XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 352 di mercoledì 14 luglio 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11,10.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Castagnetti, Cirielli, Dal Lago, Donadi, Franceschini, Lo Monte, Lucà, Migliavacca, Mura, Leoluca Orlando, Pescante, Ravetto, Reguzzoni, Ronchi, Stucchi, Tabacci, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,15).

ALDO DI BIAGIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci tengo a riportare alla mente, ancora una volta, a 15 anni di distanza, il genocidio di Srebrenica, di cui è decorsa, l'11 luglio, la giornata della memoria delle vittime.
L'11 luglio è il giorno del ricordo di oltre 8.500 uomini, di ragazzi musulmani che, nel luglio del 1995, trovarono la morte nella città della Bosnia-Erzegovina, da cui furono deportate oltre 25 mila persone: donne, uomini, bambini e anziani.
La mia vicinanza, unita a quella di questa istituzione, va ancora alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati direttamente coinvolti nel dramma di questa tragica pagina della storia. Ritengo che sia doveroso prestare attenzione a ciò che è accaduto, che ha lasciato una macchia di vergogna nella storia dell'Europa. Significa tenere alta l'attenzione sulla vicenda e scuotere le coscienze di tutti noi europei, affinché tragedie simili non si verifichino mai più. L'impegno per tutti i Governi occidentali deve essere quello di fare ogni sforzo possibile affinché tutte le responsabilità, a qualsiasi livello, siano accertate. Il Trattato di Lisbona, recentemente entrato in vigore, costituisce lo strumento migliore, rispetto a quelli preesistenti, per fare dell'Europa la casa di tutti, in vista di un futuro di pace e senza conflitti.
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Non può esservi pace senza giustizia e l'istituzione di un giorno del ricordo di quei momenti costituisce il modo migliore per pagare un tributo alle vittime dei massacri e inviare un chiaro messaggio alle generazioni future (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

DANIELA SBROLLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, vorrei ricordare a questa Assemblea, ai colleghi e alle colleghe, che, in questo momento, fuori da piazza Montecitorio, vi sono molti lavoratori e molte lavoratrici che lavorano all'interno delle basi militari. Sono arrivati un po' da tutta Italia e questa mattina si aspettavano di essere ricevuti sia dall'ambasciata sia dal Governo.
Invece, ho appena saputo che non vi sarà nessuno di questi incontri: ritengo che sia molto grave che il Governo non voglia incontrare almeno una delegazione del sindacato che è qui, giustamente, a ricordare che, a causa dello smantellamento delle basi militari e di contratti che non sono stati rinnovati dal 2008, queste persone ad oggi non hanno alcuna certezza, neanche sulle loro indennità.
Riterrei utile - lo voglio qui sollecitare - che quanto meno il Governo, nella persona del sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, possa mantenere questo incontro con i lavoratori e le lavoratrici delle basi militari. Mi auguro che anche da qui, dalla Camera, vi sia un modo unitario per dire che siamo vicini a queste persone, che, giustamente, questa mattina manifestano per mantenere il loro posto di lavoro nelle diverse realtà italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per associarmi al ricordo che è stato fatto del massacro di Srebrenica e per ricordare, come diceva il collega, che in quell'occasione vi fu una grave mancanza dell'Unione europea. Ma voglio anche ricordare che l'Unione europea, in qualche modo, quel genocidio lo ha vissuto in presa diretta con la Commissione europea.
In quella occasione era infatti presente a Srebrenica un Commissario europeo, Emma Bonino, che si appellava ai Paesi membri dell'Unione europea e alla stessa Commissione europea, perché non si reagiva in modo adeguato ad un massacro che si compiva in quelle ore.
È un po' quello che sta accadendo e che stava per accadere nel silenzio generale con il Sudan, riguardo al quale la settimana scorsa questo Parlamento avrebbe voluto votare un accordo di cooperazione con un dittatore che aveva appena finito di ammazzare 300 mila persone.
Oggi sappiamo che il Sudan non sarà più nelle attenzioni dei programmi di aiuto allo sviluppo del Governo italiano, perché non rilascia i visti di ingresso ai nostri operatori. Mi auguro che quell'accordo di cooperazione, che è stato rinviato in Commissione, vi rimanga a lungo, perché non ci venga chiesto di essere corresponsabili e complici con i dittatori, come di solito si è usi fare in nome di un'economia che non abbiamo compreso bene a quali valori si ispiri se non a quelli volti a rafforzare e a rendere ancora più evidenti quei dati di antidemocrazia, presenti in quei Paesi per i quali - non si sa perché - abbiamo tanta attenzione, soprattutto nel chiudere rapporti commerciali (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.

La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,45.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00407, Monai ed altri n. 1-00409, Misiti ed altri n. 1-00410, Vietti ed altri n. 1-00411, Valducci, Montagnoli, Iannaccone ed altri n. 1-00412 e Cesario ed altri n. 1-00413 recanti misure volte al sostegno e al rilancio del settore del trasporto ferroviario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00407, Monai ed altri n. 1-00409, Misiti ed altri n. 1-00410, Vietti ed altri n. 1-00411, Valducci, Montagnoli, Iannaccone ed altri n. 1-00412 e Cesario ed altri n. 1-00413 recanti misure volte al sostegno e al rilancio del settore del trasporto ferroviario (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali che ha avuto luogo nella seduta del 13 luglio 2010, è stata presentata la mozione Cesario ed altri n. 1-00413, che è già stata iscritta all'ordine del giorno. Avverto, altresì, che prima della seduta l'emendamento Iannaccone ed altri n. 1-00412/1 (Vedi l'allegato A - Mozioni), riferito alla mozione Valducci, Montagnoli, Iannaccone ed altri n. 1-00412, è stato ritirato dal presentatore. Avverto inoltre che le mozioni all'ordine del giorno sono state ritirate dai presentatori e contestualmente è stata presentata la mozione Franceschini, Valducci, Monai, Misiti, Montagnoli, Vietti, Iannaccone, Cesario ed altri n. 1-00414 (Vedi l'allegato A - Mozioni), che è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Roberto Castelli, che esprimerà altresì il parere sulla mozione testé presentata.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, credo che sia doveroso non soltanto esprimere un parere di natura tecnica, che è positivo, su questa mozione unitaria, ma anche un particolare compiacimento per il risultato raggiunto, perché credo che questa mozione sia particolarmente apprezzabile.
È apprezzabile nelle premesse perché individua con grande oggettività le problematiche oggi in essere al fine di sviluppare un servizio ferroviario, sia passeggeri sia merci, che sia all'altezza del nostro Paese e delle sfide che ci si pongono di fronte; ed è molto apprezzabile anche negli impegni e nel dispositivo perché indica una linea che è condivisa dal Governo e lungo la quale il Governo in parte - anzi in larga parte - si è già incamminato. La mozione dunque non fa altro che ribadire le linee che il Governo sta già perseguendo mentre su altre dà un indirizzo molto chiaro che servirà come presupposto per la linea d'azione del Governo. Il parere che esprimiamo sulla mozione è dunque largamente positivo.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sono particolarmente compiaciuto a nome del mio gruppo del fatto che finalmente abbiamo potuto realizzare e scrivere una mozione unitaria con un atto di indirizzo che può dare delle indicazioni al Governo, che poi naturalmente andranno specificate.
Devo dire che nella mozione sono state accolte le principali posizioni che sono provenute dalle varie mozioni sottoscritte, e in particolare da quella presentata dal gruppo del Movimento per le Autonomie nonché dall'emendamento che era stato proposto dal collega Iannaccone. Pag. 4
Avendo quindi la mozione fatto proprio il concetto che bisogna ampliare le infrastrutture ferroviarie per completare i corridoi 1 (da Napoli a Palermo), 8 (da Napoli a Bari), 5 ed il corridoio che parte da Genova ed arriva a Rotterdam, è evidente che a noi questa mozione, questo atto di indirizzo, fa piacere e quindi la voteremo convintamente.
Naturalmente ci impegniamo successivamente - tutti insieme, magari a settembre - a presentare una mozione più specifica con la previsione delle risorse e degli interventi specifici.
Con il compiacimento quindi di tutti noi, credo che si possa votare unanimemente a favore della mozione che è stata concordata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano aveva sottoscritto la mozione contenente misure volte al sostegno ed al rilancio del settore del trasporto ferroviario insieme al PdL e alla Lega Nord Padania. In linea generale ne avevamo condiviso il contenuto; anche se, in tutta franchezza, avremmo voluto che vi fosse una maggiore attenzione nei confronti della difficile, per non dire disastrosa realtà nella quale versano i collegamenti ferroviari del Mezzogiorno del Paese.
Per questo, come ha ricordato il collega Misiti nel suo intervento, avevamo presentato un emendamento, successivamente ritirato alla luce della stesura di una mozione unitaria, volto ad evidenziare la necessità di una perequazione infrastrutturale a favore delle aree dell'ex Obiettivo 1. Abbiamo dovuto rilevare infatti che non vi era un solo rigo della mozione, che facesse esplicito riferimento alla mancanza di infrastrutture ferroviarie adeguate, all'obsolescenza dei nostri binari, alla carenza dei collegamenti per i nostri pendolari, per i nostri studenti e per chiunque debba muoversi da nord verso sud e viceversa. Insomma, un autentico disastro! Non un solo rigo vi era nella nostra mozione, né in quella Franceschini ed altri n. 1-00407.
Ed allora, colleghi, dobbiamo forse ricordare all'Assemblea ed al Governo che siffatta situazione deficitaria si aggiunge al catastrofico stato nel quale versano anche i collegamenti autostradali? Dobbiamo forse ripetere che percorrere la Salerno-Reggio Calabria è diventato un'odissea inenarrabile? Lo sviluppo di un territorio si fonda quasi esclusivamente sulla dotazione infrastrutturale e sui collegamenti autostradali e ferroviari: l'economia del Mezzogiorno, già abbondantemente mortificata dalla crisi economica, è ulteriormente depressa a causa della carenza di collegamenti ferroviari. Quanti sono gli imprenditori che si arrendono dinanzi ad una realtà tanto difficile, decidendo di non investire nella propria terra d'origine? Quanti sono gli investitori di altre zone del Paese, che dopo un sopralluogo hanno stabilito l'inopportunità di impiantare una produzione in Calabria o in Sicilia?
Vi è poi un silenzio, signor Presidente, su questo stato di cose da parte della TV di Stato: vorremmo ascoltare in un programma della TV di Stato o delle reti commerciali, ad esempio, che solo l'8 per cento della rete ferroviaria Alta Velocità si trova nel sud.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano è un partito che in Assemblea certo non può vantare grossi numeri; tuttavia, le ultime elezioni regionali ci hanno premiato. Abbiamo ricevuto un suffragio che ha dimostrato l'attenzione nei confronti di un movimento, che vuole rappresentare nei palazzi del potere le difficoltà e le ragioni del popolo del sud: un popolo che è stanco di anni e anni di inefficienze, e che ha voluto voltare pagina mandando a casa i governi regionali di una sinistra fallimentare, che ha dimostrato sul campo di non avere prospettive, di essere ottusa e di avere una visione miope Pag. 5della realtà meridionale. Un popolo - lo diciamo ai colleghi del PdL e della Lega - che ha premiato il centrodestra, che ha creduto nel programma di una coalizione che aveva collocato il sud al centro della sua azione politica, facendone uno dei punti salienti del suo programma di Governo.
A tal proposito ci chiediamo, a distanza di due anni, che fine ha fatto il piano per il sud, ed è per questo, signor Viceministro, che bisogna varare questo piano.
Il gruppo Misto - Noi Sud Libertà e Autonomia - Partito Liberale Italiano d'ora in poi, ogni qualvolta si renderà necessario, presenterà mozioni autonome con l'obiettivo di porre all'attenzione dell'Aula le ragioni del sud e il dramma che il Mezzogiorno vive. Vogliamo così sottolineare la necessità - la vogliamo sottolineare al Governo - di varare un piano straordinario di misure che puntino definitivamente al superamento del divario che separa il sud dal resto del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto - Noi Sud Libertà e Autonomia - Partito Liberale Italiano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cesario. Ne ha facoltà.

