XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 177 di giovedì 14 maggio 2009

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,05.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Sull'ordine dei lavori.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la questione è la seguente: abbiamo presentato un'interpellanza urgente al Ministro dell'economia e delle finanze che avrebbe dovuto essere discussa oggi. Dal Ministero ci hanno detto che vi sarebbe difficoltà oggi ad avere un sottosegretario che possa rispondere, e ci hanno chiesto di farla slittare alla settimana prossima. Per carità, noi comprendiamo e abbiamo aderito a questa richiesta. Vorrei però che la Presidenza sapesse che, trattandosi di interpellanza urgente, l'urgenza richiede anche una risposta urgente.

PRESIDENTE. Lo dice la parola stessa...

ANTONIO BORGHESI. Esattamente. E siccome, purtroppo, è capitato un'altra volta, e lo abbiamo a quel tempo segnalato alla Presidenza, che dopo due rinvii ci siamo trovati con il Ministro che rispondeva in Aula ad un'interrogazione esattamente identica della maggioranza, credo che questo sia un fatto che lascia perplessi. Pertanto la pregherei di riferirne al Presidente, auspicando che la Presidenza faccia quanto è necessario affinché alle interpellanze urgenti il Governo risponda con l'urgenza che richiede l'interpellanza stessa.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la Presidenza rimane estranea ai rapporti, o alle intese, che possono intercorrere tra i deputati o i gruppi e il Governo. Se gli interpellanti non intendono accogliere l'invito a far slittare l'interpellanza, quest'ultima deve essere svolta.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Bucchino, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Conte, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Di Biagio, Donadi, Ferrari, Fitto, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mazzuca, Meloni, Migliavacca, Molgora, Mura, Narducci, Pescante, Pisicchio, Ravetto, Roccella, Ronchi, Rotondi, Paolo Russo, Scajola, Stefani, Stucchi, Valducci, Vegas, Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato) (2180-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica.
Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e che il rappresentante del Governo ha espresso il parere.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,35.

Sull'ordine dei lavori.

MARGHERITA BONIVER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, intervengo per portare all'attenzione di questa Assemblea un fatto gravissimo. Questa notte il premio Nobel Aung San Suu Kyi è stata portata dagli arresti domiciliari, ai quali è detenuta ininterrottamente da tredici anni, nella più famigerata galera di Rangoon, la prigione di Insein, che è stata costruita alla fine dell'Ottocento dagli inglesi. È accusata di violazione degli arresti domiciliari e di aver ricevuto la visita non autorizzata di un cittadino americano.
Si tratta evidentemente non soltanto di un fatto gravissimo, ma anche di una sorta di vero e proprio complotto ordito dalla Giunta militare al potere ininterrottamente dagli anni Sessanta, perché gli arresti domiciliari - che chiaramente con questo episodio verranno rinnovati al premio Nobel Aung San Suu Kyi, malgrado le proteste internazionali - avrebbero dovuto essere revocati il 27 maggio.
Abbiamo già chiesto alla Farnesina, che l'ha già diramata, la convocazione dell'ambasciatore birmano in Italia, ma rimane intatto l'orrore per questa persecuzione che dura ininterrottamente da decenni e che, viste le protezioni internazionali di cui gode la Giunta militare comunista birmana, sembra non avere assolutamente alcun tipo di sbocco.
Chiedo a questa Presidenza di unirsi nello sdegno che credo tutta la collettività internazionale vorrà dimostrare, ancora una volta, nei confronti di tali atti di inaudita violenza (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio dell'intervento. La Presidenza si unisce alle sue parole.

Si riprende la discussione (ore 9,37).

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2180-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2180-A).
Si intende che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pelino n. 9/2180-A/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno Minardo n. 9/2180-A/2, Marinello n. 9/2180-A/3, Polledri n. 9/2180-A/4, Zeller n. 9/2180-A/5, Garagnani n. 9/2180-A/6, Ghizzoni n. 9/2180-A/7, Pag. 3Coscia n. 9/2180-A/8 e Sarubbi n. 9/2180-A/9 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo purché riformulati.
Passiamo all'ordine del giorno De Torre n. 9/2180-A/10, non accettato dal Governo.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, parlavo proprio adesso con il presentatore, l'onorevole De Torre, del cui ordine del giorno propongo una riformulazione del dispositivo nei termini che seguono: «impegna il Governo a promuovere campagne informative rivolte ai minori, tese a condannare e rifuggire ogni forma di razzismo».

PRESIDENTE. Onorevole De Torre, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato?

MARIA LETIZIA DE TORRE. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2180-A/11, non accettato dal Governo.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, chiederei al sottosegretario di proporre eventualmente una riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2180-A/11 a mia prima firma perché ritengo che si tratti di una materia molto importante.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sicuramente si tratta di una materia importante ma di esclusiva competenza delle autonomie. Pertanto non si può chiedere al Governo l'impegno a fare qualcosa che compete ai comuni o a spingere i comuni nella direzione richiesta.

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/13, non accettato dal Governo?

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, non è stata proposta alcuna riformulazione. Insiste per la votazione?

ROSA DE PASQUALE. Scusi, signor sottosegretario, non vi è stata alcuna proposta di riformulazione?

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, il sottosegretario ha detto che non intende proporre alcuna riformulazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2180-A/11, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2180-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Levi... onorevole Galletti... onorevole Traversa... onorevole Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 414
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
182
Hanno votato
no 232).

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Prendo atto che i deputati Traversa, Lunardi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mattesini n. 9/2180-A/12, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mattesini n. 9/2180-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zorzato... onorevole Cristaldi... onorevole Razzi... onorevole Nicolais... onorevole Miotto... onorevole Traversa... onorevole Corsaro... onorevole Peluffo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
183
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i deputati Traversa, Cristaldi, Lunardi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che i deputati Ruggeri e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Sarubbi e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Onorevole Fedi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/13, non accettato dal Governo?

MARCO FEDI. Signor Presidente, francamente non comprendiamo la motivazione della mancata accettazione di un ordine del giorno che sostanzialmente invita il Governo a valutare l'opportunità di destinare le risorse derivanti da una disposizione che non condividiamo e contestiamo: l'introduzione di un balzello sul rinnovo del permesso di soggiorno e sulla domanda di cittadinanza, un'inutile tassa che non garantirà una maggiore efficienza dell'apparato amministrativo e che introduce di fatto una tassa sui diritti di cittadinanza. La nostra richiesta di destinare comunque le risorse alle convenzioni bilaterali con i Paesi di origine di tanti nostri immigrati extracomunitari è un invito al Governo a fare meglio ciò che sta facendo. Non comprendiamo il «no» a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo ribadisce che non accetta l'ordine del giorno Fedi n. 9/2180-A/13, perché in questo caso la questione non attiene al contributo collegato con il permesso di soggiorno ma alla possibilità di recuperare nel Paese di origine in caso di ritorno - questo perlomeno è scritto nell'ordine del giorno - i contributi previdenziali versati per il lavoro prestato in Italia. Ciò contrasta con il sistema previdenziale vigente, che certamente non può essere ribaltato con un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedi n. 9/2180-A/13, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedi n. 9/2180-A/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... onorevole Traversa... onorevole Concia... onorevole Corsaro... onorevole Molteni... onorevole Versace... onorevole Barbaro...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 5
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 426
Astenuti 4
Maggioranza 214
Hanno votato
185
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Sarubbi e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bucchino n. 9/2180-A/14, non accettato dal Governo.

GINO BUCCHINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, è veramente incomprensibile questo gesto di non attenzione nei confronti delle donne immigrate. Si sta parlando di donne incinte, per le quali la legge prevede oggi la non espulsione per un periodo di sei mesi dalla nascita del loro bambino. Sappiamo tutti benissimo che le donne incinte clandestine non si rivolgono ai centri e ai servizi sanitari: è in forte aumento il rischio della richiesta di interruzione della gravidanza, perché giustamente hanno il timore che non appena terminano questi sei mesi vengano immediatamente espulse. Non credo che qui vi siano posizioni ideologiche da difendere, ma si chiede semplicemente di dedicare attenzione alla vita, alle donne incinte e ai loro bambini.
Quindi mi rivolgo a tutti i parlamentari, non è una questione di partito: possiamo in questo modo assicurare a tali donne che il loro bambino possa nascere in assoluta tranquillità e salute. Chiediamo semplicemente di estendere questo periodo di sei mesi ad un anno, in modo che le donne possano tranquillamente dare alla luce il loro bambino.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, viene richiesto di estendere questa possibilità anche al padre, oltre all'estensione del termine da sei mesi ad un anno. È una possibilità già ammessa dall'ordinamento vigente, perché la Corte costituzionale, con la sentenza che viene richiamata nell'ordine del giorno, stabilisce esattamente questo: il termine di sei mesi del permesso di soggiorno vale non soltanto per la donna che ha il bambino, ma anche per il padre. Mi sembra singolare che con un ordine del giorno si chieda l'applicazione di una norma che già esiste.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente, abbiamo già discusso col sottosegretario Mantovano su questo punto. È inutile rincorrere le equiparazioni giuridiche e le sentenze della Corte costituzionale senza riconoscere il diritto all'accesso allo stato civile in capo al figlio, che è portatore di diritti, non solo l'esclusione dall'espulsione della madre e l'equiparazione del periodo del padre attraverso la Corte costituzionale. Vi è un soggetto vivo, nato, che è il bambino, che è portatore di diritti, e con il provvedimento in esame questi diritti fondamentali sono negati. Ci dispiace davvero che anche in sede di ordini del giorno il Governo mostri di essere contrario ai valori fondamentali della vita e delle persone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, sottosegretario Mantovano, non capisco la difficoltà - sottoscrivo l'ordine del giorno del collega - di accettare un ordine del giorno che parla in modo chiaro. Perché non accettarlo, visto che dalla dichiarazione del sottosegretario si capisce che già normalmente è previsto ciò? Dunque, accettate l'ordine del giorno in esame e di conseguenza esplicitate quanto detto anche dai colleghi dell'opposizione.

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ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sono un po' a disagio nel ripetere in quest'Aula cose che...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Come dicevo, sono un po' a disagio nel ripetere in quest'Aula, della quale ho il massimo rispetto, dati che sono contenuti da anni nelle leggi in vigore in Italia. Se una donna irregolare aspetta un bambino, in prossimità della nascita, cioè per i tre mesi antecedenti alla nascita, ha titolo ad ottenere un permesso di soggiorno che dura per i sei mesi conseguenti alla nascita: questo è quanto afferma l'articolo 19, comma 2, del testo unico sull'immigrazione. In base ad una sentenza della Corte costituzionale del 2000, questo permesso semestrale è stato esteso anche al padre del bambino. Perché sei mesi? Perché è quella la durata del permesso di soggiorno valida per tutte le condizioni di transitorietà. Chi perde il proprio lavoro essendo regolare non viene immediatamente espulso, ma ha un premesso semestrale per trovare un nuovo lavoro. Se non valesse questa considerazione - che vale, ed è assorbente -, vale la lettura testuale della norma - così come viene ricomposta anche con l'emendamento contenuto nel disegno di legge - che impone l'esibizione del permesso di soggiorno per tutte le licenze, i provvedimenti e le iscrizioni che vanno a favore del richiedente. Qui si parla di qualcosa che va a favore del bambino. Ma se queste parole sono prive di qualsiasi considerazione da parte degli ipercritici, a prescindere, invito a recarsi presso il più vicino ufficio immigrazione della più vicina questura e a chiedere come ci si regola in queste circostanze. Non solo ribadiranno - certamente con maggiore proprietà di linguaggio rispetto alla mia - quanto ho affermato, ma aggiungeranno, smentendo le falsità che oggi continuano ad essere pubblicate su alcuni giornali (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), che non c'è bisogno di alcun passaporto, poiché l'unico elemento di identificazione a cui la donna verrà sottoposta è quello richiesto ad ogni persona che ha a che fare con la legge italiana, cioè il fotosegnalamento che serve a dare un minimo di elemento di identificazione.
Queste sono le coordinate della faccenda, se dobbiamo riparlarne in ogni ordine del giorno sono disponibile a farlo, ma credo di avere già sufficientemente annoiato sul punto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

GINO BUCCHINO. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GINO BUCCHINO. Signor Presidente, so che è inusuale intervenire di nuovo su uno stesso ordine del giorno, ma lo faccio per soli 30 secondi.
Non si tratta, signor sottosegretario, di includere - giocoforza - in questo ordine del giorno il riferimento al marito o al convivente. A me non interessa assolutamente niente - si fa per dire - che lei mi ricordi che anche al marito è concesso un periodo di non espulsione; a me interessa - è questo il punto dell'ordine del giorno - di estendere questo periodo di non espulsione di sei mesi fino ad un anno per la donna e per il suo bambino per tutelare la loro salute, punto e basta. Non è necessario che lei ci ricordi che questo è già previsto anche per il marito, a me interessa che il limite temporale di sei mesi venga portato ad almeno un anno, in modo che la donna possa accedere ai servizi sanitari prenatali durante la gravidanza e postnatali per almeno un anno. Tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

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CINZIA CAPANO. Signor Presidente, ho l'esigenza di precisare che l'interpretazione data dal sottosegretario Mantovano non è quella che corrisponde al dato testuale della norma. Infatti, l'articolo 19 del testo unico parla solo di divieto di espulsione e respingimento per le donne in gravidanza o dopo sei mesi dal parto. Nell'ordinamento, quindi, non vi è una norma che parli di un periodo compreso tra i tre mesi prima e i sei mesi dopo il parto: quella è un'altra normativa, quella riferita all'astensione obbligatoria per le donne lavoratrici, che però, purtroppo, per le immigrate non vale, quindi è un'altra storia.
Non si tratta di falsità e, del resto, sottosegretario Mantovano, non sono le falsità dell'opposizione, perché le ricordo che l'Associazione nazionale magistrati minorili della famiglia - che per lei non avrà un grande valore, tuttavia è costituita da giuristi - e l'Associazione degli studi giuridici sull'immigrazione hanno evidenziato le preoccupazioni e i dubbi interpretativi.
Infatti non c'è una norma quale quella da lei indicata. Ove ci fosse, ci dica qual è, ma non si tratta dell'articolo 19 del testo unico sull'immigrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, in aggiunta a quanto diceva la collega Capano, vorrei che il sottosegretario Mantovano, che di diritto si occupa, facesse la seguente riflessione: lei, signor sottosegretario, interpreta le norme prima di questo disegno di legge. Tuttavia, un disegno di legge come questo introduce il reato di immigrazione, il divieto di matrimonio senza il permesso di soggiorno e crea una situazione normativa completamente nuova. Lei, quindi, non può interpretarne una disposizione come se non ci fossero le altre. Il quadro sistematico farà sì che le norme che lei ha citato e che l'onorevole Capano le ha contestato, in presenza del reato di immigrazione abbiano, comunque, tutt'altro significato. In presenza del divieto di matrimonio senza permesso di soggiorno, si determina un certo numero di padri naturali anziché di mariti. Lei parla di mariti, come ha fatto la Corte costituzionale, ma qui si tratta di padri naturali perché voi impedite loro di sposarsi. Tenga quindi conto della nuova interpretazione sistematica che risulta per effetto delle norme complessive del disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, un giorno ci sarà - lo ammetto, un giorno non vicino - ci sarà un giorno della memoria in cui gli studiosi dovranno domandarsi come hanno potuto (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego.

FURIO COLOMBO. ...in un'unica seduta del Parlamento italiano, l'onorevole Mantovano dire tante bugie, l'onorevole Cota stringergli la mano per le bugie dette e l'intero Parlamento italiano tollerare di convivere con una Lega che, nei dettagli e con attenzione meticolosa, ha dato la caccia all'immigrato e ai nuovi venuti nel nostro Paese, nel modo più indegno. In quel giorno della memoria, ricorderemo i caduti nel Mediterraneo, (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), il mare pieno di morti e coloro che muoiono nel deserto e in Libia, restituiti dalla Marina italiana. Ricorderete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non accogliendo le proposte contenute in questo ordine del giorno, stiamo Pag. 8andando a creare un popolo di fantasmi. Infatti, l'effetto che ciò genererà, sarà che per molti irregolari fare un figlio diventerà un modo per avere un piccolo spazio di regolarità e di speranza. Si moltiplicherà, inoltre, il numero di bambini che non saranno denunciati e che resteranno sul territorio, come è avvenuto per i figli dei veneti e dei lombardi emigrati in Svizzera dopo la guerra. Sapete di chi diventerà preda questo popolo di fantasmi? Delle organizzazioni criminali e mafiose! Questo sarà il risultato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, premesso che è meglio dire bugie che idiozie, volevo precisare che la Lega, in primo luogo, non ha mai dato la caccia a nessuno né ha mai detto una parola contro gli immigrati. Ha sempre detto qualcosa contro gli immigrati clandestini che si trovano, quindi, in una situazione fuori legge. Siamo, comunque, certi che chi ci ha preceduto, nella sua bella villa in collina ospiterà queste persone che intende ritenere perseguitate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, vorrei solo far rilevare ai colleghi dell'opposizione la contraddittorietà (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego.

JOLE SANTELLI. Parlavo della contraddittorietà delle motivazioni a sostegno di questo ordine del giorno visto che da un lato si riconosce l'esistenza del divieto di espulsione, del permesso di soggiorno, tanto da chiedere un'estensione normativa, che già avviene tramite Corte costituzionale, al marito e addirittura l'estensione del periodo. Dall'altra parte, da parte di altri colleghi che sostengono tale ordine del giorno si nutrono dubbi sull'esistenza stessa di questa norma: allora, onorevoli colleghi, o l'una o l'altra!
Vorrei aggiungere, anche per una questione di correttezza, visto che da molte parti si è avanzata la preoccupazione che i dubbi di interpretazione di questa norma possano portare le donne clandestine nel dubbio, nella paura, a non iscrivere i figli all'anagrafe: evitiamo anche noi di creare questa confusione che non esiste e di alimentarla esclusivamente ai fini di una lotta politica intervenuta in quest'Aula.

LUISA BOSSA. Ma che dici!

JOLE SANTELLI. Questo è il vostro ordine del giorno!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghe per favore!

GINO BUCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GINO BUCCHINO. Signor Presidente, trattandosi di una questione che riguarda diritti della persona umana vorrei chiedere la votazione a scrutinio segreto su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anch'io volevo fare la stessa richiesta, magari aspetto la risposta e poi mi permetterò di fare un'ultima osservazione.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, non sono in grado ovviamente di rispondere Pag. 9ad alcune pregevoli obiezioni formulate da parlamentari come l'onorevole Colombo, mentre su quelle relative ai richiami al diritto credo sia indispensabile qualche precisazione.
La prima, rispondendo all'onorevole Zaccaria, è che come Governo ci sforziamo di tener presente l'insieme del sistema e questo, a fronte dell'introduzione del reato di ingresso clandestino, prevede una serie di esimenti. Le prevede esplicitamente già nella norma - per esempio, non si commette il reato quando c'è il respingimento o la richiesta di asilo - e anche in altre disposizioni già presenti nell'ordinamento. Quella riguardante la nascita per la donna immigrata irregolare che dà alla luce il bambino è un'esimente che esiste e che rappresenta un norma speciale rispetto alla norma generale costituita dal reato di ingresso clandestino.
All'onorevole Capano vorrei far presente che ha ragione quando dice che non si parla del permesso di soggiorno fino a sei mesi nell'articolo 19 del testo unico il quale, invece, disciplina il divieto di espulsione. Tuttavia questo divieto viene specificato nell'articolo 28 del regolamento di attuazione del testo unico dell'immigrazione, dove si parla della necessità di rilasciare il permesso di soggiorno per sei mesi. Come sempre, le leggi vanno lette per intero!
Vorrei sottolineare un ultimo aspetto, ricordando quanto ho già detto ieri sera in totale solitudine - avevo solamente la compagnia dell'onorevole Giachetti e di qualche altro parlamentare - che vi è da parte del Governo una proposta di riformulazione dell'ordine del giorno Capano n. 9/2180-A/60. In particolare, proprio sul punto specifico, il Governo accetta un ordine del giorno di questo tipo, a condizione che venga riformulato sostituendo il dispositivo come segue: «impegna il Governo ad applicare la norma di cui all'articolo 1, comma 22, lettera f), nel senso che essa non fa alcun riferimento alla dichiarazione di nascita del figlio o al riconoscimento dello stesso e ciò anche attraverso eventuali circolari interpretative».
Mi sembra che sia difficile essere più chiari di così e quindi anticipo, se me lo permette, signor Presidente, quello che avverrà tra qualche minuto con l'accoglimento formale di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta di votazione a scrutinio segreto, avanzata sull'ordine del giorno Bucchino n. 9/2180-A/14 vorrei solo ricordare che si tratta di documenti di indirizzo che sono rivolti al Governo.
La questione è stata sottoposta alla Giunta per il Regolamento il 7 febbraio 2002 e il 7 marzo 2002. Il Presidente e la Giunta, in tale occasione, esclusero la possibilità di accedere al voto segreto in relazione a questo tipo di documenti. Leggo testualmente: «non possono di per sé incidere sui principi e sui diritti costituzionali di cui all'articolo 49, comma 1, in quanto l'oggetto proprio di tali votazioni è la determinazione di indirizzi al Governo che, come tali, non producono immediatamente effetti sui principi e diritti richiamati dallo stesso comma 1 dell'articolo 49». Pertanto, la Presidenza non può che conformarsi a tale decisione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, come sempre accade quando ci sono dei precedenti, non possiamo che uniformarci a questi. La richiesta che le faccio, signor Presidente, però, siccome mi sembra che l'interpretazione sia piuttosto discutibile - non possiamo che accettarla, essendo un precedente - è di chiedere al Presidente di rivedere in Giunta per il Regolamento questa decisione, perché mi sembra lasci qualche perplessità.
Mi permetto di spendere alcune parole - e chiedo se sia possibile un minimo di attenzione da parte dei colleghi - mi rivolgo anche al Governo - a proposito dell'ordine del giorno che ci accingiamo a votare. Ho ascoltato il collega Mantovano ed anche apprezzato il fatto che nella Pag. 10giornata di ieri - quando questo accade, essendo raro, va sempre ricordato ed anche valorizzato - è stato qui, ha interloquito con noi, ha cercato anche di vedere quali erano le parti in termini di riformulazioni che potevano consentire di accogliere degli ordini del giorno.
Ho la sensazione, però, che l'onorevole Mantovano, non so se per una difficoltà politica o altro, continua ad intervenire - così come hanno ricordato alcuni nostri colleghi - ponendo questioni che avranno sicuramente un valore, ma che a mio avviso non sono strettamente legate al preciso dispositivo di questo ordine del giorno.
Rivolgo un appello soprattutto a quei deputati del Popolo della Libertà - credo che in questi casi se lasciassimo da parte le strumentalizzazioni e la demagogia sarebbe un bene - che in una precedente occasione, quando si doveva affrontare questo provvedimento, avevano manifestato, anche credo con forza, determinate perplessità su alcune questioni particolari.
Vorrei semplicemente dire a tutti noi e a quei deputati del Popolo della Libertà in modo particolare - rivolgo anche un invito al Governo ad essere magari un po' meno deciso, ponendo la possibilità di rimettersi all'Aula su questo - che quella di cui stiamo discutendo è la materia sulla quale, avendo portato a casa un intero provvedimento - sul quale ciascuno ha il suo giudizio per i tre voti di fiducia ed anche giustamente con la rivendicata vittoria da parte della Lega (Commenti del deputato Torazzi) - di una certa pesantezza, ciò che vi chiediamo, con forza e disponibilità, è di approvare un ordine del giorno che non riguarda i delinquenti o chissà chi, ma le donne in una particolare condizione, che è quella di gravidanza.
L'ordine del giorno chiede semplicemente un impegno al Governo di adottare - quindi, non di farlo adesso - ulteriori iniziative normative volte a prevedere una norma che applichi la sentenza della Corte costituzionale n. 376 del 27 luglio 2000 e che estenda il divieto temporale di espulsione delle donne incinte, portandolo da sei a dodici mesi.
La pietra dello scandalo, dopo che avete portato a casa un provvedimento di cui ovviamente vi assumete la responsabilità, è semplicemente approvare un ordine del giorno che chiede che questo periodo sia esteso da sei a dodici mesi. Penso che alcune battaglie - anche di valore - che abbiamo rispettato e che sono state fatte all'interno del Popolo della Libertà in ragione di un provvedimento che manifestava delle perplessità forse potrebbero trovare, su un ordine del giorno che chiede una cosa così semplice e forse anche così dovuta, il modo di manifestarsi.
Lo dico veramente senza alcun tipo di polemica, ma forse varrebbe la pena che una volta dentro quest'Aula su una cosa che penso ragionevole e che non scardinerà questo grande e importante provvedimento che avete portato a casa forse, varrebbe la pena magari di manifestare l'esigenza di venire incontro ad una situazione che mette in evidenza la condizione di una situazione di debolezza sulla quale probabilmente si potrebbe intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la sua prima riflessione sarà sicuramente sollecitata, eventualmente nella Giunta per il Regolamento, la questione che lei ha posto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, visto che l'onorevole Giachetti ha rivolto un appello ai deputati del Popolo della Libertà, rispondo a loro nome. Innanzitutto contesto al collega Giachetti due errori. Il primo è quello di rivolgersi ai deputati del nostro gruppo, perché il suo compito sarebbe quello di rivolgersi ai deputati del suo gruppo per orientarne il voto. Il secondo errore è quello di cercare di strumentalizzare demagogicamente una questione sulla quale c'è già stata una riflessione da parte del Governo e del Parlamento e si è giunti ad una soluzione. Pensare che l'approvazione di un ordine del giorno come questo possa significare Pag. 11qualcosa di concreto è un errore, perché o si modifica la norma oppure approvare un ordine del giorno che impegna genericamente il Governo a valutare di spostare da sei a dodici mesi il periodo significa fare solo ed esclusivamente demagogia.

MATTEO MECACCI. Avete posto la questione di fiducia!

ITALO BOCCHINO. Il punto è un'altro: noi responsabilmente abbiamo previsto la possibilità, nel caso in cui il clandestino (o la clandestina) abbia un figlio nel nostro Paese, di fargli avere un permesso di soggiorno di sei mesi. In questo modo, tuteliamo contemporaneamente l'esigenza di una norma che il Parlamento vuol dare al Paese con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, e quindi con l'impossibilità di permanere nel nostro Paese, se non in maniera regolare, nonché le ragioni umanitarie che, per quel caso specifico, prevedono la possibilità di un permesso di soggiorno di sei mesi. Ciò significa consentire al bambino di nascere in un Paese particolarmente avanzato dal punto di vista medico-sanitario e di trascorrervi i primi mesi della propria vita, che sono quelli più delicati anche per i rischi che potrebbero insorgere in questo periodo. Poi, dopo sei mesi, alla scadenza di questo permesso straordinario, si prevede il rientro nel Paese d'origine. Quindi, mi sembra che ci sia stata una scelta ponderata e tutto il resto - lasciatecelo dire - è solo una battaglia politica e demagogica, perché l'approvazione di questo ordine del giorno non cambierebbe nulla nella sostanza, rispetto ad una scelta di fondo che, come ho cercato di spiegare, ha tenuto ben conto delle ragioni umanitarie di chi partorisce in Italia seppur da clandestino (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, mi rivolgo proprio all'onorevole Bocchino. Forse noi avremmo voluto modificare la norma, ma voi avete posto la questione di fiducia e per noi era un po' difficile poter fare questo tipo di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, ci rimane solo l'ordine del giorno.
Mi voglio appellare anche ai componenti e alla presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia di cui faccio parte: che vi sia almeno un po' di buonsenso, perché veramente avete superato ogni limite. Mi rivolgo anche al Ministro Carfagna che purtroppo non è presente: stiamo discutendo in Commissione affari sociali... Scusate, signor Presidente, vorrei un po' di silenzio perché...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

DANIELA SBROLLINI. Grazie, signor Presidente. Stiamo discutendo in Commissione affari sociali del garante per l'infanzia e ci troviamo a dover discutere di questo tema in questo modo razzista come stiamo facendo questa mattina. È veramente inaccettabile, è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Mi sembra che le posizioni siano chiare.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo perché sono interdetto di fronte all'intervento dell'onorevole Bocchino. Egli ha voluto parlare ex cathedra in modo da dare un'indicazione cogente e coercitiva a tutti i deputati del Popolo delle Libertà. Ma in questo caso non siamo di fronte ad una materia di fede, ma di sensibilità umana.
Egli finge di dimenticare che, nel Popolo della Libertà, vi sono tante sensibilità di persone che, nei confronti dei minori, hanno già espresso una particolare posizione che è stata scritta in un documento firmato da 101 deputati. Se voi ci aveste consentito di votare sui singoli articoli e sui singoli emendamenti, queste diverse Pag. 12sensibilità, diverse evidentemente da quelle dell'onorevole Bocchino, sarebbero venute in considerazione.
Ecco perché noi riteniamo che, su questioni che investono la coscienza sociale e la coscienza civile delle persone, sia legittimo, anzi sia doveroso, rivolgersi a tutto il Parlamento e a ciascun parlamentare che rappresenta la nazione e se stesso nel segreto della propria coscienza. Questo è il motivo per cui noi avremmo gradito, signor Presidente, che vi fosse stato un dibattito e un voto sui singoli problemi. Spero che su questo ordine del giorno i parlamentari del Popolo della Libertà, senza che ciò significhi per loro alcuna violazione del vincolo di coalizione, possano esprimersi con libertà di coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per associarmi a quanto detto dai colleghi su un ordine del giorno che anche semplicemente il buonsenso dice che dovrebbe essere accettato. Credo che bisognerebbe tenere in considerazione in maniera diversa le persone che aspettano un bambino e i bambini che sono nati in condizioni di per sé difficili. Si tratta di bambini che probabilmente nascono già segnati da una vita difficile e da situazioni di emarginazione, di fuga e di difficoltà; essi probabilmente si aspetteranno dalla vita qualcosa di più di quello che hanno avuto alla loro nascita.
L'idea di portare da sei a dodici mesi il divieto di espulsione mi sembrerebbe una norma di tipo umanitario, più che in punta di diritto anche con riferimento alla Corte costituzionale. Si tratterebbe di trattare in maniera diversa e più umana, più solidale e più accettabile delle donne e dei bambini che non hanno chiesto di venire al mondo, ma che hanno diritto viceversa al riconoscimento della loro dignità che così, rimandando di sei mesi l'espulsione, potrebbero forse vedersi riconosciuta in un Paese civile come il nostro, piuttosto che nei loro Paesi di origine.
Mi sembrerebbe quindi davvero una norma importante, positiva, umana, un segnale buono in un pacchetto sicurezza e in giornate difficili, come tutti sappiamo, in cui noi siamo divisi su posizioni di fondo, ma su questo potremo trovare un accordo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bucchino n. 9/2180-A/14, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci sono difficoltà, onorevole Casini? Onorevole Castagnetti, onorevole Stefani, onorevole Cosentino, onorevole Boccia, onorevole Sardelli, onorevole Livia Turco. Onorevole Castagnetti, a posto? Onorevole Corsaro, onorevole Traversa. C'è nessun altro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: Vergogna! Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 485
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato
232
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Onorevole Murer, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/15, non accettato dal Governo?

