XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 453 di venerdì 21 marzo 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 20 marzo 2025, il deputato Davide Bellomo, già iscritto al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto tale richiesta.
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 20 marzo 2025, la VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Sen. Minasi ed altri; Basso ed altri: “Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale” (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (2145).
Svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative volte alla ripresa delle trattative sindacali nella vertenza tra lavoratori e GLS-Temi in provincia di Napoli - n. 2-00571)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Carotenuto ed altri n. 2-00571 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Carotenuto se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie Presidente. La Temi Spa è proprietaria del marchio Tavassi Group, una società specializzata nei trasporti, nella logistica e nella distribuzione. Opera nella provincia di Napoli con quattro strutture, per un totale di 20.000 metri quadrati coperti e 35.000 metri quadrati scoperti. Parliamo di una grossa azienda, veramente importante.
La Temi Spa è anche licenziataria esclusiva del marchio GLS per Napoli e provincia e GLS, lo sappiamo, è il leader in Europa del trasporto camionistico espresso ed è di proprietà della Royal Mail. In Italia, il network GLS è organizzato con oltre 138 filiali e 11 centri di smistamento, con una flotta di 210 furgoni e circa 70 dipendenti. In sinergia con altri servizi logistici, la Temi Spa distribuisce il prodotto affidato dai propri clienti in Italia e in tutta Europa in 24/72 ore. Ha circa 5.000 clienti attivi nel proprio portafoglio e intrattiene rapporti commerciali con i più importanti nomi dell'imprenditoria napoletana. Questa è la presentazione ufficiale della Temi dal loro sito istituzionale. Tante volte questi sono dati che vengono trascurati, ma così abbiamo, almeno, un'evidenza non nostra, ma delle parti in causa.
Sono numeri importanti per un'azienda. Ancora più interessante è quando andiamo a leggere le voci di bilancio: i risultati raggiunti sia sul piano economico, che organizzativo - si legge - sono stati più che soddisfacenti. È stato pubblicato nel luglio 2024 il bilancio di esercizio 2023 di Temi Spa e, come potrete notare, nell'ultimo quinquennio la crescita del valore della produzione è stata pari al 75 per cento. Tale incremento si è consolidato in un contesto dove il PIL è aumentato dello 0,9 rispetto all'anno precedente e le attività di logistica, con particolare riferimento al settore del corriere espresso, continuano ad assumere un ruolo strategico nel connettere il mondo della produzione con i mercati di consumo.
Queste affermazioni, dunque, non sono mie; lo dicevo, non sono speculazioni, ma solide realtà, come dice il poeta, leggendo sempre dal sito della Temi sotto le voci di bilancio, che sottolineano ancora di più quanto segue, ossia che i risultati raggiunti, sia sul piano economico che organizzativo, sono stati più che soddisfacenti, se contestualizzati negli attuali scenari generali economico-finanziari. Sono risultati confermati, tra l'altro, dall'andamento ancora in crescita del fatturato, riscontrato nel primo trimestre 2024.
Ora, però, passiamo all'altra faccia della medaglia. Passiamo ad altri numeri, cioè a 58 lavoratori licenziati: turni spezzati massacranti, dalle 5 del mattino fino a mezzogiorno e dalle ore 16 alle 22, con una pausa di quattro ore, che per molti dipendenti significa dover pranzare senza poter rincasare, a causa delle distanze. Tra le rivendicazioni che hanno portato a licenziamenti c'è il sistema di lavoro a chiamata, che nei periodi di picco delle attività arriva fino a 13 ore di lavoro complessivamente lavorate, per un impegno che di fatto copre i tre quarti della giornata ed è in palese violazione del diritto al riposo giornaliero di 11 ore continuative, persino sei giorni su sette, e che arriva fino a 300 ore lavorative mensili. Di converso, quando vi è un calo delle attività, i lavoratori vengono obbligati a restare a casa con un semplice messaggio telefonico, inviato anche pochi minuti prima dell'inizio dell'orario di lavoro. Tutto ciò, a fronte di uno stipendio e una paga oraria di circa 5 euro.
