XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 496 di mercoledì 18 giugno 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 maggio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro dell'Università e della ricerca e il Ministro per la Pubblica amministrazione.
Come di consueto, invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative volte a contrastare il fenomeno dello spopolamento delle aree interne - n. 3-02014)
PRESIDENTE. Il deputato Curti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sarracino ed altri n. 3-02014 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, le aree interne del nostro Paese stanno affrontando una crisi profonda e strutturale, sia in termini di spopolamento, che anche in termini di desertificazione, sia economica che sociale. La Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), avviata nel 2014, ha rappresentato un passaggio molto importante, perché ha finalmente riconosciuto la centralità di quei territori troppo a lungo dimenticati. Ma oggi questo non basta più.
Non basta anche perché, a fronte dei 4.000 comuni italiani classificabili come interni, meno della metà, oggi, è coinvolta in quei progetti. Secondo l'Istat, nei prossimi dieci anni il 90 per cento dei piccoli comuni delle aree interne avrà un calo demografico. A rendere ancora più difficile questa battaglia c'è il contesto dei tagli, previsti da questo Governo, agli enti locali: penso ai 7,7 miliardi in meno sulla spesa corrente, ai 3,5 miliardi sul Fondo perequativo, al Fondo tagliato alle nostre province.
Per questi motivi, chiediamo al Ministro quali misure strutturali ed immediate intenda adottare per evitare che intere aree del nostro Paese vengano condannate all'abbandono e alla marginalità definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Grazie, Presidente. Come ben conosce l'interrogante, il problema delle aree interne deriva “anche” da una situazione demografica, non “solo” da una situazione demografica. Sa bene l'interrogante, come il gruppo che rappresenta, che, in realtà, nelle aree interne poi vi è una distinzione tra tre tipologie di comuni, dei quali gli ultraperiferici rappresentano indubbiamente la parte più delicata e più sensibile, quella che statisticamente ha una prospettiva, sotto il profilo demografico, decisamente poco confortante. Ma direi che il problema demografico investe tutto il Paese, perché - come lei sa - l'indice di sostituzione, che teoricamente è pari a 2,1, oggi raggiunge, per quanto riguarda la fecondazione, l'1,29 per donna. Quindi siamo decisamente in una situazione di forte calo demografico.
Lei prima faceva riferimento alla situazione delle spese che dovrebbero essere effettuate. Mi permetto di fare un riferimento alla fotografia della situazione relativa alle aree interne come costituite e, quindi, 72, perché nel 2014-2020 le aree interne costituite erano 72, poi degradate a 67 dalle regioni nella successiva fase. Per quanto ci riguarda abbiamo aumentato quel numero di altri 56, di cui 43 godono di tutte le tipologie di finanziamenti e 13 solo dei finanziamenti europei. Però, giusto per poter dare un dato, le faccio presente che, ad oggi, la situazione di spesa è la seguente: a fronte di 1.200 milioni stanziati per quanto riguarda la politica delle aree interne 2014-2020 - faccio presente che siamo nel 2025, com'è noto a tutti -, abbiamo 5.814 progetti presentati, ma impegni di spesa pari a 744 milioni e pagamenti per 446 milioni. Siamo, in termini di spesa, al 38 per cento. Se avessimo questo dato per quanto riguarda il PNRR penso che sarei stato fortemente criticato.
Concludo con un'osservazione che mi pare peraltro fondamentale e cioè che il Piano che è stato assunto, il Piano strategico nazionale per le aree interne, è stato approvato il 9 aprile all'unanimità da regioni, province, comuni e comunità montane; è un Piano che non era previsto.
Voglio rispondere all'antropologo Vito Teti e ai vari Teti che si profilano all'orizzonte per rassicurarli che io non ho mai detto che quello delle aree interne è uno spopolamento irreversibile; mi sono limitato - e chi l'ha letto e capito può confermarlo - che nel Piano delle aree interne abbiamo allegato lo studio del CNEL del professor Alessandro Rosina, ordinario di statistica della facoltà di economia dell'Università di Milano, dove si rappresenta uno scenario e quello scenario è riprodotto a livello scientifico. Diceva Einaudi: conoscere per deliberare. Se si intende deliberare senza conoscere, probabilmente, si sbaglia di grosso.
PRESIDENTE. Grazie.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Aggiungo che ad oggi, complessivamente, oltre quelli a cui facevo riferimento, vi sono impegni di spesa per circa 800 milioni, che devono essere ancora spesi. Il problema, evidentemente, è un problema di programmazione. Non a caso, abbiamo assunto, per le aree del Mezzogiorno, 2.200 persone - mi auguro che poi le regioni le destinino anche alle aree interne, ma sono assegnate alle regioni - con contratto a tempo indeterminato, per favorire la progettazione e per sostenere, sotto il profilo amministrativo, quei comuni che evidentemente oggi non hanno la possibilità, da soli, di poter far fronte a un'attività progettuale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di replicare.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). Ministro, lei ha parlato come se per il Governo le aree interne fossero una priorità, però lei non può dire questo. Sa perché? Perché io ho qui con me il suo Piano strategico nazionale per le aree interne, quello che lei ha citato. Il punto è che lei non è che fa riferimento a uno studio, lei pone un obiettivo (Commenti del Ministro Foti)…, l'obiettivo n. 4, in cui lei scrive, parlando di spopolamento irreversibile, che un numero non trascurabile di territori si trova già in una fase compromessa e quindi non possono porsi alcuna inversione di tendenza. Lei ha scritto questo e lo pone come obiettivo ed è una cosa molto differente da quella che lei ha appena detto.
Quindi, Ministro, questo l'avete scritto voi e con le dichiarazioni di questa mattina del suo collega Giorgetti, con cui evidentemente lei non ha parlato, avete sventolato definitivamente bandiera bianca. Avete detto a quelle migliaia di ragazzi e ragazze, che ogni anno sono costretti ad andar via, che alla fine hanno fatto bene, perché in Italia non avrebbero avuto alcun futuro e che è inutile restare a lottare, perché la battaglia è persa.
Lo avete fatto con le vostre politiche, dicendo “no” al salario minimo, tagliando la sanità in territori dove è già difficile raggiungere un ospedale. Avete accorpato le scuole, avete cancellato - e questo è un fatto - 3,5 miliardi dal Fondo perequativo infrastrutturale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e non rida (Commenti del Ministro Foti) perché quelle risorse servivano ai nostri ospedali, servivano alle reti idriche, servivano alle ferrovie e alle strade.
Volete realizzare, infine, come ciliegina sulla torta, proprio per le aree interne l'autonomia differenziata, facendo esplodere i divari tra città e campagne. Altro che coesione, Ministro, altro che Ministro della coesione e altro che patrioti: sarete ricordati come il Governo che ha spaccato la patria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Noi, invece, Ministro, a quei ragazzi vogliamo offrire la speranza di un futuro nel territorio in cui nascono, vogliamo garantire il diritto a restare. Se voi ritenete che le aree interne siano un problema di cui liberarvi, se voi ritenete che chi vi abita debba essere condannato alla solitudine, alla paura, all'essere cittadini di serie B con meno diritti e meno servizi, noi crediamo che le aree interne siano una grande occasione di crescita e sviluppo per tutto il nostro Paese e non le abbandoneremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti del Ministro Foti e del deputato Sarracino).
(Elementi e iniziative di competenza in merito ai criteri e alle modalità di assegnazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione in alcune aree della regione Puglia - n. 3-02015)
PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Donno ed altri n. 3-02015 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Foti, noi l'abbiamo chiamata per chiarire al Parlamento le opacità che sono emerse nell'assegnazione dei Fondi di coesione e di sviluppo in Puglia da parte del suo predecessore, l'ex Ministro Fitto. Le ricordo che questi Fondi servono per colmare i divari territoriali, in questo caso in Puglia, ma dalle informazioni giornalistiche emerge una gestione opaca di questi fondi, improntata a criteri di natura clientelare da parte del suo collega, l'ex Ministro Fitto.
