema immunitario, è di 2 per ogni 100.000 abitanti - solo 2 ogni 100.000 - ma erano 280 ogni 100.000 abitanti nel 1926 e erano 140 volte di più, quasi 150, nel 1946 al tempo dell'Assemblea costituente, 75 volte di più di oggi quando la Costituzione è stata scritta. In Italia le prime vaccinazioni obbligatorie, l'antivaiolosa, erano cominciate nel 1888 e poi nel 1930 erano continuate con l'antidifterica. Quindi c'è un'altra storia: c'è la storia che racconta Margaret Chan, alla guida dell'OMS, che afferma che i vaccini hanno impedito almeno 10 milioni di morti tra il 2010 e il 2015 e molti altri milioni di vite sono state protette dalla sofferenza e dalla disabilità associata a malattie come la polmonite, la diarrea, la pertosse, il morbillo, la poliomielite. Dunque non ci si stanca di ripetere: dobbiamo ricostruire una cultura del vaccino positivo. Non è nessun tributo a Big Pharma. In realtà, i grandi margini delle case farmaceutiche si giocano su altri settori. Negli ultimi anni, da undici produttori mondiali di vaccini, i grandi soggetti si sono ridotti a quattro e ciò perché evidentemente è un mercato meno profittevole e meno interessante di altri per guadagni e sviluppi futuri. In questo senso, credo che votare a favore delle mozioni serva almeno come pro memoria e anche per aiutare a sciogliere alcune difficoltà applicative che si sono incontrate all'inizio dell'anno scolastico e che dobbiamo sicuramente rimuovere per permettere che i vaccini tornino ad essere amici delle famiglie e della vita e non percepiti come imposizione inutile quando l'imposizione è diventata necessaria a causa di un pensiero antiscientifico e superficiale che non può creare differenze tra chi utilizza la libertà solo per se stesso e chi utilizza la libertà per i propri figli ma anche a vantaggio dell'intera collettività.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Se può cambiare microfono passando alla postazione a fianco. La ringrazio perché c'era disturbo. Prego, prema il pulsante. Grazie.

GIOVANNI PAGLIA. Evidentemente l'argomento è complesso. Ritengo, Presidente, che in un Paese ordinariamente democratico, su temi molto complessi e controversi, sarebbe sempre bene che una legge seguisse un grande momento di dibattito, di coinvolgimento e di partecipazione pubblica. In questo caso, invece - questo lo dicemmo anche quando venne approvato il decreto-legge Lorenzin - l'impressione è che sia avvenuto il contrario cioè che, mentre all'interno delle nostre città, delle nostre comunità, la discussione si stava avviando e - in qualche modo lo abbiamo visto tutti - divideva con forza i cittadini italiani tra favorevoli e contrari, da un lato, ma soprattutto, in mezzo, una grandissima parte che desiderava e chiedeva solamente di poter meglio capire, il Governo decise di intervenire con un decreto-legge che in qualche modo troncava quella discussione e prendeva posizione, facendolo in modo unilaterale. Lo faceva da una parte che non considerammo sbagliata nel senso che il nostro gruppo parlamentare non ha assolutamente nulla evidentemente contro le vaccinazioni obbligatorie e riconosce alla diffusione dei vaccini il grandissimo merito di aver debellato e portato all'interno di livelli non pericolosi malattie che storicamente erano mortali.

E tuttavia abbiamo riconosciuto allora (e non è cambiato nulla oggi) che noi non eravamo in preda ad una emergenza epidemiologica. Non c'era un'epidemia in corso nel Paese. C'era certo, se vogliamo, una preoccupante tendenza ad un calo delle vaccinazioni cioè le famiglie che decidevano di adempiere all'obbligo vaccinale o comunque di portare i propri figli a vaccinarsi o parliamo anche di adulti che facessero questa scelta erano in calo anziché in crescita. Tuttavia, la mia e la nostra impressione è che se, di fronte ad una tendenza alle vaccinazioni molto elevata, che c'era in Italia, anche perché avevamo forte la memoria, per una lunga fase, di cosa fossero prima le epidemie, quelle vere, se si assiste ad un calo della partecipazione, saggezza consiglierebbe in prima battuta di porsi il problema del motivo per il quale ciò accada e, quindi, provare ad esempio ad avviare grandi campagne di comunicazione e di informazione, anche capillari; andare a prendere le persone che non hanno vaccinato i propri figli e chiedere perché non lo hanno fatto; spiegare come nella mancata vaccinazione vi sia una responsabilità non tanto nei confronti di se stessi ma - parlo dei bambini in età scolare - nei confronti anche di altri. Questo non è stato fatto: si è deciso di intervenire con la forza della legge, facendo sì che un pezzo non piccolo del Paese abbia percepito il provvedimento come un arbitrio, come una cosa imposta. E quando si interviene su questioni che attengono alla salute, alla libertà di cura, si interviene su una materia molto delicata su cui le imposizioni non sono mai positive nemmeno quando sono a fin di bene: voglio dire così. Le imposizioni non sono mai positive nemmeno quando sono a fin di bene e infatti siamo ancora qui a parlarne. Ma il problema è il fatto che non ne parliamo solo qui. Siamo qui a parlarne ma se ne parla in tutta Italia. Vorrei capire dal Ministero, soprattutto quello dell'istruzione, come stiano andando le questioni delle autocertificazioni, dell'accesso alle scuole perché abbiamo contestato allora e continuiamo a contestare oggi un aspetto e voteremo tutte le mozioni che da questo punto di vista prendono posizione: non c'è vaccinazione che tenga, di fronte alla possibilità per i bambini del Paese di accedere ai servizi scolastici, siano essi quelli della scuola per l'infanzia o della scuola dell'obbligo. Vi siete presi la responsabilità di mettere in competizione fino all'urto, fino al conflitto due diritti fondamentali: quello di qualunque bambino a veder tutelata la sua salute da parte della famiglia ma anche quello di qualunque bambino di poter fino in fondo e a pieno titolo godere dei servizi per l'infanzia che non sono semplicemente servizi alle famiglie cioè non si tratta semplicemente del fatto che un bambino venga parcheggiato evidentemente in una nursery per alcune ore per permettere alla famiglia di fare altro. Parliamo di luoghi fondamentali di socializzazione e di apprendimento. Lo ripeto qui e lo ripeterò sempre: ma voi vi immaginate cosa dovrebbe succedere il giorno in cui un ragazzino qualunque, un bambino di dieci anni dovesse essere tolto dalla classe in cui è stato fino a quel momento perché i suoi genitori hanno deciso di non adempiere all'obbligo vaccinale? Cosa ne sa quel bambino dell'obbligo vaccinale? E che tipo di urto si va a comporre nei confronti della persona, perché un bambino evidentemente è prima di tutto una persona, nell'andare a intervenire in quel modo sui suoi processi di crescita? Andiamo oltre: alcune delle mozioni hanno un altro elemento positivo perché richiamano il Governo agli obblighi che si è assunto e noi sappiamo quanto questo Governo, come molti altri per la verità, abbia purtroppo bisogno di essere continuamente incalzato e puntualmente richiamato persino agli obblighi che si assume perché è un Governo che spesso dimentica persino di adempiere a tali obblighi e dimentica di rispettare persino gli obblighi che il Parlamento gli impone con una legge.

Allora qui vorrei richiamare, perché credo sia corretto farlo, il fatto che abbiamo imposto per legge la possibilità di accedere anche a vaccini monocomponenti per chi lo desideri o perché dimostri - questa è una cosa molto importante - di essere già immunizzato per qualsiasi ragione rispetto ad una malattia.

Guardate, questo non è un elemento di favore, questo è un principio fondamentale rispetto a non dover imporre un trattamento sanitario obbligatorio a chi non ne abbia nemmeno la necessità. La legge allora diceva che sarebbero stati messi a disposizione vaccini monocomponenti nel caso che ce ne fosse la disponibilità. Ecco, richiamare il fatto che il Servizio sanitario nazionale si disponga a renderli disponibili per tutti è un fatto che io credo il Parlamento anche oggi abbia il dovere di fare, perché non basta richiamarlo un anno dopo, qui parliamo di una situazione in cui ogni settimana c'è qualcuno che deve adempiere, ogni mese, ogni due mesi, ogni tre mesi, e non vale nulla eventualmente fra un anno arrivare e dire che si sta cominciando a prepararsi ad adempiere, perché nel frattempo sono passate settimane, mesi e anni, e ci sono persone che avrebbero avuto un diritto da parte dello Stato, cioè quello di disporre del monovaccino, e non averne potuto godere.

Come vedete, sono questioni che non attengono minimamente all'essere antiscientifici o all'avere prese di posizioni ideologiche, ho sentito nominare persino le fake news qui dentro, non si tratta di fake news, badate - e chiudo su questo -, non è nemmeno una fake news porsi qualche problema rispetto al ruolo delle case farmaceutiche, non è una fake news, anche qui è un banalissimo principio di precauzione, diciamo così, che al mio gruppo viene particolarmente facile, perché noi forse più di altri nutriamo e continuiamo a nutrire una sana diffidenza nei confronti di meccanismi di mercato. Dire che oggi alle case farmaceutiche i vaccini non interessano più perché ormai il business è altrove, è una grande sciocchezza, qualsiasi business è interessante, forse non è quello a maggiore marginalità, ma molte volte, soprattutto per chi ragiona su grande scala, i business a bassa marginalità ma ad entrate certe sono quelli che poi fanno disporre le risorse che sono necessarie anche per mandare avanti affari ben più lucrativi. Quindi, non si dica che non c'è un interesse, non si dica che da questo punto di vista non ci sia un oligopolio privato all'interno del mercato.

Allora, anche qui, è inseguire le fake news richiamare il Parlamento e il Governo al fatto che, di fronte ad un oligopolio di fatto su materie delicate a cui viene demandata la piena fornitura di medicinali che a quel punto diventano coattivamente imposti a tutta la popolazione italiana, ci sia un di più di controlli? Ci sia una presa in carico di una preoccupazione? Si tenga conto di questo, perché la scienza, sì, è neutrale, fino ad un certo punto, ma i meccanismi del mercato non sono affatto neutrali e quando la scienza entra in contatto con i meccanismi del mercato, la storia anche recente, italiana e non solo, tende ad indicarci il fatto che ad essere corrotti nel proprio significato molto spesso non sono i meccanismi del mercato, ma quelli della scienza. Tradotto: è molto più facile che principi scientifici vengano piegati dalla parte giusta, se questo genera profitti, piuttosto che i meccanismi del mercato essere piegati dalla parte giusta, se questo serve a tutelare la salute delle persone. Dovrebbe essere il contrario rispetto a quello che dice la Costituzione italiana? Sì, dovrebbe essere il contrario e allora è corretto, una volta di più e ancora oggi, richiamare il Governo, anche con una o più mozioni, al fatto che è un suo dovere costituzionale, un suo preciso dovere costituzionale, ogni volta che si trova davanti ad una qualsiasi multinazionale del farmaco, ricordarsi che prima di tutto il suo dovere è nei confronti della Costituzione e dei cittadini italiani.

Come vedete, noi stiamo sempre e solo da una parte sola, quella della salute, quella della prevenzione, ma anche quella della libertà in questo Paese, della libertà soprattutto in luoghi sensibili come le scuole e soprattutto quando si toccano temi sensibili come quello dei trattamenti sanitari. Non ci vuole molto, ci vuole equilibrio, quell'equilibrio che il Governo, dal nostro punto di vista, non ha dimostrato fino in fondo alcuni mesi fa, ma che non è mai troppo tardi per recuperare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. L'occasione della discussione di queste mozioni, ci permette di tornare sul cosiddetto “decreto vaccini”, approvato con la fiducia alla Camera, mortificandone allora il ruolo e impedendo quel dibattito che, su provvedimenti di questa portata, si imponeva. Il Governo ha imposto un'accelerazione totalmente ingiustificata, una fretta che rispondeva ad un'unica esigenza ed emergenza, quella della visibilità di un Ministro, che, con quel decreto, ha dato finalmente un senso al suo mandato; un decreto i cui contenuti non abbiamo condiviso e proseguiamo a non condividere, che impone un'obbligatorietà vaccinale ingiustificata, garantita da sanzioni che sono la preclusione all'accesso alle scuole dell'infanzia o di natura economica per le restanti scuole; sanzioni che, nel caso, dovrebbero essere riscosse dalle regioni, ma che poi devono essere versate nelle casse dello Stato e così il cittadino avvertirà la regione come il gabelliere che gli estorce denaro, che poi però finisce nelle casse dello Stato, uno Stato centrale che oggi è amministrato da quelle forze che volevano - lo hanno tentato con la brutta riforma costituzionale sonoramente bocciata il 4 dicembre - riaccentrare il potere e mortificare le regioni, in particolare quelle virtuose, quelle che avevano il torto di sfuggire al teorema su cui si basava quella riforma, e cioè che le regioni, tutte indistintamente, siano centri di spesa, fonte di sperperi e incapaci di erogare servizi e prestazioni a loro delegati. Ed anche sulla questione del “decreto vaccini” non si è voluto, ad esempio, far tesoro di una buona esperienza come quella del Veneto, che forse andava implementata, ma che comunque rimane un buon esempio di come, senza l'obbligatorietà, si possa ottenere una buona copertura vaccinale.

Vede, Presidente, per noi rimane incomprensibile l'assoluta insensibilità e mancanza di ascolto da parte del Governo verso le migliaia di famiglie che si oppongono alle modalità previste dal decreto, partendo proprio da quella obbligatorietà sancita per legge, che per noi è totalmente inaudita e inaccettabile, una misura coercitiva indegna di un Paese civile e liberale, e peraltro assolutamente ingiustificata; una misura che dovrebbe, magari, trovare spazio solo nel caso di una vera e propria emergenza, altrimenti si interviene con campagne di sensibilizzazione.

Queste sono le brevi premesse, in parte poi fra l'altro riprese anche dalla nostra mozione, nella quale tra l'altro segnaliamo alcune criticità: dalla mancata informazione soprattutto relativamente alle possibili reazioni avverse, che dovrebbero fornire nei centri vaccinali, all'assenza di linee chiare e precise per eliminare sacche di scarsa attenzione, con la quale i bambini vengono monitorati prima e dopo la vaccinazione, ignorando in questo modo anamnesi individuale, familiare e possibili controindicazioni che potrebbero in diversi casi suggerire di sospendere o rinviare alcune vaccinazioni, se non di non eseguirle affatto.

Ed ancora, abbiamo segnalato che, sino al 2013, l'Agenzia del farmaco ha pubblicato il rapporto sulla sorveglianza post marketing dei vaccini in Italia: un documento che ogni anno analizzava le segnalazioni di reazioni avverse registrate per tipologia di vaccino. Dopo il 2013, di tale rapporto si è persa ogni traccia, eppure, come spiega Codacons, si tratta di un documento fondamentale.

Nella premessa della mozione poi suggeriamo anche: percorsi da intraprendere per garantire il monitoraggio delle reazioni avverse e i conseguenti danni da vaccino, ad esempio la compilazione delle schede di sospetta reazione avversa, per avere un quadro del fenomeno; la predisposizione di linee guida, che indichino come il riconoscimento del danno avverrà attraverso e tramite l'accertamento del nesso da parte di una Commissione ospedaliera.

Ed ancora, riteniamo che sarebbe indispensabile che coloro che ritengono di essere stati danneggiati da vaccini, e nel caso di minori incapaci lo facciano attraverso chi ha la potestà genitoriale, possono comunque presentare denuncia di reazione avversa presso i competenti uffici dell'Azienda sanitaria locale territorialmente competente, che debba poi segnalare la cosa ai competenti uffici ministeriali.

Ecco, sulla base di queste poche considerazioni, in parte riprese anche dalle nostre premesse, chiediamo al Governo dei precisi impegni, dai quali per noi non si può derogare per poter riacquistare quella fiducia da parte di quelle famiglie che hanno visto, in questo decreto, una violazione della propria libertà di scelta. E, quindi, chiediamo, ad esempio, di prevedere una radicale revisione del testo del decreto al fine di eliminare l'obbligo vaccinale; ed ancora, di promuovere le idonee modifiche normative affinché tutti i minori non vaccinati, ma regolarmente iscritti e accettati, possano giungere a conclusione dell'anno scolastico 2017-2018 senza alcuna interruzione del servizio né di continuità educativa; ed ancora, a predisporre linee guida che disciplinino in modo scientificamente ineccepibile modalità di anamnesi e di confronto tra i genitori e il pediatra per individuare correttamente i bambini che non possono essere sottoposti alla pratica vaccinale; ed ancora, a promuovere le necessarie modifiche normative affinché vengano redatte le linee guida per il riconoscimento del danno da vaccino che includa, per i danneggiati, il diritto a percepire gli indennizzi; infine, a predisporre le necessarie linee guida per un costante e puntuale monitoraggio successivo alla somministrazione vaccinale, con precisa indicazione, per medici e genitori, sulle procedure da attivare per la segnalazione di eventi avversi.

Si tratta di impegni che vanno assolutamente nella direzione opposta rispetto a ciò che invece è previsto da un decreto del quale - lo torno a dire - noi non condividiamo assolutamente la misura coercitiva dell'obbligatorietà su cui, appunto, si basa quel decreto. È un decreto con il quale purtroppo migliaia di famiglie sono state costrette a confrontarsi e che viene visto e avvertito, giustamente, come una violazione della propria libertà di scelta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Rosanna Scopelliti. Ne ha facoltà.

ROSANNA SCOPELLITI. Grazie. Presidente, colleghi, Governo - se è interessato -, parlare ancora una volta della…

PRESIDENTE. Mi scusi. Dovete liberare i banchi del Governo, per favore. Prego, collega.

ROSANNA SCOPELLITI. Parlare ancora una volta dell'obbligatorietà della pratica vaccinale mi fornisce l'occasione per plaudire a una delle misure più importanti volute dal Governo. È un'iniziativa che noi di Alternativa Popolare abbiamo sostenuto con decisione e con convinzione, ben comprendendo come l'Italia fosse di fronte a un'emergenza che, se non affrontata in tempo, avrebbe prodotto situazioni di gravissimo pericolo. Fenomeni sociali nuovi e inarrestabili hanno infatti determinato l'insorgere di patologie che sembravano debellate o sotto controllo e il Paese, dopo i primi allarmanti avvenimenti, doveva essere tutelato. Era infatti necessario e indispensabile fornire gli strumenti di prevenzione utili a scongiurare degli eventi drammatici. E così è avvenuto; ad oggi il Paese ha, infatti, una buona legge sulla vaccinazione obbligatoria. Si è discusso molto su questo provvedimento, sull'obbligatorietà, sui pro e sui contro, ma alla fine andava fatta una scelta. Di qua c'era una decisione politica basata su prove scientifiche; di là valutazioni e teorie senza alcuna evidenza scientifica. Noi abbiamo scelto di stare dalla parte della scienza e della ragionevolezza e ci siamo assunti, proprio sulla base delle evidenze scientifiche, tutte le responsabilità del caso e siamo sempre più convinti di aver fatto bene.