BRUNO CESARIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema della mozione che qui discutiamo è un tema forte, quello del trasporto ferroviario, che nel nostro Paese presenta delle difficoltà notevoli vista la carenza di servizi (in particolare nel meridione) che continua ad aumentare.
Partiamo da un dato: sappiamo tutti che, per quanto riguarda le emissioni, il trasporto ferroviario consente una riduzione del 77 per cento di gas serra e del 77 per cento di anidride carbonica.
Negli ultimi 35 anni l'uso dell'auto per abitante in Italia è aumentato di circa il 200 per cento, in Europa del 145 per cento, mentre le modalità più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale sono cresciute molto meno, ad esempio quella ferroviaria solo del 30 per cento.
Secondo i dati del Conto nazionale delle infrastrutture e dei trasporti l'83,2 per cento degli spostamenti motorizzati in Italia avviene in auto e solo l'11 per cento su mezzi pubblici. L'Italia è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti per numero di auto per abitante; basti mettere a confronto il numero di auto per abitante nelle grandi città europee.
Sappiamo che la problematica dei trasporti su gomma ormai è insostenibile visto che gli investimenti in tal senso non sono implementati. Ci deve essere un'interconnessione e un'integrazione vera per questo tipo di trasporto, incentivandolo, potenziandolo, così come in altre realtà europee. Parliamo di corridoi, di fascia A, di fascia B, parliamo di potenziamenti e di finanziamenti di tratte d'interconnessione europea, ma alla fine i fatti sono ben pochi.
Dobbiamo potenziare il settore, aumentare in particolare la sicurezza. L'episodio di Viareggio, la tragedia avvenuta a Viareggio ci deve far riflettere sul fatto che non devono più ripetersi eventi del genere, ma bisogna investire sulla sicurezza, ponendo grande attenzione su questo tema.
Inoltre, il decremento di questi anni relativo agli investimenti nel Mezzogiorno (decremento costante dal 32 al 17 per cento) ci deve far riflettere. Noi vogliamo che l'Alta velocità, alla luce della trasformazione delle Ferrovie dello Stato in Spa, sia una risorsa e non penalizzi il servizio, visto che il servizio non è solo quello delle grandi tratte ma anche quello dei pendolari, quello del trasporto regionale, che deve essere implementato perlomeno mantenendo i livelli attuali, ma anche migliorando i servizi.
Ciò può sembrare un'utopia, ma in un Paese civile non possiamo consentire che chi va al lavoro, invece di progredire verso lo sviluppo, si veda peggiorato il servizio, utilizzando carrozzoni e mezzi che risultano pericolosi e carenti dal punto di vista igienico.
Dobbiamo fare in modo che ciò non avvenga, quindi dobbiamo altresì vigilare e creare le condizioni affinché i pendolari siano aiutati, e, visti gli aumenti continui delle tariffe, siano sostenuti anche in base alle fasce di reddito. Pag. 6
Vogliamo che le risorse della tratta Napoli - Bari vengano finalmente messe in campo. Si inizi un iter virtuoso che consenta un collegamento reale delle regioni del Mezzogiorno.
È un Paese tagliato in due, i collegamenti vengono effettuati con i mezzi pubblici e il servizio su ferro viene sempre più penalizzato. Nel Mezzogiorno ci sono aree che assolutamente non sono collegate. Non siamo, quindi, contrari al ponte sullo Stretto, ma è assurdo pensare a tale collegamento quando ci mancano le tratte basilari, il collegamento basilare, all'interno del Paese.
Vogliamo aprirci all'Europa e fare in modo che il ragionamento di interconnessione e integrazione sia europeo, ma non possiamo pensare che tutto questo si fermi solo ad una parte del Paese.
Vogliamo un Paese che abbia uno sviluppo costante sul trasporto merci, con un'implementazione vera, e non un Paese che sia diviso in due in tal senso.
Abbiamo bisogno anche di recepire e mantenere le direttive comunitarie e non fare in modo che esse non vengano rispettate. Dobbiamo impegnarci affinché, in questo settore, siamo equiparati all'Europa e, quindi, attuare gli stessi modelli e sistemi che vengono messi in atto in tutto il Paese.
Il problema è latente, abbiamo messo in evidenza, così come hanno fatto altri colleghi, questo tema perché lo riteniamo prioritario. Al di là delle divisioni, dobbiamo mettere in evidenza, in maniera forte, questa interconnessione e integrazione, in un Paese che non può più aspettare risposte su una questione che è vitale.
Il trasporto su gomma ha avuto e sta avendo sempre più un'incidenza anche sulla qualità della vita del nostro Paese, dato che i nostri cittadini hanno ormai una qualità dell'aria molto scarsa. Abbiamo un Paese che respira male; i dati presenti nelle varie città ci dicono, puntualmente, che si devono chiudere gli accessi durante i giorni della settimana. Vogliamo migliorare questa qualità dell'aria e, quindi, abbiamo chiesto, con forza, l'impegno del Governo in tal senso e vogliamo essere pressanti su tale aspetto in modo che, al di là degli impegni, seguano i fatti concreti.
Saremo vigili, in tutti i provvedimenti, affinché si vada in tal senso. Al di là della mozione, che verrà - spero - approvata in questa sede, bisogna vigilare perché gli atti conseguenti siano tempestivi e non si perda più tempo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi richiamo fondamentalmente all'intervento che ha svolto il collega Monai nella discussione sulle linee generali. Ringrazio tutti coloro che hanno operato perché si potesse arrivare alla mediazione di una mozione comune che deve, naturalmente, proprio perché ha delle mediazioni, tenere conto in parte delle posizioni espresse dai gruppi che hanno presentato la mozione e in parte, ovviamente, portare questi gruppi anche a ridurre certi rilievi che erano stati fatti. È chiaro che anche noi abbiamo delle riserve assai consistenti sull'operato del Governo in questa materia; più che sull'operato, sui tagli che sono stati eseguiti nei capitoli di bilancio destinati al trasporto ferroviario, in particolare a quello dei pendolari.
Voglio ricordare che qui, in Aula, ci fu un provvedimento sul quale sembrava raggiunto un accordo per stanziare una certa somma, proprio per l'acquisto di materiale rotabile per i pendolari, e poi sappiamo come è andata quella vicenda.
Fermo restando questo rilievo, siamo lieti che sia stato accolto nelle premesse e negli impegni del Governo quanto noi chiedevamo in particolare per il Mezzogiorno e consideriamo quindi positivo complessivamente l'impegno del Governo anche alla luce del fatto che si definirà probabilmente nel mese di settembre qualcosa di più preciso, anche in termini di risorse che il Governo riterrà di assegnare o metterà a disposizione affinché effettivamente Pag. 7si proceda ad un miglioramento in particolare per quanto riguarda il trasporto dei pendolari.
Per questo motivo, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà favorevolmente alla mozione comune che ha comportato anche il ritiro della mozione che precedentemente avevamo presentato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche da parte del gruppo dell'Unione di Centro viene una riflessione sull'importanza della conclusione di questo passaggio concernente una mozione che, in discussione sulle linee generali, ha visto posizioni abbastanza diversificate. La responsabilità e la consapevolezza della difficoltà che attraversa questo settore ha portato al ritiro di tutte le mozioni e alla presentazione di una mozione unitaria valutata positivamente da tutti e accolta anche dal rappresentante del Governo.
Nelle premesse di questa mozione c'è un po' tutta la preoccupazione e, allo stesso tempo, la speranza che si possa per davvero percorrere una strada nei confronti delle difficoltà che questo settore ferroviario conosce in Italia da tanto tempo e soprattutto cercare di dare delle risposte ai settori che hanno necessità di usufruire di questo mezzo e che sono i più delicati e i più in difficoltà. Penso ai pendolari e quant'altro.
Peraltro si era già pensato, come ho avuto modo di dire in discussione sulle linee generali, di dare una prima risposta attraverso una proposta unitaria di legge che si è arenata in quest'Aula per una difficoltà di carattere economico; ma poi siamo rientrati a discutere anche perché l'Europa ha deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia per non aver pienamente adeguato la normativa nazionale a quanto previsto nel primo pacchetto della liberalizzazione sui servizi ferroviari. Pertanto, al di là della difficoltà, c'è una mancanza di adempimenti che erano previsti e sono previsti dall'Unione europea.
Si è sottolineato e capito, anche in maniera preoccupante, come nel 2009 ci sia stata un'impressionante progressione di norme più che altro volte a frenare il mercato invece di rilanciarlo.
È chiaro che le difficoltà ci sono, ma vi sono punti inequivocabili verso i quali dobbiamo sicuramente muoverci e cercare di dare risposte: mi riferisco, ad esempio, al riequilibrio dell'uso dei mezzi. Pensiamo che, dal 2001 ad oggi, è dimostrato che il trasporto delle merci avviene per il 50 per cento (se non di più) solo su strada, mentre quello ferroviario si ferma all'8 per cento; pensiamo che il trasporto su nave si ferma sotto il 5 per cento e, per quanto concerne il più delicato rapporto con i passeggeri, pensiamo che oltre l'80 per cento di essi viaggiano in macchina, a fronte di un 11 per cento che si divide tra l'aereo e il trasporto su ferro, con tutta una serie di conseguenze che sono anche di carattere ambientale e che vengono più volte richiamate al nostro Paese, affinché entro il 2020 si riducano le emissioni di CO2 del 13 per cento.
A fronte di questi preoccupanti segnali ne ho un altro ancora peggiore: stante la situazione attuale, se non dovesse cambiare niente, le previsioni sono che le emissioni dei trasporti addirittura non solo non caleranno, ma nel nostro Paese aumenteranno del 14 per cento.
È ovvio che, a fronte di tutta una serie di segnali estremamente negativi, abbiamo il dovere, come Paese ma soprattutto come Governo e come maggioranza, di dare una risposta in termini di qualità, di sicurezza, tenendo conto anche delle difficoltà che vi sono tra i controlli e la gestione e sui quali ovviamente non voglio entrare.
Tuttavia, in questo si inserisce per davvero quello che è il problema del momento.
Dobbiamo stare attenti ai ceti medi e alle persone più bisognose, che hanno necessità di usare questi mezzi e non dimentichiamo che chi usa l'auto ha anche il rincaro del prezzo della benzina, che continua ad essere sempre un punto di Pag. 8difficile soluzione da parte di questa maggioranza (più volte abbiamo richiamato anche questo aspetto).
Quindi, continuiamo a sommare sulla fascia più debole del nostro Paese costi che possono sembrare minimi e irrisori, ma che in effetti, accumulati, creano delle difficoltà soprattutto alle famiglie, le famiglie che lavorano e che hanno figli.
Ecco allora che, arrivando a questa mozione unica, credo che si possa dire che vi è stata la volontà unitaria almeno di intraprendere una strada assieme. È un segnale importante, che dovrebbe allargarsi anche ad altri momenti della politica, in una situazione che ogni giorno vediamo essere molto difficile e dove l'incomprensione prevale rispetto alla comprensione, a scapito ovviamente degli interessi del Paese e delle parti più deboli.
