XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 181 di giovedì 27 febbraio 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,35.

VALERIA VALENTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Caparini, Costa, Luigi di Maio, Ferranti, Ferrara, Fico, Giancarlo Giorgetti, Antonio Martino, Orlando, Realacci, Rossomando, Sisto, Tabacci, Tofalo, Villecco Calipari, Vitelli e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione della proposta di legge: Causi ed altri; Zanetti; Capezzone ed altri; Migliore ed altri: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 282-950-1122-1339-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato nn. 282-950-1122-1339-B: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunziato.
Avverto che non sono pubblicati, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti non riferiti a parti modificate dal Senato.
Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 5, 7, 8, 11, 12, 13 e 16, in quanto non modificati dal Senato.
Prego i colleghi di prendere posto perché stiamo per arrivare al voto.

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(Esame degli articoli – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il parere sul testo del provvedimento (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate). Tale parere è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Chiedo ai colleghi di avvicinarsi rapidamente ai banchi. Vi è una fila di colleghi che stanno ritirando le tessere, mi indicano mimando il gesto. Quindi, aspettiamo che i colleghi abbiano ritirato la tessera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, nella valutazione di questa delega, visto che, tra l'altro, vi è stato anche un cambio di Governo e non abbiamo ancora un elenco preciso dei sottosegretari che hanno partecipato alla discussione in Commissione e anche alla Camera, di questo testo, avevamo valutato una criticità legata alla, forse, non sufficiente previsione di controllo che il Parlamento potrebbe avere, per come è formulato adesso l'articolo 1, sui provvedimenti legislativi che il Governo adotterà.
In particolare, mi riferisco al fatto che, sebbene siamo riusciti ad introdurre, correttamente, all'interno dell'articolo 1, la verifica periodica, ogni quattro mesi, dell'andamento dei lavori che il Governo farà durante lo svolgimento della sua delega, e in particolare anche un periodo di due mesi per il primo atto di verifica presso le Commissioni su questo lavoro...

PRESIDENTE. Colleghi, se tenete un po’ più basso il volume, il collega Pisano parla con un po’ più di agio. Prego, onorevole Pisano.

GIROLAMO PISANO. Riteniamo importante anche che il Governo possa – debba, anzi – portare gli schemi dei decreti legislativi all'attenzione delle Commissioni in itinere del lavoro. Per fare questa cosa, abbiamo scelto una strada più morbida, che poi illustreremo al momento opportuno, che è quella di presentare un ordine del giorno nel quale chiediamo al Governo di rispettare anche questa prescrizione, sebbene non prevista dall'articolo 1, che, così com’è, non è del tutto soddisfacente su questo aspetto. Ciò nonostante, noi, per l'articolo 1, come MoVimento 5 Stelle, voteremo a favore.

PRESIDENTE. Mi pare che i colleghi abbiano ritirato le loro tessere, quindi, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marti, Paris, Sandra Savino, Alli, Kyenge, Parentela, Turco, Ruocco, Iacono, Moretti, Malisani, Bini, Giacomoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 362
Maggioranza 182
Hanno votato
362).

(La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.Pag. 3
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Lello, Dell'Aringa, Basso, L'Abbate, Misuraca, Parisi, Pagano, Duranti, Pannarale, Gallinella, Romano, D'Ambrosio, Lauricella, Zampa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
389).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Nessuno chiedendo di intervenire, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cesa... Cera... Galperti... Grassi... Miotto... Mantero... Brescia... Spadoni... Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
399).

(Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, l'articolo in oggetto che ci accingiamo a votare delega il Governo a intervenire in materia di monitoraggio e contrasto all'evasione fiscale e, in particolare, mi piaceva e credo sia utile soffermarsi su questi due aspetti prima della votazione perché ritengo che questi due interventi il monitoraggio e il contrasto siano legati tra loro e sia importanti tenerli insieme. Tra l'altro, si dispone che il Governo rediga annualmente un rapporto sulla spesa fiscale da allegare alla legge di bilancio, intendendosi per spesa fiscale tutti gli interventi che riguardano le esenzioni, le esclusioni, la riduzione di imponibili che quindi vengono a gravare sul bilancio dello Stato. Questo rapporto consentirà anche di effettuare comparazioni sui programmi di spesa e soprattutto di valutare l'efficacia delle misure agevolative che il Governo e il Parlamento intenderanno portare avanti.
Sul fronte del contrasto, invece, si delega il Governo a intervenire per esaminare e rimodulare tutte le forme di spesa fiscale e, quindi, quelle che sono ritenute duplicazioni, ingiustificati benefici fiscali o comunque interventi di beneficio fiscale non più giustificati dalle mutate condizioni economiche e sociali del nostro Paese. Sempre allo stesso articolo si dispone che le maggiori entrate derivanti dal contrasto all'evasione fiscale vengano destinate ad alimentare il Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale nel nostro Paese e, in particolare, allo stesso Fondo verranno destinati anche tutti i risparmi derivanti dalla rimodulazione dei contributi e incentivi alle imprese. Questo è un Pag. 4aspetto molto importante, perché si pone l'obiettivo di ridurre il carico fiscale sul sistema produttivo ed essendo questo uno degli obiettivi principali che anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha individuato due giorni fa nel proprio discorso di insediamento, crediamo che sia più che mai doveroso votare a favore di questo articolo e impegnare il Governo ad attuare tutte le azioni necessarie per quella riduzione del carico fiscale sul lavoro che è quanto mai fondamentale per rilanciare l'economia e dare una boccata d'ossigeno al nostro sistema produttivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lavagno. Ne ha facoltà.

FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare una positività nel lavoro svolto su questo articolo, una positività che accogliamo dal Senato rispetto alla riduzione delle spese fiscali e alla loro razionalizzazione. Il testo che era uscito dalla Camera non aveva accolto un nostro emendamento che impegnava il Governo ad assicurare nella razionalizzazione delle spese fiscali anche le destinazioni dall'8 per mille. Questo emendamento di Sinistra Ecologia Libertà, bocciato in Aula e in Commissione in prima lettura, viene, invece, accolto dal Senato e noi oggi ce lo troviamo qua. Quindi la dichiarazione di voto ovviamente è favorevole nei confronti di questo articolo proprio perché fa proprio nel lavoro parlamentare un emendamento che era nostro ed è stato recuperato nell'Aula del Senato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colletti, Taricco, Ruocco, Dell'Aringa, Paris, Spadoni, Gigli, Zanetti... Zanetti al banco del Comitato dei nove... non la tolga più se no non vota mai... provi a lasciare... Chimienti, da Zanetti c’è il tecnico... vi prego di affrettarvi... Folino... Zanetti non riesce a votare... magari proviamo a cambiare postazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 349
Astenuti 72
Maggioranza 175
Hanno votato
349).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gutgeld, Cesa, Cera, Locatelli, Dell'Aringa, Ruocco, Giuliani, Piras, Folino ancora non riesce a votare, Giuliani ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 402
Astenuti 23
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

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(Esame dell'articolo 9 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Segoni, Cera, Galperti, Polverini... se c’è qualcosa nel dispositivo lo tolga perché... ecco, è quello... Gnecchi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Silvia Giordano, Paola Bragantini, Rizzetto, Tancredi, Capodicasa, Formisano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 348
Astenuti 74
Maggioranza 175
Hanno votato
348).

(Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Airaudo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Ginato. Ne ha facoltà.

FEDERICO GINATO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, intervengo per sottolineare il buon lavoro fatto sull'articolo 14, che è frutto di un lungo periodo di ascolto della società civile e anche della discussione all'interno del Parlamento.
Il gioco d'azzardo ha suscitato nella società italiana e nell'opinione pubblica più in generale una grande discussione e anche molte polemiche. Io credo che, in parte, siano anche motivate dal fatto che lo Stato non ha fin qui avuto una buona regolamentazione di settore e, in alcuni casi, addirittura, è stato probabilmente visto anche come un incentivo alla proliferazione delle offerte di gioco.
Credo che sia sacrosanto il diritto da parte dei sindaci di aver tentato una regolamentazione del settore dal loro punto di vista, con il proliferare anche delle numerosi leggi che sono state promulgate a livello delle regioni. Quindi, non prendiamocela con i sindaci. Qualche settimana fa, c’è stato un tentativo di emendamento al Senato, dove si tentava, in qualche maniera, di punire i sindaci che tentavano di regolamentare il settore. Credo che si tratti, con questo articolo, che è sicuramente una buona mediazione e ha introdotto importanti principi innovativi, di regolamentare bene il settore, in maniera Pag. 6armonica e organizzata, senza per questo diventare un incentivo alle offerte di gioco.
L'articolo 14 introduce dei principi innovativi, che vado velocemente ad elencare. Parte da una riorganizzazione e riduzione delle offerte di gioco ed un ampliamento del divieto di pubblicità; va dall'armonizzazione della tassazione ad una maggiore trasparenza nella catena proprietaria; introduce il titolo abilitativo unico, che prevede il parere obbligatorio dei sindaci e arriva fino all'istituzione di un fondo per il contrasto del gioco d'azzardo patologico. È la prima volta che lo Stato tenta di regolamentare in maniera equilibrata il settore. Noi forniamo e mettiamo a disposizione del Governo questi principi molto innovativi e molto avanzati.
Speriamo che nel definire i decreti legislativi ci sia una disponibilità da parte del Governo di fare un lavoro comune, affinché la difesa dell'ordine pubblico e della salute pubblica sia qualcosa che costruiamo insieme e non sia solo un'interpretazione di principi che, magari, rimangono sulla carta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, sull'articolo 14, credo che noi ci giochiamo una partita abbastanza importante di quello che è il rapporto che, in qualche modo, lega il Ministero dell'economia e delle finanze con il Ministero della salute. In concreto, noi siamo tutti consapevoli che dal gioco d'azzardo lo Stato ricavi entrate erariali significative da destinare, poi, ad altre fonti e al soddisfacimento di servizi per tutta la società civile, un valore che, forse, potrebbe essere difficilmente rinunziabile.
Però noi siamo totalmente consapevoli come da questa offerta di gioco che sta diventando sempre più capillare e penetrante scaturiscano anche effetti negativi che consideriamo pesanti per quelle fasce più deboli, come possono essere i giovani, ma poi come possono anche essere anziani, pensionati, eccetera, persone che inseguono il sogno della vincita facile.
Ora noi vorremmo che il Ministero dell'Economia e delle Finanze, nel momento in cui interviene in questo settore così delicato, non considerasse secondario il ruolo di tutela del diritto alla salute dei cittadini, in particolare intervenendo su due dei commi che sono presenti e che sono stati modificati al Senato e che ci vengono restituiti in questo momento per l'approvazione alla Camera, voglio sottolineare questa cosa. La prima è il riferimento che si fa al comma v), a quella che è la creazione di un Fondo che dovrà essere in qualche modo ridefinito nella sua consistenza di anno in anno con la legge finanziaria. Questo Fondo è un punto importante e noi però vorremmo che fosse significativamente destinato a bisogni concreti e non fosse né sottoposto a quelle che noi consideriamo estenuanti trattative per cui molto si prende e poco si dà, soprattutto quando il «poco si dà» va inteso a tutela di quei pazienti che presentano i sintomi di una dipendenza grave dal gioco d'azzardo. È da tempo che noi chiediamo che la dipendenza grave dal gioco d'azzardo venga inserita nei livelli essenziali di assistenza e da qui riceva tutto l'aiuto, tutto il supporto e tutta la necessità che i pazienti chiedono e che in qualche modo va estesa anche sotto un profilo di protezione alle loro famiglie.
Ma per quello che riguarda poi il comma successivo, il cosiddetto comma aa), c’è una modifica sulla quale noi nutriamo ancora qualche perplessità. La perplessità nasce dal fatto che, mentre nella formulazione originaria, i limiti alla pubblicità erano tranchant, ed erano espressi con un avverbio «sempre», in questo caso vengono in qualche modo ridimensionati e posizionati a tutela soltanto delle cosiddette fasce di minori. Ora, se è vero che i minori vanno tutelati e vanno tutelati proteggendoli da un'offerta pubblicitaria indiscriminata, non è meno vero che non sono solo i minori coloro che sono esposti a questo rischio. Quindi noi certamente avremmo preferito il ritorno Pag. 7all'espressione più determinata, più assoluta, più concreta. Detto ciò, come già preannunciato ieri sera nell'intervento in discussione generale, noi ci auguriamo che presto il Parlamento possa essere messo in condizione di approvare la legge di tutela dei giocatori affetti da dipendenza grave dal gioco d'azzardo, ristabilendo un equilibrio forte che restituisce al Ministero della Salute il potere decisionale e anche di prevenzione, di cura e di riabilitazione di cui tutti i cittadini hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, credo appunto che sarebbe stato necessario qualcosa di più forte nel testo e ricordo un tema. Non sempre il gioco d'azzardo porta alcun tipo di guadagno a livello delle casse statali. Ricordo che c’è un'interrogazione depositata, la n. 4-03-214 e che riguarda i punti scommesse privi di alcun tipo di autorizzazione a scommettere, dove, per esempio, i giocatori di calcio possono andare a scommettere alla loro personale partita. Sono in tutto 6.000 i centri di trasmissione dati, alcuni praticano attività di scommesse nella loro sede, non tutti, ma alcuni lo fanno. Se un'intera squadra di calcio va a giocare la propria partita può far perdere soldi allo Stato perché il guadagno è assicurato, non c’è bisogno di autorizzazione di pubblica sicurezza e quindi spero che anche su questo settore venga fatta chiarezza al più presto, se no diventa una perdita totale per lo Stato perché è una faccenda ancora ulteriormente peggiore rispetto alla normativa media.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

FRANCO BORDO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, in materia di regolamentazione dei giochi pubblici, noi riteniamo, come Sinistra Ecologia Libertà, che all'interno di questa delega avremmo potuto fare decisamente di più e anche meglio, rispetto a quanto richiesto in modo particolare dai comuni, da tutti i nostri sindaci e dalle associazioni che seguono la partita sul territorio. Riteniamo che sian stati fatti dei passi avanti rispetto al quadro che si stava prefigurando, che era un quadro appunto che voleva escludere di fatto completamente e in modo particolare il protagonismo dei nostri sindaci e dei comuni. Riteniamo che sia stato anche fatto un passaggio non positivo al Senato in materia di pubblicità, ampliando la possibilità e allargando rispetto alla pubblicità del gioco d'azzardo e del giorno compulsivo, rispetto in modo particolare ai soggetti minori.
Detto questo, noi vogliamo esprimere un voto di fiducia, di attenzione, soprattutto ringraziando tutti i colleghi del gruppo interparlamentare contro il gioco d'azzardo, in modo particolare perché vigileranno nei confronti, e vigileremo verso il Governo perché l'applicazione sia un'applicazione la più rigida possibile rispetto a quanto dettato all'interno della delega fiscale. Auspichiamo che il Governo non vada ad ampliare, ad estendere i paletti che noi abbiamo indicato all'interno dell'articolato, in modo estensivo rispetto ai concessionari del gioco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà, per un minuto

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, è difficile parlare in un minuto di un articolo che, solo per quanto riguarda il comma 2, ha tipo 28 lettere, e tratta completamente gioco d'azzardo, regolamentazione, armonizzazione degli aggi. Questo è veramente un asso pigliatutto !
Questa proposta di legge non ci vede assolutamente favorevoli, perché è un argomento di cui si dovrebbe occupare tutta quest'Aula, perché ha un impatto sugli italiani che è devastante: stiamo parlando Pag. 8della tassazione, attraverso la tassazione voi regolamentate e fate anche prevenzione primaria in materia di una patologia che in questo momento in Italia è devastante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è legata ad un problema sociale, che moltissime famiglie pagano, perché hanno un familiare che in questo momento è fuori di testa a causa di uno scollamento anche tra l'istituzione politica e il cittadino che sta in provincia.
Stiamo parlando quindi di una problematica in cui – lo annunciamo – noi voteremo contro questo articolo. Consideriamo e stiamo controllando tutti i conflitti di interesse delle persone sedute anche in quest'Aula, e che questo asso pigliatutto mette assolutamente in rilievo. Per quanto riguarda tutte queste persone, perché alcuni nomi già li abbiamo e li ritireremo fuori, vi dico: vergognatevi ! Vergognatevi ! Ci sono due emendamenti al Senato che vanno a indebolire la normativa sulla pubblicità, facendo una «supercazzola» della delega europea che non norma niente ! Non norma niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, in prima lettura avevamo in questo articolo 14 l'introduzione del divieto di pubblicità nelle fasce protette delle trasmissione radiofoniche e televisive, e sempre per giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi. Al Senato hanno avuto questa meravigliosa idea di indebolire questo comma, e di mettere l'introduzione del divieto di pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive nel rispetto dei principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori. Qualcuno mi deve dire di che principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori stiamo parlando: stiamo parlando di fasce orarie ? Stiamo parlando in un qualche modo di fare meno pubblicità rispetto a questi giochi, che inducono a comportamenti compulsivi ? Qualcuno mi deve spiegare per quale motivo al Senato è stato deciso di indebolire questo comma, che dal punto di vista anche etico, visto il problema sociale che in questo momento il gioco d'azzardo sta avendo, pensavo assolutamente che questo fosse un comma di buonsenso. Al Senato è stato indebolito: questo dal mio punto di vista per aiutare le società di gioco d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà, per un minuto.

MATTEO MANTERO. Signor Presidente, come dicevano i miei colleghi, ancora una volta al Senato si sono alleggeriti i pochi vantaggi che eravamo riusciti ad inserire in questa delega al Governo alla Camera e che riguardavano il divieto dei giochi che causano patologia e la pubblicità dei giochi che causano patologia. Come al solito, quando noi diciamo che non ci fidiamo di questo Governo abbiamo ragione, perché ogni volta che ci sono interessi di lobby potenti come quella del gioco d'azzardo, si va sempre in loro favore e lo dimostrano gli sconti da due miliardi e mezzo a 500 milioni che gli avete fatto nei giorni scorsi, il respingimento di emendamenti come quello in cui chiedevamo la soppressione della mini IMU aumentando la tassazione sul gioco d'azzardo. Quindi, ancora una volta, quando ci sono dietro i soldi vi piegate sempre alle lobbies che vi controllano. Questa cosa non è più accettabile. Dal 2004 a oggi è quadruplicato il volume del gioco d'azzardo e questo vostro comportamento ha causato una malattia, un milione di italiani sono malati per colpa vostra...

PRESIDENTE. Deve concludere.

MATTEO MANTERO. Questa è una vostra precisa responsabilità, assumetevela (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà per un minuto.

MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vede questo venerdì a Bologna, nel quartiere Navile, praticamente ci sarà un confronto proprio sul gioco d'azzardo patologico. Tutti i deputati della Repubblica italiana sono invitati. Tutti tranne che quelli del MoVimento 5 Stelle, cioè io. Ora, io mi chiedo come mai non abbia ricevuto questo invito, forse perché siamo contrari ? Ora io avverto solo l'Aula, se poi domani finite su Report, chiedetevi perché.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

DONATA LENZI. Signor Presidente, questo articolo 14 noi lo consideriamo un passo avanti rispetto alla normativa precedente, come già è stato ricordato, in quanto obbliga ad accendere un faro su un settore sul quale le conoscenze non sono complete e dà una delega molto rilevante al Governo. Però io vorrei pregare il Ministro dell'economia di tener presente che questa è una delega al Governo, non è una delega al MEF, questo articolo in particolare. Noi che ci occupiamo di sanità e di politiche sociali vediamo i danni dell'aumento enorme del gioco d'azzardo e non penso solo ai malati, penso all'impoverimento di famiglie che invece di comprare altre cose comprano tutti giorni montagne di «gratta e vinci» o giocano nelle varie sale.
Ci preoccupa questo e pensiamo che come esattamente succede per l'alcol o per i tabacchi, il tema della pubblicità non sia un tema del MEF, il tema della tutela dei minori non sia un problema del MEF. È una responsabilità del Governo e la prego su questo di collaborare con i suoi colleghi che di questo si devono occupare. Ci contiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà, per un minuto.

DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io mi rivolgo a lei ma ovviamente, virtualmente, anche al Governo del plurincaricato sindaco, segretario e Presidente Renzi. Bene, si diceva che con il Governo Renzi le cose sarebbero cambiate e noi chiediamo: quale è il cambiamento ? Quale è il cambiamento se continuate a difendere le lobby del gioco d'azzardo ? Quale è il cambiamento se non riuscite a difendere gli ultimi, i più deboli, i bambini che da quegli spalti ci stanno osservando ?
Vergogna, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

LAURA CASTELLI. Signor Presidente, questo provvedimento non è per nulla un passo in avanti è invece un mancato passo, un voluto «non passo», il vostro solito modo di risolvere i problemi della gente che rischia e rovina la propria vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non voglio più sentire che si tratta di un passo in avanti, questo non è un passo, questo è l'oblio che date in mano alla gente. Vite rovinate, questo è quello che state facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà, per un minuto.

SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, intervengo giusto per non creare equivoci. Il provvedimento così come era stato presentato al Senato stabiliva l'introduzione del divieto di pubblicità nelle fasce protette delle trasmissioni radiofoniche e televisive e sempre, sottolineo sempre, per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi. Una volta al Pag. 10Senato questa norma è stata cambiata rendendola nuovamente vana, vaga e soggetta a libera interpretazione perché il termine «sempre» è stato eliminato.
È rimasta la tutela dei minori, ma la pubblicità può andare sia in radio che in televisione, continuando così a permettere di pubblicizzare in radio e in televisione il gioco d'azzardo e tutto ciò che lo riguarda. Sono d'accordo a considerare questo un passo in avanti se ciò significa non voler combattere il gioco d'azzardo, non voler combattere questa patologia e non voler combattere tutte le conseguenze che ne derivano nella società a livello mentale, di malattia e a livello economico. Grazie mille al nuovo Governo, grazie mille al PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Quaranta. Ne ha facoltà, per un minuto.

STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, eviterei di fare della demagogia spicciola su temi importanti come questo. Come si ricordava, ad inizio legislatura si è costituito un intergruppo sul gioco d'azzardo a dimostrazione che si tratta di un tema molto sentito a livello trasversale da tutti i gruppi.
È vero che il provvedimento è stato peggiorato con il passaggio al Senato, ma è anche vero che è innegabile che sia stato fatto un primo passo in avanti ed è innegabile che i comuni che hanno regolamentato per tempo questo tipo di problematicità hanno trovato un sostegno anche in questo provvedimento. Credo sia anche innegabile che le associazioni più impegnate su questo tema riconoscono come si sia iniziato a fare un lavoro.
Poiché sono molto affezionato a persone come Don Gallo, che hanno speso la loro vita su questi temi, penso sia utile dare un segnale a questo mondo che si inizia a fare delle cose, piuttosto che continuare a dire che va tutto male, che fa tutto schifo e non si fa mai nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Lello. Ne ha facoltà.