DELIA MURER. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 13

DELIA MURER. Signor Presidente, innanzitutto voglio ricordare che questo è un ordine del giorno perché non ha potuto essere un emendamento, quindi ritengo che sia abbastanza sgradevole che in quest'Aula ci si dica che gli ordini del giorno non servono a niente.
L'ordine del giorno a mia prima firma interviene su un problema che riguarda chi ha perso un lavoro regolare. Ieri in molti interventi ho ascoltato dei parlamentari che dicevano di non essere contro un'immigrazione regolare, né contro chi ha già un lavoro. Questo ordine del giorno sottolinea il fatto che in un momento di crisi chi perde il lavoro, se non lo ritrova entro sei mesi, diventa clandestino e ciò ha conseguenze molto rilevanti per lui, ma anche per la famiglia, per i figli e per la comunità.
In un momento in cui diciamo che non vogliamo aumentare, anzi, che vogliamo combattere l'immigrazione clandestina, prevediamo una norma che, di fatto, incrementa l'immigrazione clandestina. Pertanto, l'ordine del giorno, anche in questo caso, chiede che si attivino misure economiche e normative per estendere il periodo del permesso di soggiorno per coloro che cercano lavoro di almeno altri sei mesi, passando da sei a dodici mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, diventa difficile continuare un dialogo sereno in quest'Aula anche perché si ascoltano delle giustificazioni che sono alquanto puerili da parte del Governo e della maggioranza sull'argomento oggetto dell'ordine del giorno.
Cosa vuole significare, da parte della maggioranza, dire che gli ordini del giorno hanno un significato relativo e che quasi non valgono niente, quando è stata posta la questione di fiducia e all'interno di quest'Aula si va avanti a colpi di fiducia? Dove e come possiamo discutere con una maggioranza che è ipocrita sotto tutti i profili e che non riesce a capire che il dialogo con l'opposizione e le minoranze è un fatto cruciale per la democrazia (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi!

DOMENICO SCILIPOTI. Come si può concepire un disegno di legge in cui si prevede quello che sta passando all'interno di quest'Aula, ossia che le madri che sono clandestine in Italia non possono per la legge riconoscere i proprio figli? Siamo veramente ai limiti della follia, siamo ai limiti della spregiudicatezza e questo è un clima che si sta instaurando lentamente, non riconoscendo, non i parlamentari, ma qualcosa di più importante che è l'essere umano.
Noi, all'interno di questo Parlamento, sia di destra che di sinistra, che diciamo di essere cattolici, cristiani, che professiamo una fede, di fronte all'essere umano ci scordiamo di tutto: questo Parlamento, infatti, voterà in ordine all'impossibilità per una madre clandestina di riconoscere il proprio figlio e alla sua conseguente adozione da parte di qualcuno.
Siamo veramente all'assurdo, signor Presidente, quando il capogruppo del PdL afferma con forza e con grande tranquillità che gli ordini del giorno non servono a niente e viene posta la questione di fiducia e dite di voler discutere: ma su cosa vogliamo discutere? Su cosa dobbiamo parlare, considerato che volete delegittimare, giorno dopo giorno, questo Parlamento per creare una situazione non di fascismo, che potrebbe essere nobile per voi, ma un sistema razzista e nazista (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo a sostegno di questo ordine del giorno per chiedere quali intenzioni Pag. 14abbia il Governo rispetto alla crisi economica. Il 2009 sarà l'anno in cui più alta e forte sarà la sofferenza dei luoghi di produzione, dove più aumenteranno i lavoratori che, se sono protetti, avranno la cassa integrazione, altrimenti saranno licenziati.
Tutti i lavoratori immigrati non hanno diritto alla cassa integrazione. Mi chiedo che intenzioni hanno le piccole e medie aziende del Veneto e del Nord-est fruttuoso, forse di perdere la manodopera che hanno formato finora e a cui hanno insegnato a lavorare? Come si intende mantenere il rapporto tra questi lavoratori e le aziende? A questo punto che significa dire di «no» ad un ordine del giorno del genere? Questo è un atteggiamento ideologico!
Cosa ci state dicendo, forse che non avete intenzione di prendere provvedimenti sulla crisi? Si tratta di un numero importante di lavoratori nelle nostre imprese che producono percentuali a due cifre del nostro PIL. Prendendo un atteggiamento del genere e dando una valutazione di questo tipo sull'ordine del giorno, voi state compiendo delle scelte gravi per il Paese non soltanto dal punto di vista ideologico, umano e morale, ma anche dal punto di vista semplicemente economico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, credo che l'ordine del giorno presentato sia di estrema razionalità. Inviterei il sottosegretario a considerare ciò che sta avvenendo nelle aree più industrializzate di questo Paese, dove i licenziamenti e il ricorso alla cassa integrazione si sono fatti estesi.
Vi sono molti lavoratori immigrati che sono, non in cassa integrazione, ma fuori e rischiamo non solo che vengano respinti, ma anche che tutto un patrimonio di professionalità, di addestramento al lavoro e di integrazione sia disperso. Pertanto, aumentare la possibilità oltre i sei mesi a me sembrerebbe una questione di buon senso, solo e puramente di buonsenso: a questo io mi appello.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ci preoccupiamo di stravolgere il sistema di gestione dell'anagrafe (consolidato ormai in centinaia di anni) per quanto riguarda il riconoscimento dei nati e il diritto dei morti di essere quanto meno seppelliti, o dei clochard di potere risiedere sotto i ponti come comunque fanno. Tuttavia, colleghi, non ci preoccupiamo di ciò che sta succedendo a migliaia di lavoratori e imprese al nord dove oggi Alitalia abbandona l'hub di Malpensa, le imprese e i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Quelli saranno i prossimi clochard e i prossimi abbandonati sul nostro territorio.
Noi stiamo nascondendoci dietro il fumo, mentre l'Italia sta soffrendo e soffre su scelte che invece qualcuno qui aveva garantito di difendere ad oltranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Murer n. 9/2180-A/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, onorevole Calderisi, onorevole Corsaro? Onorevole Sposetti, ad impossibilia nemo tenetur, Onorevole Castagnetti, onorevole Fogliardi... Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 15

(Presenti 497
Votanti 492
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato
231
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Galati e Binetti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Livia Turco n. 9/2180-A/16, non accettato dal Governo.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, vorrei proporre una riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Livia Turco n. 9/2180-A/16: «impegna il Governo a individuare le misure opportune affinché per questi ragazzi, una volta divenuti maggiorenni, siano individuati percorsi di inserimento sociale e lavorativo, riducendo così il rischio (...)».

PRESIDENTE. Onorevole Livia Turco, accetta la riformulazione?

LIVIA TURCO. Signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione perché, trattandosi di un problema molto importante, credo sia giusta una risposta, seppure parziale, nei termini indicati dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'ordine del giorno Binetti n. 9/2180-A/17, non accettato dal Governo.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, anche in questo caso vorrei proporre una riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Binetti n. 9/2180-A/17. Al primo capoverso: «impegna il Governo a mantenere per tutti i minori presenti nel nostro paese indipendentemente dalla condizione (...)» fino a «consultori»; il secondo capoverso: «a garantire la continuità delle cure anche attraverso l'assistenza pediatrica di base».

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Binetti accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/17.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mosella n. 9/2180-A/18, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma a quest'ordine del giorno, che in qualche modo richiama il mio ordine del giorno n. 9/2180-A/11, sul quale vorrei spiegare perché sono rimasta molto interdetta.
Prima dell'inizio della seduta il sottosegretario Mantovano mi aveva offerto una possibilità di riformulazione ed ero pertanto convinta che avrebbe tenuto fede a questa possibilità.

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, deve concludere. Lei è già intervenuta due volte...

ROSA DE PASQUALE. Respingendo quell'ordine del giorno, al contrario, il Governo dimostra di non voler sostenere i vigili urbani, né le reti di cittadini che sul territorio...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole De Pasquale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

Pag. 16

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, trovo sorprendente che questo ordine del giorno non venga accettato dal Governo. Mi perdoni il sottosegretario Mantovano, ma che credo abbia letto l'ordine del giorno che ho avuto modo di illustrare con molta chiarezza. Sostanzialmente si tratta di riconoscere in termini molto semplici la capacità del nostro Paese di essere accogliente, valorizzando associazioni, movimenti e gruppi che già svolgono questo tipo di lavoro.
Allora, veramente bisogna immaginare che state costruendo un Paese di associazioni di ronde. Infatti, non volete aiutare le associazioni che già svolgono questo lavoro, le stesse che stanno operando in Abruzzo e delle quali avete tessuto lodi. Sono le stesse che si sporcano le mani in prima linea per svolgere un lavoro di integrazione e di accoglienza.
Vorrei sapere dal signor sottosegretario, per il quale nutro stima e riguardo, quali sono le sue motivazioni.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, ci mancherebbe altro che si disconosca l'importanza del lavoro svolto dalle associazioni giovanili. Però, in primo luogo, il riferimento alla cosiddette ronde non vale, perché noi per le cosiddette ronde stiamo stabilendo delle regole delle quali sono garanti il prefetto e il Comitato per la sicurezza e che prevedono l'esatto contrario di quanto accade per le associazioni di privati cittadini, ovvero che non ricevano nessun tipo di contributo come condizione per poter operare.
Ma l'argomento pregiudiziale, rispetto al quale però, se lo ritiene, sono disponibile ad un accantonamento e a valutare una formulazione adeguata, che non dia il senso di un'opposizione al merito, è che questa materia è di competenza esclusiva degli enti locali. Quindi, si chiede al Governo di assumere degli impegni che, poi, dovranno rispettare gli attori del sistema delle autonomie. Il parere semplicemente si fonda sul rispetto del garbo istituzionale; dopodiché, se vogliamo salvare la sostanza, propongo di accantonare l'ordine del giorno e troviamo una formulazione più adeguata.

PRESIDENTE. Onorevole Mosella?

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, a me sta bene.

PRESIDENTE. Pertanto, l'ordine del giorno Mosella n. 9/2180-A/18 è accantonato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Sbrollini n. 9/2180-A/19, Miotto n. 9/2180-A/20 e Lenzi n. 9/2180-A/21, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2180-A/19, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini, onorevole Corsaro, onorevole Traversa, onorevole Migliori, onorevole Bosi, onorevole Delfino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
233
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 17
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Miotto n. 9/2180-A/20, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Corsaro, onorevole Girlanda, onorevole Traversa, onorevole Versace, onorevole Conte, onorevole Razzi, onorevole Ciriello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 493
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
231
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenzi n. 9/2180-A/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello, onorevole Traversa, onorevole Corsaro, onorevole Mura.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
232
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Grassi n. 9/2180-A/22, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Pedoto n. 9/2180-A/23, Narducci n. 9/2180-A/24 e Corsini n. 9/2180-A/25, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pedoto n. 9/2180-A/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello, onorevole Girlanda, onorevole Moroni, onorevole Lehner, onorevole Mazzarella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
235
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Narducci n. 9/2180-A/24, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Corsaro, onorevole Razzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 497
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
235
Hanno votato
no 262). Pag. 18

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Corsini n. 9/2180-A/25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, onorevole Sardelli, onorevole Razzi, onorevole Veltroni, onorevole Coscia, onorevole Girlanda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
235
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Causi n. 9/2180-A/26, non accettato dal Governo.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, ritiro il mio ordine del giorno, perché il sottosegretario ha aperto la possibilità di discutere di questo problema antiestorsione in occasione del disegno di legge in materia che è oggi all'esame della Commissione giustizia. Per non pregiudicare l'iter, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lulli n. 9/2180-A/27, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lulli n. 9/2180-A/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, onorevole Barani, onorevole Girlanda, onorevole Simeoni, onorevole Patarino, onorevole Martinelli, onorevole Sposetti, onorevole Sardelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 496
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato
231
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Gnecchi e Tenaglia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Viola n. 9/2180-A/28, accettato dal Governo, purché riformulato.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo, ma insisto comunque per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Viola n. 9/2180-A/28, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, onorevole Lehner, onorevole Castellani, onorevole Razzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazioni).

(Presenti 508
Votanti 493
Astenuti 15
Maggioranza 247
Hanno votato
470
Hanno votato
no 23).

Pag. 19

Prendo atto che le deputate Bernini Bovicelli e De Girolamo hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Mantini n. 9/2180-A/29, accettato dal Governo, purché riformulato.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la proposta di riformulazione, ma non possiamo accettarla perché qui il problema è duplice. Il Governo dice che l'ordine del giorno impegna il Governo a proporre in sede europea una collaborazione con la Libia per l'apertura di uffici e filtri umanitari in Libia.
Noi, però, chiediamo anche una seconda cosa: con la ratifica del Trattato con la Libia in data 3 febbraio 2009, si sono decise anche collaborazioni per azioni comuni di pattugliamento delle coste; ma queste azioni, che implicano anche i respingimenti, possono ben svolgersi se sono conformi alle norme del diritto internazionale, che prevedono anche il rispetto dei diritti dei profughi e dei richiedenti asilo ai sensi della Convenzione di Ginevra.
Noi, perciò, con questo ordine del giorno chiediamo anche un impegno del Governo italiano con la Libia affinché il Trattato sia interpretato in modo coerente con il diritto internazionale e dunque vi sia riconosciuta la possibilità di apertura di uffici in Libia.
Tale richiesta deve essere formulata direttamente dal Governo italiano alla Libia - anche con la collaborazione dell'Unione europea, è fuor di dubbio -, perché con il Trattato si danno 5 miliardi di dollari dei cittadini italiani alla Libia e sarebbe dunque bene che la Libia si impegnasse alla collaborazione nel controllo delle frontiere, ma anche al rispetto dei diritti umani stabiliti dal diritto internazionale.
Insomma, un Trattato che non fosse conforme e coerente con le norme del diritto internazionale, sarebbe invalido; quindi noi chiediamo al Governo un impegno diretto per un'interpretazione del Trattato con la Libia coerente con il diritto internazionale.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, probabilmente diciamo le stesse cose non parole diverse; però, in materia di rapporti internazionali, le parole hanno un peso. Se devo mantenere il testo originale dell'ordine del giorno, esso è quanto meno poco rispettoso nei confronti delle prerogative di uno Stato sovrano, perché si chiede all'Italia di dire alla Libia di interpretare il Trattato in un determinato modo.
In realtà la formulazione che propone il Governo evita di fare intendere alla Libia la nostra posizione come una sorta di sottomissione e con il coinvolgimento dell'Unione europea si punta ad un'interpretazione concordata, che è più rispettosa della sovranità di tutti. Ribadisco quindi la proposta di riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, si tratta di una questione di cui abbiamo discusso a lungo nelle settimane scorse, quando purtroppo abbiamo approvato in Aula il Trattato con la Libia. Voglio però dire al sottosegretario Mantovano che qui non si parla dell'interpretazione del diritto libico: si parla dell'interpretazione del diritto italiano, perché il Trattato Italia-Libia vige nel nostro ordinamento e il nostro ordinamento deve rispettare la Convenzione ONU sui rifugiati, come ha chiesto l'Alto Commissario ONU per i rifugiati e come ha anche richiamato il Segretario generale delle Nazioni Unite. Pag. 20
Voi vi apprestate a dare 5 miliardi di dollari a Gheddafi, avete stipulato un accordo su pattugliamenti congiunti che state svolgendo in modo illegale ai sensi del diritto italiano. Pretendere dall'Italia un impegno politico in sede bilaterale, affinché si chieda al dittatore Gheddafi, che vi apprestate a ricevere con visita di Stato dal 10 al 12 giugno in Italia, di rispettare questi diritti, non è un'ingerenza negli affari interni degli Stati, ma è semplicemente rispettare la nostra Costituzione e il diritto internazionale che vige in tutti i Paesi civili (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantini n. 9/2180-A/29.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantini n. 9/2180-A/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Torrisi, onorevole Simeone, onorevole Girlanda, onorevole Realacci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 490
Astenuti 10
Maggioranza 246
Hanno votato
237
Hanno votato
no 253).

Ricordo che l'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/2180-A/30 è stato dichiarato inammissibile.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Galletti n. 9/2180-A/31, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galletti n. 9/2180-A/31, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Girlanda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
236
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Ciccanti e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Libè n. 9/2180-A/32, accettato dal Governo, purché riformulato.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il Governo che accetta questo ordine del giorno e per ribadire - mi sembra doveroso - che la riformulazione ammorbidisce il concetto. Ogni volta che vi è da prendere impegni a favore delle forze dell'ordine o delle forze che garantiscono la sicurezza sul territorio, questo Governo è sempre molto, molto timido, al di là degli slogan che vengono lanciati sui giornali e sulla stampa. Piuttosto che niente, accettiamo comunque la riformulazione proposta e non insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pezzotta n. 9/2180-A/33, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pezzotta n. 9/2180-A/33, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevoli Torrisi e Mondello hanno votato... onorevole Ghirlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 493
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
235
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2180-A/34, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vietti n. 9/2180-A/35, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vietti n. 9/2180-A/35, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Beccalossi... l'onorevole Martinelli ha votato... onorevole Coscia... onorevole Cenni... onorevole Cesare Marini, è la terza volta che non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
242
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2180-A/36, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2180-A/36, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Martinelli... onorevole Bellotti... onorevole Girlanda... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
244
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bosi n. 9/2180-A/37, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 22
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bosi n. 9/2180-A/37, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Barani... onorevole Milanese... onorevole Biava... onorevole Lehner... onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
236
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Farina Coscioni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2180-A/38, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2180-A/39, non accettato dal Governo.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, mi meraviglia il parere contrario del Governo e voglio soltanto leggere a quest'Aula, che probabilmente non lo ho fatto, ciò che questo ordine del giorno chiede al Governo in relazione al centro di identificazione e di espulsione di Gradisca d'Isonzo. Esso impegna il Governo «ad adottare ogni utile iniziativa volta ad eliminare le criticità citate, accogliendo in tempi rapidi le richieste avanzate dalla questura di Gorizia» (non dall'onorevole Compagnon o dal gruppo dell'UdC, ma dalla questura di Gorizia).
A me pare difficile, in un momento delicato per la sicurezza, sconfessare non tanto l'ordine del giorno di un parlamentare, quanto le richieste provenienti dalla questura di Gorizia, che credo sia un pezzo importante dello Stato.
Il sottosegretario sicuramente avrà le sue buone motivazioni, ma mi pare che l'impegno chiesto sia quanto meno doveroso e soprattutto normale, rispetto alla richiesta avanzata dalla questura di Gorizia.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, in realtà, avevo chiesto di intervenire sul precedente ordine del giorno Occhiuto n. 9/2180-A/38. Purtroppo, lei non mi ha visto, ma poco importa.

PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole D'Ippolito Vitale.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Comunque, con il suo permesso, vorrei cogliere l'occasione per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in questione e per esprimere la soddisfazione per l'accettazione da parte del Governo di un ordine del giorno riguardante una questione importantissima, l'organico della magistratura in Calabria, rispetto al quale segnatamente in più occasioni ho sottolineato l'urgenza di interventi al Governo.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, ritengo che la richiesta di chiarimenti da parte dell'onorevole Compagnon meriti una Pag. 23precisazione. Al servizio del CIE di Gorizia sono impiegate 40 unità del reparto mobile della Polizia di Stato, 30 unità dei Carabinieri, 20 della Guardia di finanza e 70 militari, per un totale di 160 unità: quindi, siamo ben oltre la richiesta aggiuntiva di 70 unità che, peraltro, riguardando il personale di frontiera terrestre, concerne gli agenti della Polizia già impegnati in un'altra funzione sul territorio.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2180-A/39, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Compagnon n. 9/2180-A/39, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Torrisi... onorevole Stasi... onorevole Cesare Marini... onorevole Concia, è riuscita a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 499
Astenuti 5
Maggioranza 250
Hanno votato
237
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Farina Coscioni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/2180-A/40, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rao n. 9/2180-A/41, non accettato dal Governo.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, mi rivolgo al sottosegretario, che ha sempre seguito con grande attenzione questo provvedimento sin dall'inizio. Capisco che il nostro emendamento, a causa della questione di fiducia, sia stato respinto, ma, come avete potuto vedere, nei nostri emendamenti e nei nostri ordini del giorno non vi è stato nulla di pretestuoso, nessuna volontà di sottrarsi al confronto, piuttosto soltanto la richiesta di individuare soluzioni tecniche più efficaci nella prevenzione reale e nella repressione del crimine.
Nello stesso senso va il nostro ordine del giorno in materia di armi da taglio. Mi sembra che le armi da taglio, trasversalmente in quest'Aula e fuori da quest'Aula, siano riconosciute pericolose perché usate dai nostri ragazzi per le strade, in discoteca e persino a scuola. Abbiamo letto interviste e dichiarazioni del sindaco Alemanno, del Ministro Alfano e del Ministro Maroni in cui tutti hanno sostenuto che tali armi sono pericolose. Insomma, lo hanno sostenuto tutte le anime del centrodestra.
Dunque, il provvedimento in esame è in materia di sicurezza pubblica: mi deve spiegare, signor sottosegretario, in quale altro provvedimento altrimenti sarebbe dovuto entrare. Se quel segno era un parere favorevole, allora non insisto per la votazione e la ringrazio.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo, modificando il parere precedentemente espresso, accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/2180-A/41 e che il presentatore non insiste per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2180-A/42, non accettato dal Governo.

Pag. 24

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, scrivendo questo ordine del giorno, soprattutto nella premessa, immaginavo che vi sarebbero state perplessità da parte del Governo, in quanto esso era volutamente provocatorio. Infatti, volevo che rimanessero agli atti alcune considerazioni di cui siamo assolutamente convinti: l'introduzione del reato di clandestinità, a nostro avviso, non risolverà i problemi esistenti.
Comunque, esistono già leggi che avrebbero potuto affrontare questo problema. Capisco che la premessa poteva essere discutibile e che il Governo avrebbe potuto non accettarla; quello che mi è difficile capire è il parere sul dispositivo. In esso si chiede di contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina migliorando i canali di ingresso regolare dei nostri immigrati, e sottolineo soprattutto quello che riguarda i ricongiungimenti familiari.
È noto (non sono io ad affermarlo) che quando gli immigrati hanno una famiglia e una donna vicino, quando hanno una stabilità di affetti sono sicuramente meno portati ad entrare nel racket della criminalità, della clandestinità o della violenza. È noto che le famiglie svolgono una funzione importante di ammortizzatori, nel senso di aiutare queste persone ad una migliore, maggiore e più rapida integrazione.
Non capisco, allora, per quale ragione la proposta sui ricongiungimenti familiari viene respinta dal Governo, quando sono sicura che, per la loro sensibilità, le persone che ne fanno parte, cominciando dall'onorevole Mantovano, la pensano esattamente come me. Esprimo, quindi, tutta la mia meraviglia nel veder rifiutato un ordine del giorno che riguarda soprattutto i ricongiungimenti familiari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2180-A/42, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Lehner... onorevole Lunardi... onorevole Cicu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
234
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Lussana ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Tassone 9/2180-A/43, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, accolgo la riformulazione e non insisto per la votazione, perché credo che nella riformulazione vengano ad essere accolti lo spirito e la ratio che stanno a fondamento di questo ordine del giorno. Esso intende valorizzare un'iniziativa, quella dell'associazione Casa Africa, che, a mio avviso, svolge un'attività importante, fondamentale nel campo della formazione e dell'educazione degli immigrati. Inoltre, esso intende stabilire le condizioni e le occasioni per il trasferimento di questi immigrati nei Paesi di provenienza e creare le opportune condizioni per una collaborazione e un'interrelazione fra il nostro Paese e i Paesi africani.

Pag. 25

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/2180-A/44, accettato dal Governo, purché riformulato.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per avere accettato questo ordine del giorno e accetto la riformulazione. Volevo significare che...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, lei non può più intervenire, poiché ha già svolto due interventi, deve limitarsi a dichiarare se accetta o meno la riformulazione, per cortesia.

FEDERICO PALOMBA. La accetto, ma volevo spiegarne le ragioni...

PRESIDENTE. Non può farlo, perché è già intervenuto due volte e non può intervenire nuovamente... lex dura lex!

FEDERICO PALOMBA. Io non sono mai intervenuto su nessun ordine del giorno.

PRESIDENTE. Questo è quanto mi risulta.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/2180-A/44, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2180-A/45, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2180-A/45, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Brunetta? Ha votato. Onorevole Bosi, prego, la attendiamo... onorevole Simeone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
229
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/2180-A/46, non accettato dal Governo.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, non capisco perché il sottosegretario abbia espresso parere contrario sul mio ordine del giorno e spiego il perché. Signor sottosegretario, nel provvedimento che avete predisposto, avete aumentato a centottanta giorni il periodo di permanenza temporanea nei centri d'identificazione ed espulsione. Avete giustificato la permanenza nei medesimi centri in base a fattori tecnici, che riguardano non solamente la problematica all'interno dei CIE ma anche quella esterna, cioè quella concernente gli Stati che non forniscono cooperazione attraverso le procedure di snellimento, che dovrebbero essere funzionali e dovrebbero fare in modo, nel giro di trenta, sessanta o al massimo novanta giorni, di ottenere la documentazione necessaria per incidere, sotto l'aspetto tecnico, sui cittadini extracomunitari. Credo, pertanto, che sia iniquo e lesivo delle libertà personali non rispettare questa impostazione, attraverso la trasparenza di quegli Stati che devono collaborare nell'identificazione dei propri cittadini. Ritengo anche che, a volte, alcuni Stati non ne abbiano le effettive capacità: ad esempio, in molti di questo Paesi, non c'è neanche un sistema di anagrafe sufficientemente sviluppato per cercare di arrivare a questo tipo di identificazione. Pag. 26
Non capisco allora perché si voglia aumentare a centottanta giorni la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, in tal modo aumentando i costi per lo Stato italiano. Forse non sapete quanto costa una persona che rimane nei centri, al di là dell'aspetto del fermo o dell'attività che viene condotta dai confronti dell'extracomunitario. Non capisco perché non si vogliano porre in essere atti finalizzati a promuovere delle opportunità di collaborazione tra questi Stati e di diminuire il tempo necessario, attraverso l'istituzione e il consolidamento indispensabile di nuclei centrali specializzati in grado di offrire l'aiuto necessario alle forze territoriali per risolvere questo problema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paladini n. 9/2180-A/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi. Onorevole Di Caterina. Sottosegretario Craxi. Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
232
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole, che i deputati Giammanco e Abrignani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Sardelli e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori del successivo ordine del giorno insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/2180-A/47, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti. L'onorevole Lehner ce l'ha fatta. Onorevole Girlanda. Onorevole Craxi, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
235
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Bosi e Misiti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2180-A/48, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2180-A/48, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner? Onorevole Girlanda? Onorevole Bosi? Onorevole Sposetti? Onorevole Lunardi? Onorevole Raisi? Facciamo l'appello! Tutti hanno il diritto di avere una postazione funzionante, onorevole Quartiani!
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 27
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
241
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che le deputate De Micheli, Coscia e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2180-A/49, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2180-A/49, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Girlanda? Onorevole Mazzuca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
239
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito a votare, che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Galati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2180-A/50 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2180-A/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
235
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Galati e Golfo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2180-A/51 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2180-A/51, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Martinelli? Onorevole Iannarilli? Onorevole Lehner? Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 28

(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
240
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che i deputati Boniver, Galati e Golfo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2180-A/52, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2180-A/53, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2180-A/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi? Onorevole Nizzi? Onorevole Cicchitto? Onorevole Martinelli? Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
242
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che i deputati Alessandri e Boniver hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/2180-A/54, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/2180-A/54, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina? Onorevole Mondello? Onorevole Galati? Onorevole Antonino Foti? Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 504
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
242
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laganà Fortugno n. 9/2180-A/55 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laganà Fortugno n. 9/2180-A/55, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 29

Onorevole Cesare Marini? Onorevole Galati? Onorevole Mondello? Onorevole Strizzolo? Onorevole Marchi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 501
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
241
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/2180-A/56 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/2180-A/57, accettato dal Governo, purché riformulato.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, non accetto la riformulazione proposta dal Governo e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/2180-A/57, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
(Commenti del deputato Sposetti). Scusatemi, non vi ho visto... segnalatelo agli uffici. Chiedo scusa, le altre volte abbiamo atteso.. non vi ho rilevato... lo dica agli uffici, lo sappiamo che è qui, non l'ho vista, le altre volte abbiamo atteso.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato
233
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati Coscia, Rampi, Duilio, Sposetti e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Nizzi, Bellotti e Sardelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/2180-A/58, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, potrei conoscere la riformulazione per cortesia?

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a ripetere la riformulazione proposta sull'ordine del giorno Lovelli n. 9/2180-A/58.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, la riformulazione proposta è la seguente: «impegna il Governo a una particolare attenzione per le esigenze di sicurezza connesse ai raduni musicali denominati rave party».

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/2180-A/58, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bobba n. 9/2180-A/59, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 30giorno Bobba n. 9/2180-A/59, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, onorevole Lehner, onorevole Zorzato, onorevole Cicchitto, onorevole Cesare Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
243
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Capano n. 9/2180-A/60, accettato dal Governo, purché riformulato.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, credo che un attimo dobbiamo approfondire a cosa serva questo ordine del giorno ed anche la riformulazione proposta dal Governo. Il sottosegretario ci ha detto che la norma è chiara e che non si applica al caso del riconoscimento del figlio perché quella è una norma nell'interesse del figlio e non dello straniero, mentre l'articolo 6 riguarda le norme nell'interesse del figlio.
In realtà non è così. Infatti, quando si riconosce un bambino si acquisisce lo status di genitore e quindi quello è un atto che è nell'interesse dello straniero. È dunque evidente che ricadrebbe nell'obbligo, che con questo disegno di legge introduciamo nell'ordinamento, dell'esibizione del permesso di soggiorno e quindi è chiaro che, in caso di assenza, si avrebbe l'impossibilità della dichiarazione e l'immediata apertura delle procedure di adottabilità che non sono impugnabili da parte del genitore biologico.
Allora, è evidente che avremmo dovuto, con una norma, dire quello che diciamo oggi con l'ordine del giorno. Infatti, come il sottosegretario Mantovano sa, purtroppo gli ordini del giorno non interpretano le norme, ma ci vuole quanto meno un'altra norma. Rimane pertanto l'ambiguità. Dobbiamo accontentarci di ridurre il danno e di far sì, visto l'impegno del Governo anche tramite circolari, a far arrivare agli uffici di stato civile il chiarimento che la norma che è stata scritta non si applica. Infatti, solo così potremo evitare che anche un solo un ufficio la applichi.
Vorrei ricordare, signor Presidente, che stiamo parlando di madri, bambini e diritti inviolabili della persona...

