XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 143 di martedì 10 marzo 2009

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10,30.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 25 febbraio 2009.

I deputati in missione sono sessantasette.

Discussione del disegno di legge S.1341, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 3 del 2009: Svolgimento nell'anno 2009 delle consultazioni elettorali e referendarie (approvato dal Senato) (A.C. 2227-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

BEATRICE LORENZIN (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, come modificato dal Senato e dalla Commissione, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento nell'anno 2009 delle consultazioni elettorali e referendarie, precisando che il Governo ha inteso accorpare le elezioni amministrative ed europee, segnatamente per evidenti motivi finanziari e per evitare che i cittadini vengano chiamati ripetutamente alle urne. Nel richiamare, quindi, le misure più rilevanti contenute nel provvedimento d'urgenza in esame, soffermandosi, in particolare, sulla nuova disciplina inerente il procedimento elettorale, le operazioni di voto e l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani che si trovano temporaneamente all'estero per motivi di servizio e per missioni internazionali, osserva che nel corso dell'iter in sede referente si è inteso sopprimere l'articolo 1-bis, introdotto dal Senato, in materia di contributo per le elezioni europee, in modo che possano accedere al rimborso solo i partiti e i movimenti che abbiano partecipato alle elezioni europee ottenendo almeno il 4 per cento dei voti validi.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Avverte che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

SALVATORE VASSALLO (PD). Giudica positiva l'iniziativa, sostanzialmente priva di controindicazioni, volta a consentire lo svolgimento contemporaneo in giorni non feriali di più consultazioni elettorali, mediante la quale, da un lato, si agevola la partecipazione popolare al voto - caratterizzata da alcuni decenni da un andamento decrescente - e, dall'altro, si riducono i relativi costi, con riferimento sia agli oneri a carico del bilancio dello Stato sia alle spese sostenute dalle famiglie e dalle imprese. Manifesta, invece, contrarietà in ordine alla mancata concentrazione nel turno elettorale unico anche delle consultazioni referendarie, ricordando che il divieto di tenere contemporaneamente i referendum e le elezioni al Parlamento è ispirato dalla ratio, palesemente estranea alla logica sottesa al provvedimento d'urgenza in discussione, di evitare ogni possibile collisione tra gli istituti di democrazia diretta e quelli di democrazia rappresentativa. Nel sottolineare, infine, l'esigenza di una revisione della vigente legislazione elettorale, ritiene necessaria un'attenuazione della soglia di sbarramento del 4 per cento, giudicando peraltro iniquo escludere dall'accesso al Pag. IVfinanziamento pubblico le forze politiche che non ottengano seggi; a tale proposito, prospetta comunque l'opportunità di utilizzare i fondi non ripartiti per sostenere l'azione delle Forze di polizia.

LUCIANO DUSSIN (LNP). Nel sottolineare che la sua parte politica manifesta un orientamento favorevole all'ipotesi di accorpare le consultazioni elettorali europee ed amministrative, richiama la positiva introduzione di una soglia di sbarramento fissata al 4 per cento sia per l'elezione di rappresentanti al Parlamento europeo sia per accedere ai relativi rimborsi elettorali. Nell'evidenziare quindi la delicatezza dei quesiti referendari, di cui si chiede l'accorpamento con le predette consultazioni amministrative ed europee, dal quale deriverebbe un sistema politico sostanzialmente bipartitico, giudica preferibile che il referendum proposto si svolga separatamente, anche in considerazione dell'elevato numero di schede che i cittadini sarebbero chiamati a compilare.

MARIO TASSONE (UdC). Osserva che il provvedimento d'urgenza in discussione - finalizzato a consentire lo svolgimento contemporaneo, limitatamente all'anno 2009, delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia con le elezioni amministrative - non ha una portata meramente procedurale e tecnica, ma è connotato da una forte valenza politica, atteso che le disposizioni da esso recate incidono, da un lato, sul principio pluralistico e, dall'altro, sul rapporto tra gli istituti di democrazia diretta e rappresentativa. Nel ritenere, quindi, che debba essere evitata ogni confusione tra i predetti istituti, esprime preoccupazione a fronte della convergenza, che sembra delinearsi tra i due maggiori partiti, volta a comprimere ulteriormente gli spazi di rappresentanza delle piccole formazioni politiche, con detrimento per l'essenza della democrazia. Nel ribadire, infine, l'orientamento favorevole del proprio gruppo alla concessione del contributo per le elezioni europee ai partiti che ottengano almeno il 2 per cento dei voti validi, invita le forze politiche a concentrare il confronto, in occasione delle prossime consultazioni, sulle problematiche relative alle politiche dell'Unione europea, la cui azione sembra seguire percorsi asfittici e di corto respiro, con conseguente disaffezione dei cittadini.