MARCO DI LELLO. Signora Presidente, per fare chiarezza voglio rammentare che noi non stiamo affrontando la disciplina del gioco d'azzardo. Al riguardo vi è una straordinaria proposta di legge della onorevole Binetti, su cui tutti i gruppi stanno lavorando in Commissione e che mi auguro possa presto arrivare in Aula.
Oggi dobbiamo affrontare il tema sotto il profilo finanziario della leva fiscale. Vorrei allora approfittare dell'occasione per mettere a conoscenza del signor ministro che questa Assemblea, forse nella disattenzione generale, lo scorso 20 dicembre ha approvato, con il consenso del Governo, un ordine del giorno dei deputati socialisti che impegnava appunto il Governo ad inasprire il prelievo sui giochi d'azzardo. Al momento siamo di fronte a percentuali francamente irrisorie: tre per cento per le scommesse sportive, cinque per cento per le videolottery, undici per cento per il Bingo. Abbiamo avuto negli anni scorsi una diminuzione del prelievo anziché un aumento, che in qualche modo servirebbe anche per scoraggiare il gioco d'azzardo e, quindi, conseguentemente le ludopatie. A questo danno in alcuni territori si aggiunge la beffa di una straordinaria diffusione del gioco d'azzardo clandestino, che sottrae ulteriore gettito erariale allo Stato e che continua ad alimentare inevitabilmente la diffusione della ludopatia.
Oggi votiamo una delega al Governo e sono certo che esso non potrà prescindere, nell'esercizio di questa delega, da quell'ordine del giorno, datato poco più di due mesi fa, in modo da fornire un segnale concreto, poiché a maggior ragione in un momento di difficoltà del paese pensare che le concessionarie possano vantare guadagni miliardari è incompatibile con lo stato del paese, sul piano economico e, aggiungo, sul piano etico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

Pag. 11

LUIGI GALLO. Signor Presidente, io mi chiedo perché in questo Parlamento – e con questo riprendo, diciamo, le parole del deputato di SEL – dobbiamo essere timidi, dobbiamo essere timidi nell'affrontare un tema così grave (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Perché accettare che tra incassare soldi senza nessuno scrupolo da parte dello Stato, da una parte, e poi spenderli, perché bisogna pagare i danni che con questo prelievo attraverso i giochi d'azzardo si causano, sia una cosa sensata ? Siamo tutti adulti e penso che possiamo avere il coraggio di affrontare le cose, a meno che non dobbiamo dare ragione al collega Di Battista che ha definito il nuovo Premier intellettualmente timido.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO. Signor Presidente, io vorrei sottolineare l'ipocrisia, perché noi abbiamo lavorato nel Comitato ristretto e sull'articolo 14, ci siamo sforzati molto per trovare una convergenza, per trovare dei limiti anche alla pubblicità. Noi del MoVimento 5 Stelle avevamo messo dei paletti molto forti nei confronti anche delle immagini pubblicitarie e della promozione, ma vedo che proprio non ce la fate a migliorare, proprio non ce la fate, anche quando uno si sforza di venire incontro, di sedersi a un tavolo, di migliorare i testi. Poi che cosa si fa ? Si fa finta di migliorare, poi si va al Senato, si rimanipola tutto e si risputa di nuovo un articolo che è sicuramente peggiorativo di qualunque dialogo, di qualunque forma, di qualunque esigenza e di qualunque miglioramento nei confronti della vita sia dei cittadini e della loro salute.
Qui si parla di salute pubblica e, come al solito, ancora una volta i partiti hanno sottolineato molto bene da che parte stanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Catania, Rizzetto... veloci... fate passare lì... Cristian Iannuzzi... non vedo altre mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 416
Astenuti 30
Maggioranza 209
Hanno votato
336
Hanno votato
no 80).

(La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e i deputati Preziosi e Paola Bragantini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate).
Passiamo alla votazione dell'articolo 15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

DANIELE PESCO. Signor Presidente, sull'articolo 15, che è quello che prevede delle novità in campo fiscale per quanto riguarda l'energia, noi siamo perplessi in quanto in pratica si anticipano cose che ancora non esistono, soprattutto laddove si parla di una futura modifica della direttiva n. 2003/96/CE di cui alla comunicazione n. 2011/169 della Commissione europea.
Ebbene, visto che non esiste ancora questa direttiva, perché anticipare, mettere le mani avanti e dare la delega al Governo Pag. 12su qualcosa che ancora non esiste ? Noi siamo dell'opinione che se dovesse arrivare una direttiva europea, soprattutto in questo campo, in ambito ambientale, deve essere il Parlamento a prendere in esame la direttiva e riuscire a prevedere e operare con una legge fatta dalla Camera e dal Senato.
Siamo quindi contrari a dare praticamente una delega in bianco al Governo in questo materia così delicata e importante per il nostro Paese, per un futuro sostenibile per tutta l'intera nazione e per i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cera; Di Lello, Folino, Roberta Agostini, Bossa, Rizzetto, Baldassarre, Moretti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
369
Hanno votato
no 82).

(I deputati Carbone e Gasbarra hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Si è così concluso l'esame degli articoli. Essendo testé pervenuti nuovi ordini del giorno, per consentire al Ministro dell'economia e delle finanze di valutarli, sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 11. Ovviamente il termine per la presentazione degli ordini del giorno è da intendersi scaduto. La seduta è sospesa per dieci minuti.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 11.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 282-B ed abbinate).
Avverto che l'ordine del giorno Pagano n. 9/282-B/26 è stato ritirato dal presentatore.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Matteo Bragantini n. 9/282-B/3, in materia di concordato preventivo; Prataviera n. 9/282-B/7, concernente l'esclusione dal Patto di stabilità delle risorse investite per opere finalizzate alla difesa idraulica in territori a rischio idrogeologico; L'Abbate n. 9/282-B/28, in materia di quote latte.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, Ministro Padoan.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Colleghi, un po’ di silenzio, così i presentatori degli ordini del giorno possono ascoltare il parere del Governo. Prego, Ministro.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Questi sono i pareri del Governo riguardo agli ordini del giorno. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno Busin n. 9/282-B/1 e Marcolin n. 9/282-B/2. Sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/282-B/3...

PRESIDENTE. È inammissibile.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Caon n. 9/282-B/4 e Rondini n. 9/282-B/5, mentre formula un invito al ritiro Pag. 13dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/282-B/6, perché, a mia conoscenza, l'Agenzia delle entrate ha modificato la norma a cui si fa riferimento.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/282-B/7...

PRESIDENTE. È inammissibile.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Buonanno n. 9/282-B/8 e Allasia n. 9/282-B/9, mentre sull'ordine del giorno Sberna n. 9/282-B/10 il Governo propone la riformulazione del primo capoverso del dispositivo, premettendo le parole: «a valutare l'opportunità di». Faccio anche notare che il secondo capoverso del dispositivo, che riguarda la costituzione di un tavolo di consultazione, può essere, nella sostanza, assorbito dall'ordine del giorno Causi n. 9/282-B/16.
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Ruocco n. 9/282-B/11 e Marzana n. 9/282-B/12, mentre sugli ordini del giorno Cecconi n. 9/282-B/13 e Baroni n. 9/282-B/14 il Governo propone di riformularne il dispositivo, nel senso di premettere le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».
Sull'ordine del giorno Mantero n. 9/282-B/15 il Governo è d'accordo, anche se quanto richiesto mi sembra sia già nel testo del provvedimento.

PRESIDENTE. Comunque, il parere è favorevole ?

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Il parere è favorevole. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Causi n. 9/282-B/16, mentre formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Ribaudo n. 9/282-B/17 ed invita a prevedere la discussione in Commissione finanze per la questione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Binetti n. 9/282-B/18, mentre sull'ordine del giorno Murer n. 9/282-B/19 propone di riformularne il dispositivo, nel senso di premettere le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».
Sull'ordine del giorno Pelillo n. 9/282-B/20 il Governo propone di riformulare il dispositivo nel seguente modo: « a valutare l'opportunità di attribuire le competenze amministrative (...)» e per il resto va bene.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Basso n. 9/282-B/21, mentre, a parere del Governo, l'ordine del giorno Grillo n. 9/282-B/22 è assorbito dal successivo, l'ordine del giorno Giordano n. 9/282-B/23, e quindi si invita a ritirarlo. Sull'ordine del giorno Giordano n. 9/282-B/23 il Governo suggerisce...

PRESIDENTE. Ministro, mi scusi, ma non può essere lei a valutare l'assorbimento. Quindi, il parere sull'ordine del giorno Grillo n. 9/282-B/22, in ogni caso, sarebbe favorevole ?

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. No, a questo punto, il parere è contrario. Chiedo scusa. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Prego. Sull'ordine del giorno Giordano n. 9/282-B/23, invece ?

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Sull'ordine del giorno Giordano n. 9/282-B/23 il Governo propone di riformulare il dispositivo, nel senso di prevedere le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/282-B/24, purché il dispositivo venga riformulato, premettendo le parole: «a valutare l'opportunità». Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Zanin n. 9/282-B/25 e invita a discutere della questione in Commissione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Pagano n. 9/282-B/26 è ritirato.

Pag. 14

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/282-B/27. L'ordine del giorno L'Abbate n. 9/282-B/28 è inammissibile. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Moretto n. 9/282-B/29. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pesco n. 9/282-B/30, purché il dispositivo venga riformulato, premettendo le parole: «a valutare l'opportunità».

PRESIDENTE. Partirei dal presupposto che gli ordini del giorno per i quali il Governo ha espresso parere favorevole non vengano messi al voto.

MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, vi è, non so, questa volontà di fare tutto estremamente molto in fretta, ma questi ordini del giorno sono arrivati cinque minuti fa. Allora, in che Parlamento siamo ? Siamo in un Parlamento di una Repubblica italiana seria, che permette di fare o ci sono degli interessi che non permettono di fare le cose per bene ? Perché qui c’è qualcuno che sta spingendo in fretta e furia per portare a casa questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora o questo è un Parlamento di «peracottari» o si lavora seriamente (Proteste) !

PRESIDENTE. Onorevole Baroni ! onorevole Baroni ! Andiamo avanti con il nostro lavoro. Onorevole Baroni, non ha più la parola ! Rispondo alla questione posta dall'onorevole Baroni. Gli ordini del giorno possono essere presentati entro il termine della discussione degli emendamenti e degli articoli. Così è stato e, quindi, noi dobbiamo procedere a concludere l'esame di questo provvedimento, così come stabilito unanimemente in Conferenza dei capigruppo.

SEBASTIANO BARBANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO BARBANTI. Volevo chiederle di darci davvero dieci minuti o un quarto d'ora, al massimo, non di più, per analizzare gli ordini del giorno e, quindi, decidere anche le votazioni. Le chiedo se è il caso di sospendere la seduta.

PRESIDENTE. Non è possibile, onorevole. Non è possibile accogliere questa richiesta, a meno che non chiediate di metterla in votazione; in questo caso dovrei dare la parola ad un oratore a favore e ad uno contro e poi passare al voto.

LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI. Signor Presidente, visto il numero di valigie che sono qui fuori, chiedo di mettere in votazione questa proposta. Non vorrei mai che la fretta sia dovuta al fatto di tornare a casa.

PRESIDENTE. Onorevole Castelli, la prego di essere rispettosa dell'Aula in cui siede.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo contro la proposta della collega Castelli. Io penso che su questo provvedimento sia stato fatto un gran lavoro dalla Commissione. Lo dimostra il fatto che non c'era neanche un emendamento su questo provvedimento. Mi sembra assurdo che si pensi di poter fare l'opposizione con gli ordini del giorno su un provvedimento, quando non sono stati presentati gli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi sembra che il Ministro abbia dato una dimostrazione di grande attenzione al merito delle questioni Pag. 15poste, sia in termini di discussione sulle linee generali ieri con il suo intervento sia nell'approccio agli ordini del giorno.
Quindi, non riesco a capire quale sia la finalità, anche perché gli ordini del giorno appena presentati sono anche quelli del MoVimento 5 Stelle, che li ha appena depositati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, mi sembra assurdo questo atteggiamento.
Allora io credo che noi possiamo andare avanti, mettere in votazione gli ordini del giorno e concludere questo provvedimento, che è un provvedimento importante per questo Paese.

PRESIDENTE. Io ho dato la parola all'onorevole Rosato contro la proposta di sospensione, do la parola alla deputata Ruocco a favore – immagino – della proposta di sospensione. Prego, deputata Ruocco.

CARLA RUOCCO. Signor Presidente, ancora una volta riscontro che trascorrete giornate e settimane a spartirvi poltrone e neanche dieci minuti a valutare gli ordini del giorno (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Ruocco, parli a favore della proposta.

CARLA RUOCCO. Per noi il lavoro è qualche cosa di serio e abbiamo bisogno di dieci minuti di sospensione...

PRESIDENTE. Colleghi, lasciate concludere l'onorevole Ruocco. Colleghi !

CARLA RUOCCO. Scambiate la riflessione e l'interesse per i cittadini per opposizione sic et simpliciter. Ma di che cosa stiamo parlando ? Un Parlamento che è stato fermo per una settimana perché avete litigato e avete cambiato Governo da soli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi...colleghi !

CARLA RUOCCO. Dieci minuti...dieci minuti per capire il rapporto con il fisco...

PRESIDENTE. Lasciate concludere la deputata Ruocco.

CARLA RUOCCO. ...come si deve articolare. Forse potreste anche concederli a questa opposizione. O decidete di ghigliottinarla ogni volta che pensa all'interesse dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PRESIDENTE. Non può parlare più nessuno: sono intervenuti uno a favore e uno contro sulla proposta di sospensione dei lavori. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione della seduta.
(È respinta).

La Camera respinge.

Torniamo all'esame degli ordini del giorno.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Busin n. 9/282-B/1, Marcolin n. 9/282-B/2, Caon n. 9/282-B/4 e Rondini n. 9/282-B/5, accolti dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/282-B/6 formulato dal Governo per affrontare la materia in altra sede.

FILIPPO BUSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiede di metterlo in votazione ?

FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, sì, lo farei votare. È vero che c’è una circolare dell'Agenzia delle entrate che chiarisce questo tema, però questo ordine del giorno estende la possibilità di pagare in contanti gli affitti, almeno per le zone turistiche, anche per cifre superiori ai mille euro. Ci sembra comunque il caso di Pag. 16sottolineare la necessità di avere questa possibilità, almeno limitatamente alle zone turistiche dove sappiamo che il turismo, soprattutto quello dell'est, è abituato a pagare in queste forme.

PRESIDENTE. Ministro, mi scusi, mi pare di capire che, però, il parere del Governo, se l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/282-B/6 non viene ritirato, è contrario, giusto ?

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, sì è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/282-B/6, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Folino, Catania...
Dichiaro chiusa la votazione. De Lorenzis, mi scusi, non l'avevo vista.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 441
Astenuti 7
Maggioranza 221
Hanno votato
72
Hanno votato
no 369).

(La deputata Piccoli Nardelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Buonanno n. 9/282-B/8 e Allasia n. 9/282-B/9, accolti dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Sberna n. 9/282-B/10, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, ci sembra che la riformulazione proposta dal Ministro sia in realtà poco impegnativa: «a valutare l'opportunità di». Noi quello che chiediamo con questo ordine del giorno è che, per realizzare la giustizia fiscale, una maggiore giustizia fiscale in questo Paese, oltre agli articoli 3 e 53 della Costituzione, si tenga conto anche dell'articolo 31 della Costituzione secondo il quale la Repubblica assegna alle famiglie i mezzi per adempiere ai propri compiti di istituto. Chiederemo, quindi, se il Governo accetta una riformulazione della riformulazione dicendo almeno: «si impegna ad individuare gli strumenti per» nell'ambito generale dell'esercizio di questa delega fiscale. Spero che il Governo possa accettare questa proposta.

PRESIDENTE. Onorevole Gigli, non è usuale, perché le riformulazioni sono proposte dal Governo, però, se il Governo ritiene di poter riformulare ulteriormente l'ordine del giorno, lo deve dire il Ministro Padoan.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, suggerisco la seguente riformulazione: «prendere in considerazione strumenti per».

PRESIDENTE. Vi è un'ulteriore proposta di riformulazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Sberna n. 9/282-B/10 accettano l'ulteriore riformulazione e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/282-B/11, con il parere contrario del Governo.

CARLA RUOCCO. Mi meraviglia moltissimo il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno perché la settimana scorsa è stata approvata una mozione proprio in questo senso dall'unanimità del Parlamento. In sostanza, la mozione tendeva a concentrare l'attenzione relativamente alle evasioni fiscali sulle Pag. 17grosse frodi comunitarie che costano decine di miliardi di euro allo Stato e poi nella mozione si chiedeva anche di destinare i proventi dell'azione di contrasto alle frodi comunitarie ad un fondo per la riduzione di tutte le aliquote IVA. Bene, questa mozione è stata votata all'unanimità del Parlamento. Oggi il Governo è contrario ad un ordine del giorno che prende a piè pari la mozione e la riporta nella delega fiscale, dove peraltro questo principio era già stato stabilito.
Pertanto vedo che, quando si tratta di appoggiare i banchieri, regalare i miliardi alle banche e stare dalla parte delle lobby, i Governi ragionano tutti in continuità. Quando, invece, si tratta di concentrare l'attività di lotta all'evasione su chi veramente evade e non su chi, magari per necessità, può anche fare degli errori formali su cui lo Stato spesso si accanisce (vediamo imprenditori che si suicidano) e quindi si fa una lotta all'evasione sul piccolo scontrino, sulla povera moglie di un pizzaiolo che aiutava il marito e che, quindi, è stato pesantemente punito da Equitalia, ecco, quando si tratta di dare una mano a queste persone, i Governi si comportano in maniera completamente disinteressata, quando non addirittura schizofrenica. Quando, invece, si tratta di aiutare le banche, be’ c’è compattezza e continuità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/282-B/11, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Coviello, Paris, Cesa, D'Arienzo, Galperti, D'Arienzo ancora non riesce a votare, Terzoni...Terzoni ha votato...D'Arienzo anche.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 422
Astenuti 41
Maggioranza 212
Hanno votato
127
Hanno votato
no 295).

Passiamo all'ordine del giorno Marzana n. 9/282-B/12, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marzana. Ne ha facoltà.

MARIA MARZANA. Signor Presidente, io devo dire sinceramente che sono esterrefatta di questo parere, in quanto il Presidente del Consiglio ha posto al centro del proprio discorso la scuola e, quindi, non riesco proprio a capire come il parere espresso in merito a questo ordine del giorno da parte del Governo possa essere negativo.
Questo ordine del giorno impegna il Governo a prevedere, in sede dell'emanazione dei decreti ministeriali, la possibilità per gli istituti superiori di stipulare convenzioni con gli enti locali per consentire la partecipazione degli studenti alle rilevazioni catastali nell'ambito del processo di riforma del catasto. La proposta, frutto di un confronto diretto e di un'elaborazione condivisa di tutti i soggetti coinvolti – insegnanti, dirigenti, studenti, sindacati e Agenzia delle entrate – nasce da una precisa esperienza che da anni si svolge sul mio territorio, Siracusa, e che volevo si estendesse a tutto il territorio nazionale. In conto ad essa sono emersi esiti molto significativi sul piano dell'apprendimento e della formazione dei giovani che si apprestano ad inserirsi nel mondo del lavoro. Questa opportunità si rivolge in particolare agli studenti delle quarte e quinte classi degli istituti in cui è previsto l'insegnamento di estimo e topografia.
Mi piacerebbe che il Governo ascoltasse, visto che... grazie.

Pag. 18

PRESIDENTE. Non so che succede... lei ha detto grazie, e qualcuno le ha spento il microfono, pensando che avesse finito.

MARIA MARZANA. No, no, ho detto grazie perché avevo richiesto che il Governo prestasse attenzione a questo intervento.

PRESIDENTE. Bene, prego continui.

MARIA MARZANA. Come dicevo, questa opportunità si rivolge agli studenti delle quarte e quinte classi degli istituti in cui è previsto l'insegnamento di estimo e topografia, come gli istituti per geometra; risponde alla necessità che i curricula trovino un immediato riscontro nelle esigenze del territorio e favorisce un'articolazione più mirata del piano dell'offerta formativa.
Vorrei ricordare, inoltre, che tale opportunità si inserisce nell'ambito della riforma degli istituti tecnici del 2005, la quale prevede, in sintonia con le attività didattiche-educative progettate, un raccordo più stretto ed organico della scuola con i soggetti istituzionali e sociali del territorio, al fine di consentire agli studenti di acquisire competenze professionali spendibili nel mondo del lavoro e maturare esperienze personali che possano orientare le proprie scelte future.
L'ordine del giorno mira, dunque, ad implementare le occasioni di alternanza scuola-lavoro, realizzando progetti educativi e formativi in contesti lavorativi nei quali si favorisce lo sviluppo di competenze specifiche previste dai profili educativi, culturali e professionali nei corsi di studio e ai quali si riconosce valore educativo.
In virtù della promozione della formazione professionale e degli obiettivi, quindi, trasversali che possono essere raggiunti, compresa l'educazione alla legalità, la cooperazione della scuola con le dinamiche dell'Agenzia delle entrate e, in particolare, del catasto, invito quindi il Governo a rivedere il parere espresso e tutti i colleghi a votare positivamente questo ordine del giorno, volto ad assicurare una nuova e valida opportunità formativa per i nostri studenti, e che va nella direzione delle parole espresse dal nuovo Presidente del Consiglio, a cui, spero, seguano le azioni concrete e non rimangano semplicemente parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, in verità mi dovrei tacere, perché il finale della mia collega Marzana è assolutamente limpido, è chiaro. L'ordine del giorno è senza un «doppio fondo», come abbiamo visto, invece, in tanti emendamenti, quando si tratta di queste filiere di interessi e di conflitti d'interessi in cui siete molto strettamente intrecciati.
Quindi, mi dispiace per la mia collega Marzana, ma l'attività di denuncia deve essere accompagnata alle nostre richieste: questa è una richiesta pulita, limpida, semplice, su cui Renzi si è espresso in maniera chiara. Per cui, se riuscite a votare serenamente su questo ordine del giorno, noi vi ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, volevo precisare che l'orientamento del Governo non è assolutamente contrario alla questione generale sollevata dall'onorevole collega adesso. Quindi, per evitare che ci siano malintesi, la posizione del Governo è quella di suggerire una riformulazione, introducendo l'espressione: «a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malpezzi. Ne ha facoltà.