In particolare, tra i tanti comuni interessati, spicca la città di Maglie, che è assegnataria di ben 3.600.000 euro per un campo sportivo: 3.600.000 euro, Ministro! È evidente che - desidero ricordarle - si tratta di soldi, questi, né suoi, né del Ministro Fitto, ma di soldi degli italiani, per cui le chiediamo di chiarire al Parlamento e ai cittadini italiani le opacità che sono emerse da questi servizi di stampa e di chiarire il perché altri comuni pugliesi aventi diritto non hanno ricevuto quei soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, chiarisco volentieri al collega interrogante tutti i suoi dubbi, così come voglio che rimanga agli atti che a pagina 40 del Piano strategico nazionale delle aree interne, terza riga, è citato lo studio del CNEL come fonte del capitolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma non è obbligatorio essere intellettualmente onesti (Commenti del deputato Sarracino).
PRESIDENTE. Ministro, diamo la risposta agli onorevoli Colucci e Donno.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Così mi dispiace che non vi sia una situazione di rappresentazione della realtà su questa interrogazione perché, vede collega interrogante, non è che il Ministro Fitto, come nessun altro Ministro, possa firmare da solo un accordo di coesione. Lei sa meglio di me - e non ho bisogno di spiegarle le ragioni, compresa la sentenza della Corte costituzionale - che questo è un accordo pattizio che, come tutti gli accordi pattizi, viene realizzato tra le parti: da una parte il Governo centrale, dall'altra parte la regione.
Sa che quella regione è la regione Puglia del presidente Emiliano, in cui il suo partito era in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Il deputato Donno: “Assolutamente no, è disinformato!”) quando è stato firmato questo atto? Certo, e dirò di più: vi è una dichiarazione del presidente Emiliano, il quale ringrazia tutto - ovviamente - il suo gruppo parlamentare regionale e quelli degli altri partiti che hanno sostenuto questa programmazione. Ma dirò di più: anzitutto, gli interventi sono due - lo dico per la precisione - nel comune di Maglie; non è uno, ma sono due, per complessivi 9 milioni di euro, e così diciamo come sono le cose. Ma c'è un piccolo particolare, c'è una continuità, perché, se andate a vedere la programmazione del Governo giallorosso, firmato l'accordo vi era un accordo per il comune di Maglie di 1.200.000 euro.
Allora, mi chiedo: ma gli accordi a favore del comune di Maglie, come per qualsiasi altro comune, vanno in relazione a quelli che sono i progetti condivisi dalle regioni con lo Stato? Oppure se vi è un Governo di sinistra può dare i soldi al comune di Maglie ma se vi è un Governo di centrodestra non può farlo? Ma stiamo misurando i colori politici delle amministrazioni o stiamo guardando alle esigenze dei territori? Che sia ben chiaro: passano anche per gli impianti sportivi, perché non è vero che non passano per gli impianti sportivi. La riqualificazione di certi territori passa anche per quelli.
Quindi, sotto questo profilo posso garantire che non c'è nessun favoritismo, come non c'è stato nessun favoritismo presso altri comuni. Sono accordi che vengono assunti in piena collaborazione con le regioni...
PRESIDENTE. Concluda.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. …e, comunque, faccio presente che il centrodestra, in Puglia, è all'opposizione e che il candidato del centrodestra, in opposizione al presidente Emiliano che ha firmato quest'atto, si chiamava Raffaele Fitto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Donno ha facoltà di replicare.
LEONARDO DONNO (M5S). È imbarazzante, Presidente, perché intanto il Ministro Foti non sa che da aprile del 2024 il MoVimento 5 Stelle non è più in maggioranza, quindi dovrebbe studiare un po'. Ma, al di là di questo, siamo passati da Fitto a Foti ma non sono cambiati i fatti. Al di là delle battute, Presidente, il problema è che la situazione è molto grave, perché i dubbi che avevamo non sono stati chiariti dal Ministro, perché decine di sindaci pugliesi - non di un solo comune - hanno fatto emergere dalla stampa il fatto, appunto, che ci sia stata un'esclusione di tantissimi comuni dalla possibilità di accedere a queste risorse in maniera non oggettiva, ma sulla base di una valutazione di vicinanza politica all'ex Ministro Fitto o da accordi politici - non si sa, a questo punto, tra chi - che nulla sicuramente, però, hanno a che vedere con il benessere delle comunità. In moltissimi comuni, non solo nel comune di Maglie, Ministro, vicini politicamente a Fitto problemi non ce ne sono stati, ma l'esempio di Maglie è eclatante perché è proprio il comune del Ministro Fitto che ha ricevuto tantissimi - lo confermava il Ministro - milioni di euro.
Aggiungo, però, un piccolo particolare, Ministro, e forse lei non lo sa: nel comune di Maglie, da marzo di quest'anno, sindaco e vicesindaco sono agli arresti domiciliari e a sostituirli c'è lo zio di Raffaele Fitto, assessore anziano. Su questo abbiamo presentato un'interrogazione a parte, ovviamente, così come avevamo fatto anche sui Fondi di coesione a dicembre del 2024. Il problema è stato sollevato anche da un recente servizio televisivo a firma di Danilo Lupo, in una trasmissione andata in onda su LA7, che ha evidenziato dinamiche che lasciano molti dubbi, dubbi sui quali lei, Ministro, oggi non ha fatto minimamente chiarezza.
Stiamo parlando di risorse la cui assegnazione non può essere destinata a logiche distorte, di vicinanza politica o di scambi politici tra partiti a danno dei cittadini.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
LEONARDO DONNO (M5S). Concludo, Presidente. Le ricordo, Ministro Foti, che i Fondi europei non sono fondi suoi, fondi della Presidente Meloni o fondi del Ministro Fitto, ma sono soldi dei cittadini. I Fondi di coesione sono soldi che servono per costruire scuole, strade, migliorare i servizi per i cittadini, per creare posti di lavoro e non sono soldi destinati ad alimentare un sistema clientelare o ad accrescere pacchetti di voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Grazie.
LEONARDO DONNO (M5S). …per aumentare il proprio potere e il proprio consenso sul territorio.
PRESIDENTE. Grazie.
LEONARDO DONNO (M5S). Queste sono dinamiche vergognose alle quali, come MoVimento 5 Stelle, ci opporremo sempre, caro Ministro Foti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza volte a sostenere il processo di semplificazione in ambito europeo ai fini dell'incremento della competitività delle aziende - n. 3-02016)
PRESIDENTE. L'onorevole Antoniozzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02016 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il tema è l'Unione europea e un po' anche la sua storia. Appare sempre più evidente che l'Unione europea, attraverso una regolamentazione troppo stringente, ha, di fatto, autolimitato il proprio potenziale produttivo.
Allora, l'Italia, in questo frangente, si è fatta portavoce di un processo, il cosiddetto shock di semplificazione, che rappresenta un punto importante per armonizzare quelle sovrastrutture che, da anni, si dice dovunque, lo abbiamo sostenuto in tanti momenti, soprattutto come gruppo di Fratelli d'Italia, è necessario che l'Europa avvii. Questo processo di semplificazione porterà sicuramente a un grande risparmio, ma, soprattutto, produrrà un nuovo incremento della capacità produttiva dei singoli Stati e, quindi, delle loro aziende.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Signor Ministro, quali iniziative, per quanto di sua competenza, intende adottare nel processo di semplificazione per lo sviluppo delle aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Antoniozzi per la sua interrogazione e per quella del gruppo di Fratelli d'Italia. È un tema, questo, che abbiamo discusso, oggi, con il Ministro degli Affari europei, Benjamin Haddad.
È evidente che l'Europa ha la necessità di avere e di acquisire competitività. Nell'ambito della competitività, uno degli elementi fondamentali - mi sia consentito di evidenziarlo - è avere un mercato unico dell'energia e superare l'attuale dipendenza in materia energetica del 55 per cento dall'estero.
Oggi, le importazioni di gas sono di 90 miliardi di metri cubi dalla Norvegia, ma, nel 2021, erano 150 miliardi di importazione di metri cubi dalla Russia, per dimostrare come, ancora oggi, l'Europa è fondamentalmente dipendente per quanto riguarda il settore energetico.
Aggiungo che uno degli elementi di competitività è sicuramente la semplificazione. La semplificazione, oggi, pesa all'incirca 600 miliardi di euro all'anno sulle imprese europee. È un dato clamoroso. È un dato che deve farci riflettere.