SALVATORE PICCOLO (PD). Nel sottolineare preliminarmente che il Partito democratico non ha assunto alcun atteggiamento ambiguo in materia di meccanismi elettorali posti a garanzia dell'efficienza e della funzionalità delle moderne democrazie, attribuisce all'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica l'attuale instabilità e la degenerazione del sistema politico, le quali determinano inefficienze di governo a livello locale e nazionale. Nel ricordare quindi la positiva introduzione di una soglia di sbarramento per le elezioni europee, fissata al 4 per cento a seguito di una mediazione fra i vari partiti, evidenzia con forza come in politica il pluralismo possa dirsi effettivo solo quando è rappresentativo di posizioni e di opinioni largamente diffuse e consolidate nella cultura popolare.
Espressa quindi la ferma convinzione che il referendum sulla legge elettorale si debba tenere nella stessa giornata delle consultazioni elettorali europee ed amministrative, al fine di risparmiare risorse da destinare all'efficienza e all'operatività delle Forze dell'ordine ovvero alla tutela dei lavoratori precari in difficoltà, giudica estremamente deprecabile che siano le stesse istituzioni a scoraggiare la partecipazione popolare ad una consultazione referendaria avente ad oggetto una legge elettorale criticata dai suoi stessi ideatori. Nel condividere infine le valutazioni del deputato Vassallo sul meccanismo dei rimborsi elettorali, che si configura come una vera e propria forma di finanziamento pubblico ai partiti, auspica che su tale questione si svolga un'attenta e approfondita riflessione.

DAVID FAVIA (IdV). Pur manifestando apprezzamento per l'accorpamento delle elezioni amministrative ed europee, al fine di risparmiare risorse e di evitare che i Pag. Vcittadini vengano chiamati ripetutamente alle urne, esprime forte perplessità sulle norme recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, soffermandosi, tra l'altro, sul mancato accoglimento del parere espresso dalla VII Commissione circa la necessità di estendere l'esercizio del diritto di voto anche agli studenti italiani che si trovano temporaneamente all'estero. Nel merito, giudica non condivisibile la soppressione dell'articolo 1-bis, introdotto dal Senato, in materia di contributi per le elezioni europee, a seguito della quale potranno accedere al rimborso solo i partiti e i movimenti che abbiano ottenuto il 4 per cento dei voti validi; ritiene altresì particolarmente grave l'intendimento del Governo di non accorpare i referendum alle elezioni amministrative ed europee, dettato, a suo avviso, dall'esigenza di boicottare il risultato referendario sperperando denari pubblici per interessi del tutto particolari. Auspica, infine, che nel prosieguo dell'iter in Assemblea la maggioranza, possa manifestare disponibilità a valutare proposte emendative ulteriormente migliorative del testo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Nel giudicare preliminarmente incongruo parlare di election day in occasione di consultazioni elettorali sostanzialmente a doppio turno, evidenzia che operare risparmi sugli strumenti della democrazia non appare ragionevole e che i dati relativi ai risparmi che deriverebbero dall'accorpamento di referendum ed elezioni europee ed amministrative provengono da studiosi orientati politicamente. Giudicata quindi corretta la decisione del Governo di distinguere le giornate in cui tenere le diverse consultazioni, ritiene strumentali ed ideologiche le considerazioni critiche svolte da rappresentanti dell'opposizione, atteso che appare corretto che gli elettori siano motivati a recarsi a votare in funzione della forza delle argomentazioni dei quesiti referendari e che il raggiungimento del quorum e quindi la possibilità di astensione sia una forma di espressione della volontà dell'opinione pubblica chiaramente contemplata dalla Costituzione. Ritenuto altresì contraddittorio sostenere un sistema sostanzialmente bipartitico, quale deriverebbe in pratica dall'approvazione dei quesiti referendari, e un meccanismo di rimborsi elettorali basato su una soglia di sbarramento eccessivamente bassa, giudica possibile, in alternativa e per ragioni di efficienza, tenere le consultazioni referendarie nella stessa giornata dei ballottaggi per le elezioni amministrative.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantatré.