Qualcuno sosteneva che una generazione che ignora la storia non ha passato né futuro. Io credo che sia proprio così, perché magari alcuni di noi dovevano ancora nascere quando il nostro Paese era attraversato e colpito da certi avvenimenti. Ma, appunto, si può andare indietro nel tempo studiando, verificando e valutando e chi è contro i vaccini o vuole disseminare di ostacoli la strada per la loro obbligatorietà pare non abbia proprio voglia di studiare, di approfondire o di conoscere la realtà delle cose. Il dilettantismo fa gravi danni - in questo caso, soprattutto - e induce a errori drammatici, perché questo non voler approfittare della storia per affrontare il futuro non ha consentito di sapere che intere generazioni sono state falcidiate dalla mortalità infantile e dalle epidemie prima che venissero scoperti i vaccini o gli antibiotici. Ma i libri alla fine sono lì; basta solo avere il coraggio di aprirli e di documentarsi. So che costa fatica ma vi assicuro che offrono degli ottimi spunti. L'introduzione della vaccinazione è stata una grande e fondamentale misura contro il diffondersi di malattie infettive.

Il Paese si trova pericolosamente sotto la soglia di copertura vaccinale del 95 per cento. I dati dell'Istituto superiore di sanità evidenziavano, infatti, un forte calo delle vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e una caduta pesante, all'86 per cento, delle vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia. L'Italia stava ormai pericolosamente allontanandosi dall'effetto gregge. Ecco perché era importante riportarsi a quota 95 per cento e da qualche tempo ne eravamo lontani, con la tendenza ad accelerare verso un abbandono sempre più massiccio delle vaccinazioni e con la probabilità, sempre maggiore, di incappare in eventi pericolosi. Ecco in quale contesto ha avuto origine il decreto-legge n. 73 del 2017 con cui il Governo ha disposto l'obbligatorietà di alcune vaccinazioni.

Il provvedimento normativo che ho citato ha perseguito, pertanto, l'obiettivo della prevenzione di malattie ad elevata contagiosità che possono dare luogo a focolai epidemici in ambienti come quello scolastico e ha avviato una politica volta a implementare una cultura vaccinale sulla quale si è disinvestito troppo spesso, con pesanti e negative ricadute per il nostro Paese. Va quindi dato atto al Governo di essere intervenuto con la massima urgenza e con un grande senso di responsabilità per attivare una politica saggia che permetterà di prevenire malattie infettive di estrema gravità. Tra l'altro, il decreto-legge citato è in linea con quanto prescritto dalla nostra Costituzione e con la giurisprudenza della Corte costituzionale, che ha più volte ribadito come il bene della salute e la sua tutela costituiscano un principio fondamentale sia per il singolo sia per l'intera collettività.

Poi, tra gli argomenti trattati nell'ambito della discussione sui vaccini è stato attribuito un grande significato a quelli sui test prevaccinali. A tal proposito, mi limito a citare le conclusioni della società italiana di pediatria, la quale ha specificato che i test servono solo ad arricchire gli operatori che li conducono. Naturalmente, sul tema hanno svolto il loro ruolo dominante le paginate e paginate che su Internet discettano, senza alcun supporto o validità scientifica, sull'argomento. Ma ritengo, a questo punto, utile chiarire anche come la mancanza dei test prevaccinali nel provvedimento sia assolutamente meditata. Infatti, il Ministero della salute e l'Istituto superiore della sanità adottano nelle loro guide le controindicazioni - che forniscono agli operatori impegnati nell'offerta attiva e nell'effettuazione delle vaccinazioni -, con tutte le misure utili a valutare le situazioni che si discostano dalla pratica quotidiana. Inoltre, sia l'OMS che altre istituzioni di rilievo scientifico a livello internazionale nonché alcune delle più importanti società scientifiche europee e americane non raccomandano l'effettuazione dei test prevaccinali. La normativa approvata prevede altresì azioni di monitoraggio e di verifica anche finalizzate all'eventuale rimozione, a distanza di tre anni, dell'obbligo nel caso delle vaccinazioni contro il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella, sulla base dei dati epidemiologici delle reazioni e degli eventi segnalati nonché delle coperture vaccinali raggiunte.

È utile anche sottolineare come sono stati ridotti al minimo gli oneri burocratici ai fini dell'iscrizione nelle scuole degli studenti. Era quindi importante e fondamentale sostenere, a livello parlamentare, un decreto-legge che tutela, in modo pieno e certo, il diritto alla salute dei singoli e della nostra collettività e che contiene le giuste clausole di flessibilità per la sua attuazione. Noi siamo, ancora una volta, fermamente convinti della bontà di una legge che ha suscitato polemiche non motivate e pretestuose, le quali non hanno, però, alcuna base scientifica e reali motivazioni, visto il riscontro di sicurezza che invece hanno le vaccinazioni. Pertanto, vanno respinti, ancora una volta, tutti quegli atteggiamenti basati su teorie non comprovate scientificamente che finiscono per creare solo un insensato allarmismo nella popolazione.

In questo contesto il Ministro ha già fornito le indicazioni operative per l'immediata applicazione dei nuovi obblighi vaccinali e si è impegnato a favorire la diffusione e la conoscenza delle disposizioni previste nel provvedimento. Una diffusione certa e sicura, comprovata scientificamente, che mette in rilievo la bontà della prevenzione vaccinale - infatti, secondo l'OMS i vaccini sono in grado oggi di salvare due milioni e mezzo di vite all'anno nel mondo - e contro qualsiasi tentativo di disinformazione, che finisce per creare condizioni negative e ingiustificati allarmi nell'opinione pubblica.

Quindi, ancora una volta bene ha fatto il Governo a proseguire sulla strada della tutela e della prevenzione della salute pubblica. Ed è decisamente importante in questo senso anche la comunicazione, che non ci stancheremo mai di definire fondamentale e, comunque, da rafforzare ancora il più possibile, verso famiglie e comunità, proprio per chiarire gli ambiti corretti e definiti di un tema che va affrontato solo attraverso l'utilizzo dei dati scientifici a disposizione, respingendo con forza valutazioni e discussioni pseudo-scientifiche.

Il provvedimento, inoltre, interviene anche in termini ragionevoli sulle sanzioni e salvaguarda, comunque, il diritto all'istruzione obbligatoria. Per pervenire a risultati sempre più utili e affidabili viene poi rafforzata la vaccinovigilanza, utilizzando le competenze di esperti indipendenti dell'AIFA, e viene disposta una relazione annuale su eventuali fenomeni negativi, da consegnare al Parlamento.

Viene poi infine istituita l'anagrafe vaccinale nazionale, per consentire un preciso monitoraggio dei percorsi vaccinali in termini di assoluta omogeneità e coordinamento su tutto il territorio nazionale. Esprimiamo dunque con convinzione e con consapevolezza, ancora una volta, forse ancora con più forza e determinazione, il nostro parere favorevole sulla pratica vaccinale obbligatoria. Essa infatti mette al sicuro il Paese da eventi che nel passato si sono dimostrati drammatici e luttuosi per la nostra società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Filippo Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, penso che la discussione che stiamo facendo sia una discussione non arretrata, nel senso che non siamo qui a ripetere quello che abbiamo già sostenuto durante la discussione sulla conversione in legge del decreto. Nella fase attuale, che è la fase di prima applicazione dei provvedimenti disposti dalla legge, stiamo a ragionare e a proporre al Governo una modalità e delle condizioni che consentano di limitare alcuni danni, e rendere il provvedimento più legato all'obiettivo, l'obiettivo che abbiamo tutti, cioè quello di una copertura vaccinale sufficiente a garantire gli affetti della prevenzione vaccinale a tutta la popolazione. Quindi, questo è l'obiettivo. Mi sembra che tutti dovremmo tendere a questo tipo di atteggiamento, rinunciando a ripetere tutte le certezze nel modo così inossidabile come fu fatto fin dall'inizio della presentazione del decreto. Io sento e vedo nel dibattito pubblico ancora una ricostruzione, non tanto della vicenda particolare italiana, ma della vicenda della discussione internazionale sui vaccini, come un problema derivato dalle fakenews: un complotto sul web in cui c'è la libertà di alcuni agitatori - e, non so perché, senza che il web sia così cattivo - da far prevalere gli agitatori rispetto alla comunità scientifica, alle istituzioni, a tutta la mobilitazione potente che sui vaccini e sulla loro effettuazione è a disposizione degli Stati e delle istituzioni sanitarie. È un racconto che non torna, è un racconto sbagliato, ci mettiamo nella testa delle idee sbagliate. È vero che il mondo, il web soprattutto, è pieno di creduloni e di autoritari. Sono pericolosi tutti e due: sono pericolosi i creduloni, sono pericolosi quelli che suggeriscono, proprio sul web, continuamente, misure autoritarie, misure violente.

Teniamo al centro la ragionevolezza, la ragionevolezza che viene da un popolo che è, invece, un popolo di persone e cittadini esigenti, di cittadini critici, di cittadini che esercitano il dubbio come chiave per affrontare le questioni complesse e che tentano di dare risposte razionali. Se questa leva di cittadini, che è quella che fa spesso il dibattito pubblico, non tanto dentro il web, ma dentro e fuori, e che è l'opinione pubblica moderna, dà dei segnali e produce un atteggiamento di non fiducia rispetto a una campagna, a un grande tema, come quello dei vaccini, ci dobbiamo interrogare sul perché agenzie potenti come lo Stato, i sistemi sanitari, figure importanti di riferimento per tutti noi, quando abbiamo e viviamo un problema di salute, come i medici e il personale sanitario, non riescono e non sono riusciti a costruire un legame, una convinzione, un sostegno rispetto a una pratica, quella della prevenzione vaccinale, che è stata amata per decenni e continua ad essere amata per i risultati che ha prodotto da tutta la popolazione.

Noi denunciammo l'estremismo del Governo sul versante dell'obbligatorietà, non torniamo su questo punto. Vediamo se, con questa discussione, riusciamo a intervenire su alcune questioni che si sono aperte, perché il risultato dell'avvio di questa procedura nella scuola non è un risultato perfetto. Anzi, molte comunità - le comunità scolastiche, le comunità territoriali - sono in difficoltà nel gestire un passaggio, che è il passaggio della trasmissione dei dati, del fatto che il genitore qualche volta può autodichiararsi e qualche volta no; che non tutte le scuole si muovono nello stesso modo; che comunque c'è un passaggio fastidioso di dati che sono sensibili e che, essendo a disposizione dello Stato, invece devono essere riprodotti con dichiarazioni, con un'esposizione personale di fronte ad operatori che non sono gli operatori sanitari, perché l'operatore scolastico non è un operatore sanitario. Interveniamo su quel punto, rapidamente, perché dobbiamo garantire la privacy, dobbiamo garantire una dignità nel rapporto tra le persone, soprattutto i minori, i bambini e le persone di riferimento nel sistema educativo e nel sistema sanitario. Non si devono fare danni.

Vedendo quello che sta succedendo, noi proponiamo - è contenuto nella mozione - anche di essere molto flessibili, molto elastici, e di rivedere il tema della sospensione dei bambini dalla scuola se non hanno, quando scatterà il momento x, la certificazione a posto. È il caso di mantenere l'obbligatorietà, se la volete mantenere, ma di farne una gestione colloquiale, una gestione aperta, una gestione che si basi, per arrivare a quell'obiettivo, sulla relazionalità. Non credo che sarete d'accordo, perché sul punto c'è un parere negativo, ma sbagliate. Da questo punto di vista, davvero sbagliate.

Dall'altra parte, c'è il tema dell'immunizzazione e del fatto che non c'è nessun provvedimento che superi quel passaggio del decreto che auspicava e rendeva non solo possibile, ma anche prevedeva di norma l'uso dei vaccini monocomponenti per chi fosse immunizzato su una delle patologie rese obbligatorie, ma poi non c'è la possibilità effettiva di avere i vaccini in monocomponenti o che escludano la patologia su cui una persona è immunizzata. E non c'è neanche un intervento che renda possibile, dal punto di vista del rimborso, dal punto di vista della gratuità, le indagini sierologiche, che sono necessarie a capire se l'immunizzazione c'è o non c'è per quella malattia, informazioni preziose proprio a garantire, invece, un atteggiamento conciliante rispetto alle altre protezioni vaccinali. Non c'è un intervento, anche questo auspicabile, che disegni la possibilità di verificare ogni triennio, così come si fa sulla seconda batteria dei quattro vaccini, per tutti i vaccini obbligatori, dopo un'analisi epidemiologica, dopo un'analisi sullo stato di fatto, dopo un'analisi del livello di copertura raggiunto, la possibilità di sospendere l'obbligatorietà e le sanzioni. Non c'è un aggiornamento, una specificazione del trattamento di questa vicenda nelle scuole medie superiori, dove siamo di fronte a una comunità di quasi adulti.

Ed è francamente improponibile perseguire, anche se solo con una sanzione, che non è poi bassa, però, e comunque con impegno burocratico molto forte, i minori studenti quando la comunità di chi sta intorno a quegli edifici scolastici è una comunità spesso di non vaccinati.

Non ha una logica a quell'età e ci espone a un fastidio e a un odio che sarebbe bene non influenzare, non esaltare in questo Paese. Ecco, alcuni punti per limitare i danni, per migliorare l'efficacia, per - una volta affermata la responsabilità di una scelta che non condividiamo fino in fondo, ma che è stata una scelta del Governo e del Parlamento - arrivare a una gestione di questa scelta che riapra delle porte, che dia un segnale diverso, che dia un segnale diverso alle famiglie e che dia un segno diverso, anche, agli operatori ed al sistema. Questo è quello che auspichiamo con questa nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, Forza Italia ha già reso esplicita la posizione sull'obbligo delle vaccinazioni in occasione dell'approvazione del decreto, votando a favore di quel decreto, signor Presidente; decreto che fu necessario, in via d'urgenza, che il Governo emanasse, poiché l'Organizzazione mondiale della sanità, all'epoca, aveva denunciato che la situazione in Italia, per il solo morbillo, era da allarme rosso, con i casi che erano saliti da 3.500 a 3.672 solo in una settimana; una situazione ulteriormente aggravata dalla circostanza che, dall'inizio dell'anno, si erano registrati addirittura tre decessi, così come, anche, nel corso dell'anno ci sono stati dei decessi per lo stesso motivo di malattie infettive. Inoltre, a giudizio dell'assistente direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Flavia Bustreo, serve, infatti, nel nostro Paese, anche, una campagna di informazione e l'istituzione di una commissione indipendente di esperti per contrastare la paura diffusa dai “no vax”.

Io inviterei, signor Presidente, a riflettere, soprattutto in un contesto come quello che appare evidente dalle cronache che ci vengono fornite; per esempio, che cosa sta accadendo, quante migliaia di morti ci sono per l'assenza di vaccinazioni in Madagascar, in questi giorni? Noi abbiamo il sacrosanto dovere di far riferimento, nel contesto generale, a quello che, poi, è stato il beneficio assoluto, a cui ha contribuito la scienza, sia con la scoperta della penicillina e quant'altro, ma, soprattutto, delle vaccinazioni, che ha poi portato a un benessere enorme.

Il decreto che fu adottato, all'epoca, dal Governo è stato necessario per riportare, nel nostro Paese, le coperture vaccinali a livello europeo. Intendiamoci bene, l'Organizzazione mondiale della sanità ritiene essenziale che la copertura vaccinale sia pari, almeno, al 95 per cento della popolazione; noi, per una serie di situazioni che non sto qui a ricordare, come Paese, avevamo alcune regioni che avevano una copertura vaccinale addirittura al di sotto dell'80 per cento, senza che ci fosse nessun tipo di intervento, e la cosa peggiore, poi - e anche a tutt'oggi, ad onor del vero, si evidenzia questo aspetto assai negativo -, è che c'è una differenza enorme di copertura vaccinale tra le singole regioni, tra le singole ASL e, addirittura, anche nelle stesse ASL, tra i singoli distretti. È veramente una situazione che continua a preoccuparci e per questo motivo riteniamo che le mozioni che sono state presentate debbano ulteriormente dare supporto a perfezionare il decreto, a cercare di risolvere gli anelli deboli, soprattutto, a semplificare e a immaginare anche che possa esserci una cultura vera, affermativa dell'utilità delle vaccinazioni, indipendentemente dall'obbligatorietà, su cui poi, anche, noi diremo qualche cosa.

Spiace molto aver dovuto constatare, all'epoca, e anche in occasione di queste mozioni, che invece di essere tutti uniti per fronteggiare con più efficacia l'emergenza, continua ad accadere, purtroppo, il contrario: polemiche nel Paese, clima di scontro, talora anche qualche acuto in quest'Aula, pareri di istituzioni scientifiche messi in dubbio. Si è reso necessario, signor Presidente, addirittura il pronunciamento della Corte di Cassazione per escludere la correlazione tra vaccinazioni ed autismo; una cosa, questa, sì, da terzo mondo.

Signor Presidente, il decreto sull'obbligatorietà delle vaccinazioni che all'epoca fu fatto per l'iscrizione al sistema scolastico da 0 a 6 anni pone fine ad una eterogeneità nazionale, per cui, alcune regioni avevano addirittura anche legiferato in modo difforme sullo stesso problema.

Sulla obbligatorietà dei 12 vaccini si può forse discutere, perché non bisogna dare l'impressione che siano tutti egualmente importanti ed egualmente efficaci nel contrastare la contagiosità dell'agente infettivo; ad esempio, per quanto riguarda la vaccinazione contro il meningococco B si può osservare che non tutti i Paesi lo hanno inserito nel calendario vaccinale, perché la protezione è relativamente di breve durata, ma gli operatori scolastici, signor Presidente, dovrebbero essere vaccinati e dovrebbero effettuare gli eventuali richiami necessari, così come anche gli operatori sanitari, inclusi i medici, dovrebbero essere vaccinati ed effettuare i richiami. Questo aspetto, signor Presidente, ad oggi, rimane irrisolto, perché, all'epoca, anche gli emendamenti proposti dal Governo non furono accolti per mancanza di copertura finanziaria, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ma si rendono necessari. Allora, il Governo ha assunto un impegno preciso su questo aspetto, perché è estremamente importante che avvenga la copertura finanziaria di questi operatori che sono a diretto contatto, anche del personale amministrativo, di quello scolastico; ritengo, ed è sperabile, che nella legge di bilancio, visto che il decreto fiscale non comprende e non contempla questa misura, vengano stanziate le adeguate risorse, perché possano essere perfezionati, perché possano essere risolti questo anello debole e questa crepa che ci sono stati nel decreto.

Forza Italia ha proposto e sostenuto sempre e continuerà a farlo che il provvedimento sull'obbligatorietà non fosse definitivo; attenzione, noi siamo d'accordo, ma non sine die, perché occorre che ci sia una corretta informazione per poter sconfiggere tutte queste assurdità antiscientifiche e antistoriche che non hanno motivo, assolutamente, di esistere, davanti all'evidenza dei fatti che occorre evidenziare in maniera serena; le vaccinazioni sono assolutamente necessarie, tre anni di obbligatorietà possono essere sufficienti, e dopo la verifica di un monitoraggio per vedere la percentuale di copertura vaccinale che ci sarà all'interno del Paese, si potrà, poi, tornare nel contesto della cosiddetta libertà di cura, su cui poi diremo qualche cosa.

