XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 505 di venerdì 4 luglio 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Chiarimenti in merito al presunto tentativo di infiltrazione di agenti di Polizia all'interno del partito Potere al Popolo - n. 2-00650)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Sportiello e Quartini n. 2-00650 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Sportiello se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. La deputata Sportiello si riserva di intervenire in sede di replica.

Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco, ha facoltà di rispondere.

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, le tensioni internazionali connesse ai conflitti in atto hanno determinato l'incremento delle manifestazioni di protesta e, come è avvenuto in molti Paesi, hanno visto, tra le componenti più agguerrite, alcuni collettivi studenteschi universitari, con evidenti riflessi sul piano dell'ordine pubblico e un aumento del rischio di possibili derive violente.

Nel corso del 2024, si sono registrate oltre 12.000 manifestazioni e soltanto nel 2 per cento dei casi si sono verificati episodi di turbativa dell'ordine pubblico, ciò grazie alla competenza, alla professionalità e all'equilibrio delle Forze dell'ordine, che, per garantire la sicurezza, hanno riportato, tuttavia, 273 feriti, con un incremento del 127 per cento rispetto all'anno precedente.

Nei primi sei mesi di quest'anno, si sono svolte oltre 6.500 manifestazioni, delle quali 150 con riflessi di ordine pubblico e, purtroppo, sono stati 84 gli appartenenti alle Forze di Polizia rimasti, in queste, feriti. In tale contesto, come accennavo, sono maturati livelli crescenti di conflittualità nelle principali città italiane e in alcune sedi universitarie.

In considerazione delle dinamiche e dei connessi rischi evidenziati, la direzione centrale della Polizia di prevenzione della Polizia di Stato ha ritenuto necessario rafforzare gli strumenti informativi per prevenire turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica e la conseguente commissione di condotte criminose.

Si tratta di attività ordinarie per le Forze di Polizia, che sono sempre state svolte, anche in passato, perché previste dalla legge per la tutela di interessi primari della collettività. Basti richiamare le previsioni della legge n. 121 del 1981, che valorizzano le attività informative finalizzate alla prevenzione di reati, nel quadro di una modernizzazione dell'amministrazione della pubblica sicurezza ispirata alla tutela dei principi democratici.

Detto questo, con specifico riferimento a quanto evidenziato dall'onorevole interpellante, si sottolinea che l'attività informativa in questione, coordinata dalla direzione centrale della Polizia di prevenzione, è stata svolta da agenti della Polizia di Stato, regolarmente iscritti all'università, dove frequentano lezioni e sostengono esami con le proprie vere generalità. Gli agenti, quindi, non hanno mai operato sotto copertura, non avendo mai fatto ricorso a false identità, né nei loro rapporti sociali, né durante la frequentazione universitaria.

È, inoltre, opportuno sottolineare che gli operatori di Polizia non hanno mai svolto attività di infiltrazione in alcun partito o movimento politico, ma hanno semplicemente partecipato ad iniziative pubbliche organizzate da aggregazioni studentesche con connotazioni estremistiche che avevano manifestato una crescente aggressività, venendo in contatto, quindi, con molteplici realtà antagoniste.

Va sottolineato che qualsiasi agente di Polizia, anche libero dal servizio, ha il preciso obbligo professionale di informare le autorità competenti delle notizie di reato comunque acquisite e che la mancata comunicazione dei fatti attinenti ai propri compiti di istituto può determinare per l'agente una responsabilità penale per omissione di atti d'ufficio.

Nessuna operazione sotto copertura, dunque, nessuna infiltrazione in partiti e movimenti politici, ma soltanto l'adempimento dei propri compiti istituzionali nel pieno rispetto della legge. E sono convinto che tutti gli schieramenti politici considerino le Forze di Polizia e il loro preziosissimo lavoro una risorsa essenziale per la comunità e il fondamentale presidio a difesa del diritto di sicurezza dei cittadini e dei valori democratici della nostra Costituzione.

PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, sottolineo che erano state presentate diverse interrogazioni, che erano rimaste senza risposta. In queste settimane, dalla denuncia fatta dagli attivisti e dalle attiviste dei vari collettivi di Potere al Popolo che sono stati coinvolti e coinvolte in queste vicende, tutto quello che è stato detto dopo le loro denunce - da fonti vicine, più o meno, che hanno interloquito con la stampa, ed io riporto dichiarazioni che erano sugli organi di stampa - era che erano operazioni a titolo personale, che, addirittura, ci fossero coinvolgimenti personali ed affettivi di altro tipo. Invece oggi scopriamo che, in realtà, le cose sono andate diversamente.

L'opacità resta perché, al di là di tutto, non sono state iniziative personali - da quello che mi pare di aver capito - perché, altrimenti, non ci sarebbero stati problemi quando gli attivisti e le attiviste hanno fatto presente di aver scoperto, di aver trovato le foto del giuramento, eccetera, eccetera. Semplicemente si poteva dire “sì”, se non c'era altro da sapere.

Il punto, però, quale è? Io ho capito già dove si vuole andare a parare, e qui nessuno sta facendo attacchi pregiudizievoli a nessuno, figuriamoci, tantomeno, alle Forze dell'ordine. Qui, però, si pone un problema, un problema di partecipazione democratica, un problema che riguarda la sicurezza del nostro Paese, ma anche degli organi democratici che fanno parte della vita collettiva e democratica del nostro Paese. In questo caso, stiamo parlando di un partito che si è candidato regolarmente alle elezioni, stiamo parlando del fatto che, insieme a questa denuncia, ci mettiamo tutto quello che è successo con il caso Paragon, in cui, addirittura giornalisti - ne cito, uno per tutti, Ciro Pellegrino di Fanpage -, è stato intercettato attraverso Paragon. Una vicenda di cui ancora non sappiamo niente. Una vicenda di cui quello che sappiamo, puntualmente, viene smentito; quello che dichiara il Governo, viene smentito dalla società stessa. Questa opacità non fa bene alla democrazia. Da questa mancanza di trasparenza, che fa anche il paio con quello che è successo con il decreto Sicurezza, un mezzo per reprimere il dissenso, per criminalizzarlo, viene fuori un quadro inquietante.

Noi oggi abbiamo avuto delle risposte, abbiamo avuto degli elementi da inserire in questo puzzle, che assume, però - permettetemi di dire -, dei contorni inquietanti, perché, poi, si è detto che solo il 2 per cento di queste manifestazioni - il 2 per cento rispetto alle manifestazioni che ci sono state - è sfociato in episodi che hanno turbato la sicurezza. Si è parlato - e questi sono numeri - di reati, e mi pare che non sia stato citato, però, nessun reato.

Allora, vedete, c'è qualcosa che non quadra. E non mi aspettavo, sinceramente, anche da un esponente di una forza politica che, davanti a un'inchiesta giornalistica che ha riguardato la giovanile del suo partito, che ha fatto le barricate davanti al lavoro legittimo di giornalisti che hanno fatto emergere, invece, scenari davvero inquietanti, che poi, davanti a un episodio del genere, la narrazione cambiasse totalmente.

Quindi, chiaramente, erano risposte che volevamo. Questi elementi che ci vengono dati oggi sono elementi aggiuntivi rispetto a un quadro che - ripeto - non è stato ricostruito in maniera trasparente, in maniera chiara nelle ultime settimane, a seguito della denuncia degli attivisti e delle attiviste. Quindi, un caso che ha riguardato più città, che aveva una regia, perché ricordo che, tra l'altro, le persone coinvolte venivano dallo stesso corso, facevano tutte parte dell'antiterrorismo. Pertanto capiamo che, se a Milano, Bologna, Roma e Napoli c'è, contemporaneamente, questa situazione, allora qualcosa è accaduto.