PRESIDENTE. Mi dice che cosa chiede al Governo?

CINZIA CAPANO. Mi sembra strano che l'Assemblea non se ne occupi fino a questo punto. Se qualcuno sbaglia questo vuol dire che anche solo un bimbo...

PRESIDENTE. Ma accetta la riformulazione o no?

CINZIA CAPANO. Ci arrivo...

PRESIDENTE. Ci deve arrivare subito!

CINZIA CAPANO. Invito il Governo a cambiare questa norma al Senato. Nel frattempo, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Antonino Russo n. 9/2180-A/61, Samperi n. 9/2180-A/62 e Calvisi n. 9/2180-A/63, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 31giorno Antonino Russo n. 9/2180-A/61, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti3
Maggioranza 244
Hanno votato
233
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano, Ruggeri e Calgaro hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Samperi n. 9/2180-A/62, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Golfo... onorevole Lunardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
232
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che i deputati Mazzarella e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calvisi n. 9/2180-A/63, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi...onorevole Golfo... onorevole Lunardi... sottosegretario Cosentino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti3
Maggioranza 245
Hanno votato
239
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Prendo atto che l'onorevole Rossomando non accetta la riformulazione proposta dal Governo per il suo ordine del giorno n. 9/2180-A/65 e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rossomando n. 9/2180-A/65, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Barbareschi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 32

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti3
Maggioranza 249
Hanno votato
237
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati De Micheli, Zucchi, Ferranti e Compagnon hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Onorevoli colleghi, ho saltato l'ordine del giorno Fontanelli n. 9/2180-A/64, non accettato dal Governo. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fontanelli n. 9/2180-A/64, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchi... onorevole Marchignoli... onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
237
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Compagnon e Naccarato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno Velo n. 9/2180-A/66.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, rettificando il parere espresso ieri sera, il Governo accoglie l'ordine del giorno Velo n. 9/2180-A/66 come raccomandazione.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno Velo n. 9/2180-A/66.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Velo n. 9/2180-A/66, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Codurelli n. 9/2180-A/67 e Oliverio n. 9/2180-A/68, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/2180-A/67, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
225
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Realacci, Codurelli, Naccarato e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Di Virgilio e Saltamartini hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il Pag. 33deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/2180-A/68, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 498
Astenuti4
Maggioranza 250
Hanno votato
238
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Girlanda ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Moro n. 9/2180-A/69, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner, onorevole Calvisi, onorevole Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 504
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
243
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/2180-A/70, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner, onorevole Touadì, onorevole Scilipoti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
241
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Galati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Onorevole Touadì, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/71, non accettato dal Governo?

JEAN LEONARD TOUADI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi tocchiamo un altro diritto fondamentale, quello al matrimonio. L'antropologia culturale, signor Presidente, ci insegna che il matrimonio è uno dei diritti fondamentali che strutturano la socializzazione dell'essere umano e tutte le società devono attenersi a questo. Quindi, noi chiediamo che il diritto al matrimonio venga rispettato e soprattutto che venga rispettato il diritto al matrimonio dei cittadini comunitari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 34

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Touadì n. 9/2180-A/71, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 500
Astenuti 5
Maggioranza 251
Hanno votato
238
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Cera e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Schirru n. 9/2180-A/72, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
236
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Cera e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati De Micheli e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pollastrini n. 9/2180-A/73, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, onorevole Moffa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 496
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
236
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/2180-A/74, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Capano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 505
Astenuti 4
Maggioranza 253
Hanno votato
243
Hanno votato
no 262).

Pag. 35

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Onorevole Bernardini, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2180-A/75, non accettato dal Governo?

RITA BERNARDINI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno riguarda i centri di identificazione e di espulsione. Ieri il sottosegretario Mantovano ha detto che non avrebbe accolto tutti quegli ordini del giorno che in realtà riguardano azioni e fatti che il Governo già mette in atto.
Ora la situazione dei centri di identificazione e di espulsione è già drammatica oggi; figuriamoci cosa potrà accadere da domani, cioè da quando il trattenimento presso queste che sono vere e proprie prigioni passerà da due mesi a centottanta giorni. Quindi, già attualmente vi è una condizione di assoluta invivibilità e non lo stanno dicendo i radicali, ma lo ha sostenuto nella scorsa legislatura la Commissione guidata da De Mistura che ha affermato che la situazione sicuramente non rispettava gli standard internazionali. Pertanto, chiediamo che il Governo si assuma delle responsabilità per migliorare la situazione di chi è costretto a stare all'interno dei CIE.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/2180-A/75, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... Onorevole Livia Turco... Onorevole Briguglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 514
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
246
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2180-A/76, accettato dal Governo, purché riformulato.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, devo una risposta al sottosegretario e amico Mantovano sulle ragioni che mi impediscono di accettare la riformulazione che ha proposto. L'ordine del giorno ripercorre la discussione che si è svolta nelle Commissioni riunite in relazione alla disposizione che farà parte del nostro ordinamento e che prevede la sanzione dell'esclusione dalle gare nei confronti di quelle vittime dell'estorsione o della concussione che, nell'ambito di un processo a carico di terzi e sulla base della richiesta di rinvio a giudizio adottata dal pubblico ministero nei confronti di questi terzi, risulti che non abbiano denunciato i fatti.
Vi è stato un confronto nelle Commissioni, purtroppo anche un confronto mediatico, che ha riportato gli argomenti relativi alla discussione sulla norma in concreto ad altre questioni. Questo ordine del giorno non fa altro che ripercorrere le ragioni che erano state assunte in quel dibattito e in quel confronto, per esprimere alcune preoccupazioni che, grazie alla presenza del Ministro, ci permettiamo di sottolineare. Infatti, quel meccanismo astrattamente - è una delle questioni che avevamo posto - potrebbe consentire che, soltanto sulla base di un mafioso che è sottoposto alle indagini, si adotti la sanzione dell'esclusione senza nemmeno sentire la persona interessata.
Noi abbiamo ribadito che accettiamo molto volentieri il confronto sull'innalzamento della soglia della responsabilità sociale nei confronti della lotta contro la criminalità; chi parla avrebbe apprezzato, Pag. 36ad esempio, la possibilità di inserire nell'obbligo di denuncia non soltanto le vittime del reato, ma anche coloro che sono eletti nelle assemblee legislative, senza distinzioni, o addirittura coloro che fanno parte delle associazioni degli industriali o sindacali qualora abbiano conoscenza dell'esistenza di reati commessi dalla criminalità mafiosa. Quindi, signor Ministro, non posso accettare la riformulazione, perché difendo le argomentazioni che non erano a favore o contro una lobby, questioni che non ci interessano, ma erano volte ad adottare disposizioni efficaci e concrete nella lotta contro la criminalità.
Questo è il monitoraggio che abbiamo chiesto al Governo insieme all'esigenza di verificare se non sia arrivato il momento di attuare con un Testo unico un complesso di norme organiche per sconfiggere la mafia sul suo terreno. Ciò, al fine di riportare la lotta alla criminalità organizzata all'interno della società civile e al fine di dimostrare che, accanto alle vittime, ci siamo anche noi parlamentari eletti nelle assemblee legislative in prima fila. Inoltre, per non lasciare sole le vittime del reato.
Ecco perché, sottosegretario e amico Mantovano, non posso accettare la riformulazione del mio ordine del giorno, in quanto contiene e difende la dignità dei membri del Popolo della Libertà che nelle Commissioni riunite hanno espresso argomentatamente le loro ragioni su questo complesso e delicato punto (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Italia dei Valori).

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo è orgoglioso di aver proposto all'interno del disegno di legge sulla sicurezza la norma dell'originario articolo 34 che rappresenta, sulla base delle sollecitazioni venute dalle associazioni di categoria maggiormente impegnate (a cominciare da Confindustria), una svolta culturale, prima ancora che giuridica e politica, nella prevenzione e nel contrasto della criminalità mafiosa. È una svolta culturale che chiama in quest'opera di contrasto la responsabilità anche di coloro che (perché a questa fascia di soggetti si riferisce la norma) gestiscono pubblici appalti, quindi ricevono una particolare fiducia da parte delle istituzioni pubbliche, dello Stato e dell'Unione europea, il cui denaro viene poi impiegato per l'utilità di tutti.
Si tratta di una norma oggettivamente controversa proprio perché rappresenta un'assoluta novità per l'ordinamento, il che consente di raccogliere gli spunti contenuti nell'ordine del giorno come sollecitazioni critiche ad una verifica della sua attuazione. Il Governo aveva proposto una riformulazione in quest'ottica ed è disponibile ad accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2180-A/76, accolto dal Governo come raccomandazione.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Contento n. 9/2180-A/76, testè accolto dal Governo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/2180-A/77, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 37giorno Sani n. 9/2180-A/77, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mannucci... onorevole Mondello... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 510
Astenuti 3
Maggioranza 256
Hanno votato
242
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fallica n. 9/2180-A/78, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/2180-A/79, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, ringrazio la benevolenza del sottosegretario Mantovano sempre gentile e cortese nella forma, ma durissimo nella sostanza come ha dimostrato poco fa. Accetto la riformulazione e non insisto per la votazione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Angeli n. 9/2180-A/80, formulato dal Governo.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, ci rendiamo conto del mancato accoglimento, perché la normativa italiana non prevede lo ius soli. Tuttavia, ci auguriamo che l'Esecutivo possa procedere all'analisi di una proposta di legge che ho già provveduto a sottoporre agli uffici competenti e che rispecchia le direttive europee in materia.

PRESIDENTE. Quindi ritira l'ordine del giorno?

ALDO DI BIAGIO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossa n. 9/2180-A/82 accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2180-A/81, accettato dal Governo, purché riformulato.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente vorrei chiedere al sottosegretario come ha inteso riformulare l'ordine del giorno.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Credo che risulti dagli atti; comunque, propongo di riformulare l'ordine del giorno nel senso di mantenere il terzo periodo della parte motiva e con l'impegno del Governo a predisporre futuri interventi di incremento del processo di integrazione degli immigrati e poi così come segue.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno. Passiamo all'ordine del giorno Mosella n. 9/2180-A/18, accantonato in precedenza e che il Governo non aveva accettato. Erano forse in corso trattative, possiamo conoscerne l'esito?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. No, in realtà non c'è stato il tempo di trattative; comunque, la riformulazione del dispositivo potrebbe essere nel senso di impegnare il Governo a concordare con il sistema delle autonomie il sostegno per le associazioni giovanili, sportive, culturali, religiose così come Pag. 38si dice nell'ordine del giorno, in favore dell'integrazione degli stranieri nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mosella n. 9/2180-A/18.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Dobbiamo ora passare alle dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta, che avrà luogo tra pochi minuti. Sospendo pertanto brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,40 è ripresa alle 11,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2180-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà, per tre minuti.

SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, i deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche esprimeranno un voto di astensione sul provvedimento in materia di sicurezza. È un'astensione motivata dal giudizio positivo in ordine a misure che possono effettivamente consentire una difesa della legalità e dal giudizio negativo su norme che hanno un impatto mediatico, ma che, al di là del manifesto che propongono all'opinione pubblica, non consentono una politica di prevenzione e di sicurezza.
Il voto di astensione è imposto anche dalla scelta del Governo di porre la questione di fiducia, che non soltanto non ha consentito al Parlamento di operare nel merito del provvedimento, ma che è stata posta al fine di reinserire misure già respinte dal voto dell'Assemblea della Camera, su cui sarebbe stato possibile, come è avvenuto quando l'Assemblea ha potuto pronunciarsi, esprimersi nuovamente attraverso il voto segreto.
Non intendiamo sostenere o proporre ipocrisie: la materia dell'immigrazione, nel corso di questi anni, è stata subordinata alla contrapposizione pregiudiziale tra Governo e opposizioni. Riteniamo fondamentale che siano rafforzate e sostenute regole che consentano di regolamentare e di estendere le forme di controllo e di gestione dell'immigrazione regolare e possano sottrarre alla criminalità immigrati irregolari che hanno impieghi di lavoro e, quindi, sono già parte della nostra società.
Nel contempo, condividiamo una ferma politica nei confronti dell'immigrazione clandestina tenendo conto del fatto che tale fenomeno è gestito da organizzazioni criminali, attraverso il traffico di esseri umani. È un fenomeno che nulla ha a che fare con il riconoscimento del diritto d'asilo, dovuto laddove siano verificati i requisiti necessari. Diritto d'asilo a chi ne ha i requisiti e politica dei respingimenti possono coesistere se l'Italia assume l'impegno a che in Europa vi siano regole certe, chiare e comuni e che sia ritenuta fondamentale la ricerca di accordi bilaterali con i Paesi da cui ha origine l'immigrazione clandestina. L'introduzione del reato di immigrazione clandestina apparentemente condivide questa politica, ma in realtà ne contraddice i principi.

PRESIDENTE. Onorevole Brugger, la prego di concludere.

SIEGFRIED BRUGGER. Occorrono non più immigrati in carcere, ma meno immigrati clandestini nel nostro territorio.
Avrei altre cose da aggiungere, ma, essendo scaduto il tempo, ripeto che la componente delle Minoranze linguistiche si asterrà su questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Pag. 39linguistiche e Misto-Liberal Democratici-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà, per tre minuti.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi della componente Liberal Democratici-MAIE voteremo «no» al disegno di legge in materia di sicurezza, per due ordini di motivi. Il primo è metodologico: siamo, infatti, all'ennesima richiesta di fiducia. In questo caso, sono state poste ben tre questioni di fiducia sullo stesso provvedimento. Governare per decreti-legge ci riporta all'autorizzazione che il Reichstag diede al Governo nazista del 1933. Nella migliore delle ipotesi vi è una democrazia dall'alto, che si contrappone ad una vera e propria democrazia partecipativa. Il Parlamento è stato spodestato ancora una volta delle sue prerogative, nonostante il monito del Presidente Napolitano al Governo.
Inoltre, questo provvedimento non è altro che un melting pot di varie disposizioni in materia di sicurezza, alcune delle quali degne di nota, come quelle che riguardano le misure contro i boss e la criminalità organizzata, ma che avrebbero meritato un dibattito parlamentare sicuramente più approfondito.
Inoltre, il secondo vero motivo per cui noi non possiamo votare «sì» a questo provvedimento, riguarda il merito. Si tratta di un provvedimento che prevede misure assolutamente inefficaci per fronteggiare la pericolosità sociale dei criminali sul nostro territorio.
Introdurre, infatti, il reato di clandestinità, altro non fa che peggiorare ancora di più i pericoli derivanti dall'immigrazione clandestina, altro non fa che sottolineare ancora una volta l'incapacità del Governo di gestire e governare il fenomeno migratorio.
Vorrei soltanto ricordare che il problema dell'immigrazione in Italia (intendo riferirmi soltanto a quella clandestina) deriva dall'incapacità di riuscire a governarlo. È il Governo di centrodestra che ha governato l'immigrazione negli ultimi anni, è la legge Bossi-Fini che si è dimostrata un vero e proprio fallimento in materia.
È una legge che andava sicuramente rivista e che ancora non si intende rivedere, ma viene introdotto, quando non si sa risolvere il problema, un nuovo tipo di reato, che renderà l'immigrazione ancora più sommersa. Ciò senza dimenticare che gli immigrati irregolari, oltre a costituire un problema per la collettività, ma anche per se stessi, dati i pericoli che corrono sul nostro territorio, perché diventano preda della criminalità organizzata (pensiamo anche ai minori stranieri non accompagnati, e così via), saranno anche dei rei, quindi braccati.
Io, come donna e come madre, sono anche per questo seriamente preoccupata per quello che potrà succedere nel nostro Paese. Anziché creare di reati di questo tipo, perché non vi siete accorti prima che in Italia sono entrati clandestinamente dall'inizio dell'anno circa 6.500 immigrati clandestini? Perché soltanto adesso vi siete resi conto che si poteva applicare il diritto internazionale?
Lo avete invece fatto alla vigilia di ben tre votazione di fiducia. Usate gli immigrati per fare politica e propaganda ed è per questo motivo, perché riteniamo questo provvedimento assolutamente inefficace e che andrà ad aggravare la situazione della sicurezza nel nostro Paese, che noi Liberal Democratici-MAIE votiamo «no» (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-MAIE e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà per tre minuti.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, permettetemi prima di tutto di ringraziare gli amici del Partito Sardo d'Azione, che, rinnovando un'antica tradizione di cooperazione politica - ricordo che negli anni Sessanta faceva parte del gruppo repubblicano alla Camera il sardista Melis - ci hanno consentito di formare la componente a nome della quale ho l'onore di parlare. Pag. 40
I repubblicani hanno già votato la fiducia e quindi voteranno a favore del provvedimento. Abbiamo dato e diamo un giudizio complessivamente positivo, dopo che sono state stralciate le parti più odiose del provvedimento. Mi riferisco, in breve, ai presidi-spia e ai medici-spia. Altri punti potrebbero essere rivisti e resi più compatibili con il ruolo di una Nazione, l'Italia, che si picca di essere maestra di civiltà e culla del diritto.
Tuttavia è necessario ricordare che ormai, più che di immigrazione, si tratta di «un'invasione dolce». Stiamo attenti, però, a non cadere in un neorazzismo paradossale, che ci porta a indicare come via di soluzione l'apartheid milanese.
Un Paese come il nostro, Paese di emigranti spesso clandestini, ha il dovere della memoria e l'obbligo di trovare strumenti democratici sempre e comunque per limitare un fenomeno che causa molta apprensione tra gli italiani: strumenti di democrazia e di legalità anche nell'ambito dei trattati internazionali che l'Italia ha sottoscritto.
Sul problema umanitario, il Governo si appresta ad un'offensiva diplomatica in Europa e nel mondo, per far sì che il problema migratorio, ancorché, per oggettivi motivi di opportunità geografica, si riversi sulle nostre sponde del Mediterraneo, sia un problema europeo e mondiale, dimostrando con i fatti che l'attuale condizione non è più sopportabile per il nostro Paese.
Elementi, dunque, di democraticità e legalità devono essere il fondamento per la ricerca di una giusta soluzione. Qualche giorno fa ho avuto l'onore di presentare, insieme ad altri, un libro di Alan Dershowitz, il più importante o comunque il più famoso penalista degli Stati Uniti, in cui viene citata un'osservazione di William Brennan, giudice della Corte Suprema d'America.
Brennan osserva: «La lotta per preservare le libertà civili, avendo sullo sfondo queste minacce alla sicurezza, seppure difficili, reca in sé l'impegno di costruire dei baluardi di libertà che possono resistere alla paura e al panico generati da pericoli improvvisi, baluardi che aiutano a garantire che una Nazione in lotta per la sua sopravvivenza non sacrifichi quei valori nazionali che rendono la lotta meritevole di essere combattuta».
Il giudizio attiene allo Stato di Israele, che ha ben altri problemi sulla sicurezza, ma i baluardi della libertà, oltre i quali sarebbe barbarie, devono essere retti da ogni popolo e in qualunque momento della sua storia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani Regionalisti Popolari).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà per sei minuti.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro è un Paese costretto a fare i conti con quella che oramai è considerata una delle grandi emergenze di questo secolo: l'esplosione del fenomeno immigratorio. A ben guardare, si tratta di un fenomeno complesso, dovuto a cause profondamente diverse, che non consentono di assimilare chi fugge da una guerra, dalla povertà e dalla miseria, dalla violenza e dalle persecuzioni a chi viene nel nostro Paese per delinquere e quindi per destabilizzare il nostro equilibrio sociale.
L'immigrazione non può certamente essere arrestata, perché è parte della storia dell'umanità: va però gestita nell'interesse dei Paesi di origine e di quelli di destinazione dei flussi migratori e soprattutto nell'interesse degli stessi immigrati.
La nostra storia ci insegna che, dalla Sicilia come dal Veneto, gli italiani nel recente passato hanno dovuto confrontarsi direttamente con la necessità di abbandonare la propria terra per cercare fortuna all'estero: abbiamo conosciuto ciò che significa l'intolleranza e l'emarginazione legata alla condizione di migrante. Su questi temi non si può non tener conto dell'autorevole monito de L'Osservatore Romano, che ha denunciato con fermezza il rischio di una deriva razzista che impone una rinnovata tensione ed azione pedagogica, che si fondi su valori quali il rispetto della dignità umana, la solidarietà e la condivisione Pag. 41tra i popoli: tutti presupposti sui quali costruire una nuova politica dell'accoglienza.
Tuttavia, oggi riteniamo necessario un nuovo approccio rispetto a tale problema, un approccio che sposti il baricentro della accoglienza tout court ad una maggiore consapevolezza dei nostri mezzi e ad una possibile integrazione dello straniero. Fermare la crescente immigrazione verso il nostro Paese per impedire che decine di migliaia di persone abbandonino la propria terra, che non è più in grado di offrire loro opportunità, è possibile avviando politiche di partenariato e sostenendo lo sviluppo economico nei Paesi di provenienza.
A tale riguardo, denunciamo la latitanza dell'Unione europea: manca infatti in tale sede una politica che garantisca la sicurezza delle frontiere, che contempli l'apertura di canali di immigrazione legale, che favorisca l'integrazione dei migranti e soprattutto che crei occasioni di sviluppo nel nord Africa.
L'Unione europea, a nostro avviso, dovrebbe anche assumere un ruolo più ampio nella gestione delle emergenze umanitarie connesse ai flussi migratori e al richiedente asilo nell'organizzazione di campagne di informazione efficaci sulle condizioni nei Paesi di accoglienza dell'Unione europea, inclusi i criteri per l'ottenimento dell'asilo e della gestione dell'accoglienza.
Onorevoli colleghi, al di là di approcci di carattere propagandistico o meramente retorico, è evidente come nel nostro Paese esista una richiesta sempre più pressante ed un'esigenza legittima da parte della collettività di difesa e garanzia di livelli adeguati di sicurezza pubblica. Ed a questa pressante richiesta della società civile il Governo ha voluto rispondere prevedendo anche strumenti quali le cosiddette ronde.
Dal nostro punto di vista, pur apprezzando il coraggio e l'abnegazione di queste associazioni di cittadini, non possiamo non rilevare che si tratta di uno strumento insufficiente e destinato ad una verifica sul campo.
Pur non essendo pregiudizialmente contro, non vi è dubbio che preferiamo - e come noi la stragrande maggioranza degli italiani - affidare la tutela dell'incolumità personale dei nostri figli, quella nostra e del nostro patrimonio a chi è istituzionalmente preposto e addestrato, e cioè alle forze dell'ordine. A tale riguardo, ribadiamo la nostra ferma contrarietà ad ogni misura che riduca le potenzialità operative delle forze dell'ordine, come quelle operate da recenti misure economico-finanziarie che hanno comportato ingenti tagli alle spese correnti ed agli investimenti.
Con esplicito riferimento al testo, il Movimento per l'Autonomia accoglie con favore l'emendamento del Governo sostitutivo dell'articolo 2, che reca disposizioni in materia di contrasto alla criminalità mafiosa, così come l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 3, che reca disposizioni in materia penale e di sicurezza pubblica.
In particolare, vorrei sottolineare il comma 19, che introduce nel codice penale il delitto di impiego di minori nell'accattonaggio.

PRESIDENTE. Onorevole Commercio, la invito a concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Abbiamo poi apprezzato il fatto che non figura più, nel testo definitivo, la previsione normativa che obbligava i medici ospedalieri e quelli del Servizio sanitario nazionale a denunciare all'autorità giudiziaria quei clandestini che si fossero loro rivolti per chiedere assistenza e cure sanitarie, le quali debbono piuttosto essere un diritto di tutti a prescindere dalla razza, dalla religione e dalla condizione sociale.