Forza Italia ha condiviso anche le modifiche che hanno determinato una maggiore attenzione, un significativo rafforzamento della farmacovigilanza che occorre continuare a sostenere e, soprattutto, della comunicazione, per una capillare e corretta informazione. Molti colleghi, signor Presidente, hanno messo - e continuano a farlo anche nella discussione di queste mozioni, anche all'interno di queste mozioni - nel mirino l'obbligatorietà prevista dal decreto. È vero che la Costituzione ritiene che ogni cittadino abbia la libertà di curarsi come vuole, ma è altrettanto vero che ciò non può valere per chi non è in grado di dare il proprio consenso; non può sfuggire che parliamo di bambini. La paura della tossicità dei vaccini è completamente ingiustificata; l'obbligatorietà delle vaccinazioni deriva anche dalla necessità di non infettare chi è sensibile alle infezioni. Il primo concetto della libertà di cura è il rispetto degli altri, il rispetto della salute degli altri, il rispetto della salute e della tutela della salute pubblica. Non ci può essere, invece, in maniera abbastanza disorganizzata, un'informazione, anzi, una disinformazione senza senso. La libertà di non vaccinarsi finisce quando lede la salute degli altri e, perciò, la vaccinazione può essere concepita non solo come un vantaggio personale ed egoistico, ma anche come un atto di responsabile attenzione e solidarietà verso gli altri.

Io continuo a sperare che ci sia una corretta applicazione di una necessaria e completa campagna di informazione, che ancora stenta ad esserci in maniera efficace, e di formazione del personale preposto all'erogazione delle prestazioni vaccinali, vero anello debole, per l'attuazione dell'obbligatorietà delle vaccinazioni. Quindi, sollecitiamo il Governo a far sì che vengano reperite le risorse per le vaccinazioni gratuite a tutti gli immigrati al momento dell'ingresso nel nostro Paese e a tutto il personale sanitario e scolastico, perché questa è la via maestra in riferimento a quella che può essere anche una facilitazione rispetto all'applicazione stessa. Non può sfuggirci del tutto la confusione che noi, purtroppo, avevamo anche preannunciato, quando c'è stata la discussione del decreto; avevamo preannunciato che sarebbe successo esattamente quello che poi è successo, tra disparità di vedute, tra responsabili scolastici e ASL e così via.

C'è stata nel recente decreto che ha approvato il Senato, il decreto fiscale, sostanzialmente una semplificazione. Questa semplificazione spero che venga applicata in maniera corretta, in maniera efficace, perché può provocare uno sviluppo positivo di collaborazione tra ASL, famiglie e istituti scolastici.

Pertanto, noi chiediamo con questa mozione un impegno del Governo a predisporre una strategia di potenziamento dell'attività di prevenzione e monitoraggio sulla diffusione della comunicazione antiscientifica attraverso i media tradizionali e i social, allo scopo di evitare la formazione e il consolidamento di una cultura antivaccinale, che rischia di rivelarsi dannosa per la sanità pubblica dell'intero territorio del Paese; a valutare la possibilità di introdurre misure puntuali volte a una corretta e completa informazione rispetto alle tipologie di vaccinazioni previste dal provvedimento, con particolare riferimento alle modalità di effettuazione e di somministrazione degli stessi, nonché alle possibili conseguenze sanitarie derivanti dalla mancata vaccinazione; a valutare l'opportunità di estendere, attraverso ulteriori iniziative normative, le iniziative informative e formative di cui al comma 2 dell'articolo 2 anche alle scuole paritarie e degli enti locali, nonché ai servizi educativi per l'infanzia di cui al decreto legislativo n. 65 del 2017; a superare tutte le criticità che risultano ancora presenti nell'attuale legge che disciplina i vaccini, al fine di raggiungere la copertura vaccinale fissata dall'Organizzazione mondiale per la sanità al 95 per cento; a proseguire nella continua diffusione di una corretta campagna informativa sulla necessità e sull'utilizzo dei vaccini; ad adottare, d'intesa con le regioni, tutte le iniziative utili al fine di consentire una corretta e appropriata informazione e, soprattutto, che ci siano le risorse necessarie per poter estendere l'obbligatorietà agli operatori sanitari che sono deputati a prestare queste vaccinazioni e anche agli operatori scolastici, nonché al personale amministrativo.

In questo senso, noi riteniamo di aderire anche alle altre mozioni presentate da altri gruppi rispetto a quelle che sono le indicazioni di voler perseguire questa campagna sulle vaccinazioni assolutamente necessaria, così come, signora Presidente, riteniamo che, al di là questi aspetti, ci sono anche alcuni impegni per cui il Governo è auspicabile, per il tempo che rimane di questa fine legislatura, continui a perseguire con pervicacia l'applicazione di quanto previsto dalla legge sulle vaccinazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Colonnese. Ne ha facoltà.

VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Perché questa mozione? Questa mozione è servita per continuare un dibattito che sembra necessario, anche perché altri elementi si sono aggiunti a quelli che avevamo già sviluppato quest'estate. Quindi, è vero che serviva più tempo, è vero che un dibattito fatto in maniera più ampia ci avrebbe permesso di risolvere questa questione senza creare delle tragedie sociali, perché di questo si tratta. Quando dei genitori poco convinti dalle istituzioni decidono di dover scegliere senza convinzione tra l'obbligo vaccinale e l'opportunità di formazione dei propri figli siamo davanti a un fallimento da parte del Governo. E, infatti, quello che serviva era credibilità, ma questo lo abbiamo detto diverse volte, lo abbiamo detto anche ieri al momento della discussione sulle linee generali.

Perché questo decreto poi, alla fine, ci sembra incompleto? Perché, dopo l'approvazione del decreto, quindi una volta diventato legge, sono state necessarie delle circolari, perché si era creato un caos amministrativo all'interno delle segreterie delle scuole e, soprattutto, si era creato un caos nella poca informazione ai dirigenti scolastici, che non riuscivano a comprendere quale fosse l'iter da attuare.

Non solo, in materia di legge delega fiscale si è ritenuto di dover fare un correttivo, l'ennesimo correttivo a questa legge, cercando di risolvere la questione della privacy, cioè della trasmissione dei dati tra ASL e scuola.

Queste cose le avevamo già rilevate e avevamo chiesto una discussione più ampia e anche un eventuale parere da parte del Garante della privacy in sede di discussione sulle linee generali del decreto-legge.

Ovviamente non c'era tempo; in una settimana si doveva risolvere questa questione, ignorando anche le leggi, le proposte di legge che erano state depositate, ignorando anche un discorso che era avvenuto già in Commissione affari sociali.

In merito alle fake news c'è stata la volontà di cercare di combatterle. Si è data la colpa a Internet, si è data la colpa a questi genitori che si facevano abbindolare da notizie false, ma la prima delle fake news è quella che è stata fatta da parte del Governo, quando si è detto, in maniera dispregiativa, che i genitori, perché incuranti o comunque perché creduloni verso degli stregoni, decidevano il male dei propri figli.

Non esiste un genitore al mondo che voglia il male dei propri figli; esistono dei genitori preoccupati, a cui le istituzioni devono garantire delle certezze, soprattutto in ambito di prevenzione e, soprattutto, quando si affidano dei bambini sani a delle cure che possono sembrare invasive nel momento in cui si entra in una sfera poco conosciuta. Quindi, il Governo, in questa lunghissima legislatura, doveva puntare sulla corretta informazione e, soprattutto, doveva utilizzare tutti i mezzi a disposizione per risolvere questi dubbi.

Noi anche abbiamo posto dei dubbi, anche perché c'era la questione delle obbligazioni di tipo finanziario che venivano affidate all'Alleanza globale per le vaccinazioni. L'Alleanza globale per le vaccinazioni, Gavi, è un progetto che l'Italia sostiene dal 2006, finanziando i suoi principali strumenti finanziari.

Insomma, noi nella mozione, ma lo abbiamo anche detto ed esplicitato in discussione sulle linee generali, abbiamo cercato di capire perché il Governo non informasse il Parlamento tutto, al Senato o alla Camera… Presidente, mi scusi, non riesco a sentirmi proprio. Presidente, mi scusi, non riesco veramente a sentirmi.

PRESIDENTE. Ha ragione, mi scusi tanto. Per favore, colleghi, il tono della voce. Le chiedo scusa io per l'Aula, prego.

VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Anche perché in questo momento ci sono delle famiglie che stanno manifestando ancora una volta, quindi cercare di far capire che c'è la volontà del Parlamento tutto di poter parlare in questa Camera su quest'argomento importante sarebbe un atto di rispetto, dato che sono stati insultati in maniera diversa da tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però non fa niente, anche perché questa mozione ha uno scopo principale, quello di far capire nella prossima legislatura chi ha intenzione di sanare questo divario sociale che si è creato con questo decreto scritto malissimo; infatti lo abbiamo dimostrato nella discussione ed è dimostrato anche dagli impegni fatti in maniera trasversale alle altre mozioni.

Allora, parlavamo del Gavi: nell'ultimo impegno noi chiediamo proprio - e per questo non possiamo accettare la riformulazione del Governo, perché è una richiesta specifica, ma questo non significa che anche in Commissione affari sociali non si possa aprire questa discussione e cercare di capire questo punto - perché non sia stata presentata una relazione alle Camere da parte dei ministri competenti per l'esposizione finanziaria dell'Italia in relazione al Gavi, indicando esattamente se e quali debiti l'Italia abbia contratto, chiarendo se e in quale misura eventuali obbligazioni finanziarie del Gavi siano correlate al decreto-legge n. 73 del 2017, indicando con chiarezza se il decreto-legge citato assolva o meno a impegni di tipo finanziario assunti dall'Italia con questa Fondazione, avente natura giuridica privata.

Una risposta a questo punto aiuterebbe a tranquillizzare chi si è posto delle domande, perché è questo che serve fare; più che delle imposizioni, in uno Stato democratico serve dare delle risposte convincenti.

Questo era uno dei punti che abbiamo chiesto nella mozione, lo abbiamo chiesto anche in discussione durante il decreto-legge.

Altro punto a cui non si è avuta una risposta e, soprattutto, non c'è un'offerta: al momento mancano totalmente i vaccini mono comprendenti, cioè le famiglie che sono andate nei centri vaccinali, con tutte le criticità dei centri vaccinali e, soprattutto, con tutta la difficoltà nel recepire delle informazioni, e soprattutto cercando di non essere insultati, perché ormai l'insulto è diventato un'abitudine, cercano di capire se è possibile avere dei vaccini mono comprendenti.

Questi vaccini monocomprendenti non sono in questo momento disponibili e ci sono anche interrogazioni fatte, tra gli altri, anche dal MoVimento 5 Stelle su due situazioni in particolare: sul vaccino dell'antitetanica che risulta che manchi in diverse regioni d'Italia e sul siero antidifterico. Rispondere alle interrogazioni sarebbe comunque un gesto di rispetto nei confronti delle persone perché le interrogazioni sono segnalazioni che provengono da parte della cittadinanza: quindi una risposta pubblica alle interrogazioni permetterebbe anche di risolvere la diffidenza nella questione vaccinale.

Ma prosegue: ci sono punti della mozione del PD che mi ha fatto piacere leggere perché essi fanno capire che una discussione più ampia avrebbe permesso di fare una legge che era sicuramente più condivisa e che avrebbe evitato una speculazione politica che serviva solo a mettere in cattiva luce alcuni partiti. Ad esempio, nella mozione del PD, al punto 12, si fa riferimento all'indagine conoscitiva dell'Antitrust. Tale indagine conoscitiva dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato è stata chiesta da noi sia all'interno della Commissione sia nel momento del dibattito in Aula. Sarebbe stato opportuno avere l'audizione dell'Antitrust oppure avere un parere per cercare di capire come risolvere la questione del mercato delle gare dei vaccini, quindi cercare di capire e di avere una risposta. All'epoca ci fu detto che non era indispensabile. Adesso, se viene inserito in una mozione, significa che era uno degli elementi che dovevano essere considerati indispensabili. Ma non solo: sempre nella mozione del PD si parla anche della situazione degli indennizzi da vaccino. Sono stati esclusi dall'indennizzo dei vaccini anche i vaccini che sono all'interno del Piano nazionale vaccinale. Quindi il fatto di escludere dei vaccini crea altri dubbi da parte della cittadinanza perché si vorrebbe avere risposta per cercare di capire perché risultano esclusi vaccini che invece sono fortemente consigliati. Quindi le reazioni avverse sono possibili e vengono ammesse e soprattutto il riferimento ad esse è inserito nella mozione del PD. In linea generale, le mie sono riflessioni sulle mozioni perché sappiamo che una mozione a fine legislatura serve soltanto a riaprire un dibattito e serve a capire che effettivamente serve più tempo. Mi auguro sinceramente da deputata, da madre, da persona che ha assistito ad un dibattito surreale e soprattutto al fatto che si è veramente distrutto un rapporto fiduciario tra medici e genitori che nella prossima legislatura si aprirà il dibattito, si parlerà serenamente di tale realtà e si parlerà seriamente di prevenzione ma prevenzione a livello globale non solo contro un partito determinato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Amato. Ne ha facoltà.

MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Parliamo ancora di vaccini con l'obiettivo di impegnare il Governo su scelte che, oltre a semplificare il percorso intrapreso con il decreto-legge n. 73 approvato alla Camera lo scorso 28 luglio, favoriscano la cicatrizzazione di ferite dopo una discussione nel Paese che ha raggiunto tratti esasperati e aiutino a rinsaldare il rapporto di fiducia tra medico e genitori scettici e pazienti nel sistema sanità, messi a dura prova in quella fase. Non torno su argomenti ampiamente dibattuti quali percentuali di copertura vaccinale, storia naturale delle malattie infettive, epidemie o pandemie che hanno inciso o determinato la storia di interi continenti ma, come faccio ogni volta che parlo di vaccini, ribadisco che sono lo strumento più efficace che la medicina abbia messo in campo nella lotta alle malattie infettive, ai suoi rischi per la salute dell'individuo e per la salute collettiva che non possono essere scissi nell'obiettivo di risultato.

A fronte di tale grande efficacia, va rilevato che, come segnalato dal rapporto OsMed 2015, la spesa per i vaccini incide per l'1,4 per cento della spesa totale del Sistema sanitario nazionale per i farmaci con una spesa lorda totale pro capite di 5,25 euro: 300 milioni a fronte di 29 miliardi. Il dibattito pubblico a tratti ha avuto punte di confronto duro tra due visioni molto diverse. È stato un dibattito ideologico estremo sfociato anche in manifestazioni aggressive più volte giustamente stigmatizzate perché la condanna della violenza è a prescindere dai contenuti. Quel momento sta lasciando spazio ad un confronto prezioso e pacato tra medici e genitori dubbiosi o disorientati. Infatti, ascolto e dialogo stanno accompagnando il percorso di attuazione del decreto-legge vaccini. Culturalmente è il messaggio migliore scaturito dal clamore sollevato dall'obbligatorietà vaccinale. La obbligatorietà è la risposta all'emergenza: una volta raggiunto il livello di copertura di sicurezza, dovrà lasciare spazio all'adesione responsabile e ad un saldo rapporto di fiducia medico-genitore e soprattutto di fiducia di tutti nel sistema sanitario. Il decreto-legge 7 giugno 2017 n. 73 prevede per i minori fino a sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati l'obbligatorietà e la gratuità delle vaccinazioni: antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, antipertosse, anti-Haemophilus influenzae di tipo B, antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella con revisione triennale delle ultime quattro in base alla copertura raggiunta. A queste dieci vaccinazioni se ne aggiungono quattro fortemente raccomandate. La mancata somministrazione dei vaccini obbligatori preclude l'iscrizione agli asili nido e alle scuole materne e sono previste sanzioni per il mancato rispetto dell'obbligo da parte di bambini e ragazzi più grandi. Disposizioni transitorie semplificano l'iscrizione all'anno scolastico 2017-2018, permettendo nell'immediato un'autocertificazione sulle vaccinazioni effettuate o la presentazione della prenotazione presso il centro vaccinale. Il tribunale amministrativo del Lazio è stato tra i primi a prendere posizione a favore della legge. Senza vaccini quindi non si possono frequentare le lezioni. Il problema di questo primo anno di avvio della norma è tutto nella procedura che in alcuni casi ha creato problemi alle famiglie alle prese con il reperimento dei certificati vaccinali presso le ASL o con la compilazione delle autocertificazioni da presentare a scuola all'inizio dell'anno in cui si assicura alla scuola stessa di provvedere al vaccino, dimostrando di aver già preso l'appuntamento con gli ambulatori della ASL. Date e appuntamenti da prendere, scadenze e liste d'attesa che non hanno mancato di creare qualche confusione tra le famiglie: un avvio un po' in salita che in ogni caso era già previsto, tanto che, secondo i piani del decreto-legge approvato a giugno, la semplificazione sarebbe dovuta arrivare nell'arco dei prossimi due anni. Arriverà prima grazie a un emendamento al decreto-legge fiscale approvato in Senato, sottoposto anche alla valutazione del Garante della privacy: la semplificazione sarà effettiva dal prossimo anno scolastico. Sarà possibile nelle regioni e province autonome già dotate di anagrafi vaccinali o che siano comunque in grado di effettuare la trasmissione dei dati sensibili nel rispetto della normativa sulla privacy. A partire dall'anno scolastico 2018-2019, per il quale le iscrizioni partono dal 16 gennaio prossimo, le singole scuole potranno quindi dialogare con le ASL di competenza: uno stimolo alle regioni ad avanzare i loro programmi verso la informatizzazione.

Quindi, il decreto-legge sull'obbligatorietà ha avuto il pregio dell'ampliamento della copertura vaccinale, dello stimolo alla discussione della comunità scientifica, che è tornata a parlare della medicina basata sull'evidenza, ancora una volta, in questo periodo di legislatura, della domanda urgente di ascolto e di trasparenza sui temi di salute, in particolare per ciò che riguarda il mondo del farmaco; ha evidenziato, però, la diversa visione delle regioni e le difficoltà pratiche di un sistema, che, come sempre, a macchia di leopardo, alterna aziende tecnologicamente avanzate con archivi di dati vaccinali rapidamente accessibili, in cui c'è una oggettiva difficoltà di accesso ad archivi cartacei e talvolta la impossibilità di reperimento dei dati.

Con questa mozione affrontiamo questi problemi, sostenendo un percorso di semplificazione, per una migliore e meno difficoltosa attuazione del decreto, auspicando la collaborazione delle regioni e degli operatori del sistema sanitario. Esatto: gli operatori del sistema sanitario, perché la vaccinazione - lo sottolineo ancora - non è un atto burocratico, ha i suoi rischi, ha le sue manifestazioni avverse, la cui informazione deve rientrare nella fase colloquiale che precede la somministrazione, che vuole rispetto per i genitori dubbiosi, il tempo necessario, i luoghi umanizzati, che non generino nel bambino ingiustificate paure e nei genitori acuiscano quel senso di sfiducia con cui si guarda spesso al sistema sanità.