In questa legislatura, il Parlamento europeo, su iniziativa della Commissione, sta analizzando i cosiddetti omnibus. Si tratta di misure di semplificazione che, oltretutto, vanno ad investire tutto il paniere delle imprese - a differenza del passato -, anche delle piccole e medie imprese, anche delle imprese che potremmo definire medie.
È indubbio che nei procedimenti, che, oggi, sono all'esame della triangolazione Commissione-Parlamento europeo-Consiglio europeo, un posto privilegiato lo ha sicuramente quella che potremmo definire la semplificazione amministrativa. Ma vi sono anche interventi che ritengo siano importanti da dover rilevare, come: il miglioramento della qualità della regolamentazione; la politica di impatto delle norme sulle imprese, perché, molto spesso, vengono soltanto elaborate enorme, non verificati gli impatti che le stesse producono; la piena liberalizzazione della libera circolazione di merci e servizi; la semplificazione dei procedimenti di autorizzazione; e, ancora, più vastamente, la semplificazione della politica agricola comune, le regole della PAC; la semplificazione per quanto riguarda la materia della cybersicurezza. Sono tutti elementi che possono portare ad una maggior competitività dell'Europa e, al tempo stesso, ad una possibilità per le imprese di vedere, nella normativa europea, non un incubo, ma uno strumento di cui potersi avvalere.
PRESIDENTE. Il deputato Caramanna, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro Foti, grazie per la sua risposta. Siamo soddisfatti, ma voglio anche ringraziarla a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia per il grande lavoro che sta facendo il suo Ministero, in continuità con il lavoro fatto dal Ministro Fitto, attuale Vicepresidente della Commissione europea.
Il Presidente Meloni lo ha detto e lo ribadisce costantemente: mentre cerchiamo un accordo soddisfacente sul tema dei dazi, l'Unione europea deve iniziare a rimuovere quei dazi interni, dati da una iper-regolamentazione che ha finito per mettere in grande difficoltà tutto il nostro sistema produttivo. Un appello, quello del Presidente Meloni, ribadito e voluto dalle più grandi associazioni di categoria, in rappresentanza di quelle centinaia di migliaia di imprese che hanno sofferto gli eccessi ideologici e burocratici che hanno caratterizzato la produzione normativa europea.
Un anno fa, i cittadini italiani e tutta Europa hanno deciso da che parte stare: se stare dalla parte di chi si è opposto a questa iper-regolamentazione o ovviamente di chi, in qualche modo, l'ha agevolata.
E allora ben vengano, caro Ministro, i segnali che finalmente cominciano ad arrivare da Bruxelles, dove, con il sostegno coerente del Governo italiano, la Commissione europea sta emanando una serie di pacchetti cosiddetti omnibus per semplificare normative obsolete e penalizzanti. Il Governo sta dedicando una parte importante dei propri sforzi per creare un quadro normativo adeguato allo sviluppo delle imprese, che favorisca la nascita e la crescita delle imprese in Italia. Il grado di ambizione è alto: innovazione, sostenibilità economica, sociale, ambientale e produttiva sono al centro delle azioni e delle misure adottate. Cito le principali: la prima legge annuale per le PMI o la legge annuale della concorrenza del 2023, con cui è stato ripresentato il quadro normativo per la nascita e lo sviluppo delle startup.
Insomma, la sua opera a Bruxelles, caro Ministro, oltre che nel ruolo decisivo che svolge nell'attuazione del PNRR, è centrale e fondamentale, affinché questo processo vada avanti, in costante coordinamento con gli altri Ministeri di settore e con i rappresentanti italiani al Parlamento europeo.
La prima cosa che dobbiamo fare è crederci. Lei ha dimostrato di crederci, Ministro, prima dai banchi del nostro gruppo e ora da quelli del Governo. Siamo certi che continuerà a rappresentare l'Italia nel migliore dei modi in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Intendimenti in ordine alla sospensione del procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo al trasferimento dei depositi chimici della società Superba nel porto di Genova, in relazione a criticità inerenti al nulla osta di fattibilità rilasciato dal comitato tecnico regionale - n. 3-02017)
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02017 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, torniamo sulla questione dello spostamento dei depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia. È già una situazione ingarbugliata e pasticciata dal momento che adesso la VIA - il processo di valutazione ambientale - si basa su un progetto differente molto più ampio rispetto a quello pensato nel 2021, di cui si sta attendendo l'esito di un ricorso al Consiglio di Stato, che, tra l'altro, ha avuto un ulteriore slittamento dei tempi. In più, c'è un ulteriore problema che è emerso recentemente, ovvero il nulla osta di fattibilità rilasciato dal Comitato tecnico regionale nell'ottobre 2023. A parte il fatto che c'è un'indagine della procura anche su questo, il gruppo di lavoro che era stato selezionato aveva riscontrato errori rilevanti nei calcoli forniti dalla società Superba. Quindi, è un elemento di preoccupazione più che importante dal punto di vista della sicurezza. Senza questo nulla osta, il procedimento di VIA non avrebbe potuto essere avviato.
Quindi, il quesito è se ritenga che il nulla osta rilasciato sia da considerarsi tecnicamente fondato e valido, nonostante le criticità che ho esposto, o se sia opportuno, alla luce del principio precauzionale e dell'indagine giudiziaria in corso, sospendere la valutazione in corso, attendendo l'avvio di una nuova istruttoria tecnica fondata su elementi documentati, verificabili e trasparenti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Un grazie agli interroganti. In merito al quesito posto, si rammenta che il progetto della società Superba prevede la delocalizzazione delle attività di stoccaggio e movimentazione dei prodotti liquidi chimici in un nuovo deposito da realizzare nel Ponte Somalia, all'interno del porto di Genova, tra la Calata Tripoli e la Calata Mogadiscio.
Per il progetto in parola, lo scorso 2 gennaio la società Superba ha presentato istanza per l'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale di competenza statale, che è tuttora in corso.
Per quanto riguarda il nulla osta di fattibilità, nell'istanza di VIA è stato indicato che la progettazione è soggetta alle disposizioni per il controllo del pericolo di incidenti rilevanti. Il relativo NOF era stato già rilasciato dal Comitato tecnico regionale della Liguria. Al riguardo, si rappresenta che la vigente normativa in materia dispone che per la realizzazione di un nuovo stabilimento di soglia superiore si deve ottenere il nulla osta di fattibilità prima di dare inizio alla costruzione degli impianti. Inoltre, il pubblico interessato deve essere tempestivamente messo in grado di esprimere il proprio parere sui singoli progetti specifici. In caso di progetti sottoposti a procedura di VIA, il pubblico interessato esprime il proprio parere, nell'ambito di tale procedimento, con la consultazione.
Tutto ciò premesso, si evidenzia che il NOF non è un atto propedeutico all'avvio della valutazione di impatto ambientale, ma al rilascio del titolo abilitativo alla costruzione dell'impianto, al pari della VIA. Il rilascio del NOF è l'esito di un procedimento disciplinato da una normativa autonoma, indipendente dalla VIA. Nondimeno, a seguito della semplificazione amministrativa, la fase di consultazione al pubblico per i due differenti iter amministrativi è stata resa comune. A tal fine, la modulistica ministeriale per la presentazione dell'istanza di VIA prevede che il proponente indichi se il progetto per il quale si presenta istanza è soggetto alle disposizioni per il controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose. Per tale eventualità, la modulistica prevede che venga allegato il rapporto preliminare di sicurezza per l'acquisizione del NOF.
In conclusione, per la valutazione della compatibilità ambientale proseguirà il consueto iter procedimentale. Differentemente, attese le determinazioni del giudice amministrativo, l'eventuale assenza di conformità del NOF alle previsioni di legge sarà valutata nella fase finale del rilascio del titolo abilitativo di edificazione dell'impianto.
