XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 436 di giovedì 27 febbraio 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale…

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sul processo verbale: prego, onorevole Soumahoro. Cosa è successo, onorevole Soumahoro?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo in relazione al processo verbale, però attirando la sua attenzione, Presidente, su un particolare in relazione al resoconto stenografico. In particolar modo, il mio intervento si interrompe “puntini, puntini”, Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Soumahoro, mi perdoni se la interrompo. Noi in questa fase stiamo esaminando il processo verbale. Sul processo verbale, lei, a norma del Regolamento, può intervenire per proporre una rettifica, chiarire il proprio pensiero, oppure per fatto personale, però sul processo verbale. Del resoconto stenografico non si parla, comunque, in questa fase; si parla solo di quello che abbiamo letto. Se lei vuole intervenire su questo, cioè sul processo verbale, può farlo, altrimenti farà un intervento sull'ordine dei lavori più avanti, spiegando all'Aula ciò che è accaduto rispetto al resoconto stenografico, e poi ne prenderemo atto e vedremo come andare avanti.

Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Intervenga adesso, così dirimiamo la questione.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Volevo attirare la sua attenzione, Presidente, e anche l'attenzione di tutta l'Aula, in merito al mio intervento…

PRESIDENTE. Mi dà, per cortesia, la pagina del fascicolo?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). È a pagina 103. In particolar modo, riguardo al mio intervento, nel resoconto stenografico, a un certo punto, si dice: “Non si può scindere il tema dell'elevazione economica dal tema della rappresentanza. Non si può scindere il tema…” puntini, puntini.

Presidente, ieri ho espresso tutto il mio pensiero e tenuto conto…

PRESIDENTE. No, scusi, io lì leggo: “Non si può scindere il tema della rappresentanza dal tema del pluralismo”: questo io leggo a pagina 103, colonna di destra.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, l'ultimo paragrafo, a pagina 103: “Allora, nel massimo rispetto anche dell'intervento dell'onorevole Rizzetto, ho l'impressione di aver ascoltato in certi versi, in ciò che, in qualche modo, in francese, viene chiamato “un discours de Babel”. Non si può scindere il tema dell'elevazione economica dal tema della rappresentanza. Non si può scindere il tema…” puntini, puntini.

Presidente, ieri ho espresso un pensiero nella sua complessità. Non so se devo rileggere il mio discorso, poiché sono atti che poi rimangono qui e che potrebbero servire, domani, per gli studenti e non solo per la memoria storica degli atti di quest'Aula. Volevo, in qualche modo, attirare l'attenzione su questo aspetto. Qui c'è un pensiero che, in qualche modo, non emerge…

PRESIDENTE. Onorevole Soumahoro, il pensiero, se mi consente, è completato nel senso che io la interrompo soltanto per dirle di concludere rispetto al tempo. Lei comincia esattamente dove aveva finito: “Non si può scindere il tema…”, e poi ricomincia a dire, sempre lei: “Presidente, concludo. Non si può scindere il tema della rappresentanza dal tema del pluralismo”. È lei che parla qui.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, c'è anche il tema relativo alla questione della gestione. Non so se devo rileggere tutto l'intervento.

PRESIDENTE. Va bene, ma questo mica lo ha detto. Questa cosa non l'ha detta in Aula. Quello che lei ha detto in Aula è esattamente quello che è scritto qui.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, ho attirato la sua attenzione su ciò che, in relazione al mio intervento, qui viene riassunto all'interno del resoconto stenografico.

PRESIDENTE. A parte che il resoconto stenografico non ha la formula del verbale, del processo verbale, quindi è esattamente ciò che viene detto nell'Aula. Se lei quella cosa non l'ha detta, stenograficamente non è registrata, ma proprio perché non l'ha detta. Quindi è un pensiero che è rimasto nella caverna di Platone e che non è uscito fuori.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). No, no, no. Il punto è che il pensiero è stato espresso nella sua forma fisica, verbale, in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ma non è il verbale, però, onorevole Soumahoro. Comunque, facciamo così: facciamo un controllo. Facciamo un controllo e verifichiamo se le cose che lei ha detto ci sono ed eventualmente sentiamo l'audio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti sul Regolamento, immagino, o sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Esattamente, Presidente. Adesso, non è che noi dobbiamo dare per scontato…

PRESIDENTE. No, ma, infatti, controlliamo.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Mi faccia finire, però, non mi interrompa. Non è che noi dobbiamo dare per scontato che chiunque qui dentro parla ha torto perché c'è un meccanismo che funziona. L'onorevole Soumahoro, in modo molto chiaro, le sta dicendo che manca una parte del suo intervento che lui ritiene di avere fatto in Aula. Non è che lei gli può dire che è rimasto nella sua testa; lui dice che lo ha fatto. Quindi ci sono degli elementi pratici e tecnici per verificare se l'onorevole Soumahoro ha effettivamente detto quelle cose o meno. Non lo stabilisce lei adesso qui. Lasci che si faccia una verifica, perché non diamo per scontato che l'onorevole Soumahoro si è svegliato stamattina e si è inventato questa cosa.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi sembra di avere detto con molta chiarezza all'onorevole Soumahoro che ciò che (Commenti del deputato Giachetti) … le è sembrato male, perché io ho detto all'onorevole Soumahoro che avremmo controllato. Ho detto che, siccome anche io ero presente - poi la mia memoria difetterà e lei avrà ragione quando verificheremo che lui ha detto una cosa che, in realtà, non è stata registrata -, nel dire che lo verifichiamo, siccome mi sembrerebbe assai strano che io non ricordo, che è possibile, per carità, ho detto evidentemente che lo controlliamo. Non è che è necessario fare la parte del torto e della ragione. Lo controlliamo e lo verifichiamo, con grande serenità, enorme serenità. Procediamo alla verifica e verifichiamo.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 347 - D'iniziativa dei senatori: Pirovano ed altri: “Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di «viaggi nella memoria» nei campi medesimi” (Approvata dal Senato) (A.C. 792?) e delle abbinate proposte di legge: Manzi ed altri; De Palma ed altri (A.C. 777?-1495?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 792: “Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di «viaggi nella memoria» nei campi medesimi” e delle abbinate proposte di legge nn. 777?-1495?.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 792? e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Il provvedimento di cui oggi ci occupiamo e per il quale ci accingiamo al voto finale ha visto al Senato esprimere un voto unanime, e dunque trasversale, da parte di tutte le forze politiche. Questo è un fatto certamente significativo. È un fatto, a mio avviso, dovuto in qualche modo, ma non per questo di minore rilievo, in un'epoca come la nostra, in cui è sempre più difficile mantenere la possibilità di parlare senza avere, a pochi metri di distanza, qualcuno che ci parla sopra … se fosse possibile, grazie.

Dicevo, è un fatto a mio avviso dovuto, ma non per questo di minore rilievo, in un'epoca come la nostra, in cui è sempre più difficile mantenere vivo il ricordo di una delle esperienze più abominevoli e tragiche della storia, come furono le deportazioni degli ebrei e degli italiani, prigionieri politici e militari per mano dei nazisti. I campi di sterminio nel cuore dell'Europa sono stati la rappresentazione materiale dell'idea di male nella sua accezione più completa, il prodotto dell'abisso dell'animo umano al servizio di un'ideologia di dominio della razza, perversa e drammatica.

Occorre, ogni volta, ribadire questo concetto, perché gli effetti del nazionalsocialismo, l'esistenza di luoghi come Auschwitz o Birkenau, per loro natura e in rapporto ai fondamenti della nostra civiltà, attengono, o meglio, rientrano pienamente nel concetto di inimmaginabile, e dunque di indicibile, di impronunciabile, direi. In altri termini, un concetto a tal punto aberrante da renderlo non tramandabile attraverso la sola forza del racconto, per il tramite di parole, sì enormi, sì potenti, sì dirompenti, ma pur sempre insufficienti e inefficaci.

Il 27 gennaio scorso abbiamo celebrato la Giornata della Memoria, che da 25 anni è entrata nel calendario come ricorrenza largamente sentita e riconosciuta. Lo abbiamo fatto attraverso manifestazioni, a cui molti di noi hanno partecipato, attraverso la trasmissione di film sulle reti nazionali o anche approfondimenti televisivi. E tutto questo, ricordiamolo, grazie all'iniziativa promossa da Furio Colombo, recentemente scomparso, splendida persona e, da giornalista straordinario, testimone dei momenti più significativi della storia moderna e contemporanea, oltre che collega, per alcuni anni, di tutti noi.