Con questa mozione affrontiamo questi problemi, sostenendo quindi questo percorso e a questo fanno riferimento, nella nostra mozione, le richieste al Governo per il conseguimento degli impegni assunti a livello internazionale per recuperare la flessione delle vaccinazioni contro la polio nella prima infanzia, delle vaccinazioni contro morbillo e rosolia nell'infanzia, ma anche promuovendo campagne di recupero per i non vaccinati tra gli adolescenti e i giovani adulti, per interrompere la trasmissione di queste infezioni nel nostro Paese e aumentare la conoscenza di malattie erroneamente non più sentite come un pericolo; ad implementare la campagna vaccinale antinfluenzale, per arrivare nel più breve tempo possibile ad una copertura capace di garantire standard ottimali su tutto il territorio nazionale.

È importante sostenere la vaccinazione tra gli operatori della scuola e della sanità, è necessario rafforzare il sistema vaccinale in autorevolezza, in trasparenza, indipendenza, omogeneità, capacità di ascolto e flessibilità, attraverso una uniformità delle procedure, la informatizzazione, come previsto nel Piano nazionale, superando l'aspetto a macchia di leopardo regionale, per raggiungere un sistema informativo e di sorveglianza delle vaccinazioni snello, completo ed efficace.

La questione maggiore, riguardo alla trasparenza, più volte richiamata nella mozione, sia in premessa che negli impegni, nasce, oltre che dalla fase culturale che stiamo vivendo, dalla necessità di ritessere su solide basi un rapporto di fiducia tra popolo e istituzioni, tra pazienti e sistema sanitario, tra utenza e mondo del farmaco. Chiediamo, a questo proposito: il sostegno delle regioni per il potenziamento dei centri di farmacovigilanza e il monitoraggio; che le aziende produttrici dei vaccini lavorino come stabilito sul risk management in studi finalizzati a identificare e caratterizzare il rischio intrinseco al vaccino; ulteriore trasparenza nelle modalità di acquisto dei vaccini, come segnalato dall'antitrust; posizioni chiare, trasparenti e indipendenti dalle autorità mediche in merito ai profili dei prodotti vaccinali.

Affrontiamo un tema delicato, quello dei danni da vaccini, e affrontiamo anche quello dei militari danneggiati dai vaccini, sollevato in altre mozioni. La discussione sui militari non può alterare e non può invadere il processo di vaccinazione generale; sono casi isolati, legati presumibilmente a conservazione anomala e a percorsi che meritano linee guida dell'Istituto superiore di sanità. Queste le parole chiave.

Voteremo favorevolmente alle parti di mozioni che hanno avuto parere favorevole dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colonnese ed altri n. 1-01683, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

Scusatemi, devo revocare la votazione, revoco la votazione.

I presentatori della mozione Colonnese ed altri n. 1-01683 non hanno accettato le riformulazioni richieste dal Governo relativamente ai capoversi dodicesimo, tredicesimo, quindicesimo, diciassettesimo e ventiduesimo del dispositivo. Pertanto, su tali capoversi, il parere del Governo si deve intendere contrario.

Contestualmente, i presentatori hanno richiesto la votazione parti separate, nel senso di votare le parti della mozione su cui il parere del Governo è contrario, distintamente da quelle su cui il parere del Governo è favorevole.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colonnese ed altri n. 1-01683, limitatamente alla premessa e ai capoversi primo, secondo, terzo, quarto, sesto, ottavo, nono, decimo, undicesimo, dodicesimo, tredicesimo, quattordicesimo, quindicesimo, sedicesimo, diciassettesimo e ventiduesimo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colonnese ed altri n. 1-01683, limitatamente ai capoversi quinto, settimo, diciottesimo, diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione della mozione Fossati ed altri n. 1-01750.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni richieste dal Governo, mentre non hanno accettato di espungere i capoversi primo e secondo del dispositivo. Contestualmente hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi primo e secondo del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole, quindi, congiuntamente, i capoversi primo e secondo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fossati ed altri n. 1-01750, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi primo e secondo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fossati ed altri n. 1-01750, limitatamente ai capoversi primo e secondo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione della mozione Lenzi, Marazziti ed altri n. 1-01751.

Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la premessa, congiuntamente ai primi undici capoversi del dispositivo, quindi congiuntamente i restanti capoversi del dispositivo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lenzi, Marazziti ed altri n. 1-01751, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, limitatamente alla premessa e ai capoversi primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo e undicesimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lenzi, Marazziti ed altri n. 1-01751, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, limitatamente ai capoversi dodicesimo, tredicesimo, quattordicesimo, quindicesimo, sedicesimo, diciassettesimo e diciottesimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scopelliti e Bosco n. 1-01752, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01753, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01754, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione della mozione Rondini ed altri n. 1-01755.

Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione richiesta dal Governo relativa al quinto capoverso del dispositivo e contestualmente hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza a eccezione dei capoversi terzo e quinto del dispositivo e il parere del Governo è contrario e, quindi, congiuntamente i capoversi terzo e quinto del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01755, ad eccezione dei capoversi terzo e quinto del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01755, limitatamente ai capoversi terzo e quinto del dispositivo, quest'ultimo come riformulato su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2098 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 18 novembre 2009 e a Quito il 20 novembre 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 4465) (ore 17,47).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4465: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 18 novembre 2009 e a Quito il 20 novembre 2009.

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 4465)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4465)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprime il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, sugli ordini del giorno Carrescia n. 9/4465/1 e Palese n. 9/4465/2 il parere è favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4465)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Edmondo Cirielli, che non c'è. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giorgio Airaudo. Ne ha facoltà.

GIORGIO AIRAUDO. Presidente, credo che quest'Aula, molte volte, quando vota delle ratifiche, lo faccia con una certa leggerezza. Siamo di fronte alla ratifica di un accordo internazionale che non vede il nostro Paese coinvolto in un'alleanza militare di difesa particolare e non vede neanche un impegno continentale, essendo l'Ecuador un Paese non confinante o non prossimo ai nostri confini, il cuore di questo Accordo è però l'articolo 5, che è un articolo che riguarda lo scambio di armamenti; non solo lo scambio di armamenti e di tecnologie tra le nostre difese, quella dell'Italia e quella dell'Ecuador, ma anche tra le imprese. Infatti, con delega dei Governi, anche le singole imprese possono collaborare, in modo particolare per quel che riguarda l'industria militare navale.

Francamente, credo che siamo di fronte ad un Accordo, come altri su cui discuteremo, superfluo, perché esiste già una legge, la n. 185, che regola i trasferimenti di sistemi d'arma. Che ci sia bisogno di ratificare accordi al di fuori di alleanze di difesa o di alleanze internazionali è qualcosa che nasconde, in verità, l'attività economica legata all'industria delle armi. Io sono un vecchio obiettore di coscienza e da obiettore di coscienza, nella mia seconda vita, quella di sindacalista, ho seguito anche molte aziende che producevano sistemi d'arma, per l'Aeronautica in modo particolare, poiché nella mia città ha sede Alenia.

Penso che sia assai discutibile che si usino gli accordi internazionali per continuare a sviluppare tecnologie sui sistemi d'arma e a produrre lavoro legato all'industria militare, di cui, peraltro, stiamo perdendo il controllo delle tecnologie, perché ce ne sono ampi esempi, il più macroscopico è quello che riguarda gli F-35, come sapete, di cui non conserviamo nessuna tecnologia, ma ci occupiamo di assemblarne le parti più povere.

Francamente credo che non abbiamo bisogno di accordi di questo tipo, per cui dichiaro il voto di astensione del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Giovanna Martelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNA MARTELLI. Signor Presidente, la situazione politica, sociale ed economica dell'Ecuador è sostanzialmente stabile: il Governo di Rafael Correa, in continuità quello di Lenín Moreno, ha di fatto consolidato uno sviluppo sistemico che tiene conto della condizione sociale del Paese. Nel 2014 il rapporto di UNDP attesta l'indice dello sviluppo umano allo 0,71 per cento: certamente non un dato meritorio per il Paese.

Questo anche per effetto della dollarizzazione vigente dal 2000, che ha creato un profondo disequilibrio nei diversi strati sociali della popolazione. Particolarmente vulnerabili le popolazioni native, concentrate principalmente nelle zone rurali, che rappresentano circa il 40 per cento della popolazione.

Nel 2000, proprio in occasione della dollarizzazione del Paese, oltre 800.000 contadini organizzarono proteste in tutto il Paese. Nonostante questo quadro sociale, il Presidente Correa prima e Lenín Moreno dal 2017 hanno portato il Paese a migliorare progressivamente la condizione sociale. Alcuni dati: il tasso di povertà passa dal 36,5 per cento al 22,5 per cento, con una crescita media annua dei redditi pro capite pari all'1,5 per cento; un calo dell'indice di Gini dallo 0,55 allo 0,47 per cento, un caso raro e significativo per uno Stato latino americano.

Da sottolineare la valenza politica internazionale dell'Ecuador, che rappresenta in quell'area un argine progressista alla deriva populista e di destra che sta attraversando l'America Latina. Proprio per questa collocazione politica e per il tipo di politica espressa dello Stato ecuadoriano, il Paese accoglie decine di migliaia di rifugiati dei Paesi confinanti, in particolare rifugiati colombiani.

Sul tema della mobilità umana, l'Ecuador ha introdotto, nel gennaio 2017, una legge che regola con efficacia la situazione delle persone in transito, inclusi i rifugiati, richiedenti asilo, apolidi e vittime di tratta. La legge stabilisce principi importanti, uno su tutti la non criminalizzazione della migrazione irregolare.

Considerato quanto esposto, l'Accordo di cooperazione è insufficiente e superato, tuttavia, considerata l'affidabilità del Governo ecuadoriano, esprimiamo voto di astensione sulla ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo e chiedere di poter consegnare il testo del mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Presidente, anche noi voteremo favorevolmente a questa ratifica, come faremo anche con le successive. Abbiamo sempre votato favorevolmente a ogni ratifica internazionale e lo facciamo nel rispetto delle normative internazionali, perfettamente consapevoli che l'espansione delle attività economico-produttive dell'Italia nel mondo sono estremamente importanti per le nostre aziende e per fare in modo che il nostro Paese possa svolgere un ruolo sempre maggiore.

È pur tuttavia vero che, naturalmente, in tante circostanze, vengono sollevate problematiche relative anche al rispetto dei diritti umani e non credo che questi accordi non ne facciano menzione, tanto meno credo che il Governo, qualunque esso sia, possa non farsi carico di rispettare le condizioni in termini di diritti umani, minime o importanti che siano, a livello generale, secondo gli standard che sono riconosciuti dalle principali organizzazioni internazionali che operano in questo settore.

Non vediamo alcuna criticità da questo punto di vista, perché riteniamo che l'espansione di queste attività sia pienamente e perfettamente consentita dalla normativa nazionale, che da sempre vige e regola questo settore, e lo stesso succede per la maggior parte dei Paesi che hanno un settore importante nel campo dalla difesa. Vediamo quello che sta succedendo, per esempio, a livello europeo, con finalmente - forse - i primi accenni di una politica industriale nel settore della difesa, cosa che noi da tempo immemorabile stiamo dicendo. Non si capisce per quale motivo non dovremmo essere al passo con i tempi e cercare anche di dare il nostro contributo sotto il profilo produttivo in questo settore. Voteremo quindi favorevolmente a quest'Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Del Grosso. Ne ha facoltà.

DANIELE DEL GROSSO. Presidente, intervengo solo per dichiarare il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cassano. Ne ha facoltà.

FRANCO CASSANO. Con la ratifica di questa sera di questo Accordo sulla cooperazione nel settore della difesa tra Italia e Ecuador prosegue l'attenzione del nostro Paese verso quella regione andina. Per quanto riguarda il disegno, bisogna ricordare che l'impegno economico è molto basso, pari a 5.000 euro ad anni alterni. Infine, per quello che riguarda il contenuto, bisogna, in coerenza con quanto detto prima, ricordare che esso concerne la nostra presenza nella regione, fondamentalmente attraverso attività molto specifiche, come scambi di informazione militare, ricerca, sviluppo e acquisizioni di prodotti e servizi della difesa e, infine, aspetti ambientali dell'attività militare, formazione e addestramento dei relativi militari. Le forme attraverso le quali questa si struttura sono la cooperazione dei ministeri e la partecipazione reciproca alle attività di formazione ed esercitazione. È prevista, infine, anche la visita a navi da guerra oltre allo scambio di armamenti da attuarsi, secondo il modello, da Paese a Paese e, particolarmente, nel rispetto dalla legge n. 185 del 1990. Gli articoli 7 e 8 dell'Accordo individuano, inoltre, le attività comuni nell'area dell'industria per la difesa, le attività di ricerca e sviluppo nonché la mutua assistenza tra le parti. Dichiaro, pertanto, il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico al provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4465)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4465:

S. 2098 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 18 novembre 2009 e a Quito il 20 novembre 2009" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2100 - Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Perù per la cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e dei materiali per la difesa, fatto a Roma il 17 marzo 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4466) (ore 18,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4466: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Perù per la cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e dei materiali per la difesa, fatto a Roma il 17 marzo 2010.

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 4466)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4466)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, chiedo al Governo di esprimere il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Parere favorevole, su tutti e tre.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4466)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Edmondo Cirielli. Che non c'è.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mario Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo, chiedo l'autorizzazione a consegnare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA. Presidente, ci sono diversi modi possibili per valutare l'atto che oggi stiamo per approvare; può essere considerato un atto dovuto, un semplice passaggio burocratico in Parlamento, una delle tante ratifiche che, ogni settimana, ogni mese, questa Camera è chiamata a fare, oppure può essere considerato, questo, un passaggio di significato politico, non tanto per il merito della ratifica, perché come è noto… scusi, Presidente, è complicato intervenire…

PRESIDENTE. … Ha ragione! Per favore, colleghi, il tono della voce, per favore. Prego, collega.

STEFANO FASSINA. L'Accordo, se lo limitiamo al suo oggetto in senso più stretto, prevede una cooperazione bilaterale, con un Paese come il Perù, sulla sicurezza e la difesa, in particolare per quanto riguarda le forniture che la parte italiana farà in termini di assistenza e supporto di carattere tecnico e logistico. Tuttavia, questo Accordo e le attività che prevede sono in un ambito in cui c'è uno scambio, c'è un trasferimento di materiale militare, di sistemi d'arma e la relativa assistenza. Ecco, come quest'Aula sa, nel 1990 il Parlamento ha approvato una legge sulla quale allora si riponeva una grande aspettativa, la legge n. 185 che, appunto, ha come oggetto il trasferimento dei sistemi d'arma.

Quella legge voleva dare attuazione alla nostra Costituzione, all'articolo 11 della nostra Costituzione; quella legge ha come obiettivo esplicito quello di evitare che vi siano trasferimenti di sistemi d'arma a Paesi che utilizzano quei sistemi d'arma in attività che, appunto, contraddicono radicalmente la nostra Costituzione. Ebbene, noi avremmo preferito, come ha, prima di me, sottolineato il collega Airaudo nel caso dell'Ecuador, avremmo trovato molto più sensato sul piano politico, che questo accordo con il Perù, sebbene di portata limitata, fosse iscritto e fosse realizzato nell'ambito di quella legge: una legge che prevede che vi sia una relazione annuale sulle vendite dei sistemi d'arma, sulle attività di assistenza tecnico-logistica, sui sistemi d'arma venduti; una relazione che invece è sistematicamente carente, carente di informazioni fondamentali.

Da ultimo noi ci siamo concentrati sulla vendita all'Arabia Saudita e l'utilizzo che ne fa quel Paese per l'offensiva nello Yemen: ecco, noi avremmo preferito che anche un accordo che ha una portata limitata, come è indicato negli articoli del provvedimento che stiamo andando a valutare e poi a ad approvare, fosse iscritto nella legge n. 185 del 1990. Così non è, e quindi noi non ci possiamo associare, Sinistra Italiana-Possibile non si associa ad un voto positivo che, ripeto, non ha nulla contro il Perù: ha però l'obiettivo di riportare in un quadro sistematico e in un quadro sistematico efficiente, funzionante, attività che hanno un rilievo di carattere costituzionale. Quindi voteremo contro questi provvedimenti, voteremo contro la ratifica; ma ripeto, non è da intendersi in senso specifico contro un Paese rispetto al quale non abbiamo alcuna valutazione negativa, anzi, esattamente il contrario, ma per una legislazione che sia sistematica e che consenta alla Camera di svolgere il suo lavoro di vigilanza, di valutazione di quello che avviene su attività così delicate (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo e chiedo di poter consegnare l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Michele Piras. Ne ha facoltà.

MICHELE PIRAS. Presidente, mi limito a comunicare l'astensione del gruppo di Articolo 1-MDP e a brevissime considerazioni, dieci secondi prima di chiedere la facoltà di depositare l'intervento. Credo che ci troviamo di fronte ad un caso assai controverso, che spesso ci capita in sede di ratifica di trattati internazionali: ci troviamo di fronte ad un Paese che vorremmo più democratico e che in realtà non lo è; ci ritroviamo in una palese contraddizione con il dettato della legge n. 185 del 1990, ci ritroviamo di fronte ad un Paese che è uscito da una durissima guerra civile, che ha registrato, si stima, non meno di 70 mila morti; ci troviamo di fronte ad un Paese che solamente a leggere il report 2016-2017 di Amnesty International è un Paese che non possiamo considerare a democrazia matura. Per questo, nella contraddittorietà di un provvedimento che si vorrebbe di maggiore cooperazione, noi, non pensando che sia utile tagliare i ponti e le relazioni diplomatiche con il Perù, riteniamo che sul piano dei trasferimenti di sistema d'arma e di know how militare servirebbe una maggiore riflessione di quella che attualmente stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio, è autorizzato a consegnare.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Presidente, voteremo favorevolmente e chiedo di poter consegnare il testo.

PRESIDENTE. Sì, è autorizzato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI. Presidente, ancora una volta siamo di fronte ad un provvedimento in materia di difesa: con questo disegno di legge di ratifica del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e materiali per la difesa sottoscritto dal marzo 2010 tra Italia e Perù, si rinnova un precedente documento bilaterale risalente al 2002, ed esso ha lo scopo di fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione fra i due Paesi nel settore della difesa, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di indurre positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali delle rispettive economie.

Il testo bilaterale prevede innanzitutto che la cooperazione deve basarsi sul principio della reciprocità e svolgersi in conformità con gli ordinamenti giuridici dei due Paesi. Si definiscono inoltre gli obblighi di assistenza e supporto tecnico-logistico che l'Italia è tenuta ad assicurare in relazione a sistemi, materiali e mezzi di provenienza italiana. L'accordo prevede anche l'istituzione di una commissione mista, composta da rappresentanti dei due Ministeri della difesa; la commissione è chiamata a riunirsi almeno una volta all'anno. Il disegno di legge di ratifica si compone di cinque articoli, che dispongono rispettivamente in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione e alla copertura finanziaria. Gli oneri economici sono quantificati in circa 22 mila euro ad anni alterni, per le spese di missione dei membri della commissione mista di difesa e sicurezza.