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Grazie anche a lei, signor Ministro, però, al di là delle spiegazioni… al di là di averci spiegato che il NOF costituisce la premessa per avere un titolo abilitativo e, quindi, è diverso dalla valutazione di impatto ambientale, il senso vero di questa e di altre interrogazioni che abbiamo presentato in altre occasioni è di rivolgersi anche alla politica nazionale, perché, in certi casi, bisogna metterci anche un po' di politica. Sono tutte cose che avranno iter differenti, ma questa VIA, come le ho detto nell'interrogazione, da gennaio scorso, si sta occupando di un progetto che è differente e molto più ampio rispetto a quello validato nel 2021 dall'Autorità di sistema portuale, dove gli attacchi sono due, invece prima era uno, dove i volumi sono ancora più grandi. E poi, come ha detto lei, l'istanza è stata presentata solo da Superba, ovvero da uno dei due operatori di questo settore, quindi con una duplicazione di siti che mal si concilia con un'operazione generale di ottimizzazione degli spazi di sicurezza.
Per cui, io ripeto, al di là del fatto che ci sono anche tanti inciampi - la procura…anche su questo NOF, il Consiglio di Stato che deve ancora pronunciarsi -, io direi che ci sono tutte le condizioni per fermarsi un attimo, anche per far propendere per una VIA che seguirà la sua strada, ma che è una strada irta di ostacoli, di contraddizioni e di controindicazioni.
Per cui, la domanda vera che le pongo adesso è di prendere in mano la situazione e di valutarla per tutto il perimetro di elementi negativi che ci sono, che sono certificati da un iter che è stato iniziato nel 2021; siamo nel 2025, con un Consiglio di Stato, con la procura che indaga sul NOF e con la VIA che, giustamente, magari, balbetta un attimo. In questi casi, io dico sempre che la politica ha un ruolo, lo deve avere, e quindi faccio appello a lei.
(Chiarimenti in merito ai costi, in termini di investimenti pubblici e di oneri per gli utenti finali, derivanti dal riavvio del programma nucleare – n. 3-02018)
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02018 (Vedi l'allegato A).
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei, a nome del Governo italiano, ha dato il via libera all'entrata dell'Italia nell'Alleanza per il nucleare. Non si capisce attraverso quale mandato, visto che l'Italia, con ben due referendum, ha detto “no” al nucleare. Penso, però, che questa sia l'occasione affinché lei spieghi agli italiani quanto costerà il nucleare agli italiani. Intanto, io le do due dati: oggi il PUN, il prezzo unico nazionale dell'energia, in questo Paese, è a 117 euro al megawattora; l'Agenzia internazionale dell'energia ha stabilito che il prezzo del nucleare in Europa è sui 170 dollari al megawattora. Facendo il cambio, il costo dell'energia oggi in Italia è minore, estremamente minore, rispetto al costo dell'energia nucleare.
E, allora, la domanda è: perché volete far pagare l'energia nucleare agli italiani e farla pagare a un costo così più elevato? Perché devono pagare gli italiani? Cosa c'è dietro? Ci può dare i dati di quanto costerà il nucleare al Paese?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti. In merito al quesito posto, occorre rammentare che è proprio il rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia citato dall'onorevole interrogante a qualificare il nucleare come fonte necessaria per la transizione, ad integrazione delle altre fonti energetiche rinnovabili. In particolare, i reattori modulari di piccola taglia potranno contribuire ad accelerare il ruolo dell'energia nucleare nello scenario a zero emissioni nette.
Peraltro, nello studio predetto, i costi di generazione indicati, decrescenti nel tempo - e nello studio si indica che sono decrescenti nel tempo - non considerano i potenziali benefici derivanti dall'integrazione efficiente delle diverse tecnologie nel sistema energetico. In quanto decrescenti nel tempo, vorrei ricordare che, 15 anni fa, il fotovoltaico veniva a costare 6 milioni al megawatt, oggi 600.000.
In un rapporto più recente della stessa Agenzia, pubblicato lo scorso gennaio 2025, si individua un costo previsto dell'energia prodotta da fonte nucleare anche potenzialmente inferiore ai 100 dollari per megawattora; stessa Agenzia.
Bisogna considerare che si tratta di costi stimati associati a tecnologie innovative ed in via di sviluppo, pertanto potenzialmente soggetti ad ulteriori revisioni al ribasso che potrebbero derivare dalla produzione in serie di reattori modulari avanzati. L'arbitraggio dovrà esserci nel momento della decisione rispetto al reattore, perché qui l'incidenza è quella, certamente, dell'ammortamento rispetto anche all'investimento. Si consideri, inoltre, che il nucleare sta diventando più attrattivo per il settore privato grazie anche ai nuovi modelli di business volti a ridurre il rischio per gli investitori e a garantire la stabilità dei ricavi. In una valutazione complessiva del riavvio del programma bisogna considerare, inoltre, anche i benefici economici, attesi nel breve termine, legati agli investimenti indotti nella filiera e alla creazione di posti di lavoro qualificati. Nel lungo termine, invece, il nucleare contribuirà, a questo punto, a calmierare i prezzi e a ridurre la relativa volatilità.
Come Governo stiamo monitorando con attenzione le scelte operate a livello internazionale in relazione ai finanziamenti e ai contributi pubblici destinati al settore nucleare. In tale contesto, la recente adesione effettiva all'Alleanza per il nucleare rappresenta un ulteriore passo per l'inclusione di tale tecnologia nel mix energetico nazionale e si colloca in linea con l'approvazione, in esame preliminare, da parte del Governo, del disegno di legge delega sul nuovo nucleare sostenibile. Il testo del disegno di legge delega, bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato, è all'esame della Conferenza unificata per l'espressione del relativo parere e, nelle prossime settimane, sarà sottoposto all'esame del Parlamento.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io penso che lei abbia letto male alcuni numeri, perché poc'anzi lei ha parlato di un costo, tempo fa, di 6 milioni di euro per megawattora e oggi di 600.000 euro al megawattora. Guardi che il costo attuale, ad esempio del solare, non è certamente di 600.000 euro al megawattora (Commenti del Ministro Pichetto Fratin). Beh, signor Ministro, adesso è inutile che facciamo i segnali, perché, sennò, con i segnali Morse, qua e là, chi ci vede non capisce. Cioè, agli italiani: c'è il Ministro mi sta facendo i segnali Morse. Detto questo, i dati non sono quelli che ha detto lei, perché oggi il costo delle rinnovabili sta intorno ai 50 euro al megawattora oppure 60, a seconda dell'eolico flottante o l'eolico offshore.
Ha fatto un errore, non è un problema, avrà modo di dire… i suoi potenti uffici stampa potranno contraddirmi. Ma, nel momento in cui Israele bombarda l'Iran perché c'è un problema legato al nucleare, io penso che noi dovremmo avere una attenzione molto, molto puntuale sulle informazioni che diamo agli italiani, perché lei non ha dato un'informazione su quanto costerà il nucleare, non ha dato una cifra. Al 2030 l'Agenzia internazionale per l'energia ha fissato il prezzo del nucleare a 150 dollari al megawattora. Il costo, invece, delle rinnovabili è sempre più basso, intorno ai 30-40 dollari al megawattora.
Stabilità dei ricavi? Vediamo quello che è accaduto in Francia, dove la Corte dei conti ha chiesto al Governo francese di ripianare il debito perché c'era un buco, una voragine di decine di miliardi di euro. Poi, quando incontrerà la Presidente Meloni, le dica che cosa significa autonomia energetica, visto che dice che l'autonomia energetica verrà raggiunta con il nucleare.
Se l'avessi detto io, sarei stato bocciato in qualunque esame, perché l'autonomia energetica si raggiunge se noi possediamo petrolio, gas, uranio; non possediamo uranio. Il punto è che state condannando gli italiani e le imprese a pagare l'energia, il costo dell'energia, molto di più di quello che pagano oggi. Però, basta con gli italiani a fare “Pantalone” nei confronti dei poteri forti di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Ulteriori iniziative volte a contenere il prezzo dell'energia – n. 3-02019)
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02019 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'instabilità internazionale degli ultimi anni ha determinato una grande volatilità del prezzo dell'energia. Le oscillazioni del prezzo del gas sono state provocate, nel 2022, dall'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa. Questa situazione ha spinto alcuni Paesi, tra cui l'Italia, a diversificare le fonti di approvvigionamento dell'energia, soprattutto attraverso accordi di fornitura di idrocarburi, accelerazione dei progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili e acquisto di gas naturale liquefatto.
