XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 460 di martedì 1° aprile 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 marzo 2025.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 marzo 2025, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):

«Conversione in legge del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali» (2333) - Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza in ordine a problemi occupazionali presso l'azienda Gaggio Tech di Gaggio Montano (Bologna) - n. 3-01859)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Ascari n. 3-01859 (Vedi l'allegato A).

La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con riferimento all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue. Preliminarmente, si sottolinea che il tema della tutela dei lavoratori, in ogni sua fase lavorativa, riveste particolare rilevanza per il Governo, come testimoniano le numerose attività in materia.

Per quanto concerne il quesito posto dall'interrogante, occorre ricostruire i passaggi fondamentali riguardanti l'azienda Gaggio Tech Srl, avente sede legale in Gaggio Montano, per comprendere la situazione attuale in cui si trova e per farlo mi avvalgo dei contributi rilasciati dalle competenti direzioni del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dalla regione Emilia-Romagna, assessorato politiche abitative, lavoro politiche giovanili, nella persona dell'assessore competente.

La società Gaggio Tech Srl è subentrata nel 2023 alla ex Saga Coffee (Gruppo Evoca) a seguito dell'acquisizione di ramo d'azienda, con la costituzione di una nuova compagine societaria partecipata da Tecnostamp Triulzi Group Srl (60 per cento) e Minifaber Spa (quota di minoranza). Al momento del conferimento l'azienda ha avviato l'attività con 50 lavoratori, impegnandosi a riassorbire progressivamente fino a 137 unità entro la fine del periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali.

La Saga Coffee aveva attivato una CIGS con causale cessazione di attività a decorrere dal 7 marzo 2022 al 31 dicembre 2022 per un totale di 189 lavoratori e dal 1° gennaio 2023 al 6 marzo 2023 per 126 lavoratori coinvolti.

Come previsto dall'accordo, in data 7 marzo 2023 i 137 lavoratori ex Saga Coffee sono stati riassorbiti, in continuità con l'applicazione dell'articolo 2112 del codice civile, in Gaggio Tech e il giorno stesso è stata attivata una CIGS per la riorganizzazione, fino alla data del 6 marzo 2025 compreso, per i 137 lavoratori dell'azienda.

A tal riguardo, con decreto direttoriale n. 588 del 31 marzo 2023 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è stata approvata la CIGS per la riorganizzazione di Gaggio Tech dal 7 marzo 2023 al 6 gennaio 2025. La regione Emilia-Romagna, anche con il supporto tecnico dell'Agenzia regionale lavoro, ha partecipato alle trattative e alla predisposizione dei verbali relativi agli accordi e all'utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Nel dicembre 2024, preso atto che il programma di riorganizzazione non era stato completato, nonostante un investimento complessivo di circa 9 milioni di euro, l'azienda, come da comunicazione ricevuta dal Dipartimento per le politiche del lavoro, previdenziali, assicurative e per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ha richiesto la proroga della CIGS per la riorganizzazione, ai sensi dell'articolo 22-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015, dal 7 gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 per 131 lavoratori coinvolti (tutto l'organico aziendale avente diritto all'ammortizzatore), dichiarando l'avvio di ulteriori investimenti da effettuarsi nel corso dell'anno.

A tal proposito, si rammenta che l'esame congiunto della procedura deve essere svolto dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con il supporto della regione coinvolta per le politiche attive del lavoro e con dichiarazione di strategicità dell'azienda nell'ambito della situazione territoriale. La regione Emilia-Romagna ha, infatti, reso noto che, mediante l'Agenzia regionale per il lavoro, ha redatto, in data 8 gennaio 2025, un verbale di politiche attive e lo ha trasmesso al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, a supporto del verbale ministeriale sottoscritto dalle parti nella medesima data. Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha emanato il decreto n. 655 del 27 febbraio 2025, che ha autorizzato la proroga della CIGS per la riorganizzazione di Gaggio Tech dal 7 gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 (articolo 22-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015).

Infine, la regione Emilia-Romagna ha reso noto che la decisone del socio di maggioranza di Gaggio Tech Srl di attivare le procedure per la liquidazione volontaria della società è stata improvvisa e imprevista. Per tale motivo, l'assessorato politiche abitative, lavoro e politiche giovanili della regione Emilia-Romagna ha subito convocato l'azienda, i soci di maggioranza e minoranza, le parti sociali e le istituzioni locali, per il 7 marzo 2025, per approfondire le motivazioni alla base delle scelte dei soci di maggioranza, la posizione in merito dei soci di minoranza e gli aspetti tecnici legati alla situazione di messa in liquidazione.

A seguito di una prima convocazione per il 13 marzo 2025, il 20 marzo 2025 si è svolto un incontro tecnico tra il liquidatore aziendale, le organizzazioni sindacali e l'Agenzia regionale per il lavoro della regione Emilia-Romagna, per fare il punto tecnico sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali e sulle strade percorribili rispetto alla messa in liquidazione dell'azienda.

L'assessorato politiche abitative, lavoro e politiche giovanili della regione Emilia-Romagna ha provveduto a convocare nuovamente l'azienda, i soci di maggioranza e minoranza, le parti sociali e le istituzioni locali, per il giorno 31 marzo 2025, per fare il punto ulteriore sull'evoluzione della situazione, per cui si attendono ancora riscontri ufficiali.

Alla luce di tutto questo sopra descritto, rappresento che il Governo continuerà a seguire con molta attenzione la situazione della Gaggio Tech, anche perché la stessa costituisce un'importante realtà produttiva di un'area montana della regione, l'Appennino bolognese, di cui rappresenta un rilevante centro produttivo e impiega personale residente in quel territorio, quindi è fondamentale per il benessere del territorio stesso, delle famiglie e delle persone che sono direttamente coinvolte.

PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Purtroppo, non mi dichiaro soddisfatta, perché quello che sta succedendo è molto grave. Nel territorio dell'Appennino bolognese si sta consumando l'ennesimo atto di sciacallaggio di un'imprenditoria, questa volta italiana, che ha lasciato a casa 130 lavoratrici e lavoratori con l'obiettivo di ottenere un mero profitto speculativo. La Gaggio Tech è proprio vittima del peggior capitalismo italiano che ci possa essere.

Solo tre anni fa - ci tengo a ricordarlo - 220 donne hanno portato in vita una lotta straordinaria: sono state 100 giorni e 100 notti davanti ai cancelli e, grazie a questa lotta, hanno salvaguardato il loro posto di lavoro.

Oggi la situazione è serissima, perché c'è urgente bisogno di un piano di reindustrializzazione, di un progetto di reindustrializzazione di quel sito, e la necessità di un imprenditore che investa nel territorio.

Ieri è stato firmato un accordo con un imprenditore che si impegna a rilevare 25 lavoratrici e lavoratori, ma ne restano 105. Parliamo di 105 persone, parliamo di 105 famiglie, in un territorio devastato da una deindustrializzazione feroce, prima a causa delle multinazionali e oggi per causa di scelte imprenditoriali sbagliate e scellerate. Quindi, dobbiamo tutelare tutte e tutti i lavoratori.

I sindacati, le lavoratrici, chiedono a tutti - alle istituzioni, al Governo, alla regione, all'imprenditoria locale - che ci sia proprio una responsabilità sociale per non lasciare le lavoratrici e i lavoratori da soli, perché non ce la fanno più, sono veramente stremati, hanno già fatto una battaglia durissima per salvare il loro stabilimento, tre anni fa, e ovviamente la soluzione non possono trovarla sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori attraverso le lotte. Ci deve essere proprio una responsabilità collettiva che riguarda tutti, le istituzioni e la politica in primis.

Questo è ciò che stanno chiedendo e rivolgono un appello anche al Ministro Urso affinché si occupi di questa azienda - anche se non ha 250 addetti, come ha dichiarato pochi giorni fa - anche perché, è bene ricordarlo, non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Serve proprio l'aiuto del Governo, delle istituzioni, per trovare un imprenditore serio che venga a reindustrializzare lo stabilimento, anche perché gli investimenti a terra ci sono: gli investimenti qui li hanno, sono già pronti, c'è la possibilità di partire anche già domani, c'è tutto dentro gli impianti. C'è tutto e, quindi, manca solo una volontà seria, perché l'azienda è in liquidazione, il 31 dicembre 2025 scadrà l'ammortizzatore per cessazione e se qualcuno non rileva l'azienda ovviamente va tutto in un nulla, i lavoratori vengono licenziati e rimangono a casa.

Allora, questo è il mio appello, perché le istituzioni devono avere una mentalità imprenditoriale, anche in un'ottica di risoluzione di una crisi e ogni crisi deve essere vista come una opportunità di reindustrializzazione e di fare cambiamenti organizzativi necessari, non solo per sostenere i lavoratori e le lavoratrici ma anche per sostenere un intero territorio e un'intera comunità, anche perché, quando un'azienda chiude, il problema non è solo dei lavoratori, ma è veramente un problema di tutta la comunità e l'Emilia-Romagna, tra terremoti, alluvioni e crisi aziendali, è un territorio letteralmente martoriato e questo territorio non se ne frega nulla di passerelle ma ha bisogno veramente di soluzioni concrete e - lasciatemelo dire - di un imprenditore serio che utilizzi etica, umanità, consapevolezza, che rispetti la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori e che li tratti come persone e non come numeri.

Chiudo, Presidente, dicendo che io ci tenevo a lasciare in quest'Aula del Parlamento il grido di aiuto di questi lavoratori e di queste lavoratrici, in modo che arrivi veramente ovunque e venga ascoltato dalle istituzioni che possono e devono attivarsi per trovare una soluzione concreta, anche perché la possibilità c'è e deve essere ottenuta.

(Iniziative normative volte a rendere più stringenti i parametri per la concessione dei benefici penitenziari a soggetti condannati per reati di tipo mafioso o in regime di carcere duro - n. 3-01857)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Varchi e La Salandra n. 3-01857 (Vedi l'allegato A).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante in quanto, con l'atto di sindacato ispettivo di oggi, mi permette di fare chiarezza su alcuni aspetti delle vicende inquietanti indicate.

L'interrogazione trae, in effetti, spunto da diverse notizie di stampa che hanno riportato come alcuni boss mafiosi abbiano ottenuto permessi premio o benefici penitenziari.

Preliminarmente, occorre precisare che è competenza della magistratura applicare la legge, valutando la sussistenza o meno dei requisiti prescritti. In base alle informazioni acquisite dalle articolazioni ministeriali competenti, il detenuto Lo Presti Tommaso, citato nell'interrogazione e indicato quale esponente di vertice del mandamento mafioso di Porta Nuova, inserito in Cosa Nostra, ascritto al circuito penitenziario di alta sicurezza 3, non risulta, fortunatamente, usufruire di permessi premio.

Purtroppo, gli altri detenuti citati dall'interrogante nelle premesse, ad eccezione di Brusca Vito, risultano fruire di benefici penitenziari, che sono stati concessi ben prima che il Governo Meloni adottasse requisiti ben più stringenti in materia con il decreto-legge n. 162 del 2022.

In particolare: il detenuto Formoso Giovanni, indicato quale esponente di vertice della famiglia mafiosa di Brancaccio, inserita in Cosa Nostra, fruisce di permessi premio dal 30 dicembre 2017 e risulta beneficiare del regime di semilibertà dal 21 gennaio 2019; il detenuto Galatolo Raffaele, indicato quale esponente di vertice della famiglia mafiosa Arenella-Acquasanta, inserita in Cosa Nostra, risulta beneficiare del regime di semilibertà dall'11 gennaio 2018; il detenuto Alfano Paolo, indicato quale esponente di vertice della famiglia mafiosa di Corso dei Mille, anch'essa inserita in Cosa Nostra, risulta beneficiare del regime di semilibertà dal 5 agosto 2019; il detenuto Pullarà Ignazio, indicato quale esponente di vertice della famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù, inserita in Cosa Nostra, risulta attualmente ascritto al sottocircuito penitenziario alta sicurezza 3 e fruisce di permessi premio dal 28 dicembre 2015; il detenuto Buccafusca Girolamo, indicato quale esponente della famiglia mafiosa Porta Nuova, inserita in Cosa Nostra, risulta attualmente ascritto al sottocircuito penitenziario alta sicurezza 3 e risulta beneficiare del regime di semilibertà dal 6 giugno 2019.

Quanto, infine, al detenuto Brusca Vito, sottoposto al regime detentivo speciale del 41-bis dal 10 marzo 1995 al 22 settembre 2015, naturale scadenza del provvedimento non prorogato, è attualmente inserito nel circuito dell'alta sicurezza e risulta beneficiare di permessi premio dal 15 febbraio 2019. Successivamente, con l'ordinanza 18 aprile 2023 del tribunale di sorveglianza dell'Aquila, è stato anche ammesso al regime di semilibertà e trasferito presso la casa circondariale di Palermo “Pagliarelli”, sezione semiliberi, per espletare attività lavorativa.

In particolare, come risulta dalla relazione trasmessa dal presidente del tribunale di sorveglianza dell'Aquila, opportunamente interpellato, il provvedimento è stato adottato “dopo aver svolto la istruttoria prevista dal novellato articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario a seguito della legge n. 199 del 2022, e dunque dopo aver richiesto nuovamente anche i pareri della Direzione nazionale antimafia e della Direzione nazionale antimafia di Palermo”.

Il Governo Meloni, sin dal suo insediamento, si è caratterizzato per una postura dura, senza sconti, contro le associazioni mafiose. Sono orgoglioso di rivendicare, anche a fronte dei nomi appena letti -significativamente letti in quest'Aula -, che il primo provvedimento del Governo Meloni è stato il salvataggio del regime carcerario “41-bis” dalla scure dell'incostituzionalità, preservando, quindi, l'eredità giuridica e morale di due eroi antimafia come Falcone e Borsellino, che, assieme agli uomini e alle donne in divisa che avevano il compito di proteggerli - Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro con Giovanni Falcone e Agostino Catalano, Emanuela Loi e Claudio Traina con Paolo Borsellino - , hanno pagato con la vita l'impegno contro la mafia e contro la criminalità organizzata.

Com'è noto, il sistema dell'ostatività penitenziaria è stato interessato da una serie di pronunce demolitorie a partire dalla decisione “Viola contro Italia”, con la quale la Corte europea dei diritti dell'uomo ha ravvisato la contrarietà al divieto di trattamenti inumani e degradanti previsto dall'articolo 3 della CEDU della pena del cosiddetto ergastolo ostativo, inflitta in applicazione, peraltro, dell'allora vigente articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, integrando una pena de facto irriducibile.

Successivamente sono seguite due importanti pronunce della Corte costituzionale: la sentenza n. 253 del 2019 e la nota ordinanza n. 97 dell'11 maggio 2021 che hanno modificato nettamente il DNA, l'ossatura, la costituzione del sistema ostativo. Con la prima, infatti, il carattere assoluto della presunzione di pericolosità sociale, sottesa al meccanismo di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, è stato dichiarato in contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza e della finalità rieducativa della pena.

Con la seconda, la Consulta, pur riconoscendo l'importanza e l'utilità della collaborazione con la giustizia quale possibile elemento idoneo a dimostrare la dissociazione del reo, ha affermato l'incostituzionalità dell'ergastolo ostativo nella misura in cui la collaborazione rappresenti l'unica possibile strada a disposizione dell'ergastolano per accedere alla liberazione condizionale.

Questo Governo, quindi, rispettando i principi delle sentenze sopra descritte, ha adottato il decreto-legge n. 162 del 2022, come dicevo prima, così modificando l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, per un verso dando piena attuazione al principio costituzionale di progressione trattamentale, dall'altro, però, delineando un regime probatorio cosiddetto rafforzato, come richiesto dalla stessa Consulta nella citata ordinanza n. 97 del 2021.

Il decreto-legge n. 162 del 2022 è stata la prima misura adottata dal Governo Meloni, che da sempre ha chiarito che non ha mai fatto, non fa e non farà mai sconti alla mafia. Rendere maggiormente stringenti i benefici penitenziari si è reso necessario proprio per far fronte a situazioni incresciose, immorali e indegne come quelle descritte dall'onorevole interrogante, rendendo l'accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale da parte di soggetti non collaboranti, condannati per reati ostativi, autenticamente più rispondente alla progressione trattamentale svolta dal detenuto fino a quel momento, grazie agli indici molto, ma molto più stringenti introdotti con il decreto-legge n. 162 del 2022.

In particolare, i benefici penitenziari per i reati ostativi di prima fascia, a seguito dell'intervento normativo sopra richiamato, possono essere concessi anche in assenza di collaborazione con la giustizia, purché l'istante dimostri l'adempimento delle obbligazioni civili e degli obblighi di riparazione pecuniaria conseguenti alla condanna o l'assoluta impossibilità di farvi fronte e alleghi elementi specifici, diversi e ulteriori rispetto alla regolare condotta carceraria, alla partecipazione del detenuto al percorso rieducativo e alla mera dichiarazione di dissociazione dall'organizzazione criminale di eventuale appartenenza.

Tali elementi sono atti a consentire di escludere l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva e con il contesto nel quale il reato è stato commesso, e anche a escludere il pericolo di ripristino, anche successivo, di tali collegamenti, anche indiretti e anche tramite terzi, tenuto conto delle circostanze personali e ambientali, delle ragioni eventualmente addotte a sostegno della mancata collaborazione, della profonda e genuina revisione critica della condotta criminosa e di ogni altra informazione disponibile, a partire da quelle di natura anche patrimoniale ed economica.

Inoltre, sono state previste condizioni più stringenti anche per l'accesso alla liberazione condizionale da parte dei condannati all'ergastolo per i cosiddetti reati ostativi, non collaboranti, consistenti nell'innalzamento della durata del periodo da espiare (almeno 30 anni di pena in luogo dei precedenti 26), nonché nell'allungamento della durata della libertà vigilata (10 anni, anziché 5).

Sono state, infine, apportate modifiche alla disciplina dell'effetto estintivo della liberazione condizionale e delle prescrizioni di libertà vigilata con riguardo ai medesimi soggetti. In particolare, è stato stabilito che la pena dell'ergastolo può estinguersi soltanto decorsi 10 anni dal provvedimento di liberazione condizionale, trascorsi in libertà vigilata, ed è stato previsto che l'applicazione di quest'ultima misura comporti sempre il divieto di incontrare o mantenere contatti con soggetti condannati per i reati di criminalità organizzata, nonché con altre persone sottoposte a misure di prevenzione sia personali sia di natura patrimoniale.

In buona sostanza, l'introduzione di un regime probatorio rafforzato e l'introduzione di una più rigorosa disciplina procedimentale sono tutte misure che consentono, adesso, la concessione dei benefici e delle misure alternative, ivi compresa la libertà condizionale, a favore di tutti i condannati, anche all'ergastolo, per i cosiddetti reati ostativi, ma solo e soltanto in presenza di nuove, stringenti e concomitanti condizioni, diversificate a seconda dei reati che vengono in rilievo.

In definitiva, secondo il nuovo assetto normativo, salutato con favore anche dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa con la decisione del 9 marzo del 2023, la concessione di benefici penitenziari e di misure alternative a soggetti non collaboranti, condannati per reati ostativi, non costituisce altro che il frutto di una progressione trattamentale, vagliata caso per caso dalla magistratura di sorveglianza sulla base dei rigorosi presupposti introdotti dalla legge e sulla cui azione il Ministro della Giustizia svolgerà, come sempre, il proprio compito nel verificare la sussistenza delle condizioni per esercitare le prerogative istituzionali riconosciute dalla legge.

Dall'aggressione anticipata ai patrimoni della criminalità organizzata con le confische preventive, che in Europa per troppo tempo furono banalmente chiamate confische senza condanna, alle modalità di educazione della pena, la normativa italiana è una delle normative all'avanguardia nel contrasto alla criminalità organizzata e può fornire spunti e stimoli anche all'estero, dove siamo faro per chi ci osserva. È notizia giornalistica che la Francia sta per approvare una normativa identica al nostro 41-bis perché è sempre più diffusa l'idea che l'Italia una volta esportava mafia, mentre oggi possiamo e dobbiamo essere orgogliosi di esportare antimafia.

Questo Governo continuerà incessantemente a potenziare in modo più incisivo tutti gli strumenti di lotta alla criminalità organizzata a disposizione della magistratura, delle Forze dell'ordine e della Polizia penitenziaria, anche rafforzando fortemente il regime dell'alta sicurezza, perché dobbiamo difendere la società dalla serpe mafiosa.

PRESIDENTE. Il deputato La Salandra ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. Mi dichiaro inequivocabilmente soddisfatto, ma non come un esercizio di stile rispetto a questa parte dell'emiciclo, ma mi dichiaro profondamente soddisfatto per una serie di ragioni specifiche che mi sia concesso illustrare. Innanzitutto, mi sento di dover ringraziare particolarmente l'onorevole Carolina Varchi, che mi ha consentito di sottoscrivere questa interrogazione, che è particolarmente importante perché raccoglie le preoccupazioni e il grido di allarme lanciato proprio dalla DDA di Catania.

Il Sottosegretario Delmastro conosce le mie origini, come lei, Presidente: sono figlio di una provincia particolarmente complessa, il Sottosegretario Delmastro la conosce, che proprio nella giornata di ieri ha ricordato la figura di Francesco Marcone, un uomo dello Stato ucciso dalla mafia. A distanza di 30 anni ancora oggi non si conosce qual è la verità, perché la verità, signor Presidente, si sviluppa non semplicemente con un esercizio di memoria, ma si sviluppa esattamente, come il Sottosegretario Delmastro nella sua illustrazione ha spiegato, attraverso atti concreti e posizioni specifiche. Il Sottosegretario Delmastro, in diverse occasioni, ha dimostrato di essere un fine giurista e un fine conoscitore della materia, dimostrando che cosa?

Oggi ha spiegato plasticamente e tecnicamente che la buona condotta non può ricondursi esclusivamente ad una sorta di nozione cinematografica - lo so, Sottosegretario, che in quest'Aula siamo pieni di leoni da tastiera che si fanno competenti in materia di diritto e in materia di contrasto alla criminalità organizzata -, ma, a memoria mia, quantomeno ricordando i miei studi universitari, si basa sostanzialmente su ciò che ha detto il Sottosegretario Delmastro, ossia sulla concreta ed effettiva dimostrazione che il colpevole stia sviluppando un percorso rieducativo, perché, se poi la buona condotta si traduce esclusivamente in una sorta di esercizio burocratico, chi ne viene sconfitto è lo Stato. Il Sottosegretario Delmastro ha correttamente individuato le azioni concrete che il Governo ha posto in essere, intervenendo in maniera significativa - è stato detto e ci tengo a ripeterlo -, anche e soprattutto sul 41-bis. Questo perché qui nessuno vuole sindacare su ciò che i magistrati di sorveglianza svolgono quotidianamente, costituendo, loro, una manifestazione specifica dello Stato e del valore della pena, ma dobbiamo essere sempre molto attenti che la burocrazia non vanifichi la lotta dello Stato.

Il Sottosegretario Delmastro - e mi avvio veramente alle conclusioni, perché non voglio tediare nessuno - ha ricordato quanto questo Governo abbia fatto nella lotta alla criminalità organizzata. E così mi sono permesso, signor Presidente, di prendere ulteriori appunti dai giornali. Nel mese di luglio 2024, un articolo riportava che soltanto negli ultimi otto mesi sono stati tratti in arresto 1.300 mafiosi e 29 latitanti sono stati assicurati alla giustizia; luglio. A febbraio, proprio a Palermo, sono state emesse 180 misure cautelari nella lotta alla criminalità organizzata. E sempre a febbraio - quasi come se fosse matematica, alle scuole medie ci insegnavano la prova del nove -, la prova del nove della bontà della lotta da parte di questo Governo alla criminalità organizzata viene proprio dal crimine organizzato. Infatti, da talune intercettazioni pubblicate su una testata nazionale, i mafiosi - i mafiosi - contestano, uso questo termine edulcorato, l'azione del Governo Meloni.

