XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 448 di lunedì 14 marzo 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 12.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 10 marzo 2011.

I deputati in missione sono quarantasei.

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (A.C. 98 ed abbinate-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ENZO RAISI (FLI), Relatore. Illustra il contenuto del testo unificato in discussione, volto a stabilire i diritti fondamentali delle imprese definendone lo status giuridico, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie aziende, relativamente alle quali si intendono recepire le indicazioni contenute nello Small Business Act adottato a livello comunitario. Nel ricordare altresì che il citato atto mira a creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività delle imprese europee, dall'accesso al credito alla semplificazione amministrativa, richiama le principali finalità del provvedimento in esame, segnatamente favorire la competitività del sistema produttivo nazionale al fine di sostenere l'occupazione e lo sviluppo economico del Paese. Sottolineato infine il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente, dà conto delle principali norme espunte dal testo originario, il cui contenuto potrà essere eventualmente recepito da specifici ordini del giorno, auspicando altresì che il prosieguo del dibattito si svolga nello stesso clima di dialogo costruttivo che ha connotato l'esame in Commissione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

GABRIELE CIMADORO (IdV). Espressa preliminarmente solidarietà al popolo giapponese per l'immane tragedia che lo ha colpito, manifesta rammarico per le numerose norme espunte durante l'iter in Commissione dal testo del provvedimento in discussione, volto a stabilire i diritti fondamentali delle imprese definendone lo stato giuridico, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie aziende, relativamente alle quali si intendono recepire le indicazioni contenute nello Small Business Act adottato a livello comunitario. Richiamate, quindi, le proposte emendative presentate dal suo gruppo volte, in primo luogo, a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle procedure di appalto, evidenzia le criticità tuttora presenti nel testo, tra le quali ricorda l'assenza di una relazione tecnica, la previsione di norme che si sovrappongono a disposizioni vigenti, nonché il mancato perseguimento delle finalità del predetto atto comunitario, alla cui applicazione il Governo si era impegnato in sede di approvazione di specifici documenti di indirizzo. Ritiene, infine, che il testo unificato in esame non sia idoneo a Pag. IVgarantire un effettivo sviluppo del sistema imprenditoriale del Paese.

LUDOVICO VICO (PD). Stigmatizzate le scelte politiche compiute dal Governo al fine di contrastare la crisi economica in atto, basate essenzialmente su tagli generalizzati che hanno colpito i settori produttivi e lo Stato sociale, rileva le problematiche inerenti il sistema produttivo nazionale, quali, ad esempio, le difficoltà di accesso al credito, il ritardo nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e l'aumento della pressione fiscale, evidenziando peraltro l'incapacità della compagine governativa di sostenere adeguatamente l'occupazione. Sottolineata altresì la necessità di favorire la competitività, in particolare delle piccole e medie imprese, anche attraverso interventi di semplificazione burocratica ed incentivi di natura fiscale, ricorda il contenuto delle proposte emendative presentate dal suo gruppo al fine di migliorare il testo originario del provvedimento, auspicando una sollecita approvazione delle disposizioni concernenti lo Statuto delle imprese.

RAFFAELLO VIGNALI (PdL). Espressa soddisfazione per l'inizio dell'iter in Assemblea del testo unificato in discussione, al quale si è pervenuti a seguito di importanti sollecitazioni delle piccole imprese, tenendo conto delle indicazioni dell'Unione europea relativamente al riconoscimento del rilevante contributo offerto al sistema produttivo dalle predette imprese, manifesta apprezzamento per il proficuo lavoro svolto in Commissione, che ha consentito di apportare modifiche migliorative al testo del provvedimento in esame, garantendo, nonostante la limitata entità delle risorse disponibili, un'effettiva crescita del comparto produttivo del Paese.