PRESIDENTE. Onorevole Commercio, deve concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Il voto favorevole che ci accingiamo ad esprimere sul provvedimento - e concludo, signor Presidente - rappresenta Pag. 42un'ulteriore testimonianza di quella coerenza che unisce gli alleati nella condivisione dell'azione di Governo e dell'attuazione del suo programma (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente del Consiglio, che non c'è (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà), che non c'è neanche stavolta che viene a chiederci la fiducia e che anche stavolta si comporta come quello che chiede ad uno di andare in matrimonio e neanche si presenta sull'altare... Signor Presidente del Consiglio, l'Italia dei Valori voterà contro questo provvedimento perché non è un pacchetto sicurezza, ma un «pacchetto propaganda».
La più grave trovata propagandistica di questo provvedimento sta nel fatto che non vi sono né fondi, né risorse, né mezzi per garantire sicurezza, ma solo chiacchiere e spot elettorali.
Dove sono i fondi per le forze dell'ordine? Dove sono gli istituti penitenziari in grado di garantire l'applicazione del carcere, sia esso per quelli che si trovano nelle condizioni di cui all'articolo 41-bis, sia esso per tutti quei clandestini che poi alla fine volete mettere dentro? Dove sono i magistrati nelle aree scoperte? Dov'è l'aumento dell'organico del personale addetto alla sicurezza? Dove sono i provvedimenti che assicurano tempi certi per i processi?
Gliene cito uno, di provvedimento che poteva essere adottato per garantire la sicurezza, di un solo articolo: la prescrizione dei reati si interrompe definitivamente ogni volta che inizia l'azione penale. Occorre cioè mandare un segnale al Paese circa il fatto che vi è certezza del diritto e certezza della pena e che chi sbaglia paga.
Lo sa o non lo sa che solo l'anno scorso 200 mila processi sono finiti in prescrizione, con la conseguenza che 200 mila possibili delinquenti sono in giro e 200 mila vittime certe sono rimaste senza giustizia? Vi è la conseguenza ulteriore che migliaia e migliaia di operatori del settore giustizia e sicurezza hanno lavorato a vuoto e miliardi di euro sono stati spesi, tutti per una norma che lei, signor Presidente del Consiglio, che non c'è, si è fatto fare per sé e per qualche amico suo, ossia la prescrizione dei reati, per non rispondere dei fatti davanti alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Lei ha ragione, signor Presidente del Consiglio, che non c'è: c'è bisogno di più sicurezza nel nostro Paese, ma proprio per fare questo c'è bisogno di agire sul serio e non di fare spot elettorali.
D'altronde lei non è nuovo a questa propaganda, tipica del suo antico predecessore cui tanto si rifà. Lo ha fatto per il caso Alitalia, lo ha fatto per il caso Napoli, lo ha fatto per il caso Abruzzo, facendo credere agli abruzzesi che oggi è possibile ricostruire con i fondi che arriveranno nel 2032, quando ormai saranno già morti. Lo fa ogni giorno con la miriade di volte che sposta gli stessi soldi da un capitolo all'altro per far credere che sta provvedendo a tutti e a tutto, proprio come faceva, appunto tanti anni fa, il suo predecessore, che spostava quattro cannoni arrugginiti da un posto all'altro per magnificare l'inesistente potenza militare del fascismo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Lo sta facendo oggi in modo spudorato. Facciamo un esempio: il reato di clandestinità. Così come è stato congegnato non serve a nulla all'atto pratico - lo dico davvero a chi ci ascolta - fermo restando che per noi dell'Italia dei Valori è di per sé odioso, in quanto si sanziona penalmente una realtà soggettiva della persona, non una sua condotta, cioè si sanziona una persona per il fatto che è clandestino e non per il fatto che ha commesso una rapina o ha ammazzato una persona.
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori crediamo che il reato di clandestinità, così com'è congegnato, serve soltanto per rendere ancora più insicuro il nostro Paese, in Pag. 43quanto per espellere una persona questa situazione oggi è prevista come una sanzione penale. Ciò vuol dire che se ne devono occupare i tribunali, le procure, le forze dell'ordine che devono fare tutte la notifiche, insomma tutti gli ausiliari del settore giustizia. Si tratta, quindi, di estenuanti processi che non potranno portare a nulla, perché nessuno di questi immigrati dei barconi pagherà i 10 mila euro di ammenda. Se dopo l'espulsione rientrano nessuno potrà poi metterli in galera per il semplice fatto che in Italia ci sono meno di 40 mila posti letto nelle galere, e ci sono già 65 mila persone che stanno in galera. Se da domani in poi dobbiamo mettercene altri 500 o 600 mila - come prevede questo provvedimento - di fatto si tratta o di una presa in giro o di una norma che non ha alcun senso, proprio perché rende impossibile tutto questo. La verità è che trattasi di una mera norma-manifesto, o meglio di un mero manifesto elettorale buono per turlupinare i cittadini, ma senza in alcun modo risolvere il problema.
Più risorse, più finanze, più mezzi, più personale: questo abbiamo chiesto, e voi ci avete dato tre miliardi in meno per lo stanziamento a favore del comparto sicurezza e del comparto difesa. Invece di rafforzare le forze di polizia togliete loro delle risorse. Avete ridotto i fondi per gli straordinari, per le missioni, per la benzina e persino per l'armamentario.
E le ronde poi, cosa dire di queste ronde? Altra trovata propagandistica che nulla ha a che vedere con il reale bisogno di sicurezza. Basta riflettere su quello che formalmente dovrebbe essere il loro esclusivo compito. Secondo questa norma si dice che le ronde dovrebbero servire agli organi di polizia per segnalare eventi che possano arrecare danni alla sicurezza (quindi devono fare da centralino). C'era bisogno di una norma di legge per una cosa del genere? Già oggi qualsiasi cittadino, che si trovi solo o in compagnia, può denunciare (anzi in alcuni casi deve denunciare) situazioni di illegalità di cui viene a conoscenza o di cui è testimone.
La verità è un'altra. È che si vogliono fare ronde di squadristi, per andare in giro a fare i gradassi, le spacconate, il far west, un po' come ai tempi dell'apartheid, della caccia al negro da parte di bianchi ariani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
Insomma, si tratta di un ritorno al passato che mortifica il nostro Paese. Da qui poi vi è il concreto pericolo che le forze di polizia dovranno passare più tempo a correre appresso alle ronde che appresso ai delinquenti veri, più tempo a dirimere le tensioni che si creeranno nel territorio fra inseguiti e inseguitori, che si scontreranno per strada come nei vecchi scontri all'O.K. Corrall. Insomma, si tratta più di un film che di una verità drammatica. Vedrete, l'occasione sarà sfruttata da subito per fondare le ronde di partito, nuovi tutori della razza ariana, ed anche le ronde mafiose, quelle cioè che avranno più facilità di mascherarsi dietro una parvenza di legalità per controllare meglio e con più spudoratezza determinati territori in mano alla malavita.
Già me lo immagino io chi saranno i veri e reali reclutatori delle ronde a Casal di Principe o in altre zone simili (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Veniamo alla questione dei respingimenti. L'Italia dei Valori ritiene in sé la politica dei respingimenti una risposta legittima nei confronti di chi attraversa le nostre frontiere clandestinamente. Ma per così come essa è stata formulata è non soltanto una sparata propagandistica come il resto, ma è anche un atto disumano che non onora il nostro Paese. Certamente va stigmatizzata l'insufficienza dell'azione e per certi versi anche l'ipocrisia delle Nazioni Unite e dell'Unione europea. Chiedono a noi di farci carico di tutte le tragedie del Terzo mondo che arrivano sulle nostre coste, invece di costruire essi stessi e per primi ponti di solidarietà internazionale. Ma questa non può essere una buona ragione per permettere all'Italia di violare i trattati internazionali in materia di diritti umani. Certamente in Pag. 44Libia i diritti umani sono un optional, ma questo non legittima noi a comportarci nello stesso modo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Anche noi deploriamo i respingimenti per il modo in cui avvengono, senza alcuna preventiva verifica dello status soggettivo delle persone che si trovano sui barconi alla deriva nel nostro Mediterraneo: donne incinte, minori soli, perseguitati politici a cui viene negato il diritto di asilo. Diciamola tutta: la maggior parte dei migranti, clandestini e non, provengono dai Paesi dell'est, e quindi la caccia al barcone africano altro non è che l'ennesima espressione ed esplosione dell'intolleranza razzista e xenofoba di questo Governo, per il quale tutti i neri sono brutti e straccioni, di razza inferiore, da poter usare e buttare a proprio piacimento, proprio come si faceva una volta.
Noi dell'Italia dei Valori contestiamo questa concezione dell'immigrato, visto soltanto e sempre come un immigrato per il nostro Paese: 700 mila badanti straniere che badano ai nostri anziani, che ne facciamo di loro? Migliaia e migliaia di stranieri che hanno attività imprenditoriali e danno lavoro a noi stessi. Ci sono intelligenze e professionalità di cui l'Italia ha bisogno: perché rinunciarci? La verità è una e una sola: che va punito il criminale in quanto tale, italiano o straniero che sia, e non in base alla sua provenienza o al suo colore o, peggio ancora, alla sua religione.
Ma questo è tutto ciò che vogliamo far capire a questo Governo: un Governo che non vuole avere più sicurezza nel nostro Paese, ma vuole trasformare il nostro Paese in un Paese dell'intolleranza, in un Paese in cui si vuole negare la possibilità che persone di un diverso colore e di una diversa provenienza siano diverse da noi, un Paese fascista, xenofobo, razzista e piduista: questo vuole lei, signor Presidente del Consiglio! Per questo noi, prima o poi, riusciremo a mandarla a casa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, ha poco senso che noi ricordiamo oggi che questa è la quattordicesima posizione della questione di fiducia qui alla Camera dei deputati e, naturalmente, vorrei ricordarlo solo per i telespettatori, sia chiaro a tutti che la fiducia non viene posta perché il Parlamento perde tempo, perché siamo degli scansafatiche, ma viene posta perché vi sono divisioni insanabili nella maggioranza evidenziate nel voto segreto della scorsa settimana. C'è un esproprio del Parlamento che in realtà si combina perfettamente con l'idea di evitare i contrasti insanabili che su questo tema sono esplosi.
Il provvedimento è molta propaganda, poca sostanza. Non è un caso che alcune cose siano sparite, grazie anche alla battaglia dell'opposizione - penso ai professori-spia, ai medici-spia - mentre ne rimangono altre, su cui noi abbiamo grandissime perplessità. Penso alla stessa istituzione del reato di immigrazione clandestina, che è un reato che finirà paradossalmente per rendere ancora più complicata la pratica dei respingimenti, perché la sanzione amministrativa è sicuramente più efficace e celere.
Le ronde sono un'altra questione che noi non possiamo accettare e che, ben lungi dal dimostrare la faccia feroce dello Stato, dimostrano l'abdicazione dello Stato. È uno Stato che sembra fare ai cittadini un discorso di questo tipo: non riusciamo a difendervi con le armi della legalità, dei carabinieri, dei poliziotti, pertanto difendetevi da soli e cercate di fare meno danni possibili, noi vi disciplineremo un pochino queste ronde.
Le ronde non sono una soluzione, sono uno stato d'animo che viene regolamentato, ma il contrasto con la criminalità, che è una cosa sacrosanta, non può avvenire sulla base della retorica, della propaganda e delle strumentalizzazioni: il Pag. 45contrasto alla criminalità va condotto con le armi della legalità e con gli strumenti della democrazia.
Concordo con chi ha ricordato che i sindacati di polizia non sono mai stati così d'accordo come in questo periodo nel denunciare i tagli che sono stati fatti alle risorse destinate alle forze di polizia e ai carabinieri. Non c'è mai stata una funzione unificante come quella che ha svolto questo Governo nel mettere d'accordo sindacati di destra e di sinistra, tutti riuniti nella contestazione per i tagli brutali applicati sulle forze dell'ordine. Noi pensiamo che si difendano i cittadini e che si possa contrastare efficacemente la criminalità soprattutto concedendo più risorse al comparto della sicurezza e della difesa. Tra l'altro, invito i Ministri competenti a parlare con il collega Brunetta, perché, ancora una volta, c'è una valutazione del Ministro per la pubblica amministrazione su questo comparto che esclude quella specificità che dovrebbe essere un elemento acquisito.
In realtà, però, signor Presidente, mi sembra che qui ci sia una questione di fondo. C'è un balletto cinico e spregiudicato su un tema che è estremamente delicato; c'è un errore di fondo; si eccitano gli animi e si esasperano le paure; buonisti e cattivisti si rincorrono in un balletto cinico e spregiudicato. Lo Stato deve governare, lo Stato non può eccitare gli animi, lo Stato non può dimenticare che il suo compito è quello di infondere sicurezza ai cittadini, non impegnarsi in una sorta di eccitazione permanente degli animi e, magari, di giustificazione indiretta di quegli istinti xenofobi che, a volte, possono anche essere figli dell'esasperazione e dell'insicurezza dei nostri cittadini.
Ricordo le lacrime - sicuramente sincere - del Presidente Berlusconi in occasione della visita ai centri di raccolta pugliesi, dieci anni fa. Allora invocava l'umanità dello Stato, prima ancora di ogni repressione. Oggi il rischio è che il Presidente del Consiglio rincorra la Lega e Calderoli, che non a caso gli offre una tessera ad honorem.
Credo che lo Stato non debba essere né cattivo, né buono: lo Stato deve solo essere giusto (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori), deve essere comprensivo verso chi viene in Italia e assiste i nostri malati, i nostri figli, i nostri anziani e apre le nostre fabbriche. Lo Stato deve, invece, essere inflessibile verso i racket della prostituzione, della droga e della criminalità.
Ma allora mi pongo una domanda, e la vorrei porre anche a chi ci ascolta: è scomparso da questo provvedimento il tema dei medici-spia, ma se ci fossero stati i medici-spia, cosa avrebbe prodotto l'impossibilità per il clandestino di andare a farsi curare da un medico che lo avrebbe denunciato? L'effetto pratico sarebbe stato di due possibili tipi. Il primo, che l'eventuale extracomunitario clandestino che ha contratto una malattia, a rischio dell'incolumità degli italiani, non sarebbe andato a farsi curare, e questo certamente sarebbe stato grave per tutta la comunità nazionale. Ma la seconda e più facile conseguenza sarebbe stata di segno diverso, cioè in ogni grande città, come Milano, Torino, Genova e Roma, sarebbero sorti, accanto ai racket della prostituzione, della droga e della criminalità, i racket della sanità in nero, e si sarebbe ricorso al medico, ma a un medico in nero, e l'illegalità avrebbe prosperato non solo sulla prostituzione, sulla droga, sulla criminalità comune o sulle rapine in villa, ma avrebbe prosperato anche sulla sanità illegale.
Ecco perché, per fortuna, questa norma è stata cassata, ma il mio ragionamento è finalizzato a dire che con la demagogia non si va da nessuna parte e a volte, quando si fa la faccia feroce, il risultato è poi esattamente l'inverso di quello che ci si è proposti.
Abbiamo dunque due grandi categorie: quella degli extracomunitari onesti, che fanno il proprio lavoro, cui dobbiamo anche un ringraziamento come Parlamento perché, se non ci fossero, probabilmente parte dell'Italia si fermerebbe; abbiamo poi i delinquenti, il racket della prostituzione e della droga. Pag. 46
C'è però una terza categoria, onorevoli colleghi, una terza categoria sulla quale, in questo Parlamento, se vogliamo vedere oltre il nostro naso, non possiamo stendere un velo di silenzio. È la zona grigia e nebulosa di coloro che sono illegali ma non potenzialmente disonesti. Sono illegali perché spinti dalla disperazione ma vorrebbero integrarsi, sono illegali ma non vogliono scivolare nel racket della prostituzione, della droga e della criminalità (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori). Non dobbiamo dimenticare, allora, la politica inclusiva. Se facciamo solo una politica repressiva e dimentichiamo la necessità includente delle persone oneste, che magari sono spinte in uno stato di esasperazione dalle difficoltà mondiali che esistono, commettiamo un gravissimo errore.
Signor Presidente del Consiglio, a parte le nostre polemiche e la campagna elettorale, non dubito che lei fosse sincero quando è andato a vedere quello che era successo a seguito dell'affondamento di quella barca. Ero sincero come lei quando vidi una famiglia eritrea composta da un papà, una mamma e un bambino e da altri quattro bambini che erano stati buttati dagli scafisti a mare durante il tragitto dalla Libia all'Italia. Lo vidi a Lampedusa quando ero Presidente della Camera. Questa gente è illegale, quella gente era illegale, veniva spinta dalla disperazione, ma noi, che abbiamo ormai un'Europa con il 10 per cento di cittadini extracomunitari, noi che abbiamo aree del Paese che si fermerebbero se non ci fossero gli extracomunitari, possiamo far finta di non vedere questo dramma, di non sapere che ci sono un milione di cittadini spinti dalla disperazione sulle coste dei Paesi rivieraschi che aspettano solo un carico?.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER FERDINANDO CASINI. Non è vero che sono la teppa della criminalità raccolta lì che ci viene mandata apposta. Ci sono dei disperati, e poi ci sono dei criminali, come sempre capita. La nostra grande civiltà ci deve portare a distinguere, perché non possiamo metterci al livello di chi affronta una materia così complessa e drammatica per il mondo intero, come se potessimo distinguere tra i buoni e i cattivi solo in base ad un'esigenza preelettorale o a una strumentalizzazione politica.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER FERDINANDO CASINI. Concludo dicendo una sola cosa. Su un punto siamo d'accordo tutti: l'Europa non ci può lasciare soli. Signor Presidente del Consiglio, lei che spesso vanta il peso di questo Governo nella politica europea, lei deve, su questo punto, chiamare a reddere rationem l'Europa. Se andiamo a votare per le elezioni europee, dobbiamo ricordarci che sull'immigrazione illegale, così come sull'energia, l'Europa non può procedere in ordine sparso, perché è profondamente ingiusto che Malta, Cipro, Italia e Spagna siano lasciate ad amministrare un problema che è europeo come se fosse solo un problema loro. Su questo tema la vertenza deve essere nazionale.
Spero solo che, concluso questo dibattito, non si continui a parlare di problemi così terribilmente seri con l'esigenza e le teste rivolte alla campagna elettorale, perché con la propaganda un Paese non va avanti, una società non riafferma il principio di legalità ma va verso un futuro molto buio (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, Ministro Maroni, Ministri e colleghi, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Casini e devo dire che condivido la sua affermazione, quella cioè che con la demagogia non si va da nessuna parte. Infatti, con i suoi discorsi, Presidente Casini, non si va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Pag. 47
Con questo provvedimento manteniamo una promessa che abbiamo fatto in campagna elettorale, nel 2008, ma che abbiamo anche rinnovato e rinnoviamo tutti i giorni stando in mezzo alla gente. Mi riferisco alla promessa di affrontare e risolvere il problema gigantesco del contrasto all'immigrazione clandestina e della necessità di dare più sicurezza ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questo problema oggi lo affrontiamo e diamo delle soluzioni per risolverlo in tempi brevi. Il provvedimento al nostro esame contiene tanti elementi, come è stato ricordato: contiene una parte concernente il contrasto all'immigrazione clandestina, una parte che riguarda la sicurezza ed un'altra che riguarda il contrasto alla criminalità organizzata, ci sono, però, alcuni punti che sono stati molto dibattuti e che sono stati anche oggetto di alcune prese di posizione e di polemiche. Vorrei ricordarli perché si tratta dei punti salienti di questo provvedimento. Il primo è quello dell'introduzione del reato di immigrazione clandestina che non serve per mettere i clandestini in galera e aumentare la popolazione delle nostre carceri, ma serve, invece, per realizzare efficacemente le espulsioni.
Vorrei ricordare a quanti si riempiono la bocca di studiarsi le carte prima di parlare: esiste una direttiva, la n. 115 del 2008, la cosiddetta direttiva rimpatri dell'Unione europea, che stabilisce che per poter realizzare effettivamente un espulsione, e cioè non il semplice foglio di via, è necessaria una sentenza. Per questo è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina: per poter avere una sentenza ed espellere effettivamente chi non ha diritto di rimanere sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
In più vorrei ribadire l'effetto deterrenza: quando noi diciamo a tutti che qui l'immigrazione clandestina non è più tollerata, e anzi incoraggiata con quello che avete fatto quando siete stati al Governo negli ultimi due anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ma che l'immigrazione clandestina è contrastata, allora diventerà più difficile, in presenza di respingimenti, potere entrare nel nostro territorio (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei poter continuare il mio intervento, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Cota.

ROBERTO COTA. Dicevo che allora è chiaro che diventerà più difficile pensare di venire qui e fare quello che si vuole.
Un altro punto riguarda la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione fino a sei mesi: ciò serve per poter realizzare le espulsioni e cioè per identificare e per poter rimandare, poi, nei Paesi di origine gli immigrati irregolari. Infatti, quei Paesi che hanno sottoscritto gli accordi spesso non rimandano indietro i documenti in tempo, per questo serve tale lasso temporale. È la stessa direttiva europea che prevede un termine fino a 18 mesi per poter espletare queste procedure.
Ci sono paesi in Europa - altro che riempirsi la bocca con i diritti umani - che prevedono una permanenza a tempo indeterminato, come il Regno Unito, perché la priorità è quella di realizzare l'espulsione di chi è clandestino.
Ci sono, poi, altre norme importanti, quale quella sulle ronde. Vorrei chiedervi: lo sapete o no che i vostri amministratori locali utilizzano sistematicamente le ronde, ossia le associazioni dei cittadini, i volontari per la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Onorevole Casini, lo sa che i suoi uomini - non so se poi siano sotto le sue dirette dipendenze - hanno votato nelle regioni le leggi che regolamentano questa situazione e che sottoscrivono, a livello locale, i programmi che contemplano l'impiego di queste associazioni? Sono associazioni che si muovono nel rispetto della legalità e sotto le dirette dipendenze e dei sindaci (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FURIO COLOMBO. È falso!

Pag. 48

ROBERTO COTA. Potrei andare avanti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, lasciamo che il presidente Cota si esprima, dopo ci saranno gli interventi dei deputati appartenenti ad altri gruppi, i quali potranno esprimere il loro punto di vista.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei anche sottolineare...

PRESIDENTE. Lei comunque, onorevole Cota, si rivolga alla Presidenza.

ROBERTO COTA. Dicevo che vorrei sottolineare che ciò è sintomo di un'intolleranza che vorrei che lei rimarcasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ci sono altri aspetti di questo provvedimento che vorrei rimarcare, uno fra tutti quella norma che ha fortemente voluto il Ministro Maroni sul contrasto al racket e sul contrasto alla mafia. Voi non ne parlate di questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ma noi abbiamo stabilito che chi non denuncia i mafiosi non potrà più partecipare agli appalti pubblici.
Vedete, anche qui l'azione di contrasto alla mafia non si fa con le parole: o la si fa, o non la si fa. Il Ministro Maroni e questo Governo la stanno facendo grazie alla presenza della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ma, avviandomi alla seconda parte della mio intervento, vorrei dire che questo provvedimento non è l'unico, ma è un tassello di un mosaico...

FURIO COLOMBO. Mosaico delle leggi razziali!

ROBERTO COTA. ...che il Ministro Maroni ha messo in campo per il contrasto all'immigrazione clandestina e la tutela della sicurezza dei cittadini. Vorrei ricordare il Trattato di Prüm, che abbiamo appena approvato alla Camera, che consente l'identificazione delle persone attraverso la rilevazione della banca dati, i decreti legislativi sui ricongiungimenti familiari, il decreto sicurezza ed anche l'azione che il Ministro Maroni sta facendo a livello internazionale per fare in modo che l'Europa, che fino ad oggi non ha mai seriamente affrontato questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), affronti il problema del contrasto all'immigrazione clandestina perché non possiamo avere tutto noi sulle nostre spalle.
Da ultimo ricordo l'Accordo con la Libia che è stato finalmente attuato. Questo Accordo lo avete sottoscritto voi nel 2007, però c'è una differenza tra chi le cose le dice e che chi le cose le fa. In questo caso le cose sono state fatte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) perché questo accordo funziona (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e perché sono stati attuati, come voi tutti avete potuto vedere, i primi respingimenti.
Di fronte a tutto questo che cosa ci saremmo aspettati? Un atteggiamento, da parte loro, costruttivo, un sostegno a questo provvedimento che va nell'interesse di tutti e invece abbiamo visto alla realtà. La realtà qual è? Che da una parte ci sono il Ministro Maroni e la Lega, che è il partito della gente, che difende la sicurezza, che prende in esame ed accoglie le istanze che arrivano dal territorio ed una maggioranza che - devo dirlo - ha mantenuto la parola.

FURIO COLOMBO. Si vergognano di applaudire!

ROBERTO COTA. Infatti, questo provvedimento raccoglie tutti i temi che abbiamo voluto mettere a punto e invece, dall'altra parte, abbiamo un PD e un'opposizione che non perdono occasione per classificarsi come il partito che difende i clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), che difende i clandestini, invece di difendere gli interessi dei cittadini.
Avete perso l'ennesima occasione di rispondere alle istanze della gente e la Pag. 49figura la fate voi, questo è indubbio. Anche i voti li perdete voi, come continuate a perderne, elezione dopo elezione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Però, quello che posso dire a nome del gruppo della Lega è che potete andare avanti così e potete anche andare avanti a dire delle bestialità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) come quelle che abbiamo sentito e cioè che sono previste norme razziste e la violazione dei diritti umani.
Guardate che la gente è molto più intelligente di quante voi pensate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Ormai avete eretto un muro, siete nel Palazzo e avete eretto un muro rispetto al mondo che c'è fuori. Ma noi andremo avanti e il Ministro Maroni andrà avanti a difendere il diritto dei cittadini ed essere sicuri nelle proprie case a difendere un principio: che sul nostro territorio entra soltanto chi è in regola e chi ha un lavoro. Chi può entrare? Chi, una volta qui, rispetta le regole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Altro che razzismo, questa è giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni)!

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Vergogna!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, l'approvazione delle leggi e i dibattiti parlamentari sono sempre un'occasione per verificare la distanza tra le cose promesse in campagna elettorale e quelle che avvengono dopo le elezioni. Voi, maggioranza e Governo, avete fatto della sicurezza una bandiera sulla quale conquistare consenso e noi siamo i primi a dire che la lotta alla microcriminalità, agli scippi, alle rapine, alle violenze è e deve essere una priorità (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... siete già agitati prima che cominci a parlare...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, prima c'era qualcuno che richiamava gli altri alla tolleranza.

DARIO FRANCESCHINI. Deve essere una priorità per tutti coloro che sono impegnati in politica. Aggiungo per noi, che siamo una forza progressista, riformista, perché in particolare la microcriminalità colpisce i più deboli, più quelli che vivono nelle periferie urbane che non quelli che vivono nei quartieri residenziali. Colpisce più gli anziani che altre categorie sociali. Ma adesso è tempo di bilanci, anche perché voi non governate da un anno. Negli ultimi otto anni voi avete governato per sei anni ed è tempo di bilanci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Sulla sicurezza il vostro bilancio è di tradimento delle promesse elettorali ed è il bilancio di un fallimento totale, che tentate di coprire con dei proclami e con degli annunci ad effetto. La sicurezza si tutela con le forze dell'ordine. Da quando siete al Governo, nell'ultimo anno, avete tagliato 3,5 miliardi di euro al comparto sicurezza. Tutto ciò ha delle conseguenze, come sono venuti a dirci civilmente tutti i poliziotti e gli altri rappresentanti delle forze dell'ordine, costretti a venire davanti a Montecitorio e a manifestare davanti a tutte le questure italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sono venuti a dirci che non hanno i soldi per mettere la benzina nelle volanti, che non hanno i soldi per ripararle. Sono centinaia le volanti ferme nelle officine perché non ci sono i soldi per ripararle!

GIUSEPPE CONSOLO. Non è vero!

DARIO FRANCESCHINI. Sono venuti a dirci che non hanno i soldi per prendere gli straordinari. Sono costretti a protestare per difendere i loro diritti. A quelli che ci guardano da casa chiedo: qualcuno ha visto questo poliziotto di quartiere? Qualcuno ne ha visto uno in qualche parte d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Pag. 50
Tentate di coprire tutto con l'inutile e pericolosa demagogia delle ronde. L'unico Paese che decide di affidare la sicurezza dei propri cittadini, che hanno diritto a vivere sicuri, a gruppi di privati cittadini che renderanno le strade meno sicure con i colori delle loro camicie. Ci avete criticato perché abbiamo ricordato che settant'anni fa il Paese conobbe le leggi razziali. Abbiamo ricordato che in quegli anni a bambini fu impedito di andare a scuola per via della loro religione. Voglio aggiungere che nella storia italiana c'è già stato, purtroppo, un altro momento in cui si pensò di affidare la sicurezza a persone che giravano per le strade con la camicia dello stesso colore e noi lì non vogliamo tornare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
La sicurezza si affida ai poliziotti e ai carabinieri e per coprire tutto questo vostro fallimento avete scelto di impugnare la lotta all'immigrazione. Noi lo dobbiamo dire con chiarezza a chi ci ascolta, non a voi che lo sapete già. Noi siamo per tutta la durezza necessaria - e siamo pronti anche a collaborare con voi mettendo tutta la durezza che serve - per contrastare ogni cosa criminale legata all'immigrazione clandestina: il racket, lo sfruttamento, tutto ciò che c'è di criminale. Siamo pronti a contrastare civilmente l'immigrazione clandestina. Tutti nel Partito Democratico, non cercate divisioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Nel 2006, quando governavamo noi, i respingimenti sono stati 90 mila, ma sono stati fatti tutti rispettando la dignità dell'uomo, il diritto internazionale e il diritto di asilo politico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Noi vogliamo, a differenza vostra, invece aiutare l'immigrazione regolare e chi vuole venire da noi a integrarsi, a fare lavori che gli italiani non vogliono più fare, chi accetta le nostre leggi ed è pronto a rispettarle. Aiutare l'integrazione è il modo migliore per contrastare l'immigrazione irregolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Voi avete invece scelto di trasformare dei barconi di disperati, che vengono da un viaggio di sfruttamento, che hanno visto la morte, che hanno incontrato la fame, che sono scappati dalle guerre, dalle devastazioni e dalle violenze, avete trasformato quei barconi in uno spot elettorale per prendere qualche voto in più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete costruito uno spot elettorale sulla disperazione, sulla paura; uno spot elettorale contro la vostra stessa legge, la legge Bossi-Fini, che prevede che i respingimenti debbano essere individuali, non possono essere collettivi: uno spot elettorale contro il diritto internazionale.
Se siete sordi rispetto alle nostre parole perché non avete ascoltato le parole dell'Europa, le parole delle Nazioni Unite? Signor Presidente del Consiglio, perché al prossimo G8 non consegna ai suoi colleghi il piano sicurezza chiedendo loro cosa ne pensano, a quelli di destra e a quelli di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Non avete ascoltato le parole delle organizzazioni dei rifugiati, non avete ascoltato le parole dei vescovi italiani, voi che vi siete sempre dimostrati così ipocritamente devoti, quando c'è di mezzo il consenso avete usato parole di disprezzo anche nei confronti della Chiesa italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete dimenticato che quando la politica, per la caccia morbosa del consenso, calpesta il diritto, calpesta le coscienze, calpesta i valori, per qualche voto in più, non è più politica, non è più degna di essere chiamata politica, è un'altra cosa.
Avete introdotto il reato di clandestinità, un'altra bandiera che vi serviva, e non avete guardato le conseguenze; non avete visto che i medici o i presidi, dato che sono comunque incaricati di pubblico servizio o pubblici ufficiali, avranno il dovere di denunciare quando un immigrato clandestino porterà i propri figli a scuola o porterà un malato per essere curato all'ospedale, con rischi anche - come hanno detto molti medici - di epidemie per gli italiani. Non solo avete Pag. 51introdotto il reato di ingresso e soggiorno illegale, ma avete introdotto l'aggravante della clandestinità: per la prima volta nel nostro ordinamento c'è un'aggravante non per quello che si è fatto, ma per quello che si è, per la storia che si ha (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Avete previsto addirittura l'obbligo di denuncia per chi ospita un clandestino nella propria abitazione. Così un anziano o un'anziana che ospitano una badante non in regola dovranno denunciarla per non essere incriminati per favoreggiamento al reato di clandestinità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Nella fretta di costruire questa bandiera avete impedito di fatto il matrimonio tra irregolari, avete di fatto reso impossibile l'iscrizione all'anagrafe di bambini di genitori non in regola, bambini invisibili...

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Basta falsità! Basta falsità!

PRESIDENTE. Per cortesia, prego il Ministro Maroni di avere un atteggiamento consono all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Onorevole Franceschini, termini il suo intervento (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico. Ho richiamato io il Ministro, per cortesia. Ho provveduto io a far rispettare l'Aula, vi prego di rispettarla anche voi.
La prego di concludere, onorevole Franceschini.

DARIO FRANCESCHINI. Presidente, questa reazione non è contro le mie parole, ma è contro chi ha utilizzato la definizione «bambini invisibili», cioè tutte le organizzazioni internazionali e la Chiesa cattolica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Avete svuotato i fondi per la cooperazione allo sviluppo: avete tolto 985 milioni di euro in un triennio. Eppure il modo migliore per combattere l'immigrazione clandestina è dare risorse perché restino a lavorare nel loro Paese, che è quello che vorrebbero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Un giorno di carcere costa 200 euro: con 200 euro si vive un mese dignitosamente nel Paese di provenienza, ma avete tolto tutti i fondi per fare questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tutto soltanto per un pugno di voti in più (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Ci hanno detto in molti: attenzione, guardate i sondaggi, forse non vi conviene dire queste cose. Io voglio soltanto dire questo: ci sono già stati tanti momenti nella storia d'Italia e d'Europa in cui le persone, anche i moderati, hanno girato la testa dall'altra parte per non vedere, ecco noi non gireremo la testa dall'altra parte (Vivi e prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi deve consentire innanzitutto di esprimere la mia solidarietà al Ministro Maroni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e poi di rilevare che questo disegno di legge non è un'operazione propagandistica perché è stato presentato immediatamente dopo che noi siamo andati al Governo. Questo provvedimento è l'espressione di una maggioranza che ha avuto il consenso degli elettori innanzitutto per difendere la sicurezza e per difendere la sicurezza non solo di coloro che abitano nei quartieri agiati, ma soprattutto quella dei poveri, della classe operaia del nord che, non a caso, vota per noi e non vota più per voi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Voglio anche dire che noi ereditiamo i vostri fallimenti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) ed i tagli che voi avete fatto alla spesa per la sicurezza. Leggo una dichiarazione del Ministro dell'interno dell'epoca, l'onorevole Giuliano Pag. 52Amato, che rilevava che, nel periodo 2004-2007, ci fu un taglio di un miliardo di euro per ciò che riguardava la spesa per la sicurezza e aggiungeva (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

FABRIZIO CICCHITTO. ...«quest'anno, con il comma 507 della legge finanziaria, il Ministero dell'interno ha perso 217 milioni ed ha maturato, di contro, debiti per 408 per via di canoni d'affitto, bollette e altre forniture non pagate. Ho suggerito» - è sempre Amato che parla - «al Corpo dei vigili del fuoco di non pagare gli affitti e di pagare la benzina perché il distributore li manda a quel paese se si presentano, senza pagare, con i loro grossi camion, mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci». Questo è uno degli elementi che noi abbiamo ereditato da voi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Detto questo, voglio anche rilevare e dare atto al Governo, in primo luogo, del fatto che il Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, ha avuto il merito di dare attuazione ad un accordo che voi avevate concluso con la Libia, ma che era rimasto per aria e se noi stiamo oggi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, mi scusi se la interrompo. Colleghi, per cortesia, i lavori si sono svolti con un'attenzione reciproca, pregherei che questa ...

MARIO LANDOLFI. Presidente, ma non sia così cortese!

PRESIDENTE. Non mi costringa ad esserlo con lei, onorevole Landolfi. Onorevole Cicchitto, prosegua per cortesia.

FABRIZIO CICCHITTO. Come dicevo, volevo rilevare in primo luogo che il Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, ha avuto il merito di dare attuazione ad un accordo che voi avevate fatto ma che era rimasto per aria. Quindi, l'azione del Governo parte da ciò, poi vi è stata l'azione del Ministro dell'interno, l'azione del Ministro della difesa e l'azione del Ministro della giustizia. È un'azione complessiva di una maggioranza composta dal Popolo della Libertà e dalla Lega che unitariamente ha lavorato su questi temi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Voglio ricordare, perché è scomparso stranamente dal dibattito, che noi abbiamo fatto un disegno di legge che ha come uno dei punti essenziali la lotta alla criminalità organizzata. Ebbene, questo tema è scomparso dal dibattito, perché esso costituisce la più grande confutazione dell'attacco che voi ci avete sempre fatto sui rapporti che noi avremmo con la criminalità organizzata (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). La risposta è questa e l'abbiamo data per dare uno sbocco ad un pezzo della società civile del Mezzogiorno che ci chiede un intervento. Ciò anche, devo dirlo, per la memoria che ci lega a Borsellino e a Falcone, quel Falcone che era attaccato dall'onorevole Orlando e da Magistratura democratica quando era vivo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,55)

FABRIZIO CICCHITTO. Su questo tema abbiamo ascoltato il vostro assordante silenzio. Successivamente, sul tema dell'immigrazione clandestina si è svolto un dibattito, onorevole Presidente della Camera, insieme surreale e propagandistico. Noi, onorevole Franceschini, saremmo dei razzisti e saremmo addirittura in un'epoca per cui sono state evocate le leggi razziali del 1938. Ma di cosa parliamo? Voglio dire all'onorevole Casini, il quale ha svolto un intervento che valuto comunque costruttivo, che siamo impegnati a dare uno sbocco all'immigrazione regolare, ma anche a contrastare l'immigrazione Pag. 53clandestina. Essere contro l'immigrazione clandestina è forse razzismo? Essere contro l'immigrazione clandestina è imposto da un equilibrio che noi dobbiamo realizzare tra l'immigrazione regolare e altri elementi.
Del resto, l'onorevole Sereni - non so se le faccio un cattivo servizio dicendo che sono d'accordo con ciò che lei ha detto - ha rilevato ieri giustamente che «tra gli immigrati irregolari è molto alta la percentuale di chi commette reati che suscitano grave allarme sociale. Tra gli immigrati regolari le percentuali di chi commette reati sono esattamente le stesse che si rintracciano tra gli italiani». Siamo perfettamente d'accordo con questa osservazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARINA SERENI. Lo vediamo dopo!