Questi sono numeri e fatti. Da una parte, un'azienda che dice di essere in crisi, mentre le spedizioni crescono sempre di più: oggi tutto viene spedito, anzi ci sono sempre più difficoltà nella gestione per gli enormi volumi. Dall'altra parte, si licenzia, semplicemente perché le persone, i lavoratori vogliono essere trattati con dignità. Ma la Temi dovrebbe saperlo fare, perché sempre loro scrivono: “Crediamo che far bene sia inestricabilmente legato al fare per gli altri”. Questo proviene dal loro bilancio sociale. Mi sembra tutto un'evidente contraddizione: licenzio anche se voglio fare il bene degli altri, licenzio anche se ho migliaia di clienti e il mio fatturato cresce. Ci domandiamo: perché licenzia? Questa è la giusta domanda che dovremmo porci.
Ma andiamo ancora più a fondo. Temi-Tavassi fa grande pubblicità di sé, soprattutto perché gestisce nel napoletano le spedizioni di GLS, marchio internazionale di grandissima visibilità. A me, che sono abituato a leggere i numeri, piace leggere cosa dicono: 5,6 miliardi di euro di fatturato globale, oltre 900 milioni di spedizioni gestite e 250.000 clienti. Questo significa che la Temi-Tavassi gestisce ben il 2 per cento del globale solo nel napoletano, contando i suoi 5.000 clienti, anche se poi dicono di essere di più, ma a me piace ragionare per difetto. Lavorano in 40 Paesi, hanno 23.000 lavoratori, 6.500 mezzi pesanti e 36.600 leggeri per le spedizioni. Sono numeri importanti da colosso globale. Numeri importanti, però, sono anche i 58 lavoratori licenziati.
Voglio aggiungere ancora un'altra riflessione: “Uno scambio intenso con tutti i collaboratori che si occupano del trasporto, dal ritiro alla consegna o che servono l'ultimo miglio per GLS, è parte integrante del modo in cui intendiamo il principio di cooperazione. Lo sviluppo delle risorse umane è la chiave fondamentale per garantire il successo a lungo termine per l'azienda e i suoi dipendenti”. Anche questo non è un mio pensiero, ma lo leggiamo dal bilancio sociale di GLS che, come Temi-Tavassi, hanno questa spiccata sensibilità sociale, ma poi licenziano 58 lavoratori.
Andiamo al punto della questione. Avete mai visto un corriere quando consegna pacchi? Io credo di sì. La fatica, la corsa contro il tempo, cercano di fare del loro meglio ma non finiscono mai perché i pacchi ogni giorno sono un continuo. Eppure, quei pacchi sono movimentati da qualcuno, non solo sui furgoni, ma anche dentro i magazzini. Noi acquistiamo con un click, che muove una macchina immensa di fatica e sudore.
E questa andrebbe pagata decentemente, o no? Ma attenzione, GLS dice che loro non c'entrano nulla con questa storia dei licenziamenti. E giustamente, aggiungo io, perché loro concedono il marchio, anzi il franchising. Tu consegni la mia roba, ma vedi tu come fare. È la questione storica dei padroncini. Se poi ti chiamano in causa, io non c'entro nulla. Allora, tecnicamente, forse, da un punto di vista legale non dovrebbe essere così. Non hanno contratti in essere, se non con Temi-Tavassi, per la zona del napoletano.
E, quindi, parlare di “franchising” forse non è opportuno.
Ma poi c'è la responsabilità sociale - ne parlavo prima - a cui sono dedicate pagine e pagine su quei siti, in relazione a come si sostiene la diversità, sulle inclusioni, sulle fondazioni per le malattie, e via dicendo. Eppure, poi, quando si arriva a licenziare è finita la responsabilità sociale per un colosso come GLS che, invece di dire “scendo in campo, voglio trasformare il mondo della logistica con intelligenza e attenzione verso i lavoratori”, riesce a dire “non mi riguarda”. Questo non è proprio un gran bel bilancio sociale, bisogna ammettere.
Torniamo però a Temi-Tavassi, che addirittura attraverso le loro rappresentanze di categoria invocano lo spettro di chissà quali sobillatori che remano contro le loro strutture. Semplicemente, questo sobillatore si chiama SI Cobas, sindacato dei lavoratori che cerca di far valere le ragioni di chi è licenziato.