GIOVANNI SANGA (PD). Ricorda il contributo costruttivo e convinto offerto dal suo gruppo alla definizione del testo unificato in discussione, che giudica soddisfacente nei contenuti, sottolineandone la meritoria finalità di incentivare e sostenere le piccole e medie imprese anche attraverso la semplificazione degli adempimenti burocratici. Evidenziata quindi la rilevanza strategica di preservare la competitività delle aziende italiane segnatamente per mezzo della tutela e della promozione del made in Italy sui mercati internazionali, auspica un più fattivo e proficuo impegno da parte del Governo, invitandolo ad assumere in tal senso iniziative più efficaci e non meramente propagandistiche.

DONATO RENATO MOSELLA (Misto-ApI). Lamentata la mancata assunzione, da parte del Governo, di iniziative finalizzate a garantire la ripresa dell'economia nazionale, nonché l'insufficiente livello degli investimenti in ricerca e sviluppo, ritiene che il testo unificato in discussione potrà fornire alcuni strumenti di sostegno alle piccole e medie imprese, anche attraverso il recepimento dello Small Business Act, pur manifestando dubbi circa l'effettiva efficacia delle disposizioni recate dal provvedimento, che non risultano corredate, tra l'altro, dallo stanziamento di adeguate risorse finanziarie. Preannunzia pertanto la presentazione di proposte emendative volte a rendere più incisiva la portata normativa del testo unificato in esame.

LIDO SCARPETTI (PD). Rammentato come la rete delle piccole e medie imprese costituisca l'ossatura fondamentale del sistema produttivo italiano, sottolinea la necessità di assicurare mezzi e strumenti atti a consentire la competitività delle medesime sui mercati internazionali, alla luce delle loro ridotte dimensioni. Richiamata altresì l'esigenza di assicurare certezza nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché di tutelare la liquidità e l'accesso al credito, giudica apprezzabile l'intendimento di semplificare gli adempimenti amministrativi cui le imprese sono soggette. Nel ritenere sufficiente, a tal fine, varare provvedimenti di rango primario senza necessariamente procedere alla revisione dell'articolo 41 della Costituzione, esprime apprezzamento per la sostanziale condivisione del provvedimento Pag. Vin discussione da parte di maggioranza ed opposizioni.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunica la modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea ed il conseguente aggiornamento del programma predisposti a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 20).

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 14,30.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantasette.

Discussione della proposta di legge: Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (A.C. 54-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

MASSIMO VANNUCCI (PD), Relatore per la V Commissione. Anche a nome del relatore per la VIII Commissione, illustra il contenuto del provvedimento in discussione, che integra l'ampio quadro di disposizioni di recente adozione relative ai rapporti tra Stato ed enti territoriali, evidenziando l'esigenza di correggere talune distorsioni generate dal progressivo processo di urbanizzazione che ha caratterizzato il nostro Paese, in particolare attraverso misure finalizzate a favorire il corretto uso del territorio ed una migliore distribuzione della popolazione. Richiama quindi le novità più rilevanti recate dal testo in esame, segnatamente la promozione e il sostegno delle attività economiche, sociali, ambientali e culturali svolte nell'ambito dei piccoli comuni, la valorizzazione e la tutela del loro patrimonio naturale e storico e l'adozione di misure a vantaggio dei cittadini residenti nelle predette località, rilevando come il raggiungimento di tali obiettivi sarà garantito mediante l'istituzione di due appositi fondi, relativi all'erogazione di incentivi fiscali ed al finanziamento da parte dello Stato di interventi di infrastrutturazione e di sviluppo economico e sociale dei piccoli comuni.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