(Esame dell'articolo unico)

PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative: Zaccaria 1.01, Brugger 4.01 e 4.02, Franceschini 1.28 (limitatamente alla parte consequenziale riferita all'articolo 5), Giachetti 1.028 (limitatamente alla lettera c), nella parte in cui destina quota parte del fondo relativo ai rimborsi elettorali al fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica), Maurizio Turco 1.0131, Lo Monte 1.021, 1.018, 1.019 e 1.020, Sereni 1.029, Braga 1.030, Amici 1.032, Lo Monte 2.010, 2.011, 2.012, 2.013, 2.014, 2.015, 2.016, 2.017, 3.012, 3.016, 3.015, 3.011, 3.010, 3.014, 3.013 e 3.017.
Comunica altresì che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a Pag. VIvotazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, fermo restando l'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare: il gruppo Misto (per la componente politica MPA - Movimento per l'autonomia) è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Invita la Presidenza a riconsiderare la declaratoria di parziale inammissibilità pronunciata relativamente all'emendamento Franceschini 1.28 ed a sottoporre eventualmente la relativa decisione al voto dell'Assemblea.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Invita anch'egli la Presidenza a riconsiderare la declaratoria di parziale inammissibilità del suo articolo aggiuntivo 1.028.

PRESIDENTE. Richiama i criteri cui la Presidenza si è attenuta nel dichiarare parzialmente inammissibili l'emendamento Franceschini 1.28 e l'articolo aggiuntivo Giachetti 1.028, riservandosi, in relazione a quest'ultimo, di sottoporre al Presidente della Camera la possibilità di accedere ad una sua eventuale riformulazione. Ritiene inoltre di non poter accedere alla richiesta del deputato Bressa di sottoporre al voto dell'Assemblea la declaratoria di inammissibilità relativa all'emendamento Franceschini 1.28.

Intervengono sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati GIANCLAUDIO BRESSA (PD), ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD), SESA AMICI (PD) e DARIO FRANCESCHINI (PD).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Interviene altresì sul complesso delle proposte emendative presentate il deputato DAVID FAVIA (IdV).

BEATRICE LORENZIN (PdL). Relatore. Invita al ritiro dell'emendamento Tassone 2.10, prospettando la possibilità di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Esprime altresì parere contrario sulle restanti proposte emendative presentate.

PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza ritiene ammissibile la riformulazione proposta dell'articolo aggiuntivo Giachetti 1.028.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Nel concordare con il parere espresso dal relatore, richiama gli aspetti salienti del provvedimento d'urgenza in esame, preannunziando la disponibilità del Governo ad accogliere come raccomandazione un ordine del giorno che recepisca il contenuto dell'emendamento Tassone 2.10.

PRESIDENTE. Sospende l'esame del provvedimento.

La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 18,05.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

Seguito della discussione della mozione Mecacci n. 1-00089: Iniziative per il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet.

Nella seduta del 9 marzo 2009 si è svolta la discussione sulle linee generali.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Esprime parere favorevole sulla mozione Mecacci n. 1-00089 (Nuova formulazione), proponendo una riformulazione del primo capoverso del dispositivo.

MATTEO MECACCI (PD). Accetta la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.

Pag. VII

(Dichiarazioni di voto)

FRANCESCO LARATTA (PD). Nel richiamare i termini politici ed umanitari della vicenda sino-tibetana, auspica un fattivo impegno del Governo italiano finalizzato a sensibilizzare maggiormente la comunità internazionale al dramma del popolo tibetano allo scopo di pervenire ad una soluzione condivisa ed efficace dell'annosa questione.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Espresso preliminarmente apprezzamento per la presenza in Aula del Ministro Frattini, invita il Governo ad attuare una politica estera più incisiva e meno ondivaga, segnatamente con riferimento ai rapporti con l'Iran e con la Cina, responsabile, quest'ultima, della grave situazione esistente in Tibet, ove si registrano reiterate violazioni dei diritti umani. Dichiara, infine, il convinto voto favorevole del suo gruppo sulla mozione in esame.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Dichiara la propria astensione sulla mozione in esame, esprimendo perplessità in relazione, tra l'altro, alle argomentazioni in essa contenute circa l'autonomia del Tibet ed il ruolo del governo tibetano in esilio e della Presidenza di turno dell'Unione europea.