Oggi siamo nel 2025 in Italia e per fortuna ci sono i sindacati che aiutano chi è in difficoltà, non in vista di una rivoluzione, ma semplicemente per il rispetto delle regole del lavoro. Eppure, costoro che dicono di amare i bilanci sociali e che dovrebbero quindi essere sulla stessa lunghezza d'onda - se non mi sbaglio - invece, che fanno? Licenziano.
Però, voglio anche dire quello che non fanno e, cioè, collaborare con la prefettura di Napoli, che - devo dire - ha lavorato duramente per cercare di risolvere la questione. Ma poi, se a fronte di diverse richieste di incontro, i padroni non si presentano e anche GLS non si presenta, come si risolve la questione? Ed è questo che siamo qui a domandarvi. Non possiamo accettare che ci dicano che sono in crisi e che non ci sono pacchi da portare. Non possiamo accettare che si vogliano zittire la dignità e il rispetto che chiedono i lavoratori per una dignità del loro lavoro.
Chi protesta non può essere licenziato per questo. Questo è il punto fondamentale della nostra interpellanza. Non lo stiamo riscontrando solamente in questo caso, lo stiamo vedendo anche in altri.
Allora, vogliamo chiedere a questo Governo cosa intende fare e se è al corrente di questa situazione. Immaginiamo e speriamo proprio di sì. Vogliamo dare il riconoscimento dei loro diritti a questi lavoratori? O dobbiamo sempre dare prevalenza al diritto del denaro? È sempre una questione di economia. Perché, leggendo i bilanci economici, sono quasi tutte aziende in ottima salute quelle che si stanno comportando in questo modo, Sottosegretario. Quindi, pur non volendo offendere nessuno che fa il suo lavoro, non offendiamo però neanche questi lavoratori, accettando un licenziamento che sa di ritorsione. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro e non sui bilanci sociali, scritti tanto per scrivere qualcosa.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica. Grazie, Presidente. In riferimento al quesito sollevato dall'onorevole interpellante in relazione alla delicata situazione occupazionale dei dipendenti della ditta Nextlog Srl, a seguito delle interlocuzioni, sia interne al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che con l'Ispettorato nazionale del lavoro e il Ministero dell'Interno, sono emersi i seguenti elementi.
Nel mese di dicembre 2024 è pervenuta all'Ispettorato d'area metropolitana di Napoli una segnalazione da parte di un esponente della Cobas regione Campania, con la quale venivano segnalati illeciti presso i magazzini GLS-Temi, sia sotto il profilo lavoristico che di sicurezza sui luoghi di lavoro.
A seguito della segnalazione, in data 12 dicembre 2024, è stata programmata attività ispettiva presso due unità operative di Napoli e di Frattamaggiore, che ha consentito di accertare la presenza di pregressi rapporti di lavoro in nero, per i quali sono state comminate prescrizioni per violazione del decreto legislativo n. 81 del 2008 nei confronti delle aziende responsabili di tali violazioni.
Per completezza si rappresenta che, il giorno successivo all'accesso, si sono presentati dinanzi all'ispettore di turno, presumibilmente perché venuti a conoscenza degli accertamenti avviati, una decina di lavoratori dipendenti delle diverse aziende, che hanno presentato richieste di intervento i cui accertamenti sono stati acclusi a quelli già avviati.
Successivamente, la prefettura di Napoli ha rappresentato che i dipendenti della ditta Nextlog Srl, operanti in appalto per Temi, sono da mesi in stato di agitazione sindacale a causa delle cattive condizioni lavorative e degli ingiustificati licenziamenti. A tale riguardo, si sono tenuti dei tavoli di mediazione aventi ad oggetto lo stato di agitazione dei lavoratori destinatari del provvedimento di licenziamento disciplinare adottato.
Su queste problematiche, il 10 febbraio 2025, si è svolta presso la prefettura di Napoli una riunione con le parti sociali, nella quale è emersa la necessità di uno sforzo congiunto volto al riavvicinamento delle reciproche posizioni, al fine di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche attraverso un piano graduale di reintegrazione e ricollocazione dei lavoratori.
La società Nextlog ha riproposto l'offerta di una soluzione bonaria della vertenza, specificando che sono state siglate 18 conciliazioni economiche e che altre 6 sono in fase di chiusura. Il gruppo Andromeda ha confermato la propria disponibilità ad assumere 5 lavoratori interessati, precisando, tuttavia, che il loro eventuale impiego non andrà presso impianti GLS.