Ebbene, fu proprio grazie a lui e alla legge a sua prima firma che si comprese, tardivamente, quanto fosse importante fissare una data che consentisse, almeno una volta all'anno, di rievocare quegli accadimenti, di riascoltare le testimonianze dalla viva voce dei sopravvissuti, e, dunque, di raccogliere pienamente non l'invito - si badi bene - ma il comando che Primo Levi lasciò per iscritto e come eredità, ovvero di meditare noi tutti “che questo è stato”.

La duplice necessità, dunque, di vivificare questa memoria, di non lasciare che il tempo sbiadisca i ricordi o, peggio, li sottoponga a tentativi di revisionismo, che purtroppo riscontriamo ancora oggi, e, al contempo, di individuare gli strumenti più efficaci a sostenerla, ci porta fino al testo che ci accingiamo a votare, che, meglio di altro, rappresenta un modus concreto per consentire a chi ancora non conosce, o sa poco, o non ha pienamente capito, la portata di tali accadimenti, di andare a vederli con i propri occhi.

L'istituzione di un fondo annuale che doti le scuole della possibilità di organizzare viaggi nei campi di sterminio, portando i ragazzi dentro la storia, lasciandoli liberi di sentire sulla propria pelle tutto il caleidoscopio emotivo che un'esperienza simile comporta, crediamo sia un'iniziativa intelligente, utile e assolutamente da condividere, senza alcun dubbio e alcuna riserva.

Come ha ben ricordato la senatrice Segre, non stiamo parlando di una gita scolastica, e in questo caso l'uso stesso della terminologia corretta, cioè di “viaggio”, diviene un obbligo morale ed educativo, al pari dell'esperienza stessa. Attraversare il cancello di Auschwitz, camminare accanto ai binari dei treni, non rappresenta uno spostamento fisico, ma un autentico viaggio interiore negli abissi dell'umanità, da cui si esce toccati nel profondo della coscienza.

In un momento storico in cui, in generale, la soglia di attenzione si sta drammaticamente abbassando, in cui la capacità di concentrazione è minata quotidianamente dall'abitudine a scorrere immagini o filmati, paradossalmente credo che non saranno le parole, ma proprio la potenza dei luoghi a cristallizzare un'emozione, a stimolare una riflessione, a produrre una memoria. I nostri ragazzi devono tornare consapevoli anche delle nostre responsabilità in questa vicenda. Noi italiani, in quella frangia della storia, ci rientriamo anche da responsabili.

L'altro giorno sono stato al Portico d'Ottavia: il rastrellamento del 16 ottobre, le leggi razziali, il Manifesto a difesa della razza, l'allontanamento degli studenti e dei professori di origine ebraica sono tutte scelte compiute da un Governo italiano, fatto da italiani. Con questo pezzo di storia ancora non tutti siamo riusciti a fare i conti.

Sono ancora troppi i distinguo e ancora tanti i tentativi di ridimensionare le nostre colpe. Ma a maggior ragione e anche per questo, allora, rafforzare l'impegno e ricordare in tutti i modi possibili significa anche affidare a luoghi altamente evocativi una funzione di visione e giudizio storici più efficace delle opinioni dei genitori o dei nonni o di chiunque altro. Significa fare in modo che la scuola onori il proprio ruolo, suscitando nei ragazzi la voglia di fare domande e avanzare dubbi, incoraggiando la costruzione di coscienze individuali, partendo da chi siamo stati, affrontando con coraggio le responsabilità per non ripeterle in futuro. Votiamo, quindi, favorevolmente al testo, signor Presidente e colleghi, nella convinzione che, nel lungo periodo e ai fini del radicamento di una reale memoria condivisa, gli effetti prodotti possano essere di gran lunga superiori all'impegno economico previsto.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. Devo una risposta al deputato Soumahoro sulla questione che aveva posto questa mattina all'inizio della seduta, su cui era intervenuto anche l'onorevole Giachetti. Come preannunciato, ho personalmente riascoltato l'audio del suo intervento nella seduta di ieri, onorevole Soumahoro.

Il resoconto stenografico risulta assolutamente fedele a tutte - ripeto, tutte - le parole pronunciate dal deputato Soumahoro, come mi ero permesso di presumere. Ed essendo la resocontazione parlamentare, per sua natura, un atto che riproduce fedelmente il dibattito accompagnato dalla descrizione di ciò che accade in quest'Aula, nel resoconto stenografico - e guai se non fosse così - c'è un'interlocuzione mia, che le dico: “Concluda, per favore”, essendo lei fuori dai tempi di un minuto e dieci secondi rispetto ai due che gli erano stati dati. Quindi, lei continua il suo discorso, che è esattamente quello che aveva detto. Le dovevo questa spiegazione e gliel'ho data. Andiamo avanti (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa di dichiarazioni di voto finale - A.C. 792? e abbinate)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, oggi ci troviamo a discutere una proposta di legge che istituisce un fondo per i viaggi della memoria e riguarda, quindi, l'educazione alla nostra memoria collettiva e il luogo dove è centrale coltivarla, cioè la scuola. I viaggi della memoria, che da molti anni arricchiscono i programmi delle scuole da Nord a Sud del nostro Paese, non sono infatti semplici esperienze didattiche ma veri e propri atti di riflessione profonda sui valori che fondano la nostra civiltà e sulle disumane ferite che alla nostra storia hanno inferto il razzismo, il nazismo e il fascismo, suo complice. L'abisso della Shoah deve essere sempre conosciuto e ricordato, perché lo sterminio organizzato e programmato degli ebrei è stato un orrore unico nella storia dell'umanità, su cui ancora oggi e per sempre è giusto interrogarsi, affinché non possa mai più accadere. L'esperienza del viaggio della memoria è un'opportunità cruciale per le giovani generazioni, affinché possano confrontarsi con la tragicità di eventi storici che non appartengono solo al passato, ma che ci interpellano anche nel presente, perché anche i ragazzi e le ragazze del nostro tempo incontrano nella loro vita quotidiana, nelle loro classi, nelle loro città, il razzismo, l'intolleranza, l'odio, la prevaricazione, le nostalgie per una storia che ha prodotto solo morte e sofferenza e che no, diciamolo, non ha fatto anche cose buone. Incontrano i messaggi d'odio e di esaltazione degli estremisti, dei razzisti, degli antisemiti, proprio laddove sono più vulnerabili, sugli schermi dei loro smartphone, attraverso i social, dove passano anche tanto del loro tempo libero.

A nessuno può sfuggire l'ondata di propaganda estremista che sistematicamente coinvolge le nostre esistenze virtuali, un'ondata finanziata dalle più grandi potenze economiche mondiali, fatta di bot, fake news, incitamenti all'odio e proselitismo, che si unisce allo sdoganamento di gesti e strizzate d'occhio alle peggiori nostalgie. Tornano quei gesti di quei tempi, anche se non lo credevamo possibile. Tornano quando persino Steve Bannon ed Elon Musk, con i loro saluti di braccia tese, evocano i simboli inquietanti che rimandano al nazismo, andando ben oltre la provocazione consentita.

Questi episodi non sono soltanto dei fraintendimenti, ma segnali chiari di un clima politico sempre più indirizzato a rievocare un'ideologia del dominio, fondata su un potere senza limiti, che non tollera le regole basiche della convivenza tra diversi ed incapace persino di rispettare il diritto alla vita degli altri. Normalizzare gesti legati a un passato oscuro significa aprire la porta a derive autoritarie e, quando persino figure di spicco si appropriano di simboli fascisti, contribuiscono a legittimare queste idee estremiste. Insieme all'attacco delle istituzioni, del diritto internazionale, come l'ONU e la Corte penale internazionale, questo atteggiamento spalanca la porta ad un inquietante ritorno di temi del passato. Il rischio è una società in cui il potere si impone con la forza e non con le leggi.