Pertanto, come gruppo dell'Unione di Centro, noi voteremo convintamente la mozione unitaria in esame, che racchiude un po' la volontà di tutti, un po' di tutto. Non tutto, certamente, ma sta qui la dimostrazione del segnale forte che mi auguro che questo Governo e questa maggioranza recepiscano: questo potrebbe essere il primo passo per dare al nostro Paese una risposta su un settore delicato come quello del trasporto ferroviario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, onorevole Viceministro e onorevoli colleghi, discutiamo oggi una mozione sul trasporto ferroviario, una mozione che tocca molti punti, alcuni dei quali per la Lega Nord estremamente rilevanti.
Se, da una parte, il Governo e RFI hanno compiuto uno sforzo straordinario in termini di risorse e anche di tecnologia per quanto riguarda l'alta velocità (ricordiamo che oggi vi è una dorsale di alta velocità che attraversa tutta la penisola, da Torino a Salerno, e questo è un grande risultato), dall'altra parte, dobbiamo anche rilevare che vi sono molti punti su cui si può e si deve intervenire per migliorare le condizioni del trasporto ferroviario. Uno di questi, assolutamente rilevante, signor Viceministro, è quello del traffico locale e del pendolarismo. Oggi i nostri pendolari, che sono in gran parte studenti e lavoratori, viaggiano su treni inadeguati, che non garantiscono i necessari livelli di sicurezza e di comodità all'utenza.
È vero che spesso, in Commissione, l'amministratore delegato di Trenitalia Moretti ci ha risposto che questo concerne le risorse che devono mettere a disposizione Governo e regioni, ma è anche vero che Trenitalia ha un suo bilancio, RFI ha un suo bilancio e non può essere che tutto il costo sociale di tali servizi debba ricadere sempre sugli enti pubblici, sempre sul Governo, sempre sulle regioni e non vi sia una presa di posizione e di responsabilità da parte di Ferrovie dello Stato.
L'altra questione rilevante è quella del trasporto delle merci: il trasporto delle merci su ferro è estremamente vantaggioso in termini di costi rispetto al trasporto su gomma, costa meno sia in termini di risorse energetiche consumate, sia in termini di sicurezza.
Eppure, Ferrovie dello Stato, Trenitalia e RFI stanno facendo scelte apparentemente incomprensibili, come quella recente, di pochi mesi fa, relativa al trasporto di merci pericolose, in base alla quale oggi non è più possibile inserire un vagone di merce pericolosa in un convoglio di merci qualsiasi, ma bisogna fare il famoso o comunque noto «treno unico». Ciò comporta che cosa? Comporta che chi deve inviare merci pericolose non lo fa più su ferro, ma le trasferisce su gomma, con tutti i rischi per la sicurezza e i costi sociali che conosciamo.
Un'altra questione è quella dei corridoi europei: dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme, dobbiamo credere ai corridoi europei transnazionali, che segnerebbero un rilancio anche per la nostra economia.
In questo, il Governo deve, certamente, fare la sua parte, ma deve fare la sua parte anche Ferrovie dello Stato. Pag. 9
Signor Presidente, concluderei il mio intervento, partendo dai colloqui che si sono avuti con l'amministratore delegato Moretti, più volte, in Commissione, durante i quali, ogni volta che abbiamo chiesto uno sforzo da parte di Ferrovie dello Stato per migliorare la situazione, ci è stato ribadito che lo sforzo è tutto teso al risanamento del bilancio e che, quindi, è possibile anche derogare a qualcosa pur di salvare il bilancio.
Ebbene, signor Presidente, signor Viceministro, tutto ciò mi sembra un po' troppo simile alla famosa freddura in cui il medico dice: «l'operazione è andata bene, ma il paziente è morto». Non possiamo permettercelo: abbiamo bisogno di buoni medici, che non sono quelli che fanno bene le operazioni, ma quelli che salvano i pazienti.
Pertanto, certamente, chiedo un interesse da parte del Governo su questo tema, ma soprattutto, chiedo un interesse da parte di Ferrovie dello Stato, nel senso di assumersi le proprie responsabilità e fare il bene di tutti i nostri concittadini. Per questo, la Lega Nord voterà a favore della mozione in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, è su iniziativa del gruppo del Partito Democratico che oggi il Parlamento discute su come individuare un orizzonte strategico nelle politiche nazionali del trasporto merci e passeggeri.
Abbiamo posto questo argomento all'ordine del giorno, perché siamo convinti che la modernizzazione del Paese e il miglioramento della qualità della vita nelle nostre città, così come quello di milioni di cittadini (sono, infatti, tredici milioni i pendolari che, ogni giorno, utilizzano il treno per recarsi a casa o al lavoro) passino attraverso il potenziamento del trasporto di merci e di persone su mezzi collettivi non inquinanti.
Il potenziamento del trasporto ferroviario rappresenta, quindi, un obiettivo di interesse generale su cui concentrare l'azione di Governo a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale. Il trasporto ferroviario vanta, infatti, il miglior bilancio ambientale rispetto non solo alla gomma, ma anche al trasporto aereo. Cito alcuni dati: nel bacino padano, il 52 per cento delle emissioni di NOx sono dovute al trasporto su gomma. Proprio in virtù di questa consapevolezza, i sindaci di Milano e di Torino hanno dato origine ad un gruppo di coordinamento dei sindaci del nord per affrontare, insieme al Governo, i problemi relativi all'inquinamento atmosferico, ed hanno individuato nel potenziamento del trasporto su ferro un obiettivo strategico.
Vorrei citare un altro esempio. Recentemente, l'VIII Commissione (Ambiente) della Camera ha votato una risoluzione sull'inquinamento e le emissioni in atmosfera: anche in quell'occasione si è parlato di questo. O ancora: l'Unione europea non fa rientrare negli aiuti di Stato il finanziamento per il completamento, la realizzazione e la manutenzione di infrastrutture ferroviarie.
È evidente, quindi, che stiamo parlando di un obiettivo che, di per sé, riveste un interesse generale. Per raggiungere tale obiettivo, crediamo - per questo abbiamo impegnato il Parlamento in una discussione su una mozione - che servano una strategia politica ed una volontà programmatica: non solo una condivisione a parole e di principio, ma scelte di Governo e di politica economica chiare ed inequivocabili.
Infatti, se si vuole avere una percezione del ritardo che, in questo senso, esiste nel nostro Paese, nonostante il grande successo dell'alta velocità, si possono confrontare i nostri dati con quelli dei nostri competitori europei. Tali dati ci rimandano ad un quadro sconfortante. Vorrei riportare l'esempio del trasporto merci: solo il 9,9 per cento delle merci italiane viaggia su ferro, mentre nel resto d'Europa, siamo ad una media del 17,7 per cento. Pag. 10
C'è una mancanza di strategie e di coerenza a sostegno della intermodalità; c'è da anni, e queste sono responsabilità condivise, culturali, storiche del nostro Paese, politiche fiscali che oggettivamente favoriscono la gomma, attraverso l'impegno anche di ingenti risorse.
Non meno preoccupanti sono i dati sul trasporto passeggeri: come ricordavo e come è stato detto anche nella illustrazione generale dal collega onorevole Meta, i passeggeri sono 13 milioni ogni giorno. Il servizio di trasporto universale è stato oggetto di un inquadramento nella manovra finanziaria del Governo Prodi del 2008; sulla base di questo indirizzo è stata effettuata una indagine conoscitiva che definisce il perimetro di intervento del trasporto pubblico universale. Questa indagine si è completata nel 2009 ed ora occorre dare seguito ad essa e garantire risorse coerenti con i numeri ricavati da quell'indagine. Perché anche in questo campo, anzi, forse soprattutto in questo campo, siamo indietro.
Anche qui cito alcuni semplicissimi dati: il nostro Paese contribuisce con risorse pubbliche per il trasporto passeggeri di media e lunga percorrenza per 11,6 centesimi a passeggero a chilometro, in Germania siamo a 19,2 centesimi, il 90 per cento in più, in Francia siamo oltre i 21 centesimi di euro per passeggero a chilometro, quasi il doppio. Nei nostri undici miserrimi centesimi di euro è compreso l'acquisto del materiale rotabile mentre ai diciannove centesimi di euro della Germania e ai ventidue della Francia vanno aggiunti l'acquisto del materiale rotabile.
Analogamente sul trasporto regionale: le nostre regioni finanziano il trasporto passeggeri mediamente per 10,5 centesimi al chilometro contro i 20 della Germania e i 22 della Francia ma soprattutto contro i 15 centesimi per la gomma. Questi dati sono precedenti al decreto-legge n. 78 del 2010, questi dati sono precedenti alla manovra finanziaria, con la manovra avremo una drastica riduzione di risorse sul trasporto ferroviario, i Governatori lo stanno denunciando, Formigoni, più di altri, insiste nel dire come non sia possibile garantire lo stesso numero di treni con questo taglio di risorse. Allora però, se il Parlamento e il Governo sono concordi sui principi, occorre tutti insieme individuare un cambio di passo, occorre passare dalle parole ai fatti, occorre tener conto dei problemi che hanno i cittadini e le imprese in Italia.
Per questo abbiamo presentato questa mozione e siamo contenti e soddisfatti che il Parlamento si esprimerà in maniera unanime. Noi chiediamo nella nostra mozione e in quella unitaria, certezza, congruità e continuità delle risorse per il trasporto passeggeri e lanciamo l'allarme rispetto ai contenuti della manovra finanziaria. Chiediamo l'acquisto di nuovi treni, moderni ed efficienti, anche a sostegno di un settore strategico dell'industria italiana, con la possibilità di valutare la defiscalizzazione degli abbonamenti del trasporto pubblico locale. Sul trasporto merci chiediamo una fiscalità che sia vantaggiosa per il ferro e non per la gomma, reciprocità nei rapporti con l'Unione europea, una strategia di interporti che porti a una razionalizzazione e a una infrastrutturazione degli interporti e che il Governo, in qualità di socio unico delle Ferrovie, e quindi di Trenitalia, intervenga sulla progressiva dismissione del settore cargo e del trasporto ferroviario merci.
Come vedete, abbiamo posto problemi di merito, abbiamo discusso di problemi, non fatto propaganda o imposizioni ideologiche; siamo soddisfatti quindi che il Parlamento sia arrivato ad una stesura unitaria, per questo ringrazio i colleghi di maggioranza e di opposizione e anche il Governo. Ora però, dopo che il Parlamento si sarà espresso, la parola passa al Governo che avrà la responsabilità di attuare gli indirizzi che lo stesso Viceministro Castelli ha indicato come chiari e condivisibili, gli indirizzi espressi quest'oggi dal Parlamento.
Da parte nostra, vigileremo e sosterremo il Governo in questa azione, attraverso cui - ripeto - passa un Paese più moderno e al passo con le grandi potenze mondiali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 11