Concludo confermando l'impegno del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali a monitorare l'evoluzione della vicenda, al fine di tutelare le posizioni di tutti i lavoratori interessati.
PRESIDENTE. Il deputato Carotenuto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Guardi, le proposte che vengono dall'azienda non soddisfano i lavoratori, semplicemente. Per cui, non siamo contenti. È chiaro che qui stiamo parlando di 58 famiglie, 58 lavoratori i cui diritti vengono calpestati, venendo quindi confermato, di fatto, un licenziamento semplicemente per aver provato a difendere la propria dignità sul lavoro. Questo è inaccettabile e, tra l'altro, tale questione non riguarda solo Temi-Tavassi e GLS, ma tutta la logistica.
Di fronte alla crisi economica non possiamo abbandonare i lavoratori. Non possiamo consentire che siano sfruttati e buttati via quando non servono più o semplicemente quando protestano per avere degli orari di lavoro dignitosi. Ben vengano, per carità, i controlli dell'Ispettorato. Questi dobbiamo farli e sono contento che ci siano delle prescrizioni e degli approfondimenti con riferimento alle denunce che sono state fatte. Queste vanno benissimo. Ma di fronte ad uno scenario che vede, da un lato, dei bilanci floridi e, dall'altro, lo sfruttamento dei lavoratori, noi non possiamo accettare supinamente che questo scenario possa continuare in questo modo.
E se qualcuno obiettasse che magari nell'ultimo periodo, nel volgere di pochi mesi, la Temi-Tavassi sia sprofondata nella crisi, ebbene, io direi che questo non è possibile, semplicemente perché stiamo parlando di un'azienda che nasce nel 1899. Proprio sul loro sito si dice che “è stata perpetuata dai suoi discendenti ed è oggi giunta alla quarta generazione”.
Cioè, dopo tanti anni, non può bastare un minimo di contrattura economica per porre delle difficoltà che giustificano cose che, già di per sé, sono ingiustificabili, come provavo a dire prima.
D'altra parte, non sembra affatto che si tratta di crisi, ma semplicemente di uno scenario nel quale si sta cercando di cancellare il diritto costituzionale allo sciopero. Perché li sentiamo anche i proclami di Salvini e i tentativi di bloccare gli scioperi proclamati dalle varie sigle sindacali. E questo non va né in direzione del diritto dei lavoratori, né persino del dettato costituzionale. E, quindi, continueremo a fare pressing su questo Governo in difesa dei diritti costituzionali e dei diritti di dignità dei lavoratori e degli uomini di questo Paese.
(Iniziative volte alla salvaguardia delle infrastrutture digitali strategiche nazionali, con particolare riferimento alla prospettiva della partecipazione di soggetti extra europei ad aziende operanti nel settore della rete in fibra ottica e della connessione satellitare - n. 2-00572)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Pastorella ed altri n. 2-00572 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Pastorella se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Si, grazie, intenderei illustrarla, se possibile. Oggi vorrei parlare di un tema importantissimo, che è il tema della connettività e delle infrastrutture, che oramai tutti reputano strategiche e, in particolare, mi permetto di sollevare tre aspetti che noi riteniamo tutti molto preoccupanti: il primo riguarda i ritardi nei piani della digitalizzazione del Paese; il secondo riguarda il riassestamento del mercato delle telecomunicazioni, in particolare con riferimento alla potenziale fusione tra FiberCop e Open Fiber e, da ultimo, le implicazioni per la sicurezza nazionale di scelte, sempre nel settore della connettività delle telecomunicazioni, in particolare con riferimento alla connessione satellitare, di cui tanto si è parlato in questi giorni.
Quindi, con riferimento ai ritardi nei piani di digitalizzazione, ovviamente tutti sappiamo che abbiamo delle scadenze molto pressanti relative ai fondi del PNRR e voglio ricordare sui sei aspetti principali dei piani di connettività dove siamo: sul Piano BUL (Piano banda ultra larga) abbiamo ritardi e sanzioni già comminate per 61 milioni di euro; sul Piano Italia a 1 Giga siamo al 40 per cento dei civici già coperti; sul Piano Italia 5G siamo al 36 per cento delle aree bianche coperte; sul Piano Scuole Connesse la fase 2 è ferma al 58 per cento; sul Piano Sanità Connessa siamo al 31 per cento di completamento, mentre il Piano Isole minori è l'unico che è stato ultimato. Quindi, la prima domanda delle tre che farò è: che cosa si intende fare per accelerare ed evitare di mancare queste scadenze? Si parla di una rinegoziazione con la Commissione o si continua così, sperando che l'accelerazione porti a rispettare le scadenze?