ARMANDO DIONISI (UdC). Richiamato il contenuto di una proposta di legge volta a promuovere lo sviluppo economico, ambientale e culturale dei piccoli comuni, nonché a salvaguardare i servizi minimi essenziali erogati in tali aree, sottolinea la necessità di contrastare lo spopolamento di comunità locali che vivono in condizioni di marginalità sociale, osservando altresì che l'approvazione del provvedimento sul federalismo municipale e della riforma Gelmini incideranno negativamente su equilibri che appaiono già precari. Espresso quindi un orientamento favorevole ad interventi che intendono sostenere e valorizzare il patrimonio e le peculiarità dei territori dei piccoli comuni al fine di consentirne la rivitalizzazione economica e sociale, ringrazia i relatori per il proficuo lavoro svolto, auspicando, peraltro, che nel prosieguo del dibattito il testo del provvedimento possa essere migliorato e sollecitamente approvato.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Nel ringraziare preliminarmente i relatori e il Pag. VIdeputato Realacci per l'attenzione dimostrata alle tematiche oggetto della proposta di legge in discussione, che avrebbe il suo naturale completamento nel disegno di legge sul codice delle autonomie ancora all'esame del Senato, giudica contraddittorio l'atteggiamento assunto al riguardo dal Governo. Nel ritenere, altresì, che l'eccessivo ampliamento della platea dei comuni destinatari, a cui non corrisponde un adeguato stanziamento di risorse finanziarie, possa rendere difficilmente attuabili i condivisibili obiettivi perseguiti dal provvedimento in esame, con particolare riferimento all'erogazione di servizi essenziali, come quello scolastico, esprime perplessità in merito al finanziamento dei fondi cui agli articoli 10 e 11, sui quali preannunzia la presentazione di specifiche proposte emendative.

MARCELLO DE ANGELIS (PdL). Nel dare preliminarmente atto al primo firmatario, deputato Realacci, dell'impegno sempre profuso sulle tematiche oggetto della proposta di legge in discussione, a lungo attesa dai piccoli comuni, osserva che il testo è stato significativamente migliorato nel corso dell'iter nelle Commissioni riunite, per il cui lavoro esprime particolare apprezzamento. Manifesta, quindi, soddisfazione per i contenuti del provvedimento, segnatamente con riferimento all'introduzione di una specifica lotteria per finanziare il Fondo per l'incentivazione della residenza nei piccoli comuni e alla dotazione di 40 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale degli stessi. Nell'auspicare, infine, il reperimento di future e maggiori risorse da destinare alle finalità perseguite dalla proposta di legge, ritiene che le disposizioni da essa recate debbano inquadrarsi in una più ampia e complessiva riforma dell'ordinamento dei comuni, volta a incentivarne lo sviluppo economico e sociale.

ERMETE REALACCI (PD). Manifesta apprezzamento per la complessiva condivisione dimostrata dalle diverse parti politiche sulla proposta di legge in discussione, con la quale, al di là delle risorse finanziarie disponibili, che auspica possano essere successivamente incrementate, si profila un nuovo approccio per garantire un effettivo sostegno ed una razionalizzazione dei servizi essenziali forniti dai piccoli comuni, che costituiscono un punto di forza del Paese e un elemento peculiare della sua identità.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore per la V Commissione e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, nonché al decreto legislativo n. 274 del 2000, in materia di remissione tacita della querela (A.C. 1640-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 10 marzo 2011.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

FRANCESCO PAOLO SISTO (PdL), Relatore. Illustra le finalità della proposta di legge in discussione, sottolineando preliminarmente che la potestà punitiva in materia penale è di esclusiva competenza dello Stato. Osserva, quindi, che il provvedimento introduce nell'ordinamento penale nuove ipotesi di remissione tacita della querela, volte a contemperare le esigenze di speditezza del giudizio con le effettive esigenze di tutela della persona offesa, valutando come comportamento concludente in tale senso quello del querelante che, pur ritualmente notificato, non sia comparso all'udienza. Richiamate, quindi, le osservazioni formulate nel parere favorevole espresso dalla I Commissione, precisa che il meccanismo di avviso Pag. VIIprevisto dalla proposta di legge in discussione per dare tempestiva e completa informazione al querelante circa le conseguenze procedurali del suo comportamento sulle sorti del giudizio è conforme al principio di ragionevolezza. Respinge, infine, nettamente le ipotesi che il testo contenga, tra l'altro, interventi ad personam che riguarderebbero il Presidente del Consiglio, a suo avviso in alcun modo configurabili nelle fattispecie introdotte dalle novelle recate dalla proposta di legge in discussione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