In Perù però, signor Presidente, noi ci teniamo a segnalare che evidentemente ci sono esigenze diverse: dovremmo proporre collaborazioni industriali differenti, e non puntare esclusivamente sul settore della difesa. Anche perché ci sono diversi settori su cui bisognerebbe investire: il Perù ad esempio si sta sviluppando molto sul settore delle metropolitane e dei gasdotti; quindi perché puntare esclusivamente su un settore che ha risvolti anche negativi per quanto riguarda l'armamento?

Ci sono quindi, come dicevo, altre industrie che invece andranno autonomamente ad investire per lo sviluppo del Perù, senza supporto dei Governi, senza quel sistema Paese di cui tanto spesso il Governo si riempie la bocca, mentre solo un'industria precisa potrà fare affari. L'ennesimo accordo, questo, che viene stipulato con un altro Paese al fine di aumentare la cooperazione militare tra Stati, e quindi anche la vendita di armi. Noi riteniamo che in questo Paese il modello di difesa, il modello di politica estera vadano completamente riformati, basandoli su modalità completamente opposte a questa: ciò che dev'essere esportato non sono solo le armi, ma ad esempio il made in Italy; devono essere sottoscritti accordi di tipo commerciale, che consentano la semplificazione delle esportazioni e di ciò che l'Italia produce, ma questo non si fa. Questo Governo non dà alcuna importanza alle potenzialità economiche offerte dal Perù, ma continua a focalizzarsi soprattutto su accordi e memorandum di intesa esclusivamente in materia di difesa, per vendere in sostanza armamenti, come dicevo prima.

In Perù negli ultimi anni si sta consolidando un programma di investimenti pubblici per grandi progetti: Metropolitana di Lima, linea 3 e linea 4, Gasdotto Sud, Aeroporto, da realizzare attraverso concessioni e consorzi a gruppi privati. Tale programma apre notevoli prospettive e possibilità per le imprese italiane del settore infrastrutture, e non solo. Le maggiori opportunità che possono derivare all'industria italiana sono nella politica di sviluppo della qualità, attraverso l'aumento di strutture destinate al miglioramento ed al controllo della qualità dei servizi e dei prodotti, per l'adeguamento agli standard internazionali. Altro settore è lo sviluppo di parchi industriali, dal momento che è prevista la creazione di 7-8 parchi industriali; nella realizzazione di centri tecnologici, con il compito di favorire la diffusione dell'innovazione tecnologica, specialmente nei settori dell'agroindustria, dell'acquacoltura, del legno, delle calzature, del tessile, e quelli multisettoriali relativi alla logistica, refrigerazione industriale e confezionamento: tutti settori in cui le nostre industrie potrebbero inserirsi e primeggiare. Invece il nostro Governo si attiva per promuovere accordi intergovernativi solo per il settore bellico. Per questi motivi, il gruppo del MoVimento 5 Stelle voterà contrariamente a questo disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cassano. Ne ha facoltà.

FRANCO CASSANO. Con questa ratifica si rinnova un precedente documento bilaterale risalente al 2002, e si fissa la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione fra Italia e Perù nel settore della difesa, completando il percorso avviato con la ratifica degli accordi analoghi con la Colombia e l'Ecuador.

Seguendo il disegno di legge di ratifica modificato dal Senato sono da segnalare gli oneri economici per l'Italia rappresentati dalle spese di missione dei membri della Commissione mista di difesa e sicurezza, quantificati in circa 22.000 euro ad anni alterni ed è sempre ribadita la clausola di invarianza finanziaria.

Il Memorandum è composto da un preambolo e da sei articoli e istituisce una Commissione mista di sicurezza e difesa composta da rappresentanti dei due Ministeri della difesa, la quale, essendo chiamata a riunirsi almeno una volta all'anno alternatamente in Italia e in Perù, sarà preposta all'esecuzione e supervisione del Memorandum.

Venendo al contenuto dell'intesa, essa disciplina la cooperazione in tema di sicurezza e difesa basandosi sul principio della reciprocità e della conformità con gli ordinamenti giuridici dei due Paesi e prevede lo scambio di informazioni e la cessione di pezzi di ricambio, strumentazioni, attrezzature speciali e apparecchiature, l'addestramento del personale peruviano da effettuarsi presso strutture della Difesa italiana o peruviana. Tali prestazioni saranno a titolo oneroso ma non lucrativo.

Considerando tutto, dichiaro quindi il voto favorevole del mio gruppo al provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4466)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4466:

S. 2100 – “Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Perù per la cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e dei materiali per la difesa, fatto a Roma il 17 marzo 2010” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2182 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Macedonia in materia di cooperazione di polizia, fatto a Roma il 1° dicembre 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 4467) (ore 18,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4467: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Macedonia in materia di cooperazione di polizia, fatto a Roma il 1° dicembre 2014.

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 4467)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4467)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Il rappresentante del Governo ha facoltà di esprimere il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4467)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ciriacì. Ne ha facoltà.

NICOLA CIRACI'. Presidente, consegno il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cirielli, che però non è presente in aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo e chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare di Sinistra Italiana-Possibile esprimerà un voto contrario sulla ratifica per le ragioni che mi accingo immediatamente ad illustrare.

L'oggetto sostanziale della ratifica è la collaborazione bilaterale di polizia tra l'Italia e la ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Paese rispetto al quale l'ultimo rapporto di Amnesty International accende un faro obiettivamente preoccupante, per chi abbia a cuore il tema del rispetto dei diritti umani, della condizione dei migranti e della protezione dei richiedenti asilo e dei profughi.

Il rapporto di Amnesty ci dà conto di feroci discriminazioni nei confronti della popolazione rom, di rifugiati e migranti respinti collettivamente dalle frontiere macedoni in spregio ai divieti della Convenzione di Ginevra del 1951; ci parla di rifugiati e di migranti detenuti in pessime strutture; ci parla di un centro di detenzione per stranieri di Gazi Baba, a Skopje, dove ha luogo la detenzione arbitraria di migranti e richiedenti asilo ai quali viene anche impedito di contestare il diniego della protezione internazionale o ai quali viene revocato lo status di rifugiati per il semplice fatto di non avere superato i controlli di sicurezza di routine. Ancora, la Macedonia è il Paese in cui il Ministero dell'Interno ha annunciato a marzo di quest'anno la chiusura del confine meridionale con la Grecia, impedendo l'arrivo di rifugiati e migranti in quel Paese. Sempre Amnesty International ci ricorda che, fino al momento dello sgombero, avvenuto a maggio, migliaia di persone sono rimaste bloccate nel campo di fortuna di Idomeni, sul lato greco del confine.

Sono tutti elementi che ci fanno capire come in realtà l'Accordo nasconda una ulteriore applicazione della dottrina Minniti in materia di immigrazione. In pratica la ratifica riproduce su scala balcanica quella che è la dottrina Minniti, che abbiamo sperimentato sul confine marittimo del nostro Paese.

Lo riproduce su scala terrestre, bloccando di fatto attraverso la collaborazione tra le due polizie, italiana e macedone, in particolare rispetto allo scambio di informazioni sul traffico di esseri umani e sulla tratta di migranti, lo fa violando alcune norme fondamentali, tra cui l'articolo 10 della nostra Costituzione, che, lo ricordo, stabilisce che lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Ora, l'unica differenza fra gli accordi illegali fatti dal Governo italiano, in particolare dal Ministro Minniti, con il Governo di Al Sarraj in Libia, e questa tipologia di accordi bilaterali di polizia sta nel fatto che questi ultimi transitano attraverso il Parlamento, quindi hanno almeno formalmente il rispetto dell'articolo 80 della Costituzione. Gli accordi, invece, fatti con la Libia non hanno rispettato nemmeno quel presupposto costituzionale, che prevede, appunto, l'obbligo, ai sensi dell'articolo 80, di ottenere la ratifica da parte del Parlamento rispetto a tutti i trattati internazionali che abbiano natura politica o che comportino, come anche questo accordo, oneri per le finanze dello Stato.

Per tutti questi motivi, vedendo riprodotta, ripeto, su scala balcanica la dottrina Minniti, che noi abbiamo motivatamente e fortemente contrastato in ogni sede e in ogni occasione, anche in questo caso voteremo contro un accordo che nasconde una sua ulteriore applicazione (Applausidei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo e chiedo di poter consegnare l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bruno Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Voteremo favorevolmente anche a questo accordo. Da sempre noi vediamo la cooperazione nei Balcani come un elemento di priorità della nostra politica estera a tutti i livelli, quindi non soltanto, nella fattispecie, nella cooperazione di polizia, che peraltro riveste un'importanza essenziale quando si parla di traffici a ogni livello, soprattutto per quanto riguarda, evidentemente, la criminalità organizzata e il traffico illecito anche di altre sostanze stupefacenti e quant'altro.

Abbiamo sempre avuto un atteggiamento alquanto realistico e pragmatico nei confronti dell'intera regione. Da sempre abbiamo immaginato che i Balcani, essendo a noi vicini, dovrebbero avere una corsia privilegiata anche sotto il profilo delle azioni in ambito dell'Unione europea, fermo restando che sappiamo benissimo quelle che sono le problematiche connesse ad allargamenti e quant'altro e tocchiamo con mano, ogni giorno, sempre più, la realtà. Questo deve avvenire quando si parla di tematiche così importanti e così sensibili, perché poi, al di là della lotta alla criminalità organizzata e quindi della collaborazione tra forze di polizia, si richiede anche uno scambio di informazioni, che è fondamentale e che dovrebbe essere allargato, non soltanto in un ambito europeo, ma anche limitrofo, perché, come sappiamo, le criticità maggiori vengono anche e soprattutto da zone limitrofe all'Unione europea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Marta Grande. Ne ha facoltà.

MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Michele Nicoletti. Ne ha facoltà.

MICHELE NICOLETTI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico a questo provvedimento, che rafforza non solo l'applicazione delle convenzioni internazionali, ma anche la cooperazione tra i nostri due Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4467)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4467:

S. 2182 - "Ratifica esecuzione all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Macedonia in materia di cooperazione di polizia, fatta a Roma il 1° dicembre 2014" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2183 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Mozambico sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Maputo il 19 marzo 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 4468) (ore 18,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4468: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Mozambico sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Maputo il 19 marzo 2014.

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 4468)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4468)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Do la parola al rappresentante del Governo per esprimere il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il parere è favorevole.

Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4468)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Totaro. Ne ha facoltà.

ACHILLE TOTARO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Presidente, dichiaro il nostro voto favorevole e chiedo di consegnare il testo.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, signor Presidente. Noi voteremo contro. Abbiamo votato contro anche sugli articoli del disegno di legge che ratifica l'Accordo col Governo della Repubblica del Mozambico e voteremo contro non solo per la natura dell'Accordo ma anche per quello che il Mozambico è oggi, cioè un Paese che esce da una guerra civile di molti anni, un Paese che ha sofferto molto, ma anche un Paese che è così descritto nell'ultimo rapporto di Amnesty International, che cito testualmente e leggo: “Migliaia di persone sono detenute nelle prigioni del Mozambico senza che siano state giudicate colpevoli di alcun reato. Rischiano di essere detenute per mesi, a volte per anni, senza aver commesso reato. Sono persone appartenenti a gruppi sociali emarginati”. E sempre nel rapporto di Amnesty si citano una serie di violazioni dei diritti umani a danno dei rifugiati, dei richiedenti asilo, come l'UNHCR ha più volte sottolineato, con la violazione della libertà di manifestazione e di espressione e con la persecuzione di oppositori. Insomma, una situazione che desta francamente molte preoccupazioni, molte preoccupazioni, appunto, per la garanzia della tenuta di un Paese rispetto al quadro dei diritti umani e dei diritti politici e civili che un Paese dovrebbe rispettare. Ecco, fare un accordo in materia di difesa con un Paese che desta tutte queste preoccupazioni - e che Amnesty International nel suo rapporto stigmatizza come un Paese nel quale i diritti umani vengono violati - ci fa esprimere un parere contrario su questo Accordo.

Ricordo anche che noi stanziamo dei fondi per la realizzazione di questo Accordo e ricordo anche che probabilmente - anzi sicuramente - nel trasferimento dei sistemi d'arma si svilupperanno una serie di affari e ci sarà un business legato, appunto, allo scambio e al trasferimento di sistemi d'arma. Vorrei ricordare che a fronte di questo business, che probabilmente sarà un business molto consistente nei prossimi anni, leggendo il sito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e leggendo, in particolare, il sito dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo si vede che, per esempio, per la cooperazione sanitaria con il Mozambico vengono stanziati degli spiccioli, pochi milioni di euro in molti anni, a testimonianza di un impegno comunque scarso del nostro Paese rispetto alle condizioni di grave sofferenza, di grave disagio e di grave arretratezza rispetto, appunto, alle condizioni sanitarie di quel Paese.

Quindi, da una parte un Paese che desta le preoccupazioni di Amnesty International e di chi si occupa dei diritti umani per le violazioni che in questo Paese ci sono; dall'altra, un impegno del nostro Paese per sollevare il Mozambico perlomeno dalle condizioni più drammatiche dell'arretratezza, soprattutto in materia di benessere sanitario, che ci fa dire che questo Accordo forse era meglio non farlo. È per questi motivi, dunque, che il nostro gruppo voterà contro, come ha votato contro sugli articoli. Anche per le argomentazioni che hanno utilizzato i colleghi Airaudo e Fassina, auspico che quando si parla di cooperazione in materia di difesa sarebbe meglio affidarsi non a degli accordi speciali ma affidarsi a un'altra procedura, che è quella prevista dalla legge n. 185 del 1990, avendo così maggiore trasparenza e maggiore linearità dei nostri comportamenti come Governo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Preannuncio il voto favorevole del nostro gruppo e chiedo di poter consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Carlo Galli. Ne ha facoltà.

CARLO GALLI. Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto di astensione del nostro gruppo, voto che è motivato dal fatto che, a nostro giudizio, si bilanciano i motivi di forte criticità nei confronti di questa legge di ratifica dell'Accordo, motivi di criticità che nascono dal fatto che questi accordi intergovernativi consentono di abbassare in modo notevolissimo le garanzie e le cautele che la legge n. 185 del 1990 pone per quanto riguarda l'esportazione di armi.

Da una parte, quindi, questa criticità e, dall'altra, l'esigenza che il nostro Paese presti attenzione a una linea di politica di cooperazione verso il Mozambico, Paese poverissimo, Paese drammaticamente segnato dalla guerra di liberazione, Paese drammaticamente segnato dalla guerra civile, Paese nella cui pace è intervenuta l'Italia perché la pace fra le fazioni in lotta si stipulò in Roma nel 1992.

Quindi, noi pensiamo che questa sia un'occasione perché il nostro Paese possa avere un minimo di influenza sul Mozambico, un'influenza che noi auspichiamo vada nella direzione di incrementare lo sviluppo umano di quella terra che, in questo momento, è negli ultimi posti dell'indice di sviluppo umano (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia. Chiedo di consegnare il testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Preannuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marco Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Grazie, Presidente. Preannuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e chiedo l'autorizzazione a depositare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4468)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4468:

S. 2183 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Mozambico sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Maputo il 19 marzo 2014" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2882 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situati in Italia, con Allegati, fatto a Reading il 22 giugno 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 4686) (ore 18,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4686: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situati in Italia, con Allegati, fatto a Reading il 22 giugno 2017.

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 4686)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A) .

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A) .

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4686)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere.

MARIO GIRO, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, sugli ordini del giorno il parere è favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4686)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Edmondo Cirielli, che non è presente in aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mario Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo, chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giovanni Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Presidente, è un piacere intervenire su questa ratifica, perché possiamo dire in questa giornata che almeno un Centro europeo l'abbiamo portato a casa, diciamo così. Forse non abbiamo centrato il bersaglio grosso, quello è sfuggito alla monetina. A parte gli scherzi, in realtà ritengo molto importante che l'Italia abbia acquisito il Centro europeo per le previsioni meteorologiche. Sono anche molto contento, non solo per ragioni di campanile, che questo sia avvenuto nella città di Bologna. È avvenuto perché quella città, oltre a un'università molto importante è stata in grado di mettere in campo investimenti veri in ricerca, un rapporto forte di contrattazione messo in campo, insieme, dal comune, dalla regione Emilia-Romagna e, devo dire, anche dal Governo.

Sapete che in questo Paese non esiste un Centro nazionale di ricerca meteo, e questo è un handicap molto forte, che personalmente ho anche sollevato più di una volta, anche con interrogazioni parlamentari. Molte competenze sono lasciate ormai anche solo all'Aeronautica militare, quando invece andrebbero rese civili; molte altre sono inframmezzate fra diverse regioni, invece andrebbero messe in comune, anche perché una razionalizzazione e maggiori investimenti sul settore sarebbero molto utili in un Paese che, come sappiamo, ultimamente soffre fortemente i fenomeni atmosferici. Parliamo sempre di manutenzione del suolo, di manutenzione degli argini, di maggiore tutela ambientale, ma anche le capacità predittive sotto questo aspetto sono molto importanti. Aver ottenuto questo riconoscimento credo potrà farci fare dei passi in avanti significativi.

Per il momento, sostanzialmente si tratta di localizzare a Bologna un grande calcolatore, un grande elaboratore di informazione, uno dei più grandi del mondo. Grazie a questa operazione si recupera una struttura importante come era l'ex Manifattura tabacchi, sul cui destino per molti anni la comunità locale ha dibattuto facendo fatica a trovare una soluzione, che invece c'è. L'augurio è che questo sia solo un primo passo, e che serva a costruire proprio a Bologna e proprio intorno a questo calcolatore un vero e proprio polo della ricerca meteorologica. Possono sembrare questioni secondarie, ma non lo sono. Anzi, credo che questa ratifica per una volta dimostri che, quando le istituzioni lavorano insieme, e lo fanno fino in fondo, mettendo in campo non suggestioni bensì appunto risorse materiali e le infrastrutture, anche immateriali, anche di conoscenza, anche di ricerca, di cui questo Paese in realtà è ricco, fanno una cosa molto positiva, tanto per la comunità locale che per il Paese. L'invito, a questo punto - ritorno da dove avevo cominciato e chiudo - è che si sia conseguenti fino in fondo: si è fatto un investimento importante, si è acquisita una risorsa importante dall'Europa, investiamo fino in fondo nei servizi in meteorologia, a partire finalmente da un'agenzia nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo e chiedere di consegnare il testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Presidente, voteremo ovviamente favorevolmente alla ratifica di questo Accordo; siamo ben contenti che questo sia accaduto. Faccio simpaticamente notare al Governo che evidentemente abbiamo un “accanimento terapeutico geografico” con l'Olanda, perché, al di là dei sorteggi, che possono essere una lotteria di rigori, ricordo che, anche quando si trattò dell'assegnazione del seggio non permanente per il biennio al Consiglio di sicurezza, andammo a pari punti in Assemblea Generale con l'Olanda, e poi è finita come sappiamo, con questa sorta di suddivisione un tantino anacronistica e abbastanza curiosa, come curioso è probabilmente questo sorteggio. Anzi, fin troppo lo è stato. Mi dilungo un attimo su questa cosa, perché onestamente riteniamo che, anche come Governo Berlusconi, nel 2003, quando riuscimmo a portare a Parma l'Authority per la sicurezza alimentare, si fece un lavoro di squadra. Non mettiamo in dubbio il lavoro di squadra che anche questa volta è stato fatto dal Governo e dalle altre istituzioni impegnate a livello locale, però ci sia consentito almeno di sottolineare come, probabilmente, dal punto di vista della memoria storica, molto spesso accade che queste candidature a livello internazionale vengano supportate a livello locale guarda caso quando ci si accinge nella dirittura finale. Peccato che altri Paesi, forse un tantino più organizzati, riescano a fare questo molto prima e molto meglio, poi non ci si deve stupire se certi risultati vengono ottenuti meglio e prima di noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI. Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle e chiedere di consegnare il testo della dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. E' autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Carrozza. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA CARROZZA. Presidente, vorrei dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4686)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 4686:

“S. 2882 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situato in Italia, con Allegati, fatto a Reading il 22 giugno 2017” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Interventi di fine seduta (ore 19).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Marilena Fabbri. Ne ha facoltà.