E allora, se qualche delinquente, o meglio, qualcuno che ha deciso di essere l'antistato, contesta lo Stato - lo so, Sottosegretario, non è la prima volta, lo so che lei mi augura sempre intime soddisfazioni e, mi creda, ho superato grandemente la fase adolescenziale -, sapere che la lotta alla criminalità organizzata è guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Ministro Nordio e dal Sottosegretario Delmastro porta in me un'intima soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative in ordine alle criticità relative all'organico e alle dotazioni informatiche dei giudici di pace, anche al fine di garantire la piena attuazione della riforma del processo civile – n. 3-01858 e n. 3-01860)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Gianassi ed altri n. 3-01858 e n. 3-01860, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che, con questo atto di sindacato ispettivo, mi permettono di fornire specifici aggiornamenti in merito alle iniziative assunte dal Governo sul fronte della magistratura onoraria, in generale, e su quello degli uffici del giudice di pace, in particolare.

Mi preme innanzitutto puntualizzare che le competenze in materia sono ripartite tra Ministero e Consiglio superiore della magistratura: l'assegnazione dei giudici onorari alle sedi di servizio esula dalle attribuzioni del Ministero della Giustizia, essendo appannaggio esclusivo del Consiglio superiore della magistratura, in ossequio al principio costituzionale dell'autonomia e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario.

Oltre al riparto di competenze, sulla materia insiste anche una normativa risalente e stratificata, con una molteplicità di interventi normativi che hanno puntato più a una risoluzione teorica delle problematiche che al dato concreto.

Con la riforma della geografia giudiziaria del 2012, ad esempio, è stata attuata una profonda riorganizzazione dell'assetto territoriale degli uffici del giudice di pace, sulla base della convinzione che con la chiusura di numerosi uffici si sarebbero raggiunte dimensioni ottimali di esercizio del “servizio giustizia” e una conseguente serie di risparmi. Tutto questo, però - dobbiamo oggi drammaticamente dircelo -, non si è verificato.

La riforma della geografia giudiziaria ha dimostrato di aver tragicamente fallito nei suoi intenti e il Governo infatti intende assolutamente intervenire, perché gli uffici giudiziari di prossimità non sono un mero costo amministrativo, ma sono un presidio di legalità sul territorio, specialmente nelle aree interne e in quelle più permeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata.

A seguito della riforma della geografia giudiziaria, sono rimaste attive 371 sedi di giudice di pace: 182 sono sopravvissute alle soppressioni della suddetta riforma, mentre 189 sono state mantenute in vita grazie al contributo degli enti locali che ne hanno fatto richiesta, accollandosi volontariamente gli oneri.

Anche sotto il profilo dell'organico della magistratura onoraria, il Governo ha ereditato una situazione che non esito a definire profondamente deteriorata e che ha portato l'Italia sull'orlo della procedura di infrazione europea. Anche sotto questo punto di vista, mi pregio di rimarcare che, grazie agli interventi di questo Governo, è stata invertita la tendenza e il dialogo con le istituzioni comunitarie procede in maniera proficua e concludente.

Alle 371 sedi degli uffici di giudice di pace sul territorio nazionale è assegnato un contingente complessivo di 3.471 magistrati onorari.

La magistratura onoraria trova, nel decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, la sua disciplina organica (la cosiddetta riforma Orlando), come successivamente rivista e modificata dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (la cosiddetta riforma Cartabia).

Tali normative sono state oggetto di molteplici censure da parte della Commissione europea, che ha posto l'Italia in procedura di pre-infrazione con l'invio di diverse lettere di messa in mora.

Tra gli obiettivi di questo Governo vi è sempre stato quello di dare diritti e dignità a una categoria di lavoratori - quelli della magistratura onoraria - per lungo tempo bistrattata, precarizzata a vita, tenuta a cottimo e privata delle più elementari tutele previdenziali e giuslavoristiche. Avevamo promesso in campagna elettorale che avremmo riformato la magistratura onoraria e lo stiamo facendo: siamo in dirittura d'arrivo di un importante intervento normativo - che il collega Gianassi conosce -, per iniziativa del Governo Meloni, con riferimento al cosiddetto contingente ad esaurimento della magistratura onoraria, approvato alla Camera lo scorso 5 dicembre 2024 e di cui si è già concluso l'esame in Commissione giustizia al Senato. Un intervento che riconosce - a mero titolo esemplificativo e non certamente esaustivo - tutto ciò che non è stato riconosciuto drammaticamente nel passato, ovverosia un salario dignitoso, ferie, tutela della maternità e della malattia a chi non ha mai avuto questi banali diritti giuslavoristici.

Si tratta del disegno di legge recante "Modifiche alla disciplina della magistratura onoraria", che prevede rilevanti modifiche alle vigenti disposizioni del decreto legislativo n. 116 del 2017, nonché l'eventuale indizione di una nuova procedura di conferma per i magistrati onorari non confermati per mancata presentazione della domanda di partecipazione alle prove valutative già concluse oppure per aver rinunciato a sostenere il colloquio orale, pur avendo presentato domanda di conferma.

A questa riforma, il Governo annette una particolare valenza politica ed istituzionale, in quanto funzionale a porre rimedio ad una ingiusta, indicibile ed inaccettabile disparità di trattamento nei confronti del personale che svolge da tempo una funzione di notevole importanza all'interno degli uffici giudiziari. Stiamo parlando di migliaia e migliaia - quasi 5.000 - nobili servitori dello Stato, troppo spesso da taluni considerati servi di Stato.

Quanto alla consistenza delle piante organiche dei magistrati onorari, la legge n. 234 del 2021, ovverosia la cosiddetta riforma Cartabia, ha stabilito che la dotazione organica dei giudici onorari di pace e dei vice procuratori onorari fosse fissata in complessive 6.000 unità, senza individuare specifici contingenti numerici per le due tipologie di incarico onorario. La norma, quindi, supera le previgenti disposizioni della cosiddetta riforma Orlando, che individuavano una dotazione complessiva di 8.000 unità: 6.000 per il giudice di pace onorario e 2.000 per il vice procuratore onorario.

È importante fare questa precisazione per comprendere l'effettiva situazione di organico attuale e le prossime evoluzioni, perché l'indice di scopertura richiamato correttamente anche dall'onorevole interrogante non dovrà più essere calcolato sulla dotazione di 8.000 unità, ma su 6.000 unità. In proposito mi pare opportuno evidenziare, inoltre che, nell'ambito delle 6.000 unità, per 4.393 unità del contingente ad esaurimento sono in fase di ultimazione le procedure di conferma. Ebbene, a gennaio 2025 risultavano in servizio 4.200 unità circa tra magistrati confermati e da confermare.

Estremamente importante ai fini della riduzione delle carenze di organico negli uffici giudiziari è anche l'intervento normativo - promosso dal Governo lo scorso novembre nell'ambito del cosiddetto decreto Giustizia - che ha previsto la riduzione da 2 anni a 6 mesi del periodo di permanenza presso l'Ufficio per il processo dei magistrati onorari di nuova nomina. Tale modifica mira proprio ad accelerare le procedure di assegnazione dei nuovi giudici di pace per fornire una risposta rapida e concreta alla domanda di giustizia, molto spesso inevasa, che proviene dai territori e che giustamente richiama l'onorevole interrogante.

Inoltre, sono attualmente allo studio del Governo ulteriori ipotesi di interventi normativi volti a dare una risposta definitiva anche alle altre categorie di magistrati onorari. Tra questi vale la pena citare, nell'ambito del cosiddetto decreto PA - quello del 14 marzo 2025, cioè di pochi giorni fa - la predisposizione di un emendamento governativo che permetterà ai giudici ausiliari di corte d'appello, la cui figura è gravata dalla dichiarazione di incostituzionalità, di transitare a domanda nei ruoli dei giudici di pace, al duplice scopo di mantenere all'interno dell'amministrazione delle professionalità valide e già formate nel tempo e di velocizzare i giudizi di primo grado, riducendo anche l'arretrato.

Venendo agli organici del personale amministrativo che popola gli uffici del giudice di pace, va innanzitutto premesso che l'attuale scopertura media nazionale si attesta attorno al 28,74 per cento della pianta organica. Va, tuttavia, fatto presente che tale pianta organica è relativa al personale assunto a tempo indeterminato, e quindi non tiene conto delle 12.177 unità di personale assunto a tempo determinato.

A tale proposito va rimarcato che negli ultimi anni sono state messe in campo importanti politiche di investimento sul personale, grazie soprattutto al costante ed efficace impegno profuso da parte di questa amministrazione, che ha predisposto un piano assunzionale che possiamo definire, senza tema di smentita, senza precedenti, teso al raggiungimento dei target di efficienza ed efficacia degli uffici giudiziari, anche grazie alle risorse del PNRR.

Nel solo periodo dall'insediamento del Governo Meloni, cioè negli ultimi 2 anni, le assunzioni ordinarie sono state pari a 2.843 unità, oltre ai reclutamenti di personale PNRR a tempo determinato per 6.430 unità. A favore di questi, nell'ambito sempre del decreto PA del 14 marzo scorso, è in fase di predisposizione un ulteriore emendamento governativo che consentirà la stabilizzazione a tempo indeterminato di una quota del personale attualmente in servizio a tempo determinato, sia di area terza che di area seconda.

Grazie a tale intervento gli uffici giudiziari potranno beneficiare del trattenimento in servizio di personale amministrativo già formato e pienamente operativo, con un impatto positivo in termini di riduzione delle carenze di organico. Si consideri, poi, che di recente si è già provveduto anche ad implementare la dotazione organica del personale del comparto Funzioni centrali, aumentata di 1.947 unità per l'area dei funzionari e di 250 unità per il rafforzamento della capacità amministrativa-contabile.

Quanto agli organici del personale amministrativo presente presso gli uffici del giudice di pace, la percentuale di scopertura media nazionale è del 28,6 per cento. La percentuale di scopertura, però, scende al 23,22 per cento se si tiene conto anche del personale distaccato e comandato. Inoltre, dal 2022 ad oggi le assunzioni realizzate dal Dicastero presso gli uffici del giudice di pace sono state 212 su 415 posti messi a disposizione dall'amministrazione.

Non solo. Una volta che saranno esauriti gli adempimenti amministrativi funzionali a rendere effettivi i suddetti incrementi di dotazione, l'amministrazione provvederà a ripartire le nuove dotazioni tenendo senz'altro conto non soltanto del riassetto dell'ordinamento professionale che verrà realizzato con la sottoscrizione del contratto collettivo integrativo del personale non dirigenziale del Ministero, ma anche delle esigenze operative generate dalle novità normative intervenute in punto di nuove competenze giurisdizionali degli uffici del giudice di pace.

Venendo, infine, alle dotazioni informatiche, rilevo che la competente articolazione del Ministero della Giustizia, nell'ultimo biennio, ha condotto un'attività di ammodernamento ed efficientamento delle infrastrutture di connettività. Attualmente, le sedi degli uffici del giudice di pace collegate con fibra ottica sono 250; per ulteriori 3 sedi sono in corso i lavori per l'aggiornamento del collegamento con la fibra ottica. Pertanto, le sedi ancora collegate con cavi in rame sono 59.

Per quanto riguarda l'efficientamento degli applicativi messi a disposizione dei magistrati e del personale amministrativo presso gli uffici del giudice di pace, il Ministero della Giustizia conduce una costante attività di evoluzione dei software di registro, gestionali e di redazione atti, anche attraverso una sistematica raccolta dei requisiti evolutivi e correttivi da parte degli utenti finali.

Infine, per quanto riguarda l'aumento delle competenze del giudice di pace, citato anche nell'interrogazione dall'onorevole interrogante, occorre ricordare che tanto la riforma Orlando quanto la riforma Cartabia hanno, da un lato, previsto una rimodulazione al rialzo ed un allargamento significativo delle competenze per materia, dall'altro lato, non hanno stanziato le risorse umane, amministrative e logistiche per far fronte a tali aumenti.

La riforma Cartabia, tra le altre cose, ha portato all'aumento da 5.000 a 10.000 euro del valore delle cause relative ai beni mobili e, al contempo, ridotto di 2.000 unità il contingente della magistratura onoraria, con un aggravio sensibile del lavoro degli uffici del giudice di pace. Anche la riforma Orlando ha previsto un sensibile aumento delle competenze per materia e per valore, che entrerà in vigore il prossimo 31 ottobre, senza tuttavia prevedere un percorso di sostanziale adeguamento del personale e delle strutture alle nuove esigenze.

Date le criticità esistenti ed evidenti negli uffici del giudice di pace, alla luce degli interventi normativi di potenziamento sopra descritti, che necessitano fisiologicamente di un congruo lasso di tempo per essere pienamente operativi, lo scorso 12 marzo si è tenuto presso il Ministero un incontro tra l'amministrazione e il Consiglio nazionale forense, dove sono state avviate proficue interlocuzioni al fine di adeguare alla realtà la scansione temporale di allargamento delle competenze prevista a normativa vigente, mediante una proroga dell'entrata in vigore al 30 giugno del 2026. Siamo sicuri e fiduciosi che, in questo arco temporale, il Governo saprà adottare tutte le iniziative necessarie per potenziare organico e infrastrutture al fine di rendere finalmente sostenibili gli uffici del giudice di pace.

Tali numerosi interventi e le iniziative assunte anche sul piano normativo dimostrano, dunque, che l'attenzione del Dicastero verso le esigenze operative degli uffici del giudice di pace resta massima ed opera nel solco dell'estrema concretezza, al fine di rimediare non solo e non tanto ai lunghissimi anni di tagli e di riforme “a costo zero”, che hanno minato l'efficienza del sistema giudiziario, ma anche al fine di recuperare quella sciagurata stagione per cui si aumentavano le competenze del giudice di pace diminuendo l'organico del giudice di pace, salvo poi oggi criticare chi sta cercando di porre rimedio a quelle scelte sciagurate, perché, come è noto a tutti, non si possono aumentare le competenze e diminuire l'organico.

Stiamo rinviando, pertanto, l'entrata in vigore per consentire che le assunzioni di questo Governo entrino a pieno regime prima dell'entrata in vigore di un'ulteriore norma che, allargando le competenze del giudice di pace e pur non adeguando le piante organiche del giudice di pace, avrebbe costituito ulteriore denegata giustizia per i nostri territori.

PRESIDENTE. Il deputato Gianassi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, mi dichiaro non soddisfatto. Sostanzialmente, il Sottosegretario Delmastro, nella sua lunga risposta ha mosso molte critiche a chi c'era prima di lui e alle riforme che il Parlamento ha approvato prima che lui assumesse il ruolo di Sottosegretario e, al contempo, ci ha invece evidenziato che tutto quello che sta facendo il Governo va nella giusta direzione. Insomma, i difetti appartengono al passato e magari potrà parlarne anche con i suoi due colleghi, il Sottosegretario Ostellari e il Vice Ministro Sisto, che quelle riforme Cartabia, tanto criticate dal Sottosegretario Delmastro, le hanno per l'appunto votate, perché stavano in quel Governo.

Ma, al di là delle discussioni sul passato, che a me interessano poco, io penso anche agli italiani, perché sul passato si sono espressi nel 2022 e hanno messo me qui a fare l'opposizione e lei a governare; sarebbe però un po' curioso se si rovesciassero i ruoli e lei continuasse nella sua attività di opposizione. Il passato è stato già deciso, però gli elettori hanno scelto che lei e voi dovete stare al Governo per risolvere quei problemi e io le devo dire, signor Sottosegretario, che raccontare che oggi c'è un mondo meraviglioso non lo fa solo lei, ma lo fa anche la Premier Meloni ad esempio sull'economia, quando l'Italia ha un PIL a zero e la Spagna del socialista Sánchez fa il 3 per cento, oppure siamo da due anni in calo di produzione industriale. Così è sulla giustizia, dove è tutto meraviglioso: avete fatto tutto e state facendo tutto e poi si riduce a quello che lei ha detto alla fine, cioè sono in corso delle proficue - secondo lei - collaborazioni.

La verità sta in quello che succede fuori da qui, anzi sarebbe interessante se noi un giorno andassimo a fare le interrogazioni e le risposte magari nelle aule e negli uffici del giudice di pace. Io so che lei lo sa, come lo so io e come lo sanno tutte le persone che frequentano quegli uffici: sono al collasso. Non c'è quell'inversione di tendenza che lei sta dicendo e che ha cercato di dire, perché, se ci fosse, non verrebbero convocate le prime udienze al 2030, come succede a Torino, dove ci sono sette giudici su 139. Al 2030! È emersa questa notizia nel 2024. Quindi, un cittadino che chiede giustizia viene rinviato al 2030, sei anni dopo. Peraltro, vi suggerisco di dire al Ministro Nordio di essere meno entusiastico quando viene qui in Aula a fare la comunicazione annuale sull'amministrazione della giustizia, dicendoci che i dati, anche in relazione agli obiettivi PNRR, vanno molto bene, perché proprio il Ministero della Giustizia ha evidenziato che siamo in controtendenza rispetto al passato, ad esempio, sul tasso di smaltimento e sull'arretrato nel processo civile. Ci sono molti campanelli di allarme e non si possono risolvere queste drammatiche situazioni della giustizia dicendo che va tutto bene o che state facendo tutto. Non state facendo tutto, anzi state facendo poco e spesso male.

Lei, nel suo inizio di intervento, ha voluto ricordare che le assegnazioni vengono fatte dal Consiglio superiore della magistratura, nel rispetto del principio di autonomia e indipendenza: ricordatevelo sempre. Quando lei su Il Foglio ha picconato la riforma della separazione delle carriere, ha anche evocato l'approdo finale del pubblico ministero sotto il potere esecutivo. Peraltro, è stato un momento di sincerità. Noi l'avevamo detto qui in Aula che, inevitabilmente, come succede altrove, laddove si predispone la separazione delle carriere, o il pubblico ministero sta sotto l'Esecutivo o, altrimenti, si pone un problema in relazione a quella funzione, a quel ruolo privo di contropoteri. Lo ha detto poi lei. Non lo aveva detto qui in Aula, però l'ha detto poi su Il Foglio. Allora, l'autonomia e l'indipendenza non le difendiamo, signor Sottosegretario, solo quando c'è da dire che le assegnazioni vengono fatte dal Consiglio superiore della magistratura. Se le volete difendere, difendetele sempre e fermate la separazione delle carriere e credo, peraltro, che lei possa essere, quindi, parzialmente d'accordo. Ma è evidente che fanno le assegnazioni al Consiglio superiore della magistratura, ma del contingente che c'è.

Qui c'è una scopertura di organico enorme, che già oggi non consente l'assolvimento delle funzioni della giustizia rispetto alle esigenze dei cittadini, che sovraccarica di lavoro la magistratura onoraria e il personale amministrativo e già oggi il problema è drammatico e merita una inversione di tendenza. Tra l'altro, si aggraverebbe ulteriormente, evidentemente, con l'allargamento delle competenze. Lei ha anche ricordato la riforma del 2012 Monti-Severino sulla geografia giudiziaria. Avete detto per molto tempo - lo vedremo se lo farete - che metterete mano alla geografia giudiziaria. Però, io voglio ricordarle che, oltre a porsi il tema di riallargare gli uffici nel territorio, c'è il tema di far funzionare quelli esistenti e questo non sta funzionando, perché c'è un numero di personale troppo basso rispetto alle esigenze. Aggiungo, sul personale amministrativo, che noi siamo altrettanto preoccupati. Lei ha ricordato 12.000 unità a tempo determinato - immagino si riferisse all'ufficio del processo - e ha ricordato che il Governo sta procedendo a stabilizzazioni, se non ricordo male, per circa 3.000 unità su 12.000, il che vuol dire che, malgrado quel principio di stabilizzazione, c'è il rischio di perdere molte migliaia di unità, come lei sa, perché ci sono i concorsi aperti e quel personale molto qualificato sta partecipando ad altri concorsi. Quindi, noi abbiamo un ulteriore rischio: che quel personale, poiché è precario, vada altrove e si riduca il numero rispetto a quello che già oggi c'è.

Allora, signor Sottosegretario, i temi sono complessi. Voi non avete tutte le colpe delle difficoltà che ci sono nel sistema della giustizia, come su quelle del carcere, perché alcune di queste preesistevano alla vostra entrata in funzione, ma avete la colpa gravissima di sottovalutarle e di aver intrapreso una strada che aggrava quei problemi. Lei dovrebbe, a mio giudizio, venire qui in Aula e dire: sappiamo che c'è un grave problema del collasso del sistema del giudice di pace. Siamo pronti a rimboccarci le maniche e a cambiare strada. Se invece viene a dire che tutto funziona splendidamente bene, il nostro timore è che la situazione si aggraverà.

Chiudo con due ultime precisazioni. Lei ha ricordato il ruolo importante di alcuni comuni italiani che, nel 2012, a fronte delle norme sulla soppressione, si fecero carico di mantenere attivi gli uffici del giudice di pace pagandoli loro. È una stortura che i comuni italiani si sostituiscano allo Stato per l'esercizio della giurisdizione e lo ha detto anche lei (lo ha detto oggi). Allora, io le faccio una proposta: quando mettete mano alla geografia giudiziaria, prima di tutto diamo riconoscimento a quei comuni che hanno fatto l'investimento - penso, ad esempio, al comune di Cecina, dove ero qualche giorno fa - e se ne faccia carico lo Stato...

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). ...riconoscendo gratitudine a quei comuni che hanno assunto quelle iniziative. Non credo che sarebbe un esborso enorme; penso che possa essere anche una cosa che facciamo insieme e che restituisce a quei comuni dignità e rispetto per l'impegno che hanno assunto.

Infine, sulla riforma del personale del giudice di pace, che lei correttamente ha detto che è stata valutata qui ed ora è in corso di valutazione in Commissione e poi andrà al Senato, resta aperto il tema dei magistrati onorari entrati in servizio successivamente al 2017 e anche quello può essere un tema che attiene a possibili profili di infrazione. Quindi, io credo che dovremmo fare un ulteriore sforzo su quel tema lì per garantire anche a quel contingente le medesime garanzie che si introducono e si prevedono per l'altro.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Annunzio della nomina di un Sottosegretario di Stato.

PRESIDENTE. Comunico che, in data di ieri, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Gentile Presidente, la informo che il Presidente della Repubblica, su mia proposta, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, con decreto in data 31 marzo 2025, ha nominato Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti il senatore Antonio Iannone. Cordiali saluti. Firmato: Giorgia Meloni” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,06, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Erik Umberto Pretto, il 17 marzo, è diventato papà del piccolo Alessandro Nicola.

Esprimo al papà e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1053 - Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Approvato dal Senato) (A.C. 2139?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2139: Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Ricordo che nella seduta del 31 marzo 2025 si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'emendamento Baldino 17.1, già dichiarato inammissibile in Commissione.

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite agli articoli del disegno di legge il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, che già nella giornata di ieri ha partecipato alla discussione generale, la quale è stata un'occasione di confronto; oggi cogliamo la prima opportunità per rinnovare questo confronto in Aula (Commenti) e farlo alla…

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Casu, vi è riuscito da solo, quasi quasi adesso la chiamo qui. Prego.

ANDREA CASU (PD-IDP). Alla fine, il silenzio vale più di mille parole in certi frangenti.

Abbiamo l'occasione di rinnovare in quest'Aula, oggi, alla vigilia di un passaggio decisivo, che è quello della votazione degli emendamenti, il tentativo che, come gruppo del Partito Democratico, insieme alle altre opposizioni, stiamo portando avanti. Abbiamo ricordato ieri l'articolo 52 della nostra Costituzione: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Oggi stiamo parlando di un disegno di legge in materia di ordinamento, organizzazione e funzioni delle Forze di polizia, delle Forze armate, nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. La nostra Carta costituzionale ci ricorda come questo ordinamento, l'ordinamento delle Forze armate, si informi allo spirito democratico della Repubblica.

La solennità dell'articolo 52 della nostra Costituzione richiama tutte e tutti noi oggi a una responsabilità…la responsabilità si esercita anche se non si è interessati ad affrontare questo tema; ci sono bellissimi luoghi in questa sede dove si può stare, non in Aula, per permettere a chi è, invece, interessato di partecipare al nostro confronto parlamentare. Ecco, questa solennità si traduce in una responsabilità ed è la responsabilità - nel momento in cui affrontiamo testi che operano su questa materia - nel cercare di tributare quel giusto ringraziamento e anche quella giusta attenzione nei confronti di quelle donne e di quegli uomini che dedicano la loro intera vita a questo servizio nei confronti degli altri cittadini. E il rispetto si manifesta anche attraverso un approccio politico che deve inevitabilmente mettere al centro l'interesse nazionale e una riflessione su come concretamente queste norme possano migliorare la loro vita e, attraverso il miglioramento di questo ordinamento e del loro impegno, migliorare la sicurezza che tutte e tutti noi siamo chiamati poi a toccare con mano … Presidente è molto complicato, se non c'è interesse in quest'Aula diventa difficile.