Ciò che oggi dobbiamo provare a fermare è l'influenza globale di questa cultura, che amplifica il pericolo, rendendo accettabile ciò che invece dovrebbe restare inaccettabile. Mai come in questi mesi, negli ultimi settant'anni era stato così metodico il tentativo di condizionamento con idee estremiste e violente dei sistemi democratici. Se non si reagisce con fermezza, il confine fra la provocazione e la realtà potrebbe svanire del tutto. Per questo, servono solidi anticorpi, da sviluppare prima di tutto a scuola. Lo studio dei totalitarismi e la visita dei luoghi dove quei regimi hanno negato l'umanità è fondamentale per nutrire questo necessario sistema immunitario.

Auschwitz, Dachau o la Risiera di San Sabba non sono solo frammenti di storia ma restano, a distanza di decenni, il simbolo di una ferita che non sarà mai sanata, il plastico dei luoghi in cui una società umana si è inabissata nell'odio, lì dove non sono morte solo persone ma è morto il senso stesso dell'umanità. Molto si è discusso sulle modalità con cui ragazzi e ragazze approcciano ai viaggi della memoria. Le destinazioni di questi viaggi sono luoghi che raccontano una verità profonda e che non possono essere meta di un semplice viaggio, né di una semplice gita. I viaggi della memoria sono esperienze che fanno parte di un percorso che comincia nelle aule ma che dalle aule deve uscire, per andare a visitare, conoscere e vivere quei luoghi. È fondamentale che le nuove generazioni ne percepiscano il silenzio, leggano i segni indelebili, ascoltino le testimonianze di chi è sopravvissuto per comprendere in profondità la portata dell'orrore che vi si è consumato, con consapevolezza e coscienza, che confrontino quel che è stato con quello che qualcuno, con le sue braccia alzate e tese, vorrebbe normalizzare.

Una memoria storica che si costruisce attraverso studio ed esperienza e viene da chiedersi perché, in un tempo in cui tutto è a portata di smartphone, sia importante muoversi per andare a conoscere. La risposta la dà Paolo Paticchio, che da vent'anni organizza i treni della memoria. Dice: “c'è bisogno di una fisicità, di un cammino, di un percorso (…) che vada oltre l'approccio frontale, che prenda le vite di questi ragazzi e le metta dentro la storia. Oggi, ancor più che qualche anno fa, è fondamentale questo tratto di percorso, perché in un tempo virtuale, digitalizzato, schermato, abbiamo bisogno di capire che queste storie non sono frutto di storytelling ma sono le vite travolte e segnate di milioni di persone nel nostro Paese, nel nostro stesso continente. È un cammino nel passato, un viaggio che si fa nel tempo e nello spazio ma è anche un grande viaggio che si intraprende dentro di sé. La parte interessante è che viene fatto in maniera collettiva, con la possibilità di condividere, discutere e confrontarsi”. La Giornata della Memoria, che abbiamo celebrato qualche settimana fa, è nata per ricordare l'orrore dell'Olocausto e per mantenere viva la testimonianza delle vittime della Shoah. La scelta della data del 27 gennaio non è casuale: il 27 gennaio del 1945 l'Armata rossa liberava il campo di Auschwitz, che negli anni è diventato il luogo simbolo della volontà di non dimenticare.

I viaggi della memoria sono un'espressione concreta di questa volontà, non solo un'occasione di apprendimento storico, ma anche un'esperienza emozionale profonda, che lascia un'impronta perpetua nei giovani. È giusto ricordare anche che la tragedia dell'Olocausto non riguarda esclusivamente il popolo ebraico. Le atrocità naziste furono perpetrate anche ai danni di altre categorie perseguitate per motivi politici, etnici, religiosi e sociali. Gli oppositori politici, i rom e i sinti, le persone con disabilità, gli omosessuali, i testimoni di Geova furono anch'essi vittime di un genocidio pianificato e sistematico. Il nostro impegno nella preservazione della memoria, anche nelle scuole, deve abbracciare tutte le vittime, senza escluderne nessuna, perché solo attraverso una narrazione completa e inclusiva possiamo trasmettere ai giovani il valore profondo dell'eguaglianza, del rispetto per la diversità, della solidarietà umana. Colgo l'occasione, quindi, per ribadire l'importanza di rendere il Giorno della Memoria un tributo a tutti i morti dell'Olocausto, perché non ci possono essere morti perseguitati, dimenticati.

Sostenere i viaggi della memoria, allargare la memoria è un atto di responsabilità civile, un investimento nei valori che sono alla base della nostra democrazia, uno strumento quanto mai, oggi, necessario alla sua tutela. Finanziando questi viaggi, offriamo ai nostri giovani la possibilità di acquisire un bagaglio culturale che li renda protagonisti di un impegno etico, capace di affrontare le sfide del nostro tempo e provare repulsione e disgusto per chiunque guardi con simpatia ad atroci regimi totalitari. Concludo, quindi, annunciando il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Voteremo favorevolmente su un provvedimento che va nella direzione di favorire la sensibilizzazione e il ricordo di una pagina drammatica della storia, che non può essere - sarebbe forse ancor più drammatico - consegnata solo ai ricordi sbiaditi di pagine ingiallite. Il 27 gennaio la Repubblica italiana celebra il Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. La data è stata scelta perché il 27 gennaio 1945 furono abbattuti i cancelli del campo di Auschwitz; la data della liberazione da quel campo è stata giudicata la più adatta a simboleggiare la Shoah e la sua fine. E non fu solo il nazismo, non fu solo la Germania hitleriana a macchiarsi del peggiore crimine mai compiuto nella storia dell'umanità, perché le leggi razziali del 1938 fecero entrare a pieno titolo l'Italia dentro questa pagina terribilmente buia.

Mai era accaduto che persone che abitavano in diversi Paesi d'Europa venissero cercate, arrestate e deportate in luoghi - Auschwitz e altri campi di sterminio - appositamente destinati ad assassinarle, con modalità tecnologicamente evolute. È fondamentale che ci si adoperi per la sensibilizzazione e il rafforzamento della memoria della Shoah, soprattutto rispetto alle giovani generazioni, e a contrastare con fermezza ogni possibile ritorno, anche sotto forme nuove, di ideologie antisemite, razziste e intolleranti. È un obiettivo ed è uno dei compiti che deve sentire su di sé chiunque voglia costruire un futuro migliore, libero dall'odio, dalla violenza, rispettoso dei diritti e della libertà di ognuno. La presente proposta di legge è assolutamente condivisibile nell'intento di intervenire al fine di sensibilizzare e coinvolgere i giovani studenti attraverso la promozione di viaggi di studio nei luoghi della memoria. Vedere Auschwitz oggi e tentare di coglierne il senso profondo comporta l'adozione di una prospettiva che non si limiti alla storia nazionale, ma che sia capace di abbracciare, con lo sguardo, le sue molteplici dimensioni, micro e macroregionali, ma anche europee.

Guardare alla storia della Seconda guerra mondiale e della Shoah, significa, infatti, costruire la consapevolezza che i processi che ne furono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche e culturali che quella storia ha prodotto. Visitare uno dei luoghi in cui la Shoah è stata perpetrata è effettivamente fondamentale per comprenderla. I luoghi sono delle fonti molto importanti e sono dei veicoli molto importanti.

Per lo studente che per la prima volta si occupa della Shoah, il luogo è un riferimento fisico importante. La storia diventa più materiale, reale, terrestre, europea, nostra e non è più una storia che gira da qualche parte nello spazio ma è qui. Visitando con calma un luogo o, meglio ancora, per chi studia la Shoah in modo più approfondito, tante volte è il modo di farsi un'idea della capillarità dell'azione, della vastità del crimine, dello svolgersi materiale della deportazione. Il luogo del delitto ci parla anche del delitto stesso. I viaggi della memoria hanno rappresentato, per migliaia di ragazze e ragazzi, l'esperienza probabilmente più formativa, profonda, emotivamente e intellettualmente coinvolgente e pregnante che il nostro sistema scolastico, culturale e istituzionale potesse offrire loro.