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, onorevole Viceministro e onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatto che oggi - così come ha fatto nei giorni precedenti - l'Assemblea della Camera dei deputati dedichi del tempo e apra una discussione su un tema così importante per il nostro Paese.
Noi del gruppo Popolo della Libertà, ben consapevoli del ruolo determinante delle infrastrutture di trasporto per la crescita del Paese e della necessità di riservare, nell'ambito del comparto del trasporto, adeguate priorità al trasporto ferroviario, sia per il minore impatto ambientale, sia per ovviare a notevoli implicazioni di carattere trasportistico derivanti dalla congestione del traffico stradale, abbiamo presentato una mozione nella quale, però, abbiamo anche voluto sottolineare cosa è già stato fatto nel comparto del settore ferroviario.
Per quest'ultimo, nonostante le crisi internazionali generatesi, nella seconda metà del 2008 e successivamente, il Governo Berlusconi ha avviato alcuni stanziamenti importanti. Ne cito brevemente alcuni: con il decreto-legge n. 112 del 2008 sono stati stanziati 300 milioni di euro; con il decreto-legge n. 185 del 2008 è stato istituito un fondo di 960 milioni di euro destinati all'acquisto di materiale rotabile per il trasporto pubblico regionale e locale; sempre con lo stesso decreto-legge n. 185 del 2008 sono stati, inoltre, stanziati 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, al fine di assicurare la stipula di nuovi contratti di servizio dello Stato e delle regioni con Trenitalia, con la previsione che l'utilizzo di tali risorse dovesse rispondere a criteri di razionalizzazione e miglioramento dell'efficienza, in modo tale da rendere sufficienti i finanziamenti individuali e al tempo stesso evitare ulteriori aumenti di tariffe come in passato.
Grazie alle risorse messe a disposizione con il citato decreto-legge n. 185, nella maggior parte delle regioni è stato possibile stipulare nuovi contratti di servizio e introdurre un nuovo metodo di operare, finalizzato a definire un catalogo di servizi con i prezzi concordati tra le regioni e Trenitalia, adottati sulla base di criteri oggettivi e trasparenti: un modo di razionalizzare i costi senza pregiudicare il livello dei servizi.
In aggiunta, va citato che Trenitalia in quest'ultimo anno ha avviato un consistente piano di investimenti nel settore del materiale rotabile, con oltre 2 miliardi di euro destinati all'acquisto di 840 nuovi locomotori, carrozze e convogli, e la ristrutturazione di oltre 2 mila e 500 carrozze. Ciò è stato possibile perché il Governo - questo Governo - con il decreto-legge n. 5 del 2009 ha inteso dare ascolto alle istanze rappresentate dalle Ferrovie dello Stato.
Cito, tra l'altro, l'audizione dell'amministratore delegato, ingegner Moretti, in Commissione trasporti nel mese di ottobre 2008 circa la necessità di poter contare su contratti di servizio di durata lunga, tali da consentire una pianificazione degli investimenti, un livello di servizi efficiente e una politica di gestione oculata ed equilibrata dal punto di vista finanziario. Con tale provvedimento di legge si è stabilito che i contratti di servizio relativi all'esercizio dei servizi di trasporto pubblico ferroviario comunque affidati, debbano avere una durata di almeno (dunque, non inferiore ai) sei anni e rinnovabile per altri sei.
Detto ciò, detto quanto è stato fatto, sinteticamente - come è stato anche sottolineato dal collega, onorevole Cota, durante la discussione sulle linee generali - non possiamo non riconoscere che vi sia, tuttora, ancora molto da fare. C'è molto da fare. Sono tante le situazioni di criticità, sia nel settore del trasporto passeggeri sia nel trasporto merci.
Le ragioni di lavoro e di studio generano, infatti, un traffico pendolare di parecchi milioni di popolazione, la quale richiede uno specifico impegno indirizzato ad assicurare servizi adeguati in ordine ai Pag. 12collegamenti, alla qualità dei servizi, alla puntualità ed alle condizioni dei treni.
A tal proposito, però, va richiamato anche quanto deliberato dal CIPE nella seduta del 17 dicembre 2009 che - come è stato già detto dai colleghi - sulla base dell'indagine conoscitiva predisposta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sulla base dell'articolo 2, comma 253, della legge n. 244 del 2007 (cioè la legge finanziaria per il 2008) ha individuato il perimetro dei servizi di utilità sociale relativi al trasporto passeggeri sulla media e lunga percorrenza, per i quali non è possibile raggiungere l'equilibrio economico e, pertanto, dovranno essere mantenuti in esercizio tramite l'affidamento di contratti di servizio pubblico.
Questo perché - nonostante una parte del Paese non abbia ancora avuto la fortuna di avere servizi efficienti e importanti come l'alta velocità - non possiamo generare conflittualità tra l'importante servizio dell'alta velocità e i servizi universali. L'alta velocità rappresenta un importantissimo segnale di ammodernamento del nostro Paese, e ci vuole, finalmente alla pari dei più importanti Paesi dell'Unione europea; essa può offrire, inoltre, un contributo a settori privi di equilibrio economico.
Piuttosto - ecco qual è l'istanza che noi abbiamo formulato e sottolineato nella nostra mozione - è necessario proseguire negli investimenti dedicati proprio all'alta velocità in ogni parte del Paese e, soprattutto, nel meridione dove sono ancora notevoli le differenze da colmare.
Nella mozione si fa anche riferimento al problema della liberalizzazione del servizio di trasporto passeggeri, il quale va affrontato proseguendo nell'adeguamento normativo ma anche tenendo presente che qualunque recepimento non determini situazioni di svantaggio per l'operatore nazionale rispetto a quello dei principali operatori degli altri Paesi.
In questa direzione sono già state adottate ed emanate alcune misure, inserite nella legge n. 99 del 2009, già illustrate in sede di discussione generale dal collega Toto e, quindi, non mi dilungherò su di esse.
Concludendo, non posso trascurare quanto contenuto nella nostra mozione anche in merito al trasporto merci. È stato detto che il trasporto merci su ferrovia in Italia rappresenta meno della metà di quanto rappresentato nel resto dei Paesi europei: circa l'8 per cento da noi, oltre il 17 per cento negli altri Paesi. Il trasporto merci ferroviario è un settore che può offrire un apporto fondamentale alla crescita del Paese e allo sviluppo, su base nazionale, di una piattaforma logistica e di un sistema interlogistico, equilibrato ed efficiente; sistema che sia integrato e che tenga conto di tutte le già presenti infrastrutture e della grande «infrastruttura mare» che abbiamo proprio ai due lati della nostra penisola, oltre ai grandi vantaggi di carattere ambientale.
A nostro giudizio vanno messi in campo strumenti simili a quelli utilizzati per il trasporto merci su gomma, e un'apertura del mercato ad altri soggetti che operano con tutti i requisiti idonei alle attuali norme di sicurezza ferroviaria. Sempre in merito alla sicurezza ferroviaria la Commissione trasporti, ma anche il Parlamento, si è già espresso, dando supporto all'Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria. È importante sottolineare anche questo tema e nella mozione ne facciamo riferimento.
Questa maggioranza intende perseguire l'obiettivo della crescita e del miglioramento dell'offerta, dell'avanzamento dei programmi di investimento su tutto il Paese, sostenendo ed impegnando il Governo a proseguire in quanto già fatto, e assumendo tutte le iniziative necessarie al fine di sviluppare, ancora di più, il comparto del trasporto su rotaia per raggiungere un livello di equilibrio modale oggi troppo sbilanciato in direzione soprattutto del settore stradale.
È quindi con grande compiacimento che confermo il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà, anche per l'apprezzabile iniziativa e possibilità di essere giunti ad una mozione unitaria; ringrazio Pag. 13inoltre il senatore e viceministro Castelli, che ha contribuito con il suo lavoro a raggiungere questo obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata richiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Prima di passare alla votazione, avverto che, per un mero errore materiale, nel testo della mozione unitaria posta in distribuzione, al quinto capoverso della premessa, figurano erroneamente le parole: «un quarto di punto percentuale di prodotto interno lordo» in luogo delle parole «1,4 per cento del prodotto interno lordo».
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini, Valducci, Monai, Misiti, Montagnoli, Vietti, Iannaccone, Cesario ed altri n. 1-00414, nel testo corretto, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Togni, Mazzuca, Stradella, Scandroglio, D'Anna, Siliquini, Traversa, Mantini... ci siamo tutti? Onorevole Traversa... ancora l'onorevole Siliquini... ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
509).