PRESIDENTE. Colleghi, il collega Casu non riesce a parlare, noi non riusciamo a sentirlo. Se avete…Colleghi! Aspetti collega Casu, fino a che non raggiungiamo una situazione di silenzio totale non riprendiamo. Stiamo qui, così, fino alle 20 questa sera... Colleghi, riusciamo a sederci e a stare in silenzio? Prego, onorevole Casu.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie Presidente, grazie ai colleghi che stanno ascoltando, anche perché veramente è un confronto su un tema che dovrebbe interessarci tutti. Stiamo parlando dell'articolo 52 della Costituzione, stiamo parlando delle donne e degli uomini che garantiscono ogni giorno la nostra sicurezza e penso che meritino almeno il rispetto del silenzio mentre si interviene in quest'Aula su una legge che dovrebbe andare in una certa direzione, ossia metterli nelle condizioni migliori per poter fare il loro lavoro…Io continuo ad avere difficoltà ad intervenire e mi rivolgo a entrambi i lati dell'emiciclo per dire questo: i nostri emendamenti - li abbiamo illustrati in parte ieri - inseriscono alcuni correttivi. La nostra bussola è stata quella di avere un approccio costruttivo, di confronto e non di scontro. Proprio in questo approccio costruttivo, di confronto e non di scontro, c'è stato un voto di astensione al Senato; abbiamo mantenuto in Commissione un atteggiamento costruttivo, però, in questo ragionamento costruttivo, ci sono alcuni punti su cui chiediamo a quest'Aula un'assunzione di responsabilità collettiva.

Abbiamo presentato un emendamento soppressivo per quanto riguarda l'articolo 4, ad esempio, quello che introduce una riduzione dei tempi per quanto riguarda i corsi di formazione. L'abbiamo detto ieri in discussione generale: in questo momento non serve ridurre i tempi della formazione, dell'addestramento; i tempi che bisognerebbe ridurre sono quelli di scorrimento delle graduatorie degli idonei che fanno i concorsi in Polizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e in tutti gli ambiti delle nostre Forze dell'ordine, perché sono ragazze e ragazzi che hanno un sogno, ossia dedicarsi al servizio della Patria, che hanno studiato, che hanno raccolto un'idoneità, che sono pronti a prendere una divisa e un impegno con tutti noi e noi li facciamo aspettare.

Se dobbiamo ridurre una tempistica, non è quella dell'addestramento, che gli sarà necessario per poi fare al meglio il proprio lavoro - un lavoro che sta cambiando, nel mondo che sta cambiando e che deve affrontare nuove sfide -, ma è quella del tempo che loro attendono tra il momento in cui hanno svolto la prova, il momento in cui magari scade quella graduatoria e fanno un altro concorso, scade nuovamente quella graduatoria e corrono avanti e indietro come un criceto nella ruota, senza mai uscire da questa ruota di concorsi, senza mai avere la possibilità di realizzare quel sogno e di garantire quella risposta che serve; e noi sappiamo quanto serva, nel momento in cui, in tanti contesti, auspichiamo che ci siano numeri più vicini a quelli, per esempio, dei PIAO dei nostri Ministeri, che denunciano una distanza fra quello che servirebbe avere nelle nostre strade e quello che effettivamente ci può essere.

Così come sui temi dei Vigili del fuoco abbiamo detto - e lo ribadiamo - che siamo d'accordo ad aprire una nuova delega - è un tema necessario -, però pensiamo che si debba fare una riflessione all'interno di questa delega, con tutto il tema della transizione energetica, della lotta ai cambiamenti climatici, delle emergenze di Protezione civile. Abbiamo presentato emendamenti specifici per chiedere di fare subito passi avanti, già con questo provvedimento (li ha presentati, li illustrerà il collega Simiani), come l'emendamento soppressivo dell'articolo 4, che porta la prima firma del collega Mauri. C'è stato un lavoro intenso da parte del gruppo del Partito Democratico, con la capogruppo in Commissione Bonafe', con tutte le colleghe e i colleghi della I Commissione, per riuscire a presentare pochi emendamenti, ma qualificanti di un contributo che volevamo portare per migliorare questo testo; e ciò perché veramente pensiamo che, se stiamo parlando di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate, nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, non riuscire a trovare una sintesi unitaria di tutto il Parlamento rappresenta sempre un'occasione persa. Quindi, vorremmo riuscire a contribuire al miglioramento di questo disegno di legge.

Ci sono cose in più che si potrebbero fare per la sicurezza e per garantire al Corpo dei vigili del fuoco la possibilità di operare in questo momento nelle migliori condizioni: facciamole e facciamole subito, senza doverle rimandare. Così come, per quanto riguarda il passaggio della Giornata in ricordo delle vittime del dovere… Ecco, mi auguro che quest'Aula possa riscoprire il silenzio almeno quando parliamo della Giornata in ricordo delle vittime del dovere, che meriterebbero un nostro applauso (Applausi) e non il vociare a cui stiamo assistendo durante questo intervento. Perché se non riusciamo a distinguere il momento in cui dobbiamo tributare un momento di attenzione per lo meno a quelle donne e a quegli uomini che hanno perso la vita, facendo il loro dovere, veramente non ha più senso nulla. Ecco, abbiamo chiesto che, al di là della giornata… Stiamo parlando delle vittime…

PRESIDENTE. Colleghi, cosa devo fare? Devo cominciare a richiamare all'ordine? Iniziamo la giornata così? Chi è in Aula si sieda e stia in silenzio, punto.

Colleghi, non è che sto parlando a caso. Chi è in Aula si sieda e stia in silenzio, altrimenti non andiamo avanti oggi. Bene. Collega Casu, prego, concluda.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. È difficile che quest'Aula poi possa votare con cognizione di causa degli emendamenti, se non si ha nemmeno l'attenzione di ascoltare cosa chiedono questi emendamenti e cosa chiedono le opposizioni. Non pretendo che sia un sentimento che alberghi nei cuori di tutti i rappresentanti di quest'Aula, ma almeno coloro i quali ritengono che quando parliamo della Giornata in ricordo delle vittime del dovere si debba ascoltare mi aiutino per cortesia ad avere un minimo di attenzione in quest'Aula. Comunque, torniamo al punto.

Chiediamo che, al di là della Giornata in ricordo delle vittime del dovere, ci sia attenzione, lo abbiamo fatto con i nostri emendamenti al Senato, è un tema che abbiamo posto anche nella giornata di ieri, lo riproponiamo nella giornata di oggi, ed è importante che ci siano degli strumenti concreti, esenzioni fiscali per aiutare a sostenere coloro che hanno perso un proprio caro e borse di studio per i figli delle vittime. Non possiamo limitarci a ricordare, dobbiamo sostenere quelle famiglie e il ricordo attivo di queste figure.

Per farlo, purtroppo, il grande limite di questo disegno di legge - ci siamo confrontati apertamente su questo aspetto anche nella giornata di ieri e lo riportiamo all'attenzione dell'Aula in questo momento - è la natura di un disegno di legge che, chiaramente, per lo strumento che è, però non è la prima volta che ci troviamo a parlare di sicurezza o di cybersicurezza…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA CASU (PD-IDP). Scusi?

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo.

ANDREA CASU (PD-IDP). Ma no, ho passato praticamente…

PRESIDENTE. No, no, lo abbiamo fermato ogni volta. Gli assistenti parlamentari sono qui apposta, quindi concluda.

ANDREA CASU (PD-IDP). Va bene, allora concludo. Chiedo, per l'ultimo passaggio, un minuto supplementare alla Presidenza, viste le condizioni.

PRESIDENTE. Un minuto no, meno. Prego, concluda.

ANDREA CASU (PD-IDP). Va bene. L'ultima cosa che chiediamo veramente, perché ieri non c'è stata una risposta del Governo su questo e ha una seconda occasione per rispondere: domenica le Forze dell'ordine, a Roma, nella mia città, hanno dovuto fare un lavoro straordinario - meritano un applauso - per garantire l'ordine pubblico di fronte all'apertura dell'adunata neofascista di Forza Nuova, che ha aperto una sede a via Lucca (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Chiediamo al Governo di non voltarsi dall'altra parte. C'è un pericolo sociale aperto, che significa non solo calpestare la Costituzione…

PRESIDENTE. Grazie.

ANDREA CASU (PD-IDP). …e la storia antifascista della capitale…

PRESIDENTE. Grazie.

ANDREA CASU (PD-IDP). … ma mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e il lavoro delle Forze dell'ordine (Il deputato Mollicone: “È fuori tema!”)

PRESIDENTE. Collega Mollicone! La Presidenza in Aula di turno tocca a me, no?

ANDREA CASU (PD-IDP). … che devono essere aiutate. Forza Nuova dovrebbe essere sciolta, non dovrebbe aprire nuove sedi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sempre sul complesso degli emendamenti, ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Risulta? Me lo ha chiesto il suo collega poco fa, Grimaldi. No, non risulta più. L'ha convinta Casu e quindi ha rinunciato.

Se nessuno altro chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli del disegno di legge.

RICCARDO DE CORATO, Relatore per la I Commissione. Grazie, Presidente. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore.

(Articolo 1 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01000 Zaratti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Abbiamo pensato che poteva essere utile questo nostro articolo aggiuntivo, che cerca di ridurre un po' le distanze tra le nostre Forze armate, le Forze di polizia e il Corpo dei vigili del fuoco rispetto alla società civile. Allora, questi Corpi così importanti hanno dei programmi di formazione, dei corsi di formazione, e noi chiediamo, attraverso questo articolo aggiuntivo, che le Forze armate, i Vigili del fuoco e le Forze di polizia possano stipulare delle convenzioni con le associazioni del Terzo settore in modo tale da poter permettere a queste associazioni la possibilità di partecipare ai corsi di formazione che sono già in programma.

Noi pensiamo che questo sia un obiettivo importante perché questa iniziativa può certo determinare una maggiore sensibilità da parte delle nostre Forze armate e delle Forze di polizia rispetto a quelli che sono i bisogni delle comunità locali, e penso che possa mettere in moto un meccanismo virtuoso, diciamo così, di colloquio tra queste diverse realtà. Nelle mie precedenti esperienze, quando facevo l'assessore alla regione Lazio, ebbi modo, come assessore, di stipulare una convenzione tra la regione Lazio, allora, e i NOE dei Carabinieri.

Fu uno strumento utile per aumentare la qualità dei controlli e per avere un maggiore rapporto con le realtà locali, che furono funzionali a una maggiore efficacia ed efficienza dei controlli del NOE. Anche partendo da questa esperienza, abbiamo pensato di formulare questo articolo aggiuntivo e chiediamo, ovviamente, a tutte le forze politiche di poterlo votare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01000 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

(Articolo 2 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Articolo 3 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01 Baldino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signora Presidente. È solo per richiamare l'attenzione e anche la responsabilità di quest'Aula su un tema che credo interessi tutti quanti noi: quello del disagio psicologico e, nello specifico, del disagio psicologico che attraversa anche gli uomini e le donne delle Forze armate; un disagio che poi, nei casi più gravi, può sfociare anche in episodi di suicidio.

Nell'ultimo anno osservato - il 2023 - sono stati 39 i suicidi tra le Forze armate e le Forze dell'ordine, 5 dei quali nell'Esercito. E, dal 2017 al 2021, l'Esercito ha contato 25 casi di suicidi, la Marina 12, l'Aeronautica 6.

Colleghi e colleghe, questo è un dramma che credo non debba rimanere inascoltato e che noi, che oggi stiamo affrontando questo provvedimento, dovremmo prendere in considerazione. Per questo ho presentato un articolo aggiuntivo che, sostanzialmente, istituisce un fondo per garantire assistenza psicologica e psicoterapeutica al personale delle Forze armate su tutto il territorio. Non è un aggravio economico particolarmente oneroso e, quindi, io credo che tutti potremmo interrogarci sulla utilità e sull'esigenza di istituire questo fondo per fare in modo che tale disagio non resti inascoltato. Ciò per dire che lo Stato c'è non solo quando è in divisa per le strade e garantisce la nostra sicurezza, ma lo Stato fornisce garanzie anche a coloro che evidentemente, a volte, non riescono a sopportare un peso molto grande di esposizione al pericolo, spesso di turni massacranti e anche di scarsa soddisfazione economica. E, quindi, lo Stato è al fianco di chi? Di chi garantisce la presenza dello Stato e la sicurezza nelle nostre città e nelle nostre strade. Chiedo a tutti di valutare positivamente questo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Faccio presente che tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, nonché l'onorevole Gadda intendono sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in questione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Baldino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

(Articolo 4 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'emendamento 4.1 Mauri, sul quale le Commissioni e il Governo hanno espresso parere contrario.

Avverto che, poiché tale emendamento è interamente soppressivo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo. Pertanto, chi intende sopprimere l'articolo 4 deve votare contro il mantenimento, chi invece intende mantenerlo deve votare a favore.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendo la parola perché questo è un tema particolarmente delicato soprattutto per chi ha a cuore le Forze dell'ordine, l'incolumità degli agenti delle Forze dell'ordine, la qualità del servizio molto prezioso che loro possono fare e il contributo positivo e rilevante che questo lavoro ha sui cittadini e sulle cittadine.

Qui stiamo parlando di una riduzione anche molto consistente dei tempi di durata dei corsi di formazione per alcune figure all'interno delle Forze dell'ordine. Ora, il tema della formazione è strettamente legato a quello della qualità e quello della qualità è strettamente legato, come accennavo prima, anche alla sicurezza degli operatori.

Ora, io credo che tutti noi abbiamo l'interesse a mettere in campo delle Forze dell'ordine che siano in grado di garantire la qualità massima possibile e che vengano formate nei modi e con i tempi adeguati. Questo cosa significa? Significa che la tempistica prevista fino a oggi per la formazione non è che è stata inventata dalla mattina alla sera, ma è frutto…io ringrazio tutti i colleghi che stanno facendo salotto qui dietro…

PRESIDENTE. Colleghi, oggi il brusio che si sente è veramente oltre misura. Ci siamo abituati ma oggi è veramente un volume che rende impossibile parlare e anche ascoltare a chi giustamente vuole ascoltare. Cerchiamo almeno di abbassare il volume della voce, se non riusciamo proprio a stare in silenzio come dovremmo. Prego, collega Mauri.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Mi sembra una buona mediazione.

PRESIDENTE. Ci proviamo, collega.

MATTEO MAURI (PD-IDP). State buoni se potete, diceva quello…

PRESIDENTE. Esatto! Prego.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Stavo dicendo: i tempi di formazione non è che qualcuno se li è inventati dalla mattina alla sera, ma sono frutto di lunghi anni, lunghi decenni di esperienza. Ridurre i tempi di formazione significa non far fare bene il proprio mestiere alle persone, donne e uomini, che devono poi difendere l'incolumità dei cittadini.

Ora, perché c'è questa riduzione? Perché, non ci si è mossi per tempo - questo è il mio punto di vista - per riuscire a garantire il fatto che ci sia un numero di scuole sufficiente a formare un numero significativo di studenti, in questo caso di allievi. Io credo che questo sia l'ultimo momento utile per risolvere questo problema, e lo dico guardando il Sottosegretario che conosce bene la questione. Noi ci troviamo di fronte all'incapacità del sistema formativo italiano, per le Forze dell'ordine, di formare un numero sufficiente di agenti, non dico per aumentare l'organico ma anche, semplicemente, per far fronte al turnover. Noi, oggi, siamo nelle condizioni per cui, per ogni 100 operatori del settore che escono, ne possiamo mettere solo 100. Io penso che dovremmo metterne 125. Soprattutto perché, da qui a qualche anno, andranno in pensione tantissimi agenti, operatori delle Forze dell'ordine - in particolare della Polizia di Stato - che entrarono in tanti molti decenni fa e, di conseguenza, adesso escono verso il percorso pensionistico. Se noi non siamo nemmeno in grado, oggi, di far fronte col sistema formativo al normale turnover del 100 per cento, immaginate cosa potrà succedere tra qualche anno. Cioè, noi rischiamo molto concretamente di trovarci nella incapacità sistematica di garantire un numero di operatori delle Forze dell'ordine adeguato per il nostro Paese.

Allora, la questione qui non è intervenire sui tempi, perché questo non risolve il problema, anzi lo aumenta, ma dobbiamo allargare la capacità formativa del nostro Paese. Per farlo, serve fare una cosa che questo Governo ha sempre grande difficoltà a fare, e cioè mettere i soldi, mettere le risorse economiche. Non si fa sicurezza senza garantirla anche dal punto di vista economico.

Noi, qui, interveniamo esattamente su questo, cioè diamo un messaggio chiaro: è sbagliato ridurre i tempi perché abbiamo bisogno di qualità, e perché spesso si parla anche della sicurezza degli agenti. Bene, questo ha esattamente a che fare con quello.

E poi - lo vedremo più avanti su altri passaggi - non pensiamo nemmeno che si possa risolvere la questione mettendo i militari agli angoli delle strade. Quella, infatti, è una scelta sbagliata per loro perché svilisce la loro professionalità ma, soprattutto, perché non hanno la formazione, appunto, per garantire la sicurezza che invece i cittadini chiedono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Ricordo, a beneficio di tutti, che chi intende sopprimere l'articolo 4 deve votare contro, chi intende invece mantenerlo deve votare a favore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.02 Penza, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

(Articolo 5 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

L'onorevole Guerra sull'articolo 5…

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Se può venire qualcuno a cambiare…

PRESIDENTE. Sì, collega. Adesso le mandiamo subito un tecnico che può aiutare l'onorevole Guerra, perché ha problemi con il terminale di voto.

Se nessuno chiede di intervenire sull'articolo 5, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Articolo 6 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1 Zaratti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Credo che tutti quanti in quest'Aula siamo d'accordo sul fatto che il patrimonio artistico e le opere d'arte del nostro Paese siano ovviamente non soltanto motivo di orgoglio per l'Italia, ma anche un motivo di grande sviluppo economico, di grande opportunità per il nostro Paese. Per un Paese ricco di opere d'arte come il nostro una delle più grandi piaghe è quella del loro furto, perché spesso si trovano in luoghi isolati, in chiese magari lontane dai centri abitati. È davvero una realtà il fatto che in ogni angolo del nostro Paese via sia un'opera d'arte. E rispetto a questa materia vi è una delle eccellenze delle nostre Forze di polizia: mi riferisco, in modo particolare, al Comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale che ha recuperato e recupera costantemente opere d'arte che appartengono alle cittadine e ai cittadini italiani, al popolo italiano; senza di loro veramente il nostro Paese sarebbe stato espoliato di una delle più grandi ricchezze, anche di un tratto di identità nazionale, della sua identità culturale.

Per questa ragione pensiamo che questo servizio del Comando dei carabinieri debba essere potenziato; in questo emendamento chiediamo che sia fatto un ulteriore sforzo per cercare di rafforzare un'attività così importante per l'economia del nostro Paese, per il PIL del nostro Paese, per l'identità culturale e politica del nostro Paese. Ed è questo che chiediamo alla maggioranza, ossia fare davvero uno sforzo importante in questa direzione, perché credo sia nell'interesse del Paese che ci sia un servizio per la tutela del patrimonio culturale da parte dei Carabinieri sempre più efficiente e sempre più efficace (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Articolo 7 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.1 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Articolo 8 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 8. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Articolo 9 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1 Penza. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.01000 Baldino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, torno a sollecitare l'attenzione di quest'Aula su un tema che chiama in causa il principio di equità, di uguaglianza e di non discriminazione. Mi riferisco all'accesso delle persone affette da celiachia nelle Forze armate. Forse non tutti sanno che chi è affetto da celiachia non può, gli è precluso l'accesso, il reclutamento all'interno delle Forze armate; però chi ha ricevuto una diagnosi di celiachia è idoneo all'attività e può tranquillamente rimanere, fare attività all'interno delle Forze armate. Addirittura è intervenuta una direttiva il 9 aprile 2015 (una direttiva dello Stato maggiore della difesa), riferita proprio al personale delle Forze armate, in particolare all'Esercito, alla Marina militare, all'Aeronautica militare e all'Arma dei carabinieri, recepita anche dalla Guardia di finanza, che prevede - per quanto riguarda le persone affette da celiachia già arruolate o da arruolare oppure già in uniforme - che per questo personale la diagnosi di celiachia non comporti provvedimenti medico-legali, salvo i casi particolarmente gravi. Ora è intervenuta anche una direttiva. Noi abbiamo tantissimi casi di personale già in uniforme affetto da celiachia che ha ricevuto una diagnosi. Noi sappiamo che ci sono casi di celiachia che non sono sintomatici; noi sappiamo che la celiachia non si cura attraverso particolari farmaci, ma attraverso semplicemente una dieta. Siamo nel XXI secolo, sappiamo bene che abbiamo la possibilità di fornire pasti adeguati anche per i celiaci, anche in condizioni, diciamo, particolari. Quindi, francamente non comprendiamo come mai sussista ancora questa preclusione e questa discriminazione per le tante persone che hanno ricevuto una tale diagnosi, a maggior ragione se sappiamo che ci sono celiaci già nelle Forze armate.

Per questo ho presentato una proposta di legge, in discussione in Commissione difesa, che sostanzialmente consegna una delega al Governo per riformare il regolamento e consentire in qualche modo l'accesso alle persone affette da celiachia nelle Forze armate. È una proposta di legge il cui iter è stato avviato con una fase istruttoria; il presidente Minardo (il presidente della Commissione difesa) ha accolto positivamente l'avvio di queste audizioni, esponendosi pubblicamente a favore di questa proposta di legge. Mi risulta che al Senato i senatori della Lega abbiano presentato una proposta di legge molto simile a quella in discussione qui alla Camera a mia prima firma. Quindi, mi chiedo come mai ora, da qualche tempo, ci sia questa resistenza a iniziare a discutere di questo tema, consegnando al Governo la delega per rivedere la normativa nel modo che ritiene più opportuno; e, invece, riscontriamo una resistenza.

Quindi, io ho riproposto in questa sede - che mi sembra una sede opportuna - questo emendamento per chiedere di porre fine a questa discriminazione bella e buona, che è contraria, pertanto, all'articolo 3 della nostra Costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. No, non capisco questa ostinazione a non voler prendere in considerazione questo emendamento. Fa un po' pari, oggettivamente, con l'emendamento precedente sul sostegno psicologico alle persone che lavorano nelle Forze dell'ordine, ma questa è veramente una cosa insolita, perché, peraltro, la celiachia esiste anche nella forma dell'adulto. Quindi, questa diagnosi spesso viene posta proprio in età adulta. Il fatto di generare un vulnus di questo tipo credo sia una mancanza gravissima. Invito naturalmente il Governo e la maggioranza ad accantonare questo emendamento per eventualmente fare una riflessione aggiuntiva.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Vaccari ha chiesto di sottoscrivere.

Il relatore sull'accantonamento? No, è contrario. Sarracino sottoscrive e sottoscrive anche tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Baldino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

(Articolo 10 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 10. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Articolo 11 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 11.3 Penza. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.3 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 11.1 Auriemma.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda un fiore all'occhiello del nostro Paese, che è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. I nostri Vigili, per tantissimo tempo, hanno subito una discriminazione rispetto al trattamento economico. Loro hanno preso per quasi 30 anni molto meno rispetto alle Forze dell'ordine. Tuttavia, la stabilizzazione e l'armonizzazione economica dei Vigili del fuoco non è stata completata: soltanto con il “Conte 1” abbiamo avuto un'equiparazione degli stipendi, restano ancora, però, da equiparare le indennità degli orari notturni, dei festivi e delle particolari festività.

Questo emendamento vuole porre fine a questa discriminazione che subiscono i Vigili. È importante perché noi siamo sempre tutti quanti impegnati a ringraziarli ogni volta che vediamo gli interventi dei nostri Vigili del fuoco nelle catastrofi, nelle emergenze, però poi, quando c'è bisogno veramente di aiutarli e di concretamente supportarli, non lo facciamo. Questo emendamento, quindi, vuole armonizzare e valorizzare il trattamento economico dei Vigili del fuoco, e in più vuole anche aumentare il buono pasto riconosciuto al personale del Corpo nazionale, stabilendo un buono pasto del valore di 9 euro a partire dall'anno 2025.