LORENZO RIA (UdC). Sottolineata la necessità di avviare un'approfondita riflessione sulle norme recate dal provvedimento in discussione, manifesta la disponibilità del suo gruppo a migliorare la riforma del processo penale preannunziata dal Ministro Alfano e, più in generale, a promuovere un percorso riformatore in materia di giustizia. Richiamato altresì il proficuo lavoro svolto dalla sua parte politica nel corso dell'iter in sede referente al fine di rendere uniforme la nuova disciplina con quella vigente, esprime perplessità su alcuni aspetti critici presenti negli interventi delineati, stigmatizzando le modifiche peggiorative apportate al testo originario a seguito dell'esame in Commissione, che, a suo avviso, rischiano di rendere del tutto iniqui i condivisibili obiettivi recati dalla proposta di legge in esame. Nel denunciare, infine, la manipolazione strumentale di alcuni emendamenti presentati dal suo gruppo nel corso dell'iter in sede referente, ritiene opportuno riformulare le disposizioni contenute nell'articolo 1 del provvedimento, preannunziando che la sua parte politica si riserva di riconsiderare eventualmente il proprio iniziale orientamento favorevole alle misure in discussione ove non sia migliorato il testo in esame.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel manifestare l'orientamento nettamente contrario del suo gruppo alla proposta di legge in discussione, stigmatizza il radicale snaturamento del contenuto del medesimo provvedimento avvenuto nel corso dell'iter in Commissione, giudicando inaccettabile la disposizione secondo la quale la querela dovrebbe ritenersi tacitamente rimessa qualora il querelante abbia ricevuto un'offerta reale ritenuta congrua dal giudice procedente. Nel considerare tale norma ispirata ad una deplorevole concezione mercificatoria della giustizia penale propria della maggioranza, nonché finalizzata al perseguimento di interessi meramente di parte se non ad personam, paventa il rischio che dalla sua attuazione risulti pregiudicata l'amministrazione della giustizia. Sottolineata quindi la necessità di salvaguardare l'interesse pubblico a reprimere il disvalore sociale intrinseco nel comportamento delittuoso, giudica la proposta di legge in discussione in evidente contrasto con il dettato della Carta costituzionale, segnatamente con gli articoli 3, 24 e 112, confermando l'assoluta contrarietà della sua parte politica ad ogni tentativo della maggioranza di scardinare i principi propri dello Stato di diritto.

JEAN LEONARD TOUADI (PD). Giudicate del tutto condivisibili le considerazioni della Corte di cassazione circa la necessità di adottare idonee strategie in grado di risolvere in modo strutturale l'annoso problema dell'eccessiva durata dei processi, stigmatizza l'operato del Governo in materia di giustizia, che si traduce nell'aggiungere sanzioni penali alla normativa vigente. Nel richiamare quindi gli aspetti di maggiore contrarietà ad un provvedimento che ritiene non risolutivo, inadeguato e disorganico, manifesta perplessità sulla presunta valenza deflattiva delle disposizioni in esso contenute, che, tra l'altro, indeboliscono le condizioni della parte offesa; auspica pertanto che nel prosieguo del dibattito possano essere approvate talune proposte migliorative del testo presentate dal suo gruppo.

NICOLA MOLTENI (LNP). Nell'esprimere, a nome del suo gruppo, sostanziale Pag. VIIIcondivisione per le finalità della proposta di legge in discussione, analogamente a quanto avvenuto per gli altri provvedimenti in materia di giustizia presentati dal Governo, manifesta apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore al fine di individuare una soluzione volta a dirimere i possibili dubbi interpretativi dell'istituto della remissione tacita della querela, garantendo così un'economia processuale in grado di accelerare i tempi della giustizia. Auspica pertanto che il prosieguo dell'iter in Assemblea sia caratterizzato da un clima costruttivo che consenta di valutare positivamente alcune proposte di modifica presentate dal suo gruppo e finalizzate a superare talune criticità del provvedimento, con particolare riferimento all'ipotesi di evitare la remissione tacita della querela a seguito della sola mancata partecipazione all'udienza da parte del querelante, nonché circa l'esigenza di evitare un trattamento discriminatorio per i cittadini meno facoltosi relativamente al risarcimento del danno.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