Pag. 19

SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signor Presidente, ringrazio l'intervento del Governo, però tengo a precisare che quello che anche il Presidente del Consiglio ha segnalato, cioè la scuola che diventa il centro dell'attenzione – che c’è già stata, soprattutto, per quanto riguarda il Partito Democratico – non significa portare avanti degli interventi spot, a cui, invece, il MoVimento 5 Stelle ci ha abituato in tutti questi mesi. Il quadro da rivedere è un quadro che va verso un'organicità più complessiva: in questo caso, questo intervento va anche a ledere l'autonomia didattica e l'autonomia delle scuole, sulle quali, invece, noi, con le eventuali riformulazioni del Titolo V, vogliamo lavorare.
Per cui, io inviterei i colleghi del MoVimento 5 Stelle, soprattutto in VII Commissione a dare una mano e un contributo attivo tutte le volte che si parlerà di interventi organici e di evitare, come al solito, questi spot che, poi, alla fine, rimangono solo ed esclusivamente degli spot (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, vorrei ricordare alla collega del PD che al Governo stanno loro, da dodici mesi a questa parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi, quando parla di riforme concrete e strutturali e non interventi spot, dovrebbe ricordarsi che l'opposizione riesce a fare per lo più emendamenti o cose di questo tipo e non riesce a fare una riforma strutturale. Quindi, anziché seguire il loro nuovo leader con «immaginiamo», «vedremo» e «faremo», iniziate a fare qualcosa di buono e delle riforme concrete per il Paese, anziché parlare e basta. Noi faremo quello che possiamo, dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, anche se il mio collega Manlio Di Stefano mi ha rubato le parole di bocca, però, visto che io faccio parte della Commissione cultura, posso approfittare per fare degli esempi per far capire come il MoVimento 5 Stelle ha sempre puntato verso provvedimenti strutturali e non provvedimenti spot. A parte il fatto appunto che è il Governo che deve proporre qualcosa di strutturale, l'opposizione può soltanto spingere affinché ciò accada e nel miglior modo possibile. Ed è ciò che noi abbiamo fatto: penso, per esempio, all'edilizia scolastica, con riferimento alla quale il sottoscritto aveva individuato e presentato ben cinque emendamenti per raddoppiare il provvedimento strutturale sull'edilizia scolastica. Tutti e cinque gli emendamenti sono stati bocciati dal PD: avevo trovato cinque coperture diverse, ma non è servito a nulla, perché, evidentemente, quelle cinque coperture andavano a toccare i soliti interessi a cui siete intrecciati, come diceva il collega Baroni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, io non commento le parole della collega del PD: il fatto che il PD di Matteo Renzi si ponga contro la politica dello spot, praticamente, lo pone contro se stesso. Io non ho mai sentito un discorso sulla fiducia così pieno di spot come quello che siamo stati costretti ad ascoltare l'altro giorno. Al Governo vorrei dire, visto che si condivide la linea, che si introduce un'ulteriore incidentale per dare il tempo di valutare e di intervenire.
Ora, visto che il punto di discontinuità più importante rispetto al passato, oltre alle mani in tasca e gli interventi a braccio, dovrebbe essere quello dei tempi, se condividete la linea, allora prendetevi le vostre responsabilità. Se in due mesi dite che volete fare la riforma della giustizia e in un mese quella della Pubblica amministrazione, non capisco perché dovete Pag. 20prendere tempo su un ordine del giorno che condividete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, anche in base alla esperienza della mia università, perché io so che il dottorato di urbanistica della mia università, su convenzione, fa questa attività: manda i dottorandi negli uffici del catasto, del registro per fare i tirocini formativi; io mi permetterei di proporre la seguente riformulazione al Governo: «a estendere le esperienze esistenti di convenzione fra l'Agenzia delle entrate».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO. Signor Presidente, innanzitutto qui se c’è qualcuno che fa gli spot è proprio il Governo perché nel momento in cui dice «a valutare l'opportunità di» e tutto il Parlamento approva, questo è uno spot, perché non serve a niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Noi chiediamo un impegno preciso, un impegno preciso che serve agli studenti, serve alla scuola, all'alternanza scuola-lavoro. Poi pregherei i colleghi del PD della Commissione cultura di affermare quello che non dicono: noi abbiamo due proposte di legge, una per l'abolizione dei finanziamenti privati alle scuole e un'altra per l'abolizione del finanziamento all'editoria. Queste sono proposte che il PD non vuole mai calendarizzare, quali spot, quali spot (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PRESIDENTE. Mi pare di capire dall'intervento dell'onorevole Gallo che non c’è accoglimento della riformulazione proposta dal Governo. L'onorevole Marzana mi faccia un gesto.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/282-B/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ventricelli, Centemero, Micillo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 464
Votanti 407
Astenuti 57
Maggioranza 204
Hanno votato
94
Hanno votato
no 313).

(La deputata Capozzolo ha segnalato che non è riuscita a votare)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Cecconi n. 9/282-B/13, per cui il Governo proponeva la riformulazione «a valutare l'opportunità di». Chiedo all'onorevole Cecconi se accede alla riformulazione proposta dal Governo.

ANDREA CECCONI. Signor Presidente, francamente ci pare assurdo che per un ordine del giorno così semplice, che chiede semplicemente di non usare più la definizione di «ludopatia», ma di usare «gioco di azzardo patologico», si chieda una riformulazione «a valutare l'opportunità di». Ministro, ma cosa si deve valutare ? Mi chiedo cosa ci sia da valutare nel fatto che non può e non si deve, perché anche la comunità scientifica, e devo dire che anche in Commissione affari sociali, di cui sono componente, si sta lavorando su un progetto di legge sulla prevenzione e sulla tutela dal gioco d'azzardo patologico e si evita, anzi si decide di non usare più il termine ludopatia, lei mi viene qui a chiedere una riformulazione: «a valutare l'opportunità». Ma non mi pare che ci sia qui una questione di coperture economiche per cui lei, in qualità di Ministro Pag. 21dell'economia e finanze, deve valutare l'opportunità dei costi che può comportare il cambio di una definizione da ludopatia a gioco d'azzardo patologico. Quando si parla di ludopatia si può intendere qualsiasi tipo di gioco, invece in questo particolare riferimento, ed anche in tutti gli atti che il Governo e il Parlamento fanno in merito ai giochi, li fanno sul gioco d'azzardo patologico, sui giochi d'azzardo. Quindi, non su una possibile malattia che anche un qualsiasi bambino, anche minore, ha nell'avere un gioco compulsivo con un videogioco. Non c'entra assolutamente niente.
Quindi, chiedo se il Governo è disponibile a ritirare questa richiesta di riformulazione, che ci pare assurda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, intervengo a parziale rinforzo e portando alcuni dati estremamente inequivocabili, di tutta la Commissione affari sociali, in cui è in sede referente il testo unificato sulla prevenzione e la cura e la riabilitazione del gioco d'azzardo patologico: si chiama gioco d'azzardo patologico. Non è il testo unificato che è uscito da non so quante altre proposte di legge, probabilmente mi sembra nove, e non c’è scritto «prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia», in nessuna parte del testo. C’è stata unanimità totale su questo argomento: quindi, a meno che il nostro Ministro non abbia preso sottogamba, o semplicemente non fosse stato distratto da altre questioni, o semplicemente per antipatia personale, non c’è alcun motivo logico e razionale per non far passare questo ordine del giorno.
Quando noi parliamo di «valutare l'opportunità di» significa che non si è avuto il tempo di pensare di valutare, che era l'oggetto del mio intervento di prima; su cui comunque in sede privata ho chiesto scusa all'onorevole Rosato, rispetto al mio termine acceso, perché c’è stato un problema di comunicazione nostro interno. Perché quando i tempi sono così stretti neanche lei riesce a valutare, quindi a nostro parere sta dicendo una stupidaggine, e noi non riusciamo a comunicare fra di noi. Rosato avrà dei canali da Superman, perché aveva già valutato tutto: è impossibile, perché l'ordine del giorno n. 9/282-B/30 ce l'hanno portato dopo che ho parlato con l'onorevole Rosato.
Continuiamo quindi ad avere problemi perché ci sono le valigie, perché i deputati devono rientrare subito.

PRESIDENTE. Onorevole Baroni...

MASSIMO ENRICO BARONI. Non credo che questo sia il metodo. Per favore, ci faccia passare questo semplicissimo ordine del giorno, che anche le scolaresche possono capire in maniera perfetta, in maniera limpida; e andiamo avanti, perché la discussione accesa sarà su altri ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, anche noi crediamo che in effetti questa discussione, che c’è già stata, tra ludopatia e gioco d'azzardo patologico, sia superata. Abbiamo già approvato una legge di conversione del decreto-legge Balduzzi l'anno scorso, che definisce così la patologia: «dipendenza da gioco con vincita di denaro». Penso che anche le perplessità che lei ha qui mosso possano essere ampiamente superate, perché è già acquisito questo concetto. In verità si tratta, come dice l'OMS, di una dipendenza da gioco d'azzardo. Chiamiamolo da gioco con denaro ? È la stessa cosa, signor Ministro: ma il nostro codice penale parla di vietare il gioco d'azzardo, quindi penso che l'ordine del giorno possa essere accolto così come è stato formulato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

Pag. 22

LAURA CASTELLI. Signor Presidente, il problema qui è che forse il neo Ministro Padoan è chiamato ad interpretare una cosa che riguarda un argomento che non è il suo argomento, e questo ovviamente è un problema del Governo e di non omogeneità dei provvedimenti. Forse – lo dico ai miei colleghi, che si aspettano un giudizio su una cosa che non c'entra con i temi che solitamente il neo Ministro affronta – è meglio se al Ministro chiedete o fate decidere se far fare all'Italia la stessa fine che lui col Fondo monetario internazionale fece fare a Grecia, Portogallo e Argentina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. In questo ordine del giorno si chiede semplicemente di chiamare le cose con il loro nome. L'Organizzazione mondiale della sanità riconosce una patologia, che si chiama patologia da gioco d'azzardo patologico, GAP: non la patologia da gioco, la ludopatia. La ludopatia è un termine improprio: il termine corretto è gioco d'azzardo patologico. Quindi, non capiamo cosa debba valutare il Governo: deve semplicemente chiamare le cose con il loro nome. Chiediamo quindi al Governo di ripensarci e togliere la riformulazione.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Il Governo è d'accordo con l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. A questo punto credo che gli altri interventi siano superati. Quindi l'ordine del giorno Cecconi 9/282-B/13 è accolto senza riformulazione.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/282-B/14. L'onorevole Baroni non può più parlare perché ha parlato due volte sugli ordini del giorno. Può solo dirmi se accoglie la riformulazione.

MASSIMO ENRICO BARONI. Si, la riformulazione però non l'ho sentita bene io.

PRESIDENTE. È «a valutare l'opportunità di».

MASSIMO ENRICO BARONI. Non posso intervenire ?

PRESIDENTE. No, perché è già intervenuto due volte sugli ordini del giorno.

MASSIMO ENRICO BARONI. Ma è identico a quello di Basso, che abbiamo sottoscritto con le firme.

PRESIDENTE. Se lei vuole fare intervenire qualche altro suo collega...

ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Lei ha parlato una sola volta deputato Cecconi; allora ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI. Signor Presidente, anche in questo caso la riformulazione non ci sembra indicata e come ha già anticipato il mio collega poi nel corso della discussione degli ordini del giorno ci sarà anche un ordine del giorno presentato dal collega Basso del PD che ricalca praticamente, esattamente il nostro ordine del giorno, presentato dal collega Baroni. Ciò per rimarcare, per evidenziare che la modifica fatta al Senato, in merito all'articolo 14 e al divieto di pubblicità per i giochi d'azzardo, sia sulle radio sia sulle televisioni, è stato a nostro parere fortemente alleggerito dall'emendamento Nencini.
Noi chiediamo semplicemente che il Governo interpreti in maniera il più estensiva possibile il divieto che la Camera, e secondo noi anche il Senato, intende dare a questa delega fiscale perché è stata fatta una dura Pag. 23battaglia parlamentare, anche in Commissione, in merito all'opportunità di estendere un divieto assoluto per le concessionarie e per l'AMS di fare pubblicità in merito ai giochi d'azzardo e, ripeto, anche in Commissione affari sociali si sta parlando proprio di una legge in cui questo divieto di pubblicità è stato inserito.
Quindi mi aspetto dal Governo il rispetto della volontà parlamentare e di conseguenza anche la decisione che la Commissione affari sociali e poi l'Aula dovrà ratificare in merito a un possibile divieto totale della pubblicità. Crediamo che, appunto, la riformulazione non sia opportuna dato che poi negli ordini del giorno successivi che sono praticamente identici questa riformulazione non è stata adottata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

GIROLAMO PISANO. Vorrei soltanto spiegare al Ministro, che ovviamente mancava all'epoca della discussione in Commissione, che questo particolare argomento nell'ambito dell'articolo 14 è stato fortemente dibattuto e si decise all'epoca di rinviare all'Aula, data la delicatezza del tema, di scegliere quale atteggiamento prendere all'interno della delega su questo specifico argomento.
È accaduta una cosa triste, di cui sicuramente si parlerà molto al Senato e che lo stesso Partito Democratico ha sconfessato, perché questa modifica del comma aa), in realtà non è stata poi ben vista da nessuno. Quindi sostanzialmente questo ordine del giorno al quale io vorrei apporre la mia firma – e quindi chiedo alla Presidenza di prendere atto – non è nient'altro che la richiesta, molto meno vincolante, ahimè, di ritornare all'espressione che era nel Testo della Camera. Ci sarà un successivo ordine del giorno che pure abbiamo firmato in maniera estensiva quasi tutto il nostro gruppo, il n. 9/282-B/21, che dice una cosa simile con una maniera un pochino forse più diplomatica, ma che sostanzialmente chiede la stessa cosa al Governo.
Per tale motivo chiederei al Ministro di valutare con attenzione tutte le vicissitudini attraversate da questo comma e dare estensivamente parere favorevole a tutti gli ordini del giorno che tendono a riportare la norma così come fu licenziata alla Camera.

PRESIDENTE. Chiedo al ministro se intende accedere alla richiesta dell'onorevole Pisano.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Bene. Ricordo che gli ordini del giorno Mantero n. 9/282-B/15, Causi n. 9/282-B/16 sono stati accolti, mentre l'ordine del giorno Ribaudo n. 9/282-B/17 è stato ritirato. L'ordine del giorno Binetti n. 9/282-B/18 è stato accolto, mentre l'ordine del giorno Murer n. 9/282-B/19 è stato accolto con riformulazione. Onorevole Murer, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno, accettato dal Governo, purché riformulato ?

DELIA MURER. Accetto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pelillo n. 9/282-B/20, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che l'ordine del giorno Basso n. 9/282-B/21 è stato accolto. Chiedo invece ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Grillo n. 9/282-B/22, formulato dal Governo.

MATTEO MANTERO. Signor Presidente, questo ordine del giorno è legato a quello successivo, in cui chiediamo che una parte del fondo alla lettera v) sia destinata alla cura della patologia legata al gioco d'azzardo. In questo ordine del giorno chiediamo che la somma stanziata per la cura della patologia sia adeguata prelevandola dalla filiera del gioco d'azzardo. Chiediamo che l'uno per cento del Pag. 24giocato sia destinato alla copertura del fondo. Ciò è importante in quanto la cifra a copertura del fondo non viene stabilita rimandando di anno in anno alla legge di stabilità e commisurata alle nuove entrate legate al gioco.
Abbiamo pertanto una cifra indeterminata per coprire una patologia che ormai in Italia riguarda un milione di persone, con due milioni di giocatori potenzialmente patologici.
È necessario che la cifra destinata alla cura di questa patologia, causata anche dallo Stato con il costante aumento dell'offerta di gioco dal 1997 ad oggi, con i Governi Prodi, D'Alema, Berlusconi e i successivi, sia sufficiente per curarla attraverso l'istituzione di un fondo certo. Lo Stato è diventato biscazziere provocando un milione di malati in Italia e un disagio sociale amplissimo, con famiglie che si rovinano, con ragazzi che riducono il loro rendimento scolastico, con aziende che chiudono per questo motivo.
Chiediamo che le risorse per alimentare il fondo siano prelevate dalla filiera del gioco d'azzardo, che nel 2012 generava circa 88 miliardi di euro. Si tratterebbe di circa 800 milioni, cifra insufficiente in quanto la stima riguardante la cura e al danno sociale ammonta a 2-3 miliardi, ma rappresenterebbe pur sempre un buon punto di partenza per iniziare a mettere una «pezza» ai danni causati dal reiterato aumento dell'offerta di gioco.
Chiediamo pertanto con il presente ordine del giorno di creare un fondo con risorse certe e con l'ordine del giorno successivo di destinare una parte di questo fondo alla copertura delle cure di questa patologia. È fondamentale che lo Stato si prenda carico del disagio sociale e della patologia che ha contribuito a causare. Chiediamo pertanto al Governo di ripensare questo ordine del giorno. Stiamo discutendo di questo problema all'interno della proposta di legge relativa alla cura del gioco d'azzardo patologico, ma non sappiamo se e quando questa proposta giungerà in Aula. Vista la gravità del fenomeno è necessario che si agisca con urgenza.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/282-B/22, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris, Magorno si affretta, Valiante, Rizzetto, Nicodemo, Colonnese. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
136
Hanno votato
no 319).

(Il deputato Amendola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Passiamo all'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/282-B/23, su cui il Governo ha chiesto una riformulazione.
Onorevole Silvia Giordano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/282-B/23, accettato dal Governo, purché riformulato ?

SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, voglio iniziare dando stranamente ragione al collega Rosato, perché questo è uno di quegli ordini del giorno che è stato presentato proprio last minute e, quindi, era uno di quelli su cui Rosato ha detto che anche il MoVimento 5 Stelle aveva presentato all'ultimo momento e in effetti è così (è a mia prima firma). Infatti, quei dieci minuti servivano anche per permettere a tutte le forze presenti in Parlamento di leggere gli ordini del giorno e una volta anche darvi l'opportunità di fare capire o, almeno, fare finta di dare questa parvenza, cioè che decidete e votate non solo per il parere del Governo ma con la propria testa e leggendo un ordine del Pag. 25giorno, anche se Rosato oltretutto è quello che ha detto che ha dato il suo termine all'opposizione dicendo che leggere un ordine del giorno vuol dire fare opposizione, ma va bene.
Ora, andiamo un attimo all'ordine del giorno. Non capisco onestamente, Ministro, il perché «a valutare l'opportunità». È molto semplice quello che si chiede: dare una parte del fondo previsto per curare la patologia che in realtà voi state creando. È un modo molto semplice. Noi abbiamo provato in ogni modo a contrastare il gioco d'azzardo patologico. Lo stiamo ormai inserendo ovunque, ma ogni volta da parte del Governo c’è una bocciatura secca. Visto che voi non volete prevenire, almeno sul post, almeno nel curare, vogliamo dare una parte di questo fondo alla cura ?
Quindi, vi chiedo onestamente di prendervi la responsabilità, perché «il valutare l'opportunità» in realtà vuol dire tutto e niente. Non voglio usare termini che sono già stati usati e che forse non sono proprio consoni a questa Camera, ma sappiamo benissimo che non significa assolutamente nulla. Allora, ditelo in modo chiaro: volete destinare parte di questo fondo alla cura di questa patologia, che voi state creando, oppure no ? Potete rispondere in modo chiaro ? Perché continuare a modificare le norme, gli emendamenti, gli ordini del giorno per dire tutto e niente e per fare poi voi questi spot elettorali per dire «no, noi una mezza cosa sul gioco d'azzardo l'abbiamo fatta» non ha senso. Non ha veramente alcun senso, soprattutto perché le persone stanno male. Voi continuate a ingranare sempre di più questo dramma umano, sia a livello mentale di malattia sia a livello economico, e poi ve ne uscite con «a valutare la possibilità di». Non ha alcun senso, non ha niente di pratico e vorrei che il Governo e la maggioranza si prendessero la responsabilità di dare una definizione chiara e precisa.
Quindi, non accetto la riformulazione e vorrei che questo ordine del giorno fosse messo ai voti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, intervengo solo per indicare che questo ordine del giorno è un sottoinsieme di ciò che il Governo prima ha votato favorevolmente.
Quindi, invito l'Aula a votarlo, perché altrimenti non si spiegherebbe la logica.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/282-B/23, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ventricelli, Giammanco, Oliaro. Hanno votato tutti i colleghi ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato
139
Hanno votato
no 319).

Passiamo all'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/282-B/24.
Anche qui la proposta del Governo è un accoglimento con una riformulazione: «a valutare l'opportunità di». Chiedo ai proponenti se accettano la riformulazione. Onorevole Dall'Osso, prego.

MATTEO DALL'OSSO. Sì, scusi, può ripetere che non ho capito, non si è sentito.

PRESIDENTE. C’è una riformulazione proposta dal Governo: «a valutare l'opportunità di», sul suo ordine del giorno n. 9/282-B/24.

Pag. 26

MATTEO DALL'OSSO. Non c’è nulla da rivalutare.

PRESIDENTE. Quindi non accetta la riformulazione ?

MATTEO DALL'OSSO. Guardi, non c’è proprio nulla da pensarci.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/282-B/24, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris, Gasbarra, D'Attorre, Spadoni, Di Lello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 439
Astenuti 24
Maggioranza 220
Hanno votato
110
Hanno votato
no 329).

Gli ordini del giorno Zanin n. 9/282-B/25 e Pagano n. 9/282-B/26 sono stati ritirati.
L'ordine del giorno Gallinella n. 9/282-B/27 è stato accolto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, sono contento che sia accolto, ma volevo anche avere la possibilità di chiedere al Governo quanto prima di mettere in atto questa richiesta da parte nostra, perché riguarda quell'oggetto che è la semplificazione burocratica per i piccoli agricoltori. Quindi ci tenevo a dirlo in Aula perché è un passaggio molto importante.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno L'Abbate n. 9/282-B/28 è inammissibile. L'ordine del giorno Moretto n. 9/282-B/29 è accolto e prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione. Sull'ordine del giorno Pesco n. 9/282-B/30 c’è una proposta di riformulazione. Prego, onorevole Pesco.