Quindi vi chiediamo tutti quanti di votare questo emendamento, che va a sostenere e a ringraziare anche i Vigili del fuoco, che sono sempre in prima linea per difenderci e per salvarci la vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01 Lomuti.

Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo giusto mettere agli atti, ora, questo: so che questo emendamento non passa, questo emendamento cerca di ridurre il tempo, per gli appartenenti alle Forze di Polizia che si candidano alle elezioni, dai 3 anni previsti a un anno. Perché era importante questo emendamento? Perché c'è un piccolo particolare: la legge stabilisce che gli appartenenti alle Forze di Polizia che si candidano non possono prestare servizio nell'ambito della circoscrizione nella quale si sono presentati come candidati alle elezioni per un periodo di 3 anni.

Il problema è che la norma stabilisce che “gli appartenenti (…) candidati ad elezioni politiche o amministrative (…)” e in maniera estensiva si applica anche alle elezioni europee, che tecnicamente non sono elezioni politiche e amministrative, con il piccolo particolare che, poiché le persone possono candidarsi alle elezioni europee anche in tutte le circoscrizioni della Repubblica, applicando questa norma, in teoria, una persona che si candida alle europee su tutto l'arco del nostro Stato non potrebbe più esercitare per 3 anni.

Quindi, chiederei un accantonamento su questo, ma, sostanzialmente, su questa cosa noi avevamo provato già ad intavolare rapporti con il Ministero della Difesa. Non siamo arrivati forse in tempo, però volevo che su questo punto si potesse ragionare. Infatti, è assolutamente sbagliato, perché, così come è scritta, la norma di fatto può creare un problema di differenza di interpretazione da parte di chi la deve applicare, quindi del Comando che la deve applicare, nei confronti della persona che si è candidata. Per cui richiedevamo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Sull'accantonamento il relatore? No, è contrario. Insiste, collega, per l'accantonamento? Mi pare di no. Se nessun altro chiede di intervenire pongo…ah, insiste? Gliel'ho chiesto, non ho visto reazioni. Allora, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 11.01 Lomuti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 49 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01 Lomuti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

(Articolo 12 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1 Zaratti.

Ha chiesto di parlare il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Voglio intervenire perché questa è una parte del provvedimento molto importante perché riguarda la delega al Governo per la disciplina in materia di funzioni e compiti del Corpo dei vigili del fuoco. Penso, e credo di interpretare un po' il sentimento di tutti, che i Vigili del fuoco rappresentino nel nostro Paese assolutamente un'eccellenza. Un servizio dello Stato che, oltre che indispensabile, viene reso da tutti i dipendenti di questo Corpo con abnegazione, con grandi rischi per la vita, cercando di affrontare le troppe catastrofi ambientali dovute ai cambiamenti climatici, i grandi problemi che nel nostro Paese ci sono. E spesso si sopperisce a una capacità forse anche non sufficiente dal punto di vista organizzativo proprio con la qualità delle persone che sono dipendenti di questo Corpo.

Quindi, vorremmo cercare di dare un contributo, per quanto riguarda questa delega che dobbiamo dare al Governo, per cercare di ristrutturare e riformare il Corpo dei vigili del fuoco.

Questo emendamento propone una serie ampia di misure per migliorare il trattamento, le opportunità di carriera, l'efficienza operativa del Corpo, anche con l'obiettivo di allinearlo maggiormente alle Forze di polizia e agli altri Corpi dello Stato, perché può sembrare paradossale ma proprio il Corpo dei vigili del fuoco è quello meno tutelato e quello che ha minori garanzie.

Tra queste ulteriori proposte che noi avanziamo per migliorare la condizione dei Vigili del fuoco vi sono: la rimodulazione dei ruoli per ottenere un'equivalenza delle qualifiche con quelle delle Forze di polizia; la parità di trattamento retributivo e previdenziale per il personale; l'armonizzazione delle opportunità di carriera; lo snellimento dei percorsi di carriera; l'unificazione dei ruoli … Tutti chiacchierano, tutti parlano, però poi, quando c'è la catastrofe, tutti a chiamare i Vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, almeno per i Vigili del fuoco ascoltiamo perché, magari, bocceremo l'emendamento ma forse le cose che stiamo dicendo hanno una valenza davvero importante per tutte le cittadine e i cittadini.

Dunque, dicevo: l'unificazione dei ruoli all'interno del Corpo con percorsi di carriera semplificati; l'accesso ai ruoli superiori dall'interno; l'istituzione di un ruolo correlato al soccorso per il personale non idoneo al servizio operativo; la creazione di nuovi profili specialistici; il potenziamento del servizio sanitario; le misure di prevenzione contro le malattie; le politiche abitative; la revisione del decreto legislativo n. 139 del 2006 per adattarlo ai cambiamenti climatici; l'espansione delle competenze di prevenzione incendi e sicurezza sul lavoro e definizione delle qualifiche di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza.

Nel nostro Paese ci sono tanti bambini che sognano di fare una professione da grandi e non vi sorprenderà sapere che questi bambini, in gran parte, vogliono fare i Vigili del fuoco. Ecco, c'è una ragione: perché è un Corpo particolarmente vicino al cuore di ogni italiano e di ogni italiana.

Per questo vorrei chiedere al Governo, alla maggioranza di affrontare davvero questo problema, che riguarda la tutela e la sicurezza del nostro Paese, con lo spirito giusto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo agli identici emendamenti 12.3 Zaratti e 12.4 Bonafe'.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento mi permette di approfondire uno degli aspetti ai quali ho accennato poc'anzi. Infatti, per quanto riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, c'è bisogno di aprire un nuovo correttivo in modo da risolvere almeno qualcuna delle questioni aperte.

Il personale operativo del Corpo permane in servizio fino a 62 anni prima della quiescenza, senza un registro delle malattie professionali, non essendo riconosciuto - questo è veramente scandaloso - come categoria altamente usurante, senza l'assicurazione dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, senza INAIL, in poche parole, senza tutela legale. Tutto ciò, nonostante il personale continui a svolgere giornalmente, egregiamente, il lavoro, anche in situazioni di grave pericolo. Eppure, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è un'eccellenza, tant'è che il 20 aprile del 2022 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra INAIL e il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, finalizzato allo sviluppo della cultura della sicurezza sul lavoro e alla realizzazione di attività e progetti volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ciononostante, il quadro normativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di cui all'articolo 9 del decreto legislativo del 9 aprile 2008, attribuisce all'INAIL il compito di svolgere e promuovere programmi di studio e ricerca scientifica e programmi di interesse nazionale nel campo della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, della sicurezza sul lavoro e della promozione e tutela della salute negli ambiti di vita e di lavoro, nonché compiti di informazione, formazione, consulenza, promozione, rafforzandone e ampliandone le attribuzioni e le competenze. L'INAIL gestisce l'assicurazione per la tutela da rischio infortunistico sul lavoro, privilegiando le sinergie con i diversi soggetti del sistema di prevenzione nazionale, in particolare con le amministrazioni pubbliche coinvolte nei processi orientati alla sicurezza del lavoro; e resta poco comprensibile perché l'INAIL non gestisca anche - per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco - l'assicurazione per la tutela dal rischio infortunistico sul lavoro. Coloro che si battono sempre di più - i Vigili del fuoco - e che fanno le convenzioni per affrontare, insieme all'INAIL, il problema della sicurezza sul lavoro, in tutti i posti di lavoro, sono gli unici esclusi dall'INAIL - gli unici - ma questo è un assurdo, un vero assurdo rispetto al quale andava preso assolutamente rimedio e rispetto al quale mi aspetto dal Governo che prenda la parola qui e ci dica chiaramente che interverrà in sede di delega su questo punto preciso. Non possiamo sempre far finta di niente, non potete far finta di niente, non potete far finta che i Vigili del fuoco siano gli unici esclusi dall'INAIL (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafè. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come ha già detto il collega Casu prima, in sede di discussione sul complesso degli emendamenti, siamo a favore della delega al Governo per la disciplina in materia di funzioni dei Vigili del fuoco, anche se non nego che avremmo preferito che la rivisitazione di ciò che riguarda i Vigili del fuoco venisse affrontata non all'interno di un decreto omnibus, che comprende tutte le Forze dell'ordine, ma con un provvedimento specifico ad hoc che comprendesse tutte le questioni che sono, ad oggi, ancora aperte e sulle quali abbiamo presentato diversi emendamenti.

Questo non è successo, ma ciò non toglie che comunque rimaniamo sempre a sostegno della delega al Governo, anche se, con questo emendamento, ci permettiamo di sottolineare come non sia accettabile che venga data una delega al Governo dicendo però che nessun onere a carico della finanza sarà previsto. Questo per noi non è accettabile e, infatti, chiediamo di sopprimere questo paragrafo e chiediamo anche di poter inserire un piano di assunzioni di almeno 15.000 unità dei ruoli tecnici ed operativi entro il 2029 perché, come è stato già detto dai colleghi, tutti applaudiamo al grande lavoro che fanno i Vigili del fuoco, ma poi, quando c'è l'occasione di dare un contributo concreto, il risultato che vediamo, purtroppo, è questo: ossia una delega senza le necessarie risorse per poter dare una risposta ai problemi ancora aperti per questa categoria importante di persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Il tema necessita di essere un attimo contornato, altrimenti all'ascoltatore che non avesse dimestichezza con la materia potrebbe sembrare che i nostri Vigili del fuoco sono mandati a operare senza copertura assicurativa. Non è così: i Vigili del fuoco hanno specifiche coperture assicurative esattamente relative ai rischi professionali e alla complicazione del lavoro che svolgono. Esiste anche un'istituzione, che è l'Opera nazionale di assistenza dei Vigili del fuoco, che peraltro data a quasi un secolo fa come istituzione, proprio per dare soccorso e un paracadute finale.

Ora, bisogna stare molto attenti a non far passare il messaggio che i Vigili del fuoco non abbiano copertura, ma certamente stimolare il Governo ad andare non a togliere quello che c'è, ma ad aggiungere ovviamente le nuove coperture professionali che si sono sviluppate nel tempo. L'INAIL non è alternativa; può essere una formula integrativa, ma certamente non passi l'idea che i nostri Vigili del fuoco sono lasciati senza copertura e senza, ovviamente, assicurazione.

Come, nello stesso tempo, non posso che rimarcare - e mi avvio a concludere, Presidente - che il Governo ha stanziato già 35 milioni di euro nel decreto PA, il che è una cifra significativa su cui ci si era già avventurati tempo addietro, ma che sta ovviamente andando oggi a dare significativo riscontro a quelle aspettative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Scusi, Presidente, ma sono stata stimolata dal collega che mi ha preceduto, perché sappiamo benissimo che i Vigili del fuoco hanno una copertura, ci mancherebbe altro, soltanto che le condizioni dei Vigili del fuoco, evidentemente, non sono molto conosciute da quest'Aula. La scorsa settimana abbiamo parlato di PFAS e dovete sapere che il problema dei PFAS è importantissimo per quanto riguarda la situazione socio-lavorativa dei Vigili del fuoco, perché i PFAS sono presenti nelle schiume, negli abiti e negli strumenti di lavoro dei Vigili del fuoco.

Per questo l'attenzione di questa Camera dovrebbe essere molto garantita: non si scherza con la vita delle persone. Posso citare 4 Vigili del fuoco che sono morti di cancro per cause che non sono state ancora scoperte, ma sono molto sospette e, secondo alcuni esperti, connesse proprio al problema dei PFAS, cari colleghi e care colleghe (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 12.3 Zaratti e 12.4 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1000 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.01 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione. No, revoco l'indizione della votazione, ho saltato un emendamento. Scusate, colleghi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.02 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

(Articolo 13 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 13. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01000 Simiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche io voglio intervenire su questo provvedimento, che, come diceva giustamente l'onorevole Bonafe', avrebbe avuto bisogno di un'attenzione specifica e non di essere inserito in un contesto molto più ampio. Ciò non perché vogliamo togliere alle altre Forze dell'ordine attenzione, ma perché sullo specifico che riguarda soprattutto il Corpo dei vigili del fuoco sappiamo benissimo che oggi ci sono tante difficoltà e anche tante attenzioni che questa Camera deve dare alle varie vicende che comunque riguardano i Vigili del fuoco, soprattutto sui temi che non solo riguardano la sicurezza del lavoro, ma anche i diritti stessi, che dovrebbero essere equiparati alle altre Forze dell'ordine, ma soprattutto anche le questioni ambientali, perché oggi sappiamo benissimo, e anche nei prossimi emendamenti capiremo, quali sono oggi le difficoltà che questi lavoratori dello Stato hanno nel proprio lavoro.

In questo emendamento si parla di pensione integrativa, cioè in questo caso la difficoltà che hanno questi lavoratori è che non possono integrare, come fanno le altre Forze dell'ordine, la propria pensione. È una cosa assurda, soprattutto rispetto a quelle persone che già hanno avuto e che hanno ormai tanti anni di servizio nel proprio lavoro, e noi crediamo - e faceva bene l'onorevole Bonafe' a dire che in questo provvedimento, in questa delega, non c'è l'invarianza di risorse - che si debbano inserire nuove risorse. Pensiamo, infatti, di dover affermare soprattutto questi diritti, che sostanzialmente servono a definire un'attenzione particolare sugli aspetti che riguardano la previdenza e la quiescenza dei lavoratori dei Vigili del fuoco. Ecco perché vi invito a votare questo emendamento, che può essere assolutamente utile intanto a ripristinare un elemento di equiparazione con le altre Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01000 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01001 Simiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà. Alzi la mano, collega.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie e scusi, Presidente, mi distraevano i colleghi. Anche su questo punto noi vogliamo affermare un altro principio molto importante che prima veniva descritto dall'onorevole Zaratti, cioè quello che, di fatto, oggi noi siamo di fronte, anche qui, a un'ingiustizia, perché in questo caso i lavoratori dei Vigili del fuoco non hanno la possibilità di avere l'iscrizione all'INAIL, che è quella che comunque garantisce e sostiene le varie fasi anche dell'infortunio da parte dello Stato.

Guardi, sono stato l'altra settimana proprio alla stazione dei Vigili del fuoco di Arezzo, per incontrare delle famiglie che hanno avuto decessi in famiglia legati proprio a questi tumori, che dovranno poi essere verificati da parte delle autorità competenti. Queste situazioni sono di difficoltà per quanto riguarda il lavoro, visto che sui PFAS c'è questa difficoltà sia nell'abbigliamento sia anche negli schiumogeni, come diceva anche l'onorevole Zanella.

Noi sappiamo che dovrebbero esserci delle difficoltà, che oggi dovranno essere poi confermate dagli studi scientifici. Ecco perché noi crediamo che su questo punto ci debba essere, nella delega che noi diamo al Governo, la possibilità di tenere conto di questa novità, che noi dovremmo tutti accettare, perché dare questo diritto ai Vigili del fuoco, soprattutto nel poter utilizzare l'INAIL come qualsiasi altra persona o lavoratore, credo che sia un diritto che non deve essere, da parte nostra, negato.

Guardate, rispondevo anche all'onorevole Candiani. L'assicurazione, onorevole Candiani…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Scusi, Presidente. L'assicurazione è privata. Loro pagano privatamente questa assicurazione, e credo che oggi, nel 2025, ai Vigili del fuoco sia una cosa che non debba succedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01001 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

(Articolo 14 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 14.1 Auriemma. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'emendamento 14.1001.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con riferimento a questo articolo, per quanto riguarda i PFAS, non sappiamo effettivamente se queste dotazioni personali e i materiali che si utilizzano per spegnere gli incendi possano creare problemi alla salute dei lavoratori del Corpo dei vigili del fuoco.

C'è stato un accordo tra l'Università di Bologna e il Corpo dei vigili del fuoco di Bologna e dell'Emilia-Romagna per verificare, su 300 vigili, se, attraverso l'analisi del sangue e del capello, questi materiali incidano anche sulla vita e sulla salute dei lavoratori all'interno della caserma.

Per tale motivo chiediamo di estendere questa verifica a tutta Italia, ossia a tutte le regioni italiane, in accordo con le ASL, perché pensiamo che questa verifica sia un diritto di tutti. Non possiamo pensare che, oggi, questi lavoratori, queste persone che lavorano per lo Stato abbiano dotazioni personali e materiali di lavoro che possono aggravare la propria salute.

Non sottovalutiamo questa cosa. Abbiamo la responsabilità di verificare e facciamolo in maniera corretta, senza creare allarmismi. La responsabilità deve essere di tutto l'emiciclo, non può essere solamente di un partito politico. Deve essere di tutto l'emiciclo.

Ecco perché non dobbiamo creare allarmismi, ma dobbiamo creare le condizioni perché questa verifica, attraverso l'accordo con l'Università di Bologna, sia fatta in tutta Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al collega la cortesia di poter sottoscrivere questo emendamento, che credo sia molto importante, perché si chiede un'indagine approfondita sugli effetti dei PFAS su chi indossa una divisa; purtroppo, ad oggi, non si trovano trova altre soluzioni rispetto all'utilizzo dei PFAS, perché la tecnologia non c'è, a differenza di altri ambiti, come il tessile normale, piuttosto che altri tipi di produzione.

Credo che, tutti insieme, dobbiamo avere coscienza di quello che stiamo facendo ed è importante sapere che la salute di questi lavoratori, di questi eroi - perché così li chiamiamo, quando ci vengono a salvare, quando vanno a salvare i nostri cittadini, in caso di incendi o di terremoti - è stata esaminata tramite un'indagine. Magari, prossimamente, grazie a innovazioni tecnologiche, potremmo addirittura far sì che la loro salute non sia messa a repentaglio.

Sottosegretario, le chiedo, nuovamente, se sia possibile rivedere il parere, perché fare un'indagine conoscitiva significa avere una idonea consapevolezza da parte del Ministero (ma anche da parte delle nostre regioni), che, con riferimento alla produzione fino al post-consumo, i nostri eroi, mentre stanno indossando queste divise, sono protetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, per sottoscrivere l'emendamento, se il collega Simiani lo consente.

PRESIDENTE. Si dà atto che anche la deputata Bonafe' sottoscrive l'emendamento in esame.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1001 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

(Articolo 15 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 15. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Articolo 16 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.1 Alfonso Colucci. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.01 Zaratti

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie Presidente. Intervengo sugli articoli aggiuntivi 16.01, 16.03 e 16.05 Zaratti, perché fondamentalmente trattano la stessa materia e cioè il diritto degli eredi delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e delle vittime del dovere. In questi tre articoli aggiuntivi che abbiamo presentato cerchiamo di riconoscere il valore di queste persone che hanno perso la vita o sono state coinvolte in atti di terrorismo e della criminalità organizzata o sono vittime del dovere.

Noi proponiamo che gli eredi di queste persone possano avere un percorso agevolato, un sostegno dello Stato, perché effettivamente questi sono stati servitori dello Stato, sono persone innocenti perite a causa di atti di terrorismo oppure della criminalità organizzata.

Noi chiediamo che queste persone possano avere un accesso al lavoro agevolato, chiediamo che i figli di queste persone possano godere di borse di studio agevolate; mi rivolgo in modo particolare alla maggioranza, che parla tanto delle persone che lavorano in difesa dello Stato, dei servitori dello Stato: penso che questo sia il momento, credo sia una delle occasioni nelle quali lo Stato dovrebbe fare un gesto importante per dimostrare la solidarietà, per dimostrare di esistere in questa partita.

E guardate che spesso le famiglie di queste persone rimangono da sole, senza sostegno, senza aiuto, ed è per questo…Non vi importa neanche delle vittime del terrorismo? Non vi importa neanche delle vittime del dovere? Non vi interessa neanche delle vittime della criminalità organizzata (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)? Va bene, ne prendiamo atto, però poi basta fare demagogia sulle Forze dell'ordine, una volta che voi ve ne siete fregati di queste questioni (Proteste dei deputati Maiorano e Padovani)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Collega Zaratti...

FILIBERTO ZARATTI (AVS). …voi non potete più fare polemica…

PRESIDENTE. Collega Zaratti…

FILIBERTO ZARATTI (AVS). …sulla questione delle Forze dell'ordine. Basta così!

PRESIDENTE. Collega Zaratti, mi consenta di interromperla un attimo. Ad onor del vero, la confusione viene da tutto l'emiciclo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io, colleghi, ve l'ho chiesto dieci volte oggi, dovete fare silenzio. Se avete bisogno di parlare (Commenti del deputato Quartini)… Onorevole Quartini, me ne sto occupando io, va bene? Devo dirle che purtroppo nel corso di questa seduta ho visto capannelli in tutto l'emiciclo, mi consenta di dire che qui ho una visuale piuttosto ampia.

D'ora in poi richiamo all'ordine, così almeno evitiamo che chi non vuole stare in Aula ci stia, perché, come sapete, dopo due volte si esce, va bene? Grazie, collega Amendola, della solidarietà.

Prego, collega Zaratti.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Io la ringrazio, lei ha ragione, Presidente. Siccome mi rivolgo sempre ai colleghi della maggioranza, non per altro, ma perché sono maggioranza e da loro dipende se i nostri provvedimenti possono essere accolti, se le nostre proposte hanno un ascolto, comunque la ringrazio della giusta precisazione. Chiudo. Io penso che voi abbiate capito il senso di quello che voglio dire. Non voglio rubare altro tempo, tant'è che ho fatto una dichiarazione di voto per tre emendamenti insieme, quindi penso che ci possa essere una disponibilità da parte della maggioranza e dell'Aula ad affrontare questo problema; se non tutti e tre gli emendamenti, almeno un emendamento che destina delle borse di studio ai figli delle persone che sono vittime del dovere, alle vittime del terrorismo e alle vittime della criminalità organizzata, ce ne sono troppe.

Credo che queste persone, questi giovani abbiano il diritto di avere le opportunità che tutti gli altri hanno per poter studiare e migliorare la loro condizione, pur in assenza, purtroppo, dei loro genitori. Grazie dell'attenzione e grazie se vorrete dare un cenno di assenso a questa nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.01 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.03 Zaratti e 16.04 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Zaratti e 16.06 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

(Articolo 17 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. L'emendamento 17.1 Baldino è inammissibile.

Passiamo all'emendamento 17.2 Pellegrini.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.2 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.3 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Articolo 18 - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 18.1 Lomuti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Lomuti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.2 Lomuti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.3 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 18.01 Alifano.

Ha chiesto di parlare la collega Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Signora Presidente, con questo articolo aggiuntivo chiediamo qualcosa che dovrebbe restituire un po' di centralità al Parlamento, vale a dire che il Governo presenti una relazione annuale sullo stato di attuazione di questa legge. Perché chiediamo questo? Per due motivazioni. Perché, innanzitutto, questa legge si pone un obiettivo estremamente ambizioso, ossia il potenziamento delle Forze armate, e, quindi, anche aumentare il livello di sicurezza del Paese, ma anche per tutte le criticità che sono emerse nel corso dell'esame di questo provvedimento che è stato fatto in Commissione. L'obiettivo che si pone questo disegno di legge, questo provvedimento, è estremamente ambizioso e, come sempre, si risolve esclusivamente in un luogo comune, propaganda.

È solo propaganda, perché senza risorse non si va avanti. Lo stanziamento delle risorse è assolutamente insufficiente, e questo lo abbiamo detto e lo abbiamo ripetuto più volte in Commissione. Quindi inconsistenza di risorse, ma anche bocciatura di tanti emendamenti che erano stati proposti dalle opposizioni e che andavano proprio nel senso del potenziamento delle Forze di polizia, delle Forze armate e anche del Corpo dei vigili del fuoco. Tanti sono stati gli emendamenti che, purtroppo, non hanno avuto alcuna considerazione nel corso dell'esame, lo dicevo già prima; tra i tanti, un esempio è quello della disponibilità degli alloggi di servizio, che era ed è un tema importante e molto sentito dalle Forze di polizia, che era stato proposto proprio dal collega Penza nel corso dell'esame in Commissione.