FABRIZIO CICCHITTO. Essendo d'accordo con questa osservazione, facciamo i conti con due realtà. Con la domanda che ci viene innanzitutto dagli immigrati regolari e, in secondo luogo, con la domanda che ci viene da coloro che non vivono ai Parioli, bensì nelle borgate o nei quartieri operai e che sono a contatto con gli effetti negativi dell'immigrazione irregolare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Inoltre, noi ci muoviamo e parliamo sulla base di ciò che ci chiede l'Europa, poi magari l'Europa ci chiede delle cose e non mantiene.

ANTONIO BORGHESI. Retequattro!

FABRIZIO CICCHITTO. Io sono d'accordo con lei, onorevole Casini, che deve essere sviluppato un confronto con l'Europa.
Tuttavia, il documento dell'Unione europea del dicembre del 2008 afferma, tra le altre cose, che bisogna: «combattere l'immigrazione clandestina, in particolare assicurando il ritorno nel loro Paese di origine, o in un Paese di transito, degli stranieri in posizione irregolare»; è quello che stiamo cercando di fare, onorevole Casini (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania); è quello che stanno cercando di fare il Governo e il Ministro Maroni!
Lo dobbiamo fare anche perché, onorevole colleghi, abbiamo una concorrenza su questo terreno. Non so se vi siete accorti che qualche giorno fa vi è stato un accordo tra un personaggio che vi è molto caro, il Presidente del Consiglio spagnolo Zapatero e Sarkozy. A tale riguardo, leggo da una fonte di agenzia: «l'accordo franco-spagnolo arriva a due anni di distanza, perché all'inizio doveva essere a tre, prevedeva, infatti, anche la partecipazione dell'Italia. Romano Prodi, secondo Sarkozy, aveva aderito al progetto congiunto, ma dovette sottrarsi per il «no» di Rifondazione. Da allora, Parigi e Madrid hanno continuato a lavorare su iniziative congiunte che proprio oggi culminano nell'accordo sulla sicurezza che, oltre alle norme anticlandestini, prevede la collaborazione contro il terrorismo. I due Paesi si obbligano a fare pressioni sui Paesi di origine dei clandestini, Marocco e Algeria soprattutto, affinché accettino di rimpatriare i loro cittadini che comunque, in attesa dei nulla osta, resteranno detenuti nei Centri di identificazione e di espulsione. La Spagna nei quattro anni che vanno dal 2004 al 2008 ha espulso 370 mila clandestini, la Francia quasi 25 mila l'anno, ma Sarkozy ha chiesto che nel 2009 dovranno essere 29 mila».

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, la prego di concludere.

FABRIZIO CICCHITTO. Questo è il punto: noi ci misuriamo nel Mediterraneo con questa intesa, con questo accordo, e se non diamo una risposta a livello di questi Paesi, onorevoli colleghi, rischiamo di diventare il ventre molle dell'Europa e su di noi si scaricherà di tutto, cose negative, l'umanità dolorosa di cui parlava l'onorevole Casini (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Rischiamo di essere un punto debole che rischia di essere travolto. Io sono d'accordo con l'onorevole D'Alema, Pag. 54quando dice che il respingimento non l'ha inventato l'onorevole Maroni.

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, deve concludere.

FABRIZIO CICCHITTO. È stato inventato da voi, e l'onorevole D'Alema ha affermato che avete dimostrato una professionalità maggiore di quella di questo Governo. Quella professionalità che il 28 marzo 1997 portò ad un respingimento che comportò cento morti albanesi. Complimenti per la vostra professionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Penso con raccapriccio a che cosa sarebbe successo qualora questo Governo fosse andato incontro ad un incidente di questo tipo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Tempo!

TERESA BELLANOVA. Basta!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cicchitto.

FABRIZIO CICCHITTO. Certamente avreste dipinto questo Governo come presieduto da Hitler e da Himmler. Questa è la realtà. La realtà è che vi dà fastidio ascoltare delle cose spiacevoli, ma vere e per questo date in escandescenze (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Sbai. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, secondo il comma 1 dell'articolo 116 del codice civile, lo straniero che vuole contrarre matrimonio nello Stato deve presentare all'ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell'autorità competente del proprio Paese, dalla quale risulti che, giusta la legge a cui è sottoposto, nulla osta al matrimonio. Nel caso in cui una donna di provenienza dei Paesi islamici voglia sposare un uomo italiano deve certificare, tramite la propria ambasciata o consolato, che il suo futuro sposo sia convertito all'islam. Le autorità di alcuni Paesi arabi, come la Tunisia ed altri Paesi, chiedono che la conversione del cittadino italiano venga fatta addirittura nel Paese di origine della sposa. Mi chiedo, allora, perché questa pratica venga richiesta solo alle donne straniere e non agli uomini musulmani, con ciò violando l'articolo 3 della Carta costituzionale, secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), in spregio al principi di uguaglianza e di libertà.
Per tentare di risolvere questo problema, mi sono fatta promotrice di un emendamento con l'onorevole Contento, che avrebbe consentito di evitare questa discriminazione nei confronti delle donne che provengono dai Paesi islamici. La nuova disposizione prevedeva che un decreto del Ministero dell'interno, di concerto con quello degli esteri e delle pari opportunità, individuasse i casi e gli Stati per i quali il nulla osta potrebbe essere sostituito da una dichiarazione resa dall'interessato all'ufficiale dello stato civile. Qui si è allegata un'attestazione rilasciata dall'ambasciata o dal consolato dello Stato di provenienza, da cui risultano, rispettivamente, l'assenza di causa ostativa al matrimonio e la mancata conoscenza di motivi ostativi alla celebrazione.

PRESIDENTE. Onorevole Sbai, la prego di concludere.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Ma cosa c'entra questo?

TERESA BELLANOVA. Presidente, tempo!

SOUAD SBAI. Purtroppo, l'emendamento, approvato in I Commissione, non Pag. 55ha trovato il consenso del Ministro degli esteri.

PRESIDENTE. Onorevole Sbai, deve concludere.

TERESA BELLANOVA. Il tempo non è uguale per tutti!

SOUAD SBAI. Mi permetto, quindi, di rivolgere un appello al Governo e al Parlamento, in particolare alla Ministra Carfagna qui presente, perché la questione delle donne provenienti dai Paesi musulmani, che intendono contrarre matrimonio in Italia con cittadini di religione non islamica, che non riescono a ottenere il nulla osta, possa essere risolta definitivamente attraverso una procedura semplificata. Con queste premesse, dichiaro di votare a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2180-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2180-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2180-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bernini Bovicelli, onorevole Ronchi, onorevole Ruben, onorevole Barbareschi, onorevole Sardelli, onorevole Gatti, onorevole Lanzillotta, onorevole Vico, onorevole Coscia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 733 - «Disposizioni in materia di sicurezza pubblica» (Approvato dal Senato) (2180-A):

Presenti 555
Votanti 552
Astenuti 3
Maggioranza 277
Hanno votato 297
Hanno votato no 255.

(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - La deputata Bossa mostra un cartello recante la scritta: Siamo tutti clandestini - Vedi votazionia ).
Onorevole Bossa, la prego di togliere quel cartello. Prego i commessi di provvedere.
Prendo atto che il deputato Bossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Codurelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1302 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sulla cooperazione nella lotta alla criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2003 (Approvato dal Senato) (A.C. 2226) (ore 13,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sulla cooperazione nella lotta alla criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2003. Pag. 56
Ricordo che nella seduta dell'11 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2226)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2226), al quale non sono state presentate proposte emendative. Vi prego di prendere posto, stiamo per votare.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intervengo per una breve dichiarazione di voto. La ratifica di questo Accordo si inserisce in un quadro che vede, da un lato, un rapporto tra i nostri Paesi che nel corso degli anni si è sviluppato considerevolmente in uno spirito di amicizia e di collaborazione; dall'altro, un progetto di miglioramento della sicurezza dei cittadini e di contrasto alla criminalità e alla clandestinità mediante un complesso di provvedimenti (come quello sulla sicurezza approvato tra ieri e oggi da quest'Aula), che ad ampio raggio comprende e si completa con l'approvazione di accordi internazionali come, ad esempio, il Trattato di Prüm (approvato da quest'Aula la scorsa settimana), e che ora, con questo Accordo con la Federazione russa, che prevede espressamente, in modo preciso e articolato, la collaborazione nella lotta alla criminalità in tutte le sue manifestazioni, si completa.
Per questi motivi, riteniamo importante la ratifica di questo Accordo e annuncio il voto favorevole della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Tassone e Palumbo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 438
Astenuti 8
Maggioranza 220
Hanno votato
438).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2226), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, vorrei semplicemente sottolineare che, dopo che abbiamo discusso così a lungo il disegno di legge sulla sicurezza nel nostro Paese, il provvedimento in esame - e mi rivolgo anche a lei, signor Presidente - non andrebbe discusso così, perché riguarda la cooperazione nella lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale tra il nostro Paese e la Federazione russa.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 13,13)

MATTEO MECACCI. È noto - ed è riportato da molte organizzazioni internazionali che si occupano della difesa dei diritti umani - che, per quanto riguarda la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, in Russia si applicano degli standard che sono diversi da quelli in vigore all'interno dell'Unione europea e che dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) valere ormai anche nel nostro Paese.
Chiederei quindi davvero quanto meno un dibattito un po' più approfondito su Pag. 57questo tema, cioè su come questo tipo di provvedimento, che oggi ci apprestiamo a votare in questo modo, possa influire sul nostro ordinamento giuridico, e quanto meno che vi sia un impegno da parte del Governo a garantire che la collaborazione delle nostre forze di sicurezza con le forze di sicurezza russe avvenga secondo i canoni e i principi del nostro ordinamento, e non di quello della Federazione russa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Fassino. L'onorevole Scilipoti è a posto. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 427
Astenuti 7
Maggioranza 214
Hanno votato
427).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Miotto, Ciccanti e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2226), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Fassino, onorevole Coscia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 425
Astenuti 7
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Ciccanti, Cristaldi e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2226), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Mondello, onorevole Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 425
Astenuti 9
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Cristaldi, Monai e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2226)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2226).
Qual è il parere del Governo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Maran n. 9/2226/1, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a manifestare alle autorità della Federazione russa, anche alla luce dell'azione di contrasto che quest'ultima sta conducendo, la propria Pag. 58preoccupazione di fronte al ripetersi di crimini di tale gravità; a chiedere il massimo impegno nel rafforzare i meccanismi a garantire l'incolumità degli attivisti dei diritti umani e della libera informazione oggetto di gravi minacce; a sollecitare l'Unione europea, anche nel negoziato in corso per rinnovare l'accordo di partenariato con la Federazione russa, a impegnarsi nella stessa direzione».
Desidero poi sottolineare che su questo tema siamo in contatto da tempo con le autorità russe: posso, quindi, fare stato della sensibilità e dell'impegno con il quale il Governo russo sta affrontando la lotta a questo fenomeno e della sua particolare sensibilità vista questa difficile problematica. È proprio con questo spirito che siamo disposti ad accettare l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maran n. 9/2226/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2226)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, se lei me lo consente, mi rimetterei all'intervento che ho sviluppato nel corso della discussione sulle linee generali.
Preannunzio, quindi, fin da adesso, su questo provvedimento e sugli altri disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno, il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori, pur mantenendo un atteggiamento critico per le denunce che abbiamo fatto con riferimento ai diritti umani non sempre tutelati nella Russia di Putin.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, mi rimetto a quanto ho già detto precedentemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi vorrei rivolgere al Governo: nel momento in cui esprimiamo un voto favorevole sul disegno di legge di ratifica di questo Trattato, vorrei ricordare al Governo italiano che vi è la necessità di un'azione incisiva, più volte sollecitata dagli organismi internazionali, per il rispetto dei diritti umani nella Federazione russa.
Vorrei citare, tra questi, il caso Khodorkovskij, che è agli arresti da tantissimo tempo ed a carico del quale, con una certa gradualità temporale, vengono aperte nuove procedure di carattere giudiziario.
La critica e l'accusa che vengono rivolte a questo magnate (che non conosco, e quindi non ho motivo per sostenere particolari difese della sua persona) sono importanti. Una delle accuse è infatti quella di avere finanziato il Fronte liberale che si è presentato alle elezioni contro Putin. Poiché francamente credo che in questa materia bisognerebbe essere molto trasparenti, noi abbiamo un dovere: visto che il nostro Governo è considerato avere un rapporto preferenziale con Putin e con il Governo russo, chiedo che il nostro Governo - mi rivolgo in questo caso al sottosegretario Craxi, che è presente in Aula - assuma un'iniziativa bilaterale forte sollevando le suddette questioni, che sono inerenti al rispetto della legalità interna e dei diritti umani.
Onorevole Craxi, poiché conosco la sua sensibilità in proposito ed anche il suo ruolo, invierò a lei ed al Presidente del Consiglio (perché non lo ho a disposizione in questo momento) un dossier particolare su tale punto. Vi chiedo, come Governo, di Pag. 59farvene carico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, il mio è un brevissimo intervento per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico. Siamo arrivati a questa decisione dopo un ampio dibattito nella Commissione affari esteri ed un approfondimento sui temi specifici relativi ai diritti umani.
Proprio questo ampio dibattito e questo approfondimento, svolto anche con la Commissione Politiche dell'Unione europea, ci ha portato alla presentazione di un ordine del giorno che è stato riformulato dal Governo, ma comunque accolto, e che impegna il nostro Governo a portare avanti in tutte le sedi internazionali il tema dei diritti umani e a farlo anche in ambito bilaterale con la Federazione russa, in un momento politico importante in cui anche la Federazione russa sta attraversando una fase di modernizzazione del sistema politico. L'attenzione da parte dell'Europa e dell'Italia deve essere tesa a garantire che questo processo continui e coinvolga anche le forze di opposizione, come avviene in tutti i Paesi democratici.
Nel corso della discussione sulle linee generali abbiamo ricordato le ragioni di questo Accordo per la lotta a tutte le mafie, volto a soddisfare anche gli impegni che abbiamo assunto in sede di G8, ed abbiamo ricordato che l'impegno per i diritti umani deve essere tenuto presente in ogni momento in cui affrontiamo il tema delle relazioni internazionali e degli accordi bilaterali, perché deve essere il faro che guida la nostra azione nonché il nostro dibattito politico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà nei confronti di questo provvedimento che ha ad oggetto la cooperazione tra la nostra Repubblica e la Repubblica federale russa per la lotta alla criminalità.
Voglio ricordare in questa sede che questo provvedimento si inserisce anche all'interno di quella che è stata la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, firmata a Palermo nel 2000.
Credo che rafforzare i rapporti bilaterali per combattere il crimine organizzato sia un fatto positivo. Quindi, convintamente, voteremo a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2226)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2226, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 1302 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sulla cooperazione nella lotta alla criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2003) (Approvato dal Senato) (2226):

(Presenti 405
Votanti 396
Astenuti 9
Maggioranza 199
Hanno votato
395
Hanno votato
no 1).

Pag. 60

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1317 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Minsk l'11 agosto 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 2294) (ore 13,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Minsk l'11 agosto 2005.
Ricordo che nella seduta dell'11 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2294)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2294), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 387
Votanti 386
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato
386).

Prendo atto che le deputate Castiello, Siragusa e Sbai hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C 2294), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato
387).

Prendo atto che le deputate Castiello e Sbai hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2294), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato
387).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Pag. 61

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2294)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2294).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame, l'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2294/2, relativo ad alcune procedure di adozione.
Qual è il parere del Governo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Miotto n. 9/2294/1, che, preciso, riguarda competenze miste, che non spettano soltanto al Ministro degli affari esteri.
Quanto al tema delle adozioni, vorrei specificare che il Governo è particolarmente sensibile ad esso ed è attivamente impegnato per trovare una risoluzione.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Miotto n. 9/2294/1, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, intervengo perché essendo stato dichiarato inammissibile l'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2294/2, di cui ero cofirmataria, vorrei sottolineare comunque l'importanza del suo contenuto, mentre non insisto per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/2294/1 a mia prima firma. Vorrei tuttavia sottolineare il fatto che per i visti riguardanti i ragazzi bielorussi, che a questo punto possono venire in Italia sia per motivi di studio sia per le adozioni, chiederemo in Commissione la presenza del Governo per un interessamento specifico. Sostanzialmente la Bielorussia è uscita dall'isolamento qualche mese fa, e allora è giusto che le 600 famiglie, di cui almeno 400 in Italia, che aspettano di avere una risposta sulle procedure di adozione, abbiano una risposta, che noi ci auguriamo affermativa. Per quanto riguarda invece i permessi per motivi di studio ritengo che vi possano essere migliaia di famiglie che, come accaduto in questi trent'anni, possono ospitare ragazzi provenienti dalle zone attraversate dalla tragedia nucleare di Chernobyl, affinché possano trovare qui un'occasione di crescita e di formazione e anche consolidare quei legami affettivi che sappiamo si sono formati in questi anni.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Miotto n. 9/2294/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2294)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della Lega Nord, sottolineo l'esigenza di tener conto del fatto che questi accordi, come quelli che esamineremo successivamente, sono accordi-tipo, che vengono forniti da una Convenzione approvata dall'OCSE e che viene proposta in questi casi in modo più o meno simile. Quindi sia su questo provvedimento che sui successivi vi sarà un voto favorevole.
In particolare, sulla Bielorussia ci tengo a sottolineare che a seguito dell'apertura che vi è stata da parte di quel Paese e da parte dell'Unione europea, stanno crescendo i rapporti tra i nostri Paesi e quindi è importante ratificare e dare esecuzione a questa Convenzione, perché i rapporti sia a livello personale sia di aziende tra i due Paesi siano chiari e si eviti assolutamente che vi siano evasioni fiscali e soprattutto che vi siano doppie imposizioni. Pag. 62
Per concludere, auspico la soluzione a breve del problema delle adozioni. So che la Bielorussia ha aperto ad una trentina di adozioni, e spero che a breve si apra anche ad ulteriori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, svolgo una breve dichiarazione di voto per annunziare il voto favorevole del Partito Democratico sul disegno di legge di ratifica in esame.
Abbiamo svolto, in sede di discussione sulle linee generali, una serie di riflessioni opportune e urgenti su questo tema, in particolare sul secondo elemento che spesso sfugge all'attenzione del mondo politico, soprattutto nelle aule parlamentari, quando i tempi per discutere questi provvedimenti sono ristretti; mi riferisco all'aspetto legato all'evasione fiscale. Abbiamo voluto ricordare tale aspetto, perché vi è un forte ritardo da parte di molti Paesi - tra cui l'Italia - nello scambio di informazioni che consentirebbero l'applicazione di norme che da un lato evitano le doppie imposizioni fiscali e, dall'altro, evitano il crearsi di ulteriori nuovi paradisi e di evasione fiscale. Abbiamo ricordato la giusta attenzione ai Paesi emergenti, ma noi stessi non siamo credibili come Paese nel momento in cui tardiamo nella ratifica di altri importanti convenzioni: ho voluto ricordare quelle con il Canada e il Cile, che vertono su materie diverse (doppie imposizioni e sicurezza sociale), ma richiedono un'accelerazione da parte del nostro Governo.
In ultimo, ricordo che anche le convenzioni con i Paesi di provenienza della nostra immigrazione, questo patrimonio aggiunto che consente lo sviluppo del nostro Paese, e alcune altre ratifiche importanti sul tema dell'emigrazione di oggi attendono una risposta positiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà su questo provvedimento che riguarda la Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus.
Annuncio anche che analogo voto favorevole da parte del gruppo del Popolo della Libertà verrà espresso per i successivi provvedimenti, quelli relativi ad accordi con la Repubblica di Croazia e con la Repubblica di Slovenia, in quanto riferiti allo stesso argomento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2294)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2294, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

S. 1317 - «Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Minsk l'11 agosto 2005» (Approvato dal Senato) (2294):

(Presenti 363
Votanti 362
Astenuti 1
Maggioranza 182
Hanno votato
362).

Prendo atto che le deputate Sbai, Siragusa e Pes hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

Pag. 63

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1318 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Croazia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 29 ottobre 1999 e Scambio di Note correttivo effettuato a Zagabria il 28 febbraio 2003, il 7 marzo 2003 ed il 10 marzo 2003 (Approvato dal Senato) (A.C. 2363) (ore 13,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Croazia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 29 ottobre 1999 e Scambio di Note correttivo effettuato a Zagabria il 28 febbraio 2003, il 7 marzo 2003 ed il 10 marzo 2003.
Ricordo che nella seduta dell'11 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2363)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2363), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato, a parte l'onorevole Vico che non ci riesce? Ora è riuscito.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 357
Maggioranza 179
Hanno votato
357).

Prendo atto che le deputate Siragusa e Pes non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2363), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Chiedo scusa ai colleghi e prego di segnalare agli uffici le loro intenzioni di voto.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 347
Maggioranza 174
Hanno votato
345
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Lorenzin, Sbai, Bernini Bovicelli, Iapicca, Pugliese, Fassino, Bellotti, Coscia e Mondello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2363), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Vico? L'onorevole Fassino è riuscito. Nell'altra parte dell'Aula?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 64
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 358
Votanti 357
Astenuti 1
Maggioranza 179
Hanno votato
357).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2363)

PRESIDENTE. Passiamo all'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2363).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame, l'unico ordine del giorno presentato Pianetta n. 9/2363/1, relativo alla maggiorazione di alcune categorie di pensioni.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2363)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole di Biagio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2363)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2363, di cui si è testé concluso l'esame.

(Segue la votazione).

Onorevole Corsini ...onorevole Pollastrini ...i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

S. 1318 - «Ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo fatto a Roma il 23 ottobre 1999 e Scambio di note correttivo effettuato a Zagabria il 28 febbraio 2003, il 7 marzo 2003 e 10 marzo 2003» (Approvato dal Senato) (2363):

(Presenti 363
Votanti 361
Astenuti 2
Maggioranza 181
Hanno votato
361).

Pag. 65

Seguito della discussione del disegno di legge S. 1316 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Slovenia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Lubiana l'11 settembre 2001 (Approvato dal Senato) (A.C. 2362) (ore 13,40)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Slovenia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Lubiana l'11 settembre 2001.
Ricordo che nella seduta del 11 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2362)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2362), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 358
Maggioranza 180
Hanno votato
358).

Prendo atto che i deputati Calvisi, Tassone e Veltroni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2362), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico ...onorevole Pollastrini ...onorevole Tassone ...ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 360
Votanti 359
Astenuti 1
Maggioranza 180
Hanno votato
358
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2362), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi, a parte l'onorevole Vico, hanno votato? Onorevole Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 361
Votanti 359
Astenuti 2
Maggioranza 180
Hanno votato
359).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2362)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2362).
Qual è il parere del Governo?

Pag. 66

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rosato n. 9/2362/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/2362/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2362)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2362, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ascierto...onorevole Commercio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

S.1613 - «Ratifica ed esecuzione del la convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Slovenia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo aggiuntivo, fatta a Lubiana l'11 settembre 2001» (Approvato dal Senato) (2362):

(Presenti e votanti 362
Maggioranza 182
Hanno votato
362).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,05 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. A partire dalle 16,30 avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 13,45 è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'interno e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative volte alla verifica del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione libici con riguardo agli immigrati respinti alle frontiere - n. 3-00521)

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00521, concernente iniziative volte alla verifica del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione libici con riguardo agli immigrati respinti alle frontiere, per un minuto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, quello che chiediamo al Ministro è di sapere qualcosa in più rispetto a quanto abbiamo appreso dalla stampa sui respingimenti che sono avvenuti nei giorni scorsi. Abbiamo riscontrato che più di 500 persone provenienti dall'Africa sono state respinte e riaccompagnate in Libia da motovedette della guardia di finanza e della guardia costiera e che si prevede anche un pattugliamento della marina militare. Tra queste persone vi sarebbero donne (alcune in gravidanza) e diversi Pag. 67minori. Si tratterebbe di cittadini nigeriani, oltre che ghanesi, e vorremmo avere informazioni più puntuali...

PRESIDENTE. Deve concludere. Le ho detto che aveva un minuto.

SAVINO PEZZOTTA. Volevamo capire bene, poiché secondo noi vi sono delle violazioni precise di leggi nazionali e trattati internazionali, quale sia la situazione ed il trattamento che hanno nei campi profughi, visto che la Libia non ha firmato le convenzioni internazionali...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pezzotta.
Il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, ritengo che le preoccupazioni espresse dagli interroganti sul trattamento degli immigrati ricondotti in Libia potranno trovare soddisfazione nella possibilità che viene data alle organizzazioni umanitarie - cito per tutte l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (l'UNHCR/ACNUR) - di effettuare idonee verifiche in Libia, Paese che ha sottoscritto la carta di adesione alle Nazioni Unite fin dal 1955.
Discuterò di queste proposte e di queste problematiche proprio domani con il rappresentante regionale dell'Alto commissariato per l'Italia e il Mediterraneo delle Nazioni Unite (Lawrence Jolles). Per quanto riguarda i rapporti con la Libia, essa non è parte della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status di rifugiato (questo è vero), ma ricordo che ha firmato e ratificato la Convenzione dell'Unione africana del 1969 relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa.
Questo trattato - che è complementare alla Convenzione di Ginevra - impegna Tripoli a garantire protezione non solo ai perseguitati, ma anche alle vittime di invasioni, guerre civili e altri eventi di ben più ampia portata rispetto a quelli previsti dalla Convenzione di Ginevra. A Tripoli, inoltre, opera un l'ufficio dell'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati che è autorizzato ad effettuare lo screening dei richiedenti asilo.
L'obbligo di collaborazione con l'Alto commissariato discende anche dalla citata Convenzione dell'Unione africana del 1969. Inoltre, la Libia è membro dal 2004 dell'organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), la principale organizzazione intergovernativa in campo migratorio che è presente in Libia dal 2005 con uno specifico programma teso a migliorare le capacità ricettive del Paese secondo gli standard internazionali sull'accoglienza e a svolgere operazioni di rimpatri volontari e assistiti proprio dall'OIM a favore di immigrati clandestini sul suolo libico.
Questo progetto è finanziato dall'Unione europea e dal Ministero dell'interno e si chiama AENEAS. Concludo, ricordando proprio le parole che oggi proprio l'ambasciatore libico Gaddur ha detto a Gaeta, quando gli abbiamo consegnato le prime tre motovedette che proprio oggi sono partite per fare il pattugliamento delle acque territoriali libiche, in attuazione dell'accordo preso dal Governo precedente con la Libia sulle domande di asilo.
L'ambasciatore Gaddur ha fatto un'affermazione molto impegnativa, dicendo che le domande di asilo possono essere analizzate anche in Libia. Credo che questa sia la strada giusta: coinvolgere il Paese ospitante nella definizione delle domande di asilo, secondo i principi dei trattati internazionali. In questa prospettiva, l'Italia è pronta a dare tutta la sua collaborazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di replicare.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, vorrei ricordare che il signor Ministro non ha risposto su alcuni elementi. Secondo noi c'è stata una violazione del Testo unico Pag. 68sull'immigrazione previsto dalla legge Bossi-Fini, il quale prevede l'individuazione prima del respingimento. Si tratta di una legge emanata durante un Governo precedente e qui c'è una violazione. In secondo luogo, si assiste ad una violazione del regolamento del testo unico che prevede all'articolo 3 la notifica di un provvedimento scritto e motivato alle persone, mentre qui si è avuto un respingimento generalizzato. Credo che vi sia una violazione anche della Convenzione di Ginevra sui rifugiati.
Ricordo, visto che è stata citata la convenzione speciale per Africa, che comunque l'ACHNUR, l'agenzia delle Nazione Unite, a Tripoli non ha il riconoscimento formale dello Stato libico, per cui risulta problematico che possa esercitare il suo ruolo. Si tratta di una serie di elementi che non ci garantiscono, anche perché il generale libico ha detto che alcuni verranno respinti nel loro Paese d'origine. Ricordo al Ministro che la maggioranza era somala, quindi non abbiamo un'invasione musulmana, e quindi questi verranno respinti in un luogo dove rischiano molto, addirittura la vita.
A questo punto, credo che probabilmente si è compiuta un'operazione che non aveva i crismi di una legalità compiuta, per quanto riguarda il nostro Paese e che mette a repentaglio delle persone. Io ho chiesto al Ministro se fosse possibile organizzare una delegazione parlamentare per visitare i campi profughi in Libia e per vedere quali sono i trattamenti. Avevo chiesto di favorire una certa iniziativa, non avevo chiesto che lo facesse. Se lei vuole, visto che c'è un grande rapporto di amicizia con la Libia, potrebbe favorire un processo di questo genere.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SAVINO PEZZOTTA. Andare a vedere cosa accade farebbe bene al Governo, farebbe bene a noi che vediamo come sono trattati e avremo la chiarezza della situazione di fatto. Comunque mi dichiaro completamente insoddisfatto.