Secondo, il riassestamento nel mercato TLC. Menzionavo prima la potenziale fusione tra FiberCop e Open Fiber, di cui tanto si parla sui giornali. La domanda è chiaramente quali possono essere le implicazioni per la concorrenza, soprattutto visto che ci sarebbe un'eventuale integrazione tra infrastrutture e servizi, dato l'accordo privilegiato che esiste tra FiberCop e TIM, tra l'altro soggetto a un'istruttoria dell'Antitrust, che dovrebbe concludersi nel 2026. Quindi, mi chiedo quali sono le implicazioni per la concorrenza, non tanto dal lato della parte infrastrutturale, dove abbiamo altri esempi di infrastrutture che si sono fuse in altri Paesi e penso al caso del Regno Unito tra FullFibre e Zzoomm. Quindi, il consolidamento a livello infrastrutturale, a mio parere, è anche auspicabile, in quel senso della rete unica, ma bisogna stare ovviamente attenti alle implicazioni, invece, sul mercato dei servizi, che dovrebbe essere, a nostro parere, completamente separato da quello infrastrutturale. Non parlo, poi, dei potenziali consolidamenti futuri - nel rapporto Draghi si parlava, addirittura, di un mercato unico delle telecomunicazioni a livello europeo -, però già che esistono questi consolidamenti - e li stiamo vedendo: abbiamo visto Vodafone e Fastweb e così via - quali sono, quindi, le implicazioni e se secondo voi, secondo il Governo, la Commissione europea darà o meno l'ok.
Da ultimo, il tema più legato alla geopolitica e anche agli avvenimenti e alle decisioni di questi giorni, che, ovviamente, è il tema satellitare. Si è parlato moltissimo di Starlink, in particolare, legato alle comunicazioni sensibili (governative, criptate e militari). In realtà, queste connessioni satellitari, ovviamente, sono anche utilizzate a complemento della connessione “normale” (che sia fibra, che sia FWA) in aree difficilmente servite. È stato pubblicato, per esempio, in Lombardia - la mia regione - un bando da 5 milioni di euro proprio per utilizzare la connessione satellitare a complemento laddove altri tipi di connessione non arrivano. Quindi, la domanda è: in questa ottica, come vi state orientando? Siete disposti o propensi a utilizzare soluzioni non europee o c'è un tentativo di privilegiare soluzioni europee, da Eutelsat a, insomma, tutti quelli che faranno parte, tra l'altro, del Consorzio Iris2, di cui tanto si è parlato, che sarà pronto nel 2030 e che sarà un competitor di Starlink, e quali sono le implicazioni geopolitiche?
Il fil rouge di questa interpellanza, con riferimento a tutti questi casi - e penso alla partecipazione del fondo statunitense KKR dentro FiberCop o alla presenza forte di Starlink di Musk lato satellitare, che offre soluzioni, ovviamente, innovative -, è come stia ponendo il Governo per affrontare queste sfide e assicurare una connettività diffusa che copra tutte le aree del Paese, pur mantenendo una grossa attenzione alla sovranità delle nostre infrastrutture e ad assicurarci che, con standard e certificazioni adeguate, non siamo soggetti a umori di personaggi di vario genere.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti sollevati, che riguardano trasversalmente le competenze di più amministrazioni, si rappresenta quanto segue.
In merito alla questione di FiberCop, si informa che è stato sentito il Ministero dell'Economia e delle finanze, competente in materia. Il citato Dicastero, che ha acquisito la partecipazione nel capitale della società controllante FiberCop, ha riferito che, in sede di acquisizione della partecipazione nel capitale, sono state definite una serie di prerogative, disciplinate, tra l'altro, in accordi parasociali, che garantiscono un adeguato controllo sulla governance della società, indipendentemente dalla quota di partecipazione dello Stato. In particolare, il MEF ricorda i diritti connessi alla designazione del presidente e di un altro componente del consiglio di amministrazione, nonché il riconoscimento di diritti amministrativi relativi a materie qualificate connesse alla tutela degli interessi pubblici e allo sviluppo della società.