C'era anche un altro emendamento, che trovo estremamente interessante ed estremamente importante, sempre a firma del collega Penza, che chiedeva di istituire il polo unico INPS della Polizia di Stato. Perché, cari colleghi e care colleghe, è bene che venga posto all'attenzione di quest'Aula il tema della previdenza e dell'assistenza. C'è un ordine del giorno che però verrà esaminato. Soprattutto, questo emendamento aveva lo scopo, per l'appunto, di monitorare i pensionamenti del personale delle Forze di Polizia e di evitare criticità che purtroppo si porranno nel futuro. Purtroppo questo emendamento non ha ricevuto alcun plauso, e sul fronte previdenziale, invece, si è provveduto in tutt'altro senso, mi richiamo all'articolo 17. È un tema che è stato peraltro affrontato in modo estremamente superficiale e senza, tra l'altro, l'interlocuzione con le associazioni di categoria. Ebbene, l'articolo, mi preme ricordarlo, ha adeguato, innalzandole, le aliquote contributive a favore della Cassa ufficiali della Guardia di finanza e del Fondo di previdenza per sottufficiali e militari di truppa sempre della Guardia di finanza, oltre a modificare la disciplina di alcuni enti previdenziali, anche della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.

Eppure, il tema della previdenza è estremamente sentito e basterebbe solo questo, signora Presidente, a motivare la necessità che ci siano un resoconto e una relazione annuale da presentare alle Camere. Non dimentichiamo, inoltre, quanto dispone l'articolo 1 di questo provvedimento, che prevede di elevare da 2 a 4 anni - da 2 a 4 anni, quindi con un raddoppio - il periodo minimo di servizio nella sede di prima assegnazione per agenti in prova, vice ispettori in prova e commissari capo. Tutto questo sicuramente produrrà difficoltà di non poco momento nell'attuazione, quando verrà attuata questa disposizione. Quindi chiedo, signora Presidente, che ci sia un'attenzione su questo emendamento, in modo da renderci conto - tutti quanti noi che adesso andiamo verso l'approvazione di questo provvedimento - di quali saranno le criticità che verranno incontrate nell'attuazione dello stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.01 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiederei innanzitutto di accantonare per qualche minuto l'ordine del giorno n. 9/2139/1 La Porta.

PRESIDENTE. Va bene, quindi è accantonato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/2 Almici.

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2139/2 Almici, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio, previo adeguato potenziamento dell'organico, di prevedere il distaccamento dei Vigili del fuoco di Brescia presso il comune di Montichiari al fine di perseguire e raggiungere gli obiettivi di salvaguardia della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente di cui all'articolo 12 del disegno di legge in esame”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/3 Baldino, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative per la costituzione di una Commissione scientifica volta a verificare l'eventuale compatibilità della patologia celiaca con il reclutamento, nell'ambito delle altre iniziative parlamentari in corso”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/4 Penza, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa, sotto il profilo legislativo e amministrativo, al fine di riconoscere (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/5 Longi, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e il rispetto degli equilibri di bilancio, previo adeguato potenziamento dell'organico, di (…)” e il resto rimane.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/6 Simiani, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di un ampliamento del campione d'indagine medico-statistica, finalizzata ad accertare l'eventuale sussistenza di conseguenze legate all'utilizzo di Dpi”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/7 Furgiuele, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…)”, riscrivendo il dispositivo in questo modo: “ a valutare l'opportunità di operare un riassetto normativo, con il connesso stanziamento di risorse finanziarie, volto a delineare compiutamente le diverse tipologie di benefici alle vittime (del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere) al fine di evitare, anche alla luce degli interventi giurisprudenziali, che permangano sperequazioni e disomogeneità di trattamento tra le diverse categorie di vittime”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/8 Zaratti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare i provvedimenti necessari affinché l'INAIL possa gestire anche l'assicurazione per la tutela dal rischio infortunistico sul lavoro del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ferme restando le prerogative già in essere per il personale del Corpo nazionale” e “a valutare l'opportunità di adottare le iniziative finalizzate ad affrontare la carenza di organico, di dotazioni tecnologiche e strumentali funzionali al corretto funzionamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, oltre a quanto già realizzato da questo Governo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/9 Zanella il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno 9/2139/10 De Palma il parere è favorevole con riformulazione, espunte le premesse, quindi togliendo solo la parte nel secondo rigo: “assicurare, alla luce di quanto esposto in premessa”. Per il resto è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/11 Malaguti il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione, rispetto al primo capoverso del dispositivo: “A valutare l'opportunità di garantire (…)” e continua il dispositivo; anche per quanto riguarda il secondo capoverso del dispositivo: “A valutare l'opportunità di prevedere, all'interno di tale sistema, specifici percorsi formativi (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2139/12 Baldelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno 9/2139/13 Polo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio (….)”, resta la prima parte del dispositivo, mentre, con riferimento al secondo capoverso del dispositivo: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio, di prevedere, nell'ambito dei nuovi assetti ordinamentali (…)” e continua la restante parte del dispositivo.

PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. L'ordine del giorno n. 9/2139/1 La Porta è accantonato, dunque passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/2 Almici, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Va bene la riformulazione? Mi fate un cenno? Si, perfetto, proseguiamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/3 Baldino, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Va bene collega Baldino? Baldino non c'è, qualcuno…va bene, perfetto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/4 Penza, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione? Va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/5 Longi, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Va bene la riformulazione? Si, dunque proseguiamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/6 Simiani, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Collega Malavasi, prego, mi dice se accoglie, ovviamente? Immagino di no.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). No, non accolgo e chiedo di fare una dichiarazione di voto perché, se non ho capito male, vengono eliminate tutte le premesse e viene riformulato anche il dispositivo. In realtà, nelle premesse c'è la sostanza di questo ordine del giorno, che non è certamente una critica, un attacco al Governo, ma è una ricostruzione anche di atti e di circolari del Ministero dell'Interno per un'attività di studio, analisi e monitoraggio che è stata già fatta con una convenzione stipulata in collaborazione con l'università di Bologna per effettuare uno studio a carattere medico-statistico proprio sull'impatto dei composti PFAS. Lo ha ricordato prima la collega Zanella, ci sono diversi studi che confermano come nei dispositivi di protezione individuale dei Vigili del fuoco siano presenti materiali composti da PFAS. In particolare, nelle schiume antincendio sono previste queste sostanze che mettono a rischio comunque la sicurezza dell'attività che viene svolta e della vita delle stesse persone.

Ad Arezzo, purtroppo, recentemente sono deceduti tre vigili del fuoco proprio a causa di un glioblastoma nell'arco di 14 mesi e le associazioni di categoria giustamente hanno rimarcato la necessità di accertamenti diagnostici medici per verificare le cause di morte di questi decessi ed individuare, quindi, possibili nessi di causa-effetto legati alla presenza nei corpi di sostanze cancerogene legate proprio a queste sostanze. Il Ministero per questo motivo - la direzione del Ministero dell'Interno - ha emanato nel 2019 una direttiva in cui ha messo al bando questi schiumogeni di tipo proteico e fluoro-proteico proprio rispetto a questi nuovi schiumogeni di tipologia sintetica; inoltre, come dicevo in apertura, è stata stipulata dallo stesso Ministero dell'Interno una convenzione quadro, una collaborazione importante con l'università di Bologna per effettuare uno studio a carattere statistico proprio per analizzare l'impatto dei composti PFAS. Questa indagine è rivolta ad individuare circa 300 vigili del fuoco in servizio presso le sedi e i distaccamenti dei Vigili del fuoco della regione Emilia-Romagna, nonché di altre regioni che, su base volontaria, vorranno partecipare a questo studio.

È evidente che non è sufficiente uno studio a campione su una regione; crediamo che questa analisi statistica debba essere estesa a tutto il territorio nazionale, quindi l'impegno che chiedevamo al Governo, in coerenza con gli atti che il Governo ha già fatto e che apprezziamo, è quello di estendere a tutto il territorio nazionale un'indagine statistica che oggi è prevista solamente per 300 vigili del fuoco della regione Emilia-Romagna.

In tal modo, si dà attuazione anche ad una mozione che abbiamo votato alla Camera il 26 marzo scorso, in cui si impegnava il Governo ad avviare un programma nazionale di biomonitoraggio per valutare l'esposizione della popolazione ai PFAS e gli effetti sulla salute, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili: bambini, donne in gravidanza e lavoratori esposti. Quindi, era una ricostruzione, anche nelle premesse, di merito, anche con un apprezzamento dell'attività svolta.

Sinceramente, non capiamo perché tutte le premesse debbano essere espunte, visto che è semplicemente una citazione di atti governativi ed un invito, un impegno, una valutazione, un'opportunità ad estendere, a tutto il territorio nazionale, questi studi. Non capisco - e chiudo Presidente - se non sia di interesse di questo Governo capire se il Corpo nazionale dei vigili del fuoco corra comunque un rischio nello svolgere la propria attività e se non ci sia davvero l'interesse ad approfondire meglio.

Quindi, chiedo davvero alla rappresentanza del Governo se non si possa accantonare questo ordine del giorno, che è molto propositivo e costruttivo, non certamente critico, perché penso sia interesse di tutti noi, a partire dal Ministero competente, capire di non esporre a nessun rischio lavoratori che, peraltro, sono preziosi per la nostra organizzazione statale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Tutto il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista chiede di sottoscrivere.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Credo che l'attenzione sulle esposizioni in ambito lavorativo sia una condizione essenziale per garantire la sicurezza sul lavoro, benessere organizzativo e condizioni di lavoro adeguate.

Si sta parlando dei Vigili del fuoco che, oggettivamente, sono stati e sono tuttora esposti ai PFAS. Questo è un dato di fatto. Io credo che i quattro vigili del fuoco - tutti e quattro affetti dallo stesso tipo di tumore, glioblastoma multiforme - ci debbano indurre ad una riflessione e ad un approfondimento di questo tema. È inutile chiamarli eroi. È inutile fregiarsi del gran lavoro che fanno i Vigili del fuoco e poi non tutelarli sul lavoro. Credo sia una cosa inaccettabile.

Per questo, credo valga la pena fare una riflessione ulteriore rispetto alla proposta di riformulazione di questo ordine del giorno, che ovviamente chiedo di sottoscrivere. Credo sia un ordine del giorno assolutamente equo, ragionevole, che va nella direzione della tutela dei lavoratori, della tutela di un Corpo, quello dei Vigili del fuoco, che portiamo tutti su un vassoio d'argento ogni volta che succede qualcosa. Vogliamo ringraziarli, nuovamente, per il gran lavoro che stanno facendo nel nostro Paese in termini di protezione civile! Ma se non accettiamo nemmeno questo minimo sindacale, credo che poi dovremmo vergognarci, invece di esaltarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio intervenire, perché, sinceramente, non mi aspettavo - Presidente, per suo tramite, lo dico al Sottosegretario - questa riformulazione e soprattutto la cancellazione delle premesse.

Con riferimento a quello che sta succedendo in questo momento, dopo la notizia della morte dei tre vigili del fuoco ad Arezzo, stanno emergendo diverse situazioni in Italia. Veda, Sottosegretario - per suo tramite, Presidente -, in questo momento, molti vigili del fuoco non denunciano la malattia, perché non hanno la copertura INAIL! Lei, questo, lo sa benissimo! E lei deve accettare questo ordine del giorno, altrimenti dimostra incompetenza. Credo che lei debba rivedere il parere su questo ordine del giorno. È arrivato il momento di dire le cose, perché occorre capire che molti vigili del fuoco, oggi, non denunciano le malattie, perché, se lo facessero, avrebbero poi difficoltà in termini economici, poiché verrebbero declassati e non riscuoterebbero più le cifre che vengono loro corrisposte. Ecco perché occorre fare chiarezza.

Per suo tramite, Presidente, chiedo al Sottosegretario di rivedere il parere su questo ordine del giorno, perché sarebbe una scelta importante per i vigili del fuoco di tutta Italia - sono usciti tutti i sindacati su questo tema; non so se voi abbiate i contatti - e credo che questa sia una risposta concreta che il Governo deve accettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi consenta l'occasione di formulare il mio cordoglio alle famiglie e ai colleghi che hanno perso la vita (Applausi) in conseguenza di questo male. Credo sia l'approccio più serio rispetto a una tematica che non merita speculazione.

Il dispositivo - visto che questo genere di campione è anche abbastanza invasivo rispetto alla salute delle persone - credo sia serio e va nella direzione di accogliere questa richiesta nel valutare un ampliamento del campione d'indagine, in modo, ovviamente, che abbia un senso pragmatico rispetto alle potenzialità di esposizione delle persone. E credo che, se accolto dal Parlamento, sia un segno di serietà da parte di tutti che non merita la speculazione politica da parte di ciascuno. Per questo, la scelta di espungere le premesse, di togliere considerazioni, anche scientifiche, in merito, e di limitarci semplicemente a valutare questa possibilità, credo sia un segno di rispetto verso le persone che hanno perso la vita e verso gli operatori, le donne e gli uomini del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, il parere del Governo rimane il medesimo.

A questo punto, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2139/6 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/7 Furgiuele, con il parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/8 Zaratti, con il parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/9 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2139/9 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/10 De Palma, con il parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/11 Malaguti, con il parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/12 Baldelli, con il parere favorevole del Governo. Va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2139/13 Polo, con il parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì.

L'ordine del giorno n. 9/2139/1 La Porta era stato accantonato ed è stato ritirato.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gruppioni. Ne ha facoltà.

Aspettiamo un minuto, che già era difficile prima, figuriamoci adesso. Colleghi, chi vuole lasciare l'Aula è pregato di farlo, almeno rapidamente, sarebbe meglio in silenzio. Bene, prego, collega Gruppioni.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Presidente, attendo ancora un minuto, se non le dispiace.

PRESIDENTE. Sì. Colleghi, dobbiamo iniziare… Colleghi, se dovete parlare, uscite dall'Aula, per cortesia, perché dobbiamo iniziare le dichiarazioni di voto. Non è possibile ogni volta. Prego, collega.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi rimasti, oggi siamo chiamati ad esprimerci su un disegno di legge che tocca aspetti fondamentali del nostro ordinamento: l'organizzazione, il funzionamento e l'adeguamento normativo delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Si tratta, senza dubbio, di un intervento atteso e necessario. Parliamo, infatti, di comparti che rappresentano il cuore pulsante della sicurezza e della tutela dello Stato, della sua stabilità e della sua capacità di rispondere con efficacia alle esigenze dei cittadini.

Ogni giorno donne e uomini in divisa operano, in condizioni spesso complesse, con dedizione, spirito di servizio e senso dello Stato, garantendo ordine pubblico, soccorso in emergenze, prevenzione e contrasto alla criminalità. Proprio per questo motivo abbiamo guardato con rispetto e interesse a questo provvedimento. Fin dall'inizio, abbiamo auspicato che potesse diventare un terreno di confronto positivo e produttivo tra maggioranza e opposizione, lontano dalle contrapposizioni ideologiche, capace di tenere al centro l'interesse generale del Paese e, in particolare, la dignità e l'efficienza dei corpi coinvolti.

Nel testo arrivato dal Senato abbiamo riscontrato una serie di elementi sicuramente apprezzabili: l'aumento del periodo minimo di permanenza nella sede di assegnazione, ad esempio, va nella direzione di garantire maggiore continuità d'azione, consolidare il rapporto tra operatori e territorio e ridurre la rotazione eccessiva del personale, che spesso indebolisce la presenza istituzionale nelle aree interne e meno servite.

Altrettanto significativa è la delega al Governo per il riordino complessivo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si tratta di un Corpo che più di altri sta assumendo un ruolo strategico nella gestione delle emergenze ambientali, negli interventi di soccorso tecnico-urgente e nel contrasto agli effetti sempre più tangibili dei cambiamenti climatici. La loro professionalità, spesso sottovalutata o data per scontata, merita pieno riconoscimento, anche attraverso una modernizzazione della struttura normativa e organizzativa.

Tuttavia, se guardiamo all'impianto generale del provvedimento, non possiamo ignorare alcune criticità che ne limitano l'efficacia e la portata innovativa. Prima fra tutte, la questione delle risorse. Riteniamo che un intervento che si propone di riformare e potenziare comparti tanto delicati e complessi avrebbe dovuto prevedere un investimento più significativo. Le sfide che oggi le Forze dell'ordine si trovano ad affrontare non sono più le stesse del passato: la criminalità ha assunto forme nuove; la minaccia terroristica è sempre presente; le emergenze climatiche e sociali si moltiplicano e le tensioni internazionali richiedono prontezza e capacità di adattamento. In questo scenario non bastano solo nuove norme o riorganizzazioni formali, ma servono risorse adeguate per dotare i reparti di mezzi moderni, tecnologie all'avanguardia, strutture sicure e personale formato. La formazione, in particolare, deve diventare una priorità strutturale.

Chi è chiamato a garantire la sicurezza, l'ordine pubblico e ad intervenire in situazioni di rischio elevato ha bisogno di aggiornamento costante, multidisciplinare e capace di rispondere ai mutamenti della società, delle tecnologie e delle minacce. Sono necessari investimenti mirati e con una visione strategica.

È in questo contesto che avremmo voluto vedere maggiore determinazione; non si tratta di moltiplicare le spese senza criterio, ma di individuare con lucidità le priorità del sistema Paese e la sicurezza, intesa come tutela dei cittadini, legalità diffusa, efficienza operativa e tempestività di intervento, è senza dubbio una di queste.

Ci permettiamo, inoltre, di esprimere il rammarico per l'assenza di aperture su alcune proposte avanzate dalle opposizioni, tra cui la detassazione dei contributi destinati alle famiglie delle vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata. Si tratta di una misura dal valore simbolico molto forte, che avrebbe rappresentato un riconoscimento concreto e tangibile nei confronti di chi ha pagato il prezzo più alto per servire il nostro Paese. Istituire la Giornata nazionale in ricordo delle vittime del dovere è un passo importante, ma sarebbe stato naturale accompagnarlo con un impegno anche sul piano economico per sostenere le famiglie, per consentire commemorazioni adeguate, per fare memoria in modo non solo formale ma sostanziale.

Il nostro giudizio su questo provvedimento, quindi, è abbastanza articolato. Noi riconosciamo i meriti e lo spirito con cui è stato costruito, ma non possiamo ignorare i limiti strutturali che ne compromettono in parte la portata. È, sì, un passo avanti, ma ancora troppo timido rispetto ai bisogni reali del comparto sicurezza del nostro Paese. Per questi motivi il gruppo Italia Viva si asterrà su questo disegno di legge. Lo facciamo con rispetto per il lavoro svolto, ma soprattutto con l'auspicio che il percorso prosegua e che nei successivi passaggi parlamentari si possa intervenire per rafforzare quanto già impostato con maggiore determinazione, con risorse adeguate e con un'idea chiara di quale modello di sicurezza vogliamo per il nostro Paese nei prossimi anni.

Vorrei concludere il mio intervento rivolgendo un sincero ringraziamento a tutte le Forze dell'ordine, alle Forze armate, ai Vigili del fuoco e a tutti coloro che con ruoli diversi operano quotidianamente per la sicurezza, la protezione, il funzionamento e la stabilità del nostro Paese. La loro dedizione, spesso silenziosa, è una delle forme di servizio alla collettività e merita ogni giorno rispetto, riconoscimento e sostegno concreto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, colleghi e colleghe, io credo che questa sia l'ennesima occasione persa, da parte della maggioranza, per cercare di mettere in campo delle proposte e per mettere in campo soprattutto dei provvedimenti legislativi che siano in linea e che servano ad affrontare e a risolvere i molti problemi che noi abbiamo.

Non basta per affrontare i problemi del nostro Paese - di sicurezza, di ordine pubblico e di contrasto ai cambiamenti climatici e alle catastrofi - il fatto di pensare di fare un provvedimento come questo, di ordinamento, di organizzazione e di funzionamento delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e non perché, ovviamente, non sia necessario riformare l'organizzazione di questi importanti Corpi dello Stato, ma perché le questioni vanno affrontate un po' con una logica diversa, cioè vanno affrontate partendo da quelli che sono i problemi reali. Questo è un Paese che sta in difficoltà e tante delle questioni che vengono affrontate dalle Forze di polizia o dal Corpo dei vigili del fuoco dipendono da uno stato di crisi che il nostro Paese sta vivendo.

Voi continuate a parlare in televisione, la Premier continua a parlare in televisione dicendo che va tutto bene, è tutto magnifico, in Italia non si è mai stati così bene, siamo tutti ricchi, siamo contenti, siamo stimati, siamo potenti a livello europeo e mondiale.

Ma, in realtà, tutti gli indici economici, tutti gli indici di sopravvivenza delle persone sono negativi. Le persone non trovano più una casa, non hanno più la possibilità di andare a mangiare una pizza con la propria famiglia, i salari sono i più bassi d'Europa e voi continuate a dire che il costo del lavoro è ancora troppo alto nel nostro Paese. I cambiamenti climatici non vengono considerati per quello che sono, cioè la grande catastrofe dei nostri tempi. Continuate a far finta di niente, addirittura lo negate, dite che i problemi del nostro Paese derivano non dai cambiamenti climatici, non dalle politiche sbagliate nei confronti delle persone che vivono nel nostro Paese, non dal fatto che non si sostiene una politica industriale seria, intelligente e moderna nel nostro Paese, ma dipendono dal fatto che qualcuno immagina che bisogna fare qualcosa per fermare la catastrofe. La vostra reiscrizione della storia è una cosa drammatica, ma la vostra negazione della realtà è ancora più drammatica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Siete fuori della storia e fuori di questo tempo e state trascinando il nostro Paese in questa direzione.

Quindi, la gente che protesta, la gente che non trova casa, le persone e i ragazzi che dimostrano contro i cambiamenti climatici - e voi li vivete tutti come nemici - non sono nemici: sono coloro che vi dicono che il re è nudo, di guardare la realtà e di adeguarvi a quella realtà, perché è nell'interesse collettivo e comune del nostro Paese fronteggiare quella realtà per poterla affrontare, specialmente in un mondo come questo dove la destra estrema e sovranista governa - ahimè - in tanti Paesi con la stessa logica distruttiva. Mi viene da ridere quando sento la Premier dire: perché noi dobbiamo scegliere tra Europa e l'America? Glielo domandasse ai cittadini groenlandesi perché bisogna scegliere se stare con uno o con gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo domandasse a coloro che alla fine, a causa dei dazi imposti dall'America, non avranno più la possibilità di sviluppare le loro aziende e perderanno posti di lavoro e alla gente che tornerà a casa senza lavoro, perché il vostro amico Trump impone dei dazi ai nostri vini e ai nostri prodotti agroalimentari. Allora, non è il caso di scegliere? Non è il caso di dire da che parte stare? Lei dice che sta dalla parte degli italiani, ma la parte degli italiani è difendere gli interessi delle persone, dei cittadini, delle cittadine, dei lavoratori e delle lavoratrici italiane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Quello è l'interesse dell'Italia ed è quello ciò che bisogna difendere. È quello, che dovete difendere.

Da questo punto di vista, questa legge, che va ad affrontare i problemi dell'ordinamento della Polizia, dovrebbe prima di tutto dare uno sguardo a quello che succede, cioè dove noi collochiamo questi ragazzi e queste ragazze delle Forze dell'ordine, davanti a quali manifestanti, e se non è il caso, invece, di stabilire un dialogo con quelle persone e di non pensare di risolvere i problemi sempre con le cariche di Polizia e con i manganelli e di fare qualcos'altro per evitare, appunto, queste tensioni sociali. Se voi pensate di garantire la sicurezza intervenendo semplicemente sugli ordinamenti delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco, io francamente penso che voi non soltanto state prendendo in giro il Paese, ma state prendendo in giro voi stessi. Quello che noi vi chiediamo è di mettere in campo delle politiche attive che invertano il trend della povertà e del disagio sociale nel nostro Paese. È così che noi conquistiamo la nostra sicurezza, è così che le nostre strade saranno più sicure, è così che i nostri giovani avranno un futuro migliore.

Noi abbiamo cercato di migliorare questo provvedimento. Voi ci accusate di essere ideologici, ma in realtà i veri ideologici siete voi che pensate qualcosa nel segreto delle vostre stanze e poi cercate di trasformarlo - senza alcun dibattito e senza alcun confronto, neanche con la realtà sociale - in provvedimenti di legge. Abbiamo cercato di contribuire su alcuni punti che noi pensiamo potessero essere ragionevoli anche dal vostro punto di vista: chiedere che la formazione che si fa nelle Forze armate, che si fa nei Vigili del fuoco, che si fa nelle Forze di polizia possa coinvolgere il Terzo settore per costruire ancora di più un dialogo, un rapporto diretto tra questi Corpi dello Stato e la società civile, per fare in modo che ci sia una maggiore comprensione, una maggiore sintonia anche nella gestione del conflitto sociale, ma anche su questo avete detto di no.