Compiere, anche fisicamente, un viaggio fino al centro dell'orrore e della tragedia più grande della storia dell'umanità - i campi nazifascisti di concentramento - significa, per le giovani generazioni, la possibilità di guardare negli occhi dei sopravvissuti, che si sono fatti testimoni attivi di memoria, l'orrore della segregazione, della violenza, della disumanità più assoluta, ma insieme anche lo straordinario valore della libertà riconquistata, dell'uguaglianza, del rispetto della vita umana, delle differenze, della democrazia. Restituire centralità a quest'esperienza, attraverso ulteriori risorse alle scuole secondarie di secondo grado che intendano preparare ed effettuare i viaggi nella memoria, è una scelta che qualifica questa Assemblea. La responsabilità della trasmissione del messaggio di Auschwitz al mondo è enorme e va pensata con cura, perché - come abbiamo visto - molte cose essa rappresenta, non una sola, e non appartiene solo a qualcuno ma all'umanità tutta, all'umanità intera. Non è solo lo sterminio sistematico degli ebrei d'Europa, non è solo l'attuazione di un'aberrante teoria razzista: Auschwitz, ormai, trascende la sua storia e parla direttamente a noi, ora e qui, proprio nel mondo in cui viviamo, perché in quel luogo l'Europa perse se stessa.

È un monito che viene dal passato e il suo messaggio, per quanto complesso e doloroso, è più che mai necessario per pensare al nostro futuro. Auschwitz non dovrebbe più essere soltanto un'icona del male, ma un prisma attraverso il quale vedere l'Europa e la sua storia, uno strumento per prepararsi ad agire nel mondo di oggi e di quello a venire. Voteremo “sì” (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Colleghi, il dibattito di questa mattina non riguarda soltanto l'esame e l'approvazione di una legge, ma il fondamento stesso del nostro essere comunità politica e il senso più profondo del nostro impegno per la Repubblica, per la difesa della memoria, per il futuro delle generazioni che verranno. La norma che esaminiamo e che spero approveremo all'unanimità segnala una necessità urgente ed evidente: rafforzare la consapevolezza degli orrori che derivano dall'antisemitismo, dal razzismo, dalla criminalizzazione di un popolo, di una religione, di una identità diversa dalla nostra. È urgente perché il nostro tempo ci ha dimostrato, purtroppo, che l'antisemitismo non è mai sopito e ci ha dimostrato che nessuna certezza storica può essere data per acquisita una volta per tutte. Lo dico perché, nonostante l'azione educativa e culturale prodotta dai nostri padri e dai nostri nonni in tutta Europa abbia reso l'antisemitismo un sentimento impresentabile, sanzionato dalle leggi, stigmatizzato sul piano sociale, escluso dal dibattito pubblico, questo virus ha trovato, comunque, il modo di insinuarsi nelle nostre coscienze o, forse, non è mai andato via. Odio e disprezzo per gli ebrei non si presentano più nelle forme plateali e dirette che hanno insanguinato il Novecento, ma si diffondono in forme diverse, più subdole: il complottismo, la relativizzazione della Shoah, il pregiudizio antiebraico mascherato da dissenso politico per le scelte di Israele.

Abbiamo creduto per anni che l'antisemitismo fosse stato consegnato ai libri di storia e, invece, la realtà, purtroppo, ci ha smentiti. Come ci ha ricordato saggiamente il Presidente Mattarella, lo scorso 27 gennaio, “Auschwitz rappresenta l'abisso più profondo e oscuro mai toccato nella storia dell'umanità”, ma quelle ombre, quelle parole, quei fantasmi continuano a generare inquietudine e ci preoccupa la minaccia continua alla sicurezza e all'esistenza stessa del popolo di Israele.

Allora è per questo che la norma di cui discutiamo oggi è cruciale, perché la memoria non può essere lasciata all'astrazione, ma deve diventare esperienza viva, tangibile, incontro diretto con la verità storica, perché sia da monito per il presente.

Sostenere i viaggi della memoria significa far vedere ai nostri ragazzi dove porta l'odio quando diventa sistema, è un modo concreto per dire loro che, quando l'odio trova legittimazione nell'indifferenza, le porte che si aprono sono quelle della barbarie. È successo, può succedere ancora, se la vostra generazione non raccoglierà il testimone di una vigilanza rigorosa e costante contro l'odio. E quella vigilanza sarà un presidio per tutti, non solo per gli ebrei, ma per ogni minoranza e per ogni singolo individuo. Dobbiamo dire ai nostri figli: andate ad Auschwitz-Birkenau, andate a Treblinka, andate a Bergen-Belsen, andate a guardare cosa significa abbandonare la categoria dell'umanità per inseguire la promessa di una soluzione finale ai problemi delle nostre società e, soprattutto, imparate a diffidare di chi propone messaggi analoghi, perché l'antisemitismo non si è estinto. E proprio in questi ultimi anni, dal 7 ottobre in poi, ha mostrato il suo vero volto: la volontà di distruzione degli ebrei come individui e di Israele come Stato sovrano. Hamas lo afferma senza alcuna ambiguità. Il suo obiettivo non è solo la lotta contro Israele, ma il suo definitivo annientamento. E non si tratta solo di Israele. Hamas non nasconde la volontà di sterminare gli ebrei ovunque nel mondo e quando un'idea si costruisce sull'eliminazione dell'altro, quando un'identità viene ridotta a un bersaglio da estirpare, allora non siamo più di fronte a una battaglia politica, ma a una dichiarazione d'intenti che porta il sigillo dell'odio più radicale, portato alle estreme conseguenze.

Parlare degli orrori di ieri obbliga anche a riflettere sugli orrori di oggi. L'ultima foto di Shiri Bibas che stringe al petto i suoi bambini, i piccoli Ariel e Kfir, con gli occhi sgranati dalla paura, mentre i miliziani di Hamas la strattonano per portarla verso una morte certa, ci racconta una verità atroce (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier): ottant'anni dopo gli innocenti muoiono e continuano a morire soltanto perché sono ebrei, ottant'anni dopo l'Olocausto non ha guarito il mondo dall'antisemitismo.

Ieri, Israele ha celebrato l'eccidio dei Bibas con un immenso e silenzioso omaggio di popolo. Nel nostro piccolo, vorremmo dedicare a loro, ai martiri della famiglia Bibas, che sono il simbolo della tragedia degli ostaggi del 7 ottobre, questa norma. È poca cosa davanti alla tragedia che ha travolto loro, come gli altri ostaggi e le loro famiglie, ma forse può costituire un segno: l'Italia non dimentica le tragedie del passato, non dimenticherà le tragedie del presente e saprà da che parte stare, perché queste tragedie non si ripetano mai più.

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento, che arriva al finale dopo un iter forse troppo lungo, spero cominci, davvero, una nuova stagione di intervento concreto, fattivo, operativo per contrastare la tentazione antisemita, che si riaffaccia con prepotenza. Il “mai più” che pronunciamo ogni 27 gennaio deve vivere, deve vivere nelle scelte che compiamo, nella cultura che trasmettiamo ai nostri giovani, nella fermezza con cui contrastiamo ogni nuova forma di antisemitismo, ogni tentativo di giustificare la violenza, ogni deriva che, ancora una volta, prova a trasformare l'altro in un nemico da abbattere.

Per tutte queste ragioni, il gruppo di Noi Moderati voterà, convintamente, a favore di questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rita Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Signor Presidente, colleghi, il provvedimento che stiamo esaminando intende promuovere e incentivare, nel rispetto dell'autonomia scolastica, i viaggi degli studenti nei luoghi della memoria, per tenere vivo il ricordo della Shoah, il genocidio nazista di 6 milioni di ebrei, ma non soltanto, di migliaia di persone di colore, di migliaia di omosessuali, di 300.000 persone con disabilità, dei quali 10.000 bambini, di 500.000 rom.

È inutile fare dei numeri, perché è riduttivo, però ci fanno vergognare veramente di essere chiamati esseri umani.

La proposta di legge nasce dalla volontà di far conoscere da vicino, a quanti più studenti possibili, la realtà dei campi di sterminio nazisti, stanziando circa 2 milioni di euro per i prossimi tre anni.

La Shoah è la pagina più buia, vergognosa e devastante della storia umana del secolo scorso e il Giorno della Memoria è un richiamo assoluto che deve continuare a farci stare male e a scuotere le coscienze di tutti. Guai a chi dimentica, a chi non ricorda.

L'antisemitismo non ha e non potrà mai avere spazio, ma non soltanto in Italia, da nessun'altra parte del mondo. Nessuno mai deve avere paura o essere ucciso solo perché ebreo, perché diversamente abile, per orientamento sessuale o perché diverso nel colore della pelle o della religione. Queste sono cose che noi dobbiamo combattere sempre, tutti i giorni.