MARILENA FABBRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in quest'Aula per esprimere la mia solidarietà ad Emma Bonino, una donna impegnata da sempre per l'estensione dei diritti in Italia e nel mondo, ingiuriosamente accostata alla figura del capomafia Riina, nonché per esprimere lo sconcerto e lo sdegno di fronte all'ennesimo post comparso sui social che offende le donne di questo Paese. Con la domanda se abbia più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino, un sacerdote bolognese, docente della Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna, è intervenuto sul suo profilo pubblico di Facebook. La gravità di questa affermazione sta nel ruolo ricoperto dall'autore di questo post, un sacerdote dedito all'insegnamento e punto di riferimento per le nuove generazioni di teologi o sacerdoti, per la minimizzazione della condanna, che si dovrebbe invece rivolgere unanimemente verso un capomafia efferato, e l'attacco alla legge n. 194 del 1978, legittimamente approvata dal Parlamento italiano e confermata con referendum con il voto di oltre 20 milioni di cittadini, una legge che ha rappresentato una conquista per l'autodeterminazione delle donne e ha contribuito a salvare la vita di centinaia di migliaia di donne nel nostro Paese, facendo emergere ed interrompere l'aberrante fenomeno degli aborti clandestini.

L'indice viene sempre e comunque puntato contro le donne, mai, invece, viene messa in discussione la responsabilità maschile, a cominciare da quella culturale, o la necessità di rafforzare i presupposti indispensabili e necessari a una genitorialità condivisa, consapevole e sostenibile. Spiace, soprattutto, che queste parole arrivino da un uomo di chiesa che, così facendo, ha offeso la dignità delle donne, richiamata già dal Papa Giovanni Paolo II nell'Enciclica Mulieris dignitatem. Già un altro sacerdote, a Bologna, nei giorni scorsi, sempre su Facebook, aveva dichiarato di non provare pietà per una ragazza di diciassette anni vittima di stupro.

Queste amare vicende mettono ancora una volta a nudo un uso a dir poco leggero e allarmante dei social network, che non risparmia neppure chi dovrebbe svolgere ruoli di guida spirituale, ma, soprattutto, il radicamento profondo di una cultura maschilista che rinnega le proprie responsabilità, mette in discussione i diritti acquisiti e colpevolizza le donne, facendole diventare vittime due volte, prima, per l'offesa e, poi, per il giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Alessandro Bratti. Ne ha facoltà.

Colleghi, il tono della voce, per favore. Sta parlando il collega Bratti.

ALESSANDRO BRATTI. Lo scorso 14 novembre è scomparso, all'età di settant'anni, Roberto Mezzanotte, ingegnere, consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati delle ultime due legislature, durante le quali ha fornito un contributo importante e significativo all'attività della Commissione stessa.

Uomo di grande cultura, autorevole nel proprio lavoro, ha riscosso incondizionata stima in Italia e all'estero, andando a ricoprire numerosi e prestigiosi incarichi che sarebbe impossibile riassumere in pochi minuti.

La sua carriera è stata segnata dall'attività svolta presso l'ISPRA dove ha, a lungo, diretto il dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, come anche dall'attività svolta presso l'ANPA e l'ENEA, dove pure ha ricoperto incarichi apicali.

In particolare, voglio sottolineare la sua attività quale componente delle delegazioni italiane ai negoziati per la definizione di trattati internazionali in materia di sicurezza nazionale e di radioprotezione, di sviluppo ed elaborazione della normativa in tema di sicurezza nucleare, radioprotezione a diversi livelli…

PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore…

ALESSANDRO BRATTI. …nonché quelli per la predisposizione di schemi di decreti legislativi, su tutti il n. 230 del 1995 che disciplina ancora oggi la tutela dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente dalle radiazioni ionizzanti.

L'ingegner Mezzanotte ha, inoltre, partecipato a numerosi gruppi di lavoro di enti di normazione tecnica, di organi comunitari e internazionali, nonché all'elaborazione di direttive comunitarie di radioprotezione. È stato, altresì, componente di numerose delegazioni italiane ai negoziati per la definizione di trattati internazionali in materia di sicurezza nucleare.

La figura di Roberto Mezzanotte era, quindi, conosciuta e apprezzata anche all'estero, come la Commissione d'inchiesta ha avuto modo di riscontrare nel corso delle missioni svolte presso quei Paesi stranieri che ospitano impianti di rifiuti nucleari.

Io, però, in questa sede, non vorrei solo limitarmi a sottolineare i passaggi della sua prestigiosa carriera, ma vorrei anche evidenziare il suo tratto umano, caratterizzato da una signorilità riconosciuta e apprezzata da tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Con Roberto Mezzanotte non ci lascia solo una personalità di indiscusso livello morale e professionale, ma viene meno una persona che ha dedicato una parte significativa della propria vita alle istituzioni presso cui ha prestato servizio con onore, riscuotendo l'incondizionato apprezzamento di tutti coloro che lo hanno conosciuto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vignaroli. Ne ha facoltà.

STEFANO VIGNAROLI. Grazie, Presidente. Mi collego al discorso del presidente Bratti per ricordare anch'io l'ingegner Mezzanotte. Lo conobbi, appunto, come consulente della Commissione, nel 2014, ed era un uomo che, veramente, aveva un grande senso delle istituzioni, e una grande competenza; mi aiutò tanto, facemmo insieme la relazione sui rifiuti radioattivi, io probabilmente, cinque anni fa, non sapevo nemmeno la differenza tra un radionuclide e un'autoradio. Io dicevo sempre così e lui, quindi, era sempre disponibile. Poi, soprattutto, era un uomo d'altri tempi, un gentiluomo, era un po' come uno zio che chiunque vorrebbe avere, insomma, mi ci ero affezionato; sembrerà strano, ma mi ci ero affezionato tanto e mi mancherà, anche, vedere le partite della Roma con lui, proprio adesso che la Roma sta cominciando a ringranare e a vincere. Ciao, Roberto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Camilla Sgambato. Ne ha facoltà.

CAMILLA SGAMBATO. Presidente, intervengo in Aula, stasera, per denunciare un fatto, a mio avviso, gravissimo. Prata Sannita è un piccolo borgo in provincia di Caserta, di circa 1.500 abitanti, che ospita, ormai da quattro anni, un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Sabato prossimo, esattamente di fronte al centro, verrà inaugurata la nuova sezione di Forza Nuova, con l'intervento di Roberto Fiore, segretario nazionale.

Parliamo, come sapete bene, di militanti neofascisti che si scagliano contro qualsiasi forma di integrazione dei migranti, siano essi adulti o bambini. Nei giorni scorsi hanno anche esibito striscioni contro la Chiesa, contestando l'accoglienza offerta nei patronati ai migranti provenienti dall'ex base di Conetta. Ma la storia recente è piena di episodi simili; qui, questa volta, però, a peggiorare il quadro, vi è la presenza di ragazzini che non meritano di essere lasciati soli, di fronte a questo tentativo chiaramente provocatorio e violento. Perché, infatti, aprire una sede di neofascisti, proprio lì?

In Aula denuncio, quindi, l'intento provocatorio di inaugurare la sede di Forza Nuova vicino al centro di accoglienza e la volontà intimidatoria che si nasconde dietro questo gesto. I bambini e gli operatori hanno diritto di vivere in serenità, di lavorare in un luogo sicuro, lontani da chi, negli ultimi anni, si è reso protagonista di blitz, di pestaggi e di violenze; stiamo parlando di gente che parla di sostenere la rivolta popolare per la difesa di Roma contro chi vuole farci diventare minoranza a casa nostra, oppure di chi parla di ergere barricate contro i migranti.

Esprimo, dunque, la mia solidarietà alla comunità e agli operatori e mi auguro che nelle prossime ore tutte le forze democratiche a cui mi appello si pronuncino contro questo tentativo intimidatorio e a sostegno dei minori e degli operatori del centro di accoglienza di Prata Sannita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Sollecito la risposta all'interrogazione n. 4-00244 dell'aprile 2013 e all'interrogazione n. 4-15214 del 16 e 18 gennaio 2017. Nella prima interrogazione, con gli altri firmatari, ponevamo la questione della potabilità dell'acqua proveniente dall'invaso artificiale dell'Alaco che rifornisce un terzo della popolazione calabrese nelle province di Vibo, Catanzaro e Reggio; nella seconda, invece, evidenziavamo problemi analoghi e gravi per l'acqua potabile con riferimento al comune, nel Vibonese, di Ricadi e di altri limitrofi.

Chiedevamo, dunque, una campagna straordinaria di analisi delle acque e di monitoraggio della rete idrica, indispensabili alla luce delle rilevate assenze di certezze. Nel primo atto segnalavamo anche la vicenda gravissima del ritrovamento di valori di benzene in quantità ottocento volte superiori al consentito. Ancora, citando servizi giornalistici ed inchieste della magistratura, per l'invaso e il suo schema idrico rendevamo conto di una serie di problemi aperti, un danno erariale di quasi 70 milioni di euro, una sequela di errori amministrativi e di insane pratiche di gestione accompagnate ovviamente da procedimenti penali.

Con il collega, deputato Parentela, informammo le prefetture delle tre citate province e promuovemmo un tavolo tecnico presso la prefettura di Catanzaro per la risoluzione del problema principale, relativo alla molto dubbia potabilità dell'acqua proveniente dall'invaso dell'Alaco. Anche il prefetto catanzarese Luisa Latella fu immediato nell'agire, ma la regione a guida Oliverio del Partito Democratico non ci ha dato più risposte.

Ad oggi, permangono i silenzi, le omissioni e l'indifferenza istituzionale. In tutto, oltre 600 mila calabresi potrebbero ammalarsi di tumore o altro, ma il Governo nazionale non risponde. Questo è immorale e disumano e, assieme, inaccettabile. Spero presto in una risposta da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 novembre 2017, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16,30)

1. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione della questione sospensiva presentata):

S. 951-1082 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: DE MONTE; BELLOT ed altri: Distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e aggregazione alla regione Friuli Venezia Giulia (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4653)

Relatore: MAZZIOTTI DI CELSO.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

LAFORGIA ed altri: Modifica dell'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e altre disposizioni concernenti la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento illegittimo. (C. 4388-A)

e dell'abbinata proposta di legge: AIRAUDO ed altri. (C. 4610)

Relatori: DI SALVO, per la maggioranza; AIRAUDO, di minoranza.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 2227 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: FABBRI ed altri: Disposizioni per la celebrazione dei centocinquanta anni dalla morte di Gioachino Rossini (Approvata dal Senato). (C. 4665)

Relatrice: MANZI.

4. Discussione dei disegni di legge:

S. 2823 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese relativo all'attuazione di un servizio di autostrada ferroviaria tra l'Italia e la Francia, fatto a Lussemburgo il 9 ottobre 2009 (Approvato dal Senato). (C. 4685)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 2673 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui privilegi e le immunità del tribunale unificato dei brevetti, fatto a Bruxelles il 29 giugno 2016 (Approvato dal Senato). (C. 4469)

Relatrice: CARROZZA.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017; b) Scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM aggiuntivo all'Accordo di Parigi del 27 aprile 1957 e allo Scambio di note del 7 gennaio 1963 sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, fatto a Roma il 17 marzo 2017; c) Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017; d) Carta istitutiva del Forum internazionale dell'energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011; e) Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017. (C. 4609-A)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 2772 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: A) Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un Impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X, con allegati, fatta ad Amburgo il 30 novembre 2009; B) Protocollo di adesione del Governo della Federazione russa alla Convenzione del 16 dicembre 1988 sulla costruzione e sulla gestione del laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (ESRF), fatto a Grenoble il 23 giugno 2014 e a Parigi il 15 luglio 2014; C) Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un Impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno di Spagna, con Allegato, fatto a Berlino il 6 ottobre 2011 (Approvato dal Senato). (C. 4684)

Relatrice: CARROZZA.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione di competizioni sportive, fatta a Magglingen il 18 settembre 2014. (C. 4303)

Relatrici: MORANI, per la II Commissione; QUARTAPELLE PROCOPIO, per la III Commissione.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003. (C. 4475)

Relatore: GIANNI FARINA.

S. 2674 - Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti all'Accordo istitutivo del Fondo comune dei prodotti di base del 27 giugno 1980, adottati a L'Aja l'11 dicembre 2014 (Approvato dal Senato). (C. 4470)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 2709 - Ratifica ed esecuzione dell'emendamento all'articolo 124 dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, adottato a L'Aja con risoluzione ICC n. 2 del 26 novembre 2015 (Approvato dal Senato). (C. 4471)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

La seduta termina alle 19,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MARIO SBERNA E STEFANO BORGHESI (A.C. 4465)

MARIO SBERNA. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4465). L'Accordo di cooperazione in oggetto è stato fatto a Roma e Quito rispettivamente il 18 e 20 novembre 2009, ed intende favorire un processo di stabilizzazione nella strategica regione andina settentrionale. L'Accordo si compone di un preambolo e di 15 articoli.

Appare particolarmente importante l'articolo 5 dell'Accordo, che è dedicato allo scambio di armamenti, ed in base al quale si potrà procedere allo scambio di materiale bellico, armi e munizioni, attuato sia con la modalità diretta "Da Paese a Paese", sia previa autorizzazione rilasciata dai rispettivi Governi ad un'azienda privata. Appare significativo anche il successivo articolo 6 che, invece, riguarda la tutela della proprietà intellettuale, derivante da iniziative condotte in conformità con l'Accordo in votazione, oltre che con il diritto interno dei due Paesi e con gli accordi internazionali cui esse sono vincolate.

La legge di autorizzazione alla ratifica è composta da cinque articoli ed è stata approvata, con modifiche rispetto al testo originario, il 4 maggio 2017, ed inviata alla Camera il successivo 5 maggio. In particolare, come sempre in questo tipo di leggi, l'articolo 3 comma I provvede alla copertura finanziaria: si autorizza ad anni alterni e con decorrenza dal 2017, la spesa di 5.012 euro. La copertura si rinviene mediante corrispondente riduzione del Fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio triennale 2017-2019. Inoltre, il successivo articolo 4 comma 1 riporta la clausola d'invarianza finanziaria.

STEFANO BORGHESI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4465). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori membri del Governo!

L'Atto Camera 4465 che ci giunge dal Senato concerne l'autorizzazione a ratificare un Accordo in materia di collaborazione nella sfera della Difesa, questa volta con l'Ecuador. L'intesa è stata stipulata tra Roma e Quito nel novembre 2009, quando al Governo nel nostro Paese c'era una maggioranza composta dal Popolo della Libertà e dal nostro movimento.

La logica che è alle spalle delle intese di questo tipo riflette il graduale affermarsi della cooperazione internazionale nel mantenimento della sicurezza Di fronte a sfide di maggiore portata, gli Stati tendono ad allestire coalizioni o a mettere a disposizione delle Nazioni Unite contingenti che spesso non hanno tradizioni di interoperabilità come quelle che sono state sviluppate in Occidente nell'ambito della Nato.

Per allargare l'area di esperienze e procedure comuni al di fuori dell'Alleanza Atlantica questo genere di intese si è rivelato molto prezioso sin dai primi tempi del dopo Guerra Fredda. Ed è un fatto che questi Accordi non cessino mai di espandersi, oltrepassando anche gli allineamenti geopolitici consolidati.

Siamo in una sfera in cui domina ormai un evidente pragmatismo. Si fanno infatti patti di collaborazione nel campo della Difesa sia con governi di orientamento moderato, come quello peruviano, che con l'Ecuador, paese che è attualmente guidato da un politico bolivarista come Lenin Moreno, succeduto recentemente al Presidente Rafael Coma, già balzato agli onori della cronaca per la circostanza di aver offerto una sede diplomatica della propria nazione come rifugio a Julian Assange, il patron di Wikileaks. E si stringono accordi tanto con Stati che intrattengono ottime relazioni con gli Stati Uniti quanto con Paesi che invece hanno dei contenziosi aperti con Washington.

Anche in questo caso, è inoltre presente una dimensione logistico-commerciale d'interesse per la nostra industria dei materiali d'armamento.

Gli oneri complessivi discendenti dall'applicazione dell'Accordo, che opera con le consuete modalità già enunciate più volte con riguardo ad altri provvedimenti simili, sono inoltre estremamente contenuti, in quanto pari ad appena 5.012 euro l'anno ad anni alterni.

In considerazione di quanto premesso, la Lega non intravede in questo provvedimento alcun elemento che impedisca un suo voto favorevole

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MARIO SBERNA, STEFANO BORGHESI, MICHELE PIRAS E BRUNO ARCHI (A.C. 4466)

MARIO SBERNA. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4466). Il Memorandum d'intesa in oggetto rinnova un precedente documenti bilaterale firmato da Italia e Perù nel 2002, ed ha lo scopo di fissare una cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione nel settore della difesa, ed ha come obiettivo il consolidamento delle rispettive capacità difensive dei due Paesi, con effetti postivi in alcuni settori produttivi e commerciali di Italia e Perù.

Il documento si compone di sei articoli, ed è analogo a quello sottoscritto con l'Ecuador sullo stesso tema, ed è stato fatto a Roma il 17 marzo 2010.

Anche questa legge di autorizzazione alla ratifica è stata approvata dal Senato il 4 maggio 2017, con modifiche rispetto al testo originario, dovute al parere condizionato della 5"Commissione (Bilancio) del Senato, e si compone di cinque articoli.

Alle coperture finanziarie (articolo 3 comma 1) degli oneri economici dell'accordo, circa 22.000 euro ad anni alterni, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

STEFANO BORGHESI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4466). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori membri del Governo!

Sempre all'azione dell'ultimo Governo eletto di centro-destra di questo Paese si deve anche la firma, avvenuta a Roma il 17 marzo 2010, del Memorandum d'intesa con il Perù per la cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e dei materiali per la difesa.

Si delinea quindi oggi una specie di trittico, giacché tra gli accordi sottoposti al voto della nostra Assemblea ce ne sono anche altri che hanno per controparte l'Ecuador ed il Mozambico.