I recenti bombardamenti tra Israele ed Iran peggiorano l'instabilità internazionale ed aumentano il rischio di incrementi dei prezzi del petrolio e del gas. Ai costi del mercato energetico si aggiungono gli investimenti richiesti nel Piano nazionale integrato dell'energia e del clima che ci impegna nella riduzione delle emissioni inquinanti.
Signor Ministro, per conseguire l'obiettivo di emanciparsi dall'energia prodotta da fonti fossili consideriamo molto interessante l'adesione dell'Italia all'Alleanza nucleare, perché solo il mix energetico: rinnovabili, nucleare e magari idrogeno…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). …può farci superare la produzione di energia da fonti fossili.
Allora, signor Ministro, il gruppo Noi Moderati le chiede a che punto siamo e quali ulteriori iniziative intenda assumere per raggiungere questi obiettivi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, un grazie agli interroganti. In merito al quesito posto dagli onorevoli interroganti, è costantemente al centro dell'attenzione governativa il tema del costo dell'energia.
Le costanti tensioni internazionali e i possibili impatti sui mercati energetici ci impongono di mantenere alta la guardia e di continuare lungo la linea intrapresa da tempo per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, lo sviluppo di nuova capacità di generazione da fonti e il percorso verso il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia dal prezzo del gas naturale.
Con il decreto n. 19 del 2025, cosiddetto Bollette, questo Governo ha adottato misure urgenti per contrastare l'incremento dei prezzi, non solo di carattere temporaneo, come i bonus, ma anche di carattere strutturale. Ad esempio, abbiamo previsto che l'acquirente unico possa approvvigionare energia per i vulnerabili, anche mediante contratti a termine, a prezzi fissi; abbiamo impostato un meccanismo volontario su base quinquennale di contrattualizzazione di energia da fonti rinnovabili a prezzi fissi; inoltre, abbiamo posto le basi per aumentare la trasparenza e la comparabilità delle offerte sul mercato retail.
Sempre in un'ottica futura si mira a creare un assetto di mercato basato più su contratti di approvvigionamento a lungo termine, quali il PPA o i contratti per differenza, che possono contribuire in modo significativo a sostenere il processo di decarbonizzazione dei consumi energetici dell'industria, anche attraverso l'autoproduzione, e a promuovere una maggiore stabilizzazione dei costi delle forniture, con una minore esposizione alla volatilità dei mercati spot.
Ulteriori misure di carattere strutturale sono in fase di valutazione, sempre nell'ottica di facilitare l'accesso dei consumatori ai benefici della generazione da fonti rinnovabili e di sganciare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas. Pertanto, occorrerà incrementare l'integrazione dei mercati all'ingrosso del gas, ridurre il peso dell'ETS sulla generazione elettrica e adottare misure di sostegno ai settori hard to abate.
Sui predetti fronti l'Italia è attiva sui tavoli europei per proseguire una semplificazione delle regole delle procedure, incluse quelle riguardanti gli aiuti di Stato, in linea, peraltro, con gli impegni annunciati dalla Commissione europea nell'ambito del Clean Industrial Deal, varato nel mese di febbraio scorso per sostenere la decarbonizzazione industriale e il contenimento dei costi energetici delle imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di replicare, per due minuti.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo soddisfatti perché ha illustrato qual è l'impegno del Governo nell'intervenire sulla diminuzione del costo dell'energia, ma ancora di più lo siamo per gli interventi strutturali che ha descritto e dei quali siamo particolarmente convinti perché noi non siamo negazionisti sul tema dell'inquinamento ambientale.
Sappiamo che c'è un problema della qualità dell'ambiente, ma non siamo neanche ambientalisti così estremi al punto di immaginare che l'uomo sia la causa di tutto; e, certe volte, si ha la sensazione che si teorizzi anche che sarebbe meglio non avere l'uomo per non avere l'inquinamento.
Noi siamo per ragionare, per riflettere, per trovare soluzioni e crediamo che sia valida la terza via, quella del mix energetico, come ha già descritto lei: ovvero, intervenire rafforzando il tema delle rinnovabili, il solare, l'idroelettrico, il geotermico, le biomasse, l'eolico. Ci convince anche molto l'eolico offshore, seppure sappiamo che ci sono alcuni aspetti da approfondire, soprattutto sul tema del costo realizzativo. Ci convince il mix energetico con il nucleare, a differenza di alcuni colleghi, perché noi non abbiamo preclusioni per nessuna novità tecnica, così come anche per le novità che potrebbero esserci sul tema dell'idrogeno.
Crediamo che la strada intrapresa dal Governo sia interessante per la transizione energetica e per la diminuzione del costo, che dipende dall'indipendenza del nostro Paese rispetto ad altri per la produzione di energia. Abbiamo visto, durante la crisi energetica, quanto è stata grave la posizione del nostro Paese nel riuscire ad uscire da quella crisi proprio a causa dell'assenza di indipendenza.
Non siamo per gli approcci ideologici, c'è chi dice sempre di no su tutto: no TAV, no TAP, no idrogeno, no nucleare. Crediamo che sia arrivato il momento giusto: lei ha la sensibilità per poter fare questo percorso di rinnovamento e il Governo ha il decisionismo che abbiamo sotto gli occhi.
Quindi, Noi Moderati sarà al fianco delle politiche del Governo, ma agiamo, agiamo velocemente, perché è arrivato il momento giusto. E se non ora, quando? Ma sappiamo che il Governo su questo darà risposte.
PRESIDENTE. Adesso passiamo ad alcune interrogazioni rivolte al Ministro dell'Università e della ricerca. Peraltro, accadono nel giorno in cui oltre 500 mila studenti fanno gli esami di maturità - sono prossimi “clienti” del Ministero dell'Università - quindi in bocca al lupo a tutti coloro che hanno iniziato questo percorso.
(Iniziative volte a garantire la continuità occupazionale e scientifica dei ricercatori e dottori di ricerca formati e contrattualizzati mediante risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02020)
PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02020 (Vedi l'allegato A).
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Oltre a unirmi, ovviamente, agli auguri agli studenti e alle studentesse che hanno iniziato oggi gli esami di maturità, chiedo alla Ministra Bernini quali siano le idee del Governo per 18.770 ricercatori nel nostro Paese, che oggi hanno una borsa di studio per un dottorato di ricerca grazie alle risorse europee del PNRR. Però, come è noto, queste risorse verranno a scadenza il 31 dicembre 2026. Manca meno di un anno: cosa succederà a quei progetti di ricerca, ma soprattutto a quei ricercatori, Ministra?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente Mule', ringrazio il presidente Boschi e naturalmente mi unisco - se il microfono me lo consente - agli in bocca al lupo più fervidi per il futuro dei maturandi. Vi aspetto tutti e spero che il numero aperto, il semestre aperto di medicina, di cui parleremo, sia un incentivo per consentire a tutti di accedere all'università il più velocemente possibile e, naturalmente, con il maggior profitto configurato da un sistema che deve favorire il diritto allo studio.
Per quanto riguarda l'interrogazione del presidente Boschi, ringrazio lei e il gruppo che l'ha prodotta. Siamo oltre questa fase, siamo a una fase che succede ad un Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha irrorato di fondi il mondo dell'università e degli enti di ricerca italiani, e ha creato infrastrutture di ricerca. I fondi sono stati tanti e le opportunità sono state ancora di più.
Giustamente, mi si chiede che cosa si abbia intenzione di fare per stabilizzare questi risultati. Credo che i numeri siano noti, però è opportuno ripeterli perché fanno parte proprio di quel Piano strategico nazionale per la ricerca su cui credo che vi siate intrattenuti proprio ieri, e mi scuso di non essere stata presente.
Non esiste, credo, un'unica formula magica che risolva ciò che si è generato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: ovvero, 11 miliardi investiti in infrastrutture di ricerca.