Prendo atto che i deputati Cesa e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 12,39).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che la prossima settimana (19-23 luglio) non avrà luogo l'esame della proposta di legge n. 2596 ed abbinata - Disposizioni per la promozione e la diffusione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà, già previsto a partire da lunedì 19 luglio.
Dopo l'esame del disegno di legge di conversione n. 3610, a partire da mercoledì 21 luglio pomeriggio, avrà luogo l'esame della mozione Franceschini, Casini e Donadi n. 1-00415 concernente iniziative volte alla presentazione delle dimissioni da parte del sottosegretario di Stato Nicola Cosentino.
L'organizzazione dei tempia per la discussione della suddetta mozione sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 12,40).

GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, esattamente due anni or sono veniva arrestato il presidente della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, già specchiato sindacalista, autorevole parlamentare e Ministro della Repubblica. A due anni di distanza la giustizia non ha ancora fatto il suo corso, neppure con una sentenza di primo grado. Intanto il suo accusatore, il dottor Angelini, ha avuto anch'egli dei guai con la giustizia.
Ma questo non è tutto, signor Presidente ed onorevoli colleghi. Sulla vicenda di Ottaviano Del Turco sono aumentati i dubbi e si sono espresse solidarietà che Pag. 14due anni or sono non c'erano. Si è capito e scoperto che le prove schiaccianti in realtà non erano presenti. Auguro al mio amico che possa chiarire al più presto la sua estraneità ai fatti che gli sono stati attribuiti. Soprattutto, signor Presidente, mi scusi per questa ironia un po' amara, mi permetta di augurare ai colleghi più giovani di non doversi trovare, tra dieci o quindici anni, a rendere testimonianza ad Ottaviano Del Turco di un ulteriore episodio di mala giustizia di cui egli sia stato vittima, perché sono sicuro che prima o poi riuscirà a dimostrare di essere una persona onesta ingiustamente perseguita. Spero che non accada ai colleghi più giovani quello che è capitato a me e ai parlamentari della mia generazione, quali l'onorevole Mannino e l'onorevole Formica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PIERO FASSINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Cazzola di aver posto la questione, perché anch'io credo che in molti di noi abbia suscitato sconcerto questa vicenda e soprattutto la dinamica che è venuta via via assumendo in questi due anni.
Ovviamente non spetta né al Parlamento né a nessun singolo parlamentare esprimere valutazioni e giudizi di sindacato sull'attività della magistratura che rispettiamo. Tuttavia, non può non essere sottolineato che due anni fa, sulla base di quella indagine, un'intera classe dirigente di un'importante regione fu decapitata e un intero consiglio regionale fu sciolto. Si procedette ad elezioni e sulla base di quelle elezioni furono rovesciati i rapporti di forza elettorale in conseguenza delle vicende accadute. Oggi, a due anni dall'inizio di questa indagine, molte delle accuse che sono state elevate, in particolare nei confronti dell'onorevole Del Turco, non appaiono fin qui sufficientemente fondate e motivate.
Noi auspichiamo naturalmente che l'azione della magistratura possa arrivare rapidamente a delle conclusioni e che si pongano le condizioni per avere una conoscenza certa dei fatti, ma non c'è dubbio che quello che è accaduto suscita in molti cittadini inquietudine e interrogativi.
Credo che non sia infondato e fuori luogo che da questo Parlamento si rivolga un appello a chi esercita la delicata funzione di amministrare la giustizia, di farlo sempre con quell'equilibrio che è necessario perché la magistratura stessa e la sua azione possano essere sempre sostenute dalla fiducia dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, continuo a chiedere che il Governo risponda a una mia interrogazione, sempre la stessa tra le tante, perché ritengo di particolare gravità quello che è accaduto e soprattutto il silenzio che ne è seguito.
Alcune settimane fa, il Consiglio dei ministri ha nominato il dottor Pasquale De Lise presidente del Consiglio di Stato. Il dottor Pasquale De Lise è consultore di un dicastero di uno Stato estero, era stato già presidente del tribunale amministrativo regionale del Lazio e ha avuto anche una parentesi «alla bisogna» per quanto riguarda la giustizia sportiva.
Vorremmo sapere dal Governo se il dottor Pasquale De Lise, assumendo la responsabilità di consultore di un Dicastero di uno Stato estero e avendo queste alte responsabilità istituzionali nello Stato italiano, abbia chiesto preventivamente l'autorizzazione, se gli sia stata concessa e da chi.
Continueremo ogni giorno a porre questa domanda perché riteniamo che sia particolarmente grave la decisione del Consiglio dei ministri in presenza di una nostra interrogazione parlamentare che denunciava questa strana situazione relativamente al dottor Pasquale De Lise - Pag. 15allora presidente del TAR del Lazio e oggi, a seguito di una decisione del Consiglio dei ministri, presidente del Consiglio di Stato -, il quale continua a tenere un piede in un Dicastero di uno Stato estero in palese contraddizione con la funzione di presidente del Consiglio di Stato.
La prego, signor Presidente, di sollecitare il Governo a dare una risposta a questo nostro interrogativo perché riteniamo particolarmente grave quello che sta accadendo e riterremo particolarmente grave quello che potrebbe venir fuori da questo doppio incarico ricoperto dal dottor De Lise.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, volevo unirmi anch'io alle considerazioni dei colleghi Cazzola e Fassino con una piccola glossa che mi permetto di rivolgere al collega Cazzola. Infatti, quando egli ha detto «sono convinto che il mio amico Ottaviano Del Turco riuscirà a dimostrare l'estraneità ai fatti», ha interiorizzato purtroppo un mutamento culturale che ci ha devastato tutti e che si chiama inversione dell'onere della prova.
Nessuno di noi, se è accusato di un reato penale, deve dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma è il prosecutor, il procuratore che deve dimostrare la realtà dei fatti di cui ci accusa.
Purtroppo - lo dico all'amico Giuliano Cazzola - la nota non è ovviamente rivolta a lui, ma al fatto che sta cambiando profondamente la nostra visione costituzionale e istituzionale tanto che consideriamo normale questo punto. Ma non solo, signor Presidente.
Consideriamo anche normale che quel processo nella sua prima udienza si sia aperto con la lettura da parte del procuratore della Repubblica di una intercettazione telefonica del tutto estranea all'oggetto del dibattimento e che riguardava un rapporto privatissimo dell'ex presidente della giunta abruzzese con una signora. Nessuno avrebbe il diritto di entrare in tale rapporto e, quando questa intercettazione fu captata, avrebbe dovuto essere immediatamente distrutta.
Questo ci pone un problema serio anche in vista del disegno di legge che stiamo discutendo e che dovremmo approvare, perché tutti dovremmo stare attenti a non confondere le normali esigenze investigative con le distorsioni alle quali purtroppo tutti i giorni assistiamo, una delle quali è stata proprio quella di cercare di screditare (e non dico parola più pesante perché ho rispetto del Parlamento) la figura del presidente Del Turco come quella di un pervertito sessuale e in base a quella, quindi, di una persona che potesse essere accusata di ogni nefandezza.
Questa, signor Presidente, non si chiama giustizia, ma inquisizione. Il mio stupore è che nessuno abbia ancora intrapreso le iniziative che la legge prevede - a partire dal CSM - per la tutela dell'onore e della responsabilità dell'ordine giudiziario così messi a rischio dal comportamento di un procuratore della Repubblica che, nel giro di poche settimane, si è esibito prima in un inopportuno fuori onda con il Presidente della Camera a commento di fatti giudiziari che non lo riguardavano e poi in una «inopportunissima» lettura di brogliacci di intercettazioni, che, a norma delle attuali leggi, avrebbero dovuto essere distrutti.
Il Parlamento dovrebbe tenere presente questo, soprattutto i colleghi dell'opposizione che oggi attraverso le parole autorevoli dell'onorevole Fassino hanno espresso la loro preoccupazione per l'organizzazione della giustizia, ma quando si tratta di prendere delle decisioni cogenti sul piano legislativo sembrano dimenticarsi di tutto questo (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, non potevo non fare su questi Pag. 16argomenti qualche piccolo commento ovviamente non a quanto è stato detto da esponenti della maggioranza, ma ad una affermazione specifica dell'onorevole Fassino. Lui ha, infatti, sostenuto che il comportamento dei magistrati non può essere sindacato. Vorrei capire se secondo l'onorevole Fassino l'articolo 21 della Costituzione si applica ai magistrati quando insultano, commentano le leggi, dicono che il Parlamento sta facendo delle sciocchezze. Quando, invece, un parlamentare commenta una sentenza esprimendo il proprio pensiero tale norma costituzionale non si applica.
Si tratta di un punto sul quale non potrò mai essere d'accordo: non si può pensare che le sentenze siano sacre e inviolabili al punto che non ci si possa discutere sopra. Se ad una persona una sentenza appare ingiusta, questa ingiustizia deve appalesarla. Lo abbiamo visto sulle sentenze della Corte di cassazione quando hanno scritto, ad esempio, che il marito può picchiare la moglie se grande e forte. Vogliamo dire che non possiamo commentare questo tipo di sentenze? Dobbiamo metterci in testa, signor Presidente, onorevoli colleghi, che i magistrati sono dei pubblici funzionari esattamente come tutti gli altri. Se sbagliano, pagano esattamente come tutti gli altri. È stato detto, signor Presidente, dal popolo italiano in occasione di uno fra i pochi referendum che ha avuto risultati (quello della responsabilità dei magistrati) intervenuto dopo il caso Tortora. Il popolo si è espresso in questo modo.
È dovere della magistratura essere ricollocata nel solco, se si preferisce, di dovere e non di potere o, come dice Capotosti, nel solco dell'unico potere che non è potere di fare, ma di controllo e basta. Ma bisogna che faccia il controllo e basta in maniera seria e che non intervenga mai sull'attività politica.
Ricordo a me stesso che il Governo precedente è caduto non per una «sfiducia parlamentare», ma per un atto di un magistrato, che è stato smentito quindici giorni dopo; nel frattempo, l'Italia è stata rivoluzionata - cosa che molto spesso accade - per un provvedimento di un magistrato, risultato subito dopo illegittimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e del deputato Renato Farina).