La memoria è un dovere e non è da esercitare soltanto un giorno all'anno, perché la lotta contro l'antisemitismo è una priorità assoluta del Governo, delle istituzioni, di tutto il Paese, ma soprattutto delle nostre coscienze.

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche quest'anno, ha dato istruzioni alle nostre ambasciate e ai consolati di tenere vivo il ricordo della Shoah, ricordandoci che il nostro compito è di rafforzare la coscienza civica nelle giovani generazioni, proprio per cancellare fin dall'inizio qualunque tipo di atteggiamento razzista. Tutti i giorni, purtroppo - e lo sappiamo -, ci scontriamo con questi problemi. Ecco, perché vanno fortemente incentivati i viaggi delle scuole superiori; bisogna spiegare, far riflettere con lezioni in classe, dedicare tempo e riflessioni al viaggio a cui si andrà incontro, che sarà un viaggio durissimo.

La storia della Shoah fa ormai parte, per fortuna, del programma scolastico di storia contemporanea. Nel 2000 è stata approvata la legge n. 211, che ha istituito il 27 gennaio come Giorno della Memoria. La testimonianza dei sopravvissuti, diretta e indiretta, è importantissima, emozionante, commovente e ci fa conoscere meglio quello che hanno vissuto; deve essere integrata e resa ancora più forte con la presenza dei giovani sui luoghi in cui le atrocità naziste sono avvenute.

Chiaramente, è un progetto rivolto a ragazzi in età adolescenziale, quindi, in grado di capire. Per i bambini il discorso, magari, può essere diverso. Però, l'Italia è piena di tanti luoghi che hanno segnato questa immane e orribile tragedia: a Milano, Firenze, ma soprattutto a Roma, per esempio, esistono le pietre d'inciampo, che possono rappresentare un primo approccio, un esempio anche per le scuole primarie e di primo grado. Bisogna spiegare ai bambini e ai ragazzi che le pietre d'inciampo sono state messe negli androni delle case da cui erano stati trascinati fuori gli ebrei, per essere deportati nei campi di concentramento. Se andate nel ghetto, ogni androne ha una di queste pietre d'inciampo. In quelle case poi loro non sono più tornati. È anche tra i banchi di scuola, oltre che a casa, che si forma la coscienza di una persona e si impara a confrontarsi con un mondo fatto di diversità, ma anche di ricchezze culturali. Ricordare significa passare il testimone da una generazione all'altra. È l'unico antidoto contro l'indifferenza, la perdita di memoria e il rischio che simili tragedie possano tornare a ripetersi. Tutto ciò rappresenta il nostro obiettivo principale, in un momento storico in cui, purtroppo, si parla ancora troppo di guerre, di odio e molto poco di pace. Ricordare significa accendere sempre nelle generazioni più giovani le fiaccole della memoria.

Per queste ragioni, Forza Italia non può che dichiararsi, convintamente, favorevole all'approvazione di questo provvedimento, aiutando così il nostro Paese, le nostre coscienze e il futuro dei nostri giovani a non avere più paura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gaetano Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Giorno della Memoria per ricordare un crimine senza precedenti, la difesa della razza, la pulizia etnica. Premetto che il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questo provvedimento, però mi chiedo: quanti furono complici di quanto accaduto? In nome di cosa? Cerco che qualcuno mi dia una sola ragione che giustifichi i milioni di morti innocenti, una ragione; una che metta a posto la coscienza di chi giustificò i 335 morti del 24 marzo alle Fosse Ardeatine.

Ecco, la ragione è l'ignavia, l'ignavia che caratterizzò quegli uomini e che ancora ci caratterizza tutti. Non vollero vedere, o meglio, vollero non vedere; e vollero non sapere, allora ed oggi.

Presidente, il fatto di avere bisogno di un giorno per avere memoria di nefandezze non è una bella cosa. Abbiamo il giorno contro il femminicidio, il giorno contro il bullismo, però non c'è il giorno di Cutro, non c'è il giorno della vergogna. Due anni fa, solo due anni fa, 94 esseri umani, non parlo di immigrati, parlo di esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La memoria può essere elefantiaca e può essere quella dei pesci rossi, che è istantanea, è al momento. Ecco, noi stiamo andando sempre di più verso una memoria istantanea, che ci fa dimenticare che cosa è successo in passato. La guerra russo-ucraina noi la facciamo cominciare quando quel pazzo di Putin ha invaso l'Ucraina, ma comincia a piazza Maidan nel 2014, quando la responsabile dei rapporti per gli Stati Uniti nei confronti dell'Europa disse: “l'Europa si fotta”. E lo stiamo vedendo il perché disse “l'Europa si fotta”, perché è arrivato Trump a proporre una fine della guerra, ma con le spartizioni a tavolino.

Io voglio le terre rare. La Russia si prende quello che vuole e gli utili idioti hanno creduto di poter combattere una guerra di giustizia, mentre era, probabilmente, una guerra di servilismo, com'è sempre stato con gli Stati Uniti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La stessa cosa succede in Israele: tutti facciamo cominciare questa guerra israelo-palestinese nel momento in cui Hamas ha compiuto quell'oltraggio all'umanità, e invece no. Comincia alla fine dell'Ottocento, quando, a causa dell'antisemitismo, 30.000 ebrei vanno via dall'Europa e vanno in Palestina.

Ieri Trump, il Presidente degli Stati Uniti, ha mostrato un video allegro su come intende trasformare Gaza: pulizia etnica. Noi ci siamo girati dall'altro lato. Il Vicepremier Salvini, qualche giorno fa, si disse contento di avere abbracciato Netanyahu e di essersi fatto una foto con lui. Questo, fatto da Salvini, non ci meraviglia, si è fatto la foto anche con Lucci, capo della tifoseria milanese, indagato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

STEFANO CANDIANI (LEGA). Ma vai a cagare (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non si mescolano queste cose…

GAETANO AMATO (M5S). Presidente, glielo dice lei al collega che…

PRESIDENTE. Abbia pazienza …

GAETANO AMATO (M5S). …io ho diritto di dire quello che voglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Sì, onorevole Amato…

GAETANO AMATO (M5S). Stai zitto! O dimmelo fuori!

PRESIDENTE. Onorevole Amato, abbia pazienza…

GAETANO AMATO (M5S). Mi ha detto: “vai a cagare” (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Onorevole Amato…

GAETANO AMATO (M5S). Voglio che lei prenda provvedimenti! Me lo dici fuori questo!

PRESIDENTE. Allora, mi fate parlare, per favore. Onorevole Amato, se l'onorevole Candiani ha detto quell'espressione che lei ha detto…

GAETANO AMATO (M5S). Ha detto…chiedo che lei mi ascolti…

PRESIDENTE. Perfetto. Allora, abbia pazienza. Intanto proviamo a calmarci un attimo. Allora, onorevole Amato, ovviamente la sto ascoltando in un intervento in dichiarazione di voto su un provvedimento che riguarda i viaggi della memoria (Commenti del deputato Amato). Lei sta argomentando - mi lasci finire, poi lei ricomincia - rispetto ad argomenti che nulla, in questo momento, hanno a che vedere. Sta facendo dei ragionamenti che io sto seguendo, non l'ho interrotta, dopodiché lei introduce degli elementi, come dire, di cronaca, in un discorso che su questo provvedimento - mi consenta, poi lei va avanti - nulla c'entrano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste del deputato Amato). Nulla c'entrano, parliamo dei campi nazisti. Dopodiché, la sto ascoltando e non l'ho interrotta; quindi, c'è stata una reazione da parte del collega Candiani, che adesso poi riascolteremo, segnaleremo eventualmente all'Ufficio di Presidenza, dopodiché (Proteste del deputato Amato) … non mi parli addosso, perché non è un dibattito in TV, stiamo nell'Aula della Camera. Le dico: il suo intervento, in dichiarazione di voto, è relativo ai viaggi della memoria nei campi nazisti. Lei sta facendo…

GAETANO AMATO (M5S). Memoria. Io sto parlando di memoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Se lei mi parla addosso non ha rispetto neanche di me. Onorevole Amato, mi lasci parlare. Abbia pazienza.