Il fatto che sia stato intitolato "Memorandum d'intesa" non è bastato ad escludere questo provvedimento dello scrutinio parlamentare che è imposto dalla Costituzione per le raffiche di tutti gli accordi che abbiano natura politica o implichino maggiori oneri di bilancio o causino mutamenti nel territorio dello Stato.

Neanche un accordo cosiddetto in forma semplificata come un Memorandum d'intesa può infatti sfuggire al vaglio delle Camere, se investe una materia tanto delicata come la collaborazione militare, che ha sempre una valenza politica e simbolica molto elevata.

Inoltre, seppure per un importo modesto, pari a poco più di 22mila euro ad anni alterni, questo Memorandum implica delle spese aggiuntive a carico dello Stato italiano.

Fin dalla rubrica del Memorandum emerge con chiarezza la duplice finalità, operativo- addestrativa da un lato e logistico-industriale dall'altro, data a questa intesa bilaterale con il Perù, che non si discosta sostanzialmente dall'ormai vasto insieme di accordi di questa natura.

La Difesa del nostro Paese e quella peruviana si scambieranno attraverso visite di delegazioni ed altri strumenti, dottrine ed esperienze utili, ad esempio, allo sviluppo dell'interoperabilità nel settore degli interventi all'estero di mantenimento della pace.

Va ricordato come anche le forze armate peruviane siano interamente professionalizzate e composte esclusivamente da personale volontario. Inoltre, Roma e Lima dovrebbero collaborare anche nella definizione di requisiti tecnici comuni per armamenti e sistemi d'arma.

Non è perciò affatto escluso che a dispetto di stanziamenti non proprio generosi in suo favore, il Memorandum non possa alla fine rivelarsi un investimento ad alta redditività per il nostro Paese. Il Perù, tra l'altro, cresce a tassi elevati, superiori al 6%, sotto la guida di forze politiche di estrazione liberale.

Per l'insieme di questi argomenti, la Lega voterà a favore della ratifica di questo accordo bilaterale con il Perù siglato all'epoca in cui era parte della maggioranza di Governo.

MICHELE PIRAS. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4466). Come spesso capita ci troviamo di fronte a una ratifica contraddittoria, rispetto alla quale è davvero difficile orientarsi in maniera lineare, se il fine è quello di tenere insieme valori, interesse nazionale e la necessità che nel Paese partner si sviluppino, in maniera coerente e significativa i fattori della democrazia e si raggiunga un pieno rispetto dei diritti umani.

Il Memorandum siglato con le autorità peruviane sette anni fa riguarda un tema assai delicato: la cooperazione militare, lo scambio di sistemi d'arma, la cooperazione per la sicurezza, il trasferimento di know how militare.

Sul punto in sé nulla da eccepire, a meno che non si prenda in considerazione la condizione del Paese con il quale sigliamo il presente accordo.

Il Perù è un Paese che ha attraversato una lunga stagione di guerra civile, segnata da una parte dalla attività delle guerriglie marxiste-leniniste, dall'altra da un susseguirsi di colpi di Stato e dalla violenza governativa nei confronti delle minoranze. Guerre che - si stima - hanno causato la morte di oltre 70 mila persone e che hanno lasciato strascichi e conflitti non ancora sopiti.

Il Perù è un Paese di grandi diseguaglianze sociali, non completamente indipendente, segnato dalla presenza ingombrante e pervasiva dell'industria estrattiva multinazionale e da una attività pesante di disboscamento che mette a dura prova la sopravvivenza delle popolazioni indigene.

Il rapporto di Amnesty International del 2016-2017 mette in chiara evidenza queste problematiche, oltre a segnalare un contesto di violenza generalizzata, una presenza autoritaria e repressiva delle forze dell'ordine sulle minoranze, una diffusa insistenza di fenomeni come la violenza di genere, lo sfruttamento sessuale, la tratta delle donne.

È uno di quei casi nei quali a "ballare" - se così si può dire - sono i valori della nostra Costituzione, quelli universali del pieno rispetto dei diritti umani e civili ed anche il dettato e lo spirito profondo che segna la norma contenuta nella Legge 185/90.

Perciò, come in altri casi analoghi, abbiamo ritenuto e riteniamo che si dovrebbe stare più attenti, riflettere di più, chiedere garanzie che al momento della presente ratifica non abbiamo.

Per tali ragioni annuncio il voto di astensione del gruppo di Art.1-Mdp.

BRUNO ARCHI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4466). Il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo della sicurezza e difesa e materiali per la difesa, sottoscritto nel marzo 2010 tra l'Italia e il Perù, nel rinnovare un precedente documento bilaterale risalente al 2002, ha lo scopo di fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione fra i due Paesi nel settore della difesa, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di indurre positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali delle rispettive economie.

Composto da un preambolo e da 6 articoli, il testo bilaterale prevede innanzitutto che la cooperazione deve basarsi sul principio della reciprocità e svolgersi in conformità con gli ordinamenti giuridici dei due Paesi, come all'articolo 1. Lo stesso articolo definisce inoltre gli obblighi di assistenza e supporto tecnico-logistico che l'Italia è tenuta ad assicurare in relazione a sistemi, materiali e mezzi di provenienza italiana.

L'articolo 2 demanda ad appositi protocolli aggiuntivi l'indicazione delle concrete modalità attuative dell'intesa.

L'articolo 3 istituisce una Commissione mista, composta da rappresentanti dei due Ministeri della difesa. La Commissione, chiamata a riunirsi almeno una volta l'anno, alternativamente in Italia e in Perù, sarà preposta all'esecuzione e supervisione dell'accordo.

L'articolo 4 definisce gli aspetti finanziari della cooperazione e le modalità per la composizione delle controversie interpretative e attuative dell'Accordo.

Da ultimo, gli articoli 5 e 6 disciplinano gli aspetti relativi alla sicurezza delle informazioni classificate, la data di entrata in vigore e le modalità per una sua eventuale denuncia o revisione.

Il disegno di legge di ratifica si compone di 5 articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione, alla ratifica, all'ordine di esecuzione e alla copertura finanziaria.

Gli oneri economici sono quantificati in circa 22.000 euro ad anni alterni, per le spese di missione dei membri della Commissione mista di difesa e sicurezza. L'Accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, né con l'ordinamento comunitario e gli altri obblighi internazionale sottoscritti dal nostro Paese.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MARIO SBERNA, STEFANO BORGHESI E NICOLA CIRACI' (A.C. 4467)

MARIO SBERNA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4467). L'Accordo tra Italia e Macedonia in oggetto, è stato fatto a Roma il 1 dicembre 2014, e si propone di creare uno strumento giuridico per la regolamentazione della collaborazione tra i due Paesi, sia per quel che fa riferimento all'aspetto strategico, sia per quello operativo. Si intende con questo Accordo contrastare in maniera più efficace il crimine organizzato transnazionale, compreso quello terrorista, come previsto dagli ordinamenti dei due Paesi. Si tratta di un Accordo di particolare rilevanza perché, come è noto, la Macedonia si trova in un crocevia in un'area particolarmente coinvolta in traffici illeciti che potranno meglio essere contrastati con la ratifica definitiva dell'Accordo stesso, che si compone di 12 articoli e di un preambolo, che richiama la Risoluzione Onu 45/123 del 1990 in tema di Cooperazione internazionale nella lotta contro il crimine organizzato, oltre che ad altre Risoluzioni Onu sui vari terni toccati dall'Accordo.

L'Articolo 5 appare importante perché individua le ipotesi di rifiuto di assistenza da parte di uno dei contraenti l'Accordo, qualora questi ritenga minacciata la sovranità, o la sicurezza interna, l'ordine pubblico o altri interessi fondamentali dello Stato, oppure se vi sia contrasto con la legislazione vigente nello Stato medesimo.

La legge di autorizzazione alla Ratifica è stata approvata, con modifiche, dal Senato il 4 maggio 2017, ed è composta di quattro articoli. Anche qui, l'articolo 3 comma 1 reca la clausola di copertura finanziaria degli oneri, previsti a decorrere dal 2017, oltre 152 mila euro annui, coperti ricorrendo al Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

STEFANO BORGHESI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4467). Signor Presidente, Colleghi Senatori, Signori membri del Governo!

Con l'Atto 4467 che ci giunge dal Senato viene sottoposto all'attenzione della nostra Assemblea parlamentare un accordo bilaterale con la Repubblica di Macedonia risalente alla fine del 2014. L'intesa ha ad oggetto la collaborazione di polizia. Mira a combattere più efficacemente terrorismo e criminalità organizzata, come altri trattati simili di cui questo ramo del Parlamento è stato chiamato ad occuparsi.

Ci legano alla Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia la prossimità geografica ed importanti connessioni a livello di economia criminale, che rendono particolarmente auspicabile l'intensificazione della collaborazione tra le nostre Forze di Polizia e quelle del nostro vicino d'Oltreadriatico.

Rientra in effetti certamente tra i nostri interessi di sicurezza la circostanza che le autorità macedoni preposte al controllo dell'ordine pubblico si oppongano con maggior incisività e migliori risultati al crimine di qualsiasi genere.

È di particolare importanza, dal nostro punto di vista, l'attenzione che si conta di riservare in questo contesto al contrasto del commercio di stupefacenti, alla tratta degli esseri umani, all'immigrazione illegale ed al traffico di armi, munizioni ed esplosivi, fenomeni che le infiltrazioni jihadiste nei Balcani rendono ancora oggi più pericolosi.

Come di consueto, la collaborazione è destinata a concretizzarsi in visite di delegazioni, scambi di esperienze e lo svolgimento di attività congiunte gestiti, per il lato italiano, dal Ministero dell'Interno, che è l'Amministrazione cui si deve l'elaborazione degli schemi seguiti per tutte le intese di questo tipo. Gli oneri connessi paiono assolutamente sopportabili, seppure più significativi di quelli previsti per analoghe intese, trattandosi di circa 109 mila euro annui.

Qualche dubbio, peraltro, Io suscita il momento specifico in cui questa intesa giunge all'esame di questo ramo del Parlamento, dal momento che la Macedonia è attualmente attraversata da gravi tensioni politiche, che sono state determinate dall'ascesa alla massima magistratura nazionale di un esponente della minoranza albanese e dal conseguente timore dei nazionalisti slavi che nella Fyrom possano verificarsi fenomeni assimilabili a quelli che sconvolsero il Kosovo negli anni novanta. Pertanto, mentre votiamo a favore di questa ratifica, in nome di pressanti interessi collegati alla sicurezza del nostro Paese, come Lega auspichiamo che il nostro Governo monitori attentamente l'evolversi della situazione a Skopije.

NICOLA CIRACI'. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4467). Presidente, colleghi, signori membri del Governo!

Il provvedimento sottoposto all'attenzione dell'Assemblea mira a rafforzare la collaborazione fra il nostro Paese e le autorità di Skopje in materia di sicurezza, impegnandosi le parti a prestarsi reciproca assistenza nel contrasto a una ampia gamma di reati, al fine di combattere più efficacemente terrorismo e criminalità organizzata. Si tratta, invero, di un accordo bilaterale risalente alla fine del 2014.

Tutti sappiamo che la Macedonia, per la sua collocazione geografica, purtroppo costituisce un crocevia per traffici internazionali di droga e oggi anche di migranti ed è entrata da lungo tempo nelle mire delle organizzazioni criminali internazionali.

Come avvenuto con altre nazioni dell'area, era per in nostro Paese fondamentale dotarsi di strumenti per intensificare la collaborazione tra le nostre forze di Polizia e quelle della Repubblica di Macedonia. Rientra, infatti, nei nostri interessi di sicurezza la circostanza che le autorità macedoni preposte si oppongano con maggior incisività ed efficacia al crimine internazionale. Tra i settori di cooperazione ci sono la criminalità organizzata, la produzione illegale e il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani e il traffico di armi.

La Macedonia, dopo aver rischiato il tracollo istituzionale, è ora impegnata nel rilanciare le proprie prospettive di integrazione euro-atlantica, bloccate negli ultimi anni da feroci spaccature interne e da questioni irrisolte coi paesi vicini: sono stati riaperti i negoziati con Atene sull'annosa questione del nome, ed è stato firmato uno storico trattato di buon vicinato con la Bulgaria.

E' stato riaperto il cammino di avvicinamento verso l'Ue e Nato, quest'ultimo accompagnato dalle forte tensioni con la vicina Serbia.

Le recenti elezioni amministrative di ottobre hanno consegnato al partito del presidente Zoran Zaev la maggioranza delle municipalità. Ora non ci sono più scuse per non portare avanti le riforme promesse, ricordando però che la nuova leadership macedone si dovrà muovere in un contesto — quello balcanico — fatto di delicati e spesso fragili equilibri.

Auspicando che il nostro Governo monitori attentamente l'evolversi della situazione nell'area balcanica e si impegni fattivamente per un costruttivo dialogo tra le parti coinvolte, preannuncio il voto favorevole della componente Direzione Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MARIO SBERNA, STEFANO BORGHESI, BRUNO ARCHI E MARCO FEDI (A.C. 4468)

MARIO SBERNA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4468). L'Accordo in questione è composto da 12 articoli e da un preambolo, ed è stato fatto a Maputo il 19 marzo 2014. Appaiono di particolare interesse gli articoli 6 e 8 dell'Accordo stesso. Il primo (articolo 6) regola la cooperazione nello scambio di attrezzature e mezzi militari (navi, veicoli, armi, missili, ecc.), con l'impegno delle parti a non riesportare gli stessi mezzi a Paesi terzi, senza il preventivo benestare delle Parti contraenti, per evitare le cosiddette "triangolazioni", con Paesi sottoposti ad embargo per quel che riguarda armi e mezzi militari; il secondo (articolo 8), riguarda, invece, la sicurezza delle informazioni classificate, alle quali dovrà essere garantita una protezione adeguata agli standard nazionali. Il testo riporta le rispettive classificazioni di sicurezza, prevedendo che ogni informazione scambiata venga utilizzata nei termini previsti dalla Parte che ha dato origine alle suddette informazioni.

La legge di autorizzazione alla Ratifica è stata approvata dal Senato, con importanti modifiche rispetto al testo originario, il 4 maggio 2017, La copertura finanziaria delle spese è, come sempre, prevista dall'articolo 3 comma l, con il quale si autorizza ad anni alterni e con decorrenza dal 2017, la spesa di 4.318 euro. La copertura si rinviene mediante corrispondente riduzione del Fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio triennale 2017-2019 nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. L'articolo 4 prevede la clausola d'invarianza finanziaria.

STEFANO BORGHESI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4468). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori membri del Governo!

Ancorché il Mozambico sia un'ex colonia portoghese, le Forze Armate del nostro Paese hanno concorso alla sua stabilizzazione, guidando nei primi anni novanta un contingente multinazionale che era incaricato di garantire gli accordi di pace che la Comunità di Sant'Egidio aveva negoziato proprio a Roma tra Renamo e Frelimo, ponendo fine ad una lunga e sanguinosa guerra civile che era stato l'aspetto locale della Guerra Fredda.

Condusse i militari italiani in quella missione proprio l'attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Graziano, allora alla guida di un'unità degli alpini.

Non stupisce pertanto che il nostro Paese abbia fatto tre anni fa un accordo con il Governo mozambicano avente ad oggetto proprio la cooperazione militare tra Roma e Maputo. Il Mozambico è nazione ben nota ai nostri militari.

L'intesa all'esame della nostra Assemblea ricalca le numerosissime di questo genere già strette e ratificate, incluse altre di cui si è parlato appena pochi minuti fa. Contempla le usuali aree di collaborazione ed enuncia i medesimi strumenti per realizzare gli scambi di informazioni ed esperienze che ne costituiscono l'obiettivo ultimo.

Va tra l'altro ricordato come sia ormai stabilito il principio che la sicurezza africana sia un compito delle Forze Armate locali, alle quali tuttavia quelle dei Paesi più avanzati possono e debbono dare dei contributi. Anche questo aspetto può esser ricondotto a quel principio generale in cui la Lega crede profondamente, che è quello dell'aiutiamoli a casa loro.

Senza sicurezza, non esiste sviluppo possibile. Per questo, contribuire alla pace in Africa è un'eccellente politica per la crescita economica che può a lungo termine anche ridurre significativamente l'emigrazione verso l'Europa.

Gli oneri connessi alla gestione di questo accordo sono poi davvero minimi, pari a 4.318 euro ad anni alterni!

Conseguentemente, la Lega non ha alcun motivo per opporsi alla ratifica di un Atto tanto importante per le relazioni tra Italia e Mozambico. Voterà anzi convintamente a favore.

BRUNO ARCHI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4468). L'Accordo si compone di un preambolo e di dodici articoli, ed è finalizzato a fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi. L'intesa è inoltre volta ad indurre positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi e ad esercitare un'azione stabilizzatrice per l'intera regione dell'Africa orientale, sostenendo anche le attività di contrasto alla pirateria marittima.

Il testo disciplina gli aspetti generali della cooperazione, prevedendo che essa si sviluppi sulla base di piani annuali e pluriennali elaborati dalle parti. Fra i campi di cooperazione, sono annoverati, fra gli altri, i settori della politica di sicurezza e di difesa, il supporto logistico e l'acquisizione di beni e servizi, la formazione e addestramento, la sanità militare.

I successivi articoli regolano gli aspetti finanziari dell'Accordo, le questioni attinenti alla giurisdizione e alle modalità per il risarcimento degli eventuali danni provocati dal personale delle parti in relazione all'esercizio reso. Viene anche disciplinata l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, con l'impegno esplicito delle parti a non riesportare il materiale acquisito senza un preventivo benestare della parte cedente, con l'obiettivo di razionalizzare i controlli e di garantire la protezione della proprietà intellettuale, inclusi i brevetti.

Il disegno di legge quantifica gli oneri economici in circa 4.000 euro ad anni alterni, imputabili alle spese di missione.

MARCO FEDI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4468). L'Accordo al nostro esame definisce l'ambito di cooperazione bilaterale tra le Forze Armate d'Italia e Mozambico. L'obiettivo è il consolidamento delle rispettive capacità difensive in un contesto di solide relazioni di amicizia e solidarietà esistenti con il Mozambico. II testo disciplina gli aspetti generali della cooperazione, prevedendo che essa si sviluppi sulla base di piani annuali e pluriennali elaborati dalle Parti. Tra i campi di cooperazione, sono annoverati, fra gli altri, i settori della politica di sicurezza e di difesa, il supporto logistico e l'acquisizione di beni e servizi, la formazione e addestramento, la sanità militare.

Come ricordato in sede di discussione generale dal relatore Causi, si tratta di un'intesa che mira a stabilizzare un'area di particolare valore strategico, considerati gli interessi nazionali e gli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa orientale. La cooperazione militare con il Mozambico, inoltre, assume rilevanza anche nell'ambito delle attività di accrescimento e consolidamento della pace, della sicurezza e della stabilità internazionale. Si tratta inoltre di un accordo che avrà un impatto positivo in altri settori, come ad esempio quello delle attività legate al contrasto della pirateria marittima.