(Orientamenti del Governo in merito alla proposta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi (Latina) - n. 3-00522)

PRESIDENTE. L'onorevole Amici ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00522, concernente orientamenti del Governo in merito alla proposta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi (Latina) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SESA AMICI. Signor Presidente, il Ministro Maroni, nell'audizione parlamentare avvenuta il 2 aprile del 2009 dinnanzi alla Commissione antimafia, ha affermato di aver provveduto ad inoltrare presso il Consiglio dei Ministri la richiesta di scioglimento per infiltrazione mafiosa del comune di Fondi, come atto doveroso alla stregua degli elementi acquisiti dalla commissione d'accesso istituita dal prefetto di Latina. Ricordo che questa commissione di accesso ha consegnato la relazione l'8 settembre 2008.
Chiedo al Ministro, tenendo conto anche degli atti successivi che sono intervenuti, in ultimo la relazione della Direzione nazionale antimafia ed i diversi rapporti informativi dell'Arma dei carabinieri, perché mai il Governo e il Presidente del Consiglio non si accingano ad adottare il provvedimento in base all'articolo 143 del Testo unico degli enti locali come da esplicita richiesta del Ministro dell'interno.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, come ha detto l'interrogante, nel settembre dell'anno scorso ho ricevuto la relazione del prefetto di Latina, Bruno Frattasi, che sosteneva la necessità di intervenire perché il comune di Fondi venisse sciolto ai sensi dell'articolo 143 del testo unico, cioè per infiltrazione mafiosa.
Questo articolo prevede che la decisione sullo scioglimento sia del Consiglio Pag. 69dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno.
Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa è sempre un fatto traumatico che deve essere ben motivato e per questo nei mesi di ottobre, novembre e dicembre dell'anno scorso ho voluto approfondire la questione, inviando una nuova commissione d'accesso che ha valutato la relazione del prefetto ed ha convenuto sulla stessa linea, cioè ha confermato le preoccupazioni e le indicazioni del prefetto.
Per questo motivo, nel mese di febbraio di quest'anno, ho inviato alla Presidenza del Consiglio una mia relazione con allegati tutti i documenti per chiedere che il Consiglio dei ministri deliberasse lo scioglimento del comune di Fondi. Sono convinto che questa deve essere la decisione del Governo. Il Consiglio dei ministri ha preso atto della mia richiesta ed ha organizzato la discussione su questo tema secondo i tempi definiti dalla Presidenza del Consiglio, non certo dal Ministro dell'interno. Abbiamo cominciato a discuterne nella scorsa seduta del Consiglio dei ministri; essendo una decisione rilevante e assai grave, alcuni Ministri hanno chiesto di approfondire la questione, chiedendo che fosse messa a loro disposizione la documentazione ed a ciò ho provveduto nei giorni scorsi. Quindi, per quanto mi riguarda non ci sono ostacoli a che in una delle prossime sedute il Consiglio dei ministri torni ad affrontare la questione e decida in un senso o nell'altro, per quel che mi concerne naturalmente nel senso dello scioglimento.
Come ha ricordato la collega interrogante, ho inviato la documentazione anche alla Commissione antimafia sulla base di precedenti ben chiari, tutti conformi, che vanno nel senso che il Ministro dell'interno invia alla Commissione antimafia le richieste simili a questa in oggetto che provengono dalla Commissione stessa. Non sono informato se la Commissione antimafia abbia intenzione di assumere provvedimenti, ma confermo che chiederò, come ho già chiesto, al Consiglio dei ministri di decidere in una delle prossime sedute.
Sono d'accordo con quanto scritto dagli interroganti nella loro interrogazione, ossia che l'imminente svolgimento delle elezioni provinciali a Latina non debba essere in alcun modo di ostacolo all'assunzione di una decisione che riguarda la democrazia rappresentativa in quel comune che deve prescindere da qualsiasi valutazione di opportunità e di merito.

PRESIDENTE. L'onorevole Amici ha facoltà di replicare.

SESA AMICI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la determinazione e anche per la correttezza con cui dà atto delle valutazioni poste a fondamento della nostra interrogazione. Traspare ancora di più che questa richiesta è quasi d'urgenza, perché il Ministro ha pronunciato una frase che intendo riprendere, ossia che qualsiasi scioglimento, soprattutto di un'amministrazione comunale, per fatti di mafia, è un evento traumatico, ma è ancor più grave lasciare quella comunità senza la certezza di un principio di legalità; sarebbe un errore gravissimo. Proprio per questo motivo la ringrazio, Ministro; credo che le parole che lei ha pronunciato testimonino ancora di più che la scelta, a questo punto, non dipende più dal lei che l'ha già assunta, ma dall'insieme della Presidenza del Consiglio e dal Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure per contrastare il terrorismo di matrice islamica - n. 3-00523)

PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00523, concernente misure per contrastare il terrorismo di matrice islamica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, da notizie riportate dalla stampa la Pag. 70procura di Bari ha notificato in carcere al signor Bassam Ayachi e Raphael Gendron un'ordinanza di custodia cautelare per associazione finalizzata al terrorismo internazionale, in quanto gli stessi stavano per mettere a punto un attentato di proporzioni devastanti al principale aeroporto di Parigi (Charles De Gaulle).
Nel nostro Paese le indagini sul terrorismo internazionale hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda. Pertanto, chiediamo quali iniziative il Ministro intenda assumere per contrastare il pericolo terroristico di matrice fondamentalista islamica, oltre alle già numerose espulsioni meritoriamente adottate nei confronti di persone sospettate di essere fiancheggiatori di Al Qaeda.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, la vicenda che è stata riferita e che è alla ribalta delle cronache di questi giorni è molto grave.
Questi due cittadini francesi da tempo residenti in Belgio, Bassam Ayachi e Raphael Gendron, di 62 e 33 anni, erano stati colpiti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere perché trovati mentre trasportavano nel loro camper dei clandestini. Questa vicenda, in realtà, con lo svolgimento delle indagini si è rilevata molto più grave perché riguarda fenomeni collegabili al terrorismo internazionale. Proprio il fatto che siano stati presi dimostra e testimonia il livello massimo di attenzione dei nostri apparati di sicurezza nei confronti sia del contrasto all'immigrazione clandestina, sia in questo caso delle minacce del terrorismo internazionale di matrice islamica, perché di questo si tratta.
La circostanza che i due estremisti arrestati a Bari per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale fossero già detenuti per favoreggiamento all'ingresso irregolare di cittadini extracomunitari testimonia anche quanto sia giusta l'azione che il Governo sta perseguendo per combattere alla radice il fenomeno terroristico, anche attraverso il contrasto all'immigrazione clandestina. Questi sono due temi che spesso si legano.
Nel disegno di legge approvato poche ore fa alla Camera vi sono importanti disposizioni per combattere il fenomeno terroristico, ad esempio (lo ricordo perché nessuno lo ha ricordato finora) attraverso lo scioglimento coatto delle organizzazioni e le associazioni che svolgono e favoriscono l'attività terroristica e la confisca dei loro beni. Si tratta di uno strumento nuovo che avremo a disposizione non appena il disegno di legge sarà approvato definitivamente.
Sono state, inoltre, introdotte specifiche disposizioni finalizzate ad un attento controllo dei trasferimenti di fondi, ovvero il money transfer. Ci siamo accorti che questi fondi raccolti in Italia spesso vanno a finanziare reti terroristiche in giro per il mondo e nel disegno di legge è previsto un controllo più accurato proprio sulle agenzie che trasferiscono questi fondi a qualsiasi titolo da cittadini extracomunitari irregolari.
La gravità dei particolari emersi dalle indagini che ha condotto all'arresto dei due imam dimostra la necessità di rafforzare ulteriormente la cooperazione internazionale, soprattutto ampliando lo scambio di informazioni dei metodi operativi con particolare riguardo alla valutazione del rischio di possibili attentati. Su questo aspetto vi è ancora molto da fare, ma la polizia italiana e i servizi di sicurezza italiani sono certamente all'avanguardia.
Il Governo è impegnato a proseguire sulla strada degli accordi bilaterali in materia di cooperazione internazionale di polizia (soprattutto con i Paesi del Medio Oriente) e soprattutto a promuovere in ogni sede il rafforzamento della cooperazione con tutti i Paesi direttamente e indirettamente interessati. Queste iniziative saranno in pieno accordo con i programmi predisposti dal Counter-Terrorism Executive Director, organismo delle Nazioni Pag. 71Unite attivo per una strategia globale di intervento contro il terrorismo internazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti, ha facoltà di replicare.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta che dà piena soddisfazione alle richieste degli interroganti. È chiaro che l'azione e la sfida lanciate dal fondamentalismo islamico sono particolarmente serie, in quanto affondano oltretutto il colpo in un'Europa che rifiuta di riconoscere le proprie radici. Quindi, il «no» all'ingresso in Europa da parte della Lega Nord va anche in questo senso.
È necessario ricordare, tra l'altro, che più volte il nostro Paese è stato indicato come obiettivo di azione terroristica successivamente a quelle già subite dall'Europa a Madrid e a Londra. È chiaro che tutto il proselitismo islamico si diffonde anche in tutti quei centri culturali (quali possono essere gli stessi centri culturali islamici, ovvero le moschee) che non hanno una regolamentazione. Quindi, oltre all'azione del Governo e al pacchetto sulla sicurezza che abbiamo approvato oggi e al disegno di legge di cui lei, Ministro, ha parlato, è bene che questo Parlamento prenda in seria considerazione ed approvi il progetto di legge che la Lega Nord ha portato in dote alla maggioranza. Mi riferisco a quello sulla regolamentazione dei luoghi di culto, essenzialmente delle moschee. Più controlli, dunque, sui finanziamenti come già lei ha ricordato. Ricordo che si tratta di finanziamenti discutibili, come quello dello Stato del Marocco per l'idea di costruire proprio a Torino una moschea finanziata da un Governo straniero. Ciò effettivamente è singolare e da tenere sotto controllo.
Quindi, occorrono norme urbanistiche e distanza di queste nuove moschee dalle chiese. Occorre che gli Imam parlino in lingua italiana, perché si comprenda se sia proselitismo religioso o prettamente politico. Soprattutto, occorre un referendum delle popolazioni limitrofe a queste zone in cui c'è l'idea di costruire queste realtà religiose, affinché i cittadini siano veramente padroni di costruire il proprio futuro.
Quindi, Ministro Maroni, rinnovando i complementi per l'azione del Ministero da lei retto, confermo la piena soddisfazione del gruppo Lega Nord Padania alla risposta che lei ha dato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Orientamenti del Governo in merito a recenti vicende verificatesi in Alto Adige - n. 3-00524)

PRESIDENTE. L'onorevole Biancofiore ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00524, concernente orientamenti del Governo in merito a recenti vicende verificatesi in Alto Adige (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, il 25 aprile ultimo scorso, giornata della liberazione, l'Italia è stata caratterizzata da un clima di pacificazione nazionale, frutto dell'azione del Premier Berlusconi, che ha riconosciuto i valori messi in campo dal resistenza per la libertà e il rifiuto delle dittature nazi-fasciste, valori fondanti della nostra Nazione. Questo clima di pacificazione nazionale, parafrasando Carlo Levi, si è fermato, insieme a Cristo, al confine dell'Alto Adige, tra Brunico e Bolzano, dove, vergognosamente, per chi ci vive, si è scoperta una diversa civiltà, quella degli schuetzen con tanto di schioppi altoatesini, del vicesindaco di Bolzano e del consiglio della provincia autonoma di Bolzano.
Infatti, il 25 aprile scorso, giornata della liberazione, il vicesindaco di Bolzano, Oswald Ellecosta, ha detto chiaramente che la liberazione è avvenuta ad opera del nazismo.
Il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, non ha smentito né condannato tali dichiarazioni.
Nella stessa giornata della liberazione, gli schuetzen hanno inneggiato all'odio anti-italiano, Pag. 72esaltato il valore di criminali e terroristi e denigrato i valori nazionali rappresentati dal monumento all'alpino di Brunico.
Nei giorni precedenti la giornata del ricordo delle vittime del terrorismo, il consiglio della provincia autonoma di Bolzano ha votato una mozione (con i voti del Südtiroler Volkspartei e del Partito Democratico) per la concessione della grazia ai terroristi sudtirolesi degli anni Sessanta.
Chiediamo al Ministro se il Governo intenda condannare con fermezza fatti e comportamenti tanto esecrabili ed aberranti che esasperano la popolazione e minano la convivenza e, in particolare, quali concrete iniziative intenda assumere innanzi a ciò che costituisce il superamento di ogni limite della decenza e soprattutto dell'impunità che ne è sempre conseguita.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, è innegabile che le dichiarazione del vicesindaco di Bolzano in occasione delle celebrazioni del 25 aprile abbiano suscitato comprensibili e forti critiche da più parti, che certamente non intendo minimizzare.
Gli atti di violenza e di intolleranza e le dichiarazioni conseguenti sono sempre inqualificabili e ingiustificabili e devono essere condannate. Ritengo, però, che non sia opportuno al momento togliere le armi agli schuetzen, che in realtà sono armi inoffensive, non funzionanti, o di oscurare il loro sito. Ritengo, infatti, che tali soluzioni si rivelerebbero sostanzialmente inutili, anzi controproducenti, aggravando la contrapposizione che invece dobbiamo risolvere con intelligenza.
Riguardo poi alle vicende segnalate dall'interrogante, voglio sottolineare che lo stesso vicesindaco ha successivamente condannato pubblicamente l'ideologia fascista e quella nazista. Penso che possa essere considerato elemento in qualche modo distensivo la circostanza che, contrariamente alla manifestazione avvenuta lo scorso 8 novembre, esponenti politici di spicco della SVP abbiano evitato di partecipare alla marcia del 25 aprile.
In quella giornata i fucilieri, gli schuetzen, hanno rispettato le prescrizioni dettate dall'ordinanza del questore, che avevano vietato agli stessi di giungere sotto il monumento dell'alpino e non hanno creato turbative di rilievo all'ordine pubblico. Anche la mozione approvata dal consiglio provinciale il 6 maggio è stata sensibilmente riformulata rispetto al testo originario. Questi, secondo me, sono segnali che vanno colti nella direzione, da me già pubblicamente proposta, di istituire uno specifico tavolo di confronto, aperto alla partecipazione dei rappresentanti di tutte le parti politiche e istituzionali della provincia.
Questo tavolo deve promuovere ogni iniziativa utile per favorire la convivenza tra le minoranze di quei territori e, soprattutto, per offrire alle giovani generazioni dei gruppi linguistici locali le opportunità di identificarsi in un modello di convivenza e non di contrapposizione. Per questo motivo, mi recherò a Bolzano la prossima settimana proprio per seguire personalmente l'evoluzione dei processi di distensione e i risultati che mi auguro verranno presto conseguiti da questo tavolo.

PRESIDENTE. L'onorevole Biancofiore ha facoltà di replicare.

MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, signor Ministro, sono parzialmente soddisfatta delle sue dichiarazioni, nel senso che evidentemente la sua ferma condanna non può che soddisfare l'interrogante e anche la popolazione locale.
Rimaniamo un po' stupefatti sulla questione delle armi agli schuetzen per il semplice motivo che voleva essere un'azione simbolica, come simboliche sono le azioni degli schuetzen, che però creano molto malumore e che, purtroppo, rimangono sempre impunite.
Vorrei ricordare semplicemente che questi gruppi in realtà non sarebbero neanche previsti dalla Costituzione, perché Pag. 73l'articolo 18, come lei ben sa e ci insegna, non prevede bande paramilitari. Purtroppo per chi vive in Alto Adige - lo sappiamo perfettamente - l'organizzazione dei gruppi degli schuetzen, che peraltro vivono con fondi pubblici, è un'organizzazione a tutti gli effetti paramilitare.
Già dotati di sciabole, i fucili degli schuetzen sono stati previsti da un provvedimento amministrativo, come lei benissimo saprà, dell'allora Ministro della Margherita Bianco, che li aveva concessi per motivazioni totalmente politiche. Oggi tali fucili vengono utilizzati dagli stessi schuetzen per sparare, certamente a salve - ma chiunque a livello locale sa che basta una semplice modifica perché funzionino realmente -, in onore dei terroristi sudtirolesi che o rientrano - purtroppo perché si tratta di vittime umane - deceduti oppure per quelli che comunque vengono ricordati e ai quali si inneggia con molta facilità.
Queste persone si sono macchiate anche dell'aver fatto diventare l'inno d'Italia uno sciacquone del water - forse questa cosa fa sorridere - o addirittura di aver fatto il tricolore sulla carta igienica.
Vede, signor Ministro, sono qui a sollecitarla e devo ringraziare il Presidente della Camera Fini per aver dato ieri molto risalto alla questione e aver condannato tutti i fatti accaduti in questi giorni, perché in Alto Adige la pacifica convivenza, così difficilmente raggiunta, viene minata, non certo dai partiti del centrodestra, che hanno anche presentato esposti alla magistratura ...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHAELA BIANCOFIORE. ...ma soprattutto da queste simbologie - che tutti sappiamo essere tali -, che, però, purtroppo, vengono interpretate in maniera negativa.
La popolazione si aspetta dal mio Governo che, con la stessa fermezza con la quale si votano i progetti di legge sulla sicurezza, si dia anche la sicurezza di poter vivere tranquillamente in Alto Adige non come italiani all'estero, ma come cittadini a tutti gli effetti di questo Stato.

(Iniziative per l'attuazione del protocollo di intesa del 2007 relativo ad interventi di ristrutturazione dell'ippodromo di Merano - n. 3-00525)

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00525, concernente iniziative per l'attuazione del protocollo di intesa del 2007 relativo ad interventi di ristrutturazione dell'ippodromo di Merano (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

KARL ZELLER. Signor Presidente, la nostra interrogazione mira ad avere lumi da parte del Governo in merito ai finanziamenti che sono stati garantiti da parte del Ministero in base ai due protocolli di intesa 2007 e 2008, perché in base ad un nostro emendamento alla legge finanziaria 2008, per il 2008, 2009 e 2010 erano stati previsti tali fondi.
La provincia di Bolzano ha stanziato la sua parte di questo investimento complessivo di circa 25 milioni di euro, cioè 15 milioni, con la legge finanziaria provinciale di quest'anno.
Abbiamo saputo che nel decreto di riparto del Ministero di quest'anno, cioè per l'anno 2009, non sarebbero previsti i fondi quota parte dello Stato; ciò ci preoccupa molto perché si bloccherebbe, in buona sostanza, la ristrutturazione di questo ippodromo di valenza nazionale.
Vorremmo pertanto sapere dal Governo se intenda o meno onorare questi impegni scritti.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Zeller, il Governo naturalmente è consapevole dell'importanza che, non solo nel territorio specifico, ma in tutto il settore e per tutto il nostro Paese riveste l'ippodromo di Merano, che è il più importante e al quale lei ha fatto riferimento. Pag. 74
D'altra parte, però, ci siamo trovati di fronte ad una particolare situazione determinata anche da scelte assunte recentemente dal Parlamento, che corrisponde a quello che lei ha illustrato.
Il Governo, all'atto del suo insediamento, si è trovato nella necessità di dover anticipare la manovra finanziaria per il triennio 2009-2011, per garantire il rispetto degli impegni assunti in sede internazionale. Con tale manovra si è inteso garantire gli impegni assunti in sede internazionale attraverso una generale riduzione della spesa pubblica, e non certo attraverso un aumento della spesa fiscale.
In tal senso è stato disposto, in base ad una decisione confermata dalla volontà del Parlamento, una riduzione generalizzata dei capitoli di spesa dei vari Ministeri. Tale riduzione generalizzata ha comportato anche una riduzione del relativo capitolo di spesa presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che prevedeva appunto un importo necessario al finanziamento da destinare all'UNIRE finalizzato agli opportuni lavori di ristrutturazione dell'ippodromo Maia di Merano a cui lei ha fatto riferimento.
Pertanto è vero che era stato sottoscritto l'accordo di programma che lei ha qui richiamato, ma è anche vero che la legge finanziaria recentemente approvata dal Parlamento non ha confermato la previsione di spesa che potesse consentire allo Stato di contribuire, per la propria parte, a tale accordo di programma.
Tuttavia, considerate le particolari caratteristiche di importanza dell'ippodromo di Merano che il Governo riconosce e che intende valorizzare, e confermata la necessità che un ippodromo così importante e suggestivo possa comunque avere degli ammodernamenti dei quali ha indubbiamente bisogno, perché è una struttura che risale agli anni Trenta, il Governo, in particolare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali che è stato interpellato, ci ha assicurato il suo impegno a reperire, anche solo parzialmente, le somme che sono necessarie per poter contribuire all'accordo di programma sottoscritto (nel caso, anche attraverso apposite iniziative legislative che il Governo auspica possano avere il consenso necessario, a questo punto, del Parlamento) e procedere alla ristrutturazione delle infrastrutture ippiche dell'ippodromo di Merano.
Le posso quindi assicurare che tutte le iniziative possibili saranno messe in atto in base alle risorse assolutamente disponibili e che, ove naturalmente si rendessero disponibili altre risorse, sicuramente la volontà del Governo è di procedere nel senso che la sua interrogazione ha richiesto.

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di replicare.

KARL ZELLER. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Sono parzialmente soddisfatto di questa risposta, perché evidentemente per noi è difficilmente accettabile che accordi scritti e giuridicamente vincolanti, come dicevo, siano stati poi unilateralmente stracciati, o comunque disattesi da parte del Governo.
D'altra parte apprendo con una certa soddisfazione che il Governo intende cercare altre strade per poter onorare tali impegni, per la ristrutturazione di questo ippodromo così importante, anche perché sarebbe assai grave se una parte degli enti pubblici facesse il suo dovere in base agli impegni presi, mentre l'altra parte, lo Stato (che poi contribuisce solo in una piccola parte per queste ristrutturazioni), non dovesse tener fede alle convenzioni firmate tra UNIRE, comune di Merano, Ministero e così via.

(Impegno e coinvolgimento delle truppe italiane operanti in Afghanistan anche in relazione all'evoluzione della situazione in Pakistan - n. 3-00526)

PRESIDENTE. L'onorevole Leoluca Orlando ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00526, concernente impegno e coinvolgimento delle truppe italiane operanti in Afghanistan anche in relazione Pag. 75all'evoluzione della situazione in Pakistan (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, terrorismo islamico e interventi militari: è dentro questa cornice che si colloca l'interrogazione dei colleghi dell'Italia dei Valori. Terrorismo islamico nello specifico è il Pakistan, dove - ormai appare chiaro - è sempre più forte la presenza jihadista di addestramento di kamikaze utilizzati per azioni terroristiche nel mondo intero.
Il Pakistan non è un qualunque Paese: è il secondo Paese per popolazione islamica nel mondo, è dotato di armamenti nucleari ed appare essere al collasso istituzionale per effetto della crescita della militarizzazione del sistema, che si accompagna ad un indebolimento del sistema democratico dei partiti.
Il Pakistan è un Paese chiave per gli equilibri internazionali e perciò diventa particolarmente preoccupante l'intervento militare americano sostenuto dal Governo italiano che, se dovesse rimanere isolato, rischierebbe di costituire un elemento che produce ulteriori problemi piuttosto che avviarli ad una soluzione.

PRESIDENTE. Onorevole Leoluca Orlando, deve concludere.

LEOLUCA ORLANDO. La domanda degli interroganti è quale ruolo diplomatico l'Italia intenda svolgere in questo Paese ed in quest'area e quali azioni di cooperazione l'Italia intende svolgere per evitare che la presenza delle nostre truppe sia soltanto una presenza militare e non, invece, una presenza più ampia a garanzia anche dei militari impegnati in quelle aree.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Leoluca Orlando, prima mi consenta di precisare i riflessi che gli attuali sviluppi della situazione in Pakistan hanno rispetto alla collocazione delle nostre truppe in Afghanistan, in base alle informative che mi hanno reso i Ministri della difesa e degli affari esteri, che, d'altra parte, come lei sa su questi temi riferiscono puntualmente al Parlamento (la settimana scorsa ha riferito in Aula il Ministro La Russa, tra due settimane è prevista un'audizione del Ministro Frattini nelle Commissioni esteri congiunte, nelle quali sicuramente questi temi potranno essere meglio approfonditi di quanto non possa avvenire in questa sede).
L'Afghanistan costituisce - e continua a costituire - una priorità dell'agenda internazionale della politica estera del nostro Paese e in questo quadro il nostro Paese, in accordo con l'Unione europea, sta promuovendo un nuovo tipo di approccio: l'approccio regionale, quello cioè di coinvolgere tutti i Paesi interessati per vari aspetti nella questione afgana ed in quella pakistana. L'approccio regionale costituisce una priorità della Presidenza italiana del G8, che sta portando avanti appunto l'impegno del G8 a supporto della stabilizzazione delle aree di confine tra Afghanistan e Pakistan. A tal fine, tutti i partner della regione saranno invitati ad una riunione con i Ministri degli esteri del G8 che si terrà a fine giugno in Italia, a Trieste.
A questa iniziativa non solo il nostro Paese, ma tutta la comunità internazionale, guarda con grande fiducia per i riflessi positivi che può avere per i processi di stabilizzazione.
Per quanto riguarda le nostre truppe, non sono direttamente interessate e coinvolte con i movimenti attualmente in corso in Pakistan perché, come lei sa, le nostre truppe sono presenti, nell'ambito delle missioni internazionali autorizzate dalla NATO e dalle Nazioni Unite, in due regioni non confinanti con il Pakistan: nell'Afghanistan occidentale, con il comando di Herat, e nella regione di Kabul.
Questo esclude quindi un impegno ed un coinvolgimento diretto dei nostri militari e del nostro contingente - che si sta Pag. 76svolgendo come sempre con grande apprezzamento da parte della popolazione locale, con grande efficacia e con grande professionalità unanimemente riconosciute - rispetto alle vicende in atto in Pakistan.
Per quanto riguarda le vicende in atto in Pakistan, a nome del Governo credo di poter condividere la sua preoccupazione, cioè che l'approccio militare, pur necessario e che in questo momento sta registrando un'intensificazione della presenza e dell'impegno da parte del Governo pakistano nelle zone interessate, può non essere da solo sufficiente ad evitare l'insorgere del rischio che si diffonda un malcontento sociale in intere zone di popolazione nelle quali serpeggia un certo disagio.
Proprio per questo il nostro Paese, sempre nel quadro della più ampia collaborazione internazionale, sta collaborando con le autorità centrali e locali del Pakistan per poter meglio gestire l'emergenza dei profughi e per far meglio avvertire il sostegno internazionale in aiuto della popolazione locale.
Sono stati già stanziati 400 mila euro da parte del nostro Governo per la cooperazione italiana in questa direzione e, naturalmente, tutti gli sforzi che potranno essere fatti, a partire già dai prossimi giorni, per contribuire a quelle esigenze di cooperazione nell'area che possano confortare la popolazione locale, saranno assunti.
Evidentemente altri aspetti specifici della sua interrogazione potranno poi trovare una migliore definizione - ripeto - nelle altre sedi di confronto parlamentare, rispetto alle quali il Governo ritiene sempre utile poter contare, su questi temi di politica estera, di politica internazionale e di difesa, sul sostegno di tutte le forze politiche in Parlamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Ministro, la ringrazio per le informazioni che ci ha reso. In particolare, ringraziandola per averlo affermato, mi permetto di sottolineare l'esclusione del coinvolgimento delle truppe militari italiane in Pakistan. La richiesta che gli interroganti fanno è che questa esclusione non sia legata soltanto alla mancata presenza - come è noto - delle nostre truppe in Pakistan, ma sia dovuta anche al mancato coinvolgimento in operazioni militari che, svolgendosi nel vicino Afghanistan, potrebbero, in qualche modo, coinvolgere anche il Pakistan; dico ciò perché se un tale collegamento non viene fatto dalle nostre truppe, presenti in Afghanistan, esso viene fatto dai terroristi islamici presenti tanto in Afghanistan quanto in Pakistan.
Non vi è dubbio che il Governo riferisce puntualmente nelle Commissioni parlamentari. Tuttavia, l'Italia dei Valori ha voluto che fosse l'Aula a prendere nota di questa preoccupazione. Questa, quindi, è un'interrogazione che in qualche misura ha una funzione preventiva rispetto al pericolo che, qualora non si tenga sotto controllo questa complessa situazione, può sempre accadere che un intervento, che nasce per essere un intervento non militare, possa essere coinvolto in fatti militari.
Da questo punto di vista credo che sia molto importante rafforzare l'intervento di cooperazione. È vero che non vi è una presenza delle truppe italiane in Pakistan, ma probabilmente estendere degli interventi di cooperazione anche a questo Paese può servire a garantire un avvio utile in una logica di area. Ormai abbiamo compreso - il Governo l'ha sottolineato - che non si può affrontare la lotta al terrorismo in Afghanistan in maniera separata dal Pakistan e dalle altre realtà della stessa area. Una presenza non militare dell'Italia con compiti di cooperazione in un'area dove esiste una presenza militare americana potrebbe servire in una logica complessiva di armonia e di avvio a soluzione di questo problema, che ci auguriamo venga affrontato a Trieste nelle preannunciato incontro dei Ministri competenti.
Sentiamo il dovere, di ribadire con molta forza, la natura preventiva di questa Pag. 77preoccupazione che ci ha spinto a trasferire le nostre osservazioni dalla Commissione all'Aula.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Bucchino, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Di Biagio, Donadi, Ferrari, Fitto, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Molgora, Mura, Pescante, Roccella, Ronchi, Rotondi, Soro, Stefani, Tremonti, Valducci, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative del Governo in merito alle prospettive dell'industria chimica nazionale, con particolare riferimento allo stabilimento di Porto Marghera - n. 2-00375)