DANIELE PESCO. Signor Presidente, noi in pratica rispondiamo al grido d'allarme delle micro, piccole, imprese, chiamate imprese minori. Loro ci chiedano di fare qualcosa affinché si abbassi il carico fiscale. E un modo per riuscire ad abbassare il carico fiscale è quello di rendere ammortizzabili in modo maggiore alcuni beni, i beni e i servizi che servono a queste attività per poter continuare l'esercizio e il loro lavoro. Quindi, noi chiediamo solo di rimodulare le deduzioni. Logicamente nelle premesse è spiegato bene. Chiediamo un innalzamento di quanto si può dedurre per i beni che servono a queste imprese per poter fare il loro lavoro. È solo una risposta al grido d'allarme delle imprese minori.

PRESIDENTE. Onorevole Pesco, quindi mi dice che però non accoglie la riformulazione proposta dal Governo: «a valutare l'opportunità di» ?

DANIELE PESCO. La accolgo.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma mi ero distratta all'inizio del suo intervento.
Quindi l'ordine del giorno Pesco n. 9/282-B/30 è accolto con la riformulazione proposta dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Prima di passare alle dichiarazioni di voto finale, chiedo ai colleghi un attimo di attenzione.

In ricordo dell'onorevole Alberto Provantini (ore 12).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Pag. 27Governo). Vorrei ricordare che il 24 gennaio scorso è scomparso Alberto Provantini, già componente di questa Camera, ai cui familiari la Presidenza ha già fatto pervenire i sensi della commossa partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare a nome dell'intera Assemblea, salutandoli anche, perché sono qui con noi in tribuna.
Nato a Terni il 9 giugno 1941, sentiva forte in sé lo slancio per la politica, vissuta sempre con passione e come impegno in prima persona per la collettività, per la comunità. Giovanissimo, si iscrisse al Partito Comunista di cui, dopo un'esperienza da dirigente della federazione giovanile, nel 1956, divenne poi rappresentante nelle istituzioni locali, dapprima come assessore comunale a Terni, poi come assessore alla regione Umbria dal 1970 al 1983, fino a rivestire la carica di parlamentare nella IX e nella X legislatura, ricoprendo la carica di Vicepresidente della X Commissione attività produttive, per poi tornare alla sua realtà locale, come presidente della provincia di Terni, nel 1992.
Alberto Provantini è stato protagonista di una stagione politica fatta di impegno ed entusiasmo, in particolare nella fase iniziale della vita dell'ente regionale.
Ha raccontato quegli anni nei suoi scritti con l'arguzia, l'intelligenza, la lucidità e la facilità di narrazione che ne hanno caratterizzato lo stile di giornalista e di fecondo scrittore, attività professionale che non era possibile scindere dalla sua militanza politica, quasi fosse l'uno il modo di essere dell'altra. Una passione fatta di studio, di approfondimento e di convinzioni salde, difese con decisione, ma sempre con la capacità di confrontarsi con gli altri, senza posizioni pregiudiziali.
La sua vita politica lo portò fuori dalla sua città, ma mai lontano, con un legame intimo, vero e indissolubile con il suo territorio e la sua gente, sempre percepita come l'intreccio di tante identità e non come un insieme anonimo; di quella comunità sentiva il sostegno, le ansie, le aspettative, il giudizio. Colpisce, tanto più in questo tempo, entrare nella storica pasticceria del centro della sua Terni e vedere i libri di Provantini in mostra nelle vetrine.
Valutazioni, analisi e sensazioni riferite sia alla sua esperienza di amministratore che alla sua gente, mirabilmente descritte nel suo libro «Cari compagni... fraterni saluti», terminato quando era a conoscenza della malattia, avversario che ha combattuto a viso aperto e con grande coraggio. Deciso a non farsi piegare, ha lottato fino all'ultimo, sempre sostenuto dalla sua grande passione, ma con un'ansia nuova: quella di non poter completare quanto aveva in animo di fare, non per sé, ma per quei valori in cui credeva.
A cominciare dall'impegno per la fondazione Istituto Gramsci, alla quale, dal 1996, si era dedicato con lo slancio di sempre e per la quale, ora da vicepresidente, sentiva l'urgenza di garantire una stabilità e una serenità organizzativa e finanziaria. Negli ultimi tempi, a questo obiettivo e alla sua splendida famiglia rivolgeva costanti pensieri, ma sbaglierebbe chi lo immaginasse ripiegato su se stesso; era, invece, come sempre, attento alla situazione complessiva, all'evoluzione rapida del quadro politico, che analizzava, in particolare sui giornali umbri, con la consueta lucidità e con una buona dose di ironia.
Caro Alberto, per il tuo esempio cristallino di politico e di uomo, da questa Aula, a cui eri tanto legato, vogliamo farti giungere oggi il nostro abbraccio ed i nostri più che «fraterni saluti». Invito, quindi, l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio in memoria di Alberto Provantini (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi cui si associa il rappresentante del Governo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI. Signor Presidente, l'ultimo articolo sul Giornale dell'Umbria, che settimanalmente ospitava i suoi scritti, Alberto lo ha scritto pochissimi giorni prima di andarsene. Pensate, era dedicato a un'iniziativa di cinque piccoli comuni Pag. 28dell'Orvietano che hanno deciso di fondersi e di unirsi. Egli salutava questa decisione, importante e coraggiosa, come un fatto di grande valore e invitava le istituzioni e la politica a valorizzare questa innovazione, perché Alberto era così, curioso e sostenitore di tutto quello che andava nella direzione di portare nella modernità e nel futuro il meglio della storia, della politica e della memoria.
Quello che sono stati Provantini e il suo percorso lo ha già detto Marina, e mi scuserà se in questa circostanza la chiamo così, in ricordo delle mille riunioni fatte insieme ad Alberto in tanti anni di impegno politico. Io voglio ricordare alcuni suoi tratti, ancora incredulo di non poterlo vedere più seduto sui divanetti del Transatlantico a parlare di politica, a discutere di futuro, a raccontare l'ultimo progetto della Fondazione Gramsci.
Vedete, Alberto Provantini è stato tanto, ha ricoperto tanti incarichi, Marina li ha ricordati. Però, Alberto – e non solo ai miei occhi – non è mai stato arrivista. Non ha sgomitato per avere le cariche. Era ambizioso, sì, come è giusto essere anche in politica, ma la sua ambizione, il suo io, si sono sempre incontrati con un'idea, un progetto collettivo, un pronome personale: noi. E per lui il potere era un mezzo, non un fine. Un mezzo per trasformare bisogni e speranze nella realtà migliore possibile e per cambiare quelle cose del mondo che non sono giuste. Il suo percorso si è sempre incontrato con la realtà, quella in carne ed ossa e quella che cambiava.
Alberto, però, non si è mai rassegnato a subire passivamente i cambiamenti. Certo, le acciaierie di Terni assumevano un cognome tedesco. Certo, i Baci Perugina non appartenevano più alla famiglia Buitoni ma alla Nestlé, ma in questi passaggi la politica non è mai stata succube. Ha sempre cercato di accompagnarli, di orientarli, nei limiti del possibile, di tenere insieme l'interesse dell'impresa con quello dei lavoratori. E Provantini era lì al centro di una trattativa, di un «tavolo», di un'intesa, da riformista.
Si potrebbe dire che quella del tempo di Provantini e dei Governi nazionali e regionali di quegli anni, sia stata, tutto sommato, l'ultima delle politiche industriali di questo Paese. Una politica industriale certo datata, certo a volte anche in ritardo sui tempi, ma comunque degna di quel nome: politica industriale, cui ha dato un'impronta significativa anche nel lavoro nazionale di parlamentare e di partito.
Marina ricordava il suo libro più recente, dove ha deciso, ha sentito il bisogno di raccontare cinquant'anni di storia. Del resto la sua vita è stata questa, due grandi amori: la politica, come passione e come voglia di cambiare il mondo, e la famiglia, la sua compagna di vita Noemi e i suoi Aurora, Roberto e Rosalba. Ma forse c’è stato anche un terzo amore, che spiega molte cose della sua energia, della sua vitalità, della sua curiosità: il suo essere stato ed essere rimasto sempre giornalista, cronista, come negli anni di lavoro a L'Unità, il giornale cui ha voluto tanto bene.
La vita e la politica di Alberto sono state davvero dentro le grandi trasformazioni. Ha vissuto le speranze, gli errori e anche le tragedie del comunismo, ma anche quella capacità di essere «altro» dei comunisti italiani. Ha vissuto, con spirito critico, le grandi trasformazioni della sinistra, le grandi battaglie per la pace e il lavoro. È stato protagonista, giovanissimo, della nascita e delle speranze del regionalismo. Ha vissuto la contemporaneità, con la speranza e la voglia di cambiarla in meglio, anche in questo tempo difficile, dove tutto si scompone, anche nella sua Terni, dove ci sono gli operai, ma non si vede più la classe operaia, dove ci sono i partiti, che però non sono più quelli di una volta – come mi diceva qualche mese fa Alberto –, ma che non sono ancora quelli che sarebbero necessari a garantire davvero un autentico rinnovamento, dove ci sono le città, ma non ci sono più le comunità.
Alberto soffriva questi cambiamenti, ma non si rassegnava a subirli. E lo diceva, combatteva scrivendo, pensando, parlando, tutelando la memoria e il pensiero, rinnovandolo e partecipando.Pag. 29
Come quando – e mi avvio a concludere –, proprio solo qualche giorno prima di morire, ha preteso di essere accompagnato, in una piovosissima e fredda giornata ternana, a una riunione presso la sede del PD di via Mazzini a Terni, su quelle scale che aveva salito migliaia di volte. Partito Democratico al quale mi diceva di appartenere proprio come democratico, senza aggettivazioni ulteriori, senza riferimenti ad aree, correnti o cose del genere. Infatti, lui voleva ancora credere in un'idea di comunità politica dove le differenze, che sono vitali, si fondano su pensieri e dove le battaglie, salutari, sono come quelle del cui stile aveva nostalgia. E citava sempre quelle, per esempio, tra Pietro Ingrao, a cui lui è stato legatissimo, e Giorgio Amendola.
Concludo, ma voglio ricordare una cosa di cui Alberto andava giustamente orgoglioso e lo dico ai più giovani, a chi non l'ha conosciuto: se esiste una cosa che si chiama «Umbria Jazz», il merito è suo. La creò, insieme al direttore artistico Carlo Pagnotta, proprio lui. Era il 1973 e il primo concerto fu proprio nella sua amata Villalago, a Piediluco, e riguardò anche le magiche piazze di Perugia e Gubbio. E se oggi il jazz anche nel nostro Paese non è più una cosa di pochi intimi, molto del merito è suo.
Il giorno dell'ultimo saluto ad Alberto, a Palazzo Spada a Terni, hanno parlato alcuni dei suoi amici di una vita, il sindaco Di Girolamo, l'ex senatore Franco Giustinelli, e ha parlato il presidente della Fondazione Istituto Gramsci Beppe Vacca, suo amico da tanti anni e negli ultimi anni amico e collaboratore intenso. Ha concluso il suo discorso, Beppe Vacca, con questa frase: «Chi può fare un bilancio della propria vita simile a quello di Alberto Provantini ci lascia un dono inestimabile, il dono di pensare che, tanto per chi crede nell'aldilà, quanto per chi non crede, il valore della vita può oltrepassare la sua fine, purché si possa riconoscere in coscienza d'aver speso la propria esistenza per rendere più civili e umane le comunità in cui ci sia stato dato di nascere, crescere e operare». E questo ha avuto la fortuna di essere stato Alberto Provantini (Applausi).

PIETRO LAFFRANCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, io sono onorato di poter dire due parole su un uomo politico il cui percorso ho seguito pur militando dalla parte opposta. Certo non ho, Presidente, l'ambizione di trovare io, che non l'ho conosciuto bene, le parole giuste per farlo. Non dirò, quindi, le cose che pure in tanti sanno, soprattutto nella nostra Umbria, e, cioè, che lui fu certamente un politico appassionato, che interpretava la politica per davvero praticandola e non predicandola come un servizio per la propria comunità e per il proprio territorio; che fu un giornalista straordinario, che sapeva usare linguaggio colto, ma anche la comunicazione capace di parlare alla gente, al suo popolo; che fu l'inventore, visto quello che ha ricordato Walter Verini, di un altro slogan rimasto negli anni noto, cioè che l'Italia ha un cuore verde che si chiama Umbria, che è rimasto assolutamente noto; oppure che Alberto Provantini fu probabilmente il primo a sperimentare un'alleanza tra sinistra e movimenti cattolici che poi avrebbe in qualche modo, secondo molti, costituito il prodromo del movimento politico de L'Ulivo.
Io voglio invece però dire una cosa che è una cosa personale perché credo che sia giusto. Io lo conobbi in maniera indiretta, anzi lo vidi e gli detti anche la mano un giorno, perché lui era collega di mio padre in consiglio regionale, tantissimi anni fa. Me lo presentò, stavano parlando, uno era del Partito Comunista, l'altro del Movimento Sociale, poi quando ci allontanammo – io ero un ragazzino di 10-12 anni – gli chiesi: «Chi è, un tuo collega» ? Rispose: «Sì, anzi è un avversario, però è un avversario leale e mai fazioso».Pag. 30
Credo che, quando questo ti viene riconosciuto dai tuoi avversari, hai speso bene il tuo impegno in politica per la tua comunità e per il tuo territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO. Signor Presidente, colleghi, vi rubo solo qualche minuto perché volevo cogliere l'occasione di questo ricordo che rivolgiamo ad Alberto Provantini per sottolineare un aspetto meno classicamente politico ma, a mio parere, altrettanto interessante della sua lunga vita. Perché ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con Alberto Provantini quasi vent'anni fa, per un periodo che fu fondamentale nella mia formazione professionale e politica. E allora conobbi un uomo che proveniva, come è stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto e da lei, Presidente, da un lungo servizio nell'amministrazione locale, nella rappresentanza politico-parlamentare in quest'Aula ed era appunto un uomo, Alberto, che aveva scelto, quando lo conobbi io, di dedicarsi con passione ad un soggetto che non aveva a che fare né con l'amministrazione locale né con la rappresentanza parlamentare. Questo soggetto era un istituto culturale, è stato ricordato, anzi un istituto politico-culturale, la Fondazione Istituto Gramsci di cui Provantini è stato vicedirettore e poi vicepresidente dal 2011 fino alla sua scomparsa. Istituzioni come quelle a cui si è dedicato Provantini rappresentano, io credo, una delle grandi ricchezze della nostra comunità nazionale. Sono, infatti, luoghi che originano dalle culture politiche del Novecento italiano, ognuna con la sua storia, ognuna con la sua particolarità ma la cui funzione credo che vada ben al di là della coltivazione della memoria e della strumentazione di ricerca che pure sono elementi fondamentali. Oltre alla Fondazione Gramsci penso alla Fondazione Sturzo, alla Fondazione Feltrinelli, alla fondazione Basso, alla Fondazione Nenni, alla fondazione Ugo Spirito, alla Fondazione Brodolini e a tanti altri soggetti nei quali si sono formati non solo generazioni di studiosi ma anche molti dei colleghi che hanno poi deciso di dedicarsi alla rappresentanza politico-parlamentare e anche all'attività di Governo, alcuni dei quali siedono oggi qui, in quest'aula, e voglio citare, dimenticandomene sicuramente qualcuno, Flavia Nardelli, Renato Brunetta, Stefano Fassina e tanti altri. Questa rete di istituzioni politico-culturali, a cui si è dedicato Alberto Provantini, comprende istituti che hanno la particolarità di essere un luogo di incontro e di incrocio tra cultura, competenza e politica e spesso riescono a fare quello che i partiti tradizionali da troppo ormai hanno smesso di fare ovvero avvicinare alla politica anche i non professionisti della politica, coltivare la passione per le competenze accanto alla passione per la memoria, unire quindi competenza e politica senza sacrificare né l'una né l'altra. Ed è una ricchezza italiana per l'appunto che proprio oggi che ricordiamo la figura di Alberto Provantini dobbiamo credo impegnarci a valorizzare anche per il futuro. Perché, se quei luoghi scomparissero come rischiano di scomparire, ad esser colpita non sarebbe solo la memoria ma anche la stessa capacità della politica e della democrazia di trovare alimento fuori dei tradizionali confini di partito.
Provantini – lo ricordavamo – si è dedicato per anni all'attività e anche al reperimento di risorse per la Fondazione Istituto Gramsci con determinazione e caparbietà anche nella fase più dolorosa della propria malattia – questo dobbiamo sottolinearlo – e ha sostenuto e condiviso negli anni la scelta di fare della Fondazione Gramsci uno dei principali istituti della cultura italiana nel campo della storia politica e di incrementare anche il suo patrimonio archivistico e bibliotecario. Perché in questi anni la Fondazione ha coltivato e sviluppato l'identità di un centro di documentazione e ricerca che ha irrobustito le proprie reti di rapporti con analoghi istituti nazionali e internazionali e ha rappresentato un patrimonio che oggi costituisce la base per studi di dimensione non soltanto nazionale ma anche internazionale.Pag. 31
Voglio ricordare, infine, che Alberto è stato consigliere di amministrazione del BAICR sistema cultura che è un consorzio no profit che è stato costituito nel 1991 con cinque istituti culturali italiani, appunto l'Istituto Gramsci, l'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, l'Istituto Sturzo, la Fondazione Lelio e Lisli Basso e la Società geografica italiana, con lo scopo di contribuire alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale del nostro Paese anche attraverso metodologie innovative e applicazioni tecnologiche. L'attività di questo consorzio così trasversale è stata orientata a creare una nuova immagine delle strutture culturali con maggiore attenzione alla dimensione economica, pur nel rispetto della loro fisionomia.
In conclusione, Presidente e colleghi, non credo che sia esagerato affermare che l'evoluzione degli istituti culturali che sono eredi delle culture politiche italiane e a cui Alberto Provantini si è dedicato con tanto impegno negli ultimi vent'anni, si sia sviluppata in controtendenza rispetto alla deriva un po’ troppo spesso conflittuale e antagonistica della vita politica del nostro Paese.
E quello sviluppo degli istituti culturali ha, invece, contribuito a forgiare una forma di cooperazione e di armonia sul piano culturale e, più in generale, della cultura civile di cui noi dobbiamo essere molto consapevoli: anche per questo oggi vogliamo ricordare la figura di Alberto Provantini (Applausi).

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 282-B ed abbinate (ore 12,20).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Grazie signora Presidente. Signor Ministro, le rivolgiamo gli auguri di un buon lavoro, come gruppo Socialista, e – pur avendo letto su alcuni giornali la sua tendenziale predisposizione, ossia quella di mantenere ferme le questioni del rapporto deficit-PIL e, quindi, una restrizione per ciò che riguarda la possibilità di intervenire sulla crescita e sullo sviluppo di questo Paese – noi, conoscendo le sue capacità, la professionalità, siamo profondamente convinti che questo non sia vero, perché dalle sue dichiarazioni abbiamo ovviamente compreso che lei è intenzionato a sviluppare un'iniziativa forte, che vada, appunto, nella direzione dell'abbattimento della pressione fiscale, sia con riferimento alle imprese, sia con riferimento ai cittadini e alle famiglie; ciò infatti rimetterebbe in moto il problema dei consumi interni, determinando, conseguentemente, un incremento del prodotto interno lordo e, quindi, la possibilità di agganciare, ancora con più certezza, quella ripresa che avremo nei prossimi mesi e nel prossimo anno.
Siamo convinti, dicevo prima, al di là di quello che si scrive, che lei abbia questo interesse ed è qui per questo, per fare in modo che questo Paese esca dalla recessione e agganci la ripresa per creare competitività, crescita, sviluppo e occupazione, soprattutto giovanile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 12,25)

LELLO DI GIOIA. E in questo decreto che oggi stiamo approvando – ovviamente il mio ringraziamento va alla Commissione, al presidente, a tutti coloro i quali si sono adoperati affinché si migliorasse questa norma e anche le deleghe che vengono ad essere date a voi come Governo – vi sono elementi importanti, come per esempio la riforma del catasto, che vede per la prima volta la partecipazione di coloro i quali sono poi i diretti interessati, e cioè i cittadini proprietari, come la responsabilizzazione fiscale, così definita perché essa determina con chiarezza una tracciabilità di coloro i quali hanno Pag. 32responsabilità di aggiungere addizionali e, quindi, si sa chi le aggiunge e dove vanno.
Vi sono importanti norme, che abbiamo già approvato nella prima lettura, e cioè la riforma del processo tributario, i problemi che riguardano la ridefinizione della questione Equitalia, perché riteniamo che, in un momento così delicato della vita economica e sociale di questo Paese, fosse ingiusto, soprattutto nel momento in cui si dice che la prima casa è un bene, poter ipotecare la prima casa da parte di Equitalia, nonché l'aumento della rateizzazione per ciò che riguarda i redditi.
Ma la cosa importante è che si affronta con determinazione, ovviamente è l'inizio e io credo che nelle deleghe poi vi dovranno essere ulteriori, nel momento in cui verranno presentati in Commissione e quindi al Parlamento...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LELLO DI GIOIA. Mi avvio alle conclusioni, egregio Presidente.
Vi dovrà essere una lotta all'evasione forte, perché abbiamo stabilito che quella lotta all'evasione, e quindi il recupero dall'evasione e dall'elusione serva appunto ad abbassare quelli che sono, oggi, i limiti intollerabili di una pressione fiscale che fa allontanare il cittadino da quella che è una responsabilità ed un dovere dello stesso.
Noi crediamo, e qui voglio arrivare all'ultimo punto, se mi consentite...

PRESIDENTE. Sì, però concluda.

LELLO DI GIOIA. Qualche secondo e, quindi, termino. Mi riferisco alla questione dell'articolo in cui si parla dei giochi. Vi è stata al Senato, probabilmente, una svista o non è stato riportato in termini chiari. Noi vogliamo sottolinearlo quest'oggi, in quest'Aula, dove dobbiamo aggiungere a quel comma che è stato modificato al Senato da parte del senatore Nencini, che certamente non aveva nessuna intenzione di garantire – come alcuni articoli di stampa hanno sottolineato – delle lobby. No, vogliamo aggiungere quella parte che è saltata, cioè «comunque e sempre». Il che significa che, per ciò che riguarda i giochi in cui vi sono soldi, vi debba essere comunque una totale eliminazione. Noi siamo convinti che, nella delega che voi avrete, darete, appunto, questa impostazione ed è per questo che il gruppo socialista – grazie, Presidente – voterà a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maietta. Ne ha facoltà.