Allora, sta svolgendo un intervento assai articolato che sta andando da altri lidi. Io la sto (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) …voi dovete avere rispetto mentre parlo io, non mi dovete parlare addosso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Rispettosamente, io la sto ascoltando. Il suo intervento, visto che sta abbracciando argomenti vari e complessi, ha suscitato una reazione. Poi riascolteremo e, se è andata sopra le righe, certamente interverremo, come sempre abbiamo fatto in quest'Aula.

Quindi, la richiamo soltanto a stare il più possibile, nell'argomentazione che lei preferirà fare, sull'argomento di cui noi stiamo discutendo. Tutto qui. Prego, e non mi urli. Le ho detto vada avanti, né l'ho censurata. Non ho fatto nulla.

GAETANO AMATO (M5S). Presidente, mi consenta, anche perché io non ho offeso nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non ho detto nulla che non fosse reale e provato.

PRESIDENTE. Ma io non l'ho richiamata. Lei svolge delle argomentazioni che lei ritiene di fare. Le continui a fare, prego.

GAETANO AMATO (M5S). No, no, Presidente, adesso lei mi permette di spiegare e di concludere.

PRESIDENTE. Io non l'ho interrotta. Prego.

GAETANO AMATO (M5S). Io ho detto che noi voteremo favorevolmente a questo provvedimento e ho fatto una riflessione sui due termini che compongono questo provvedimento, quello del “giorno” e quello della “memoria”. E ho detto che mancano dei giorni all'appello, mentre questi giorni, per fortuna, ci fanno ricordare quello che è successo là (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sono altri giorni che abbiamo dimenticato. Io ho fatto una riflessione sulla terminologia e adesso stavo parlando di memoria. Noi abbiamo dimenticato quello che è successo ad Auschwitz, perché lo abbiamo permesso a Gaza.

Quando - e con questo concludo - l'onorevole Tajani, Ministro degli Affari esteri, che è anche il mio Ministro, malgrado io la pensi politicamente in modo diverso da lui, è anche il mio Ministro e quando parla da Ministro degli Affari esteri parla anche a nome mio ... Quando è stato condannato Putin dalla Corte penale internazionale abbiamo applaudito tutti. Tutti! Quando è stato condannato Netanyahu, il Vicepresidente Tajani, il Ministro Tajani, ha detto: è amico nostro.

No, è amico suo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Io sono amico di Israele in quanto Stato, non posso essere amico di Netanyahu che ha fatto massacrare 17.000 bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento che esaminiamo oggi intende promuovere e incentivare, nel rispetto dell'autonomia scolastica, i viaggi delle nostre scuole nei luoghi della memoria, per tenere vivo il ricordo della Shoah, il genocidio nazista degli ebrei, lo studio dell'Olocausto; un supporto alla formazione della coscienza per gli studenti, che possano meglio comprendere e combattere le ramificazioni del pregiudizio, del razzismo, dell'antisemitismo e del ragionamento per stereotipi in qualsiasi società o gruppo. È l'occasione migliore per sviluppare la consapevolezza del valore della diversità in una società pluralista e la sensibilità alle peculiarità delle minoranze, come occasione di crescita e, soprattutto, di cambiamento, attraverso il sapere consapevole, perché come scrisse Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.”

La proposta di legge a prima firma della collega Pirovano, senatrice del gruppo Lega, nasce dalla volontà di far conoscere da vicino, a quanti più studenti possibili, la realtà dei campi di sterminio nazista. Il genocidio ebraico è una storia di persone, carnefici, vittime, ma anche molti spettatori; è una storia di uomini e donne che hanno scelto di dare morte o convivere con essa; è una storia che interroga da vicino la nostra quotidianità e, soprattutto, la sfera della responsabilità. La dimensione empatica ed emotiva non è sufficiente a spiegarla, essa può essere, però, lo strumento attraverso il quale ci si ponga interrogativi cui lo studio dei processi storici può dare risposte.

Del resto, è questo il ruolo della scuola che vogliamo e delle agenzie di formazione: dare risposta e, soprattutto, creare nuova coscienza. Il tema da affrontare oggi, in tutte le sedi, alla luce di altri genocidi accaduti e guerre ancora presenti è quello dell'odio, che si sente, a volte, anche in contesti in cui non dovrebbe esserci; un sentimento estremo, ma fin troppo presente nell'uomo, alla base del quale troviamo, però, una radice più profonda da combattere allo stesso modo: l'indifferenza.

Ed è anche attraverso il prezioso dono della memoria che troviamo una volontà di coerenza, da raggiungere attraverso le dimensioni dell'emotività e dell'empatia. Dobbiamo tenere alto il valore della memoria; dobbiamo insegnare ai nostri giovani che solidarietà e, soprattutto, pace, sono valori irrinunciabili, e che la guerra e la distruzione sono sempre in agguato; dobbiamo insegnare loro il valore del sacrificio, dell'accettazione, della rinuncia, con modelli positivi, attraverso il racconto delle azioni dei giusti.

Mi viene in mente una frase: Bambina mia, stammi vicino, ti proteggo io, vieni dentro le mie braccia e sarai finalmente al riparo. E tu, come farai mamma? Chi proteggerà te? Chi farà in modo che nessuno ti veda? Non ti preoccupare piccola mia, noi oggi siamo tutti invisibili. Davvero mamma? È una specie di super potere il nostro? Sì, figlia mia, oggi non ci vede nessuno, ma domani si ricorderanno tutti di noi.

Il senso profondo della memoria, appiattendo il passato sulla ritualità, non vogliamo dovere della memoria che imponga a scuola, enti, istituzioni, ma suggeriamo alle scuole, agli enti e alle istituzioni di non perdere il gusto di ritrovare la memoria.

La storia della Shoah fa ormai parte, a pieno titolo, del programma scolastico di storia contemporanea e ricordiamo che il 27 gennaio è il Giorno riconosciuto della Memoria, a ricordo dello sterminio e della persecuzione del popolo ebraico. I viaggi della memoria sono parte di un percorso, ma anche una parte importante, perché rispetto a queste visite, sempre più frequenti e richieste, ci sono testimonianze di molti studenti che raccontano di essere tornati diversi, come se dentro ci fosse una forza nuova e, soprattutto, ricordo a tutti e anche a me stessa, che sono oggi anche fino a 2 milioni i turisti, le persone che visitano Auschwitz.

Nel 2018, da parte del Presidente Mattarella, vi è stata la nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, superstite di Auschwitz, per aver dato lustro alla Patria, per altissimi meriti nel campo sociale. In quel momento, è stato affermato l'altissimo merito di una donna coraggiosa, sopravvissuta al campo di sterminio. Ricordare significa anche passare il testimone da una generazione all'altra, in un momento storico in cui si parla ancora troppo poco di guerra e poco di pace. Il dovere della memoria è per noi una priorità: Auschwitz è dentro di noi, non fuori di noi. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia. Ed è per questo che dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega Salvini Premier. Un voto privo di ipocrisia, privo di parallelismi arditi, quanto inefficaci, e soprattutto privo di voli pindarici e vergognose ricostruzioni, come solo lo svilimento culturale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) di tali partiti di opposizione può concepire. Ricordo a tutti che il sindaco di Pinerolo, insieme alla maggioranza dell'estrema sinistra e del MoVimento 5 Stelle, rifiutò di votare la cittadinanza a Liliana Segre (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi, ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Certo, sarebbe stato bello tenere fuori dalla polemica politica questo momento, che è un momento importante, devo dire, in quest'Aula. Un momento in cui approviamo, come è avvenuto al Senato, una legge all'unanimità, che riguarda, che va a intervenire su quella legge che ha istituito proprio la Giornata della Memoria, prevedendo anche un fondo per sostenere quelle esperienze, quei viaggi promossi e realizzati dalle scuole nei campi di concentramento.

È una legge che prende atto, tra l'altro, e questo mi piace ricordarlo, delle esperienze importanti e positive che tanti enti locali in questi anni (penso al comune di Roma, per esempio) hanno promosso con i testimoni diretti, con quanti hanno vissuto, in prima persona e sulla propria pelle, quella che è stata la brutalità del disegno nazifascista di eliminazione del diverso e di chi ad esso si opponeva: gli ebrei, gli omosessuali, gli zingari, le persone con disabilità, gli oppositori politici, gli internati, i militari.