PRESIDENTE. L'onorevole Baretta ha facoltà di illustrare l'interpellanza Franceschini n. 2-00375, concernente iniziative del Governo in merito alle prospettive dell'industria chimica nazionale, con particolare riferimento allo stabilimento di Porto Marghera (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, stiamo vivendo una delle più difficili crisi economiche e sociali della storia recente, la sua dimensione è ben conosciuta, e dunque non riprendo in questa sede i dati della produzione industriale e della perdita di posti di lavoro, ma li richiamo come sfondo al ragionamento di merito che intendo fare. Purtroppo, i tempi di uscita dal tunnel sembrano più lunghi di quanto si voglia far apparire, di conseguenza dobbiamo attrezzarci a governare una delicata transizione.
Appare prioritario in tal senso prestare un'attenzione strategica alla presenza del nostro apparato industriale, al consolidamento e alla sua potenzialità. L'Italia è uno dei grandi Paesi industriali del mondo, e la fuoruscita dalla crisi e il mantenimento del nostro ruolo nel sistema globale sono indissolubilmente legati alla capacità della nostra industria di produrre ricchezza e lavoro. In questo quadro l'industria chimica occupa una posizione decisiva. Non ho bisogno di elencare i ben noti motivi che fanno di questo settore industriale uno dei più importanti aggregati economici del mondo e anche del nostro Paese. Si pensi solo al ruolo che nella chimica svolge la ricerca. Ma vi è di più. Qui, in misura maggiore rispetto ad altri segmenti produttivi, la ricerca viene immediatamente applicata al prodotto, ed offre quindi al Paese, che possiede un'industria chimica, un vantaggio tecnologico e competitivo rilevante. Pag. 78
Ora, la situazione nella quale versa la nostra industria chimica è molto delicata e difficile. Le difficoltà attengono alle conseguenze che la crisi globale comporta per il settore chimico, con un calo del 40 per cento delle importazioni, mentre la cassa integrazione è cresciuta del 763 per cento rispetto allo scorso 2008, mentre si stimano a rischio circa ventimila posti di lavoro. Si tratta di una crisi senza riscontri storici. Non dimentichiamo che per l'Italia la chimica rappresenta un valore di 57 miliardi di euro, che arrivano ad 81 se si considera la farmaceutica, e dà lavoro ad oltre 200 mila persone. Nello specifico la gomma ha perso il 29 per cento, la produzione di base il 20, il vetro il 18, e la ceramica l'11. Nonostante questi dati, davvero preoccupanti, registro l'opinione del presidente di Federchimica, che sostiene che la domanda mondiale cresce. Poiché è opinione diffusa che per le sue caratteristiche il settore chimico anticipa di almeno sei mesi la congiuntura questa opinione dovrebbe tranquillizzarci, ma dobbiamo rilevare che in Italia il costo dell'energia soprattutto, ma anche la necessità di ammodernare le infrastrutture, e l'assenza di manovre anticicliche potrebbero comportare il fatto grave che questi vantaggi, derivanti da un'auspicabile ripresa, non vengano colti dalla chimica italiana. Questo rischio concreto, in assenza di una politica di sostegno e di indirizzo efficace, comporterebbe conseguenze per l'intero sistema economico nazionale, visto che la chimica costituisce l'anello della catena delle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti dell'intero comparto manifatturiero: tessile, gomma plastica, vetro, auto, concia, ceramica. Nonostante tutto ciò alcune produzioni hanno retto più di altre, pur nel quadro di crisi descritto, che si completa con una previsione di calo del 4,5 per il 2009. Si tratta di produzioni ad alta richiesta nel mercato, quali i cosmetici o gli additivi alla alimentare, ma anche il polietene, i tubi in plastica per l'irrigazione, le gomme di cui il petrolchimico di Ravenna è il primo d'Europa, i paraurti per auto, le plastiche per air bag, prodotti che a Mantova nello stabilimento ENI arrivano ad un milione di tonnellate.
Questo è il quadro obiettivo della situazione, ma su tutto ciò pesa la scelta dell'uscita del gruppo ENI dal ruolo storicamente svolto nel settore, a cui si aggiunge la crisi delle fibre sintetiche. Questo insieme di elementi serve ad inquadrare in maniera corretta e più completa possibile, ancorché sintetica, la gravità di quanto sta avvenendo a Venezia, con riferimento agli insediamenti chimici di Porto Marghera, che rappresenta il centro dell'interpellanza urgente in esame, che il Partito Democratico ha presentato con prima firma del segretario Dario Franceschini, a testimoniare l'importanza che diamo a tale problematica.
Il fatto è semplice, nella sua crudezza: il consiglio di amministrazione della società Vinyls Italia il 30 aprile scorso ha rinunciato al progetto di rilancio dell'intero ciclo produttivo del cloro soda da Porto Marghera a Ravenna alla Sardegna. La conseguenza di tale scelta è l'annuncio, da parte di Vinyls, dell'istanza di fallimento. Signor Presidente e signor rappresentante del Governo, non è necessario che spenda molte parole per illustrare le conseguenze di tale scelta, se avesse corso e non venisse evitata, anche attraverso l'intervento del Governo, che oggi chiediamo e sollecitiamo.
Ricordo che la società Vinyls, di proprietà dell'imprenditore signor Sartor, è subentrata alla multinazionale Ineos nella proprietà dello stabilimento di Marghera ed altri. La nuova proprietà si è pubblicamente impegnata a garantire la continuità produttiva ed occupazionale, sulla base di un accordo di programma - e qui sta il punto centrale della nostra interpellanza urgente odierna - che era stato definito il 14 dicembre 2006. Cosa ha portato la nuova proprietà a cambiare così rapidamente atteggiamento? Questo è il primo quesito che poniamo. Lo poniamo al Governo non solo per il ruolo generale che l'Esecutivo assolve, ma anche per un aspetto specifico relativo al rischio che una parte di questa scelta di Vinyls dipenda Pag. 79delle difficoltà di accordi commerciali con l'ENI, che è un'azienda pubblica.
La chimica è un settore molto integrato tra i diversi impianti, che costituiscono un unico assetto di filiera: pertanto, una crisi della chimica a Marghera, che rappresenta il cardine di tale integrazione, metterebbe in crisi l'intera chimica italiana. Tutto ciò può e deve essere evitato. La possibilità che il peggio non accada dipende da molti fattori: un piano anticrisi che vorremmo più incisivo, un sostegno all'intera industria nazionale e via dicendo.
Ma qui vi è un punto specifico, già a disposizione di ciascuno di noi, delle imprese, dell'autorità pubblica e in primis del Governo: mi riferisco proprio a quell'accordo di programma a cui facevo riferimento poco fa. Questa è dunque l'altra domanda che intendiamo rivolgere ed essa diventa anche una pressante richiesta politica: cosa intende fare e quali azioni ha predisposto o pensa di predisporre il Governo, per far sì che quell'accordo di programma venga rispettato ed applicato?
Risulta chiaro - e concludo, signor Presidente e signor rappresentante del Governo - che l'interpellanza urgente in esame non ha un carattere di parte, ma si rivolge al Governo perché riteniamo che bisogna fronteggiare l'emergenza produttiva ed occupazionale, che si preannuncia a Porto Marghera e non solo, con l'intento comune di dare una prospettiva alla chimica italiana e che spetti innanzitutto al Governo rendersi garante di tale urgente necessità.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, innanzitutto desidero apprezzare l'esame e la presentazione dell'interpellanza urgente svolta dal collega Baretta, perché credo che sia proprio questo il punto, cioè quello di unire le forze di tutte le istituzioni per affrontare un problema industriale non nuovo, perché le difficoltà in cui versa la chimica vengono da lontano, ma verso il quale vi è la necessità di un comune sentire, anche perché vi è poi bisogno di convincere l'opinione pubblica che un sistema imprenditoriale, industriale e manifatturiero come quello italiano ha bisogno certamente di una chimica di base avanzata, che possa corrispondere alle esigenze industriali del Paese, oltre ovviamente a garantire i livelli occupazionali.
In questo quadro il Ministero dello sviluppo economico ha cercato innanzitutto di ribadire la strategicità del settore chimico in Italia e quindi si è impegnato direttamente per favorire le migliori soluzioni industriali per i poli chimici di Marghera e Porto Torres, interessati dal ciclo del cloro. L'abbandono della multinazionale Ineos ha creato non poche difficoltà ad un processo che faticosamente era stato ricostruito con gli accordi della primavera 2008.
Da quel momento, è stato fatto ogni possibile sforzo per favorire le necessarie intese tra ENI (detentrice degli impianti a monte per la produzione di etilene) e l'unico imprenditore interessato a subentrare ad Ineos. Dopo che la società Safi (controllata dal cavalier Fiorenzo Sartor) aveva concluso i complessi negoziati con ENI ed Ineos per l'acquisizione degli impianti, sono sorti nuovi rilevanti ostacoli, prevalentemente di natura finanziaria e commerciale.
Il consiglio di amministrazione della Vinyls Italia (ex Ineos) ha deciso di presentare istanza di fallimento in proprio. Il Ministero dello sviluppo economico, preso atto della situazione, pur rimanendo garante degli accordi che presso il Ministero erano stati raggiunti, si è attivato immediatamente per trovare soluzioni industriali che potessero garantire la continuità degli impianti del ciclo del cloro e l'occupazione, non escludendo, peraltro, anche il ricorso alla procedura di amministrazione straordinaria.
Infine, è stato convocato dal Ministro dello sviluppo economico, per il giorno 21 maggio, un incontro con l'ENI per definire l'agenda sulla chimica e sui siti di maggiore interesse. Pag. 80
In seguito, sarà riconvocato, come già previsto, un tavolo nazionale per la chimica, per fare il punto della situazione, alla luce degli esiti del citato confronto.
Vorrei aggiungere che, quando usciremo - perché sono convinto che ne usciremo - da questa situazione critica, dovremo anche interrogarci - maggioranza e opposizione - insieme alle forze sociali ed economiche di questo Paese, su quale deve essere il futuro della chimica, con la consapevolezza che un grande Paese industriale non può uscire da questo importante comparto. A cominciare dalle politiche energetiche, siamo di fronte a delle produzioni che sono energy intensive. Con riferimento a questo aspetto, in particolare, oggi è stato approvato dal Senato (e la prossima settimana sarà, di nuovo, all'esame della Camera) un disegno di legge che comprende anche importanti misure, sia per l'accesso al gas che per l'accesso all'energia elettrica, che prevedono incentivi per coloro che hanno un fattore produttivo nell'energia che consumano.
Per quanto riguarda l'accordo di programma, il Ministero è chiamato a farlo rispettare. Qualcuno da tale accordo già si è «sfilato»: non sta a me dire, in questo contesto, se avesse ragione ENI o Ineos, ma, di fatto, si sono reciprocamente accusati di non aver rispettato l'accordo.
In conclusione, credo che nessuno voglia un ritorno alle partecipazioni statali e non è questa l'intenzione del Governo. La decisione che assunse, ormai molti anni fa, l'ENI di uscire dal comparto della chimica sarà oggetto di grande riflessione da parte del Ministero dello sviluppo economico.

PRESIDENTE. L'onorevole Baretta ha facoltà di replicare.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto. Prendo atto dell'atteggiamento del Governo e confermo la disponibilità, anche da parte nostra, ad una discussione più generale, di quadro, come è stata prospettata.
Mi rendo conto che la situazione concreta è molto difficile (peraltro, lo stesso Governo lo ha dichiarato). Attendiamo gli sviluppi della vicenda e mi riservo, sulla base dei prossimi appuntamenti, eventualmente, di trasfondere il contenuto dell'interpellanza urgente in una mozione.

(Iniziative per garantire la continuità operativa degli stabilimenti e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del gruppo FIAT in Italia - n. 2-00378)

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Russo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00378, concernente iniziative per garantire la continuità operativa degli stabilimenti e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del gruppo FIAT in Italia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, la nostra interpellanza urgente prende le mosse da una profonda e sincera preoccupazione per quanto è trapelato in questi giorni - confermato anche da ambienti sindacali italiani e tedeschi - rispetto al destino di alcuni stabilimenti FIAT nel nostro Paese e, in particolar modo, per quelli di Pomigliano d'Arco e di Termini Imerese.
Premetto che per il Partito Democratico è motivo di orgoglio il ruolo che FIAT sta svolgendo, in queste settimane, nello scacchiere economico ed industriale internazionale. Apprezziamo il rapporto instaurato con l'amministrazione americana guidata da Barack Obama e gli accordi con Chrysler.
Allo stesso modo e con la stessa franchezza, abbiamo il dovere di dire che la trattativa con Opel ci preoccupa non poco per i possibili risvolti occupazionali e per lo stesso destino - davvero non è un'esagerazione - degli stabilimenti già citati.
Il piano FIAT, del quale si ha difficoltà a conoscere il contenuto ufficiale delle proposte, prevede - sempre secondo fonti sindacali italiane e tedesche - un forte ridimensionamento di Pomigliano d'Arco e addirittura la chiusura e la dismissione dello stabilimento siciliano di Termini Pag. 81Imerese. Ciò a Termini ha già determinato stamattina un'ora e mezzo di sciopero e il successivo blocco dell'autostrada Palermo-Catania.
Sempre questa mattina, i sindacati metalmeccanici torinesi e i lavoratori di Mirafiori (a riprova del rilievo nazionale e non soltanto locale della questione) hanno chiesto alle loro segreterie nazionali di proclamare lo stato di agitazione e di non fare più straordinari fino a quando non ci saranno un incontro ufficiale con FIAT e un piano industriale che rassicuri i dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani del gruppo.
Tutti chiedono l'immediata convocazione di un incontro tra le parti prima della chiusura degli accordi, ovviamente davanti alla Presidenza del Consiglio e promosso dalla stessa. Noi ci sentiamo di condividere e sposare in pieno tale posizione; ci sentiamo di condividere le preoccupazioni, le aspettative e le speranze di questi lavoratori, di questi padri di famiglia, di queste persone che vivono lo spettro di una tragedia umana e sociale. Per tali ragioni, chiediamo di conoscere quali siano le notizie in possesso del Governo e quali iniziative lo stesso intenda assumere al fine di garantire la continuità operativa degli stabilimenti FIAT e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, gli accordi internazionali, già concretizzati o ancora da realizzare al vertice di FIAT Group, sono da porre in relazione alla crisi economica in atto, che rende molto difficile agli operatori del settore reperire le risorse finanziarie necessarie per investire in ricerca e sviluppo, in nuovi modelli e nel potenziamento della rete di vendita.
In questo ambito, il vertice di FIAT Group ha ritenuto importante cogliere ogni opportunità per tentare di creare un polo automobilistico mondiale nella dimensione di oltre 6 milioni di veicoli annui, in grado di reperire sul mercato le risorse finanziare necessarie per essere competitivi e per preservare, insieme ai posti di lavoro, un'industria manifatturiera d'importanza cruciale per il nostro Paese. Mi consenta, signor Presidente, di ricordare che questo Parlamento, attraverso la X Commissione (attività produttive), nella legislatura 2001-2006 condusse un'indagine conoscitiva sul futuro del mercato automobilistico e in quella occasione le sue conclusioni portarono alla stessa conclusione che si è venuta a creare, cioè il consolidamento di sei o sette gruppi a livello internazionale. Oggi si completa quel percorso che il Parlamento italiano aveva già visto sei, sette anni fa.
L'accordo realizzato con Chrysler prevede, a fronte delle tecnologie di FIAT Group, un ingresso di FIAT nel capitale di Chrysler, inizialmente pari al 20 per cento. È prevista l'erogazione di un finanziamento-ponte che consenta l'utilizzo delle tecnologie di FIAT Group e l'installazione dei siti produttivi di Chrysler, delle piattaforme di FIAT Group, nonché l'utilizzo per FIAT della rete commerciale di Chrysler. Gradualmente, è prevista la crescita della partecipazione al 35 per cento, in linea con la realizzazione del piano industriale. Inoltre, a FIAT spetterà l'opzione di acquistare un ulteriore 16 per cento, esercitabile dal primo gennaio 2013 al 30 giugno 2016. Questa facoltà non potrà essere esercitata fino a che il debito nei confronti del Dipartimento del tesoro americano non sarà inferiore ai tre miliardi di dollari.
In questo quadro, quindi, si ritiene che l'operazione conclusa con Chrysler, soggetto con il quale non esiste alcuna sovrapposizione produttiva con FIAT, sia sicuramente apprezzabile. Altrettanto importante giudichiamo la concretizzazione dell'eventuale accordo con Opel e Saab sia per i siti europei, sia per quelli dell'America latina, al fine di poter raggiungere una dimensione produttiva che farebbe di questo nuovo polo il secondo produttore mondiale, in grado di raggiungere le sinergie necessarie ad ammortizzare le Pag. 82spese in ricerca e sviluppo su un numero più elevato di veicoli prodotti e ad utilizzare piattaforme per più modelli rientranti in sistemi analoghi.
Riguardo al problema rappresentato dall'interpellante, relativo alla possibile dismissione di due stabilimenti italiani (Pomigliano e Termini Imerese) in conseguenza dell'accordo con Opel, si fa presente che il Ministero dello sviluppo economico è costantemente informato dell'andamento della trattativa con Opel.
Signor Presidente, si precisa poi che il ministro Scajola ha indirizzato una lettera al vertice di FIAT per definire le modalità di un'informativa a riguardo. In particolare, il Governo ha deciso di ribadire al gruppo quale sia la propria opinione, che è molto ferma in merito alla difesa degli stabilimenti industriali italiani e di conseguenza dei livelli occupazionali. Nel frattempo, sono giunte dai vertici della Fiat rassicurazioni relative alla centralità degli stabilimenti. In particolare, FIAT ha dichiarato di non voler chiudere gli stabilimenti del sud, nonostante le criticità degli stessi, che tuttavia occorre tenere in considerazione. In particolare, in merito allo stabilimento di Pomigliano, FIAT ha precisato che l'attuale produzione comporta l'utilizzo di tre diverse piattaforme, con evidenti diseconomie. Il piano ipotizzabile per il futuro prevede l'allocazione di un'unica piattaforma da cui deriveranno più modelli, con eventuali versioni ecologiche. Le tempistiche del piano e la sua fattibilità saranno valutate in funzione dell'andamento dei mercati e della compatibilità finanziaria rispetto agli importanti investimenti che FIAT ha in programma in Italia. Per quanto riguarda poi il sito di Termini Imerese, FIAT ha fatto presente che sono stati realizzati importanti investimenti sul modello Ypsilon, che attualmente è prodotto a Termini Imerese, avendo introdotto, da alcune settimane, la versione GPL, che sta riscuotendo, anche grazie agli incentivi, un buon successo commerciale. Inoltre ha precisato che è stato deciso di investire sulla versione Euro 5, che sarà disponibile a partire dal prossimo anno, in modo da poter proseguire la produzione e quindi, grazie a queste decisioni, sarà possibile uscire anticipatamente dalla Cassa integrazione. Infine, FIAT ha precisato che l'attuale situazione dei mercati le consente di proseguire con le attuali produzioni e che, nelle prossime settimane, appena sarà definito il quadro di accordi internazionali, sarà possibile delineare un quadro strategico generale che sarà attentamente vagliato dal Ministero dello sviluppo economico che, in coordinamento - data l'importanza della vicenda - con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, avrà certamente modo, al termine di questa operazione, di convocare un tavolo di confronto.

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Russo ha facoltà di replicare.

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, pensiamo e continuiamo a ritenere che il Governo abbia il dovere politico e morale di convocare aziende e sindacati prima della chiusura degli accordi con Opel. Se così farà, saremo contenti e soddisfatti affinché, con chiarezza e senza infingimenti, FIAT si pronunci sul futuro degli stabilimenti italiani ufficialmente, a partire dagli impianti di Termini e Pomigliano d'Arco. Le dichiarazioni che in questi giorni ci sono state sui giornali non sono per nulla rassicuranti, pertanto, avere delle certezze in sede ufficiale, potrebbe rassicurare non tanto noi quanto numerosi padri di famiglia che, per ora, vivono un dramma. Siamo convinti che sia doveroso che il Governo tuteli il lavoro di ogni singolo operaio, di tutti i tecnici degli stabilimenti e dell'indotto di Termini, di Pomigliano e degli altri stabilimenti. Chiediamo che complessivamente vengano socialmente tutelate quelle aree territoriali e i comuni vicini a questi stabilimenti, quei comprensori cioè che hanno strutturato la propria economia intorno all'industria dell'automobile. Chiediamo che il Governo si faccia carico delle preoccupazioni di chi rischia di perdere il lavoro, di chi vive il dramma di come pagare il mutuo o l'affitto, di chi teme di non avere più la certezza di poter garantire ai figli di Pag. 83studiare e poter, quindi, sperare in un futuro dignitoso in cui il merito acquisito con fatica e sacrifici possa avere un valore. Il Governo deve davvero farsi carico del dramma di chi già oggi non ce la fa ad arrivare a fine mese ed avverte lo spettro di sprofondare nella disperazione. Signor Presidente, signor sottosegretario, gli operai, i tecnici e i lavoratori di Termini e Pomigliano non chiedono assistenza ma semplicemente ciò che dà dignità e senso ad un uomo, chiedono di poter continuare a lavorare e a contribuire a far grande la FIAT, come hanno fatto in questi anni, probabilmente senza la piena gratitudine che deve essere loro riconosciuta. Restiamo in attesa che quelle aspettative vengano soddisfatte e saremo anche noi soddisfatti.

(Iniziative relative al fenomeno delle offerte anomale nel settore della progettazione e direzione lavori delle opere pubbliche, al fine di eliminare le distorsioni del mercato ai danni dei professionisti italiani - n. 2-00359)

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Presti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00359, concernente iniziative relative al fenomeno delle offerte anomale nel settore della progettazione e direzione lavori delle opere pubbliche, al fine di eliminare le distorsioni del mercato ai danni dei professionisti italiani (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, intervengo brevemente. Questa interpellanza urgente, immaginata prima del terremoto in Abruzzo, ha assunto purtroppo una valenza particolare proprio alla luce dei fatti che hanno devastato questa regione. Dico questo perché l'interpellanza tratta un tema particolare ed oggi, alla luce dei necessari interventi da sviluppare per la ricostruzione dell'Abruzzo, occorre affrontare il problema delle competenze specifiche di coloro i quali saranno chiamati a fare le progettazioni necessarie non soltanto per gli edifici privati, ma anche per gli edifici pubblici e per quant'altro dovesse essere necessario rimettere in piedi.
Ciò in considerazione di una ormai consolidata tendenza nel nostro sistema dei lavori pubblici ad ammettere nel campo degli appalti offerte al ribasso non soltanto nell'aggiudicazione dei lavori appaltati, ma anche nella fase precedente delle progettazioni. Assistiamo con sempre maggiore frequenza a professionisti che, pur di acquisire l'incarico di progettazione, sono disposti a fare offerte che rasentano l'inverosimile (al ribasso ovviamente), offrendo parcelle che sono assolutamente sproporzionate in difetto con riguardo all'importanza dei lavori che devono essere poi eseguiti.
Ovviamente, il fenomeno delle offerte anomale provoca non soltanto una distorsione del mercato - perché è chiaro che le offerte anomale possono essere presentate soltanto da quegli studi di progettazione che hanno magari, a seguito degli appalti, anche altri incarichi esecutivi in ordine all'appalto e sono meglio organizzati -, svolgendo quindi di fatto una concorrenza illegittima nei confronti dei più piccoli e modesti professionisti, ma è un potenziale rischio per l'incolumità pubblica.
Infatti, progettare un lavoro con spese ed onorari ridotti al minimo (addirittura si potrebbe verificare anche il caso di chi offre un euro per fare il progetto di un ponte) significa ovviamente mettere il professionista o lo studio di progettazione nelle condizioni di dover velocizzare in modo abnorme i processi di redazione del progetto medesimo, valutare probabilmente (anzi quasi sicuramente) con superficialità le questioni tecniche che sono sottese ad un progetto di qualsiasi natura e quindi correre per recuperare evidentemente non soltanto in tempo, ma anche in termini di concreta redazione del progetto quegli oneri che di fatto vengono perduti nel momento in cui si fanno offerte così ridicole.
L'interpellanza urgente presentata affronta questo problema che - lo ripeto e lo ribadisco in conclusione - produce due Pag. 84effetti negativi: una distorsione del mercato perché i piccoli professionisti non possono evidentemente competere con i grandi studi di progettazione con offerte così ridicole (abbiamo portato tutta una serie di esempi) e soprattutto perché si rappresenta un potenziale rischio per l'incolumità.
Non vorrei immaginare, per esempio, una ricostruzione - non accadrà perché sono sicuro che il Governo vigilerà e anche perché la gestione e la ricostruzione sono affidate interamente alla responsabilità dell'Esecutivo (di questo prendo atto e sono convinto che ciò non accadrà) - in cui sia stata messo al servizio della pubblica amministrazione un progetto redatto con costi irrisori che costituirebbe un potenziale rischio per l'incolumità degli utenti.
Infatti, è una sostanziale dequalificazione professionale del progetto medesimo, redatto sicuramente con stimoli che non sono quelli adeguati e rapportati ad un compenso congruo.
In questo senso chiedo al Governo se condivida le valutazioni degli interpellanti e soprattutto che cosa intenda fare per limitare o comunque definitivamente cancellare questo problema delle offerte anomale al ribasso negli appalti, con riguardo soprattutto agli oneri per la progettazione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il decreto-legge del 4 luglio 2006, n. 233, convertito poi dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 - più noto come decreto Bersani - ha introdotto nell'ordinamento alcune disposizioni che incidono anche su materie che vengono disciplinate dal codice dei contratti pubblici. Infatti l'articolo 2, comma 1, del decreto convertito dispone - come è noto agli onorevoli interpellanti - l'abrogazione delle disposizioni legislative e regolamentari che prevedono, con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali, l'obbligatorietà di tariffe fisse o minime. È inoltre previsto al successivo comma 2 che nelle procedure ad evidenza pubblica le stazioni appaltanti possano utilizzare le tariffe, ove motivatamente ritenute adeguate, quale criterio o base di riferimento per la determinazione dei compensi per attività professionali. Tali disposizioni sono state recepite dal codice dei contratti pubblici con le modifiche introdotte dal decreto legislativo n. 152 del 2008, terzo correttivo, all'articolo 92, commi 2 e 4, e all'articolo 256, comma 1.
La ratio delle disposizioni introdotte dal decreto Bersani si riferisce alla necessità di provvedere alla tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali, nonché di agire in conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, al fine di assicurare agli utenti un'effettiva facoltà di scelta nell'esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato. La necessità di intervenire in materia di servizi professionali era stata peraltro più volte segnalata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato attraverso segnalazioni, pareri ed indagini conoscitive adottate dalla stessa.
In relazione alle problematiche relative alla valutazione della anomalia dell'offerta, si segnala che le stazioni appaltanti sono tenute all'applicazione delle disposizioni del codice degli appalti pubblici e, nello specifico, degli articoli 86, 87, 88 e 122, comma 9, nonché dell'articolo 124, comma 8, che se correttamente applicate dovrebbero garantire la risoluzione delle problematiche sollevate dagli onorevoli interpellanti. Ciò anche con la previsione da parte delle stazioni appaltanti di una valutazione approfondita e dettagliata delle giustificazioni a corredo dell'offerta.

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Presti ha facoltà di replicare.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, che dire, evidentemente non posso dichiararmi soddisfatto perché la risposta Pag. 85non affronta il problema. È chiaro che il sottosegretario avrà avuto stilata la risposta dai suoi uffici, evidentemente non ha approfondito personalmente la tematica che gli ho sottoposto, vedo che è impegnato a scrivere messaggini con il telefonino.
La questione è molto seria, molto più seria di quello che, purtroppo, i suoi uffici pensano, perché non basta il richiamo a delle norme che conosciamo tutti per dire che le stesse prevedono la possibilità per le amministrazioni di gestire questa vicenda. Non è così, perché se lei va sul sito del consiglio nazionale degli ingegneri - dove sono pubblicati da un osservatorio specifico che è stato istituito tutti i dati sugli appalti pubblici, sulle offerte relative alle progettazioni degli appalti pubblici - si accorgerà che sull'intero territorio nazionale è diffusa la pratica delle offerte anomale in tutte le pubbliche amministrazioni, dall'ANAS alle Ferrovie, alle regioni.
Dovunque si debba costruire qualcosa di pubblico le spese di progettazione soggiacciono, purtroppo, a questa regola anomala ormai invalsa che - lo ripeto, anche se non sfugge ad alcuno - può provocare serie problematiche alla libera concorrenza, paradossalmente quello che si voleva realizzare con la legge Bersani. Mi stupisce che questo Governo difenda o comunque, di fatto, non dica nulla di politicamente rilevante sulla legge Bersani che, in materia di regolamentazione delle attività professionali, è stata giudicata disastrosa perché non ha prodotto alcun miglioramento nell'ambito della concorrenza tra professionisti, ma anzi ha creato enormi e profonde discrasie nel sistema medesimo, quale quella che abbiamo denunciato con questa interpellanza.
Quindi, una risposta così asettica, che addirittura in qualche modo, tra le righe, esalta il valore della legge Bersani, non è in linea con il sentimento diffuso dei professionisti italiani in merito a questo provvedimento.
Quindi, signor sottosegretario, rivalutate attentamente le argomentazioni che gli uffici acriticamente, con un linguaggio molto burocratico, le hanno sottoposto perché io so che questo non può essere il sentimento dell'attuale Governo con riferimento ad un provvedimento che ha letteralmente messo in ginocchio le professioni italiane, che è osteggiato da tutti i professionisti.
Pertanto, non mi posso dichiarare soddisfatto; il problema rimane, probabilmente formerà oggetto di ulteriori analisi, approfondimenti ed interpellanze. Ci rivedremo in altra sede per discuterne probabilmente con argomenti che la prego, signor sottosegretario, conoscendo quanto lei sia preparato e sensibile su questo argomento, non deve assumere acriticamente, ma valutare con riferimento alle tematiche sollevate dai parlamentari che su queste vicende vengono sollecitati (evidentemente non a caso) dai cittadini e, nella specie, da professionisti qualificati quali ingegneri ed architetti.

(Iniziative per il completamento ed il risanamento del sistema delle dighe presenti nel territorio siciliano - n. 2-00346)

PRESIDENTE. L'onorevole Ruvolo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00346, concernente iniziative per il completamento ed il risanamento del sistema delle dighe presenti nel territorio siciliano (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, signor sottosegretario, abbiamo voluto presentare questa interpellanza urgente, che peraltro reca la data del 24 marzo di quest'anno, nella speranza che il Governo ci fornisca qualche risposta concreta, tenuto conto degli approfondimenti che in questo periodo ha potuto effettuare, circa le anomalie verificatesi in un'annata straordinariamente piovosa. Mi riferisco soprattutto alle dighe siciliane, considerato che in Sicilia il fenomeno forse non si registrava da un cinquantennio.
Signor Presidente, signor sottosegretario, è accaduto che le dighe presenti in Sicilia prevalentemente non si sono rivelate adeguate a poter ricevere e, quindi, ad Pag. 86invasare acqua con la beffa che la stessa è defluita nel mare o comunque si è dispersa e certamente non ci sarà un'altra occasione (se non aspettando altri cinquant'anni) per avere queste piogge copiose.
Chiaramente non individuo la responsabilità in questo Governo, ma è una responsabilità molto molto antica e molto datata. Mi aspetto, comunque, proprio da questo Governo una qualche risposta finalmente definitiva.
Relativamente all'interpellanza, in Sicilia le dighe cosiddette in funzione, che sono per la precisione ventidue, hanno una capacità di invasare acqua pari a un miliardo di metri cubi. In effetti, per mancanza di manutenzione e di opere che avrebbero consentito l'utilizzo complessivo, vi è una utilizzazione pari a 850 milioni di metri cubi d'acqua. Quindi, mancano 130 milioni di metri cubi d'acqua sugli invasi cosiddetti funzionanti.
Riporto qualche esempio, peraltro ripreso dall'interpellanza. Una diga che si chiama Ancipa, in provincia di Enna, ha una capacità d'invasamento di 28 milioni di metri cubi d'acqua, ma il volume autorizzato è solo di 12 milioni di metri cubi. Mancano, quindi, 16 milioni di metri cubi d'acqua che quest'anno potevano essere regolarmente invasati e poi distribuiti nel corso degli anni successivi.
Vi è una situazione ancora più scandalosa che è la diga di Disueri, nella provincia di Caltanissetta, esattamente a Gela. Il volume consentito è di 23 milioni, ma sono autorizzati solo 4,5 milioni di metri cubi d'acqua. Lo sa perché sottosegretario? Perché quella diga ha dei notevoli problemi anche di assestamento, ma soprattutto perché è piena di fango, così come un'altra diga. Abbiamo i volumi, ma non abbiamo la possibilità di invasare acqua.
In conclusione, signor sottosegretario, vi sono, oltre che ritardi, inefficienze, inadempienze, fango e tutto quello che ho detto, anche delle situazioni assurde su cui mi indigno da siciliano e da italiano. Vi sono, infatti, delle dighe che non sono entrate mai in funzione, e mi riferisco esattamente alla diga Blufi, che potrebbe contenere 50 milioni di metri cubi d'acqua, a quella di Pietrarossa, incompleta, che ne potrebbe invasare almeno 25 milioni, mentre quella di Villarosa, che ha una capacità intorno a 20 milioni di metri cubi d'acqua, non ha mai funzionato.
Stiamo parlando di cifre importantissime e astronomiche rispetto al problema dell'acqua. Perché ci troviamo sempre senza acqua in quelle realtà? Anche per questo motivo, perché vi sono delle realtà in cui ci sono le dighe, ma manca la rete di distribuzione.
Allora, con un approccio molto positivo e costruttivo voglio lanciare questo messaggio di collaborazione affinché finalmente, dopo decenni e decenni, si possa risolvere questo problema.