Io ripeto: questo non è un attacco pregiudizievole nei confronti di nessuno, e ci mancherebbe. Quello che chiediamo, però, è chiarezza, trasparenza, perché - ripeto - sono in gioco i principi democratici di questo Paese. Perché parliamo di un partito politico, parliamo di associazioni studentesche, parliamo di persone che hanno avuto a che fare anche con l'intimità di chi partecipa a queste attività, a cui hanno preso parte, e che, come dicono alcune dichiarazioni riportate sui giornali, appoggiavano le attività stesse dei collettivi e dei partiti, le manifestazioni, se ne facevano portavoce, prendevano il megafono in mano. Insomma, capite che veramente la situazione è, quantomeno, strana.

Quindi, noi prendiamo atto delle risposte che ci sono state oggi e le inseriamo in questo quadro inquietante che si sta costruendo, tassello dopo tassello. Ovviamente, cercheremo sempre di andare fino in fondo rispetto a queste vicende e di capire di più su quanto è successo con il caso Paragon, perché i giornalisti venivano spiati, perché c'era uno spyware nei loro cellulari, perché si è verificato tutto questo, in assenza - tra l'altro - di un procedimento giudiziario, del coinvolgimento di un'autorità giudiziaria che potesse anche spiegare, che potesse legittimare certi procedimenti. Invece, ancora oggi, restano più dubbi che domande e i contorni si fanno, sinceramente, sempre più inquietanti.

(Chiarimenti ed intendimenti in merito alla possibilità di ricomprendere la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina nell'ambito degli investimenti militari, con particolare riferimento al sistema della mobilità militare europea - n. 2-00648)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Bonelli e Zanella n. 2-00648 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Bonelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Sottosegretario, il ponte sullo Stretto di Messina insiste su aree vincolate dal punto di vista ambientale per il diritto europeo. In base a questi vincoli, la commissione VIA-VAS ha espresso un parere negativo, perché c'è un'incidenza ambientale e, da questo punto di vista, il Consiglio dei ministri, in data 9 aprile 2025, ha deliberato in merito all'approvazione della relazione IROPI (Imperative reasons of overriding public interest). Ebbene, questa delibera servirebbe per riuscire a superare la puntualità dei vincoli ambientali europei, resi anche dal fatto che la commissione VIA ha dato un parere negativo.

La relazione IROPI però, signor Sottosegretario, presenta, tra le considerazioni relative ai motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, anche quelli legati al miglioramento della mobilità militare, a seguito della realizzazione del ponte. Nella relazione di IROPI si dice che il ponte sullo Stretto di Messina, il collegamento, è previsto anche nel Military mobility action plan del 2024 dell'Unione europea. A tal proposito, le segnalo che in un numero di Rivista militare dell'Esercito italiano del luglio-agosto del 1987, veniva pubblicato l'articolo “Attraversamento stabile dello Stretto di Messina - Il coefficiente D”, nel quale si esprimevano valutazioni dal punto di vista della difesa e della difensività dell'opera e delle alternative tecniche, evidenziando problematicità ovvero che questa stessa opera da interesse strategico militare diventava obiettivo militare, a tal punto che sarebbe stato necessario costruire - si legge nella Rivista militare dell'Esercito italiano - una consistente protezione antiaerea ed antimissile permanentemente attivata, e questo sarebbe stato ovviamente il costo maggiore. Il punto, però, non è il costo maggiore, ma è l'operazione, per noi surrettizia, di tentare di superare i vincoli ambientali - che sarebbero insuperabili - attraverso questa motivazione di interesse pubblico.

Lei sa benissimo che c'è tutta una valutazione in corso rispetto all'inserire gli oltre 14 miliardi di euro del ponte sullo Stretto di Messina come un'opera di interesse strategico militare e, quindi, di inserirli nella soglia del 5 per cento del PIL delle spese in investimenti militari, come deciso nella riunione NATO di fine giugno. La domanda, quindi, che le rivolgo è la seguente: il Governo conferma che il ponte è inserito nel Military mobility action plan del 2024 dell'Unione europea? Secondo: il Governo intende proporre di inserire la spesa e, quindi, di far rientrare la spesa per la realizzazione del ponte negli investimenti militari volti al raggiungimento della soglia del 5 per cento del PIL stabilita in ambito NATO?