Al fine di garantire un controllo in un settore così strategico, si ricorda, inoltre, la disciplina in materia di poteri speciali dello Stato (Golden Power, ex decreto-legge n. 21 del 2012), di cui si è avvalso il Governo (con DPCM 16 gennaio 2024) in esito all'operazione di scorporo del ramo d'azienda afferente alla rete di telecomunicazioni da TIM. Nello specifico, l'operazione, autorizzata con prescrizioni, prevede il monitoraggio delle stesse, anche in materia di attuazione degli investimenti in favore di FiberCop, tra cui quelli in “sicurezza e innovazione”. Detto monitoraggio avviene in un apposito comitato insediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cui partecipano anche rappresentanti del MIMIT e del MEF. Pertanto, il Governo continuerà a vigilare attentamente su tutte le operazioni che possano riguardare il controllo e lo sviluppo delle infrastrutture digitali italiane, mantenendo un approccio rigoroso e responsabile volto a garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati e la sicurezza del nostro Paese. Sul piano finanziario, si fa presente che la società, con proprio comunicato stampa del 19 febbraio scorso, ha già chiarito che i dati previsionali relativi all'esercizio 2024 e i dati relativi al budget 2025 sono in linea con il piano pluriennale redatto ed approvato da tutti gli azionisti al momento del closing dell'operazione di scorporo.
Inoltre, il 25 febbraio scorso, si è riunito il consiglio di amministrazione di FiberCop, che ha esaminato il bilancio d'esercizio 2024 e approvato il budget 2025. In quella sede, la società ha riaffermato il forte impegno nel programma di investimenti per la copertura in FTTH (Fiber to the home) di oltre 2 milioni di nuove unità immobiliari, che consentiranno il pieno raggiungimento degli obiettivi relativi al PNRR, insieme ad ulteriori investimenti per l'aggiornamento tecnologico della rete backbone e per il potenziamento di altri elementi della rete stessa.
In seguito alle dimissioni dell'amministratore delegato, i consiglieri di amministrazione hanno definito la nuova governance della società e attribuito le deleghe di amministratore delegato a Massimo Sarmi, in aggiunta al ruolo di presidente, cui era stato proposto su designazione del MEF.
Per quanto concerne il Piano BUL (banda ultra larga) in generale, sentiti gli uffici competenti, esso prevede attualmente l'intervento su 8,4 milioni di unità immobiliari, relativi a 7.413 comuni. Al 31 gennaio 2025 risultano completati i lavori in fibra ottica FTTH (Fiber to the home) in 5.358 comuni, di cui 4.630 già collaudati. Per quanto riguarda la tecnologia FWA (Fixed wireless access), sono stati completati 3.509 siti radio, dei quali 2.485 risultano già collaudati.
Per garantire il completamento degli interventi previsti entro settembre 2025, Infratel Italia Spa, soggetto attuatore del Piano, sta monitorando con attenzione l'evoluzione dei lavori e le eventuali criticità che dovessero emergere. Particolare attenzione viene dedicata all'ottenimento delle autorizzazioni per gli scavi ancora mancanti e alla gestione delle criticità identificate nel Piano presentato dal concessionario, Open Fiber. Si prevede, in ogni caso, di chiudere il 99 per cento dei comuni entro il 2025, con possibili residue incompiute limitate a qualche decina nel corso del 2026.
Al fine di mitigare l'impatto della carenza di manodopera, il concessionario ha condiviso, nel novembre 2024, un piano di realizzazione per il 2025 con le imprese di rete coinvolte, attuando anche investimenti aggiuntivi per agevolare il trasferimento di lavoratori nelle aree più critiche e gestire l'aumento dei costi dei ripristini stradali. Con specifico riferimento al Piano Italia a 1 Giga, sentito il Dipartimento della trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, lo stesso ha informato che in questo quadro non sono all'ordine del giorno delle modifiche del Piano volte a includere forme di connettività alternativa a quelle proposte dagli operatori. Il citato Piano Italia a 1 Giga è, infatti, un elemento chiave del nostro impegno nel PNRR e siamo consapevoli dell'importanza di raggiungere il target previsto per il 2026.