Sono cinque i centri nazionali su temi estremamente sfidanti, che vanno dal supercalcolo - che è un po' come il nero, va su tutto, il supercalcolo contiene qualsiasi cosa - fino all'agritech e al contrasto alla perdita di biodiversità; 14 partenariati estesi, ecosistemi dell'innovazione che mettono insieme anche le imprese e i territori. Tutto questo significa impiegare più di 800 borse di studio, dottorati industriali e innovativi, e creare ricercatori su specifici progetti di ricerca che devono trovare una casa dopo il 2026. Credo sia questa la richiesta specifica. È proprio nel nostro Piano strategico nazionale di ricerca che abbiamo cominciato ad abbozzare le soluzioni.
Ripeto, non esiste una ricetta magica, ma esiste una multiformità e una pluralità di soluzioni. Prima di tutto, abbiamo dato alle università la possibilità, avendo dato loro dei fondi straordinari per le chiamate di professori ordinari e associati, di mettere da parte i punti organico per poter assorbire i ricercatori che, in questo momento, stanno lavorando in regime di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo stesso faremo con gli enti di ricerca. Abbiamo aumentato sia il Fondo di finanziamento ordinario di 336 milioni, sia il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE) di 40 milioni, il che aiuta ad alimentare i punti organico.
Abbiamo fatto un accordo con Confindustria, perché i ricercatori devono essere assorbiti parte dalle università, parte dagli enti di ricerca, parte dalle imprese, perché, ripeto, la soluzione è ecosistemica e non legata ad un singolo strumento, che da solo non basterebbe. Abbiamo investito 150 milioni per creare un credito d'imposta di 10.000 euro per ciascun ricercatore stabilizzato. Ma non basta…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Chiedo scusa, la domanda era complessa. Mi scuso di avere rubato un po' di tempo, sia agli interroganti, sia a lei, Presidente. In conclusione, la stessa pubblica amministrazione dovrà essere messa in condizione di assorbire una parte dei ricercatori PNRR e, soprattutto, di stabilizzare le infrastrutture di ricerca PNRR, perché i ricercatori sono come le rondini: seguono le infrastrutture di ricerca.
Ed è questa la grande scommessa che noi stiamo facendo, creare infrastrutture di ricerca stabili. Ci abbiamo messo 300 milioni nel 2027 e 2028, quindi successivamente, proprio per far sì che i ricercatori italiani, ma anche quelli stranieri, si avvicinino al nostro Piano strategico nazionale per la ricerca. E questo è solo l'inizio (Applausi del deputato Castiglione).
PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di replicare.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministra, non ci aspettiamo ricette magiche, basterebbe una ricetta, avere un'idea, una visione, perché dopo le sue parole, oggi, avremo 18.770 ricercatori che cominceranno a mandare il curriculum in giro, non soltanto in Italia, ma anche all'estero, perché al 31 dicembre 2026 non sappiamo cosa accadrà. Lei ha parlato dei centri di ricerca. Sa che il PNRR li ha finanziati per 1,6 miliardi (Commenti del Ministro Bernini): cifre completamente distanti da quelle che lei ha dato per il futuro.
Ministra, il Governo Meloni spesso ci inonda di notizie sui migranti, come se quello fosse il tema principale del Paese, tanto da spendere quasi un miliardo di euro per i centri migranti vuoti in Albania da ormai un anno, ma non ci dà mai un dato fondamentale (Commenti del Ministro Bernini): 191.000 italiani, cioè il triplo dei migranti arrivati lo scorso anno in Italia, nel 2024 hanno lasciato il nostro Paese. Record storico con il Governo Meloni: 191.000 cervelli in fuga. Molti di questi sono ricercatori, studenti, persone che si sono formate nel nostro Paese. Le loro famiglie, ma anche lo Stato, hanno investito su di loro e ora portano le loro competenze e la loro capacità all'estero.
Ministra, lei ieri non c'era, ha detto, ma si è salvata da una figuraccia, altrimenti avrebbe visto il Governo andare sotto in quest'Aula, perché la maggioranza, votando contro le indicazioni del suo Governo, che aveva dato parere contrario, per fortuna ha approvato una mozione di Italia Viva, una nostra proposta, la quale, invece, le dà proprio quelle ricette sul piano da mettere in campo per la ricerca, che richiede, però, anche risorse per tornare in linea con i parametri OCSE dell'investimento nella ricerca.
Ora, non so se la maggioranza abbia votato perché condivideva le nostre proposte, me lo auguro, o perché 150 colleghi di maggioranza, in contemporanea, erano distratti e non sapevano cosa stavano votando, perché non so cosa sia più grave. C'è, però, un dato di fatto: il Parlamento ha votato all'unanimità e ora il Governo deve dare attuazione a quella mozione, deve preoccuparsi di quei ricercatori (Commenti del Ministro Bernini), perché la più grande perdita che possiamo avere nel nostro Paese è proprio quella dei nostri talenti e delle nostre competenze, perché siamo un Paese, l'Italia, per fortuna - e ne siamo orgogliosi -, che storicamente si distingue per l'innovazione, l'intelligenza, la creatività e il valore delle proprie università, compresa la prima del mondo, quella di Bologna.
Chiudo dicendole che la nostra preoccupazione, Ministra, è la preoccupazione anche della presidente della CRUI, di tutti i rettori delle università italiane, ossia che, al 31 dicembre 2026, perderemo 18.770 talenti del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
(Iniziative volte a garantire parità di trattamento a favore delle persone con disabilità grave nei meccanismi di reclutamento universitario - n. 3-02021)
PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pastorella ed altri n. 3-02021 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministra, il 19 maggio scorso è stata presentata in Consiglio dei ministri la riforma sul reclutamento universitario. Avremo modo e tempo di entrare nei dettagli e confrontarci nel merito di questa riforma. Oggi le sottoponiamo un aspetto molto specifico, che riscontriamo come assente al momento, e vorremmo suoi chiarimenti: l'inclusione delle persone con disabilità grave. Parliamo di 450 persone che hanno gli stessi diritti di tutti gli altri ricercatori e che, al momento, sembrerebbero essere esclusi a priori dal reclutamento. Vogliamo chiederle, quindi, come intendete intervenire per correggere questa lacuna, così che non diventi parte della norma.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente Mule'. Ringrazio l'onorevole Pastorella, interrogante, e mi scuso di non essere stata in grado, evidentemente, di comunicare in maniera sufficientemente pervasiva i grandi risultati che abbiamo ottenuto proprio sul contrasto alla non autosufficienza, attraverso un appostamento di fondi che è sul sito del Ministero dell'Università e della ricerca, nelle tabelle del Fondo di finanziamento ordinario e sta sulle tabelle allegate alla legge di bilancio.
Quindi mi permetto di dare dei numeri, qui e ora, a voi, in risposta alla vostra giustissima sollecitazione, perché l'università, gli enti di ricerca e - consentitemi - anche l'alta formazione artistica, musicale e coreutica, quindi anche le accademie e i conservatori, devono essere, per loro stessa natura, inclusivi, democratici e resilienti; ove non lo fossero, non si praticherebbe realmente il diritto allo studio, ma ci sarebbero limiti e barriere alla formazione di tutti.
Quindi abbiamo, proprio per questo motivo, investito a partire dal 2023, e dal 2023 al 2027 l'investimento è costante, ogni anno, 13 milioni di euro sul Fondo di finanziamento ordinario - ripeto, sono numeri acclarati, non mi permetterei mai di dare numeri a casaccio - per le università, a cui seguono 4 milioni di euro per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica. Abbiamo, con decreto, stanziato per un triennio quasi 58 milioni di euro proprio per il sostegno alla non autosufficienza e al DSA, diciamo disturbo dell' attenzione, per consentire non solamente al reclutamento di professori universitari, cosa importantissima, di avere il proprio pro quota di sostegno alla non autosufficienza, ma a tutto il mondo dell'università e della ricerca, perché sono tutti uguali i detentori di bisogni e di diritto allo studio.
Quindi non solamente i professori, ma anche il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, anche i ricercatori, anche gli studenti e le studentesse devono avere il loro supporto al DSA e alla non autosufficienza. Abbiamo predisposto anche un Fondo presso il Ministero dell'Università, che abbiamo alimentato 2 anni fa con un milione e mezzo, quest'anno con 2 milioni, e l'anno prossimo lo alimenteremo con altri 2 milioni. In totale - lo ripeto, non sto dando i numeri, sto dando numeri che sono già certi, sono scritti nelle leggi che ho menzionato - nel Fondo di finanziamento ordinario, nel Fondo di finanziamento dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e nelle leggi di bilancio che ho citato abbiamo predisposto fondi di supporto alla non autosufficienza per un totale di 105 milioni di euro.