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, vorrei rendere partecipe l'Assemblea tutta di un fatto, a mio giudizio, molto importante per la realtà non solo del Friuli Venezia Giulia, ma credo di tutto il Paese. Mi riferisco al fatto che ieri a Trieste si è tenuto un concerto del maestro Muti con tutti giovani orchestrali, scegliendo questa città, quest'anno, per il consueto concerto dell'amicizia e della pace.
In tale occasione si sono ritrovati tre Presidenti: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ringraziamo, il Presidente della Slovenia e il Presidente della Croazia. In questa realtà, che sicuramente ha memorie dolorose, che gravano tuttora sul presente, vi è la necessità di meditare un passato, le esperienze e le ragioni di tutti e di farsi carico di questa memoria, ma anche di aprire una pagina nuova per il futuro, soprattutto delle nuove generazioni.
Credo che il fatto di ieri, questo concerto, questo evento, per il quale, tra l'altro, va ringraziato il sindaco della città di Trieste, Dipiazza, sia stato davvero un fatto straordinario, che crea in tutti noi e nelle nuove generazioni una pagina di speranza. L'Europa ha bisogno di costruire, soprattutto nei punti più difficili della sua storia, nuovi momenti di coesione; questi momenti si creano certamente senza dimenticare il passato e senza abbandonare la memoria, ma servire la patria significa avere il coraggio e la capacità di guardare avanti e di dare una speranza e un futuro a quelle aree, ma soprattutto alle nuove generazioni.
Desidero, quindi, lasciare testimonianza in Aula di questo fatto, senza volerlo Pag. 17definire un fatto storico, ma, sicuramente, un altro passo importante verso la costruzione in quell'area difficile di una nuova Europa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Gottardo, l'Inno alla gioia di Schiller, che è l'inno dell'Unione europea, recita che la gioia unisce ciò che il tempo ha diviso. Potremmo oggi dire che la musica unisce ciò che le vicende del secolo passato e delle ideologie hanno sanguinosamente contrapposto. Dobbiamo lavorare in profondità per una riconciliazione fra i popoli slavi al nostro confine orientale e i nostri popoli, ricordando il male che noi abbiamo fatto loro e loro hanno fatto ai nostri, ma sapendo che questo non è il male di un popolo contro un altro popolo, ma di ideologie, il fascismo e il comunismo, che hanno impazzato anche contro il loro stesso popolo.
La vicenda di Trieste di ieri, soprattutto perché avvenuta a Trieste, ha un significato simbolico, che lei, onorevole Gottardo, ha fatto benissimo a ricordare in quest'Aula. Grazie.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Brugger, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gregorio Fontana, Franceschini, Lo Monte, Migliori, Mura, Reguzzoni, Sardelli, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative nei confronti di Telecom Italia per la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche mediante la predisposizione di un piano industriale di investimenti e di sviluppo - n. 3-01174)

PRESIDENTE. L'onorevole Cazzola ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01174, concernente iniziative nei confronti di Telecom Italia per la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche mediante la predisposizione di un piano industriale di investimenti e di sviluppo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, mi lasci ringraziare il Ministro per essere qui a rispondere alla nostra interrogazione, poco prima di partecipare, a nome del Governo, all'incontro con Telecom e i sindacati per esaminare il piano industriale del gruppo, in un contesto che si annuncia serio a seguito delle proposte avanzate dal gruppo stesso.
La vertenza è molto delicata: come evidenziato nella nostra interrogazione, si tratta di 3.700 esuberi, ipotizzati entro la prima metà del 2011, ed altri ancora previsti, a stare alle esplicite dichiarazioni del presidente Galateri di Genola, fino ad arrivare a 6.800 unità, come appunto ricordiamo Pag. 18nella nostra interrogazione e come peraltro anche manifestato dalla stampa in questi giorni.
Abbiamo apprezzato, signor Ministro, la sua presa di posizione contro i tagli e i provvedimenti unilaterali e abbiamo anche condiviso l'intervento immediato del Governo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIULIANO CAZZOLA. Pertanto, vorremmo conoscere quale sarà la linea di condotta del Governo nel fronteggiare questa situazione molto seria e molto grave.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, come l'interrogante ha poco fa ricordato, tra poco si riuniranno le parti dell'azienda Telecom Italia, ovvero l'azienda stessa e le organizzazioni sindacali, alla presenza del Governo, rappresentato da me stesso e dal viceministro Romani.
L'intenzione del Governo è infatti quella di riporre su basi costruttive un dialogo tra parti, che si è interrotto e che ha ad oggetto non solo l'occupazione in quella azienda, ma il futuro delle telecomunicazioni nel nostro Paese e, in modo particolare, dell'azienda licenziataria più importante, l'ex monopolista Telecom.
La Telecom era l'azienda monopolista, quindi è ovvio che nel corso di questi anni siano stati affrontati vari processi di riorganizzazione, che hanno comportato una ridislocazione di lavoratori nel momento in cui il mercato delle telecomunicazioni è caratterizzato da più soggetti.
Ma ora nel momento in cui l'azienda ha proposto il 19 aprile un esubero di lavoratrici e di lavoratori per 6.822 unità (2.300 deriverebbero da piani industriali precedenti e 4.522 dal piano 2010-2012) - numeri quindi consistenti - le organizzazioni sindacali hanno voluto discutere con l'azienda stessa del piano industriale, che hanno tuttavia ritenuto insoddisfacente, tanto che hanno dato luogo ad azioni di sciopero, la prima delle quali si è svolta proprio nei giorni scorsi, venerdì scorso.
La nostra intenzione invece è quella di chiedere all'azienda di dare disponibilità per un ulteriore approfondimento circa il piano industriale, circa gli investimenti relativi alla manutenzione della rete tradizionale e allo sviluppo della rete di nuova generazione, per la quale è in atto un tavolo negoziale anche con gli altri gestori e le altre aziende licenziatarie.
Il Governo è impegnato a sollecitare quanto più gli investimenti privati dedicati alle reti di nuova generazione e quindi anche allo sviluppo dei relativi servizi.

PRESIDENTE. Ministro Sacconi, la invito a concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Insomma questo tema, quello dello sviluppo del mercato delle telecomunicazioni e dello sviluppo della specifica azienda Telecom, va ritenuto un tema sul quale far convergere l'interesse generale rappresentato dal Governo e l'interesse delle parti negoziali.
Tra poco opereremo perché le cose riprendano il loro giusto verso confidando che si possa pervenire ad una necessaria, doverosa intesa.

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa, presidente della Commissione lavoro, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, voglio ringraziare il Ministro, anche a nome dei colleghi che hanno presentato l'interrogazione, per l'impegno che il Governo sta ponendo su una questione molto delicata (così è stata definita dal Ministro). In effetti ci troviamo di fronte ad un problema di grande rilievo sotto il profilo sociale e sotto il profilo del posizionamento competitivo di un'azienda che, evidentemente, deve muoversi su quelle che sono le nuove grandi sfide delle telecomunicazioni Pag. 19nel nostro Paese. Certo è paradossale che un'azienda i cui processi di privatizzazione sono iniziati ormai da qualche anno abbia presentato sua sponte un piano aziendale nel quale sostanzialmente si parla di tagli e si parla poco di sviluppo.
Richiamiamo dunque l'attenzione del Ministro - che ribadiamo essere particolarmente attento a ciò che sta succedendo in questo momento a livello internazionale, soprattutto nel campo della banda larga - su uno dei temi sui quali evidentemente il Governo deve potersi spendere. Ricordo a tale riguardo che vi sono anche investimenti considerevoli che il Governo ha stanziato proprio per promuovere la banda larga e per consentire al sistema Paese di dotarsi di quelle strumentazioni nel campo delle telecomunicazioni che possano aggiungere servizi ulteriori e rispondere a questa domanda crescente, evitando quell'ingolfamento che di fatto rischieremmo - come alcuni esperti hanno recentemente documentato - ove non si provvedesse in tempo.
Al ringraziamento, aggiungo una richiesta al Ministro: avevamo già avanzato informalmente la richiesta di un'audizione del Ministro proprio su questi temi e mi auguro che possa essere possibile, all'indomani anche dell'incontro di questa sera, un incontro magari in Commissione o anche di nuovo qui in Assemblea per essere aggiornati su quella che è una soluzione auspicabile rispetto al problema che oggi pone questa questione sul piano sociale e su quello dello sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative in materia di finanziamenti per le scuole paritarie - n. 3-01175)

PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-01175 concernente iniziative in materia di finanziamenti per le scuole paritarie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), che ha testé sottoscritto, per un minuto.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, la domanda contenuta in questa interrogazione è volta a risolvere una sorta di contraddizione che si è creata rispetto ad un'affermazione che ha recentemente fatto il Ministro in un convegno organizzato presso la Camera dei deputati in cui, riferendosi all'applicazione della legge n. 62 del 2000, ha affermato come occorra superare tutta una serie di pregiudizi per permettere alle famiglie di scegliere liberamente dove iscrivere i propri figli.
Ha fatto inoltre un riferimento economico molto concreto e molto preciso, sottolineando come un allievo che frequenta una scuola paritaria costa allo Stato 584 euro mentre un allievo che frequenta la scuola pubblica ne costa 6.116. Di fatto, quello che accade è che molti uffici scolastici regionali lamentano il fatto che i fondi destinati alla scuola paritaria dalla legge finanziaria per il 2010 non sono stati ancora assegnati.

PRESIDENTE. Onorevole Binetti, deve concludere.

PAOLA BINETTI. Tenendo conto che la scuola paritaria - come il Ministro ha ripetutamente sostenuto - svolge un ruolo pari a quello della scuola pubblica, chiediamo quali misure intenda assumere in proposito il Ministro.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, in ordine al tema della parità scolastica ritengo importante quanto contenuto all'interno di questa interrogazione e condivido la necessità che il Ministero attivi tutte le iniziative utili per realizzare concretamente il principio della libertà di scelta educativa. Per fare questo - l'ho detto più volte e lo ribadisco anche in questa sede - occorre abbandonare un approccio ideologico, una sorta di contrapposizione che troppe volte ha animato il dibattito in materia scolastica fra scuola statale e scuola paritaria. Pag. 20
Occorre invece mettere in campo tutte le iniziative utili per garantire ai nostri ragazzi una buona scuola, indipendentemente dal fatto che sia statale o paritaria. Per fare questo, abbiamo attivato presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca un gruppo di lavoro che, in collaborazione con l'amministrazione, sta individuando e mettendo in atto risposte concrete rispetto ai problemi che emergono in questo settore, anche avanzando importanti proposte a sostegno delle scuole paritarie che accolgono alunni disabili. Ritengo anche che forse sia venuto il momento di rivedere e di immaginare un adeguamento della legge n. 62 del 2000, che in alcuni punti appare lacunosa o comunque non in linea con l'attuale processo di sviluppo del sistema scolastico e formativo. Vengo al tema delle risorse. È chiaro che, per garantire la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie, le risorse sono importanti. Noi non siamo ancora in grado di stabilizzare negli anni il contributo previsto per le scuole paritarie, ma abbiamo previsto per il 2010 la conferma dei 130 milioni di euro. Si dirà che si trovano risorse solo per le scuole paritarie; non è così, perché abbiamo individuato per la scuola statale 213 milioni di euro per le spese di funzionamento (60 milioni in più dell'anno passato) e 150 milioni di euro per le supplenze brevi, a significare che il nostro compito è quello di creare una sinergia tra tutte le iniziative scolastiche presenti nel nostro Paese annoverabili nell'ambito della scuola statale e nell'ambito della scuola paritaria. Il problema delle risorse si risolve, cercando innanzitutto di ottimizzarne l'impiego e di favorire un utilizzo più virtuoso. Credo che alcuni provvedimenti che abbiamo assunto (per esempio, in materia di edilizia scolastica, in materia di pulizia delle scuole) vadano nella direzione di innalzare il livello del servizio scolastico nel nostro Paese. I 130 milioni sono stati confermati, quindi credo che questo sia un passaggio comunque positivo, come anche le risorse individuate per le supplenze e per il funzionamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di replicare.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, come il Ministro sa bene, non basta affermare che dobbiamo andare oltre le ideologie se poi, di fatto, le risorse creano delle discrepanze che non permettono alle famiglie di scegliere realmente per i propri figli il modello educativo che desiderano. Le scuole paritarie in questi anni hanno fatto grandi sforzi per accettare completamente nel loro modello educativo e nel loro impianto tutte le sollecitazioni e le richieste che provenivano dal Ministero. Ciò, tenendo conto del fatto che la stragrande maggioranza delle scuole paritarie si dà una mission specifica, un progetto educativo molto concreto, un'attenzione del tutto particolare allo sviluppo delle capacità di ragazzi che potrebbe in qualche modo rappresentare anche un modo diverso di intendere la vita associativa, la vita di gruppo, l'impegno sul piano sociale. Da questo punto di vista le scuole paritarie costituiscono un'esperienza di modello straordinariamente significativa e stimolante anche per le scuole pubbliche. Molto spesso vi sono delle sperimentazioni che sono nate nelle scuole paritarie e che in qualche modo hanno raggiunto i loro obiettivi, hanno mostrato la qualità delle iniziative che si prendevano, dopodiché sono state in qualche modo traghettate nella scuola pubblica. Togliere alle famiglie questa possibilità concreta di scegliere per i propri figli il modello di educazione che preferiscono è in flagrante contraddizione - come ben sa il Ministro - con la nostra Costituzione. A tal proposito, ci auguriamo che questo messaggio rassicurante che lei porta qui in Aula in questo momento raggiunga gli uffici regionali, perché è negli uffici regionali che molte volte le scuole paritarie trovano la loro barriera, trovano le difficoltà di affrontare nel concreto le responsabilità che si assumono e gli impegni, anche sul piano economico e finanziario, che ogni scuola deve prendere per far fronte ai compiti che comporta la formazione di un gruppo di persone giovani e tutto quello che è necessario Pag. 21per la preparazione dal punto di vista dei modelli didattici, ma anche della sicurezza e dell'edilizia scolastica (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Orientamenti del Governo circa l'opportunità di invitare a rassegnare le dimissioni i sottosegretari Caliendo e Cosentino, nonché i dottori Martone e Miller dai rispettivi incarichi - n. 3-01179)

PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Orlando ha facoltà di illustrare l'interrogazione Franceschini n. 3-01179 concernente orientamenti del Governo circa l'opportunità di invitare a rassegnare le dimissioni i sottosegretari Caliendo e Cosentino, nonché i dottori Martone e Miller dai rispettivi incarichi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, le nostre domande prescindono dalla vicenda giudiziaria e partono dal profilo politico e dalla compatibilità tra le condotte personali e collettive e gli uffici svolti. Si può stare ai vertici del Ministero dello sviluppo economico e interloquire con i soggetti che sono la causa del sottosviluppo, dell'arretratezza e dell'oppressione civile e sociale di molte aree del nostro Paese? Si può stare ai vertici del Ministero della giustizia - e magari seguire in Commissione il provvedimento sulle intercettazioni - e frequentare compagnie che tramano e tentano di influenzare il funzionamento degli organi costituzionali? E si può esercitare una funzione di controllo sul buon andamento del servizio giustizia o addirittura presiedere la Commissione di controllo sulla trasparenza nella pubblica amministrazione e frequentare il pregiudicato Flavio Carboni e la sua allegra brigata?
Le domande sono retoriche? Noi riteniamo di no e riteniamo che chi rende opaco il funzionamento della Repubblica debba andare a casa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevole Orlando, in merito all'interrogazione sua e dell'onorevole Franceschini, che immagino dopo replicherà per il vostro gruppo, la Presidenza del Consiglio rileva che essa si basa esclusivamente su notizie di stampa. La Presidenza non è in possesso di nessuna documentazione, né ovviamente è stato possibile esperire alcun approfondimento documentale, essendovi indagini in corso. Nessuna decisione, quindi, può essere responsabilmente assunta prima di poter conoscere fatti che sono tutti da acclarare. Inoltre, come peraltro correttamente richiamato anche nella vostra interrogazione, spetta esclusivamente alla magistratura l'accertamento di eventuali responsabilità penali e il Governo intende osservare il più rigoroso rispetto delle indagini.
Va comunque ovviamente tenuto presente il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, che impone di non ascrivere siffatte responsabilità sino all'accertamento definitivo, sanzionato in sede giurisdizionale.
Pertanto, il Ministero della giustizia, per quanto di sua competenza, comunica che nessun impegno può esser assunto in questa sede nel senso dei termini richiesti dagli onorevoli interroganti e il dipartimento della funzione pubblica rappresenta che l'incarico in questione non è più nella disponibilità del Governo e, in ogni caso, non avrebbe alcun motivo per riconsiderare la scelta compiuta.

PRESIDENTE. L'onorevole Franceschini ha facoltà di replicare.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Ministro, non commento la risposta burocratica e sbagliata che lei ha dato anche nei fatti. Vorrei soltanto dire che in tutti i Paesi normali il tema del rigore morale e dell'esempio nei comportamenti delle classi dirigenti non appartiene allo scontro politico, ma viene condiviso da tutte le Pag. 22forze politiche. Invece, in questi 15 anni abbiamo assistito ad un progressivo degrado dei comportamenti di pezzi della classe dirigente e non è più un problema soltanto del Presidente del Consiglio, dei suoi processi e delle sue leggi ad personam: si sta allargando a pezzi importanti, rilevanti della coalizione di centrodestra, del Governo e del partito del Popolo della Libertà.
Tutto questo è segnato da una tentazione: quando scatta l'idea che vincere le elezioni significhi essere diventati onnipotenti e avere la garanzia dell'immunità, si cade nel reato e si cade nell'errore. In sei mesi abbiamo assistito al caso Bertolaso sulla Protezione civile, al caso Scajola sugli appartamenti, al caso Brancher sul legittimo impedimento appena nominato Ministro, al caso Verdini con la cricca, al caso Caliendo (una cena di un sottosegretario alla giustizia, lo ha ammesso lui, con persone non proprio raccomandabili), al caso Cosentino (che rientra nell'ambito di indagini giudiziarie, non sono notizie di stampa, riguardanti la criminalità organizzata e la 'ndrangheta).
Noi abbiamo presentato, insieme alle altre opposizioni, una mozione di sfiducia che verrà votata la settimana prossima. Se il sottosegretario Cosentino si dimetterà prima, sarà una vittoria del Partito Democratico e delle opposizioni.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DARIO FRANCESCHINI. Vorrei soltanto dire che quanto abbiamo visto in questi sei mesi fa ricordare Tangentopoli come una vicenda da educande. E voi, in risposta a tutto questo, proponete un provvedimento sulle intercettazioni, che limita la libertà di stampa ed ostacola la lotta alla criminalità organizzata. Anche per questo, la nostra battaglia parlamentare sarà ferma, dura ed intransigente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

(Iniziative a tutela del prestigio delle istituzioni in relazione alle recenti indagini giudiziarie che hanno coinvolto, tra gli altri, il sottosegretario Cosentino - n. 3-01178)

PRESIDENTE. L'onorevole Donadi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01178, concernente iniziative a tutela del prestigio delle istituzioni in relazione alle recenti indagini giudiziarie che hanno coinvolto, tra gli altri, il sottosegretario Cosentino (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, signor Ministro, torniamo sullo stesso tema, perché non può pensare di cavarsela così, raccontando agli italiani due frottole su una vicenda che è grande come una casa.
Vorrei parafrasare un'espressione usata da un suo stesso collega di partito per dire che la storia recente del vostro Governo sembra tratta dalle pagine di «Romanzo criminale». Ma vi rendete conto? Parliamo degli ultimi due mesi: il Ministro Scajola si è dimesso, perché non si era accorto di chi gli avesse pagato la casa. In questi giorni, scopriamo che non si era accorto neanche di chi gli avesse pagato i lavori di restauro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Il Ministro Brancher è stato nominato solo in quanto indagato, per poter evitare, in questo modo, una volta diventato Ministro, grazie al legittimo impedimento, di dover rispondere davanti al magistrato in ordine a quanto faceva. Con riferimento al sottosegretario Cosentino, signor Ministro, ma quali notizie di stampa? Vi è un ordine di arresto, ratificato anche dalla Cassazione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MASSIMO DONADI. Voi non potete imbrogliare così, non potete declassare una sentenza della Cassazione a notizia di stampa!

Pag. 23

PRESIDENTE. Deve concludere.

MASSIMO DONADI. Ed oggi, lo stesso sottosegretario Cosentino, insieme al sottosegretario Caliendo, risulta coinvolto anche nella vicenda di un'associazione segreta che, per definizione, è costituita ai danni dello Stato. Come affrontate questa questione morale (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Donadi.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anche nel caso dell'interrogazione dell'onorevole Donadi - a cui, credo, replicherà, in seguito, l'onorevole Di Pietro - rilevo innanzitutto che la Presidenza del Consiglio ritiene che essa si basi esclusivamente su notizie di stampa e che la Presidenza non è in possesso di alcuna documentazione (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). È una premessa...

PRESIDENTE. Colleghi, chiedo scusa. Abbiamo ascoltato gli interroganti ed ora è giusto ascoltare, con lo stesso silenzio, il Ministro Elio Vito. Prego, signor Ministro.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, credo che sia anche doveroso rispondere in questi termini.