Il Governo sta lavorando con dedizione per sostenere gli operatori aggiudicatari ed Infratel nella realizzazione del Piano con l'obiettivo di semplificare e accelerare i lavori. In merito alla possibilità di introdurre la connessione satellitare nelle aree bianche o grigie, il Ministero delle Imprese e del made in Italy informa che non è prevista l'introduzione della connessione satellitare nelle aree bianche del Piano Banda Ultra Larga. In conclusione, il Governo rimane impegnato a garantire lo sviluppo e la sicurezza delle infrastrutture digitali del Paese, lavorando in stretta collaborazione con tutte le amministrazioni competenti e le parti interessate per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla Strategia per la Banda Ultra Larga e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Sì, grazie. No, purtroppo, con tutta la buona volontà, non posso essere soddisfatta di questa che non è una risposta; non è una risposta, in realtà, a nessuna delle tre domande che in maniera molto lineare e semplice mi pareva di avere fatto. La prima perché ci ha rassicurato, ma questo già era noto, che la governance dentro FiberCop è gestita dal MEF con accordi parasociali e controllo. La mia domanda era però: nel momento in cui fa FiberCop dovesse fondersi con Open Fiber, che cosa succederà?
Certo Open Fiber è a maggioranza CDP, però rimane il tema, e non ha minimamente, purtroppo, toccato il tema della concorrenza, quello che avevo sollecitato, sull'integrazione dell'infrastruttura con i servizi, sull'istruttoria dell'Antitrust, e, quindi, su tutti gli aspetti legati a un consolidamento che, ripeto, ha dei contorni ancora molto vaghi. Non si capisce se il consolidamento della fibra sia solo per le aree grigie o sia anche sulle aree nere, quindi che implicazioni potrà avere questo raddoppio e potenziale consolidamento.
Quindi, sul primo punto, purtroppo non posso ritenermi soddisfatta. Sul secondo punto, relativo alle connettività e alle milestone del PNRR, anche lì, ci ha ridato numeri che già sapevamo. Ha menzionato Infratel: sono al corrente del fatto che Infratel stia cercando di fare un buon lavoro, in particolare sul fronte mappatura dei civici e mappatura di quello che esiste e non esiste, perché, anche lì, c'era molta confusione, ma non ho sentito dalle sue parole nessun programma preciso, ma solo un tentativo di cercare di stare nelle scadenze.
Ma nel caso in cui si sforasse, cosa abbastanza probabile, qual è la strategia? È tentare di rimandare le scadenze? È fare nuovi bandi? Non so, non ho veramente sentito nessun piano specifico, e questo mi preoccupa perché i ritardi, con i numeri che anche lei ha ricordato, sono sotto gli occhi di tutti e non mi pare che ci sia alcunché di preciso. Da ultimo, mi fa quasi sorridere, se non fossi un filo preoccupata del fatto che la risposta dal Dipartimento competente su lato satellite sia: “no, noi non faremo appello alla tecnologia satellitare”. Ora, il bando che ho menzionato prima, giusto per fare un esempio, di ARIA, quindi della regione Lombardia, non è un'invenzione: è sul sito, è aperto, ci sono 5 milioni stanziati e si parla proprio di tecnologia satellitare in aiuto per quelle zone dove altre tecnologie non funzionano.
Quindi, se le regioni stanno agendo in autonomia, questo è preoccupante; non preoccupante per le regioni in sé, ma preoccupante per un controllo, un monitoraggio e anche una coerenza di pianificazione a livello nazionale, che non può far sì che le regioni vadano in ordine sparso su un tema così dirimente come la connettività satellitare, con tutte le implicazioni che questo può avere. Ripeto, è vero che si tratta di connessione per comunicazioni regolari e normali, non strategiche e militari, però, se c'è così poca conoscenza di quello che sta succedendo sul Paese da parte del Governo, mi domando poi quali siano le implicazioni quando si va a trattare di tecnologie, appunto, militari, criptate e avanzate.
Lì c'è un grande dibattito, almeno sui media, poi non so cosa succede nelle stanze del Governo, appunto, se “aspettare” IRIS2 o se, come erano uscite delle indiscrezioni, appoggiarsi ad altri competitor, ma il mio timore è che non ci sia davvero una strategia chiara, che si veda un po' come vanno anche i negoziati, come va la situazione internazionale, e che, addirittura, non ci sia una strategia chiara all'interno dei nostri confini per le comunicazioni normali.