PASQUALE MAIETTA. Signor Presidente, cogliamo l'occasione per augurare buon lavoro al Ministro. Oggi ci troviamo finalmente dinanzi all'approvazione definitiva di questa proposta di legge, che, come noto, aveva iniziato il proprio iter già nella scorsa legislatura. Ammetto di sentirmi orgoglioso di avere partecipato alla stesura di questo testo, che delega il Governo ad emanare una serie di decreti volti a rendere il sistema fiscale più equo, ma, soprattutto, tale da permettere la crescita economica che tutti quanti noi auspichiamo.
Apprezziamo molti degli obiettivi contenuti nel testo in esame, primo fra tutti il perseguimento della certezza del sistema tributario attraverso una chiara definizione dell'abuso del diritto, eliminando per il contribuente la possibilità di compiere operazioni elusive.
L'articolo 5 della proposta di legge, infatti, delega il Governo ad attuare la revisione delle vigenti disposizioni in materia. La norma di delega è volta a riequilibrare il rapporto tra lo strumento antielusivo e la certezza del diritto, messa in discussione troppe volte dalla prassi amministrativa di sindacare solo successivamente la scelta fatta dai contribuenti sulla base di orientamenti non noti al momento in cui le operazioni venivano poste in essere dai contribuenti stessi.
Pertanto, il contribuente, da un lato, vedrà il divieto di utilizzare in modo distorto strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio di imposta, ancorché Pag. 33tale condotta non sia in contrasto con alcuna specifica disposizione, mentre, dall'altro, si riconosce ad esso il diritto di scelta tra diverse operazioni comportanti un diverso carico fiscale, purché esse non siano volte unicamente ad ottenere indebiti vantaggi fiscali.
La certezza del sistema tributario si persegue, altresì, attraverso la revisione delle sanzioni penali ed amministrative secondo criteri di proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti, dando rilievo a comportamenti fraudolenti, simulativi, finalizzati alla redazione e utilizzo di documentazione falsa, per i quali non possono essere ridotte le pene, prevedendo, invece, la riduzione delle sanzioni penali, trasformandole in sanzioni amministrative per quelle condotte meno gravi. Ciò, onde evitare quelle situazioni oggi evidenti di contribuenti che, nonostante paghino le imposte, poiché le pagano solo successivamente a predeterminate scadenze, il loro pagamento fa sì che debbano ugualmente pagare sanzioni penali, anche se il pagamento le fa di fatto attenuare. E questo fa sì che si possa passare ad una diminuzione sostanziale di faldoni che, di fatto, ingolfano soltanto le procure.
In quest'ottica, un altro aspetto che apprezziamo è il miglior funzionamento del contenzioso, attraverso il rafforzamento della tutela giurisdizionale del contribuente, da perseguire sia mediante il rafforzamento e la razionalizzazione dell'istituto della conciliazione nel processo tributario, sia tramite l'incremento della funzionalità della giurisdizione tributaria.
Così come apprezziamo il riordino della riscossione delle entrate locali, che nel sistema finanziario odierno ha assunto un ruolo focale al fine di mantenere inalterato nell'ente il livello di erogazione dei servizi. Però, Signor Presidente, non si può valutare tale provvedimento prescindendo dall'analisi del contesto nazionale in cui si va ad inserire, un contesto di crisi, un contesto dove le aziende sono costrette a chiudere, schiacciate da una pressione fiscale sempre più elevata, che peraltro non trova la sua ragion d'essere in un aumento degli utili. In questo senso apprezziamo sia la scelta di inserire tra i criteri per la delega la generalizzazione del meccanismo della compensazione tra crediti d'imposta vantati dal contribuente e debiti tributari a suo carico, sia le disposizioni volte ad ampliare l'ambito applicativo della rateizzazione dei debiti tributari, che auspichiamo agevolerà il tanto invocato miglioramento del rapporto tra contribuenti e fisco, sia, infine, la prevista revisione della disciplina degli interpelli, al fine di garantire una migliore tutela giurisdizionale.
Ben venga quindi un più efficace ed efficiente funzionamento del sistema tributario, ma molto rimane da fare per risolvere la questione dell'eccessiva imposizione fiscale nel nostro Paese, la quale proprio in questa fase concorre a rallentare sensibilmente a far sì che la nostra economia possa finalmente ripartire.
In questo senso, Fratelli d'Italia auspica la calendarizzazione della nostra proposta di legge che prevede di fissare un tetto in Costituzione al prelievo fiscale, al fine non solo di tutelare i contribuenti attuali, ma, nell'ottica di lungo periodo, di realizzare quel principio di equità generazionale che ci ispira e che ci impone di far adottare da questo Parlamento una legislazione che garantisca alle nostre giovani generazioni di non dover crescere pagando e per pagare i debiti contratti da altri.
Per quanto attiene al nostro tessuto produttivo, è certamente vero che l'Italia sin qui è cresciuta ed è riuscita a mantenere un sistema competitivo grazie alla particolare morfologia della propria struttura economica: la presenza di un sistema di piccole e piccolissime imprese ha consentito, nella lunga stagione dello sviluppo economico, una grande flessibilità alle condizioni del mercato, oltre che aver costituito il naturale ambito di sviluppo della fantasia e della creatività produttiva delle nostre imprese.
Ma la ridotta dimensione, in tempo di crisi e di globalizzazione dei cicli produttivi e commerciali, paga il dazio alla miglior capacità di attingere alle risorse Pag. 34finanziarie necessarie per mantenere la competitività e investire su innovazione e nuove tecnologie.
Allora, anche qui bisogna intervenire, ed intervenire con urgenza, adottando le misure necessarie a salvaguardare queste imprese, finalmente realizzando, in primissimo luogo, concretamente e compiutamente la restituzione delle somme maturate come debiti delle Pubbliche amministrazioni nei confronti delle aziende: a tal proposito accogliamo con piacere le parole del Presidente del Consiglio, con la speranza che tali parole si trasformino finalmente in fatti concreti. Somme che consentirebbero a molte di queste realtà produttive di non chiudere, creando ulteriore disoccupazione, in una spirale perversa che troppo spesso stiamo vedendo realizzarsi.
Con riferimento alla riforma del Catasto, invece apprezziamo, in particolare, il processo di revisione delle rendite, e apprezziamo altresì la proposta, formulata durante i lavori del Senato, di un regime fiscale agevolato per la messa in sicurezza degli immobili, nel senso di prevedere un regime agevolato per la realizzazione di opere di adeguamento degli immobili alla normativa in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e architettonica.
Non ultimo voglio qui soffermarmi anche su un tema delicato, quello disciplinato dall'articolo 14, relativo ai giochi pubblici. La norma prevede, oltre ad una raccolta sistematica della disciplina in un codice di disposizioni sui giochi e ad un riordino del prelievo erariale sui singoli giochi, specifiche disposizioni volte a tutelare i minori dalla pubblicità dei giochi e a recuperare il fenomeno del gioco d'azzardo patologico.
La questione del contrasto alle forme patologiche del gioco d'azzardo è una questione a nostro avviso centrale e avevamo visto con favore le osservazioni fatte in merito dal Comitato per la legislazione. Purtroppo, il parere espresso non è stato compiutamente recepito.
Per questo motivo mi permetto di riproporre ora all'attenzione dell'Aula alcune questioni, nella speranza che possano comunque costituire uno stimolo al Governo nella predisposizione dei relativi decreti: il criterio della riduzione dell'offerta del gioco; la previsione di un rafforzamento dei poteri da parte dei sindaci in ordine alla localizzazione di apparecchi di gioco, che dovranno essere tenuti lontano da luoghi sensibili nonché alla fissazione delle fasce orarie in cui è consentito il funzionamento dei giochi stessi; la previsione che il Fondo di contrasto al gioco d'azzardo patologico sia finanziato anche con i proventi spettanti ai soggetti facenti parte dell'intera filiera del gioco.
In conclusione, Fratelli d'Italia voterà a favore di questo provvedimento per i motivi che ho enunciato, ma lo farà nell'auspicio che questo costituisca soltanto un primo passo nel senso di migliorare il rapporto tra cittadini ed il sistema fiscale. E il voto che esprimiamo contiene anche l'augurio che il Governo, nell'attuazione della delega, si attenga con rigore ai principi e alle indicazioni in essa contenute; e, non ultimo, che ne rispetti i tempi, affinché questa non sia l'ennesima delega i cui decreti attuativi subiscono continui rinvii. Così come auspichiamo che l'adozione di tali decreti comporti davvero la promessa riduzione del carico fiscale, che oggi grava sui singoli contribuenti e sulle imprese, vero freno della ripresa economica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, il gruppo Lega Nord e Autonomie voterà a favore di questo provvedimento, come già accennato ieri sera, soprattutto perché, come già detto, questa è una via secondo noi prioritaria per dare maggior competitività al nostro sistema produttivo. Sistema produttivo che – è utile ricordarlo – è costituito nella sua ossatura principale da un tessuto di piccole e medie imprese che, a differenza delle multinazionali, non possono Pag. 35scegliere il regime fiscale più favorevole fra i Paesi in cui hanno le loro attività e in cui operano: per cui, a maggior ragione, dobbiamo creare un sistema tributario più attuativo e che vada più incontro alle esigenze del nostro sistema produttivo.
Abbiamo però bisogno anche di un sistema fiscale che operi con maggiore cautela e rispetto dei diritti del contribuente. A questo proposito, vorrei ricordare i dati che il MEF ci ha consegnato sull'attività di accertamento che va dal 2000 al 2012, in base ai quali, su 807 miliardi totali iscritti a ruolo dell'attività accertativa e consegnati ad Equitalia, solo 69 sono stati poi incassati, cioè circa l'8,5 per cento. Ma l'elemento che più fa riflettere è che, nel periodo in esame, di questi 807 miliardi, ben 193 sono stati oggetto di sgravio, perché le somme originariamente richieste, a fronte delle quali i cittadini contribuenti potrebbero aver subito pignoramenti, iscrizioni ipotecarie, vendite all'asta e quant'altro, semplicemente non erano dovuti. Sugli altri 545 miliardi, tolto il riscosso e lo sgravato, 20,8 sono stati sospesi dalle commissioni tributarie, e 107 sono a carico di soggetti falliti: quindi quei soggetti che potrebbero non aver avuto, pur avendone i titoli, interesse alla difesa. Poi, per quanto riguarda i rimanenti 545 miliardi, non sappiamo, perché non ci è stato comunicato, quante sono le iscrizioni provvisorie.
Insomma, da questi dati non è difficile desumere che circa il 30 per cento dell'attività accertativa, delle somme accertate, è accertata senza averne titolo. Questo è un dato che è assolutamente preoccupante, e che secondo noi dev'essere tenuto in debito conto, soprattutto quando si invoca una maggiore severità nella lotta all'evasione fiscale. Questo perché la fotografia che ci viene consegnata da questi voti è di un'amministrazione finanziaria che in moltissimi casi intanto chiede, e poi si vedrà: con tutto quello che comporta per aziende che magari falliscono, per accertamenti di somme non dovute, o anche tragedie personali, vedi suicidi come abbiamo avuto notizia dalla recente cronaca.
Su questo fronte dobbiamo ricordarci che la via maestra per la lotta all'evasione fiscale resta la riduzione del carico fiscale su cittadini ed imprese; imprese che – è utile ricordarlo – non è che non pagano le tasse, come è stato detto in modo assolutamente improprio da qualche collega recentemente anche in quest'Aula: ne pagano troppe, in questo Paese. Basta un solo dato, quello della percentuale di imposizione fiscale sugli utili di impresa, che in Italia è del 68,5 per cento: più di 20 punti superiore a quella praticata in Germania: Germania che è sì il nostro partner e un Paese come noi aderente all'Unione europea, ma è anche un nostro temibile concorrente nei mercati internazionali in settori importanti, per l'Italia, come la meccanica.
Bene, noi diamo a queste aziende concorrenti tedesche un vantaggio di più di 20 punti solo sulla tassazione sui redditi di impresa, senza contare tutti gli altri vantaggi che hanno in termini di minori costi di energia, maggiori servizi, miglior sistema logistico, di giustizia e quant'altro.
Quindi, concludendo brevemente questo mio intervento, il voto sarà favorevole, ma sarà anche massima la nostra attenzione affinché i decreti attuativi siano conseguenti al dettato di questa legge delega e aderenti alle sue direttive nei temi, appunto, toccati dalla delega che ci stanno particolarmente a cuore, quali: la revisione del processo tributario e del sistema sanzionatorio, la disciplina dell'abuso del diritto, la riforma del catasto, la regolamentazione della diffusione del gioco d'azzardo, la riduzione della pressione fiscale anche attraverso – e qui ci trova d'accordo – la rimodulazione, quand'anche l'eliminazione, di molti incentivi fiscali dedicati alle imprese. Ma soprattutto chiediamo che l'attività legislativa del Governo, in questo comparto, recepisca completamente quanto già previsto dalla legge delega sul federalismo fiscale e proceda in parallelo e in modo concorde con i lavori della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale.

Pag. 36

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, signor Ministro, riteniamo quella di oggi la tappa finale di un percorso fondamentale, sia per i contenuti e i risvolti economici insiti nella delega sia per ricucire il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente deteriorato da anni di incertezza, di stratificazione normativa, di scarsa trasparenza, di complessità delle procedure e di una sostanziale e crescente oppressione del fisco nei confronti delle famiglie e delle imprese.
Si tratta di passo decisivo, di un'opportunità storica che assume una rilevanza ancor maggiore tenendo presente che si tratta di una iniziativa parlamentare che parte da lontano riprendendo di fatto i contenuti della delega che già nella scorsa legislatura erano stati approvati dalla Camera e non perfezionati al Senato a causa della fine della legislatura stessa.
È il primo provvedimento di iniziativa parlamentare licenziato dopo quasi un anno di legislatura: la prima volta che il legislativo fa integralmente il legislativo e all'esecutivo viene chiesto di fare l'esecutivo. Tutto questo è avvenuto grazie alla fattiva collaborazione tra i membri della Commissione finanze, tutti, e di tutti i gruppi, che hanno svolto il proprio compito con impegno e assiduità nell'unico interesse del bene comune. Fuori dalla retorica, e fuori dalle telecamere, quando si vuole operare bene per il bene, si può.
Oggi votiamo, dunque, un testo che è stato migliorato grazie ad un confronto serio ed approfondito che ha visto impegnati maggioranza ed opposizione per portare finalmente in porto un provvedimento che cambia un modello di relazioni certamente finora non condiviso, né condivisibile, tra cittadino e fisco. Oggi, con questo testo, abbiamo la possibilità di instaurare un nuovo sistema di relazioni non più improntato ad una sorta di sudditanza naturale ed immutabile del cittadino nei confronti dell'istituzione, ma basato su un rapporto di collaborazione e di partecipazione tra i due soggetti, un rapporto finalizzato ad assicurare innanzitutto la certezza del diritto.
Non si tratta di una riforma generale del sistema fiscale e tributario, quanto piuttosto di un corposo intervento di manutenzione e di ammodernamento del nostro sistema, che va ad incidere soprattutto su quei punti del rapporto tra cittadino e Stato, che richiedevano da tempo un'azione decisiva e non più rinviabile. Da oggi la responsabilità di questo passaggio, da troppo tempo atteso, ricade dunque sul Governo, che dovrà onorare l'impegno a rispettare una tempistica stretta, non superiore ai dodici mesi, nell'elaborazione dei decreti attuativi.
Sono molti gli elementi che ci hanno persuaso a sostenere questo provvedimento, anche se ne manca uno che noi riteniamo fondamentale. Nel corso dell'iter avevamo, infatti, proposto alcuni emendamenti aventi lo scopo di dare piena attuazione sia all'articolo 53 della Costituzione, secondo cui «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva (...)», sia all'articolo 31 della Costituzione che stabilisce che «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose (...)».
Per onorare questi principi costituzionali, la capacità contributiva deve essere riferita alla famiglia nel suo insieme e tener conto dei doveri e obblighi giuridici imposti dalla legge ai suoi membri (ad esempio, l'obbligo-dovere di educare e istruire i tigli, di assistere i familiari a carico, eccetera). Conseguentemente i costi derivanti dagli obblighi di legge dovrebbero essere esclusi dalla tassazione. Purtroppo in sede di votazione la proposta è stata respinta senza che vi fossero alibi di bilancio o di spending review, la scelta dunque è stata di pura ideologia anti-famiglia, o peggio, di totale indifferenza. Quando si parla di fisco, fare famiglia e mettere al mondo dei figli, il vero e unico Pag. 37futuro del paese, per molti colleghi e per molti Governi da troppo e troppo tempo, sembra di discutere del nulla.
Non si chiedevano soldi, né privilegi, chiedevamo solo che si riconoscesse il valore sociale della famiglia e venissero applicati i principi costituzionali del sostegno pubblico alle famiglie e della capacità contributiva. Tra l'altro, con le nostre proposte, basti pensare a quella che si riferisce al contrasto di interesse, così utilizzata per esempio negli Stati Uniti d'America, ove ogni spesa per i figli può essere detratta, si sarebbe potuto colpire quel fenomeno così vasto e inquinante quale è l'evasione fiscale, come giustamente notava ieri in discussione generale il collega Gianluigi Gigli. La ragione e la logica, ma anche giustizia ed equità vorrebbero che si tenesse conto del fatto che a uguale reddito non corrisponde uguale disponibilità. Un single con 30 mila euro di reddito non vive come una famiglia di sei persone con 30 mila euro di reddito. Eppure, dalle addizionali regionali e comunali all'IRPEF, alle varie tasse, ai contatori di gas, luce ed acqua non c’è una norma generale che vada a sostenere quell'ansia di giustizia, equità, ragione e logica di cui sopra.
Il sogno che sogniamo per un'Italia finalmente giusta è proprio questo e ancora una volta ci siamo svegliati malamente. Purtroppo la logica anti-familistica ha prevalso: sull'unico vero ammortizzatore sociale del paese, sull'unico vero creatore di futuro, sull'unico vero caposaldo dell'educazione, della crescita, dell'oggi e del domani, sulla famiglia si è voluto ancora una volta soprassedere. Ma non demorderemo. Con un ordine del giorno abbiamo chiesto che si tenga conto sempre e comunque dei carichi familiari e confidiamo che il Governo voglia attuarlo senza riserve, al fine di indirizzare il Paese verso una società e misura di famiglia, perché per noi prendere in considerazione significa «fare».
Con un altro ordine del giorno presentato da tutte le forze politiche che siedono in Commissione finanze, meno i 5 Stelle, che hanno inspiegabilmente ritirato la loro firma, chiediamo che i decreti attuativi vengano lì discussi ed elaborati, affinché la voce di chi ha avuto la gioia e il coraggio di mettere al mondo dei figli, per quel che ci riguarda, possa essere ascoltata e non venga più punito dallo Stato chi ha generato il futuro. Se non grideremo noi contro le ingiustizie lo faranno le pietre, torneremo ancora dunque con la stessa passione, convinzione e forza, in questa Aula, ora e sempre, a ripetere incessantemente: senza figli non c’è futuro.
Vi è un altro tema che non ci convince e che abbiamo più volte sostenuto. Non troviamo cioè eticamente sostenibile il capitolo sul gioco d'azzardo: sul punto la collega Binetti ha già espresso la nostra posizione che voglio qui ribadire. È vero che per la prima volta nella storia repubblicana si legifera per restringere l'azzardo, e di questo possiamo essere orgogliosi; ma è anche vero che chi ricorre all'azzardo, alla fortuna, lo fa senza accorgersi che il passaggio dalla speranza alla dipendenza e, quindi, ad un peggioramento della sua situazione non solo economica, ma anche psicologica con ricadute negative sui rapporti familiari, si nasconde proprio dietro quella promessa: questa è l'ultima volta.
Sono dunque rischi che l'introduzione di criteri di compartecipazione nelle decisioni degli enti locali e di inasprimento dei controlli e dei divieti, oltre che la misure di contrasto alla ludopatia, seppur apprezzabili, non vengono del tutto eliminati dalla delega. Anche se il testo finale ha ricevuto notevoli miglioramenti, grazie soprattutto all'opera dei membri dell'Intergruppo contro l'azzardo fondato dal collega Lorenzo Basso del Partito Democratico, dalla collega Rosanna Scopelliti del NCD e dal sottoscritto, nella lettura in Senato vi è stato un peggioramento riguardo alla normativa relativa alla pubblicità: noi la volevamo togliere completamente, senza se e senza ma, ci riproviamo ora con un ordine del giorno, che ci auguriamo venga applicato dal Governo, senza se e senza ma.
Tra le misure a lungo attese sicuramente trova collocazione la revisione del catasto, più volte annunciata, ma mai Pag. 38portata a termine. Si tratta, al pari della lotta all'evasione, di una misura redistributiva del carico fiscale molto profonda, che va a cogliere indistintamente grande e piccola proprietà e che risulta peraltro propedeutica ad una seria riforma della tassazione immobiliare.
Con questa riforma il valore catastale dovrà essere determinato in futuro non più sui vani, ma come base di calcolo conteranno i metri quadrati collegati al valore di mercato. Si prevedono finalmente strumenti per consentire ai comuni e all'Agenzia delle entrate di individuare e mappare gli immobili non censiti o che non rispettano i dati comunicati, la destinazione d'uso o categoria catastale prevista, rendendo in tal modo più corretto e più equo il prelievo sugli immobili e superando un catasto che oggi invece di aiutare, amplifica le iniquità e le ingiustizie e fornisce un quadro lontano dalla realtà.
Anche qui, però, dobbiamo rimarcare al Governo che sarà sempre doveroso e dovuto, nel considerare fiscalmente e tributariamente i metri quadrati, considerare anche e soprattutto quante persone vivono su quei metri quadrati.
Infine, come ricordato in premessa, all'interno della delega trovano collocazione quell'insieme di norme che mirano a normalizzare il dialogo tra Stato e cittadini nel contenzioso tributario, come pure la previsione della consulenza preventiva per i cittadini e l'introduzione del principio dell'irretroattività delle norme di sfavore. Si tratta di principi e criteri direttivi che contribuiranno a modificare la percezione del fisco così come si è evoluta nel tempo, soprattutto negli ultimi tempi, e ci porteranno a vedere un fisco più vicino, più semplice, chiaro ed intelligibile per i contribuenti, che vedranno cambiamenti anche riguardo al sistema sanzionatorio penale secondo criteri di predeterminazione e proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti.
Onorevoli colleghi, il gruppo popolari Per l'Italia, dunque voterà a favore del provvedimento, ma avvertiamo sin d'ora il Governo che saremo vigili e lo incalzeremo affinché la decretazione attuativa sia puntuale e precisa e possa contenere quelle osservazioni sul tema della fiscalità familiare...