Molti di noi hanno partecipato a dei viaggi della memoria, hanno fatto quell'esperienza, quei viaggi in quella che è stata la storia dell'Europa del Novecento. Sono state esperienze di vita dolorose e traumatiche, ma necessarie, che sono tuttora necessarie da fare, per ricordare e per non dimenticare quanto, più di ottant'anni fa, si è perpetrato in quei luoghi contro l'idea stessa di umanità.

Mario Rigoni Stern ci ricordava che le cose che si dimenticano possono tornare. Ed è proprio questo il monito che quella legge, che fu approvata allora e che oggi andiamo a migliorare e a potenziare, vuole portare in quest'Aula.

Quella legge ci impegna a fare cosa? Ad educare alla memoria. Non possiamo che prendere atto, spesso, di quanto sia difficile, anche oggi, educare alla memoria, perché vengono a mancare i sopravvissuti che possono ricordare, soprattutto perché la disinformazione e le false verità possono circolare senza pudore e senza reticenza. La memoria, intesa proprio come propensione a ricordare spesso, in mancanza di punti di riferimento chiari, è, purtroppo, labile. Ricordare vuol dire riportare al cuore e, proprio per questo, è urgente e indispensabile fare memoria e riportare al cuore, perché è qualcosa di potente che coinvolge le emozioni direttamente, ma è anche una scelta consapevole. Questi viaggi che si realizzano e che si continueranno a realizzare ci permettono, allora, almeno in parte, di entrare negli abiti, nella vita di chi ha vissuto quella esperienza e ha attraversato quella linea di confine. Ci permettono di avvicinarci a qualcosa che, forse, non è possibile neanche comprendere fino in fondo: creare, in particolar modo, degli anticorpi contro la violenza e contro l'intolleranza; educare al rispetto dell'altro e al rifiuto di ogni ideologia di morte.

Poche settimane fa abbiamo ricordato, in quest'Aula, proprio l'onorevole Furio Colombo. È a lui che oggi, inevitabilmente, corre il mio pensiero, perché fu proprio lui a promuovere, a farsi promotore di quella legge del 20 luglio del 2000 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Fu lui a proporla, fu lui a convincere i partiti. Voglio citare proprio l'articolo 1 di quella legge, perché fissa quello che è un obiettivo fondamentale: ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, anche a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto altri perseguitati.

Voglio condividere con voi un aneddoto riguardo a quella legge. Originariamente Furio Colombo aveva proposto che la data del Giorno della Memoria fosse il 16 ottobre, in ricordo del rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 e, poi, in linea anche con le altre scelte fatte da altri Paesi in Europa, fu prescelto il 27 gennaio.

Ma non sia indifferente il ricordo di quella data, di quel 16 ottobre del 1943, quando, a pochi passi da questi luoghi, furono rastrellati più di mille ebrei romani, di cui solo 15 - e una donna, Settimia Spizzichino, che voglio ricordare - tornarono a rendere il proprio contributo, anche, alla memoria.

Quella data è importante, perché ci ricorda una cosa: che, ben prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, si era reso protagonista, il nostro Paese, oltre che della violenza e delle leggi liberticide, dell'approvazione delle leggi razziali, quelle leggi che, purtroppo, spesso nell'indifferenza generale, estromisero dalla cittadinanza attiva, dalle istituzioni pubbliche, dalle università e dalle scuole - e, oggi, alle scuole ci rivolgiamo - cittadini italiani di origine ebraica.

Leggete le pagine del libro La parola ebreo, di Rosetta Loy, che ha dedicato proprio un racconto di quei momenti o ascoltate il racconto di Liliana Segre, dei bambini e delle bambine privati, da un giorno all'altro, della possibilità di andare a scuola perché ebrei. “Un giorno di settembre del 1938 sono diventata l'altra”, ci ricorda proprio Liliana Segre.

Allora, prendo a prestito le parole pronunciate da Furio Colombo, in quest'Aula, al momento dell'approvazione di quella legge: “Questo momento, Presidente, oggi è per me un momento di emozione, perché ho vissuto un'infanzia nella quale l'ispettore della razza si presentava nelle aule delle nostre scuole a parlare di sangue infetto, a parlare di razza superiore, a parlare di un'immagine di mondo perfetto dal quale alcuni, tanti cittadini italiani - che erano stati, a pieno diritto, cittadini italiani fino a quel momento - avrebbero dovuto essere esclusi per sempre e fino alla morte”.

In questi 25 anni dalla sua approvazione, quella legge è stata uno strumento importante e determinante - e continua ad esserlo tuttora - per ricordarci cosa è stato, per ricordare e coinvolgere giovani e adulti in un processo di consapevolezza e conoscenza… scusate colleghi…

PRESIDENTE. Per favore! Prego, onorevole.

IRENE MANZI (PD-IDP). …appunto di consapevolezza e conoscenza, contro quella parola scolpita nella pietra al binario 21 del Memoriale della Shoah: la parola indifferenza. Quell'indifferenza che, come ci ha ricordato proprio la senatrice Liliana Segre, a cui, oggi, voglio dedicare l'approvazione di questa legge in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), è stata colpevole, allora, perché non ci si può difendere da chi si volta dall'altra parte ed è lo stesso pericolo che corriamo anche oggi. Allora oggi è giusto ricordare chi a quell'indifferenza si è prestato, chi ha voltato la faccia da un'altra parte, ma fare memoria anche di coloro che si sono opposti attivamente e hanno combattuto contro quelle ingiustizie e proprio contro quella indifferenza.

E oggi noi, in quest'Aula, non vogliamo essere indifferenti, non vogliamo cedere all'odio, all'intolleranza, all'antisemitismo che cresce, che ci preoccupa profondamente e ci impone, soprattutto, di agire. Ci impone di fare memoria di quanto accaduto solo ottant'anni fa in Europa, di far sì che questi eventi non siano - quella che è la più grande preoccupazione di tutti - una riga nei libri di storia.

Il 27 gennaio, colleghi, ci ricorda anche un'altra cosa e lo hanno testimoniato quei Capi di Stato riuniti, poche settimane fa, ad Auschwitz, il 27 gennaio, per l'ottantesimo anniversario della liberazione di quel campo. Ci ricorda che da quell'orrore, da quella brutalità, dall'annientamento e dall'atrocità di quei luoghi, sono nati i presupposti di un'Europa libera e democratica, di un processo di unificazione degli Stati europei antitetico ai nazionalismi e ai totalitarismi. Su quei valori si fonda l'Italia democratica e repubblicana, si fonda la Costituzione nata in opposizione al nazifascismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Fare memoria di quanto è stato allora e di quanto è accaduto allora è fondamentale per le generazioni più giovani: è costruzione di una coscienza civile condivisa e duratura e, soprattutto, di una cittadinanza europea critica, attenta e consapevole, perché quei luoghi rappresentano la nostra storia, la storia stessa dell'Europa, perché, come ci ricordava David Sassoli, noi siamo figli e nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l'antidoto a quella degenerazione nazionalista, che ha avvelenato e che rischia di avvelenare tuttora la nostra storia.

Allora è giusto ricordarlo mentre ci apprestiamo a votare - e il gruppo del Partito Democratico voterà favorevolmente, ovviamente - una legge con cui vogliamo dare uno strumento in più per la costruzione di una coscienza comune europea, proprio a partire dalle generazioni più giovani, per riaffermare i valori di democrazia, di pace e di eguaglianza, contro ogni forma di nazionalismo, di razzismo e di antisemitismo. Vogliamo farlo per le generazioni più giovani nel nome di Liliana Segre, Sami Modiano, Tatiana e Andra Bucci, Nedo Fiano, Pietro Terracina, di Settimia Spizzichino, Pietro Levi, e ne cito solo alcuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e di tutti coloro, soprattutto, che sono tornati da quei luoghi per trasmetterci una cosa di cui non vogliamo liberarci, il vizio della memoria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grazia Di Maggio. Ne ha facoltà.

GRAZIA DI MAGGIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, esattamente un mese fa abbiamo commemorato il 27 gennaio, la Giornata della Memoria. Una data che richiama la nostra attenzione non soltanto sul valore della memoria - questo è certo - ma anche sulla responsabilità morale e civile che essa ci impone. È il giorno in cui noi ci fermiamo a riflettere sull'abisso della storia ma è anche il momento in cui dobbiamo trasformare questa riflessione in azione concreta.