PRESIDENTE. Il sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, nel precisare in linea di carattere generale che nessuno di noi sottosegretari molto spesso è responsabile a titolo personale delle risposte che vengono fornite (ma risponde in quanto membro del Governo), ricordo a me stesso e agli altri che le leggi non le può modificare autoritativamente il Governo: saremmo in uno Stato diverso. Le leggi le modifica il Parlamento, così come le fa.
Precisato questo aspetto, veniamo al tema che, invece, l'onorevole Ruvolo pone con la sua interpellanza, un problema molto serio che in terra di Sicilia è avvertito, come lui stesso ha acutamente osservato, da moltissimi anni.
Per quanto attiene preliminarmente alle opere idriche rientranti nelle opere prioritarie individuate ai sensi della legge n. 443 del 2001, cosiddetta «legge obiettivo», si fa presente che il CIPE, con delibera del 21 dicembre 2001, n. 121, ha approvato, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 443 del 2001, il primo programma delle opere strategiche, che comprende il Pag. 87sottosistema «Schemi idrici: interventi per l'emergenza idrica nel Mezzogiorno continentale ed insulare».
Il suddetto sottosistema prevede, per la regione siciliana, sei interventi, che riassumiamo di seguito: acquedotto Favara di Burgio; acquedotto Gela-Licata-Aragona e nuovo serbatoio di San Leo; acquedotto Montescuro ovest; potabilizzazione invaso Garcia; completamento invaso Blufi; risanamento della diga Ancipa e infrastrutture connesse.
Dei sopraccitati interventi, sono stati trasmessi alla struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti unicamente i primi tre, che sono stati tutti portati all'approvazione e al finanziamento del CIPE.
Per quanto riguarda i lavori di rifacimento dell'acquedotto Gela-Aragona, il CIPE, con delibera n. 136 del 2002, ha approvato il progetto definitivo «Lavori di rifacimento dell'acquedotto Gela Aragona», assegnando un finanziamento di 53,57 milioni di euro a valere sui fondi di cui all'articolo 13 della legge n. 166 del 2002, a fronte di un costo complessivo di 89,21 milioni di euro. L'intervento è in fase di realizzazione.
Relativamente ai lavori di rifacimento dell'acquedotto Favara di Burgio, il CIPE, con delibera n. 137 del 2002, ha approvato il progetto definitivo «Lavori di rifacimento dell'acquedotto Favara di Burgio», assegnando un finanziamento di 39,56 milioni di euro a valere sui fondi di cui all'articolo 13 della legge n. 166 del 2002, a fronte di un costo complessivo di 65,90 milioni di euro. L'intervento risulta concluso.
Relativamente all'acquedotto Montescuro ovest, il CIPE, con delibera n. 88 del 2006, ha approvato il progetto definitivo «Acquedotto Montescuro ovest», assegnando un finanziamento di 20,54 milioni di euro a valere sui fondi di cui all'articolo 13 della legge n. 166 del 2002, a fronte di un costo complessivo di 86,20 milioni di euro. L'intervento si trova in fase di realizzazione.
In merito ai restanti tre interventi che abbiamo elencato - risanamento diga Ancipa e infrastrutture connesse, completamento invaso Blufi, potabilizzazione invaso Garcia - la regione siciliana non ha mai provveduto a trasmettere gli stessi alla struttura tecnica di missione, e, pertanto, le procedure di cui alla legge obiettivo non sono mai state attivate.
In merito alle ulteriori infrastrutture idriche nella regione siciliana e, nello specifico, alle opere di sbarramento, va osservato che la competenza diretta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche, già RID, afferiscono al controllo tecnico sulle opere di sbarramento durante la costruzione e l'esercizio ai fini della sicurezza.
Esulano, invece, dalle competenze proprie del Ministero gli aspetti relativi all'appalto dei lavori e all'utilizzo della risorsa idrica, che permangono nelle competenze dei soggetti concessionari pubblici, quali regione, consorzi di bonifica, e così via. Alla regione fanno inoltre capo le incombenze relative al reperimento delle risorse economiche necessarie per il completamento di ogni intervento sulle dighe in concessione a soggetti pubblici.
Tanto doverosamente premesso, relativamente allo stato delle singole dighe e sempre nell'ambito delle competenze ministeriali, si rappresenta un quadro generale delle diverse opere insistenti nel territorio della regione siciliana.
Cominciamo dalla diga di Ancipa: sono in corso i lavori di consolidamento statico della diga stessa, avviati nel 2003; se ne prevede il completamento entro la fine del 2010. Risulta già eseguito il 75 per cento delle lavorazioni e l'opera è stata già adeguata sismicamente. Successivamente, sarà possibile autorizzare, secondo quanto prevede la norma tecnica di settore, il completo riempimento del serbatoio. L'esercizio della diga, sia pure limitato per motivi di sicurezza, ha assicurato in questi anni l'uso potabile richiesto, sia pure a scartamento ridotto, come opportunamente ha osservato lo stesso interpellante.
Diga di Blufi: i lavori di costruzione della diga sono stati interrotti nel 1996 e da allora non sono mai ripresi per l'indisponibilità Pag. 88dei materiali da costruzione dei fianchi della diga a causa di vincoli paesaggistici e ambientali interessanti le cave di prelievo del materiale individuate in progetto, vincoli prescritti successivamente alla data del progetto.
Risultano eseguite tutte le opere accessorie e complementari ad eccezione del manufatto di sbarramento. Il contratto con l'impresa è formalmente rescisso ed è in atto un contenzioso presso il tribunale civile di Palermo.
Diga di Pietrarossa (vado a completare): i lavori di costruzione sono sospesi dal 1997 e il contratto non è stato ancora formalmente rescisso dalla stazione appaltante, Consorzio di bonifica n. 7. L'origine dell'interruzione dei lavori, eseguiti al 95 per cento, restando da completare gli ultimi sei metri di rilevato diga, è connessa al non completamento della fase di studio del sito archeologico rinvenuto nel corso dei lavori all'interno dell'invaso.
Nel 2007 gli organi preposti della regione si sono espressi in merito al conflitto di interessi tra il bene archeologico e l'uso della risorsa idrica, decidendo per lo studio del sito e la conservazione fisica dei manufatti sotto il livello del bacino.
Al momento, l'opera necessita di essere finanziata per il suo completamento, in quanto la somma residua dell'appalto originario non è da considerarsi più sufficiente. Inoltre, è interamente da finanziare il progetto, già approvato dalla IV sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, di sistemazione della spalla di imposta destra della diga, dove si è verificata una frana.
Occorre, inoltre, verificare la disponibilità delle cave di prestito sia per il completamento della diga che per gli interventi di sistemazione. Lo stesso elenco riguarda la diga di Gibbesi, di Villarosa, di Furore, di Olivo, di Disueri, di cui parlava l'onorevole interpellante, e, alla fine, di Garcia. Posso procedere, se il tempo che ho a disposizione me lo permette.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Reina.

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti.
Diga di Gibbesi: l'utilizzo dell'invaso della diga è stato autorizzato nel 2007, dopo la conclusione dei lavori di completamento di alcune strutture complementari (placcaggio della sponda sinistra) e della strumentazione di controllo dello sbarramento.
Si prevede di proseguire con gli invasi sperimentali secondo quanto disciplinato dalla normativa. Si evidenzia che, al momento, non risulta alcuna utilizzazione a valle diga per mancato completamento della rete di distribuzione.
Diga di Villarosa: non risulta definito da parte della regione siciliana un diverso possibile utilizzo delle acque a causa della loro elevata salinità. Si ricorda che la diga è stata costruita per l'utilizzo industriale della miniera di sali potassici di Pasquasia, utilizzo per il quale la qualità dell'acqua non era rilevante.
Diga di Furore: i lavori della diga sono stati completati e l'opera è collaudata dal punto di vista tecnico-amministrativo. L'utilizzo dell'invaso è stato autorizzato nel 2008, non appena sono stati conclusi i necessari lavori di sistemazione delle sponde in prossimità dell'alveo e di ripristino della strumentazione di controllo dello sbarramento. Si prevede di proseguire con gli invasi sperimentali secondo quanto disciplinato dalla normativa.
Passiamo alle ultime tre dighe. Per quanto riguarda la diga Olivo, il volume utile di regolazione è di 13 milioni di metri cubi, mentre quello autorizzato è di 7,25 milioni di metri cubi. La completa utilizzazione del serbatoio è condizionata dalla mancata ultimazione delle opere allaccianti dal contermine bacino idrografico.
Per quanto riguarda la diga di Disueri (e abbiamo concluso), il volume utile di regolazione è di 22,1 milioni di metri cubi, mentre quello autorizzato è di 4,5 milioni. Sono ritenuti occorrenti alcuni lavori di completamento della diga necessari ad autorizzare i successivi incrementi di quota. Pag. 89
Per quanto riguarda la diga Garcia, il volume utile di regolazione è di 62 milioni di metri cubi, mentre quello autorizzato è di 60 milioni di metri cubi. Per completare il riempimento del serbatoio, sono necessari dei lavori di sistemazione della viabilità di presidio e di spostamento di un acquedotto in coda invaso. Questo è il quadro complessivo della situazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Ruvolo ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, sarò davvero breve. Signor sottosegretario, la ragione per la quale abbiamo presentato l'interpellanza urgente in esame è di mettere a nudo quello che è stato da me sostenuto, ma anche quello che di fatto ha affermato il Governo. Siamo in presenza (forse sfugge a qualcuno, anche per la difficoltà di essere ascoltati da pochissimi) di uno spreco di pubblico denaro, che non è arrivato certamente ieri mattina, ma parliamo degli anni Ottanta, Novanta e quant'altro, pari a cifre strabilianti: stiamo parlando di miliardi e miliardi delle vecchie lire sperperati, di tutto e di più.
La faccio breve davvero. Signor Presidente, ritengo che vi sono, dopo le dichiarazioni del Governo, tutti i presupposti per promuovere un'indagine approfondita; inoltre, anche il Governo deve avere il coraggio, dove non è possibile utilizzare le dighe perché vi è il sito archeologico o perché vi sono altre motivazioni, di dichiarare immediatamente, in primo luogo, di avere sbagliato nel tempo la progettazione, la programmazione e la realizzazione di quelle opere, e soprattutto di porre fine a tale scempio complessivo. Bisogna avere il coraggio di abbattere le dighe quando ne sussistano le condizioni e denunciare con forza l'inefficienza della burocrazia, della politica, gli «inciuci», gli atti amministrativi illegittimi e quant'altro.
Non parlo della legge-obiettivo, perché conosco molto bene le opere che lei ha citato, signor sottosegretario, avendole peraltro anche proposte: dalla Favara di Burgio alla realizzazione della Gela-Aragona. Sono tutte opere ormai fortunatamente realizzate, che aiutano molto il sistema potabile di quelle aree. Ma il tema vero è che permane ciò!
Questo scandalo deve finire! Questa situazione non può più continuare! Nella maniera più assoluta, perché indigna i siciliani, indigna tutti noi. Il Governo, per gli errori del passato, prenda finalmente atto che bisogna agire con molta severità, ma soprattutto con molta celerità.

(Problematiche conseguenti alla circolare del 7 agosto 2008 concernente lo svolgimento con il sistema informatizzato degli esami di teoria per il conseguimento delle patenti di guida delle categorie A e B - n. 2-00379)

PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00379, riguardante problematiche conseguenti alla circolare del 7 agosto 2008 concernente lo svolgimento con il sistema informatizzato degli esami di teoria per il conseguimento delle patenti di guida delle categorie A e B (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, la circolare del 7 agosto 2008 ha stabilito che dal 4 maggio 2009 tutti gli esami di teoria per il conseguimento delle patenti di guida di categoria A e B saranno svolti in modo centralizzato presso le sedi delle motorizzazioni civili col sistema informatizzato; quindi, in pratica, non sarà più possibile svolgere l'esame di teoria presso le autoscuole e con il sistema cartaceo, come era stato sempre nella tradizione italiana.
Ciò sta provocando grandissimi problemi, il primo dei quali è quello di ritardi lunghissimi per poter sostenere l'esame, perché chiaramente le motorizzazioni non sono presenti in tutti i comuni e in tutte le realtà territoriali e, quindi, in pratica, i ragazzi e le ragazze che debbono svolgere l'esame di teoria sono costretti a rivolgersi presso le sedi della motorizzazione.
Vi è poi una complicazione generale nel passare in sei mesi ad un sistema totalmente Pag. 90diverso, che di fatto mette in crisi un sistema che comunque offriva occupazione e lavoro (sono presenti nel nostro Paese all'incirca 7 mila autoscuole).
Forse sarebbe stato più semplice informatizzare il collegamento tra la motorizzazione civile e le sedi delle autoscuole, consentendo quindi di passare dal sistema cartaceo al sistema informatizzato e di svolgere, da parte delle motorizzazioni, una funzione di controllo molto più forte senza ingolfare il sistema e mettere in crisi un settore anche piccolo, ma comunque di una imprenditoria presente nel nostro Paese con molti insegnanti e molte persone che vi lavorano.
Credo anche che ciò porti ad uno scadimento nella preparazione stessa dell'esame, perché comunque prima era previsto un periodo di preparazione con un certo numero di giorni di corso, ed anche questo sta creando oggettivamente grandi difficoltà.
Lei giustamente prima ha ricordato che il Governo non può cambiare le leggi, però può modificare le circolari: con questa interpellanza le chiedo quindi se sia possibile, considerata la difficoltà oggettiva seguita ai primi giorni di attuazione di tale decisione, tornare indietro e comunque modificare il discorso ridando alle autoscuole la possibilità di svolgere gli esami di teoria, eventualmente collegandoli in via informatica.
Credo che oggi, nell'evoluzione della tecnologia, sia assolutamente facile e semplice poter collegare 7 mila sedi di autoscuole con le sedi della motorizzazione, allo stesso modo in cui è facile ed anche preferibile, per i dirigenti e i responsabili delle motorizzazioni civili, e quindi i funzionari pubblici, svolgere tutti i controlli attraverso il sistema informatico onde evitare eventuali brogli o altre situazioni di questo genere.
Se vi è stata, infatti, qualche mela marcia che non ha consentito di svolgere gli esami in maniera corretta, non per questo debbono pagare tutti i ragazzi e tutti i gestori delle autoscuole. Questa è la nostra richiesta: spero che il Governo, avendo preso coscienza pure dei disservizi e dei disagi di questi giorni, voglia in qualche modo tornare indietro e trovare una soluzione diversa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, va preliminarmente precisato che la procedura d'esami informatizzata per il conseguimento delle patenti di guida delle categorie A e B si pone in linea con i programmi e gli indirizzi del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione che prevede, tramite l'utilizzo di sistemi informatizzati, di perseguire nell'azione amministrativa criteri di oggettività, trasparenza, economicità e razionalità, procedendo alla smaterializzazione delle procedure amministrative cartacee.
La procedura d'esame informatizzata, peraltro, è già stata introdotta, a far data dal 2007, in oltre quarantacinque uffici della motorizzazione civile ed ha riscosso notevole consenso sia da parte degli utenti che delle autoscuole i cui allievi sono stati messi nella condizione di poterla utilizzare.
In altre realtà territoriali, quali gli uffici di Roma, Napoli e Torino, tanto per citare quelli che servono i bacini di utenza più estesi, si sono registrate, e nel tempo consolidate, forme di resistenza a tale processo di informatizzazione.
Tale stato di cose ha reso impossibile una spontanea adozione della medesima procedura su tutto il territorio nazionale. Procedura che consente di garantire la massima trasparenza delle sedute d'esame e di sopperire alla cronica carenza organica di funzionari esaminatori nella quale versano, ormai da tempo, gli uffici della motorizzazione civile, con inevitabile allungamento dei tempi di attesa per sostenere gli esami.
Il sistema informatizzato, invece, eliminando i tempi di correzione degli elaborati (dal momento che il controllo degli stessi e la registrazione dell'esito nel sistema Pag. 91informatico dell'amministrazione avviene immediatamente dopo il comando di fine prova fornito dal candidato stesso), consentirà, a regime, di aumentare il numero di prove d'esame che potrà svolgere, in ogni singola seduta, il funzionario esaminatore, e questo ridurrà i tempi di attesa tra la data della prenotazione e la data di effettuazione dell'esame e permetterà all'amministrazione, dunque, di offrire all'utenza un servizio qualificato, in linea con le aspettative.
Ciò posto, la direzione generale della motorizzazione (che, a fronte della diversa modalità di espletamento degli esami da provincia a provincia, ha cominciato a registrare anche insinuazioni di intollerabili disparità di comportamento che, ove acclarate, vanificherebbero ogni impegno per la trasparenza dell'attività amministrativa) ha già, con circolare del 7 agosto 2008, ritenuto di superare le resistenze registrate, fissando l'obbligatorietà della procedura d'esame informatizzata a far data dal 4 maggio 2009; termine confermato con le circolari del 20 marzo 2009, che prevedono, tra l'altro, che lo svolgimento delle sedute d'esami in questione debba svolgersi, almeno in una prima fase, presso le aule degli uffici della motorizzazione civile.
Al contempo, con una sperimentazione partita su tre province (che gradatamente sarà estesa a tutto il territorio nazionale), è consentito alle autoscuole di prenotare gli esami in via informatica dalle loro stesse sedi, e non con ricorso a materiale cartaceo da presentarsi presso i predetti uffici.
In merito alla sede d'esame, va precisato che, la normativa vigente prevede la possibilità, ma non l'obbligo, di consentire l'effettuazione delle prove presso le sedi delle autoscuole e non presso la sede dell'ufficio motorizzazione civile. Infatti, come evidenziato dalla giurisprudenza di merito (vedasi, tra le altre, le sentenze del Consiglio di Stato n. 1069 del 2008 e del TAR Lazio n. 3697 del 2009), il comma 6 dell'articolo 121 del codice della strada, che prevede la possibilità che gli esami si svolgano presso le autoscuole frequentate dai candidati, è norma eccezionale, che consente di svolgere gli esami presso gli abilitandi anziché presso gli uffici dell'amministrazione o presso sedi da essa scelte. Tale possibilità è, naturalmente, nell'interesse dei candidati, per i quali costituisce un'agevolazione. Nessuna norma prevede funzioni dell'autoscuola nell'espletamento degli esami di guida.
In ogni caso, al fine di corrispondere alle richieste delle associazioni di categoria delle autoscuole maggiormente rappresentative a livello nazionale, interessate a che fosse comunque salvaguardato il principio della possibilità di effettuare esami anche presso le sedi di autoscuole, la direzione generale della motorizzazione ha convocato le medesime associazioni ed ha illustrato i contenuti di una direttiva di prossima emanazione che prevede la possibilità di attivare postazioni di esame informatizzate presso strutture private delle autoscuole.
Nella medesima direttiva saranno anche definiti i criteri e le procedure di pubblicità per l'assegnazione delle summenzionate postazioni. La predisposizione di sedi d'esame esterne alla motorizzazione è subordinata all'espletamento delle procedure necessarie a tal fine, e al consolidamento delle procedure di esame informatizzato, per un'ottimale raggiungimento delle finalità che la direzione generale si è proposta.
Quanto al riferimento alle smart card, è opportuno sottolineare che queste, oltre che necessarie per apporre la firma digitale dell'esaminatore al verbale d'esame informatizzato, consentono all'amministrazione di verificare l'effettivo impiego di questi ultimi nelle ore dedicate alle sedute di esame, a tutto vantaggio di un effettivo controllo di gestione, dei costi del personale rispetto alla qualità e quantità del servizio reso.
Circa il timore, paventato nell'interpellanza, di un eventuale aumento del numero dei candidati privatisti a seguito dell'introduzione della nuova procedura, va sottolineato (e la cosa è stata, anzi, evidenziata dai rappresentanti delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale) che, laddove si sono accentrate Pag. 92le prove d'esame presso la sede dell'ufficio della motorizzazione civile, si è avuto, al contrario, una diminuzione del numero dei candidati privatisti ed un aumento dei frequentatori dei corsi delle autoscuole. Questo fenomeno trova le proprie ragioni, probabilmente, nel fatto che l'esame svolto presso la sede istituzionale è percepito come più severo, per cui i candidati al conseguimento della patente ritengono necessario affidare la propria preparazione a docenti qualificati.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di replicare.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, è chiaro che vi sono alcuni aspetti che tenderebbero in qualche modo a dimostrare che forse vi è qualche spiraglio di apertura, in quanto la richiamata direttiva che dovrebbe essere emanata e l'incontro con i rappresentanti dovrebbero aprire il discorso che proponiamo nell'interpellanza.
Non abbiamo proposto di tornare al cartaceo. Abbiamo proposto di realizzare il collegamento informatico con le autoscuole, che è anche un modo per avvicinare il servizio all'utenza in un tempo in cui si parla appunto di federalismo e di avvicinamento delle istanze (noi invece in questo caso le abbiamo centralizzate). Con il sistema informatico chiaramente vi sono dei requisiti che debbono avere le autoscuole che possono essere autorizzate a svolgere questo servizio.
Che siano aumentati i numeri dei frequentanti l'autoscuola non mi risulta, comunque sarà un problema delle organizzazioni sindacali di categoria, non è un problema posto da noi.
La questione vera è quella di mantenere un servizio e una realtà produttiva che comunque esiste, che svolge un servizio importante da anni nel nostro Paese, che è diffusa su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle grandi aree urbane, e che consente quindi di svolgere anche una funzione. Si tratta dunque di un servizio che viene offerto ai cittadini, soprattutto ai giovani in maniera più vicina al loro luogo di abitazione.
Quindi, per il momento io mi dichiaro insoddisfatto per il modo e i tempi in cui è stata attuata questa procedura. Si potevano tranquillamente attuare contemporaneamente l'informatizzazione ed il collegamento con le autoscuole, mentre nel caso di Roma in particolare si è detto, in pratica da un giorno all'altro, che gli esami con il sistema cartaceo non si potevano più svolgere.
Oggi, sottosegretario, in questa città vi sono tempi di attesa per svolgere l'esame di teoria di due mesi, mentre in passato, dal momento in cui si erano svolte le dieci lezioni normalmente previste dal servizio autoscuola, nel giro di una settimana o quindici giorni si poteva svolgere l'esame. Chi aveva già iniziato tale procedura, si era già iscritto e aveva già il foglio rosa, e quindi poteva procedere dovrà aspettare più di due mesi per poter svolgere l'esame. Quindi, non c'è stato nessun miglioramento dal punto di vista del servizio offerto ai cittadini.
Auspico pertanto la velocizzazione al massimo di questa direttiva, e che la stessa possa ridare delle opportunità, certamente utilizzando il servizio informatico.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.

Integrazione nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data 14 maggio 2009, ha reso noto che il deputato Francesco Nucara è stato nominato vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica Repubblicani, Regionalisti, Popolari.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la XI Commissione permanente Pag. 93(Lavoro pubblico e privato) ha proceduto alla elezione del deputato Silvano Moffa a presidente, in sostituzione del deputato Stefano Saglia, chiamato a far parte del Governo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 18 maggio 2009, alle 16:

1. - Discussione congiunta del disegno di legge e del documento:
S. 1078 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) (2320-A).
- Relatore: Pini.
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007 (Doc. LXXXVII, n. 1).
- Relatore: Centemero.

2. - Discussione della mozione Franceschini ed altri n. 1-00165 concernente iniziative a sostegno del settore manifatturiero.

La seduta termina alle 17,45.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ALDO DI BIAGIO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2363

ALDO DI BIAGIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, saluto con soddisfazione e con sentito interesse la ratifica ed esecuzione di questo accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Croazia che segna un momento significativo per i rapporti tra Roma e Zagabria, sotto più profili.
L'Accordo e l'annesso Protocollo, firmati a Roma il 29 ottobre 1999, pongono le basi per una più proficua collaborazione economica tra Italia e Croazia, rendendo possibile un'equa distribuzione del prelievo fiscale tra lo Stato in cui viene prodotto un reddito e lo Stato di residenza dei beneficiari dello stesso.
Tale strumento normativo rappresenta una cornice certamente non trascurabile entro la quale è possibile tratteggiare una chiara accelerazione del percorso di integrazione economica e politica che il Governo di Zagabria sta percorrendo in questi mesi, proiettato verso la piena adesione all'Unione europea.
Infatti, e mi preme sottolinearlo, la chiarezza normativa sul versante della doppia imposizione fiscale tra l'Italia e la Croazia, rappresenterebbe il preambolo per l'intensificazione delle relazioni commerciali ed economiche tra i due paesi, ed un rafforzamento per l'intero sistema delle relazioni bilaterali tra due Paesi molto vicini, non soltanto in termini geografici ma anche economici e culturali.
La ratio di questo accordo internazionale, infatti, è quella di evitare una duplicazione di imposizione sugli stessi fenomeni economici e giuridici che, se non limitata, arrecherebbe un notevole aggravio a chi opera su un piano transnazionale. Un elemento importante e degno di nota.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 2180-A - odg 9/2180-A/11 417 414 3 208 182 232 56 Resp.
2 Nom. odg 9/2180-A/12 418 415 3 208 183 232 56 Resp.
3 Nom. odg 9/2180-A/13 430 426 4 214 185 241 55 Resp.
4 Nom. odg 9/2180-A/14 492 485 7 243 232 253 51 Resp.
5 Nom. odg 9/2180-A/15 497 492 5 247 231 261 50 Resp.
6 Nom. odg 9/2180-A/19 498 496 2 249 233 263 49 Resp.
7 Nom. odg 9/2180-A/20 496 493 3 247 231 262 49 Resp.
8 Nom. odg 9/2180-A/21 501 498 3 250 232 266 49 Resp.
9 Nom. odg 9/2180-A/23 505 502 3 252 235 267 49 Resp.
10 Nom. odg 9/2180-A/24 502 497 5 249 235 262 48 Resp.
11 Nom. odg 9/2180-A/25 503 501 2 251 235 266 48 Resp.
12 Nom. odg 9/2180-A/27 500 496 4 249 231 265 48 Resp.
13 Nom. odg 9/2180-A/28 rif. 508 493 15 247 470 23 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2180-A/29 500 490 10 246 237 253 48 Resp.
15 Nom. odg 9/2180-A/31 496 496 249 236 260 48 Resp.
16 Nom. odg 9/2180-A/33 496 493 3 247 235 258 48 Resp.
17 Nom. odg 9/2180-A/35 503 501 2 251 242 259 48 Resp.
18 Nom. odg 9/2180-A/36 503 502 1 252 244 258 48 Resp.
19 Nom. odg 9/2180-A/37 501 498 3 250 236 262 47 Resp.
20 Nom. odg 9/2180-A/39 504 499 5 250 237 262 47 Resp.
21 Nom. odg 9/2180-A/42 495 492 3 247 234 258 46 Resp.
22 Nom. odg 9/2180-A/45 491 488 3 245 229 259 46 Resp.
23 Nom. odg 9/2180-A/46 487 484 3 243 232 252 44 Resp.
24 Nom. odg 9/2180-A/47 489 489 245 235 254 44 Resp.
25 Nom. odg 9/2180-A/48 500 499 1 250 241 258 44 Resp.
26 Nom. odg 9/2180-A/49 494 492 2 247 239 253 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2180-A/50 494 491 3 246 235 256 44 Resp.
28 Nom. odg 9/2180-A/51 500 498 2 250 240 258 44 Resp.
29 Nom. odg 9/2180-A/53 505 503 2 252 242 261 44 Resp.
30 Nom. odg 9/2180-A/54 507 504 3 253 242 262 44 Resp.
31 Nom. odg 9/2180-A/55 504 501 3 251 241 260 44 Resp.
32 Nom. odg 9/2180-A/57 489 484 5 243 233 251 44 Resp.
33 Nom. odg 9/2180-A/59 506 504 2 253 243 261 44 Resp.
34 Nom. odg 9/2180-A/61 490 487 3 244 233 254 44 Resp.
35 Nom. odg 9/2180-A/62 488 485 3 243 232 253 44 Resp.
36 Nom. odg 9/2180-A/63 492 489 3 245 239 250 44 Resp.
37 Nom. odg 9/2180-A/65 rif. 500 497 3 249 237 260 43 Resp.
38 Nom. odg 9/2180-A/64 500 497 3 249 237 260 43 Resp.
39 Nom. odg 9/2180-A/67 481 478 3 240 225 253 43 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2180-A/68 502 498 4 250 238 260 43 Resp.
41 Nom. odg 9/2180-A/69 507 504 3 253 243 261 42 Resp.
42 Nom. odg 9/2180-A/70 506 504 2 253 241 263 42 Resp.
43 Nom. odg 9/2180-A/71 505 500 5 251 238 262 41 Resp.
44 Nom. odg 9/2180-A/72 498 496 2 249 236 260 41 Resp.
45 Nom. odg 9/2180-A/73 501 496 5 249 236 260 41 Resp.
46 Nom. odg 9/2180-A/74 509 505 4 253 243 262 41 Resp.
47 Nom. odg 9/2180-A/75 517 514 3 258 246 268 41 Resp.
48 Nom. odg 9/2180-A/77 513 510 3 256 242 268 40 Resp.
49 Nom. ddl 2180-A - voto finale 555 552 3 277 297 255 19 Appr.
50 Nom. ddl 2226 - articolo 1 446 438 8 220 438 21 Appr.
51 Nom. articolo 2 434 427 7 214 427 21 Appr.
52 Nom. articolo 3 432 425 7 213 425 21 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 4 434 425 9 213 425 21 Appr.
54 Nom. ddl 2226 - voto finale 405 396 9 199 395 1 21 Appr.
55 Nom. ddl 2294 - articolo 1 387 386 1 194 386 21 Appr.
56 Nom. articolo 2 387 387 194 387 21 Appr.
57 Nom. articolo 3 387 387 194 387 21 Appr.
58 Nom. ddl 2294 - voto finale 363 362 1 182 362 21 Appr.
59 Nom. ddl 2363 - articolo 1 357 357 179 357 21 Appr.
60 Nom. articolo 2 347 347 174 345 2 21 Appr.
61 Nom. articolo 3 358 357 1 179 357 21 Appr.
62 Nom. ddl 2363 - voto finale 363 361 2 181 361 21 Appr.
63 Nom. ddl 2362 - articolo 1 358 358 180 358 21 Appr.
64 Nom. articolo 2 360 359 1 180 358 1 21 Appr.
65 Nom. articolo 3 361 359 2 180 359 21 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 66)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. ddl 2362 - voto finale 362 362 182 362 21 Appr.