PRESIDENTE. Onorevole Sberna, concluda.

MARIO SBERNA....che abbiamo sostenuto e oggi qui ricordato e che nel corso dell'iter attuativo dovranno trovare cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Marco Polo di Calvizzano, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetti. Ne ha facoltà.

ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, oggi approviamo in seconda lettura e, quindi, in via definitiva un provvedimento importante, anche se nel nome appare esserlo ancora più di quello che è, nel senso che, più che una vera e propria riforma del sistema fiscale, noi oggi andiamo ad approvare una ottima, importante, auspicabile manutenzione straordinaria del sistema fiscale esistente.
La scelta – anche condivisibile sotto molti punti di vista, per evitare che, nel tentativo di inseguire l'ottimo, si perdesse poi tempo anche a raggiungere quantomeno il buono – è stata quella di evitare di entrare nella parte più veramente descrittiva di una riforma del sistema fiscale, volta a modificare la sostanza e la struttura del prelievo, abrogare imposte, sostituirne altre. Si è scelta la via della semplificazione, della razionalizzazione e del miglioramento, come dicevo prima, dell'esistente, in modo significativo. Lo ribadisco: è una manutenzione straordinaria, non è poca cosa.
Certo, però, bisogna dire con chiarezza che, se quello che ci si aspetta da questo provvedimento è ad esempio una riduzione della pressione fiscale, ebbene no, dobbiamo dirlo con chiarezza perché altrimenti Pag. 39rischiamo di danneggiare, invece, un provvedimento che merita comunque di essere apprezzato. Dobbiamo dire con chiarezza che questa legge delega non si pone un obiettivo di questo tipo, nell'istante in cui appunto ha invece come finalità dare vita ad una riforma vera e propria del catasto – in quel caso a pieno titolo e definibile come tale, riforma opportuna e che richiederà sicuramente dei tempi non brevissimi per la sua concreta attuazione – e, per il resto, come dicevamo prima, mettere insieme una serie di interventi più o meno omogenei, tutti assolutamente auspicabili, che hanno come obiettivo quello di migliorare ciò che oggi c’è.
È chiaro che a medio termine sarà opportuno riuscire anche a mettere mano al tax design, quindi proprio alla struttura di alcune imposte ed al prelievo che determinano, a cominciare in particolare modo da un'imposta come l'IRAP, che sappiamo essere, al di là del gettito che determina, estremamente distorsiva nel modo in cui va a distribuirsi tra le imprese, andando paradossalmente addirittura a penalizzare proprio le imprese che maggiormente danno lavoro in Italia e viceversa, per differenza, premiando – o per meglio dire, posto che nessuna imposta può mai premiare, penalizzando meno – coloro i quali, a parità di utili e di struttura di costi della loro impresa, di lavoro ne danno meno, vuoi perché esternalizzano su soggetti terzisti meno forti, che si fanno carico della produzione e dei relativi maggiori oneri fiscali, vuoi perché delocalizzano.
Anche qui diciamo con chiarezza che la delocalizzazione non è di per sé un male per il Paese, anzi, quando essa costituisce vera internazionalizzazione dell'impresa deve essere qualcosa che va anzi sostenuto dal sistema Paese. Internazionalizzare significa andare in Cina a produrre perché si vuole aggredire il mercato cinese – faccio l'esempio della Cina, vale per qualunque altro Paese – andare a produrre all'estero perché all'estero si vuole aggredire il mercato. Viceversa, quando invece la delocalizzazione si traduce solo in uno spostamento della produzione che ha come finalità un mercato di sbocco comunque in Italia, è evidente che in quel caso, se non è giusto pensare a formule di penalizzazione – perché è giusto lasciare libertà alle scelte organizzative delle imprese – non si può però nemmeno mantenere in piedi un'imposta che paradossalmente addirittura premia questa scelta, perché quando la logica di delocalizzazione produttiva è accompagnata comunque a una finalità di mercato di sbocco italiano è evidente che l'unica cosa che si ottiene è deprimere in maniera importante, in concreto, il PIL del Paese, perché se tutti perdono il lavoro in Italia non è ben chiaro chi è in grado di acquistare ciò che andiamo a produrre all'estero.
Nell'ambito degli interventi presenti in questa legge delega, come detto, auspicabili, importanti, seppur non decisi in quel termine di riforma radicale che costituisce un po’ il DNA dell'azione politica di Scelta Civica e rispetto al quale quindi noi siamo particolarmente esigenti, annoveriamo come importanti quelli di riordino del sistema sanzionatorio. È molto importante dare razionalità a un sistema sanzionatorio oggi che, sia sul fronte delle sanzioni amministrative sia sul fronte delle sanzioni penali, ha un po’ perso di vista la sua unitarietà e coerenza; annoveriamo come importante l'intervento volto a disciplinare il cosiddetto abuso del diritto, che è stato introdotto definitivamente sulla scena per via giurisprudenziale, cosa già di per sé estremamente peculiare rispetto alla configurazione giuridica del nostro Paese, per effetto di reiterate sentenze della Cassazione con finalità sicuramente lodevoli, cioè dare all'amministrazione finanziaria degli strumenti particolarmente pervasivi per evitare i fenomeni elusivi, ma che ad oggi si è tradotto in un vero e proprio Far West che ha determinato una sostanziale incertezza totale negli operatori ogni qual volta vanno a porre in essere operazioni un attimo eccedenti l'ordinarietà organizzativa. Una riorganizzazione aziendale, un'operazione di carattere straordinario ed ecco che la scure di un'eventuale censura elusiva, anche laddove francamente Pag. 40questi presupposti non vi sono, diventa una preoccupazione forte e diventa un qualcosa che inevitabilmente non aiuta nemmeno a rendere l'Italia un Paese di possibile destinazione di finanziamenti esteri, di ubicazioni produttive, proprio per la grande incertezza nel rapporto con l'amministrazione finanziaria.
Riteniamo poi importante anche la norma legata al riordino del settore dei giochi, come veniva ricordato anche negli interventi precedenti è il primo intervento, dopo molto tempo, di tipo compressivo, quindi non solo disciplinare un settore per toglierlo meritoriamente altrimenti dal mercato dell'economia illegale, ma questa volta disciplinarlo anche con una logica di restringimento della sua libertà operativa in considerazione delle oggettive ricadute sociali, estremamente negative, che il gioco d'azzardo ha in questi anni determinato nel Paese, pur avendo nel frattempo contribuito in modo oggettivo anche al mantenimento delle sue entrate.
Riteniamo poi importanti anche le misure che rafforzano il principio della lotta all'evasione non come strumento per fare gettito per lo Stato ma come strumento per fare equità fiscale verso i cittadini e quindi una lotta all'evasione strettamente poi agganciata a obiettivi di restituzione delle risorse che vengono recuperate ai cittadini attraverso riduzioni di pressione fiscale. Questo è in effetti l'unico aggancio diretto che la delega da rispetto al tema della riduzione della pressione fiscale, posto che per il resto, come dicevamo all'inizio, questo è un obiettivo che deve essere perseguito ma che necessiterà di altri interventi, perché il cuore della delega, come dicevamo, è quello della razionalizzazione dell'esistente più che della creazione di un sistema nuovo.
Sul fronte della lotta all'evasione sarà anche molto importante utilizzare bene quelle norme presenti in relazione alla possibilità di rivedere anche gli assetti organizzativi della macchina dell'amministrazione finanziaria, sia per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate sia per quanto riguarda Equitalia, oggi impropriamente posta in una posizione di subordinazione funzionale e organizzativa rispetto a Agenzia delle entrate e INPS, quando invece noi riteniamo sicuramente opportuno che essa venga ricondotta direttamente al Ministero dell'economia e delle finanze, che deve tornare a essere, insieme al Parlamento, la cabina di regia del fisco italiano e non delegare a istituzioni importanti, ma sostanzialmente tecniche ed esecutive, un ruolo che diventa a quel punto, invece, di assoluto dominio sull'intera filiera, con ricadute pesanti anche in termini poi di costruzione delle norme.
Concludo ribadendo la soddisfazione del gruppo di Scelta Civica per l'Italia per come questo provvedimento è giunto alla sua approvazione. Il lavoro in Commissione finanze è stato sicuramente ottimo e tutti i gruppi lo hanno condiviso. Siamo lieti di dare al Governo uno strumento con il quale potrà, nei prossimi mesi, fare interventi positivi attraverso decreti legislativi pienamente legittimati piuttosto che attraverso i soliti decreti-legge tutt'altro che legittimati (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, alla delega fiscale noi del Nuovo Centro-destra diamo parere favorevole, ma qualcosa ci lascia con l'amaro in bocca. Noi oggi avremmo voluto parlare di ben altro; avremmo voluto parlare di abbassamento delle imposte, di questa pressione fiscale straordinaria, mostruosa, che coinvolge il nostro Paese in maniera assurda e che pregiudica fortemente la nostra competizione nei mercati internazionali oltre a rendere la vita impossibile a tutti, cittadini, famiglie e imprese. Quando si supera il 33 per cento, cioè un terzo del reddito prodotto, non si è più in presenza di un'imposizione giusta, ma si è in presenza di un prelievo forzoso che inibisce tutte le propensioni più normali di un'attività dinamica e produttiva. Questo è il motivo del perché sono crollati i nostri consumi, Pag. 41sono crollati i nostri investimenti, è crollata la nostra propensione al risparmio.
Non dobbiamo sorprenderci se le nostre aziende vanno via dall'Italia e non per andare in paradisi fiscali e non solo per andare a delocalizzare in qualche Paese esotico; esse trasferiscono le sedi ufficiali e fiscali in altri Paesi europei che hanno aliquote normali, che hanno aliquote che consentono soprattutto una vivibilità non solo aziendale ma anche sociale. Ecco perché avremmo preferito parlare di questo ed essere entusiasti nel dare parere favorevole a tale provvedimento. Purtroppo parleremo di altro per quanto il voto favorevole del Nuovo Centrodestra non mancherà.
Ci sono anche altri settori di questo provvedimento su cui noi siamo perplessi. Vi è il settore del gioco d'azzardo. Certo, molte cose sono state migliorate. Nel mio intervento in discussione generale di ieri abbiamo detto che questa Commissione ha avuto, attraverso anche una capacità di lavorare in sintonia, la possibilità di migliorare nettamente il testo originario. Però, è evidente che ci sono delle riflessioni che non sono più rinviabili. Non è possibile, infatti, che una materia come questa debba essere oggetto soltanto del Ministero dell'economia e delle finanze. È evidente che ci sono dei profili socio-sanitari enormi, tesi al recupero dei soggetti che sono afflitti da problemi ludopatici. È evidente che la disgregazione sociale è dietro l'angolo, è evidente che siamo in presenza di un vero e proprio degrado antropologico. Quanto costa tutto questo allo Stato ? Abbiamo già dati significativi, da un punto di vista statistico, che rendono per lo meno dubbio il valore di questo tipo di iniziative, ormai avvenute qualche anno fa ma su cui si continua a insistere.
La domanda che ci poniamo è la seguente: vale la pena avere queste entrate rispetto ai costi sociali che ne deriveranno e rispetto a quelle che sono le spese indirette che stiamo subendo come sistema Paese ? Il dubbio è legittimo. Rimane il dato di fatto che comunque il provvedimento è stato nettamente migliorato rispetto ad una situazione che invece era estremamente precaria anche in termini di trasparenza, oltre che di legittimità. Avremmo preferito parlare in questo provvedimento anche del problema delle famiglie. Abbiamo voglia di dichiarare che la nostra Costituzione sta tutelando. Noi sappiamo che la famiglia è l'autentico baluardo in una società che funziona. Quando le società funzionano vuol dire che funziona la famiglia. È evidente che questa tassazione «selvaggia» che la sta caratterizzando non può che rendere assurda la nostra realtà socio-economica. In materia di famiglia le scelte continuano ad essere ancora quelle del 1780, stiamo parlando delle ideologie malthusiane, che continuano a pensare che la nascita dei figli sia un problema, quando in verità investire da un punto di vista demografico è sinonimo di successo a livello macroeconomico. Se si escludono la Cina e l'India, che hanno altri tipi di problemi, andate a vedere dove il prodotto interno lordo cresce di più nel mondo, dove ci sono le doppie cifre o quasi, e vi accorgerete che lì c’è una crescita demografica enorme. Non bisogna essere scienziati dell'economia per capire che in Italia siamo con una base di giovani ridottissima e con una piramide demografica che si è rovesciata. Non possiamo sostenere più l'attuale welfare, non possiamo sostenere più le attuali spese sanitarie e pensionistiche, non possiamo sostenere più quelli che sono gli aspetti fondamentali di quella che si chiama civiltà. E tutto questo perché non ci sono state politiche a sostegno delle natalità e della famiglia. Ecco perché la presenza in questo Governo di un Ministro con un profilo internazionale non può che far vedere oggi queste problematiche dal giusto punto di vista. Se infatti andiamo avanti così, migliorando e mettendo una toppa ad un provvedimento che era nato malissimo e che adesso è un po’ migliorato. Per non parlare delle criticità. Quando parliamo dell'articolo 11, in cui – ne abbiamo parlato anche ieri signor Ministro – si fa riferimento a «più specifici e consolidati principi desumibili dalla fonte giurisprudenziale», significa che la Pag. 42politica ha abdicato e che il benchmark sono le sentenze delle Corti costituzionali di turno. Ma mi pare di poter cogliere, a giudicare dall'andazzo generale, che questo non sia un fatto positivo, anzi è da giudicare negativo.
Così come anche mi sembra assolutamente preoccupante la norma che riguarda «l'abuso del diritto», dove vengono avallate babele fiscali che possono ridurre l'Italia a un federalismo non regolato. Nell'attuale situazione questo fisco continuerà ad essere sempre più invasivo e quindi, proprio per questo motivo, preoccupante. Noi sappiamo che la nostra macchina fiscale è certamente tra le migliori al mondo in termini di efficienza, ma sappiamo anche che il combinato pressione fiscale ed efficienza della macchina stessa sta riducendo a morte tutto il nostro sistema imprenditoriale. E anche il tutoraggio fiscale non ci convince e ci lascia estremamente preoccupati. Dicevo ieri a mo di battuta: l'OCSE la chiama compliance, ma compliance significa anche assoggettamento, non solo conformità. È evidente – e qui richiamo il mio intervento di ieri e un po’ tutto il dibattito interessante che è avvenuto in Commissione – che dobbiamo stare molto molto attenti da questo punto di vista.
Avrete capito quindi – e mi avvio alle conclusioni – che per quanto il nostro parere sia favorevole siamo anche un po’ preoccupati. Il fatto stesso che i decreti attuativi saranno in mano ad una burocrazia, ad una tecnocrazia che certamente non è in questo momento molto attenta, signor Ministro, alle esigenze del cittadino e che è più attenta invece alle dinamiche esterne, molto sensibile agli influssi culturali e non solo, che arrivano dall'estero, ci rende da questo punto di vista diffidenti. Ecco perché ribadisco quello che è stato detto a più voci oggi.
La Commissione finanze dovrà essere investita – questo è il senso dell'ordine del giorno che abbiamo presentato, anche in maniera bipartisan – anche nell'ambito dei decreti attuativi, ma non in una mera enunciazione di quello che è stato costruito al Ministero, ma in una fase di autentica costruzione, perché riteniamo, ancora oggi, che la buona politica esista, e che possano esistere anche buone opportunità di crescita e di miglioramento, come anche questo provvedimento stesso ha avuto modo di dimostrare nel suo miglioramento rispetto alla originaria formulazione.
Il nostro partito, pur con le criticità che ho mostrato, però in un'ottica assolutamente costruttiva, dà parere favorevole al provvedimento oggi in esame (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lavagno. Ne ha facoltà.

FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, terzo tentativo di delega fiscale, terza lettura di questo che non è, finalmente, un decreto, ma un disegno di legge parlamentare; il primo, peraltro, che vede la luce da questa legislatura. Ebbene, nella prima lettura avevamo ravvisato l'importanza di questo provvedimento, sostenendo, allo stesso tempo, alcune perplessità rispetto al fatto che il provvedimento, data la sua importanza e data la laboriosità per arrivare all'esito finale, molto probabilmente sarebbe sopravvissuto al Governo.
Ebbene, avevamo ragione, perché il Governo non solo è mutato, ma, all'interno del precedente Governo, pure le maggioranze sono cambiate. Qui sta tutta la perplessità, rispetto a una materia così importante, di dare deleghe in bianco, di dare deleghe su questioni importanti: per delegare qualcuno a fare qualcosa è necessario fidarsi, condividerne obiettivi, orizzonti, l'impostazione programmatica. Purtroppo, però, dobbiamo rimarcare, ancora una volta, per come ci siamo comportati nella fiducia di due giorni fa al nuovo Esecutivo, che di questo Governo non ci possiamo fidare.
Non ci possiamo fidare, da un lato, del Governo e delle sue dichiarazioni, di cui diremo, e neanche della maggioranza che lo sostiene, uguale identica a quella immediatamente precedente e che oggi non viene più definita neanche come una maggioranza Pag. 43di necessità, ma come una maggioranza politica. Quindi, una chiara scelta di natura strutturale e politica. Dovremmo fidarci, quindi, di un Presidente del Consiglio che fa una dichiarazione tanto vaga quanto inquietante: la delega fiscale deve diventare uno strumento per abbassare le tasse.
Risposta esatta, dichiarazione corretta, ma abbassarle a chi ? Con quale impostazione ? Con quale metodo ? E ieri chiarisce: ulteriore dichiarazione del Presidente del Consiglio, dove vanta gli effetti positivi di tagliare 10 miliardi rispetto all'IRAP piuttosto che rivedere la fiscalità sull'IRPEF. Fa il paio anche con chi il Presidente del Consiglio ha deciso di incontrare ieri, nella prima uscita pubblica: incontra gli imprenditori e incontra gli operai di un'azienda in crisi. È una chiara scelta di come si va a dichiarare e come si va a fare quella riduzione della pressione fiscale.
Detta così, la riduzione della pressione fiscale è un bene, è un merito, però è anche bene dire che questo è uno strumento assolutamente neutro, come veniva ricordato precedentemente. E a far raddrizzare i capelli, a far aumentare la tensione, vi è il parallelo immediato che le dichiarazioni del Presidente del Consiglio rese ieri sono speculari e identiche a quelle del presidente di Confindustria. Se tanto ci dà tanto, vi è più di un rammarico rispetto al dare una delega in bianco rispetto a una tale vacuità generale, ma con una precisione chirurgica rispetto agli interessi che vanno a essere difesi.
Ci spiace perché avremmo preferito, a nostro avviso, ambire di più, ambire a una vera riforma del sistema fiscale, a una procedura di ridisegno complessivo di come avviene la tassazione in Italia. Invece, ci troviamo di fronte a un provvedimento che ha un titolo altisonante: «Disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita». Eppure, di fronte a un titolo tanto altisonante, abbiamo più di una perplessità e più di un dubbio sul fatto che i risultati saranno al di sotto, ben al di sotto, delle aspettative, per come noi li interpretiamo.
In nessun punto del provvedimento si può scorgere, infatti, la volontà di una riforma strutturale, che abbia l'intento di ridistribuire la ricchezza, come strumento di una necessaria salvaguardia del potere d'acquisto, della capacità del consumo e, quindi, anche della ripresa economica.
Da alcuni aspetti troviamo alcune parti positive, ovviamente. Troviamo aspetti positivi in più parti dell'articolato del provvedimento. Escono dall'indeterminatezza e dalla neutralità, quanto meno, gli articoli che fanno riferimento alla revisione del catasto e quelli sul gioco d'azzardo.
Sul catasto, dovremmo finalmente dare avvio a una riforma tanto attesa quanto resa urgente dalle sperequazioni, dalle ingiustizie diffuse sulla tassazione immobiliare. Però l'impatto del processo di revisione, perché abbia effettivamente un'efficacia, sappiamo benissimo che dovrà avere tempi d'attesa piuttosto lunghi.
Così come, rispetto alla questione del gioco, del gioco d'azzardo, della ludopatia, insomma, siamo di fronte a un primo provvedimento che ha carattere restrittivo su queste tematiche, per quanto parta da una questione ovviamente di natura fiscale. Ma rispetto a un liberismo imperante sulla materia, cui abbiamo assistito negli anni precedenti, troviamo finalmente dei paletti fermi. Qualche rammarico ovviamente c’è, perché se il testo – dobbiamo essere onesti – non è stato toccato dal Senato per come è uscito dalla prima lettura alla Camera, qualche elemento peggiorativo, soprattutto in riferimento alla pubblicità del gioco d'azzardo, lo ritroviamo ed è elemento di rammarico.
Positiva ovviamente è l'introduzione anche della fiscalità ambientale di cui rileviamo assolutamente il carattere innovativo. E soprattutto richiamiamo – come è giusto che sia – il Governo nel proseguo dei lavori, quindi nell'attuazione della delega fiscale, a fare quello che inevitabilmente deve fare ed è costretto a fare: a dare attuazione a questo principio, ai principi innovativi, ovviamente coordinandoli con le direttive comunitarie. Non lo abbiamo trovato improvvido, lo abbiamo trovato un buon punto di introduzione di Pag. 44un carattere innovativo, rispetto a una normativa, che, invece, recepisce sempre in ritardo le novità.
Oltre a questi aspetti, però, ci sono i grandi nodi, con riferimento ai quali si dà totalmente carta bianca al Governo. E pensiamo che i richiami alla Costituzione, peraltro da noi richiesti e inseriti nel testo, siano insufficienti come garanzia rispetto alle tematiche a cui noi teniamo. Ci chiediamo, infatti, quando porterà di volta in volta i provvedimenti all'approvazione, cosa ci dirà il Governo sulla rendita da patrimonio, sulle rendite finanziarie ? Come opererà il Governo sulla lotta all'evasione e all'erosione fiscale ? Che impostazione avrà la curva delle aliquote ? La politica reale della fiscalità e dei tributi in Italia non la deciderà il Parlamento. Questo è chiaro, per quanto si richiami a un lavoro più stringente delle Commissioni. La deciderà il Governo.
Ed è su questo punto che noi siamo molto, molto critici. Sarebbe stato più utile – a nostro avviso – identificare almeno tre obiettivi: l'equità, la diminuzione del carico fiscale sul lavoro, sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese in maniera chiara e, in generale, una diminuzione della pressione fiscale, pressione fiscale che sappiamo essere tra le più alte in Europa e che in questo momento supera il 44 per cento.
Abbiamo perso, però, l'occasione, che noi proponevamo in una nostra apposita proposta di legge, per avere dei provvedimenti seri e incisivi sulla vita delle famiglie, perché in questo momento non solo deleghiamo i provvedimenti, deleghiamo il Governo anche ad uscire dall'interesse di questo provvedimento, dagli addetti di settore, dai tributaristi, dai lettori di quotidiani economici. Non riusciamo a far in modo che si apra un dibattito vero nell'opinione pubblica. Avremmo potuto farlo, invece, attraverso l'aumento degli assegni dei nuclei familiari, l'incremento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, la revisione seria della curva dell'imposta IRPEF. E avremmo anche potuto mettere mano alle detrazioni a vantaggio della stabilizzazione del lavoro, a favore di giovani e disoccupati.
Infine, avremmo potuto fare un serio lavoro anche sulla tax expenditure, tema sul quale rispetto alla giungla delle detrazioni ci richiamano non solo studi approfonditi delle precedenti legislature, ma ci richiama lo stesso Fondo monetario internazionale, proprio perché è necessario che anche in questa tematica non si giochi sulle detrazioni come luogo dove andare a prendere coperture di volta in volta, ma anche in questo caso con una seria politica, una seria politica fiscale anche nei confronti dei vantaggi.
Invece vediamo che non c’è questa volontà e molto spesso ricadiamo nella dichiarazione generale di voler andare verso una semplificazione normativa, anche per quanto riguarda il fisco, e, invece, circa questa semplificazione non usciamo da una generica dichiarazione di intenti. Quindi, la crescita non c’è in questo provvedimento, per come la vediamo, e molto spesso vediamo mancare anche l'equità. Infatti, qualsiasi discorso in questo Paese che abbia al centro l'equità fiscale non può essere fatto se non si accetta il punto di partenza che in questo Paese esiste un'enorme evasione fiscale che ha creato enormi ricchezze ed enormi patrimoni. E, allora, guardate, il segno della crisi è che queste ricchezze create attraverso le evasioni vengano sempre pagate da chi non ha partecipato a questa fiera insulsa dell'accaparramento. Il senso della tassazione delle grandi ricchezze e dei grandi patrimoni, quindi, sta anche nel restituire giustizia, oltre che equità. Io credo che questo provvedimento, non solo non ha l'ambizione di riformare l'intero sistema tributario...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO LAVAGNO. ... ma si limita ad intervenire per correggere alcuni aspetti critici. Non vorremmo che queste criticità diventassero strutturali nel nostro Paese quando, invece, si avrebbe l'opportunità di cambiarle. Il nostro voto, quindi, è molto Pag. 45positivo sul lavoro svolto nella Commissione, positivo sulla neutralità rispetto al provvedimento per come ne esce dalle Aule parlamentari, di assoluta non apertura ad una delega in bianco rispetto al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente Baldelli, signor Ministro Padoan, colleghe e colleghi, consentitemi in pochi minuti di ringraziare tutte le forze presenti in quest'Aula e soprattutto tutti i colleghi, tutti i colleghi della maggioranza e tutti i colleghi delle opposizioni che hanno lavorato in Commissione. Consentitemelo, non solo per il lavoro su questo provvedimento, al quale verrò tra poco, ma per tutto il lavoro che abbiamo svolto in questi mesi. Sia consentita una riflessione generale, una digressione si potrà dire. Vedete, le colpe della politica sono state e sono grandi in questi anni, ma qui può stare il nostro orgoglio e la nobiltà possibile della politica. Lo dico ai colleghi della maggioranza, lo dico ai colleghi delle opposizioni, agli amici del MoVimento 5 Stelle che pure si sono impegnati su questo provvedimento, lo dico per tutti noi, vecchi, nuovi, semivecchi e seminuovi: non è vero che qui dentro, a Montecitorio, nelle Commissioni e nelle Aule, siamo sempre lontani dalle persone, lontani dalle esigenze vere dei cittadini, siamo tutti comunità di brutta gente da rieducare e da punire, soggetti cattivi da umiliare con i più vari rituali di degradazione o di autodegradazione. Non è così.
Ho l'onore di presiedere in questa legislatura la Commissione finanze e su tanti temi, com’è giusto e com’è sacrosanto, ci siamo divisi; sono in campo visioni diverse, proposte diverse, soluzioni diverse. Il fisco è il cuore della libertà e del rapporto tra Stato e cittadino, del rapporto tra individuo e cittadino. È lì che passa il crinale della separazione tra la sfera della decisione individuale, che per i liberali va allargata, e la sfera della decisione pubblica e collettiva. È anche naturale, quindi, dividersi e litigare perché diverse sono le nostre speranze e i libri che stanno sui nostri scaffali. E citerò tra poco un paio di argomenti al signor Ministro su cui temo ci sarà da dividersi nei prossimi giorni. Spero di no. Ma, vivaddio, abbiamo anche fatto delle cose importanti, delle quali possiamo essere tutti orgogliosi e che dobbiamo avere tutti anche la forza di raccontare alla nostra gente, ai nostri elettori, anche contrapposti. Questo non è solo un luogo di liti, di malaffare, di casini, di ostruzionismi e di distruzioni varie. In questi mesi abbiamo fatto, insieme, certo, su nostra iniziativa, ma con voto unanime, una riforma di Equitalia storica che dà una mano a cinque milioni di contribuenti, persone, come voglio sottolineare, che non sono evasori, ma che hanno dichiarato il giusto, ma che poi non sono riuscite, a causa della crisi, a pagare interamente tutto il dovuto.
Abbiamo stabilito tutti insieme delle misure di civiltà: impignorabilità della prima casa, impignorabilità della seconda casa se non oltre i limiti dei 120 mila euro, impignorabilità dei beni dell'azienda perché uno dovrà pure lavorare per pagare. Ancora: allungamento della possibilità di rateizzare. Sono i primi esempi di fisco civile e amico.
Oggi scriviamo un'altra pagina, segniamo un altro goal tutti insieme. Anche qui non c’è da rivendicare sole bandierine di parte e credo che ciascuno possa esserne lieto. Questa delega fiscale non è roba solo per giornali economici. Ci sono dentro dodici-tredici piste di lavoro che consegniamo al Governo: i parlamentari della maggioranza con le loro speranze, i parlamentari dell'opposizione, noi, per incalzare, ma sono dodici-tredici piste che corrispondono ad un programma liberale di legislatura. Obiettivo: riduzione della pressione fiscale; la riforma del catasto sempre pensata negli anni passati per tosare le pecore e questa volta, invece, per salvaguardare i proprietari e le famiglie italiane; una riforma del contenzioso tributario che aiuti la conciliazione: anche in Pag. 46questo caso un rapporto più civile tra cittadini e amministrazione; una riforma della parte penale in senso garantista, perché non si può andare sempre a processo anche per una dichiarazione infedele di ventimila euro, è un assurdo giustizialista italiano; un principio come quello della compensazione: sono un cittadino, sono un'impresa, ho un debito fiscale, ho anche un credito, facciamo zero a zero e non se ne parla più; ancora, norme di semplificazione, se ne è accorto lo stesso Presidente del Consiglio, l'idea della dichiarazione precompilata; ancora, l'idea che il ricavato del contrasto all'evasione e anche all'erosione fiscale debba andare alla riduzione di tasse, non in qualche pozzo nero e a coprire chissà quali buchi.
E ancora la cosa più importante di tutti, a cui si sono dedicati e giustamente editorialisti per anni – voglio citare il professore Gavazzi – è il tema dei sussidi alle imprese: una massa di denaro, di agevolazioni che vengono date molto spesso a pioggia, sono masse di miliardi. Si dice da anni: disboschiamo e non lo si fa. Noi qui diciamo: disboschiamo ma restituiamoli sotto forma di minori tasse alle imprese, anche questo è un vero shock economico, disintermediando politicamente perché non c’è più la scelta politica di aiutare un settore amico e di punire un settore nemico, ma c’è la scelta liberale e neutra di dire: abbassiamo la pressione fiscale sulle imprese. Quello è il modo per farle ripartire.
Allora questa è davvero un'occasione per tutti: per il Governo che ha, come dire, un dono utile per sé e per il Paese; per i parlamentari della maggioranza che possono ridarsi un profilo riformista dopo la brutta curvatura presa dal Governo Letta-Alfano; per noi delle opposizioni che potremo in positivo incalzare il Governo non gridando ma dicendo: «Vai più veloce, vai più alto, vai più forte su questo terreno».
Mi permetto di dire – e vado a concludere – per il sistema dei media, per la cosiddetta società civile, per la discussione pubblica. Tutti i giorni da cittadini siamo umiliati in uno spettacolo della politica umiliante e autoumiliante, in una gara di incompetenza tra conduttori di trasmissioni televisive e ospiti delle trasmissioni televisive di sinistra, di centro, di destra, di sopra e di sotto, in cui non si sa di cosa parlano, di cosa discutano, se non della rissa, del battibecco nauseante di giornata. Qui ci sono dodici-tredici temi veri: casa, famiglia, sistema processuale applicato alla parte fiscale, catasto, roba vera che incide sulla carne delle persone e delle aziende. Credo sia più serio discutere per tutti di queste cose ed è un invito, lo ripeto ancora, per tutti all'orgoglio e alla dignità della politica che rivolgiamo al Governo a cui, mi permetto signor Ministro, di cui lei ha colto in questi giorni lo spirito positivo e propositivo con cui ci muoviamo e con cui il nostro gruppo si muove e nel mio piccolo anch'io mi sono mosso in Commissione.
Mi permetto solo un caveat che davo al Presidente del Consiglio nel dibattito sulla fiducia. I temi, dicevo, su cui spero non ci si debba dividere, ma lo temo. Leggiamo sui giornali a fronte di questa bella delega che parte che, forse, già domani il Consiglio dei ministri sulla linea dei cattivi doni Letta-Alfano, potrebbe decidere un ulteriore aumento delle aliquote TASI della tassazione sulla casa: sarebbe davvero partire con il piede sbagliato. Pensateci, sarebbe un grave errore. Leggiamo da giorni indiscrezioni sulla tassazione del risparmio, delle rendite che possono, già solo le indiscrezioni, alimentare paure e incertezza. Allora, rimettete via queste cose, lavorate sulla delega fiscale. Ci sono veri tagli di spesa che rendono possibile veri tagli di tasse.
Su questo terreno noi saremo a fianco e, vorrei dire, un passo avanti, sfidandovi in positivo; sugli altri terreni io credo che deluderete non noi, non solo l'opposizione liberale, ma deluderete i cittadini, che non ne possono più. Mi permetto di dire anche al Primo Ministro Renzi: lei dice spesso, e dal suo punto di vista ha ragione, «cambiare verso». Ma cambiare verso non è promettere una riduzione di tasse a qualcuno e farla pagare a qualcun altro e presentare il conto a qualcun altro in una logica redistributiva da vecchia sinistra. Pag. 47Cambiare verso significa tagliare per davvero la spesa pubblica, tagliare per davvero la pressione fiscale, attivare un percorso per cui la macchina dello Stato mangia meno e, quindi, chiede meno ai cittadini.
In questa delega fiscale gli strumenti ci sono. Noi ci abbiamo provato anche nella legge di stabilità, anticipando alcuni contenuti della delega, proponendo veri tagli di spese per coprire l'eliminazione della tassa sulla casa che, invece, torna e ora sappiamo anche di peggio. Ci è stato detto «no» dal vecchio Governo e dalla medesima maggioranza, speriamo ora che il nuovo Governo e la medesima maggioranza vogliano rinnovarsi per questa sfida in positivo.
Ho chiuso, signor Presidente, io credo, voglio citare un leader di sinistra, in quella splendida autobiografia che fa a Tony Blair, dice: io mi sono pentito di una sola cosa, di non avere fatto ancora più riforme, di non avere fatto cose ancora più coraggiose. Oggi facciamo tutti insieme, chi da destra, chi dal centro, chi da sinistra, una cosa coraggiosa: siamone all'altezza, siamone orgogliosi tutti quanti, sfidiamoci su questo terreno nei prossimi mesi, lasciamo da parte la solita vecchia logica per cui il Consiglio dei ministri di domani, magari sotto il paravento della nomina di Viceministri e sottosegretari che occuperà i giornali, coglie l'occasione per aumentare un altro po’ qualche altra tassa. Grazie e buon lavoro a lei, signor Ministro, e a noi tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, entrerò poco nel merito del provvedimento perché già molti interventi, sia di oggi ma soprattutto di quando lo abbiamo licenziato in prima lettura, ne hanno dettagliato il contenuto e, visto le poche modifiche effettuate al Senato, non c’è molto da dire ancora.
Questo provvedimento delega il Governo su una serie di punti importanti, alcuni condivisibili, importanti, alcuni meno condivisibili: la riforma del catasto, che non penalizzi i proprietari degli immobili e consenta un'ampia partecipazione al processo di riforma, includendo sia categorie civili che istituzioni locali; prevede un'auspicabile semplificazione fiscale a favore dei piccoli contribuenti, attraverso regimi forfettari, quindi ampliando un po’ il regime dei minimi, così come concepito fino ad oggi. C’è un miglioramento, come è stato già detto, e una maggiore equità nel rapporto con il fisco e con gli esattori, in particolare con Equitalia; ma sui giochi pubblici poco coraggio: regali alle concessionarie li abbiamo già fatti, sono stati già fatti dal Governo precedente e da questa maggioranza.
C'era una formulazione dell'articolo 14, nel comma aa), che dava il divieto sempre di fare pubblicità ai giochi che davano dipendenza, sempre ! Purtroppo questo emendamento – che tendeva ad andare nella direzione del divieto di pubblicità verso il fumo, verso le sigarette – è stato modificato con un enorme abbaglio che ha coinvolto l'intero Senato della Repubblica, e il Governo che era in quella sede. È il caso dell'emendamento «Peppa Pig» del senatore Nencini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo emendamento ha depotenziato la portata di questo divieto di pubblicità, limitandola esclusivamente ai soggetti minori. Ma i soggetti minori non avevano il divieto di giocare ai giochi d'azzardo ? Noi comunque li tuteliamo, per cui Peppa Pig è salva: è salva quando guarderà i suoi cartoni animati, ma il padre di Peppa Pig, «papà Pig» , nel vedere la televisione potrà essere incentivato a sperperare il patrimonio della famiglia di cui fa parte Peppa Pig, perché noi consentiremo a lui di vedere la pubblicità dei giochi d'azzardo e lui sarà preso da una patologia – che oggi sappiamo anche essere curabile, come tante – e noi non lo tuteleremo.Pag. 48
Riappare la pubblicità delle sigarette, dall'oggi al domani, su un'altra patologia, che non è quella da fumo, ma che ha un effetto sociale devastante.
Ma che cosa è successo al Senato ? Come è possibile che nessuno dei vostri senatori, che nessuno dei vostri sottosegretari sia stato capace di convincere il senatore Nencini che aveva preso un abbaglio, che non aveva capito il testo di un emendamento semplicissimo, due righe e mezzo ? Poco credibile. Poco credibile. Nessuno è riuscito a schiarirgli la mente.
Questa è una legge delega: noi abbiamo studiato e sappiamo che, in passato, molti provvedimenti legislativi di buona qualità sono stati il risultato di una legge delega, molti testi unici; e la qualità è scaturita da un buon lavoro parlamentare, da un buon lavoro delle Commissioni: laddove i pareri delle Commissioni sono diventati pertinenti, dettagliati, approfonditi, c’è stato un accoglimento ampio da parte dei Governi del passato di questi provvedimenti di parere, che ha portato a dei buoni testi legislativi.
Noi sappiamo che i decreti legislativi che emetterà il Governo non saranno emendabili da questa Camera, non saranno emendabili dalle Commissioni e che i pareri saranno soltanto facoltativamente accettati dal Governo. Questo ci consente di dire che noi non ci fidiamo di questo Governo, ne abbiamo potuto avere dimostrazione dal Governo passato e da questa maggioranza: perché è stato approvato di recente il cosiddetto decreto Bankitalia e, all'inizio, l'acquisto degli F-35, prendendo in giro gli stessi deputati della maggioranza; poi, il caos sull'IMU, l'aumento dell'IVA. Ci sono troppe prove che ci hanno portato a non avere fiducia per il Governo precedente, perché ci sono state scelte politiche non condivisibili, ma anche incompetenza nel portare avanti provvedimenti condivisibili, come quello dell'abolizione dell'IMU sulla prima casa. Quindi noi ci asterremo su questo provvedimento.
Il Governo: lei, signor Ministro, e i suoi delegati dovrete avere un ruolo esecutivo, tecnico, procedurale e non dovrete riaprire trattative al ribasso con nessuno. Il Parlamento ha già inserito nel testo la giusta contrattazione sociale e, sotto il nostro vigile occhio, ha saputo – fino al Senato, purtroppo – vigilare sull'interferenza delle fortissime lobby, soprattutto quelle del gioco d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Consultazioni: sì, consultazioni, ma su aspetti operativi e programmatici ovvero miglioramenti nella direzione dettata dal testo.
I passaggi alla Camera in prima lettura, con la presenza del Governo precedente, hanno visto l'approvazione di numerosi ordini del giorno, che davano anche una correzione del tiro sul testo, laddove non era del tutto esaustivo. Alcuni molto importanti, come quelli relativi all'integrazione, nel merito della variazione e dell'armonizzazione della tassazione sui giochi pubblici, che prevedesse l'aumento della tassazione, perché nel testo non è ben chiarito in quale direzione deve essere fatta l'armonizzazione. Allora, noi abbiamo chiesto al Governo di approvare un ordine del giorno che intendesse aumentare la tassazione, ed è stato accolto.
Io le chiedo, signor Ministro, di riprendere gli atti del lavoro fatto in particolare alla Camera, ma comunque in tutto il Parlamento, e rivederli, tenendone conto, anche se il Governo è cambiato. Noi vogliamo collaborare per mettere a punto il testo normativo dei singoli decreti legislativi. Sappiamo che è previsto, grazie anche ad un ordine del giorno che è stato approvato oggi, un impegno da parte del Governo a portare in Commissione anche le bozze dei decreti, gli schemi dei decreti legislativi, in maniera che sia ancora più trasparente e più condivisibile il percorso che farete. Ma attenzione, perché non vorremmo trovarci a denunciare sconfinamenti e fuori pista, giustificabili solo dal cedimento alle lobby da parte del Governo, che sappiamo essere debole, lo ha già dimostrato.
Quindi, signor Ministro, saremo vigili e mi auguro che resterà nel suo ruolo governativo ed esecutivo e che lei e il suo nuovo Presidente del Consiglio – il nuovo Presidente del Consiglio di questa maggioranza – non cediate alla pressione delle Pag. 49lobby, perché noi saremo attentissimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pelillo, dopodiché ci saranno due dichiarazioni di voto a titolo personale e il voto. Quindi, invito i colleghi intanto a cominciare ad organizzarsi.
Prego, onorevole Pelillo.