Quindi, semplicemente mi auguro, in maniera molto costruttiva, che questo tema della connessione satellitare e anche il tema speculare dei cavi sottomarini - non ne abbiamo parlato in questo frangente, non si può toccare tutto in un'interpellanza urgente -, però davvero che queste due maniere di connettersi, complementari a quelle classiche tradizionali di fibra, rame e FWA, siano attenzionate dal Governo, perché oramai siamo in un mondo sempre più frammentato, con dei blocchi commerciali che stanno costruendo dei muri letteralmente nel mondo del digitale e delle infrastrutture digitali, e noi non possiamo lasciarci trovare impreparati.
Dobbiamo avere una strategia, dobbiamo capire se questa deve essere a livello europeo o a livello nazionale - auspicherei a livello europeo -, e quindi mi riservo di continuare a battere su questo tasto, perché lo ritengo fondamentale e, purtroppo, le risposte che ho ottenuto oggi non sono particolarmente soddisfacenti.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse fra i gruppi, nella seduta di martedì 25 marzo l'orario di inizio delle votazioni è posticipato alle ore 15.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, intervengo perché abbiamo letto in queste ore un comunicato che ci ha lasciato impietriti. È una notizia che arriva dall'Egitto e parrebbe che Al-Sisi si sarebbe dichiarato disposto ad accettare nel proprio Paese circa 500.000 palestinesi. Noi - parlo dell'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina - siamo stati al valico di Rafah e, in effetti, abbiamo documentato e abbiamo già dichiarato anche in quest'Aula di avere visto, proprio in prossimità del valico, una città fantasma, costruita già da tanti anni, evidentemente, con dei muri di cinta, che aveva di fronte il deserto e poi, dopo tanti chilometri, il mare.
Allora nasce il sospetto che un piano di spopolamento e di appropriazione del territorio dei palestinesi sarebbe in piedi da tanti anni, e non certo, quindi, dal 7 ottobre. Tutto sembra diventare - se tutte queste voci fossero confermate, ma a questo punto è molto verosimile - una prova che Hamas è solo un alibi per quello che sta succedendo, che il 7 ottobre è solo un alibi per realizzare un disegno che era già pronto da tanti anni e che vede lo spopolamento di un'area per essere presa da Israele.
Noi troviamo tutto questo aberrante, anche alla luce degli ultimi accadimenti. Stiamo vedendo che la pace, che stava durando da qualche settimana, è stata interrotta unilateralmente da Israele con delle scuse e che di nuovo le vittime sono degli innocenti, soprattutto dei bambini. Sui social vediamo veramente delle foto raccapriccianti, dei cadaveri di bambini piccolissimi che non possono lasciarci fermi di fronte a uno scenario genocida quale è quello che abbiamo di fronte.
Chiedo all'Italia e a questo Governo di interrompere ogni rapporto diplomatico e commerciale, perché se, come pare, ENI è lì, nel mare di Gaza, per estrarre gas, allora anche una sola goccia di quel gas significherebbe essere complici di quello che sta accadendo, che, ripeto, evidentemente non è un piano che nasce dopo il 7 ottobre, ma da ben prima del 7 ottobre. Allora noi torniamo a chiedere il ritiro dell'ambasciatore italiano, lo stop ai rapporti commerciali e, soprattutto, sanzioni verso lo Stato di Israele e tutti coloro che sono criminali per questi crimini di guerra. Non lo diciamo noi, c'è un tribunale internazionale, che nasce qui a Roma, peraltro, che ha sentenziato in questi termini.
E voglio dare un abbraccio a tutti i palestinesi che soffrono in questo momento sotto le bombe e anche agli israeliani che stanno coraggiosamente protestando contro le scelte, inaccettabili, indecenti, orrende del loro Governo di massacrare, di fare uno sterminio di donne e bambini.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 24 marzo 2025 - Ore 11:
1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
S. 316 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE BERGESIO: Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (Approvata dal Senato). (C. 1806?)
e dell'abbinata proposta di legge: COMAROLI ed altri. (C. 830?)
Relatore: BRUZZONE.
2. Discussione sulle linee generali della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai
La seduta termina alle 10,10.