Ed è una ratifica che cade nel 25mo anniversario della firma dell'Accordo generale di pace per il Mozambico, firmato il 4 ottobre del 1992 a Roma, grazie ad un dialogo interreligioso e inclusivo e al lavoro delle Nazioni Unite. Un Accordo, raggiunto anche grazie al determinante contributo della Comunità di Sant'Egidio, che mise fine a 17 anni di guerra civile. Un modello di pace, ha recentemente ricordato la Signora Ministro Pinotti, che è diventato un modello italiano poi replicato in diverse missioni internazionali.

Desidero ribadire il particolare valore dell'Accordo in esame soprattutto relativamente all'aspetto della sicurezza, in quanto il Mozambico si trova in un'area strategica per il contrasto alla pirateria marittima. L'Accordo in esame favorirà la messa in sicurezza dell'arsenale del Mozambico, che ha generato incidenti anche mortali.

Il rafforzamento della collaborazione tra Italia e Mozambico nel settore della difesa favorirà anche il processo di pacificazione in atto nel Paese, che è stato attraversato da una sanguinosa guerra civile negli anni Novanta, conclusa anche grazie al ruolo cruciale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

La nostra presenza militare ha contribuito alla nascita di una "generazione della pace", i cittadini del Mozambico nati dopo gli accordi del 92' e allo sviluppo economico del Paese avvenuto dopo la fine del conflitto. Ma la nostra presenza in Mozambico è importante anche sotto il profilo della cooperazione allo sviluppo, una presenza trentennale di cui le Autorità mozambicane sono sinceramente riconoscenti al nostro Paese. Progetti che hanno contribuito a fare dell'Italia un partner di primo piano del Mozambico, come attesta il sito Openaid Italia, con circa 17 milioni di euro erogati nel 2015 per il finanziamento di progetti di sviluppo.

Il Mozambico rappresenta un partner strategico per l'Italia nel continente africano sotto il profilo della cooperazione economico-commerciale. Il Paese ha registrato negli ultimi anni tassi di crescita fra i più elevati dell'Africa subsahariana (in media attorno al 7/8 %), sostenuti in particolare dalle attività del settore minerario ed energetico, nonché dagli investimenti infrastrutturali. Dopo un rallentamento nel 2016 (3,3%), già nei primi mesi del 2017 si registrano segnali di ripresa della congiuntura.

Nel 2016 l'Italia si è confermata il primo investitore europeo in Mozambico, con oltre 400 milioni di dollari di investimenti (pari a circa il 13% del totale degli IDE per lo stesso anno), seguita da Portogallo, Francia e Regno Unito. Il nostro Paese inoltre guadagna posizioni in termini assoluti passando dal quinto al terzo posto nella graduatoria degli investitori esteri sia nel 2016 (dopo Sud Africa ed Emirati Arabi Uniti) sia negli ultimi cinque anni con uno stock di investimenti di 2,3 miliardi di dollari (dopo USA con 4,9 miliardi di dollari ed Emirati Arabi Uniti con 5,4 miliardi di dollari).

In prospettiva, le aspettative di crescita del Mozambico restano positive. Gli ingenti giacimenti di gas naturale e la ricchezza mineraria del Paese (carbone, grafite e sabbie pesanti in particolare) continueranno ad attrarre nel medio termine importanti flussi di investimenti esteri diretti, alimentando anche il relativo indotto e creando così nuovi spazi anche per le PMI.

In questo quadro, il Paese presenta notevoli opportunità nei settori dell'energia e dell'industria estrattiva. Un ruolo di primo piano in questo quadro sarà svolto da ENI che, alla guida di un consorzio internazionale, ha lanciato il 1° giugno scorso un primo importante investimento per l'estrazione e liquefazione di gas naturale offshore in Mozambico, annunciando anche l'avvio di altri progetti a terra per il prossimo anno.

Ulteriori settori di possibile interesse riguardano le infrastrutture, il turismo e l'agroindustria. In ambito commerciale, oltre ai macchinari e ai beni strumentali, anche i beni di consumo e il Made in Italy (a partire dall'alimentare) presentano buone prospettive di sviluppo con la progressiva crescita del mercato interno.

Dopo un lungo periodo di tensioni politico-militari nelle regioni centrali del Paese tra Governo e opposizione (Renamo), i negoziati di pace iniziaci nel luglio 2016 stanno portando ad una graduale distensione del quadro politico interno. E' infatti attualmente in vigore una tregua militare a tempo indeterminato e dal maggio scorso le truppe governative hanno avviato il ritiro dalla zona di Gorongosa (l'area al centro del Paese occupata dalle forze militari della Renamo dove tuttora è rifugiato il suo leader Dhlakama). I negoziati nel frattempo proseguono in vista della firma di un eventuale accordo definitivo.

Di recente le relazioni con il continente europeo si sono ulteriormente rafforzate con la firma il 3 giugno 2016 dell'Accordo di Partenariato Economico (APE) fra i Paesi UE e i sei Paesi della SADC aderenti all'APE (oltre al Mozambico, Sudafrica, Swaziland, Lesotho, Botswana e Namibia). Il testo rappresenta il primo Accordo di Partenariato Economico tra l'UE e una regione africana ed è finalizzato a favorire l'integrazione economica, il commercio e lo sviluppo sostenibile tra le due aree. Lo scorso 30 settembre l'UE ha completato le procedure per l'entrata in vigore provvisoria dell'Accordo. A seguito della ratifica di cinque Paesi africani (tutti tranne il Mozambico) e del voto del Parlamento Europeo il 14 settembre, il 10 ottobre è iniziata l'applicazione provvisoria dell'Accordo per i Paesi che lo hanno ratificato. Il Parlamento mozambicano ha ratificato l'Accordo il 28 aprile 2017.

A livello bilaterale l'Italia è un partner privilegiato del Mozambico, sia per i legami storici di cooperazione e amicizia con il Paese, sia per le prospettive di sviluppo legate alla recente scoperta di enormi giacimenti di gas nel nord del Paese da parte dell'ENI. Restano in ogni caso anche forti i legami con Portogallo e Sudafrica, mentre aumentano gli investimenti da Cina, Brasile, India e Australia, in particolare nel settore minerario e dei trasporti ferroviari. La Cina sta inoltre diventando un Paese creditore sempre più importante per l'economia mozambicana.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MARIO SBERNA, STEFANO BORGHESI E EMANUELE SCAGLIUSI (A.C. 4686)

MARIO SBERNA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4686). L'Accordo di sede tra Governo italiano e Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts — ECMWF) è stato fatto a Reading il 22 giugno 2017 e risponde alle esigenze di adeguamento tecnologico del ECMWF, che implicano la costituzione di un Data center che dovrà essere il più grande del mondo. L'ECMWF è un'organizzazione intergovernativa indipendente istituita nel 1975 e si avvale del supporto di 22 Stati Membri (tra cui l'Italia) e 12 cooperanti, per un totale di 34 Stati interessati che ricevono previsioni in tempo reale per trarne a loro volta previsioni per utenti finali. Tutti gli Stati partecipanti possono accedere alle strutture di calcolo di base, mentre solo i 22 Stati Membri possono accedere al supercomputer e all'archiviazione permanente dei dati.

Organi centrale del Centro è il Consiglio, composto da rappresentati dei 22 Stati membri, che si riunisce due volte l'anno e che agisce tramite il Direttore Generale. In questo periodo si è dovuta individuare la sede del nuovo Data Center sopra ricordato (l'ECMWF ha sede in Gran Bretagna, a Reading), ed è stato assegnato dopo competizione internazionale. L'Italia aveva proposto, il 20 dicembre 2016, di offrire al Centro delle aree situate nel Tecnopolo di Bologna, ex Manifattura tabacchi di Bologna. La proposta, fatta dal Consorzio ASTER e sostenuta dal Governo italiano, dal Governo della Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Bologna, oltre che da importanti istituzioni scientifiche nazionali, è stata quella vincente, sia in termini organizzativi sia finanziari.

Nella riunione del 28 febbraio — I marzo 2017, il Consiglio dell'ECMWF ha dato, all'unanimità, mandato al Direttore Generale per negoziare gli aspetti di dettaglio dell'Accordo, messo a punto tra marzo e giugno di questo stesso 2017 tra i rappresentati del Governo italiano, la Regione Emilia-Romagna e i rappresentati del Centro. Successivamente l'Accordo è stato sottoposto al voto del Consiglio ECMWF del 21-22 giugno 2017, che lo ha approvato all'unanimità.

L'Accordo comprende 8 articoli e 2 allegati, mentre il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, approvato dal Senato il 5 ottobre 2017, si compone di 4 articoli. Come le altre leggi di ratifica, anche questa prevede al Comma 1 dell'Articolo 3 che alla copertura degli oneri derivanti dall'articolo 2 dell'Accordo, relativo alla concessione all'ECMWF di un contributo aggiuntivo annuo di 4 milioni di euro a partire dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al MAECI. È però, particolarmente importante il comma 2 dello stesso articolo 3 della proposta di legge, che mette i fondi per gli oneri derivati dalla messa a disposizione, e in opera, degli immobili che l'Italia concede al Data center (6.5 milioni di euro per il 2017, 20 per il 2018, 13.5 per il 2019), mentre viene stabilito dal Comma 3 dell'articolo 3 che questi immobili sono messi a disposizione gratuitamente e senza nuovi i maggiori oneri per il bilancio dello Stato.

STEFANO BORGHESI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4686). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori membri del Governo!

Del provvedimento oggi sottoposto al nostro esame ci sembra in primo luogo meritevole di segnalazione il fatto che riguardi l'autorizzazione a ratificare e dare esecuzione ad un accordo recentissimo, fatto a Reading, ridente cittadina nella valle del Tamigi, appena cinque mesi fa.

È veramente una circostanza rara, che si è probabilmente materializzata anche perché l'oggetto dell'intesa stratta con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine è di quelli che davvero difficilmente incontrano opposizione.

L'accordo concerne i locali del Data Center dell'organizzazione, a quanto pare destinato ad essere il più grande del mondo, che si è scelto di ospitare negli immobili dell'ex Manifattura Tabacchi di Bologna, a disposizione del Centro europeo per le previsioni meteo a medio termine a partire dal luglio 2019, ma dei quali il nostro Paese conserverà comunque la proprietà.

Il loro adeguamento alle esigenze del Centro europeo costerà 40 milioni di euro nell'arco di tre anni, ai quali si aggiungerà dopo il 2020 un contributo statale alla Regione Emilia-Romagna pari a 250mila euro annui. Il provvedimento è soggetto alla procedura di ratifica autorizzata dal Parlamento proprio in ragione di queste spese.

Finora, tutte le infrastrutture dell'importante istituto meteorologico erano ubicate in Gran Bretagna, paese che però avrebbe presentato per il Centro Dati un progetto ritenuto al di sotto dei requisiti richiesti. Il nostro Paese è riuscito a prevalere nella competizione apertasi per conquistare questa sede e per una volta ci felicitiamo del risultato ottenuto, uno dei pochi successi internazionali che questo Governo possa vantare.

Si ritiene probabile che dall'ospitare il nuovo Data Center del Centro europeo per le previsioni meteo a medio termine Bologna possa ricavare ricadute molto positive, soprattutto in termini di conferma della propria natura di polo tecnologico di eccellenza. Il successo ottenuto potrebbe anche essere di buon auspicio per le scelte che concerneranno in futuro l'individuazione delle sedi di altri centri o istituti di rilevanza internazionale, anche se con l'Agenzia Europea del Farmaco è andata male.

E' quindi più che mai importante dimostrare efficienza e tempestività.

Proprio per l'insieme di questi motivi, il Gruppo della Lega voterà a favore dell'approvazione del provvedimento.

EMANUELE SCAGLIUSI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4686). Sig. Presidente, l'oggetto di questo disegno di legge è il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium Range Weather Forecast, ECMWF), un'organizzazione intergovernativa, istituita nel 1975, con sede a Reading (Regno Unito) a cui partecipano 22 Stati Membri tra cui l'Italia. Ha come mandato principale l'elaborazione di dati concernenti previsioni meteorologiche globali a medio termine, che vengono ceduti agli Stati membri per finalità nazionali sia strategico-militari che civili e in particolare per segnalare il possibile verificarsi di condizioni meteo di pericolo. Per tali attività, il Centro si avvale di sistemi di elaborazione ad altissime prestazioni (High Performance Computer System), installati presso la sede principale dell'organizzazione.

Nel 2015 l'Istituto ha deciso di procedere a una competizione internazionale per stabilire la sede del nuovo centro dati, il più grande del mondo, dopo aver ritenuto insoddisfacenti le proposte di localizzazione avanzate dal Regno Unito. Il concorso è stato vinto - nel dicembre 2016 - dalla società consortile ASTER dell'Emilia-Romagna - tra i cui soci ci sono la Regione, le locali università ed enti di ricerca come il CNR, l'ENEA, e l'Istituto nazionale di fisica nucleare. Il progetto è stato valutato il migliore tra quelli pervenuti, sotto il profilo sia tecnico che finanziario. Oltre che dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, è stato fortemente sostenuto dal Governo, che, nella legge di bilancio 2017 aveva già stanziato risorse complessive per 52 milioni di euro. Il Centro europeo, una volta completati i lavori di predisposizione delle infrastrutture, verrà ospitato presso l'area del Tecnopolo di Bologna, nella zona dell'ex manifattura tabacchi. Si tratta di una importante occasione per il nostro Paese, non solo in termini di prestigio internazionale, ma anche per le positive ricadute di carattere economico. Per l'Italia, i Ministeri di riferimento sono il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) e il Ministero della difesa, tramite l'Aeronautica militare.

L'Accordo si compone di 8 articoli e di 2 allegati. Tra gli altri, l'articolo 2 specifica il contributo annuo di 4 milioni di euro che l'Italia si obbliga a versare all'ECMWF a partire dal 2019, l'articolo 4 rinvia all'Allegato II per quanto concerne i privilegi e le immunità riconosciuti al Centro e al suo staff (per inciso, si tratta di privilegi e immunità già incontrati in altre ratifiche) e l'articolo 5 disciplina il riparto di responsabilità tra Centro e Governo sia a livello internazionale sia in ambito civilistico, tra le Parti e nei confronti di terzi.

Il disegno di legge di ratifica si compone di quattro articoli, che riguardano l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, le disposizioni finanziarie e l'entrata in vigore. Gli oneri economici contemplano: una spesa complessiva di 40 milioni di euro per il triennio 2017-2019, con risorse peraltro già rese disponibili, come detto, dalla legge di bilancio 2017; un contributo finanziario annuale per 4 milioni di euro annui dal 2019 e un contributo statale per ulteriori 250.000 euro annui (a decorrere dal 2020) a favore della Regione Emilia-Romagna, per la manutenzione dei locali dell'area.

Il Movimento 5 Stelle appoggia l'approvazione di questo provvedimento con l'auspicio che quanto previsto sia nelle fonti di finanziamento che negli impegni da parte del Governo, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna venga puntualmente realizzato per fare in modo che l'arrivo in Italia della sede del Centro non possa suscitare né da parte delle autorità britanniche che lasciano questa competenza al nostro Paese, né da parte delle autorità dei Paesi dell'Unione alcuna perplessità. Quindi come abbiamo già fatto per tutti gli articoli, voteremo a favore, del disegno di legge nel suo complesso.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 i deputati La Marca, Molea e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti a ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 5 alla n. 7 la deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 12 la deputata Spessotto ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare astenersi dal voto;

nella votazione n. 15 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 16 il deputato Mognato ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 20 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 la deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 la deputata Lombardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 31 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 31 e 32 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 31 e 34 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 31 alla n. 36 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 35 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato Miccoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. XXII, n. 82 - articolo 1 325 325 0 163 325 0 103 Appr.
2 Nominale articolo 2 325 325 0 163 325 0 102 Appr.
3 Nominale Doc. XXII, n. 82 - voto finale 390 389 1 195 389 0 94 Appr.
4 Nominale Moz. Colonnese e a. 1-1683 p. I 432 370 62 186 67 303 87 Resp.
5 Nominale Moz. Colonnese e a. 1-1683 p. II 431 425 6 213 407 18 87 Appr.
6 Nominale Moz. Fossati e a. 1-1750 p. I rif. 435 430 5 216 428 2 87 Appr.
7 Nominale Moz. Fossati e a. 1-1750 p. II 433 411 22 206 120 291 87 Resp.
8 Nominale Moz. Lenzi e a. 1-1751 p, I rif. 431 422 9 212 338 84 87 Appr.
9 Nominale Moz. Lenzi e a. 1-1751 p, II rif. 432 421 11 211 404 17 87 Appr.
10 Nominale Moz. Scopelliti e a. 1-1752 429 353 76 177 287 66 87 Appr.
11 Nominale Moz. Palese e a. 1-1753 rif. 431 366 65 184 301 65 87 Appr.
12 Nominale Moz. Vargiu e a. 1-1754 rif. 432 340 92 171 340 0 87 Appr.
13 Nominale Moz. Rondini e a. 1-1755 p. I 429 320 109 161 85 235 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Moz. Rondini e a. 1-1755 p. II rif. 432 427 5 214 421 6 87 Appr.
15 Nominale Ddl 4465 - articolo 1 427 376 51 189 311 65 87 Appr.
16 Nominale articolo 2 428 376 52 189 313 63 87 Appr.
17 Nominale articolo 3 427 376 51 189 314 62 87 Appr.
18 Nominale articolo 4 424 377 47 189 315 62 87 Appr.
19 Nominale articolo 5 422 372 50 187 313 59 88 Appr.
20 Nominale Ddl 4465 - voto finale 396 346 50 174 288 58 85 Appr.
21 Nominale Ddl 4466 - articolo 1 394 348 46 175 288 60 86 Appr.
22 Nominale articolo 2 390 339 51 170 284 55 86 Appr.
23 Nominale articolo 3 407 356 51 179 297 59 84 Appr.
24 Nominale articolo 4 401 354 47 178 300 54 84 Appr.
25 Nominale articolo 5 413 363 50 182 303 60 84 Appr.
26 Nominale Ddl 4466 - voto finale 410 361 49 181 301 60 84 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 4467 - articolo 1 413 379 34 190 366 13 84 Appr.
28 Nominale articolo 2 414 379 35 190 367 12 84 Appr.
29 Nominale articolo 3 410 378 32 190 365 13 85 Appr.
30 Nominale articolo 4 403 368 35 185 355 13 84 Appr.
31 Nominale Ddl 4467 - voto finale 369 341 28 171 326 15 85 Appr.
32 Nominale Ddl 4468 - articolo 1 385 353 32 177 283 70 85 Appr.
33 Nominale articolo 2 386 354 32 178 285 69 85 Appr.
34 Nominale articolo 3 387 356 31 179 285 71 85 Appr.
35 Nominale articolo 4 394 363 31 182 292 71 85 Appr.
36 Nominale articolo 5 395 364 31 183 292 72 85 Appr.
37 Nominale Ddl 4468 - voto finale 386 362 24 182 292 70 84 Appr.
38 Nominale Ddl 4686 - articolo 1 394 393 1 197 391 2 84 Appr.
39 Nominale articolo 2 392 392 0 197 391 1 84 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 3 402 401 1 201 400 1 84 Appr.
41 Nominale articolo 4 394 393 1 197 392 1 84 Appr.
42 Nominale Ddl 4686 - voto finale 387 385 2 193 385 0 83 Appr.