FRANCESCO PAOLO SISTO (PdL), Relatore. Manifesta compiacimento per la qualità della discussione svoltasi, in ordine alla quale precisa, tuttavia, che la fattispecie di remissione tacita a seguito di risarcimento del danno tutela il diritto della parte lesa senza determinare sperequazioni economiche. Giudica, infine, manifestamente infondate le accuse che gli sono state rivolte dal deputato Ria in merito al contenuto di un emendamento approvato nel corso dell'iter in Commissione.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, ritiene inaccettabili le espressioni usate dal relatore nei confronti del deputato Ria, il quale ha legittimamente esercitato un diritto di critica politica.

LORENZO RIA (UdC). Precisa di essersi limitato a fornire una oggettiva ricostruzione di quanto accaduto nel corso dell'iter in Commissione relativamente alle modifiche apportato al testo di un emendamento sottoscritto dal suo gruppo.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Franceschini n. 1-00580 e Di Pietro n. 1-00586: Iniziative per lo svolgimento nella stessa data dei referendum abrogativi e del primo turno delle prossime elezioni amministrative.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 2 marzo 2011.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata l'ulteriore mozione Galletti n. 1-00591 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, sarà discussa congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

SESA AMICI (PD). Illustra la mozione Franceschini n. 1-00580, sottolineando anzitutto la rilevanza giuridica e democratica delle consultazioni referendarie di recente ammesse dalla Corte costituzionale, alle quali auspica la massima partecipazione popolare, ritenendo che la contrarietà manifestata dalla maggioranza al loro accorpamento con le prossime elezioni amministrative sia meramente strumentale alla tutela di interessi privati del Presidente del Consiglio. Nel richiamare, quindi, le ragioni sottese al predetto accorpamento, rileva come tale scelta consentirebbe, tra l'altro, di destinare le cospicue risorse pubbliche in tal modo risparmiate al rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza, alla realizzazione di asili nido e alla tutela del patrimonio culturale del Paese.

Pag. IX

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nell'illustrare la mozione Di Pietro n. 1-00586, evidenzia le motivazioni di principio e di merito che renderebbero opportuno l'accorpamento dei referendum abrogativi previsti nel 2011 alle prossime elezioni amministrative, evitando in tal modo un disagio per i cittadini e un inutile spreco di risorse pubbliche, che potrebbero essere più utilmente destinate, in particolare, al finanziamento di programmi di utilità sociale, nonché al sostegno dei settori della sicurezza, della giustizia, della cultura o dell'istruzione. Rileva altresì che, qualora il Governo decidesse di non procedere al predetto accorpamento, il suo gruppo si attiverà al fine di chiedere un intervento della Corte dei conti per danno erariale e sperpero di denaro pubblico, sottolineando come l'obiettivo politico che l'Esecutivo e la maggioranza intendono in realtà perseguire sia esclusivamente quello di evitare il raggiungimento del quorum nelle consultazioni referendarie al fine di tutelare gli interessi privati del Presidente del Consiglio.

SIMONE BALDELLI (PdL). Nel giudicare inopportune le considerazioni del deputato Borghesi, osserva che il richiesto accorpamento delle consultazioni referendarie e delle elezioni amministrative, disattendendo una prassi ormai consolidata nella nostra storia repubblicana, violerebbe il diritto degli elettori di esprimere valutazioni differenziate, con particolare riferimento alla possibilità di manifestare una posizione politica sui quesiti referendari anche attraverso l'astensione e quindi il mancato raggiungimento del quorum. Preannunzia, pertanto, l'orientamento contrario del suo gruppo ai dispositivi delle mozioni presentate dai gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Di Pietro n. 1-00579, Gentiloni Silveri n. 1-00587 e Briguglio n. 1-00588: Limiti all'acquisizione di partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani da parte di soggetti che esercitano attività televisiva.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 2 marzo 2011.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Rao n. 1.00592 e Landolfi n. 1-00593 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