FERDINANDO ADORNATO (UdC). Nel ritenere che si debba rendere onore alle vittime della brutale repressione in atto in Tibet, la cui legittima aspirazione ad un'autonomia culturale e religiosa deve essere sostenuta dalla comunità internazionale, anche mediante una più incisiva azione nei confronti della Cina per assicurare una effettiva tutela dei diritti umani, invita il Governo a farsi promotore di una proficua azione in tal senso, senza che ciò pregiudichi i rapporti economici e commerciali con la Cina.

MATTEO MECACCI (PD). Nell'esprimere apprezzamento per la calendarizzazione della mozione in esame nella giornata odierna, che assume un rilevante valore simbolico per il popolo tibetano, evidenzia l'integrità morale e la lucidità politica del Dalai Lama, che ha sempre sostenuto non la secessione ma l'autonomia della regione tibetana. Rilevato, quindi, che la comunità internazionale deve attribuire un valore centrale alla vicenda tibetana, segnatamente attraverso un costante monitoraggio sul rispetto dei diritti umani, tuttora sistematicamente violati, invita il Governo a farsi promotore di iniziative, anche dell'Unione europea, finalizzate a risolvere l'annosa questione sino-tibetana, auspicando un'ampia convergenza politica sulla mozione in esame.

GIANPAOLO DOZZO (LNP). Ricordata la grave situazione di crisi esistente in Tibet, che si risolve in un vero e proprio stato di sfruttamento coloniale e in una cruenta repressione culturale e religiosa, con evidenti violazioni dei diritti umani, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla mozione Mecacci n. 1-00089 (Nuova formulazione), volta a sollecitare il Governo italiano e la comunità internazionale ad intervenire per giungere ad una soluzione mutuamente soddisfacente della questione tibetana.

ALESSANDRO MARAN (PD). Nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sulla mozione in esame, sottolinea l'importanza del ruolo di tutti i Parlamenti degli Stati democratici con riferimento al rispetto dei diritti umani, auspicando che la costante attenzione della comunità internazionale produca risultati di lungo periodo sull'annosa disputa sino-tibetana, anche alla luce del crescente coinvolgimento nelle relazioni internazionali della Cina, che dovrà adeguarsi agli standard ed ai valori degli altri Paesi.

MARGHERITA BONIVER (PdL). Ricordata la durissima repressione in atto in Tibet, caratterizzata da una profonda violazione dei diritti umani fondamentali, sottolinea la necessità di ricercare una soluzione condivisa in ambito internazionale, anche attraverso più proficui rapporti Pag. VIIIdiplomatici con la Cina, che garantiscano un'autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani. Dichiara, infine, il voto favorevole del suo gruppo sulla mozione in esame.

Nel quarto anniversario della scomparsa di Nicola Calipari.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Esprime, anche a nome dell'intera Assemblea, sentimenti di affettuosa vicinanza alla moglie e ai familiari di Nicola Calipari nel quarto anniversario della sua scomparsa, avvenuta nel corso di una missione di carattere umanitario, ricordandone l'ammirevole coraggio e la professionalità quale esempio di abnegazione e di spirito di sacrificio al servizio del Paese. Invita quindi l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
Fornisce quindi precisazioni in merito al funzionamento del nuovo sistema elettronico di votazione.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva la mozione Mecacci n. 1-00089 (Nuova formulazione), nel testo riformulato.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

ANDREA ORSINI (PdL). Pur rinnovando la propria stima personale e politica nei confronti del Presidente della Camera, esprime dissenso in relazione al nuovo sistema di votazione, che ritiene ispirato ad una deleteria cultura del sospetto, auspicando una modifica dei regolamenti parlamentari volta a restituire centralità all'attività dei deputati.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Rivolge un ringraziamento al Presidente ed all'Ufficio di Presidenza per l'avvenuta introduzione del nuovo sistema di votazione, che giudica non lesivo della dignità del parlamentare, esprimendo perplessità sulle considerazioni svolte dal deputato Orsini.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Precisato che i deputati del suo gruppo si sentono vincolati a rispettare esclusivamente gli impegni assunti con gli elettori, manifesta contrarietà al nuovo sistema elettronico di votazione, ritenendo che lo stesso risultato si sarebbe potuto conseguire attraverso un più incisivo esercizio dei poteri attribuiti alla Presidenza in merito all'andamento dei lavori dell'Assemblea.