Vi abbiamo chiesto per i Carabinieri, per il Nucleo dei carabinieri che si occupa della difesa del patrimonio culturale, di dare un segnale di disponibilità - almeno su quello - e di aumentare gli organici dei Carabinieri, perché quella è una delle grandi ricchezze del nostro Paese. Il nostro vero petrolio è l'arte, è la cultura. L'uranio che voi volete mettere dentro le centrali nucleari nel nostro Paese non c'è, ma ci sono i dipinti, i quadri, gli affreschi, le statue costruite, ideate, pensate e realizzate dai nostri artisti. Almeno quello difendetelo, dateci una mano a difenderlo e il Nucleo dei carabinieri per la difesa del nostro patrimonio culturale è stato uno dei più efficienti: sono state riportate a casa nostra centinaia e centinaia di opere d'arte che ora sono patrimonio della nostra comunità e della nostra collettività (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Neanche su questo ci avete voluto dare un minimo di possibilità.

Vi abbiamo segnalato le questioni dei Vigili del fuoco, di un Corpo sempre più strategico - purtroppo - visti i cambiamenti climatici, che voi dite che non ci sono, ma che tutti quanti noi, cittadini italiani, quando apriamo la finestra di casa, purtroppo, vediamo. Quando siamo in difficoltà e in disagio, quando i fiumi superano gli argini, quando i cambiamenti climatici determinano questo stato di difficoltà e di catastrofe, in quei casi ci sono i Vigili del fuoco a darci una mano e per questo riteniamo che questi lavoratori debbano essere in qualche modo tutelati, a cominciare dall'INAIL. Si parlava delle dotazioni che sono state date ai Vigili del fuoco e di quanto siano impregnate di PFAS e di quanto queste persone, che utilizzano quegli strumenti per salvare le nostre vite, le vite degli italiani e delle italiane, mettano di fatto a rischio la propria vita, e a volte la perdono. Neanche sull'INAIL voi avete voluto dare un'apertura. Speriamo che nella delega almeno questo punto venga affrontato.

Diceva il collega, che è intervenuto durante il dibattito, che non è che si vuole dare la sensazione che i Vigili del fuoco non abbiano copertura. Certo che no: grazie a Dio ce l'hanno, hanno una copertura.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Vado a chiudere. Però, è evidente che è necessario che questa copertura sia estesa anche alle garanzie dell'INAIL.

Finisco nel dire che anche per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata - alle vittime del dovere - abbiamo chiesto, appunto, che si possano istituire borse di studio per i figli di queste persone, che si possano agevolare nei concorsi queste persone che rimangono abbandonate dai loro genitori perché sono stati vittime del dovere, ma anche su quello non ci avete detto niente e la polemica che voi della maggioranza sempre fate rispetto alle Forze dell'ordine alla verifica dei fatti ovviamente è soltanto chiacchiere, è soltanto fuffa, perché quando bisogna difendere i diritti delle persone voi non ci siete mai (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie…

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Ciononostante - e chiudo, Presidente - noi ci asterremo su questo provvedimento, perché riteniamo che valga la pena che alcune delle questioni affrontate su questo tema non siano totalmente bocciate (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signori colleghi, Sottosegretario, questo è un provvedimento che affronta tutta una serie di problemi amministrativi, burocratici, normativi che si accumulano nel corso degli anni e questo provvedimento li ha messi un po' insieme e li approva. Non ci sono cose su cui uno si può dire contrario. Sono generalmente norme di buonsenso che sono prodotte, per la maggior parte, dagli uffici.

Faccio una prima raccomandazione: questo Governo è riuscito ad attuare il 57 per cento delle deleghe, dei provvedimenti attuativi che si è dato o meglio - diciamola così - il 43 per cento delle deleghe che si è attribuito o dei provvedimenti attuativi di norme, che magari sono state anche enfatizzate, non è stato attuato. Mi auguro, Sottosegretario, che il numero non aumenti, o meglio, che tenda a sistemare un po' di cose, perché è evidente che non basta fare qui (dopo c'è un lavoro, che lei conosce meglio di me, molto complesso a volte, ma, a volte, anche abbastanza semplice, che va fatto). Quindi, se si vogliono risolvere alcune questioni, le deleghe poi vanno esercitate.

Per onestà intellettuale, prendo il Corpo dei vigili del fuoco, che è stato un argomento giustamente approfondito e sottolineato nel corso del nostro dibattito, perché il tema non sono tanto le cose che qui ci sono, sono le cose che mancano e le cose che mancano, come sappiamo, sono tantissime. Poi, farò un accenno e mi soffermerò un po' sugli organici in particolare.

Ma alcune delle questioni che sono state toccate - lo dico per onestà intellettuale di questo nostro dibattito - sono le stesse di quando sedevo in quei banchi, quindi, quasi vent'anni fa. Il tema dell'INAIL è talmente vecchio che noi tutti qui dovremmo chiederci come mai non siamo ancora riusciti a risolverlo. Il tema del trattamento pensionistico diverso per i Vigili del fuoco rispetto alle Forze di polizia è esattamente la stessa cosa. Nel corso di questi anni, alcune cose sono state risolte - poi ognuno rivendica il pezzettino che ha messo a posto; potrei ricordare le stabilizzazioni del personale precario che feci io tanti anni fa -, ma oggettivamente c'è un Corpo dello Stato, come quello dei Vigili del fuoco, che è trascurato rispetto agli altri Corpi di polizia che hanno misure di tipo diverso. Non sto dicendo che gli altri stanno bene - sia chiaro -, anzi, ci sono tante mancanze anche lì, negli ordinamenti. Ci stiamo limitando a parlare di questo.

Ci sarebbe bisogno di una riforma molto seria, ma le riforme molto serie - lo sappiamo - hanno bisogno di risorse serie, perché, se non ci sono le risorse, è inutile dirsi che si possono fare le riforme. Con riferimento alle riforme del sistema pensionistico dei Vigili del fuoco, bisogna evitare che un operativo di sessant'anni prenda l'autoscala e salga su un palazzo per fare un intervento; per evitarlo bisogna trasformare il sistema pensionistico oppure attribuire all'operativo un'altra funzione; e per attribuirgli un'altra funzione, bisogna assumere i giovani affinché svolgano quella funzione operativa che lui non può più assumere.

Credo che, con riferimento a questi temi - che sono molto trasversali, perché non c'è nessuno qui che non vorrebbe aumentare l'organico dei Vigili del fuoco, migliorare il loro trattamento pensionistico, migliorare il loro trattamento retributivo -, bisogna sapere che, rispetto a ciò, si devono definire come priorità e metterci le risorse. Vale per questo Governo, vale per quelli di prima e varrà anche per il prossimo.

Vorrei affrontare il tema degli organici. Io sento sempre ripetere da questo Governo che aumentano le Forze di polizia. Anche in questo caso, si torna a una politica di chiusura di reparti. Il reparto di prevenzione crimine della Polizia di Stato chiude a Reggio Emilia, Perugia, Potenza, Lecce, Rende e poi apre a Gorizia, glielo dico io. Se la risposta è negativa - e mi dimostrate che non è così -, c'è comunque un accorpamento. Quando non si vuole dire chiusura, ma si dice accorpamento per far funzionare meglio, c'è sempre un minor dispiegamento di risorse sul territorio. Io penso che, su questo, ci sia, anche qui, l'esigenza di dire che gli organici servono nelle Forze di polizia.

E guardi a che parallelismo arrivo. Se qui chiedo se siamo tutti d'accordo ad aumentare gli organici delle Forze di polizia, dei Carabinieri, della Guardia di finanza, tutti alzano la mano. Perché? Perché naturalmente c'è bisogno di più prevenzione, c'è bisogno di un'azione di repressione più finalizzata e più forte e c'è bisogno di un'attività di deterrenza, perché maggiori Forze di polizia in giro per le nostre città aumentano l'attività di deterrenza. Credo che questi siano concetti che noi, sulle nostre Forze di polizia, condividiamo tutti.

Chiudo il capitolo delle Forze di polizia, che condividiamo tutti, per dire che questo stesso e identico ragionamento per deterrenza, per capacità di prevenzione vale anche sulle Forze armate, perché questo è un altro capitolo che viene affrontato in questo provvedimento e che, prima o poi, arriverà in quest'Aula. Oggi, non discutiamo degli organici delle Forze armate, così come non discutiamo degli organici delle Forze di polizia, ma arriveremo a dover discutere anche degli organici delle Forze armate in quest'Aula. E chi si assumerà la responsabilità di dire che non serve aumentare gli organici anche delle Forze armate, che hanno il dovere di occuparsi di quell'attività di deterrenza internazionale, di Polizia internazionale che va esercitata da una democrazia come la nostra, che deve contribuire, con i suoi organici, a costituire quell'attività di deterrenza, che viene fatta all'interno della NATO - ahimè, con tutti i problemi che conosciamo -, e va esercitata all'interno dell'attività di deterrenza che le forze di difesa del sistema europeo possono e devono esercitare a difesa dei nostri confini?

Ecco, credo che questo sia un altro grande tema che va affrontato. Non è in questo provvedimento, perché in questo provvedimento si è deciso di non affrontare il tema degli organici, ma quello degli organici è un tema molto importante. Qui torno a sottolineare una cosa su cui purtroppo oggi, in sede di Commissione, non ho ricevuto risposta dal Ministro e Vicepresidente Tajani e dal Ministro Crosetto che era anche attinente a questo.

Noi dobbiamo fare alcune scelte. Quando si dice che dobbiamo fare alcune scelte, significa che dobbiamo farle anche rapidamente, perché alle disponibilità dell'Europa, che ci dice che si possono non considerare i parametri del 3 per cento per le spese della difesa, per aumentare la capacità difensiva dei singoli Stati, dobbiamo rispondere nelle prossime settimane. Dobbiamo saper dire se l'Italia vuole attivare quella clausola, perché quella clausola ci consentirebbe di assumere quel personale che oggi non abbiamo. Questa è una risposta ai limiti del 2 per cento dell'obiettivo NATO - che presto, tra qualche mese, arriverà al 2,5 - e anche una risposta operativa alla nostra necessità di svecchiare il personale delle Forze armate che, così come il personale delle Forze di polizia, oggi ha un'età media troppo alta e, quindi, inadeguata a dare quella funzionalità e quella capacità operativa di cui invece hanno bisogno Forze armate, Forze di polizia e Corpo dei vigili del fuoco (questo l'ho già detto prima).

Quindi, voteremo a favore di questo provvedimento, perché, come dicevo all'inizio affronta, una serie di questioni che alla fine è condivisa da tutti. Infatti, trovare la differenza su questo francamente mi sembra un'operazione abbastanza complicata, ma sapendo che ci sono tante cose che, in questo provvedimento, mancano, dobbiamo avere il coraggio di dire che occorrono risorse per essere affrontate e coraggio, per cui la maggioranza e opposizione dovrebbero avere la capacità di collaborare un po' di più (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, ho avuto modo in più di un'occasione, sia in Aula, sia in Commissione, di intervenire sui contenuti e sulle finalità di questo provvedimento. Ho avuto l'onore di svolgere, insieme al collega De Corato, il ruolo di relatore in entrambi i consessi e di approfondire bene le tematiche rilevate. Sono estremamente convinto della correttezza degli interventi che abbiamo predisposto, interventi che hanno l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro, il funzionamento e l'efficienza delle Forze dell'ordine.

Vi sono tematiche che sono di competenza della Commissione ambiente - ad esempio in relazione al Corpo dei vigili del fuoco - tra cui anche una delega al Governo per assicurare gli obiettivi di salvaguardia della vita umana, anche in relazione alle criticità connesse ai rischi determinati dai cambiamenti climatici e dalla transizione energetica, al potenziamento delle capacità operative dei reparti per la tutela ambientale, forestale e agroalimentare dell'Arma dei carabinieri.

Poi vi sono aspetti che attengono più strettamente alle materie del lavoro e della previdenza, sempre nell'ambito delle Forze dell'ordine, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Ma il corpo centrale del testo attiene, appunto, alla I e alla IV Commissione; in particolare, per quanto riguarda gli aspetti che ho potuto maggiormente approfondire come relatore per la Commissione difesa, cito, ad esempio, l'intervento sul codice dell'ordinamento militare, che reca la disciplina dell'organizzazione mobile e speciale dell'Arma dei carabinieri, articolandola nel Comando unità mobile e nel Comando unità specializzate.

Si tratta di una riorganizzazione funzionale che opera accorpando in un'unica posizione - quella del Comando unità mobili e specializzate dell'Arma dei carabinieri, retta da un unico generale di Corpo d'armata - le due posizioni di vertice per un maggior coordinamento, appunto, delle attività.

Quindi non indulgerò ulteriormente nel dettaglio delle misure che siamo chiamati ad approvare in questa sede, sperando che l'approvazione avvenga con il più ampio consenso possibile.

Il provvedimento, signor Presidente, ha sullo sfondo un tema che ricorre spesso in quest'Aula ed è un tema particolarmente sentito da tutti i cittadini, ovvero la sicurezza.

Il tema della sicurezza lo affrontiamo quando discutiamo di politica estera, quando discutiamo degli scenari critici e dei possibili riflessi per il nostro Paese, quando fronteggiamo la crisi energetica e diversifichiamo le fonti di approvvigionamento, quando parliamo di rischio idrogeologico e di fragilità del nostro territorio, quando interveniamo nelle periferie sociali del Paese contrastando il degrado e la criminalità, quando gestiamo i flussi migratori, quando tuteliamo la sicurezza sul lavoro. Il termine che ricorre è sempre lo stesso: sicurezza. E la sicurezza rappresenta una priorità per gli italiani e per il Governo, in tutte le sue declinazioni.

Mi preme sottolineare come la percezione degli italiani sia forte, in questo senso. L'85 per cento dei cittadini ritiene la sicurezza una priorità e un terzo dei cittadini non si sente al sicuro: ecco, vi è un sentimento di insicurezza che, purtroppo, aumenta sempre di più nelle città medio-grandi. E allora dobbiamo fare di più, dobbiamo farlo soprattutto a supporto delle donne e degli uomini che ogni giorno profondono il loro impegno a tutela di tutti i cittadini. Sono loro a fronteggiare quotidianamente i rischi e le minacce.

Ma la sicurezza non si misura solo attraverso la percezione dei cittadini. La sicurezza la si mette in atto con politiche, strategie e interventi puntuali, come appunto quello in discussione oggi, perché serve anche organizzazione affinché vi sia azione.

Mi soffermo, per un momento, su uno dei temi specifici affrontati dal provvedimento, volendo sottolineare l'importanza della tutela del patrimonio artistico e culturale, il nostro patrimonio artistico e culturale. Su questo punto il testo interviene con il potenziamento del contingente speciale.

Il nostro patrimonio artistico e culturale, signora Presidente, è rappresentato dalle nostre radici; è la nostra eredità, ciò che intendiamo lasciare alle nuove generazioni che abbiamo raccolto, riscoperto, salvaguardato e protetto dalle opere dei nostri avi. Sono la nostra identità, raccontano la nostra storia e la nostra civiltà ed è più che mai necessario rafforzarne la tutela.

Ma vi è anche la tutela del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio naturale. Ho accennato prima al tema del rischio idrogeologico. E sempre più spesso dobbiamo confrontarci con le due facce della natura: la sua forza incontenibile - quasi ferocia - quando si scatenano eventi calamitosi; all'opposto, la sua fragilità e delicatezza, che espone sempre più l'uomo ai pericoli della sua furia. Salvaguardare la natura in tutto il suo complesso, considerando fauna e flora, vuol dire tutelare l'uomo e il suo habitat.

Signora Presidente, c'è una certa ideologia che vuole porre in contrapposizione elementi che fino ad oggi, che fino a qui, in questo mio breve intervento, ho inteso mettere assieme: Forze dell'ordine e cittadini, uomo e ambiente. È una visione a cui mi oppongo fermamente, scegliendo di tutelare le Forze dell'ordine, per la sicurezza e il bene dei cittadini, e di tutelare il patrimonio ambientale per il bene e il benessere dei cittadini.

Detto questo risulta a mio avviso particolarmente rilevante approvare oggi un testo che mira a rinnovare e potenziare l'organizzazione e il funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si tratta di un tassello importante per il rafforzamento delle nostre strutture di sicurezza e difesa nazionale, perché questo provvedimento tiene in conto le esigenze concrete di chi ogni giorno opera per garantire la sicurezza e la difesa del nostro Paese.

Per tutti questi motivi, visto il frutto del lavoro parlamentare su un provvedimento articolato e complesso a sostegno del comparto della sicurezza, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Il disegno di legge al nostro esame, già approvato dal Senato e presentato dal Governo, nasce con l'intento di affrontare alcune questioni strutturali ed organizzative inerenti alle Forze di polizia, alle Forze armate e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Settori strategici per la vita civile e democratica del nostro Paese, ai quali il MoVimento 5 Stelle riconosce, da sempre, un valore centrale e imprescindibile.

In prima lettura al Senato, il Movimento 5 Stelle ha seguito attentamente il percorso legislativo, offrendo un contributo attivo e costruttivo, nella convinzione che fosse necessario intervenire con determinazione per migliorare le condizioni operative e organizzative di queste istituzioni, ma soprattutto nella prospettiva di rafforzare davvero la sicurezza e la tutela dei cittadini; un confronto approfondito, un dibattito che ci ha visto protagonisti con proposte concrete e circostanziate; ma dobbiamo esprimere con rammarico la nostra delusione per l'atteggiamento della maggioranza che ha voluto respingere in maniera sistematica e pregiudiziale ogni nostro contributo.

Abbiamo presentato emendamenti volti a migliorare concretamente le condizioni lavorative, economiche e logistiche del personale delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco, proposte che non miravano ad alcuna contrapposizione politica, bensì alla risoluzione pratica di questioni oggettivamente rilevanti per migliaia di operatori.

Questo atteggiamento di chiusura, Presidente, appare francamente incomprensibile soprattutto in considerazione del fatto che non parliamo di questioni ideologiche o di partito, ma di tematiche sensibili, in cui il bene comune e l'interesse generale dovrebbero prevalere su qualsiasi logica di appartenenza politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

È inaccettabile, dal nostro punto di vista, vedere un atteggiamento del Governo e della maggioranza che sembra più dettato da una prova di forza politica che da una reale volontà di dialogo e di ascolto delle opposizioni.

La nostra preoccupazione, Presidente, riguarda il fatto che si tratta proprio di un provvedimento più declamato che realmente sostenuto da una visione strategica di lungo termine. La sicurezza dei cittadini e la piena funzionalità delle Forze dell'ordine e dei Vigili del fuoco non si possono perseguire soltanto attraverso interventi formali, burocratici o regolamentari. Occorre, al contrario, uno sforzo più incisivo e significativo sotto il profilo economico, strutturale e sociale.

In questo senso dobbiamo constatare che il Governo ha scelto la strada meno impegnativa e meno onerosa, delegando buona parte delle questioni irrisolte a un futuro incerto o a una semplice ridefinizione organizzativa che nei fatti cambia poco o nulla nella quotidiana operatività degli operatori della sicurezza e del soccorso.

Facciamo alcuni esempi concreti. In questo provvedimento si prevede, ad esempio, la possibilità di ridurre i corsi di formazione iniziale per il personale della Polizia di Stato. Ci chiediamo quale visione possa ispirare tale scelta, visto che proprio la formazione rappresenta una componente essenziale per garantire professionalità, competenza e qualità del servizio ai cittadini. Abbiamo cercato di introdurre quantomeno una verifica nel tempo per comprendere se questa scelta fosse realmente funzionale, ma il Governo ha preferito respingere tale proposta senza offrire alcuna spiegazione ragionevole.

Analogamente sono state inserite norme relative all'attività libero-professionale degli psicologi appartenenti alla Polizia di Stato.

È una misura che certamente non incide sulla sicurezza del Paese e che appare più come un intervento marginale e secondario, quasi simbolico, rispetto alle reali necessità del personale operativo delle Forze di polizia.

Signor Presidente, se il Governo volesse realmente affrontare in maniera efficace e duratura la questione della sicurezza dovrebbe avere il coraggio politico di guardare oltre le politiche emergenziali e repressive, concentrandosi, invece, sulle radici più profonde dei fenomeni criminali e del disagio sociale. Non possiamo nascondere la preoccupazione nel constatare che questo disegno di legge sembra, purtroppo, procedere in una direzione diametralmente opposta. Inoltre, non è accettabile che chi ha il compito fondamentale di garantire la sicurezza e il soccorso della comunità debba continuamente confrontarsi con le carenze strutturali, che ne limitano pesantemente l'efficacia e compromettono spesso la qualità del servizio reso ai cittadini.

Abbiamo provato concretamente ad intervenire su questi aspetti attraverso emendamenti precisi e puntuali, incentrati su alcune questioni centrali che riguardano direttamente la vita lavorativa e quotidiana del personale delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Parliamo, ad esempio, della proposta di creare un fondo specifico per l'incremento e la riqualificazione degli alloggi di servizio, che è una questione particolarmente sentita da migliaia di operatori delle Forze dell'ordine che svolgono il loro servizio lontano dalle famiglie e dai loro luoghi di residenza. Questo intervento avrebbe permesso non solo di migliorare stabilmente la qualità di vita di chi si trova ad operare in condizioni già difficili, ma avrebbe rappresentato una forma di riconoscimento e valorizzazione del lavoro svolto quotidianamente.

Allo stesso modo, abbiamo insistito affinché fosse riconosciuta una maggiore equità nel trattamento economico del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, equiparandolo finalmente a quello degli altri Corpi dello Stato per ciò che riguarda le indennità connesse al lavoro notturno, festivo e in particolari festività. Anche su questo, però, abbiamo ricevuto risposte negative dalla maggioranza, con un'inspiegabile chiusura che fatichiamo sinceramente a comprendere.

Eppure, Presidente, si tratta di richieste semplici e ragionevoli, ma ancora una volta, purtroppo, registriamo con amarezza che il Governo ha preferito ignorare tali istanze, continuando sulla strada di interventi spot scollegati rispetto a una visione organica e coerente e totalmente privi di quella necessaria sensibilità sociale che dovrebbe, invece, essere alla base della politica che vogliamo definire realmente efficace e inclusiva.

Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle è convinto che la sicurezza, per essere realmente efficace e sostenibile, debba passare attraverso una visione integrata che unisca prevenzione, sostegno sociale e interventi mirati. Questo provvedimento avrebbe potuto rappresentare un'opportunità preziosa per dimostrare una volontà politica differente, più coraggiosa, capace di affrontare i problemi alla radice, garantendo condizioni operative dignitose per le Forze dell'ordine e dei Vigili del fuoco e, al contempo, offrendo risposte credibili a quei cittadini che vivono condizioni di marginalità e difficoltà sociale. Non possiamo, quindi, sostenere convintamente un testo che rappresenta un'occasione persa.

Con il nostro voto intendiamo, pertanto, lanciare un chiaro messaggio politico, richiamando il Governo a un maggior rispetto, autentico e sostanziale, delle istituzioni democratiche, della collaborazione parlamentare e, soprattutto, delle esigenze concrete dei cittadini e degli operatori della sicurezza. Per tutte queste ragioni, Presidente, annuncio formalmente che il gruppo MoVimento 5 Stelle esprimerà voto di astensione sul disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, colleghe e colleghi, con il voto favorevole, che ci apprestiamo ad esprimere, sanciamo l'approvazione di un provvedimento molto atteso, necessario e profondamente giusto, come qualcheduno di voi, sia della maggioranza che dell'opposizione, ha manifestato in quest'Aula. Un provvedimento sul quale, devo dire, rimane molto difficile, secondo me, esprimere una valutazione negativa. Il disegno di legge n. 2139? rappresenta una svolta nell'ordinamento e nel funzionamento di tre pilastri fondamentali dello Stato: le Forze di polizia, le Forze armate e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Oggi non votiamo solo, quindi, una riforma organizzativa, come tante altre importanti. Oggi affermiamo una visione, quella di uno Stato che si fa finalmente carico, in modo concreto e responsabile, delle esigenze di chi ogni giorno indossa un'uniforme per servire la collettività e questi sono fatti concreti, direi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE): uomini e donne che operano nel silenzio, spesso lontano dai riflettori - anzi direi quasi sempre -, ma in prima linea nella tutela dell'ordine pubblico, nella sicurezza dei territori, nella difesa della Nazione, nella Protezione civile e nel soccorso in caso di emergenze.