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Emanuele Prisco, ha facoltà di rispondere.

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sì, grazie, Presidente. Con riferimento all'interpellanza proposta dall'onorevole Bonelli si riporta quanto riferito dal Ministero della Difesa. Nell'affrontare il tema proposto dall'interpellante, occorre innanzitutto inquadrare la questione posta nell'ambito delle recenti determinazioni a livello NATO in materia di spesa per la difesa e la sicurezza. In occasione del vertice dei Capi di Stato e di Governo tenutosi all'Aja lo scorso 25 giugno, gli Alleati hanno riaffermato l'impegno a destinare il 5 per cento del PIL complessivo nazionale alla sicurezza, articolato su due direttrici principali: il 3,5 per cento per lo sviluppo delle capacità operative necessarie al soddisfacimento di Piani operativi NATO e nazionali; l'1,5 per cento per attività già presenti nei bilanci nazionali, come quelle relative alla resilienza, alla sicurezza cibernetica, alla protezione delle infrastrutture critiche, all'innovazione tecnologica a duplice uso e al rafforzamento del tessuto industriale.

L'Italia, nel corso della negoziazione, ha sostenuto con convinzione un approccio graduale, realistico e flessibile, volto a valorizzare anche gli investimenti in infrastrutture strategiche a beneficio della sicurezza collettiva.

Si tratta di un percorso ambizioso, eppure non rigido, distribuito su un orizzonte temporale decennale, che guarda al 2035 anziché al 2032, come inizialmente proposto. Proprio su iniziativa italiana è stato stabilito che ogni Paese potrà definire in autonomia, nel rispetto della propria sovranità, le voci da includere nella quota dell'1,5 per cento, individuando gli investimenti strategici più adatti per la sicurezza nazionale.

In ambito europeo, proprio in coerenza con questa visione, si colloca il Military Mobility Action Plan 2.0 promosso dalla Commissione europea e dal Servizio europeo per l'azione esterna. Tale iniziativa mira a migliorare l'interoperabilità e la resilienza delle reti infrastrutturali europee, facilitando una mobilità sicura, rapida e coordinata di truppe, mezzi e materiali in caso di necessità, in stretto raccordo con le esigenze NATO.

Il Piano prevede l'individuazione di corridoi militari all'interno della rete trans-europea dei trasporti (cosiddetta TEN-T) che coincidono, in molti casi, con le direttrici infrastrutturali civili già esistenti. Uno di questi, il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, attraversa l'Italia da Nord a Sud, includendo il collegamento ferroviario e stradale tra Reggio Calabria e Palermo.

In tale contesto, la Difesa è stata chiamata a condividere con gli altri Dicasteri interessati gli obiettivi della Military Mobility, risultati poi sovrapponibili con iniziative infrastrutturali avviate o in pianificazione. Fra queste il ponte sullo Stretto di Messina.

Nelle interlocuzioni è emerso che (come è evidente per logica) un'infrastruttura di attraversamento stabile dello Stretto di Messina - in grado di assicurare la continuità fisica e logistica tra la Sicilia e il continente - indurrebbe una contrazione dei tempi per la proiettabilità delle forze su uno dei corridoi individuati.

In questa cornice, con questa logica, anche il ponte sullo Stretto potrebbe essere considerato un'infrastruttura coerente con le linee guida NATO ed europee in tema di sicurezza integrata e mobilità strategica.

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANGELO BONELLI (AVS). No, signor Presidente, perché il Sottosegretario non mi ha risposto alla prima domanda. La prima domanda è se il Governo conferma che il ponte sullo Stretto risulta inserito nel Military Mobility Action Plan del 2024. Non comprendo la ragione per cui ci sia questa omissione nella risposta da parte del Governo, anche perché noi abbiamo chiesto all'Unione europea, signor Sottosegretario, se questa opera fosse inserita nel Military Mobility Action Plan del 2024 e la risposta è stata: “no”.