SIMONE BALDELLI (PdL). Rivolge, a nome del suo gruppo, un ringraziamento al Presidente per l'avvenuta introduzione del nuovo sistema di votazione, che giudica importante e condivisibile per contrastare il deprecabile fenomeno dei cosiddetti pianisti, respingendo altresì ogni addebito volto a gettare discredito sulla trasparenza dello svolgimento dei lavori parlamentari.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Nell'esprimere apprezzamento, a nome del suo gruppo, per l'introduzione del nuovo sistema elettronico di votazione, giudica contraddittorie le affermazioni rese al riguardo da taluni esponenti della maggioranza, invitando la Presidenza ad attivarsi per tutelare la dignità dell'istituzione parlamentare.

GIUSEPPE CONSOLO (PdL). Ritiene necessaria e coraggiosa la scelta della Presidenza di introdurre il nuovo sistema di votazione, esprimendo riprovazione per il deprecabile fenomeno dei cosiddetti pianisti che in passato ha caratterizzato lo svolgimento dei lavori parlamentari.

Pag. IX

MARINA SERENI (PD). Giudica condivisibile la risposta fornita dal Presidente della Camera alle improvvide dichiarazioni del Presidente del Consiglio circa la possibilità che i voti in Aula siano espressi esclusivamente dai capigruppo.

MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Esprime la propria contrarietà sul nuovo sistema di votazione, giudicando umiliante la necessità di sottoporsi alla rilevazione delle impronte digitali, nella convinzione peraltro che il deplorevole fenomeno dei cosiddetti pianisti avrebbe potuto essere efficacemente scongiurato attraverso l'operato del presidenti dei singoli gruppi, della Presidenza della Camera e dei segretari di Presidenza.

SABATINO ARACU (PdL). Giudica infondate le osservazioni del deputato Giachetti, che non ha correttamente inteso le dichiarazioni del Presidente del Consiglio circa le possibili modalità di espressione del voto.

RITA BERNARDINI (PD). A nome dei deputati Radicali eletti nelle liste del Partito Democratico, rivolge un ringraziamento al Presidente per l'introduzione del nuovo sistema di votazione, ricordando anche le precedenti iniziative promosse dalla Presidenza al fine di garantire la personalità e la regolarità delle operazioni di voto.

ARTURO IANNACCONE (Misto-MpA). Esprime apprezzamento, a nome della sua componente politica, per l'introduzione del nuovo sistema elettronico di votazione, che contribuirà a restituire credibilità alle istituzioni, auspicando una riforma dei regolamenti parlamentari che consenta di conciliare i diritti del Governo e della maggioranza con quelli dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ringrazia tutti i deputati intervenuti sulle nuove modalità di voto adottate all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza.

GIULIANO CAZZOLA (PdL). Parlando per fatto personale, stigmatizza le affermazioni offensive che gli sono state rivolte nel corso della seduta di ieri dal deputato Giachetti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

ANGELO COMPAGNON (UdC). Lamentato il generalizzato ritardo con cui il Governo risponde agli atti di sindacato ispettivo, invita la Presidenza della Camera ad attivarsi per porre rimedio a tale situazione.

SALVATORE MARGIOTTA (PD). Sollecita la risposta ad un atto di sindacato ispettivo da lui presentato.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Precisa che le dichiarazioni rese nella seduta di ieri dal deputato Giachetti non erano animate da alcun intento offensivo nei confronti del deputato Cazzola.

SIMONE BALDELLI (PdL). Espressa solidarietà al deputato Cazzola, reputa comunque rientranti nell'ambito della fisiologica polemica parlamentare le affermazioni rese dal deputato Giachetti.

PRESIDENTE. Avverte che, non essendo stato ancora espresso il prescritto parere della V Commissione, il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 2227-A è rinviato alla seduta di domani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Mercoledì 11 marzo 2009, alle 10.

(Vedi resoconto stenografico pag. 67).

La seduta termina alle 20.