PRESIDENTE. Certo.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Come dicevo, la Presidenza del Consiglio non è in possesso di alcuna documentazione, né, ovviamente, è stato possibile esperire alcun approfondimento documentale, essendo le indagini in corso. Pertanto, nessuna decisione può essere responsabilmente assunta prima di poter conoscere i fatti, che sono tutti da acclarare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Inoltre, onorevole Donadi, trova applicazione il principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Tale imprescindibile dettame opera non soltanto per l'imputato condannato in primo grado o in giudizio d'appello, ma ancor più, per chi sia stato iscritto nel registro degli indagati, o il cui nominativo compaia negli atti di indagine, senza tuttavia avere assunto la veste di indagato, ovvero aver acquisito alcuna connotazione di natura processuale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, almeno lei si arrenda, lo deve alla sua dignità personale! Non può, anche lei, chiamarsi correo politico di un'associazione segreta; non può, anche lei, chiamarsi correo politico di persone che sono accusate di far parte di un'associazione camorristica.
Chiedo al Presidente della Camera - visto che il Governo non ne dispone - di trasmettere una copia della misura cautelare nei confronti del sottosegretario Cosentino. Noi ce l'abbiamo: almeno noi diamogliela, visto che fanno finta di non sapere! Signor Ministro, ricordo a lei di riferire al Ministro della giustizia che ha il dovere di chiedere copia degli atti se non li ha, e di non limitarsi a dire che guarda soltanto la rassegna stampa!
È un Governo che fa esattamente quello che fa una associazione segreta: fa finta di non vedere, non sentire e di tramare sottobanco. Quel che noi chiediamo, la settimana prossima, non sono soltanto le dimissioni di Cosentino, ma le dimissioni di questo Governo, perché questo Pag. 24Governo, nel suo insieme, non ha più credibilità. È un Governo che continua ad utilizzare le istituzioni per farsi leggi per non farsi processare nel suo gruppo, a fare leggi che servono per assicurare l'impunità, a fare leggi che servono semplicemente a una parte del Paese.
Quello che chiediamo a questo Governo è di rendersi conto che non può continuare a tirare la corda perché - mentre il Paese brucia - continua a ridere, a sorridere e a far finta che nulla sia accaduto, nulla stia accadendo. In realtà, in questo Paese vi è un solo vero correo morale di tutto quello che sta accadendo e si chiama Silvio Berlusconi: il vero capo di questa nuova P2, anzi, è sempre la stessa persona che ha fatto parte e fa parte della P2.
Per questo noi chiediamo, attraverso le dimissioni di Cosentino, che l'intero Governo vada a casa prima di continuare a distruggere il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

(Revoca da parte dell'ANAS della concessione per la gestione delle autostrade siciliane al CAS (Consorzio per le autostrade siciliane) - n. 3-01177)

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01177 concernente la revoca da parte dell'ANAS della concessione per la gestione delle autostrade siciliane al CAS (Consorzio per le autostrade siciliane) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, le concessionarie autostradali spesso non hanno garantito ciò che era scritto nella convenzione; non solo in Sicilia ma anche in altre parti d'Italia le autostrade in qualche maniera vengono costruite bene e poi gestite male. Però l'avvenimento della revoca della concessione al Consorzio per le autostrade siciliane è particolare, perché è stata fatta senza dialogare con l'amministrazione regionale, cosa che sarebbe stata estremamente importante.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. Credo che non ci possiamo sentire garantiti se la concessione che viene revocata poi va in capo all'ANAS che è anche il concedente della stessa concessionaria. Pertanto noi riteniamo che i cinquecento lavoratori e il Consorzio debbano essere in qualche modo cautelati con un rapporto...

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Misiti.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Misiti, va innanzitutto chiarito che il provvedimento emesso nei confronti del Consorzio per le autostrade siciliane in merito alle tratte autostradali gestite in concessione dallo stesso Consorzio non si configura come una revoca bensì come una decadenza che, a differenza della revoca, ha natura sanzionatoria derivante dalla violazione di clausole, obblighi e oneri. La decadenza pertanto è un atto vincolato in base alla semplice constatazione dell'effettivo inadempimento degli obblighi contrattuali.
Nel caso di specie la decadenza del CAS è stata dichiarata con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze su proposta...

PRESIDENTE. Mi scusi Ministro, facciamo veramente fatica ad ascoltarla. Chiedo ai colleghi che hanno appena svolto le loro interrogazioni di dare la possibilità anche agli altri di poter ascoltare il Ministro e quindi poi consentire all'onorevole Misiti di replicare.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ...su proposta Pag. 25del concedente ANAS a seguito delle gravi e ripetute inadempienze e violazioni delle norme convenzionali che tra l'altro hanno riguardato il mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse, la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse.
A seguito delle citate inadempienze l'ANAS, nella sua qualità di concedente, ha attivato, in contraddittorio con il Consorzio, il procedimento previsto dalla convenzione che prevede l'affidamento di un congruo termine al concessionario per ottemperare alle prescrizioni impartite per il loro superamento. Avendo l'ANAS rigettato motivatamente le controdeduzioni presentate dal Consorzio si è dovuto procedere all'adozione del provvedimento interministeriale con il quale è stata dichiarata la decadenza.
Del resto, la gravità della situazione era ben nota, tant'è che il 17 luglio 2008 l'ANAS aveva già proposto al Ministro la decadenza del Consorzio per le autostrade siciliane dalla concessione, in considerazione del perdurare dei gravi inadempimenti contestati.
Sul paventato conflitto di interessi si rileva che, così come previsto dalla convenzione riportata nel citato decreto interministeriale, il concessionario decaduto resta obbligato a proseguire nell'ordinaria amministrazione dell'esercizio delle autostrade fino al trasferimento della gestione stessa.
Pertanto, non risultano conflitti di interesse, né fratture, tra ANAS e la regione Sicilia, con la quale, al contrario, è in corso una proficua e importante collaborazione. Peraltro, si osserva che ANAS non è soggetto regolatore ed è sottoposto, per tutta la sua attività, alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di replicare.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, mi rivolgo al signor Ministro: mi aspettavo una risposta di questo tipo, conoscendo i fatti. Tuttavia, l'esperienza che abbiamo della funzione di ANAS quale concedente e concessionario è veramente drammatica, come dimostrano, per esempio, i trent'anni di gestione della Salerno-Reggio Calabria oppure la gestione della Catania-Palermo. Se lei facesse una gita in macchina tra Catania e Palermo, vedrebbe che vi sono interi tratti assolutamente non accessibili alle macchine. Sulla Salerno-Reggio Calabria - non adesso, ma nella gestione precedente, all'inizio della ristrutturazione - abbiamo avuto una gestione assolutamente negativa.
Pertanto, la mia preoccupazione riguarda il fatto che, la fine del concessionario CAS e l'inizio della gestione quasi diretta di ANAS (perché poi in fondo sarà così), non cambia né modifica la situazione della qualità della viabilità in quelle autostrade.
Da questo punto di vista, ritengo che l'ANAS debba finire di essere una struttura che concede e che fa anche da concessionaria. Anche nella liberalizzazione delle strade e delle autostrade, è giusto che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non solo vigili, ma assuma direttamente, in qualche maniera, la responsabilità di essere il concedente, magari attraverso una sua azienda, e l'ANAS diventi la società autostrade pubblica che, purtroppo, abbiamo consegnato ai privati in passato negli ultimi anni. Questa è la questione.
Nelle prossime settimane presenteremo ulteriori interrogazioni che riguardano tutte le strade meridionali perché si trovano tutte nella stessa drammatica situazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

(Iniziative per verificare l'esistenza di eventuali anomalie che ostacolano l'efficiente diffusione della stampa sul territorio nazionale, anche favorendo la convocazione di un apposito tavolo di concertazione - n. 3-01176)

PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni Pag. 26n. 3-01176, concernente iniziative per verificare l'esistenza di eventuali anomalie che ostacolano l'efficiente diffusione della stampa sul territorio nazionale, anche favorendo la convocazione di un apposito tavolo di concertazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario e al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, il decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170, detta i principi per la disciplina, da parte delle regioni, dell'attività di vendita della stampa quotidiana e periodica sul territorio nazionale. Il sistema si articola, su tutto il territorio nazionale, in punti vendita non esclusivi ed esclusivi, questi ultimi sottoposti ad un accordo nazionale, in vigore dal gennaio 2006.
Oggi la rete di vendita è in profonda crisi e le edicole, pur svolgendo un'attività imprenditoriale, sono in ogni caso vincolate alle decisioni imposte dalla rete distributiva e, quindi, impossibilitate a compiere scelte finanziarie, nonché prive di autonomia commerciale.
Ciò premesso, con la presente chiediamo se si intenda verificare l'esistenza di eventuali anomalie di sistema che ostacolino l'efficiente diffusione della stampa, quotidiana e periodica, sul territorio nazionale a danno dei consumatori finali del servizio, anche favorendo la convocazione di un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti che operano nella filiera.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Rondini, con riguardo all'interrogazione Reguzzoni 3-01176, di cui lei è cofirmatario, rispondo sulla base degli elementi forniti dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria.
La rete delle edicole ha avuto, ed ha ancora oggi, un ruolo rilevante nello sviluppo socio-culturale dell'Italia. La sua capillarità, difatti, assieme al principio della parità di trattamento, ha consentito a tutti i cittadini l'effettiva fruizione del diritto al pluralismo dell'informazione.
Tuttavia, ora il settore dell'editoria si trova ad affrontare un momento delicato e complesso. Siamo di fronte ad uno snodo cruciale, forse il più delicato dal 1981, cioè dalla prima vera riforma di sistema effettuata con la legge n. 416. Le vendite dei prodotti editoriali continuano a diminuire per effetto della generale contrazione dei consumi al pari dei ricavi editoriali connessi agli investimenti pubblicitari.
L'editoria, non solo quella italiana, sta affrontando un cambiamento epocale dovuto all'evoluzione e all'integrazione dei media. Tutte le aziende della filiera editoriale devono affrontare una sfida da cui dipendono l'evoluzione dell'industria culturale del Paese e la salvaguardia degli spazi di pluralismo.
Come ricordato nell'interrogazione, il sistema di distribuzione e vendita dei giornali è disciplinato dal decreto legislativo n. 170 del 2001, che ha liberalizzato parzialmente la vendita dei giornali introducendo i cosiddetti punti vendita non esclusivi. Allo stesso tempo sono stati fissati i principi basilari per le modalità di vendita dei prodotti editoriali; in particolare: la parità di trattamento fra le testate, l'impossibilità di variare il prezzo di vendita, la parità di condizioni economiche e commerciali di cessione del prodotto editoriale alle diverse tipologie di rivenditori, esclusivi e non esclusivi, l'adeguato spazio espositivo per le testate poste in vendita.
Come noto il decreto legislativo n. 170 del 2001 non è stato oggetto di esplicito intervento in sede di recepimento della cosiddetta direttiva Bolkestein sui servizi interni, che prevedeva la liberalizzazione di tutti i servizi. Tuttavia, la riforma del settore sta diventando sempre più urgente; una riforma condivisa delle regole che tenga conto di tutte le proposte in campo e che consenta alle aziende di attuare un processo di ammodernamento e di informatizzazione volto ad affrontare i cambiamenti in un'ottica di crescita e di sviluppo. Pag. 27
In conclusione, onorevole Rondini, le posso confermare che è intenzione del Governo convocare a breve un tavolo tecnico, fra tutti i soggetti che operano nella filiera, finalizzato ad esaminare in modo concertato le problematiche del settore.

PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, ci riteniamo soddisfatti e ringraziamo il Ministro per la risposta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,44).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, intervengo per rettificare un mio errore verbale. Facendo riferimento alle inchieste del sottosegretario Cosentino ho parlato di 'ndrangheta, non vorrei urtare nessuna suscettibilità in quanto si tratta di indagini di camorra.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 15 luglio 2010 ore 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 15,45.

Pag. 28

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00415

Mozione n. 1-00415 - Iniziative volte alla presentazione delle dimissioni da parte del sottosegretario di Stato Nicola Cosentino

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 22 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 16 minuti
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 29 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia - Partito Liberale Italiano 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Franceschini ed a. 1-414 510 509 1 255 509   57 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.