Io non sono il Ministro Valditara, visto che prima si citava l'esame di maturità, e ripeto i miei auguri ai maturandi. Esiste un principio, che è l'autonomia delle università e degli enti di ricerca, per cui ciascuno di loro - scusate, oggi intacco - spenderà i propri fondi come reputa necessario e opportuno, vigendo un principio di autonomia, ma noi questi fondi li mettiamo a disposizione, sia sul Fondo di finanziamento ordinario, sia sui singoli fondi del Ministero.
PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di replicare.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Io ringrazio di avere dato i numeri, non in senso ridicolo, ma in senso corretto. Tuttavia, mi permetto di sottolineare che in realtà non ha risposto alla nostra domanda, cioè benissimo stanziare i fondi, ma noi stiamo domandando altro. Nella vostra riforma sul processo di reclutamento avete dettagliato esattamente che cosa succederà nei colloqui, che tipo di assunzioni, che tipo di commissioni, che tipo di application telematiche ci saranno. In tutto questo, però, non è specificato come le persone con disabilità avranno equo accesso.
Noi non stiamo cercando scorciatoie, non stiamo cercando necessariamente solo fondi o soldi, ma esattamente, nell'applicazione del principio di uguaglianza, dell'articolo 3, dell'articolo 38 e di tanti articoli della nostra bella Costituzione, come questa riforma li assicurerà.
Noi, come Azione, auspichiamo di capire come, dalle elementari fino alla maturità, per poi diventare professore, si possa sviluppare il potenziale di tutti in maniera equa (non basta dire: “abbiamo stanziato i fondi”), e di capire come volete rimuovere le barriere e rendere questa riforma davvero inclusiva.
Mi permetto, quindi, di dare qualche suggerimento: prevedere esperti di disabilità nelle Commissioni, assicurare che la piattaforma telematica sia dotata, come tutte le piattaforme pubbliche, di tutti i software, possibilità di accesso a chi ha disabilità sensoriale e così via.
Non sono io il Ministro, è lei il Ministro. Quello che auspico e che auspichiamo, naturalmente, è che non ci facciamo passare sotto il naso il prossimo Stephen Hawking, perché sarebbe una perdita davvero notevole per il nostro Paese. Facciamo attenzione (Applausi del deputato Castiglione)!
(Stato di avanzamento dei provvedimenti attuativi della riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria – n. 3-02022)
PRESIDENTE. La deputata Patriarca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02022 (Vedi l'allegato A).
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, premesso che il 16 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n. 71 del 2025, attuativo della legge delega n. 26 del 2025, recante la riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria, e che si tratta di una riforma nata sia dall'esigenza di rafforzare il Servizio sanitario nazionale in termini di fabbisogno dei professionisti, sia dalla necessità di introdurre finalmente un metodo di selezione basato su criteri meritocratici e congrui con il percorso formativo per premiare il merito degli studenti, la nuova disciplina garantirà una preparazione di qualità e consentirà di valorizzare gli studenti con maggiori attitudini, sulla base di competenze acquisite.
Pertanto, le chiediamo di conoscere lo stato di avanzamento dei provvedimenti attuativi della riforma e, inoltre, i dettagli delle nuove modalità di accesso che verranno impiegate a partire dal prossimo anno accademico (Applausi del deputato Castiglione).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.
ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Patriarca e tutto il suo gruppo parlamentare. Come stiamo procedendo? Devo dire, con grande celerità, ci avete chiesto, come Parlamento - si tratta di un disegno di legge delega -, di essere il più rapidi possibile. Anche voi, probabilmente, non avreste pensato che avremmo attivato, a partire da quest'anno, il primo modello di semestre aperto per l'iscrizione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e, invece, ci sarà.
Devo dire che apprezzo moltissimo i riferimenti che sono stati fatti, anche in precedenza, sul sostegno alla disabilità e, anche in questo caso, prevederemo, all'interno di queste disposizioni, percorsi che siano per quanto possibile inclusivi. La nostra idea è proprio quella dell'apertura e dell'inclusività, che ha consentito, tra l'altro, a noi e al nostro mondo della ricerca - che è quello che apre le proprie braccia a tutti gli studenti -, a partire dal 1° settembre, che le aule di tutte le università italiane (Corso di laurea in medicina e chirurgia, veterinaria e odontoiatria) si apriranno indiscriminatamente: sarà un semestre aperto. Sono gli stessi corsi di laurea che hanno prodotto - a proposito di Strategia nazionale per la ricerca e di quanto funzioni la nostra Strategia nazionale per la ricerca - titolari di borse di studio avanzate - nostri -, che hanno trovato casa nelle nostre infrastrutture di ricerca, che si sono qualificati terzi nel ranking internazionale uscito proprio ieri (i famosi ERC Advanced Grants), che noi abbiamo scalato, dal settimo al terzo posto, e siamo titolari soprattutto in materie STEM.
Proprio per aprire queste Università di qualità, questi luoghi di qualità, alla frequenza di tutti, non solo abbiamo tolto i costosissimi e inutili test di ammissione, ma anche eliminato l'orribile mercato della preparazione inutile. Lo ribadisco: prego chiunque cui venisse richiesto di iscrivere il proprio figlio a qualche test o a qualche corso comunque configurato di studio, di preparazione o di ammissione, di non farlo, perché non è necessario. L'università è aperta a partire dal 1° di settembre, le iscrizioni partiranno alla fine di giugno e si chiuderanno alla fine di luglio, gli esami ci saranno, alla fine, come sempre avviene nel mondo universitario, tra il 20 novembre e l'11 dicembre e sarà possibile ripetere gli appelli. Quindi, saranno esami universitari che portano crediti formativi universitari spendibili ovunque e saranno corsi di laurea in grado di dare a tutti una formazione e una preparazione in tre materie fondamentali: chimica, fisica e biologia. Non sarà necessario iscriversi a nessun corso di preparazione. A questo tengo moltissimo, proprio perché so che stanno fiorendo altri corsi alternativi.
Stiamo preparando un Syllabus: saranno le stesse università a formare gli studenti.
Daremo, tramite il Fondo di finanziamento ordinario, 30 milioni, dedicati a questa riforma, alle università italiane, più 20 milioni fuori dal Fondo di finanziamento ordinario, ugualmente dedicati alle università italiane. Chiederemo loro - e questa è la parte più importante e, poi, chiudo, Presidente - di rompere ulteriormente il tetto di cristallo del numero programmato, aggiungendo, ai posti già aggiunti rispetto allo schema ordinario, altri 3.000 posti, per consentire agli studenti di iscriversi nel numero più ampio e più inclusivo possibile, proprio al corso di laurea di quest'anno, a partire dal 2025 (Applausi del deputato Castiglione).
PRESIDENTE. La deputata Patriarca ha facoltà di replicare.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). La ringraziamo per aver risposto con chiarezza e precisione alla nostra interrogazione, ma soprattutto per avere dato, con determinazione, una risposta concreta ad un'esigenza del Paese, cambiando passo, rimettendo al centro il merito e garantendo, nel contempo, il diritto allo studio per tutti. Con coraggio, andiamo avanti in questa linea di cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Chiarimenti in merito all'applicazione delle disposizioni in materia di iscrizione dei dipendenti pubblici in quiescenza alle organizzazioni sindacali del pubblico impiego – n. 3-02023)
PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02023 (Vedi l'allegato A).
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Zangrillo, con l'approvazione della legge n. 203 del 2024, in particolare, faccio riferimento all'articolo 28, tramite un emendamento è stato previsto che anche i dipendenti pubblici possono iscriversi ai sindacati rappresentativi presso l'ARAN, anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro, in analogia con quanto già previsto per altri settori pubblici.