PAOLO GENTILONI SILVERI (PD). Illustra la sua mozione n. 1-00587, sottolineando le delicate problematiche sottese all'imminente scadenza delle disposizioni concernenti il divieto di acquisizione di partecipazioni societarie in aziende editrici di giornali quotidiani ad opera di soggetti operanti nel settore radiotelevisivo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

PAOLO GENTILONI SILVERI (PD). Nel ritenere tuttavia pienamente persistenti, se non addirittura accentuate, le motivazioni che hanno condotto all'introduzione delle predette norme, evidenzia le lacune della disciplina antitrust nel settore radiotelevisivo, sottolineando altresì l'anomalia costituita dalla situazione di conflitto di interessi in capo al Presidente del Consiglio. Rammentate quindi le segnalazioni pervenute al Governo dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ritiene opportuno che l'Esecutivo intervenga urgentemente per prorogare la citata disciplina, ragionevolmente sino alla fine del 2012.

Pag. X

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nell'illustrare la mozione Di Pietro n. 1-00579 (Nuova formulazione), osserva che la politica legislativa recentemente attuata dal Governo in materia di concentrazioni incrociate di partecipazioni nei settori della stampa e della televisione non ha tenuto in alcun conto il macroscopico conflitto di interessi che investe il Presidente del Consiglio, demandando allo stesso il potere discrezionale di proroga, con semplice decreto, della disposizione di cui all'articolo 43, comma 12, del decreto legislativo n. 177 del 2005. Nell'auspicare peraltro la sollecita adozione del predetto decreto, che comunque ritiene lesivo delle prerogative parlamentari, precisa che il documento di indirizzo presentato dal suo gruppo è volto anche a perseguire, oltre che la immediata proroga della richiamata disposizione, la ridefinizione da parte del Parlamento dell'ambito di applicazione del divieto di incroci stampa-televisione, impegnando il Governo ad adottare iniziative normative in tal senso. Preannunzia, quindi, l'orientamento favorevole del suo gruppo alla mozione Gentiloni Silveri n. 1-00587 e contrario alla mozione Landolfi n. 1-00593.

CARMELO BRIGUGLIO (FLI). Nell'illustrare la sua mozione n. 1-00588, rammenta le vicende legate alla proroga del divieto di incrocio tra stampa ed emittenti radiotelevisive, richiamando le delicate questioni sottese a tale disciplina. Sottolineata quindi la rilevanza dei valori intrinseci alla tutela della concorrenza e del pluralismo informativo, che giudica connessa a questioni sensibili per l'essenza stessa della democrazia e per la garanzia del diritto all'informazione, ricorda i moniti rivolti al Governo dalle Autorità indipendenti competenti in materia di comunicazione e concorrenza, sottolineando peraltro le lacune presenti nella disciplina di settore. Nel ritenere quindi necessario che il Governo proroghi sino alla fine del 2011 la vigenza della disciplina in scadenza e riorganizzi l'intera disciplina di riferimento, auspica per il futuro che si tengano comportamenti effettivamente volti a preservare il pluralismo nel settore radiotelevisivo, stigmatizzando in tal senso le pratiche elusive poste in essere in ambienti collegati alla persona del Presidente del Consiglio.

MARIO VALDUCCI (PdL). Illustra la mozione Landolfi n. 1-00593, richiamando il divieto di incrocio tra proprietà televisive ed editoriali previsto dal testo unico in materia, il cui termine in scadenza si rendeva necessario prorogare come richiesto dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nel ricordare che il complesso iter svoltosi al Senato in occasione dell'esame del cosiddetto decreto-legge milleproroghe ha reso di fatto impossibile prorogare il predetto termine e che appare inadeguato a tal fine il ricorso ad un decreto del Presidente del Consiglio, auspica che il Governo adotti iniziative normative specifiche che, oltre a risolvere la predetta problematica, sappiano individuare quale limite per il possesso di giornali soglie di detenzione di quote di mercato televisivo che tengano conto della recente evoluzione tecnologica, tutelando il pluralismo nell'informazione ed escludendo dal divieto il possesso di pubblicazioni on line.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 15 marzo 2011, alle 12.

(Vedi resoconto stenografico pag. 69).

La seduta termina alle 18,40.