MICHELE PELILLO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, è noto che lo strumento legislativo più adeguato per qualunque riforma tributaria è senz'altro la delega e noi ci accingiamo oggi proprio ad approvare una legge di delega. Ma la grande novità è che questa delega, per la prima volta, signor Ministro, è di iniziativa parlamentare.
Nel diritto tributario moderno, tutti i provvedimenti sono stati realizzati con questo strumento legislativo, ma sempre di impulso del Governo. Negli anni Cinquanta il diritto tributario italiano comincia a configurarsi con la riforma Vanoni; negli anni Settanta acquista fisionomia con la grande riforma legata al nome di Visentini; negli anni Novanta c’è un'altra grande riforma un po’ meno epocale rispetto a quella dei decenni precedenti che riesce ad adeguare alle nuove esigenze il sistema tributario.
E arriviamo agli anni Duemila. Negli anni Duemila assistiamo a diversi tentativi, tutti quanti falliti, per ammodernare il nostro sistema tributario. Sono passati più di vent'anni dalla riforma degli anni Novanta e sappiamo quanto il mondo sia andato veloce e quanto sia sentita l'esigenza di ammodernare il nostro sistema tributario. Questa che ci accingiamo a votare fra qualche minuto non è una legge per una riforma epocale, come sono state quelle degli anni Cinquanta e degli anni Settanta, ma penso che possa avere l'ambizione di essere qualcosa di più di quella degli anni Novanta, qualcosa di più di una seppur ampia manutenzione straordinaria dell'ordinamento vigente.
Che orizzonte può avere questa ambizione, signor Ministro ? Io penso che possa mirare ad acquisire alcuni obiettivi molto precisi. Innanzitutto, quello che è stato più volte evocato nell'Aula questa mattina, quello di una maggiore equità fiscale, una migliore distribuzione del carico fiscale. Allargare la base imponibile significa costruire le condizioni per diminuire la pressione fiscale. Su questo argomento, sulla maggiore equità, ci sono alcuni articoli, quelli sul catasto, quelli sull'evasione, sull'erosione, sull'elusione, che tendono proprio a conseguire questo obiettivo.
Poi c’è quella del controllo da parte dell'amministrazione finanziaria, un controllo che necessariamente deve diventare più efficiente e più efficace per raggiungere questo obiettivo.
A fronte di questa condizione c’è un secondo obiettivo, che in qualche modo è possibile raggiungere e stiamo cercando di creare le condizioni per raggiungerlo. A fronte di un fisco più incisivo, di una organizzazione della macchina fiscale più incisiva e più efficiente, è necessario bilanciare ed assicurare una tutela giurisdizionale più moderna e più bilanciata. A questo proposito, l'articolo 10 sul processo tributario e anche l'articolo 8, quello che chiede al Governo di rivisitare il sistema delle sanzioni.
Una terza questione è quella che lei ha richiamato nel suo intervento di ieri, signor Ministro, quella della certezza del diritto, un'esigenza avvertita non soltanto dal mondo del diritto, ma soprattutto dai cittadini e dal mondo dell'economia. Sulla certezza del diritto intervengono in modo incisivo gli articoli 5, 6, 12 e 13 sull'abuso del diritto, sulla tax compliance, sulla maggiore definizione delle basi imponibili, del reddito d'impresa, dell'IVA e delle imposte dirette perché, attraverso una maggiore ridefinizione di queste basi imponibili, possiamo assicurare una maggiore certezza del diritto per tutti gli operatori.
E infine, forse l'orizzonte più ambizioso è quello di cominciare a costruire un fisco amico, o quanto meno un fisco più amico: lo ha ripreso, questo concetto, il presidente Capezzone. E di fisco amico si interessano alcuni articoli di questa legge-delega: perché l'articolo 7 sulla semplificazione, Pag. 50o l'articolo 11 sul reddito di impresa e sui regimi forfettari vanno in questa direzione; e vanno in questa direzione anche, con un'accezione un po’ più larga, gli articoli 14 e 15, quello sui giochi e quello sulla fiscalità energetica ed ambientale. Un fisco più vicino alle esigenze, la possibilità da parte dello Stato di muovere la leva fiscale per assecondare esigenze molto avvertite dalla gente: parliamo del gioco d'azzardo, parliamo della fiscalità in campo energetico ed ambientale.
Signor Ministro, questa legge di delega è un contributo importante del Parlamento all'azione del nuovo Governo, che ha posto la riforma fiscale tra le sue prime tre priorità. Sono obiettivi troppo ambiziosi, quelli che ho enunciato prima ? Io non penso siano troppo ambiziosi. Io penso che si possano conseguire, ma a determinate condizioni, insistendo sulla strada che è già stata intrapresa in questi mesi di lavoro molto condiviso: grande capacità di ascolto e di sintesi, forte impulso parlamentare, rispetto dei tempi da parte del Governo nella stesura dei decreti delegati e costante sinergia tra Governo e Commissioni nell'iter di stesura dei decreti. Per queste ragioni, signor Presidente e signor Ministro, e con questi auspici preannunzio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi per dichiarazione di voto finale dei gruppi. Passiamo a quelli a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, in questa dichiarazione di voto vogliamo ricordare fino alla noia, fino alla nausea ciò che per anni è stato nascosto, ciò che per anni non avete voluto... Noi sappiamo anche tra quelli del PD chi ha fatto le proposte di legge vere, autentiche, che le hanno ribadite, reiterate, e con loro parliamo. Vogliamo ribadire che, negli ultimi 15 anni, gli italiani, per quanto riguarda il settore del gioco d'azzardo, hanno perso 300 miliardi di euro di risparmi – questi sono dati ISTAT – a fronte di un aumento che è stato di oltre il 100 per cento del raccolto del gioco d'azzardo. Quindi, c’è una correlazione ovviamente inequivocabile tra il fatto che i risparmi degli italiani sono diminuiti, e il fatto che l'articolo 47 della Costituzione tutela il risparmio delle famiglie italiane e prevede che lo Stato lo indirizzi in attività produttive: il settore del gioco d'azzardo non è un'attività produttiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 282-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 282-950-1122-1339-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paris, Ventricelli, Capezzone, Mauri, Pesco...un momento, non posso chiudere, finché c’è un collega che sta in Aula e ha diritto di votare... ha votato ? Perfetto. Ci sono altri ? Onorevole Zan, Gallinella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

(Causi ed altri; Zanetti; Capezzone ed altri; Migliore ed altri: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita) Pag. 51(Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 282-950-1122-1339-B)

Presenti 408
Votanti 309
Astenuti 99
Maggioranza 155
Hanno votato 309

La Camera approva (Applausi). (Vedi votazioni)

(I deputati Daga e Segoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e avrebbero voluto astenersi e il deputato Misuraca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole)

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 13,50).

ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di uscire dall'Aula in silenzio perché ci sono colleghi che stanno prendendo la parola in questo momento. Prego, onorevole Cera.

ANGELO CERA. Signor Presidente, ciò di cui sto parlando fa parte di una interpellanza presentata oltre due mesi fa dal sottoscritto, dall'onorevole Cesa, dall'onorevole Buttiglione e dall'onorevole Binetti.
Presidente, il Tribunale dei minori di Salerno ha sottratto alla signora Donatella Cipriani i due figli e li ha assegnati ad una casa famiglia sulla scorta di una perizia fatta da una psicologa che, andando a diagnosticare sui bambini la presenza di Pas, ha suggerito l'allontanamento dalla madre. La signora Cipriani ha presentato ricorso contro la sentenza del Tribunale minorile alla Corte di appello di Salerno e nel ricorso ha evidenziato la sentenza della Corte di Cassazione che per un caso analogo ha definito la diagnosi di Pas priva di valore scientifico.
La Corte d'appello di Salerno è stata costretta ad eliminare la Pas come motivazione per l'allontanamento dei minori ...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cera. Colleghi, allora per favore... onorevole Di Stefano, ho chiesto la cortesia se uscite dall'Aula in silenzio. Ci sono colleghi che stanno parlando, grazie. Prego, onorevole Cera.

ANGELO CERA. Dicevo, Presidente, grazie comunque, che la Corte di appello di Salerno è stata costretta ad eliminare la Pas come motivazione per l'allontanamento dei minori dalla madre, ma ha confermato l'assegnazione dei minori alla casa famiglia per una ipotetica ricerca della riappacificazione fra genitori.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANGELO CERA. Mi perdoni, Presidente, la cosa è delicata e le chiedo un minuto. I due bambini sottratti alla madre sono stati visitati da alcuni pediatri: il più grande presenta carenza di vitamina B e sono deperiti fortemente tutti e due. Problemi legati allo stress dopo 11 mesi trascorsi in una casa famiglia. Stiamo parlando di due bambini sottratti alla madre e tenuti in una casa famiglia.
Presidente, siccome ci sono delle fosche ombre su questo problema, chiedo che il Ministro, con il quale ho parlato ieri, il nostro nuovo Ministro della giustizia, intervenga personalmente, affinché dopo undici mesi questi bambini possano riabbracciare la mamma. È indegno in un Paese civile ! E, mi perdoni pure Presidente, non è possibile che un'interpellanza di questo genere, tra l'altro fatta da quattro, credo, autorevoli parlamentari, dopo due mesi rimanga ancora chiusa in un cassetto, non so, di questo palazzo. È una vergogna ! Io settimanalmente voglio sapere e per questo motivo ho interessato l'Aula. Terrò qui una bandierina fino a quando i bambini non verranno restituiti alla mamma per poterla riabbracciare (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

Pag. 52

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cera, come lei sa, le interpellanze non rimangono chiuse nei cassetti di questo palazzo, ma è il Governo che deve rispondere. La Presidenza si farà carico di sollecitare al nuovo Governo anche la risposta al suo atto di sindacato ispettivo.

GERO GRASSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Rinnovo ai colleghi che stanno uscendo dall'Aula l'invito ad uscire in silenzio, così che chi prende la parola abbia la facoltà di poterlo fare in un clima decente.

GERO GRASSI. Signor Presidente, intervengo due minuti per dire che ci sono eventi in questa nostra Italia che sembrano interessare pochi intimi, ma che invece dovrebbero interessare l'intera comunità. Il Partito Democratico vuole stigmatizzare quello che è successo al Senato con l'espulsione dei senatori dal MoVimento 5 Stelle. Vuole farlo perché l'articolo 67 della Costituzione dice testualmente: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E l'articolo 68 della Costituzione poi dice: «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni».
È inutile richiamare Costantino Mortati o la decisione del Consiglio d'Europa dopo l'assemblea di Venezia del 2004. È utile ricordare a tutti che le espulsioni sono sinonimo di un passato infelice che abbiamo sempre condannato e che qui ognuno non solo deve essere libero di poter esercitare il proprio pensiero, ma deve sforzarsi perché questa libertà sia anche quella di chi dissente da lui. Il Partito Democratico intendeva stigmatizzare questo increscioso episodio di non democrazia (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusi, onorevole Vacca, anche in occasione del suo intervento, invito i colleghi in Aula, quelli che voglio restare, a rimanere in silenzio.

GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, ovviamente devo intervenire su un altro discorso, ma faccio una piccola premessa, anzi proprio piccolissima perché le parole del collega non meritano neanche veramente una risposta.
Vorrei ricordare, potrei ricordare, tutte le espulsioni che il PD fa costantemente. Potrei riportare la tradizione di espulsioni che risalgono al PCI, che poi sono continuate con il PDS, poi con i DS e adesso con il PD. Ma, francamente, penso che in quest'Aula sia importante parlare di altre cose, come, ad esempio, l'emergenza della pulizia nelle scuole, il motivo per cui avevo chiesto la parola.
Si tratta di un'emergenza che sta scoppiando a livello nazionale in tutte le regioni. È un'emergenza che diventerà ancora più urgente e più grave proprio dal 1 marzo, la prossima settimana, quando i fondi, che erano stati stanziati nella legge di stabilità, verranno meno.
Ricordiamo che è un'emergenza voluta da questa maggioranza, un'emergenza creata dal precedente Governo e dagli stessi deputati che adesso compongono la maggioranza, nel decreto «del fare». Il MoVimento 5 Stelle ne aveva denunciato le conseguenze nefaste già durante la discussione del decreto e aveva proposto anche delle soluzioni che avrebbero comportato un risparmio per lo Stato e che, invece, il Governo non ha voluto prendere in considerazione.
Oggi ci troviamo costretti a discuterne per evitare la chiusura delle scuole e quindi evitare che nel nostro territorio le scuole vengano chiuse perché non c’è nessuno che le pulisce o che fa assistenza ai bambini. Sono bambini che si fanno la pipì addosso – mi perdoni la frase – perché non hanno i bidelli che li possono Pag. 53accompagnare in bagno. A questo siamo ridotti.
Ci troviamo costretti a dover chiedere, come abbiamo già fatto in Senato, una decretazione d'urgenza – in questo caso la caratteristica dell'urgenza c’è tutta – per chiedere quanto meno in questa fase gli stanziamenti dei fondi necessari a marzo per evitare che le scuole si trovino nel caos.
Poi chiediamo al Governo di interloquire con le forze politiche per avviare una soluzione del problema che preveda che lo sfruttamento dei lavoratori, che le cooperative che stanno mettendo in atto, termini e soprattutto che le scuole non si riducano a essere chiuse, a essere ridotte in questo stato come, purtroppo, la politica del Governo scorso e di questa maggioranza le hanno ridotte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

UMBERTO D'OTTAVIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UMBERTO D'OTTAVIO. Signor Presidente, intervengo per far conoscere a lei e a quest'Aula che da tre giorni e due notti dieci donne sono incatenate davanti al municipio di Torino per chiedere che venga loro consentito di poter continuare a fare le pulizie nelle scuole. Lo fanno da molto tempo, hanno visto crescere molti bambini che sono andati in questi giorni, ormai ragazzi, ad esprimere, anche loro, solidarietà, ed ora stanno rischiando di perdere il posto di lavoro.
In questi giorni abbiamo provato in tutti i modi a far sì che quel provvedimento, contenuto nella legge di stabilità che consente la proroga dei contratti in essere fino al 28 di febbraio, cioè fino a domani, trovasse una soluzione. Non è stato possibile, non si è trovata nessuna soluzione, devo dire che anche chi è intervenuto prima di me, al Senato, il suo Movimento, però, non ha fatto molto per collaborare in questo senso, lanciando magari proposte fantasiose o per lo meno non realizzabili in pochi giorni.
Sappiamo che – lo ha dichiarato ieri ai giornali – la Ministra Giannini ha trovato – così dicono le agenzie – 20 milioni per poter prorogare i contratti di un anno. Io spero che al più presto il Consiglio dei ministri – mi sembra sia già programmato per domani – approvi, dovrebbe approvare, un decreto apposito per questa proroga. L'intervento era per esprimere solidarietà a queste signore ma soprattutto per dire che se la scuola è importante, innanzitutto gli edifici devono restare aperti e possibilmente anche puliti e custoditi.

GIORGIO AIRAUDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, anch'io sullo stesso tema. Anche noi siamo solidali con le lavoratrici che sono costrette a incatenarsi per chiedere di continuare a pulire le scuole dove vanno i nostri figli e le nostre figlie. Certo, serve un provvedimento di emergenza ma, se fate due conti – io spero che si abbia l'occasione con il Governo di intervenire, perché oltre alle dichiarazioni devono seguire i fatti – ciò a cui sono sottoposte queste lavoratrici è un costo superiore a quello che lo Stato sopporterebbe se queste lavoratrici fossero inserite negli organici.
A noi costa di più e a queste lavoratrici diamo di meno e abbiamo un pessimo servizio. Determiniamo insicurezza a loro che lavorano e insicurezza ai bambini e alle bambine che devono frequentare la nostra scuola. Serve quindi un intervento urgente, ma serve una soluzione strutturale, queste lavoratrici e questi lavoratori devono avere la garanzia di poter pulire le scuole e di tenerle aperte sempre, non solo per finire quest'anno scolastico.

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PRESIDENTE. Se non vi sono a questo punto altri interventi, sospendiamo la seduta, che riprenderà in seguito, per ulteriori comunicazioni.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 18,15.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che i lavori della prossima settimana avranno la seguente articolazione:

Martedì 4 marzo (ore 10-15)

Esame della Relazione della II Commissione (Giustizia) sulle tematiche oggetto del Messaggio del Presidente della Repubblica trasmesso alle Camere il 7 ottobre 2013 (Doc. XVI, n.1)

Martedì 4 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 5 e giovedì 6 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Venerdì 7 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Eventuale seguito dell'esame della proposta di legge n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Esame delle mozioni:
Bergamini ed altri n. 1-00217 e Schirò ed altri n. 1-00345 concernenti iniziative per un efficace utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e per favorire l'integrazione tra tali risorse e quelle dell'Unione europea;
Castelli ed altri n. 1-00348 concernente lo scostamento dai parametri europei in materia di deficit pubblico;
Giorgetti ed altri n. 1-00340 concernente iniziative in merito agli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito di recente il Veneto e l'Emilia-Romagna.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione consensuale del contratto di lavoro per dimissioni volontarie.

Al termine, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Il termine per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica è fissato alle ore 12 di lunedì 3 marzo.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo mercoledì 5 marzo (dalle ore 15).

La giornata di lunedì 3 marzo sarà dedicata all'attività delle Commissioni.

L'organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti previsti nella settimana sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza nella riunione odierna ha preso in esame gli episodi verificatisi nelle giornate del 29 e del 30 gennaio 2014. L'Ufficio di Presidenza, visti gli articoli 12 e 60, commi 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato le seguenti sanzioni disciplinari la cui decorrenza, Pag. 55in ragione dei lavori parlamentari previsti per la prossima settimana, sarà differita e scaglionata a partire dal prossimo lunedì 10 marzo: con riferimento agli episodi verificatisi nel corso della seduta dell'Assemblea del 29 gennaio 2014, di irrogare, con decorrenza da lunedì 10 marzo 2014, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di quindici giorni di seduta al deputato Stefano Dambruoso; con riferimento agli episodi verificatisi nel corso della seduta dell'Assemblea del 29 gennaio 2014, di irrogare la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari: per un periodo di dieci giorni di seduta ai deputati Alberti, Artini, Baroni, Battelli, Carinelli, Cecconi, Cominardi, Crippa, Della Valle, De Rosa, Ferraresi, Luigi Gallo, Liuzzi, Lupo, Mantero, Parentela, Pesco, Rampelli, Paolo Nicolò Romano, Simone Valente, Vignaroli e Villarosa; per un periodo di dodici giorni di seduta alla deputata Benedetti.
La sanzione decorre: a partire da lunedì 10 marzo 2014 per i deputati Artini, Baroni, Benedetti, De Rosa e Rampelli; a partire da lunedì 31 marzo 2014 per i deputati Battelli, Carinelli, Cecconi, Cominardi, Crippa, Luigi Gallo, Liuzzi, Lupo, Parentela, Pesco, Paolo Nicolò Romano, Vignaroli e Villarosa; a partire da lunedì 14 aprile per i deputati Alberti, Della Valle, Ferraresi, Mantero e Simone Valente.
Con riferimento agli episodi verificatisi presso le Commissioni affari costituzionali e giustizia nelle giornate del 29 e del 30 gennaio 2014, di irrogare, con decorrenza da lunedì 10 marzo 2014, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di quindici giorni di seduta ai deputati Alberti, Castelli, De Lorenzis, Della Valle, Di Battista, Ferraresi, Mantero, Sorial e Simone Valente; con riferimento all'episodio verificatosi in occasione della seduta notturna della Commissione giustizia nella giornata del 29 gennaio 2014, di irrogare, con decorrenza dal 14 aprile 2014, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di tre giorni di seduta al deputato De Rosa; con riferimento all'episodio verificatosi presso la Sala Stampa nella giornata del 30 gennaio 2014, di irrogare, con decorrenza dal 14 aprile 2014, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di dieci giorni di seduta al deputato Di Battista.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, commi 3 e 4, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data odierna, i deputati Ivan Catalano e Alessio Tacconi, già iscritti al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 4 marzo 2014, alle 10:

1. – Discussione della relazione della II Commissione (Giustizia) sulle tematiche oggetto del Messaggio del Presidente della Repubblica trasmesso alle Camere il 7 ottobre 2013. (Doc. XVI, n. 1)
Relatore: Ferranti.

2. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
D'INIZIATIVA POPOLARE; CIRIELLI; PISICCHIO; BERSANI ed altri; FRANCESCO SAVERIO ROMANO; MIGLIORE ed altri; LENZI; ZAMPA e MARZANO; ZAMPA e GHIZZONI; MARTELLA; FRANCESCO SANNA; BOBBA ed altri; Pag. 56GIACHETTI ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; RIGONI ed altri; RIGONI ed altri; NICOLETTI ed altri; MARTELLA ed altri; VARGIU; BURTONE ed altri; BALDUZZI ed altri; VARGIU; TONINELLI ed altri; ZACCAGNINI ed altri; VALIANTE ed altri; LAURICELLA; MICHELE BORDO; MARCO MELONI ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1514-1657-1794-1914-1946-1947-1977-A).
Relatori: Sisto, per la maggioranza; Matteo Bragantini, Pilozzi e La Russa, di minoranza.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 26 febbraio 2014:
Nell'indice, a pagina II, seconda colonna, quarantanovesima riga, il numero «1330» si intende sostituito dal seguente «1339».
a pagina 62, prima colonna, diciannovesima e ventiquattresima riga, il numero «1330» si intende sostituito dal seguente «1339».

La seduta termina alle 18,20.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI PREVISTI NELLA SETTIMANA 4-7 MARZO 2014.

Doc. XVI, n. 1 – Relazione della Commissione giustizia sulle tematiche oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 5 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 48 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 27 minuti
Partito Democratico 53 minuti
MoVimento 5 Stelle 27 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
21 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 17 minuti
Nuovo Centrodestra 16 minuti
Scelta civica per l'Italia 16 minuti
Lega Nord e Autonomie 15 minuti
Per l'Italia 15 minuti
Fratelli d'Italia 13 minuti
Misto: 14 minuti
Centro Democratico 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti
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Pdl n. 3 e abb. – Elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

Seguito dell'esame: 22 ore.

Relatori (complessivamente) 1 ora
Governo 45 minuti
Richiami al regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 3 ore e 23 minuti (con il limite massimo di 25 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 14 ore e 32 minuti
Partito Democratico 4 ore e 3 minuti
MoVimento 5 Stelle 1 ora e 57 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
1 ora e 30 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 1 ora e 10 minuti
Nuovo Centrodestra 1 ora e 5 minuti
Scelta civica per l'Italia 1 ora e 3 minuti
Lega Nord e Autonomie 59 minuti
Per l'Italia 58 minuti
Fratelli d'Italia 51 minuti
Misto: 56 minuti
Centro Democratico 16 minuti
Minoranze Linguistiche 16 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 12 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
12 minuti
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Mozione n. 1-00217 e abb. – Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia 15 minuti
Misto: 16 minuti
Centro Democratico 5 minuti
Minoranze Linguistiche 5 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Mozione n. 1-00348 – Scostamento dai parametri europei in materia di deficit pubblico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia 15 minuti
Misto: 16 minuti
Centro Democratico 5 minuti
Minoranze Linguistiche 5 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-00340 – Eventi alluvionali in Veneto ed Emilia-Romagna

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia 15 minuti
Misto: 16 minuti
Centro Democratico 5 minuti
Minoranze Linguistiche 5 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Pdl n. 254 e abb. - Risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
Partito Democratico 32 minuti
MoVimento 5 Stelle 30 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
– Berlusconi Presidente
30 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
Nuovo Centrodestra 30 minuti
Scelta civica per l'Italia 30 minuti
Lega Nord e Autonomie 30 minuti
Per l'Italia 30 minuti
Fratelli d'Italia 30 minuti
Misto: 30 minuti
Centro Democratico 8 minuti
Minoranze Linguistiche 8 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI)
– Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 282 e abb.-B – articolo 1 362 362 182 362 60 Appr.
2 Nom. articolo 2 390 389 1 195 389 58 Appr.
3 Nom. articolo 3 399 399 200 399 58 Appr.
4 Nom. articolo 4 421 349 72 175 349 56 Appr.
5 Nom. articolo 6 425 402 23 202 402 56 Appr.
6 Nom. articolo 9 425 425 213 425 56 Appr.
7 Nom. articolo 10 422 348 74 175 348 55 Appr.
8 Nom. articolo 14 446 416 30 209 336 80 55 Appr.
9 Nom. articolo 15 451 451 226 369 82 55 Appr.
10 Nom. odg 9/282 e abb.-B/6 448 441 7 221 72 369 55 Resp.
11 Nom. odg 9/282 e abb.-B/11 463 422 41 212 127 295 55 Resp.
12 Nom. odg 9/282 e abb.-B/12 464 407 57 204 94 313 54 Resp.
13 Nom. odg 9/282 e abb.-B/22 460 455 5 228 136 319 54 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/282 e abb.-B/23 462 458 4 230 139 319 53 Resp.
15 Nom. odg 9/282 e abb.-B/24 463 439 24 220 110 329 53 Resp.
16 Nom. Pdl 282 e abb.-B – voto finale 408 309 99 155 309 49 Appr.