L'ufficio legislativo e l'ufficio Studi del Parlamento europeo ci hanno comunicato, attraverso una disposizione, una richiesta fatta dall'eurodeputato Leoluca Orlando e a questa richiesta ci è stato risposto che il ponte sullo Stretto non sta dentro il Military Mobility Action Plan.

Io capisco l'imbarazzo per la non risposta - non l'ha scritta lei, è evidente, non ce l'ho con lei, signor Sottosegretario, lei ha anche detto che legge una risposta del Ministero della Difesa -, ma il punto è che nella delibera IROPI è stata scritta una cosa non corrispondente a ciò che sostiene il Parlamento europeo; nella delibera IROPI c'è scritto che l'opera è inserita nel Military Mobility Action Plan del 2024. Prendiamo atto, quindi, di questa omissione; prendo atto di questa non volontà di rispondere da parte del Ministero della Difesa; prendiamo atto, invece, che, nella seconda risposta, il Governo afferma che sta lavorando per inserire il ponte sullo Stretto di Messina dentro un'infrastruttura strategica militare. Il che, però, significa una cosa, signor Sottosegretario: significa che, se c'è un uso militare - e poi bisogna capire se è l'uso prevalente militare o è l'uso civile prevalente, come la Commissione europea ci dice -, bisogna comprendere…signor Sottosegretario, perché c'è un problema che attiene anche la riprogettazione di un'opera, perché come la stessa rivista militare ha indicato, l'opera militare diventa essa stessa obiettivo militare. Conseguentemente una riprogettazione della stessa si rende necessaria.

Capisco che ci troviamo di fronte a grandissimi interessi economici per cui potremmo sembrare, noi che parliamo, formichine di fronte ai giganti, ma anche le formichine a volte hanno la loro capacità e la loro minuscola forza che può riuscire a far valere idee e punti di vista molto importanti che attengono la popolazione; considerato, inoltre, che, deroga su deroga, è stato impedito, ad esempio, ad autorevoli autorità dello Stato (penso, ad esempio, all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, all'ISPRA, a tanti altri) di esprimere un parere in un'area altamente sismica.

La voglio, però, correggere, quando ha parlato (nello speech che ha letto, del Ministero della Difesa) dei corridoi strategici della Scandinavia fino al Sud; ebbene, si tratta di corridoi strategici infrastrutturali civili che non hanno alcuna caratteristica militare. Questo è il punto. Prendiamo però atto che il Governo si accinge a fare un'operazione surrettizia per riuscire, da un lato, ad accontentare il Ministro - direi - “dei non trasporti”, visto che non si occupa dei trasporti il Ministro Salvini, e, comunque, dall'altro, a raggiungere questo obiettivo, in questo caso dell'1,5 per cento all'interno del 5 per cento. Vedremo se la NATO accetterà questo obiettivo anche perché questo significherà che tanti altri Paesi potranno inserire i ponti per il raggiungimento di questo obiettivo.

Quindi, signor Presidente, mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della risposta del Governo.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 8 luglio 2025 - Ore 11:

1. Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(ore 14)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1054 - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (Approvato dal Senato). (C. 2126-A?)

e delle abbinate proposte di legge: GIRELLI ed altri; TASSINARI ed altri.

(C. 699?-1059?)

Relatrice: CATTOI.

3. Seguito della discussione delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00434, Pavanelli ed altri n. 1-00463, Richetti ed altri n. 1-00464 e Grimaldi ed altri n. 1-00469 concernenti iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America .

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

BAGNAI ed altri: Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. (C. 1074-A?)

Relatrice: MATONE.

5. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1233 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (Approvato dal Senato). (C. 2189?)

Relatore: FORMENTINI.

6. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Meloni. (Doc. IV-ter, n. 7-A)

Relatore: PITTALIS.

7. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Donzelli. (Doc. IV-ter, n. 14-A)

Relatrice: FORATTINI.

8. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Delmastro Delle Vedove. (Doc. IV-ter, n. 16-A)

Relatore: ENRICO COSTA.

La seduta termina alle 10.