Questo disegno di legge interviene in modo organico su aspetti cruciali: migliora l'ordinamento; razionalizza l'organizzazione; garantisce un funzionamento più efficace, più efficiente e moderno degli apparati, anche grazie a una maggiore interoperabilità tra le Forze dell'ordine; soprattutto, pone al centro la valorizzazione del personale - questo penso che sia un punto fondamentale - , riconoscendone il ruolo, la professionalità e la dedizione; si rafforza il principio di equità nella progressione di carriera e questo qualcheduno l'ha fatto rilevare, ma credo che sia importante ripeterlo; si introducono strumenti di aggiornamento e formazione più adeguati alle sfide contemporanee; si prevede una più equa distribuzione delle risorse e si riduce la burocratizzazione che, per troppo tempo, ha frenato l'operatività di questi Corpi fondamentali.

Al riguardo non possiamo non sottolineare, con forza, il valore simbolico di questo intervento, che va anche oltre l'importanza dello stesso. Dopo anni di riforme annunciate e mai concluse - sì, dopo anni, purtroppo, di riforme annunciate e mai concluse -, oggi il Parlamento, forse anche in una serata non particolarmente eclatante dal punto di vista dell'immagine esterna e questo è un fatto abbastanza grave, perché stiamo parlando di un provvedimento che forse non porterà evidentemente voti a nessuno dei partiti - anzi, io spero che non porti i voti a nessuno, ma che li porti alla credibilità generale e questo credo che sia un fatto molto più importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) -, forse per questo motivo, dicevo, passa un pochino in secondo ordine; non ci sono prime donne che fanno l'acuto e non ci sono claque preparate per sottolineare questo tipo di provvedimento.

Al riguardo, non possiamo non sottolineare il valore simbolico, dicevo, di questo intervento. Dopo anni di riforme annunciate e mai concluse, oggi il Parlamento dà una risposta concreta. Non si tratta, ovviamente, di concessioni - diciamolo pure: non sono concessioni -, ma di un atto di giustizia istituzionale. Lo dobbiamo a chi è caduto in servizio, a chi ha sacrificato la propria salute e la propria serenità per adempiere al giuramento prestato e lo dobbiamo a chi continua, giorno dopo giorno, a proteggere le nostre comunità.

L'approvazione del disegno di legge n. 2139? è anche un segnale ai cittadini. Lo Stato si rafforza non solo aumentando le risorse, ma organizzandosi meglio, ascoltando chi opera sul campo, superando logiche obsolete. In un'epoca segnata da nuove minacce - dal terrorismo alla criminalità organizzata, dai rischi ambientali alle emergenze internazionali - non possiamo permetterci strutture lente, regole inadeguate o personale demotivato. Ma attenzione: questa riforma, per quanto significativa, non è un punto d'arrivo - diciamocelo nella logica di quanto detto precedentemente -, ma è solo un passaggio; un passaggio importante, ma è un passaggio. Bisogna lavorare ancora e lo diciamo noi che facciamo parte di questa maggioranza. È l'inizio di un percorso che dovrà proseguire con determinazione. Sarà necessario monitorarne l'attuazione, verificarne gli effetti sul campo reali e, soprattutto, garantire che le risorse stanziate trovino applicazione reale, concreta ed efficace. Dovremo vigilare affinché ogni Forza coinvolta - Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Esercito, Marina, Aeronautica, Vigili del fuoco - sia messa in condizioni di operare al meglio e dovremo continuare ad ascoltare, con umiltà istituzionale, le voci di chi lavora ogni giorno per la sicurezza e la libertà di tutti noi.

Con questo voto affermiamo un'idea di Stato che non si gira dall'altra parte, ma che guarda in faccia le proprie responsabilità; uno Stato che non dimentica chi lo serve, uno Stato che sa che la sicurezza, la difesa e il soccorso non sono semplici funzioni amministrative, ma pilastri della nostra convivenza democratica. Per queste ragioni, annuncio con fermezza e convinzione il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento; un voto che è, prima di tutto, un tributo di gratitudine, rispetto e fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Saluto studentesse, studenti e docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Arangio Ruiz” di Augusta, in provincia di Siracusa, che partecipano oggi alla giornata di formazione a Palazzo Montecitorio (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Carra'. Ne ha facoltà.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, innanzitutto desidero rivolgere un sentito elogio a tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, con dedizione e sacrificio, garantiscono la sicurezza dei cittadini e la difesa del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Il loro impegno è imprescindibile per il mantenimento dell'ordine pubblico, la protezione della popolazione e la gestione delle emergenze. Senza il loro coraggio e la loro professionalità l'Italia non potrebbe affrontare la sfida che si presenta nel quotidiano.

Il provvedimento sul quale ci accingiamo ad esprimere il nostro voto è un intervento ampio e articolato che incide sulle nostre Forze di polizia, sulle Forze armate e sul Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Reca misure che rispondono a necessità, acutamente avvertite, di modernizzazione, di ottimizzazione delle risorse e di miglioramento della funzionalità di questi Corpi, ai quali sono rimesse la difesa e la protezione dei cittadini. L'obiettivo è quello di rafforzare l'efficacia organizzativa e operativa di queste istituzioni, introducendo novità che toccano ambiti essenziali: dall'organizzazione interna e dai criteri di assegnazione fino alla semplificazione delle procedure di formazione e di reclutamento.

L'intervento normativo al nostro esame pone un'attenzione particolare ai diritti e al benessere del personale e delle loro famiglie.

Per quanto riguarda i profili di più marcato interesse per il comparto della difesa, si segnala l'accorpamento in un'unica posizione, quella del Comando unità mobili e specializzate dell'Arma dei carabinieri, retta da un unico generale di Corpo d'armata, delle due posizioni di vertice già preesistenti, che erano finora state dirette da due distinti generali di Corpo d'armata.

L'innovazione è benvenuta: questa misura dovrebbe infatti assicurare una gestione più efficace delle due specialità, risparmiando al contempo una posizione di impiego per un generale di Corpo d'armata, che sarà poi destinato all'incarico di manager privacy, figura che dovrebbe assicurare il rispetto e l'applicazione della legislazione in materia di protezione dei dati personali nei processi sviluppati da tutte le unità dell'Arma dei carabinieri.

Un'altra norma di interesse dispone poi che, al vertice del comparto contingente per la Banca d'Italia dell'Arma dei carabinieri, possa essere preposto, oltre che un generale di brigata, anche un generale di divisione. Viene altresì consentito di far affluire sul conto corrente fruttifero acceso presso la Cassa depositi e prestiti le somme annualmente maturate a titolo di IVA a credito nell'ambito delle attività di tutela e salvaguardia delle riserve naturali e di gestione degli altri beni destinati alla conservazione della biodiversità, già affidate al Corpo forestale dello Stato, ora, invece, attribuita all'Arma dei carabinieri.

Sono presenti anche disposizioni in materia di personale del Comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che permetteranno di incrementarne gli organici di 40 unità.

Meritano di essere segnalate, inoltre, diverse norme in materia di personale delle Forze armate, relative in particolare al computo dei periodi di comando, all'impiego di ufficiali in incarichi qualificanti presso enti ed agenzie esterne alla Difesa e alla decorrenza delle promozioni a tenente colonnello. Viene altresì permesso all'Arma dei carabinieri di procedere all'assunzione, a tempo indeterminato, di 100 operai nel 2025 e altri 38 nel 2026. Ci sono novità anche in materia di trattamento economico per tutto il personale del comparto difesa e sicurezza. In particolare, beneficeranno degli incentivi previsti per le funzioni tecniche anche gli ufficiali superiori e i generali.

Segnaliamo, inoltre, le disposizioni in materia di personale del Corpo delle capitanerie di porto e della Guardia costiera che prevedono il potenziamento di competenze ed organici. Non saremo mai troppo grati a chi presiede i confini marittimi del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo provvedimento rappresenta un passo avanti per il miglioramento delle condizioni di lavoro di queste categorie e per una maggiore efficienza operativa. Come Lega-Salvini Premier siamo fermamente convinti che investire nelle nostre Forze dell'ordine e nei nostri militari significa investire nella sicurezza e nella stabilità della Nazione.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, in ragione della rilevanza degli interessi tutelati, su tutti il benessere e l'efficienza dei Corpi armati dello Stato, cui è rimessa la sicurezza di tutti noi, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore dell'approvazione del provvedimento che oggi è in nostro esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ascoltavo con attenzione, prima, l'onorevole Bagnasco di Forza Italia quando diceva che è difficile votare contro questo provvedimento e devo dire che ha ragione perché in questo provvedimento c'è talmente poco - mi spingerei a dire: non c'è veramente niente - che è persino difficile votare contro. E però, guardate, è la stessa ragione per cui è molto complicato anche votare a favore. Perché vale quello che ha detto prima il collega Zaratti, cioè questa è una grandiosa occasione persa.

Ogni volta che questo Governo e questa maggioranza mettono mano al tema delle Forze dell'ordine o lo fanno in maniera demagogica, ossia con la risposta panpenalistica - aumentiamo le pene, aumentiamo i reati - oppure lo fa col nulla. Qui stiamo parlando di ragioneria. Ha fatto bene, adesso, il collega della Lega a ricordare tutte le grandiose cose che sono ricomprese, tipo l'assunzione di 15 operai. Mi sembra una cosa importante, così miglioriamo un po' il livello delle assunzioni in questo Paese. Io credo questo: noi qui abbiamo avuto una grande occasione che voi avete completamente perso per un motivo, perché qui noi stiamo parlando di eccellenze. La materia trattata ha a che fare con Corpi dello Stato che rappresentano vere eccellenze, riconosciute a livello internazionale, perché le operazioni delle nostre Forze dell'ordine, dei nostri Carabinieri, sui teatri esteri, delle missioni estere, sono riconosciute come di primissimo piano.

Quando accadono tragedie in giro per il mondo, anche molto distanti dall'Italia e dall'Europa, i primi che vengono chiamati sono i Vigili del fuoco italiani per la loro professionalità, per la loro competenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Di conseguenza, credo che tutte queste persone si meriterebbero molto di più, quei Corpi, quelle persone, così come la Polizia di Stato, che è tenuta in grande considerazione in Europa nei centri di coordinamento. E voi cosa fate? Voi fate veramente il minimo sindacale.

Quando si mette mano a questi Corpi - ho sentito addirittura evocare la parola “riforme”, io suggerirei a tutti di tenere le cose più basse, perché le riforme sono fatte in un altro modo - allora bisognerebbe mettere mano innanzitutto, punto primo, al portafoglio perché, altrimenti, non stiamo parlando di una cosa seria; e due: indirizzare gli sforzi, anche quelli normativi, anche quelli legislativi, nella giusta direzione. Non si può parlare di condizioni delle Forze dell'ordine se non si affronta, in maniera decisa, la questione delle risorse economiche - diciamo così - messe a disposizione per gli stipendi. Io ricordo solo che questo Governo è riuscito a rinnovare un contratto collettivo nazionale riconoscendo meno soldi di quelli che si è mangiata l'inflazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Diciamo che bisogna mettersi veramente di buzzo buono per farlo. E poi non si mette mano al tema delle politiche abitative per le Forze dell'ordine e - aggiungo - per i Vigili del fuoco. Infatti, spesso e volentieri, gli agenti, magari giovani, magari assunti da poco, che prestano servizio in realtà urbane molto consistenti e perciò costose in termini di politiche abitative e di alloggi, vengono lasciati soli e vengono sottratte risorse.

Guardate: ho ascoltato con attenzione le parole che il comandante dell'Arma dei carabinieri, Generale Luongo, ha speso poco tempo fa in Commissione al Senato e, qui, alla Camera. Ha detto cose molto chiare sia sugli organici, sia sulle politiche abitative. A un certo punto, ha chiesto a tutti i presenti (e la maggioranza si è sentita di rispondere in maniera accorata): cosa potete fare per noi? Quando arrivano i momenti importanti, sappiate come votare, cioè sappiate da che parte stare. Perfetto. Questa sarebbe stata un'ottima occasione da parte del Governo per apparecchiare norme che potessero veramente far star meglio e far lavorare meglio i nostri agenti e i nostri Vigili del fuoco. Invece - torno su un tema che ho sottolineato prima, durante la discussione sugli emendamenti - tagliate i tempi della formazione. È come dire che uno, il liceo, lo deve fare in tre anni, invece che in cinque, o che si deve laureare in un anno e mezzo, invece che in tre. Cioè la formazione è una cosa dannatamente seria, ma questo non è un modo serio per approcciarsi. Perché ridurre i tempi per diventare commissario, vice commissario, tecnico e non solo significa avere persone naturalmente meno preparate - è inevitabile -, così come aver tagliato in alcune situazioni anche la formazione di altre figure professionali. Noi dobbiamo investire sulla formazione anche da questo punto di vista.

Guardate, c'è un motivo per cui non si fa, cioè c'è una forte domanda, perché tanti stanno andando o andranno in pensione e ci sono poche scuole per formare gli agenti. Però, sapete, non è colpa del destino cinico e baro, se ci sono poche scuole con pochi posti di formazione, ma è perché qualcuno, che era qua dentro e oggi è nella maggioranza, un po' di anni fa fece quelle che si chiamarono cartolarizzazioni, che portarono alla vendita delle scuole, che oggi non sono in grado di sostenere la formazione dei nostri ragazzi e, di conseguenza, non sono in grado di formare persone per tutelare e difendere in maniera adeguata i cittadini, le donne e gli uomini di questo Paese. Voi cosa fate? Trovate la risposta, prorogando - è notizia di queste ore - il progetto “Strade Sicure”.

Ora, vista anche la condizione internazionale e visti gli impegni che le Forze armate possono essere chiamate ad assumere, usare 6.800 militari italiani per metterli nelle stazioni, davanti alle ambasciate o in luoghi anche molto meno rilevanti credo sia un errore, perché non è il loro mestiere. Non è il loro mestiere! Loro fanno altro. Sono stati formati - torniamo ancora questo tema - per fare altro.

Il presidio alla stazione Termini è fatto con mitra che sono grandi così. Tutti speriamo che nessuno sia messo nelle condizioni di usare quei mitra. I militari non possono fare autonomamente nemmeno gli interventi, ma devono essere accompagnati - è giusto - dalle Forze dell'ordine. Ma, allora, che i militari facciano i militari e le Forze dell'ordine vengano messe nelle condizioni, aumentando gli organici, di fare il proprio dovere. Anche perché, se qualcuno può pensare che, in questo modo, con “Strade Sicure”, con i militari agli angoli delle strade, con il fucile e le mimetiche, si possa risparmiare, ha sbagliato a fare i conti: stiamo parlando di 240 milioni all'anno messi a bilancio. Sono cifre che fanno accapponare la pelle e che dimostrano che l'intera impostazione non sta insieme.

La demagogia, quando va oltre un certo segno, produce danni veri. Non si può fare la propaganda sul tema dell'insicurezza - magari giocandosi una partita politica tra la maggioranza e l'opposizione, ma anche dentro la maggioranza - e poi non fare le cose che devono essere fatte. Voi qui oggi sareste dovuti arrivare con le cose giuste da fare, non con due compitini costruiti - e ha ragione chi lo diceva prima - dagli uffici, perché questa non è la direzione giusta.

Allora, se vogliamo veramente investire sulle donne e gli uomini che garantiscono il comparto della difesa e della sicurezza, dobbiamo fare altro! Lo possiamo fare, basta che la smettiamo con questi atteggiamenti.

E poi mi permetta, Presidente, un'ultima cosa. Questi sono provvedimenti che vendete all'esterno come assolutamente necessari e urgenti, come alcuni decreti che avete fatto. Tuttavia, vi dico una cosa, semplicemente perché la sappiate: questo è stato incardinato al Senato il 1° marzo 2024, sono passati 13 mesi. Dov'è tutta questa urgenza che voi dite adesso, “dobbiamo fare questa cosa perché è importantissima”? Il DDL Sicurezza è passato in Consiglio dei ministri a novembre, ma non del 2024, del 2023! È questa l'emergenza che voi segnalate oppure questa è la vostra propaganda? Io penso veramente che sia venuto il momento di fare un po' le cose serie, però temo che voi non siate le persone giuste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Corato. Ne ha facoltà.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, rivolgo, a nome di Fratelli d'Italia, la solidarietà a questi uomini e a queste donne di cui abbiamo parlato, soprattutto a tutti: alle Forze di polizia, alle Forze armate, al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ovviamente a tutti coloro che tutelano la nostra vita in situazioni molto difficili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Molto difficili perché vede, caro onorevole Mauri, io non credo che ci sia stato un Governo…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Tramite la Presidenza, va bene. Io non credo ci sia stato un Governo che, nel giro di qualche mese, abbia portato in quest'Aula due provvedimenti. Infatti, non dobbiamo dimenticare che c'è un altro provvedimento che la Camera ha approvato, che, in questo momento, giace al Senato e che dava già un primo importante segnale, signor Presidente, su alcune questioni fondamentali. Quel decreto Sicurezza che tanto viene osteggiato, è stato osteggiato qui, abbiamo fatto sedute notturne, ecco questa è la vostra solidarietà nei confronti di questi uomini e queste donne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tanto per dirlo in termini chiari.

Abbiamo previsto in quel decreto tutele per lesioni personali a un ufficiale o a un agente di Polizia giudiziaria, abbiamo dato tutele nei confronti di chi è oggetto di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, abbiamo aumentato le pene, signor Presidente tramite lei, mi rivolgo all'onorevole Mauri, che ha dimenticato le nottate a cui ci ha costretto - lui e tutto il campo largo -, per approvare quel decreto. Oggi venite qui a parlare, mi viene quasi da ridere se non fosse una questione fondamentale per la nostra esistenza.

Abbiamo cercato di tutelare tutti gli uomini impegnati, Vigili del fuoco, ma soprattutto - perché sono ancora più a rischio - le Forze dell'ordine. Io voglio dire che il vostro cerchiobottismo è così evidente perché, quando si parla di divise, voi non siete in grado, neanche qui! Questo non è un provvedimento che ha al suo interno interventi restrittivi nei confronti dei cittadini, no! Questo è un provvedimento che dà una mano alle Forze dell'ordine, ma siccome, quando vedete le divise, non riuscite nemmeno a passare alla fase dell'approvazione, no! Vi fermate all'astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Guai se, su questioni che riguardano divise e uomini che operano per la nostra libertà, votiamo tutti insieme. No, no, no, per carità, fermi!

E così avete fatto, perché vede, signor Presidente, “i militari”, diceva l'onorevole Mauri. Bene, quando sono stati utilizzati i militari per “Strade sicure” nella sua città - non nella sua, Presidente, ma in quella dell'onorevole Mauri - quei 400 uomini hanno fatto diminuire - questi sono i dati della questura di Milano dove sono stati utilizzati nell'operazione “Strade sicure” - del 40 per cento i reati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oggi Milano è la città più pericolosa d'Italia, la più pericolosa, e lo dice Il Sole 24 Ore con i dati del Viminale. Per cui di che cosa state parlando? “I militari negli angoli”. No, i militari li abbiamo messi nelle strade e i reati sono diminuiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Invece voi, appena è arrivato il vostro sindaco, tolti tutti i militari, avete consegnato la città ai delinquenti, tant'è che la nostra è la città più pericolosa d'Italia. Questa è diventata Milano. Più pericolosa di Roma, di Napoli, di Palermo, di Torino. Questa è la realtà, cari amici e colleghi della sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Per non parlare, poi del fatto che - non voglio terminare, ma voglio ricordarlo - quando parlate di Carabinieri, caro Zaratti, parliamo di opere di Carabinieri…

PRESIDENTE. Sempre alla Presidenza...

RICCARDO DE CORATO (FDI). …per opere del patrimonio artistico, culturale. Quando, però, i Carabinieri fanno il loro dovere, come hanno fatto al Corvetto, come hanno fatto impedendo che qualcuno forzasse il blocco - e questo è nei compiti dei Carabinieri, come anche quello di tutelare le opere - non avete mosso un dito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Poi è arrivata la procura, avete accusato addirittura i Carabinieri, avete accusato i Carabinieri di fare una cosa che (Commenti del deputato Grimaldi)

PRESIDENTE. Collega Grimaldi, collega Grimaldi, non è un dibattito. Si sieda e ascolti.

RICCARDO DE CORATO (FDI). … il perito della procura ha detto che non era vero. Il perito della procura della Repubblica di Milano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Avete fatto anche questo (Commenti del deputato Grimaldi). E oggi…

PRESIDENTE. Collega Grimaldi, la richiamo all'ordine…

RICCARDO DE CORATO (FDI). E oggi non avete il coraggio nemmeno di votare a favore di un provvedimento che non contiene nulla, che parla solo di incrementi, per esempio del periodo minimo di servizio nella sede di prima assegnazione per gli agenti, vice ispettori e commissari, della possibilità di individuare posti di funzione dirigenziale in deroga; e prevede anche un'altra cosa importante: il ricordo delle vittime del dovere. Ma perché non l'avete fatto prima? L'Associazione vittime del dovere ha sottoposto a quasi tutti i vostri Governi l'ipotesi di ricordare le vittime del dovere. Mai fatto, e noi lo stiamo facendo in questo provvedimento perché le vittime del dovere bisogna ricordarsele sempre e non, diciamo, a tentoni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Per queste ragioni noi siamo convinti di queste misure, come anche di quella che riguarda le disposizioni per il Corpo di polizia penitenziaria di cui non ha parlato nessuno. Ma qui ci sono uomini e donne che fanno il loro dovere in condizioni estremamente difficili. Qui ci ricordiamo sempre di quelli che hanno fatto i reati, non ci ricordiamo che dove questi scontano le pene ci sono anche uomini e donne che vivono in uno stato di detenzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi ci ricordiamo solo di quelli che lì ci vivono. Per questi uomini e donne della Polizia penitenziaria, nei cui confronti siamo molto vicini, occorre consentire un'ulteriore ottimizzazione delle risorse che valorizzino pienamente il personale in servizio, rafforzando al contempo l'efficacia dell'azione all'interno delle varie sezioni detentive che voi visitate solo per andare a trovare quelli che hanno compiuto i reati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non per vedere e avvicinarvi a chi invece vive in condizioni difficili, come vivono anche coloro che sono detenuti.

Ecco perché noi siamo convinti di questo provvedimento. Ripeto, ve ne era uno prima, ma ve ne siete dimenticati. Vi siete dimenticati che quel provvedimento probabilmente ritornerà qui in quest'Aula e allora vi vedremo ancora una volta all'attacco, quando si tratta di divise e di uomini che portano le divise.

Voi siete sempre molto, molto lontani con i vostri voti. Mai una volta che io abbia visto la sinistra votare per gli uomini in divisa. Vedrò e vedremo se sarà così e quale sarà il vostro atteggiamento anche sul provvedimento che tornerà qui e di cui parleremo nelle prossime settimane. Ma già con quello che avete fatto nel precedente voto, non c'è molto da sperare.

Per queste ragioni, quindi, convinto che queste misure siano rispondenti ai principi di efficacia, funzionalità e doverosa tutela del personale del comparto sicurezza e difesa, esprimo il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia al provvedimento in esame e invito ovviamente tutti i colleghi deputati -tranne quelli che ormai, ripeto con le divise hanno una specie di iato - a sostenerlo con convinzione e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2139?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2139?:

S. 1053 - "Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

In morte dell'onorevole Salvatore Bellomi.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Salvatore Bellomi, già membro della Camera dei deputati nella XII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per chiedere, come Alleanza Verdi e Sinistra, un'informativa urgente alla Ministra Calderone e al Ministro Urso. Lo chiediamo perché infine ieri è successo quello che temevamo: per i 120 lavoratori rimasti dell'ex Gkn di Campi Bisenzio, ieri sono finite le procedure di mobilità e oggi - non è un pesce d'aprile - sono partite le prime lettere di licenziamento.

Sa perché è successo tutto questo, Presidente? Perché ieri l'azienda non ha reso pubblico il piano concordato presentato al tribunale di Firenze. Si è presentata al tavolo con una busta vuota (Il deputato Grimaldi mostra una busta vuota), completamente vuota. E così, il tavolo di crisi della regione Toscana si è concluso senza la proroga degli ammortizzatori sociali e con le rappresentanze sindacali lasciate prive degli elementi per discutere. Come si poteva affrontare una discussione senza le cifre chiare sulla bancabilità dei soggetti, per esempio, che finanziano l'operazione?