A distanza di sei mesi, gli stessi pensionati trovano difficoltà nell'iscrizione ai sindacati rappresentativi di ARAN. Sei mesi sono tanti. Quindi, sono a chiederle, oggi, Ministro, quali siano le difficoltà nell'applicazione di questa disposizione e se sappia dirmi quali saranno le tempistiche, perché i lavoratori in quiescenza possano iscriversi a questi sindacati.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere.
PAOLO ZANGRILLO, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il tema sollevato dall'onorevole Nisini mi offre l'opportunità di fare il punto in merito ad una questione riguardante l'iscrizione dei dipendenti pubblici in quiescenza alle organizzazioni sindacali del pubblico impiego, che, con tutta evidenza, riguarda competenze anche di altri Ministeri.
Come ricordato dagli interroganti, durante l'esame parlamentare della legge n. 203 del dicembre 2024, recante disposizioni in materia di lavoro, è stato introdotto l'articolo 28, che prevede la possibilità per i dipendenti pubblici in quiescenza, tramite il rilascio di apposita delega all'INPS, di “iscriversi alle organizzazioni sindacali del pubblico impiego riconosciute rappresentative dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (…)”, l'ARAN. La norma prevede, altresì, che il predetto personale in quiescenza non sia computato ai fini della determinazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali cui è iscritto.
Giova ricordare, come richiamato nella norma citata, l'articolo 23-octies del decreto-legge 30 giugno 1972 n. 267, convertito dalla legge 11 agosto 1972, n. 485. Questa norma ha già previsto che ai titolari di pensione diretta, indiretta o di reversibilità dell'assicurazione generale obbligatoria INPS per le pensioni ai lavoratori dipendenti o di altro fondo o gestione speciale o cassa per le pensioni sostitutive ed esonerative sia riconosciuto il diritto di versare contributi sindacali alle federazioni pensionati a carattere nazionale, aderenti alle confederazioni sindacali rappresentate nel CNEL.
Questa contribuzione avviene attraverso una trattenuta sulle pensioni, da autorizzarsi con delega personale volontaria, sottoscritta dallo stesso titolare di pensione.
La norma rinvia in ordine alle modalità attraverso cui effettuare la trattenuta ad un accordo diretto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali interessate e gli amministratori di INPS o di altri enti interessati. Allo stato, dall'esame delle richiamate norme, si evidenzia che qualsiasi aspetto di natura operativa ed attuativa deriva dallo specifico accordo tra le organizzazioni sindacali interessate e l'ente previdenziale INPS che è deputato alla ricezione delle deleghe per il versamento dei contributi sindacali. Appare quindi evidente che l'accordo appena richiamato è propedeutico al fine di permettere ai dipendenti pubblici in quiescenza di iscriversi alle organizzazioni sindacali del pubblico impiego. A questo proposito, da interlocuzioni intercorse, tale atto, che presenta una sua intrinseca complessità, è in fase di predisposizione al fine di garantire la corretta applicazione della norma richiamata dagli interroganti. Nonostante, come ho avuto modo di precisare poc'anzi, non ci sia una stretta competenza rientrante nelle deleghe a me attribuite, garantisco l'impegno ad un'efficace interlocuzione con gli uffici competenti.
PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di replicare.
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente e grazie Ministro per la risposta puntuale e anche per l'attenzione dimostrata su una questione pur di carattere applicativo, come lei ha spiegato bene, della mia interrogazione. Si è preso comunque un impegno, un impegno concreto, di fatto non dovuto, e la ringrazio perché qui si parla dei diritti dei lavoratori in quiescenza, si parla dei diritti dei pensionati del pubblico impiego che stanno aspettando da sei mesi.
Un intoppo che sono sicura, nel breve, grazie anche al suo intervento, sarà superato in modo da far sì che tutti i pensionati possano esercitare i propri diritti, e ciò dimostra anche l'impegno di questo Governo che non lavora a compartimenti stagni, ma è un Governo che parla, ascolta e cerca di condividere, anche con gli enti collegati ai vari Ministeri, la soluzione dei problemi, anche se non direttamente di interesse del Ministero. Quindi grazie, Ministro, per la risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 17 giugno 2025, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
S. 1485 - "Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2025, n. 68, recante differimento del termine di cui all'articolo 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, in materia di responsabilità erariale" (Approvato dal Senato) (2461) – Parere della V Commissione.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Organizzazione dei tempi di esame di progetti di legge.
PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 2316-A? recante disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale; della proposta di legge n. 1298-A? recante disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale, nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare (Vedi l'allegato A).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Come comunicato ai gruppi per le vie brevi, nella giornata di venerdì 27 giugno, la seduta avrà inizio alle ore 10, anziché alle ore 9,30.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto di questi pochi minuti per ricordare in quest'Aula Alessandra Casilli. Chi era Alessandra Casilli? Era una docente precaria del liceo “Rocci” di Fara in Sabina, in provincia di Rieti. L'11 giugno scorso Alessandra Casilli era andata a sostenere l'esame orale del concorso per il ruolo, per entrare in ruolo in scienze e tecnologie elettroniche a Campobasso. E l'11 giugno stava tornando da quel concorso, da quella prova orale, per raggiungere la sua classe che l'aspettava per la cena di fine anno. Purtroppo, Alessandra Casilli, quel giorno, non è mai arrivata a quella cena di classe perché è rimasta vittima di un incidente tornando da Campobasso e tra pochi minuti si svolgerà, poco lontano da qui, il suo funerale a Civitella San Paolo.
Prendo la parola proprio perché quella morte improvvisa e violenta di ritorno da un concorso, per diventare stabilmente docente, per tornare dai suoi studenti, ha colpito molti e ha sollevato tanta rabbia, indignazione e dolore. Basta leggere i commenti, che sono stati pubblicati, di tanti studenti sulla pagina social del suo liceo per cogliere davvero il segno profondo che quella docente è stata in grado di lasciare nella sua comunità scolastica. I suoi colleghi hanno pubblicato una lettera che, tra l'altro, è stata pubblicata da un quotidiano nazionale, che vi invito a leggere.
Non è facile aggiungere parole a questo lutto, sembra quasi aggiungere retorica al dolore. Ma penso che per rendere giustizia oggi che, come lei ha ricordato, è la giornata in cui prendono avvio anche gli esami di maturità, non si possa non dire che la scuola ha bisogno di più: di più attenzione, di più cura, di più risorse, proprio perché stiamo attraversando un periodo drammatico, che richiede strumenti di pensiero e di azione, una grande emergenza culturale.
Alessandra Casilli, come tante e tanti docenti, sembrava averlo capito, mettendo tutta se stessa per ragazzi e ragazze che rappresentano il futuro di questo Paese, oltre che il presente. Quell'impegno e quel senso di urgenza e priorità che dovrebbe portare le forze politiche tutte a cambiare i tempi della scuola, le risorse dedicate, il rapporto tra alunni e docenti, le prospettive retributive e lavorative e di stabilità lavorativa, che riguardano proprio i docenti, e a scommettere davvero nel futuro come lei, la professoressa Casilli, e i suoi colleghi facevano e fanno ogni giorno. E a quel lavoro e a quell'impegno quotidiano penso che dobbiamo un ricordo in quest'Aula, oltre che l'impegno quotidiano e il rispetto (Applausi del deputato Amich).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Manzi, per avere portato all'attenzione di questa Assemblea questo caso. Mi permetta anche di accomunarmi alle espressioni di dolore e di vicinanza innanzitutto ai familiari della professoressa Casilli e poi alla comunità scolastica che lei ha saputo prendere per mano - è il caso di dire - durante la sua attività. La ringrazio.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 23 giugno 2025 - Ore 11:
(ore 11 e al termine del punto 4)
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 1146 - Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale (Approvato dal Senato) (C. 2316-A?)
Relatori: CAROPPO (per la IX Commissione) e COLOMBO (per la X Commissione), per la maggioranza; CASU e PASTORELLA (per la IX Commissione) e FERRARA e GHIRRA (per la X Commissione), di minoranza.
2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
QUARTINI ed altri: Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare. (C. 1298-A?)
Relatori: CIANCITTO, per la maggioranza; QUARTINI, di minoranza.
3. Discussione sulle linee generali della mozione Boschi ed altri n. 1-00434 concernente iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America .
(ore 15)
4. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2025.
La seduta termina alle 16,15.