L'azienda aveva promesso di mostrare quel piano entro il 18 marzo. Non l'ha fatto e si è rifiutata di illustrarlo al Governo e alla regione. Anzi, direi solo alla regione, perché il Governo italiano non c'è, non è pervenuto. Ha poi respinto la richiesta di prorogare i termini della procedura di licenziamento.

Non ha fornito le buste paga e non ha detto chi sono i soggetti che finanzierebbero, appunto, il debito di QF. La realtà è che i lavoratori precipitano nella disoccupazione senza sussidi - ed era questo l'intento, sin dall'inizio - per colpa di un'azienda che agisce in spregio a ogni responsabilità sociale e lo ha fatto dall'inizio di questa storia.

Vorrei che qualcuno, anche dai banchi della maggioranza, si ricordasse come è avvenuta questa vicenda: 422 operai e operaie licenziati con un'e-mail. Già, sono passati anni dal 9 luglio 2021 e guardate che se quell'azienda non è stata abbandonata - checché ne pensi il Governo che, a un certo punto, ha detto che l'unico problema di Campi Bisenzio è che quella fabbrica andava sgomberata dagli operai - è perché gli unici che hanno tenuto aperta quella fabbrica sono i lavoratori e le lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), da anni lì in assemblea permanente per far sì che non venisse smontata, pezzo per pezzo, la loro fabbrica.

E sapete qual è l'unico progetto di riqualificazione e di reindustrializzazione? C'è solo quello degli operai e delle operaie dell'ex Gkn, che vogliono un progetto di riconversione ecologica dell'economia, perché i semiassi - ve lo dico così - non c'entrano nulla con la fine del motore endotermico. Anche il motore elettrico avrà quei semiassi. La verità è che il fondo Melrose aveva già pensato dall'inizio di fregarli e ci sono le inchieste che fanno vedere cosa è successo e lo sapeva anche l'ex FIAT, FCA Stellantis, cosa stava succedendo lì, in uno dei settori dell'automotive.

Allora, ho chiuso, Presidente. Siamo davanti a dei prenditori senza scrupolo. Il Governo si finge morto da troppo tempo: non interviene e non risponde alle interrogazioni. Chiediamo che venga in Aula a metterci la faccia. Se sta dalla parte degli speculatori lo dica, ma lo dica davanti al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Riferirò al Presidente della sua richiesta di informativa.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, Presidente. Io mi associo senz'altro, senza ombra di dubbio, alla richiesta di informativa che è stata proposta dal collega Grimaldi. “Insorgiamo” è il collettivo di fabbrica di Gkn, un collettivo di fabbrica che è in assemblea permanente dal 9 luglio 2021, con idee e proposte di riconversione ecologica della fabbrica. Hanno tenuto di fatto aperta la fabbrica, sono stati sottoposti anche a minacce vere e proprie e, nonostante questo, hanno resistito. Non solo hanno resistito, ma hanno rappresentato per tutta Italia un valore aggiunto, perché sono stati sempre presenti anche nei contesti sociali di altra natura: dalla pace fino ad altri momenti molto significativi e molto importanti rispetto a sostenere gli ultimi. Credo sia davvero un'esperienza interessantissima in termini di solidarietà, in termini di rivendicazioni sociali e in termini di proposizione. A questo si è associata anche una legge regionale toscana di sostegno a queste iniziative di recupero delle fabbriche e a chi ci lavora. Io credo che anche questo non vada assolutamente trascurato. Pensare che da oggi - che è il 1° di aprile e non è un pesce d'aprile - gli operai di Gkn sono di fatto licenziati, senza che la controparte riesca a produrre un piano concordato, un piano industriale, che doveva essere fatto, peraltro, entro il 18 marzo, credo che sia un'ulteriore offesa al buonsenso e soprattutto a queste famiglie. Ad oggi sono 121 gli operai che rischiano di trovarsi, da un giorno all'altro, senza nessun tipo di sostegno.

Credo, tra l'altro, che questo sostegno gli sia anche mancato, in questi mesi, anche in termini di ritardo rispetto alla cassa integrazione. Credo che meritino veramente di più - è da oltre tre anni che sono in assemblea permanente - e la cosa che ha lasciato ancora più l'amaro in bocca è che, all'epoca, il 9 luglio 2021 il licenziamento avvenne attraverso una mail. In questo c'è stato il sostegno delle parti sindacali, c'è stato il sostegno della FIOM e della CGIL.

La riconversione era possibile perché, come è stato detto, i semiassi vanno bene anche per il motore elettrico. Io credo che ci sia una miopia di fondo che è assolutamente straordinaria e credo che il Governo debba assumersi un ruolo importante proprio nella capacità di mediazione e di trovare delle soluzioni. Io credo che quella fabbrica non debba essere lasciata sola, credo che nessuno di quegli operai meriti il trattamento che ha ricevuto in questi anni da una gestione assolutamente scellerata di tutto il percorso che è stato fatto. Insorgiamo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Come dicevo, riferirò della richiesta di informativa giunta dai gruppi.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Da quattro giorni il mondo conosce, ogni istante, le immagini drammatiche del terremoto che ha colpito il Myanmar, la Thailandia, il Laos e l'Asia sudorientale. Abbiamo davanti a noi, tutti i giorni, le immagini devastanti della distruzione di intere città, delle migliaia e migliaia di vittime, molto di più delle 2.000 che sono accreditate dai comunicati ufficiali, perché il quadro di distruzione che quotidianamente vediamo lascia presumere che, sotto quelle macerie, ci sia un numero di vittime enorme.

Le immagini che noi vediamo sono le immagini della Thailandia, dove il terremoto è stato particolarmente aspro, ma l'epicentro è in Myanmar e dal Myanmar non giungono le stesse informazioni e le stesse immagini. Però, c'è da presumere, per come ci vengono date le testimonianze delle organizzazioni non governative e delle istituzioni umanitaria, che il quadro sia ancora più devastante e ancora più terribile.

Peraltro, questo terremoto sconvolge un Paese, il Myanmar, che per altre ragioni conosce una situazione drammatica: sotto il tallone, da anni ormai, di una giunta militare che con un colpo di Stato, nel 2021, rovesciò il tentativo - riuscito per un decennio - di garantire a quel Paese una transizione democratica, è percorso ormai da anni da una guerra civile tra la giunta militare al potere e le forze di opposizione, che in molti territori si sono costituite in potere autonomo e conducono una lotta armata contro la giunta militare.

E si può ben capire che il combinato disposto del terremoto con le sue devastazioni e le conseguenze drammatiche di una guerra civile che investe gran parte del territorio del Paese stia producendo una situazione di collasso del Myanmar particolarmente acuta.

Per queste ragioni, a nome del nostro gruppo, chiediamo al Ministro degli Affari esteri e al Ministro per la Protezione civile di venire a riferire in Parlamento su quali iniziative si stiano assumendo per garantire il più rapido e il più efficace inoltro degli aiuti umanitari, garantendo che l'inoltro consenta di far arrivare gli aiuti umanitari in tutti i territori, da chiunque siano controllati…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PIERO FASSINO (PD-IDP). … che cosa si metta in campo per favorire, almeno temporaneamente, una tregua rispetto alla guerra civile e per garantire che il Paese possa affrontare questa emergenza con una coesione che gli consenta di superare una situazione così drammatica e, in questo quadro, anche come il Governo stia agendo per chiedere la liberazione di tutti i detenuti politici, a partire dalla liberazione di Aung San Suu Kyi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Stamattina, su iniziativa del MoVimento 5 Stelle, è stato proiettato qui alla Camera il documentario No Other Land. L'iniziativa è stata promossa all'indomani dell'arresto, da parte dell'esercito israeliano, di uno dei quattro registi dell'opera Hamdan Ballal, poi rilasciato. No Other Land possiede la forza della verità. Ci racconta - anzi, forse meglio dire - ci fa proprio vedere, attraverso le riprese di un cellulare, senza alcun filtro, cosa vuol dire abitare in Cisgiordania, cos'è la quotidianità in Cisgiordania, non da oggi, non dall'8 ottobre 2023, ma da decenni; una quotidianità fatta di soprusi, sopraffazione e ingiustizie. Non si vive, si sopravvive in Cisgiordania. Si cerca di sopravvivere come si può. Ci si inventa un lavoro per sbarcare il lunario; magari si mette su un pollaio per garantire alla propria famiglia la sussistenza; prima ancora, si tira su una casa, una casa modesta giusto per avere un tetto sulla testa. Ma poi accade che arrivi l'esercito israeliano, una mattina, con un ordine di demolizione del tuo pollaio o della tua casa. Se sei un padre di famiglia che si oppone, vieni solo arrestato, se ti va bene, mentre i tuoi figli, bambini, vedono crollare giù quel poco che hanno, ma che per loro è tutto. Accade anche che quei bambini assistano alla demolizione della propria scuola. Se negli occhi di quei bambini c'è solo distruzione, violenza e prepotenza, sarà solo l'odio il sentimento che abiterà nel loro cuore per sempre.

C'è una frase del film, in particolare, che mi ha colpito: “Le persone devono capire come fare la differenza. Guardano un video, si commuovono, e poi?”. È un interrogativo che mi risuona in testa da stamattina, perché ci chiama ad un'assunzione di responsabilità, soprattutto a noi in quest'Aula; per questo, non basta provare empatia, a noi tocca trasformare la commozione in azione.

Continueremo da questi banchi a chiedere al Governo Meloni di condannare le azioni criminali del Governo Netanyahu, di non rendersi complice di un genocidio e di smettere di vendere armi ad Israele. Continueremo a chiedere al Governo di riconoscere lo Stato di Palestina, di riconoscere che bambini e bambine palestinesi hanno il diritto di crescere in pace in quella terra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente. Signora Presidente, domani il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, su cui pende notoriamente il mandato di cattura internazionale, sarà a Budapest, invitato dal Presidente ungherese Orbán. È un invito, ma non è solo un invito; è anche una sfida, una sfida aperta alla Corte penale internazionale e al diritto internazionale stesso.

Ieri, il portavoce della Commissione europea ha ricordato l'impegno degli Stati dell'Unione a garantire, cito: “la piena cooperazione con la Corte penale internazionale, compresa l'esecuzione tempestiva dei mandati di arresto in sospeso”. Ecco un impegno che Orbán intende disattendere. Ma si tratta solo di Orbán? Questa è la domanda. Vede, noi non abbiamo ancora capito da che parte stia il Governo italiano: dalla parte del diritto internazionale, come dovrebbe essere? Perché in questo caso diremmo alla Presidente del Consiglio di consigliare al Premier Orbán di rispettare il mandato di cattura e di far arrestare Netanyahu. Ma stiamo parlando della stessa Meloni che non ha mai espresso - dico mai - una parola di condanna per i crimini di guerra commessi dal Governo Netanyahu nella Striscia di Gaza, né di cordoglio, Presidente, nei confronti degli oltre 50.000 morti, uccisi e assassinati, e di questi molte migliaia sono bambini. Non ha mai chiesto neanche a Netanyahu di fermare il massacro e di ripristinare la tregua.

Se io le faccio l'elenco di quello che è successo dopo il 18 marzo, quando Netanyahu ha voluto rompere la tregua, questo elenco è lunghissimo; l'elenco dei crimini, sto dicendo. Ricordo solamente, l'aver bombardato l'ospedale oncologico a Khan Younis, il deposito della Croce Rossa, l'edificio delle Nazioni Unite, l'aver aggredito il regista del premio Oscar per No Other Land, Ballal, l'aver bloccato tutti gli aiuti umanitari che non possono entrare nella Striscia, aver tolto acqua ed elettricità, avere anche messo 15 corpi di medici e parasanitari massacrati, bombardati dentro le ambulanze, e averli fatti sotterrare; erano lì, con i loro corpi morti, con i guanti nelle mani, perché erano andati ad aiutare altre persone. Sono tutti crimini.

E allora, chiudo, signora Presidente: come fa il Ministro Tajani a dire - lo ha detto oggi in Commissione - di sentirsi a posto con la coscienza? Non ha nulla da rimproverarsi, perché? Perché c'è la missione Food for Gaza? Ecco, allora c'è da chiedersi, e chiudo veramente: ma quel food, quel cibo, quando arriverà? Quando a Gaza saranno tutti morti? Ecco, penso che, di fronte a questo, noi veramente ci indigniamo, perché trovo indecente la posizione del Governo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Comba. Ne ha facoltà.

FABRIZIO COMBA (FDI). Grazie, Presidente. È mancato ieri sera, a Torino, all'età di 78 anni, Tolomeo Del Grippo, uomo buono e generoso, con un non comune senso dell'etica e dell'attaccamento al lavoro. Arrivato giovane dalla provincia di Salerno in Canavese, lavora per anni nel settore delle forge, vocazione di eccellenza riconosciuta a livello mondiale in questo ambito territoriale. Un lavoro molto duro, svolto prevalentemente di notte, che però non lo risparmierà, anche durante le ore diurne, ad impegnarsi, insieme alla moglie, con determinazione a dar vita ad attività imprenditoriali.

Una vita apparentemente normale, come tante altre, se non fosse che Tolo - come lo chiameranno per la vita i familiari e gli amici - si distinguerà da subito per la sua generosità, per il donarsi agli altri e agli altri per gli altri. Ben presto diventerà il riferimento di una comunità. Giovani e meno giovani in lui trovano una parola, un consiglio, un conforto. Non si tirerà mai indietro, in particolar modo quando qualcuno perderà il lavoro e una famiglia verrà a trovarsi in condizioni di oggettiva difficoltà. Sarà impegnato sempre con sobrietà e sempre senza voler apparire, nelle dinamiche della vita sociale, nelle dinamiche politiche; apprezzati i suoi consigli anche da autorevoli figure di caratura nazionale.

Una vita sicuramente di sacrifici, ma anche di soddisfazioni umane; la famiglia al centro del suo universo, la sua comunità prima di ogni altra cosa; innamorato delle istituzioni, apprezzato da prefetti, appartenenti a Forze di polizia, ma soprattutto amato dalla gente comune. La sua piccola Busano, il piccolo centro, la chiesa, la piazza e poi le parole di Tolomeo. Mancherà a tutti. Mancherà quel sano riferimento, quella sua parola sempre pronta, i tanti aiuti, anche materiali, per i più fragili.

Ho vissuto con lui, insieme alla mia famiglia, tanti momenti lieti. Partecipo, a titolo personale, con viva commozione e cordoglio, al dolore della famiglia, della moglie Letizia, dei figli Angelo e Maurizio, e dei congiunti tutti. Addio, caro Tolo. Addio, caro amico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Collega, c'è un problema con il microfono, mi perdoni. Provi a usare l'altro. Prego.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ieri, nella mia città, Messina, è stata uccisa Sara Campanella. Sara è una ragazza di Portella di Mare, è una frazione di Misilmeri, in provincia di Palermo. Aveva 22 anni, studiava con passione e faceva il tirocinio in ospedale al Policlinico di Messina. Una ragazza come tante, con sogni, progetti, una vita davanti. È stata sgozzata in strada, alle 5 del pomeriggio, mentre tornava a casa, da un ragazzo - perché è un ragazzo, non posso chiamarlo uomo - che da anni la perseguitava, da un collega che non accettava di essere respinto.

Sara aveva paura. Lo chiamava il “malato che mi segue”. Aveva raccontato alle amiche il disagio, il fastidio, l'ansia, ma non aveva denunciato. Forse pensava che non servisse. Purtroppo aveva ragione, perché oggi, in Italia, denunciare non vuol dire essere al sicuro. Quante donne uccise dopo aver chiesto aiuto? Quante non credute? Quante lasciate sole? Ogni tre giorni una donna viene ammazzata in Italia: questa non è una tragedia, questa è una guerra. E allora diciamolo chiaro: il sistema non funziona! I braccialetti elettronici, quando ci sono, non funzionano come dovrebbero; le misure cautelari scadono prima dei processi; i centri antiviolenza sono pochi e sottofinanziati; la denuncia dovrebbe essere l'inizio della salvezza, invece, spesso, è l'inizio della fine.

Sara non aveva denunciato, ma aveva mandato un messaggio: “sono con il malato che mi segue”. E non c'era nessuno a proteggerla. Nessuno! Questo ci deve spezzare il cuore, ma anche farci salire la rabbia. Non possiamo più accettare questo silenzio istituzionale, e quindi chiedo, con forza, che ogni denuncia attivi misure immediate, reali e concrete; che i braccialetti elettronici siano affidabili e monitorati 24 ore su 24; che si rafforzi la rete di protezione intorno alle vittime, non solo dopo le violenze, ma ai primi segnali; che la prevenzione entri nelle scuole, nelle università e nelle case; che si faccia educazione sessuale e affettiva nelle scuole, perché i nostri giovani devono capire che un “no” è un “no”! E che non si ha il potere di fare quello che si vuole anche contro la volontà e la libertà di una persona di dire “no”!

Non possiamo restare in silenzio davanti all'ennesimo femminicidio. Le parole della mamma, che ha dichiarato che “Sara era il sole, ora noi siamo al buio”, straziano il cuore, e quindi mando un abbraccio fortissimo alla famiglia di Sara e al fidanzato, Antonino, poiché in questi momenti non ci sono parole che possono portare conforto.

Il nome di Sara Campanella merita di essere ricordato non solo per la sua tragica morte ma per il cambiamento che saprà ispirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giagoni. Ne ha facoltà.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi onorevoli, pochi giorni fa è successo un episodio vergognoso presso la scuola “Don Gavino Pes” di Tempio Pausania, che mette in evidenza quanto la scuola stia sempre più diventando terreno di scontro ideologico. E parlo dell'attivista, animalista, Enrico Rizzi, chiamato a parlare ai ragazzi del tema: allevamenti e benessere animale. Non un professore con competenze scientifiche ma un influencer senza arte né parte. Un tema delicato e complesso raccontato da Rizzi che, per ideologia e con il suo estremismo, ha gettato fango sui nostri pastori. Storia, tradizione e ricchezza della nostra amata terra. Tutelano e preservano, con le loro attività, l'equilibrio ecologico, ma anche economico della nostra terra. Senza i pastori la Sardegna muore. Noi, queste tradizioni le vogliamo conservare, valorizzare, proteggere, da questi soggetti che, scommetto, non hanno mai lavorato un giorno.

Il Parlamento ha recentemente compiuto passi importanti per inasprire le sanzioni contro il maltrattamento degli animali, provvedendo a tutelare il loro benessere in modo equilibrato e razionale, senza mettere in discussione le tradizioni, le culture locali e la sostenibilità ambientale.

Signor Presidente, mi rivolgo a lei e, per suo tramite, al Ministro dell'Istruzione, perché la scuola deve essere educativa e non soggetta a pensieri nocivi, progressisti ed estremisti, che trovano il più delle volte terreno fertile grazie a dirigenti dal pensiero unico che, oltretutto, creano paura e sudditanza tra gli insegnanti, obbligati ad assistere all'evento che - sono certo - non avrà avuto tante difficoltà per avere l'autorizzazione, rispetto ad eventi che rappresentano la nostra cultura soggetti a una rigidità senza eguali.

Concludo e dico: la buona cultura, la buona scuola, promuovere il vero sapere lontano dalle logiche di parte sarà sempre una nostra battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 2 aprile 2025 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16,15)

1. Seguito della discussione della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai

2. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Amorese, Sasso, Tassinari ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria .

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

PELLA: Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità. (C. 741-A?)

e dell'abbinata proposta di legge: QUARTINI ed altri. (C. 1509?)

Relatore: PELLA.

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato Bof ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 6 e 49 il deputato Soumahoro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 12 il deputato Palombi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 la deputata Caretta ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 37 il deputato Trancassini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 39 il deputato Caso ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 39 la deputata Orrico ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 40 il deputato Rubano ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 40 alla n. 53 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 la deputata La Porta ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 44 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 la deputata Baldino ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 2139 - ARTICOLO 1 273 204 69 103 168 36 77 Appr.
2 Nominale ART AGG 1.01000 272 272 0 137 115 157 77 Resp.
3 Nominale EM 2.1 272 271 1 136 115 156 77 Resp.
4 Nominale ARTICOLO 2 273 169 104 85 167 2 77 Appr.
5 Nominale EM 3.1 274 273 1 137 115 158 76 Resp.
6 Nominale ARTICOLO 3 274 168 106 85 166 2 75 Appr.
7 Nominale ART AGG 3.01 276 276 0 139 117 159 75 Resp.
8 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 4 279 268 11 135 160 108 75 Appr.
9 Nominale ART AGG 4.01 279 278 1 140 117 161 75 Resp.
10 Nominale ART AGG 4.02 280 278 2 140 115 163 75 Resp.
11 Nominale ARTICOLO 5 281 173 108 87 171 2 75 Appr.
12 Nominale EM 6.1 281 276 5 139 115 161 75 Resp.
13 Nominale ARTICOLO 6 278 177 101 89 176 1 75 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 7.1 280 275 5 138 114 161 75 Resp.
15 Nominale ARTICOLO 7 281 175 106 88 174 1 75 Appr.
16 Nominale ARTICOLO 8 279 172 107 87 171 1 75 Appr.
17 Nominale EM 9.1 280 276 4 139 118 158 75 Resp.
18 Nominale ARTICOLO 9 281 173 108 87 173 0 75 Appr.
19 Nominale ART AGG 9.01000 283 280 3 141 116 164 75 Resp.
20 Nominale ARTICOLO 10 285 179 106 90 174 5 75 Appr.
21 Nominale EM 11.3 284 280 4 141 119 161 75 Resp.
22 Nominale EM 11.1 281 276 5 139 113 163 75 Resp.
23 Nominale EM 11.2 284 280 4 141 115 165 75 Resp.
24 Nominale ARTICOLO 11 282 175 107 88 169 6 75 Appr.
25 Nominale ART AGG 11.01 285 207 78 104 41 166 75 Resp.
26 Nominale EM 12.1 279 274 5 138 112 162 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 12.2 275 271 4 136 110 161 75 Resp.
28 Nominale EM 12.3, 12.4 282 281 1 141 117 164 74 Resp.
29 Nominale EM 12.5 283 278 5 140 115 163 74 Resp.
30 Nominale EM 12.1000 284 280 4 141 116 164 74 Resp.
31 Nominale ARTICOLO 12 278 171 107 86 170 1 74 Appr.
32 Nominale ART AGG 12.01 279 274 5 138 119 155 74 Resp.
33 Nominale ART AGG 12.02 284 281 3 141 115 166 74 Resp.
34 Nominale ARTICOLO 13 284 175 109 88 175 0 74 Appr.
35 Nominale ART AGG 13.01000 272 269 3 135 108 161 74 Resp.
36 Nominale ART AGG 13.01001 280 277 3 139 112 165 74 Resp.
37 Nominale EM 14.1 279 274 5 138 112 162 74 Resp.
38 Nominale EM 14.1001 277 274 3 138 111 163 74 Resp.
39 Nominale ARTICOLO 14 281 178 103 90 168 10 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ART AGG 14.01 280 274 6 138 114 160 74 Resp.
41 Nominale ARTICOLO 15 279 173 106 87 170 3 74 Appr.
42 Nominale EM 16.1 282 280 2 141 114 166 74 Resp.
43 Nominale ARTICOLO 16 277 170 107 86 168 2 74 Appr.
44 Nominale ART AGG 16.01 276 273 3 137 113 160 74 Resp.
45 Nominale ART AGG 16.03, 16.04 278 271 7 136 109 162 74 Resp.
46 Nominale ART AGG 16.05, 16.06 277 270 7 136 111 159 74 Resp.
47 Nominale EM 17.2 279 274 5 138 113 161 74 Resp.
48 Nominale EM 17.3 279 276 3 139 114 162 74 Resp.
49 Nominale ARTICOLO 17 277 169 108 85 166 3 74 Appr.
50 Nominale EM 18.1 278 203 75 102 43 160 74 Resp.
51 Nominale EM 18.2 277 210 67 106 50 160 74 Resp.
52 Nominale EM 18.3 278 210 68 106 50 160 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 57)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ARTICOLO 18 274 164 110 83 161 3 74 Appr.
54 Nominale ART AGG 18.01 267 263 4 132 111 152 74 Resp.
55 Nominale ODG 9/2139/6 255 253 2 127 105 148 74 Resp.
56 Nominale ODG 9/2139/9 253 250 3 126 104 146 74 Resp.
57 Nominale DDL 2139 - VOTO FINALE 237 146 91 74 144 2 72 Appr.