Ogni anno questa ricorrenza ci pone davanti e di fronte a una scelta: noi possiamo limitarci a ricordare, possiamo limitarci a educare, oppure possiamo impegnarci a prevenire, a costruire un futuro libero da ogni forma di odio e di intolleranza. Guardate, ricordare non è mai un gesto fine a sé stesso: è un atto di consapevolezza collettiva, è un esercizio che ci richiede di non distogliere mai lo sguardo da ciò che è stato. È anche un dovere morale, che ci consente di trasformare le lezioni del passato in strumenti adeguati per il futuro.

Quest'anno noi abbiamo celebrato l'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, un luogo che rappresenta l'orrore umano, ma anche il punto di partenza di un riscatto collettivo che ha gettato, poi, le basi della nostra democrazia e del nostro impegno per i diritti umani.

Signor Presidente, la memoria della Shoah e delle leggi razziali è stata anche custodita dai sopravvissuti, uomini e donne che, con immenso coraggio, hanno scelto di raccontare il loro dolore per far sì che il mondo non dimenticasse. Parole come quelle di Sami Modiano, “sono vivo affinché io possa testimoniare”, infatti, ci ricordano che la memoria non è solo un dovere verso il passato ma è, soprattutto, un impegno verso il futuro. Le loro testimonianze sono, infatti, un patrimonio inestimabile ma anche molto fragile, che noi dobbiamo preservare e tramandare, con ogni mezzo, affinché le nuove generazioni possano conoscere, capire e soprattutto prevenire.

Oggi però, signor Presidente, ricordare e commemorare non basta, perché noi dobbiamo agire. E infatti, con questa proposta di legge che ci apprestiamo a votare, noi andiamo a fare un passo importante in questa direzione. Non è soltanto un tributo alla memoria, ma è un atto concreto per mantenere vivo il ricordo e per trasmettere, a chi verrà dopo di noi, il significato profondo di ciò che è stato. Non si tratta di un gesto simbolico, ma di un dovere morale, come ha più volte ribadito il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Di Maggio. Colleghi, bisogna fare silenzio. Così come è stato fatto silenzio quando siete intervenuti, così dovete fare silenzio adesso. Colleghi del Partito Democratico, per favore. Prego, onorevole Di Maggio.

GRAZIA DI MAGGIO (FDI). Grazie, Presidente. Dicevo che non si tratta di un gesto simbolico, ma di un dovere morale, così come ha più volte ripetuto e ribadito il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il nostro compito è trasformare la memoria in uno strumento potente contro le barbarie e le intolleranze.

Le azioni concrete che accompagnano questa legge sono visibili, sono tangibili. Si tratta di un impegno che va oltre il simbolico, rappresentando un investimento nella coscienza collettiva, volto a formare i cittadini del domani, consapevoli e responsabili. I cosiddetti viaggi della memoria, destinati, appunto, agli studenti, non sono solo visite a luoghi simbolo, ma sono veri e propri percorsi di riflessione interiore, capaci di trasformare profondamente le coscienze.

Voglio, inoltre, sottolineare - mi consenta - con soddisfazione, anche l'approvazione di un emendamento, presentato da Fratelli d'Italia, al decreto-legge Cultura, che introduce misure concrete per il sostegno e la valorizzazione del memoriale della Shoah nella città di Milano.

Eppure, colleghi, noi non possiamo ignorare la realtà che oggi ci circonda, perché, purtroppo, l'antisemitismo, il razzismo, l'intolleranza, l'odio non appartengono soltanto al nostro passato: sono mali che continuano a insinuarsi nella nostra società. Li vediamo nelle piazze, li vediamo nelle università, sui social network, persino nel linguaggio quotidiano. Ecco perché il nostro impegno non può limitarsi alla memoria e al ricordo, ma deve tradursi in politiche di prevenzione e in azioni concrete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Un esempio di questo impegno è la strategia nazionale per la lotta all'antisemitismo che rappresenta non solo una dichiarazione di intenti, ma rappresenta un vero e proprio piano di azione, un manifesto di speranza che vuole contrastare e contribuire a una società libera da ogni pregiudizio e libera da ogni discriminazione, con interventi mirati per contrastare l'odio in tutte le sue forme. Questo documento dimostra, infatti, che la battaglia contro il razzismo e l'intolleranza non è più solo un episodio, non è più parte del passato, ma è una missione che richiede continuità e lo sforzo di tutte le forze politiche.

Onorevoli colleghi, ricordare - e mi avvio a conclusione - non basta. Dobbiamo trasformare la memoria in una guida per le nostre azioni quotidiane, memoria come baluardo contro il ripetersi di ciò che è stato, non commemorare soltanto, ma costruire un futuro in cui l'odio non abbia più spazio e farlo attraverso il contributo prezioso delle nuove generazioni. Dunque, signor Presidente, è con questo spirito che io esprimo convintamente il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto “Scipione Maffei” di Verona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà per due minuti.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Dichiarando…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Soumahoro.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Se ci fosse un po' di silenzio, Presidente…

PRESIDENTE. Ma lei cominci, adesso i colleghi fanno silenzio, come è giusto che sia.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Dichiarando il mio voto favorevole e convinto a questo provvedimento, Presidente…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, silenzio! Aspetti, onorevole Soumahoro, ha ragione.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente, dichiaro il mio voto favorevole a questo provvedimento che dovrebbe, non soltanto vederci tutti e tutte uniti nell'assumere questo provvedimento, ma, allo stesso tempo, nel valorizzare l'elemento della memoria. Valorizzare l'elemento della memoria vuol dire proiettarsi nel presente con la capacità di rivolgere il nostro orizzonte e le nostre azioni verso il futuro, in particolar modo attraverso il coinvolgimento dei giovani.

Essere perseguitati perché ebrei, essere perseguitati perché neri nei campi nazisti è ciò che si verificò. Presidente, a tal riguardo, voglio qui ricordare gli oltre 28 milioni di persone, uomini e donne, che sono state deportati dal continente africano e milioni di loro persero la vita durante la traversata, mentre venivano torturati, mentre venivano castrati, mentre venivano seviziati, mentre venivano schiavizzati e uccisi. Senza dimenticare i bambini che morirono perché i loro genitori furono catturati e deportati. Presidente, proprio in questi giorni l'Unione africana, attraverso una risoluzione, ha votato considerando la schiavitù, la deportazione e la colonizzazione crimini contro l'umanità e genocidio contro i popoli africani. Noi, come Italia, per la nostra vicinanza - andando a concludere - non solo geografica, ma anche culturale con l'Africa, non possiamo dimenticare ciò che fu il ruolo anche di quell'Italia fascista nei percorsi di colonizzazione.

Per cui, per questo motivo, concludendo, la decisione del Governo di accogliere, proprio nella discussione di questo provvedimento, il mio ordine del giorno, che invita all'insegnamento del crimine della colonizzazione e della deportazione nelle scuole, non soltanto è doveroso, ma è una nostra responsabilità verso i giovani e le future generazioni. Come diceva Nelson Mandela: l'istruzione è l'arma più potente per poter costruire un futuro, per poter vivere.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 792? e abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 792? e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 792?: S. 347 - "Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di «viaggi nella memoria» nei campi medesimi" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 777?-1495?.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Aspetti un attimo, onorevole Candiani. Per favore, colleghi. Noi non abbiamo finito, chi ha finito esce, però in silenzio! Prego.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per chiudere una questione che non era neanche il caso di aprire. Vede, Presidente, poco fa c'è stata sicuramente un'espressione poco felice da parte mia che non deve albergare in quest'Aula, perché, onestamente, quando magari ci sono delle provocazioni, bisogna non cascare nelle provocazioni. È indubbio che, nel momento in cui si parla di una legge che riguarda l'istituzione del Giorno della memoria in ricordo - leggo testualmente - “dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di sterminio”, sentire una provocazione che riesce ad agganciare in questo tema la fotografia del Ministro Salvini con un ultrà del Milan, francamente, mi è sembrata una provocazione al di là della misura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

A fronte di questo, indubbiamente, non bisogna trascendere in auguri di salute - diciamo - fisica. Detto questo, io non aspetterò fuori (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come ho sentito l'onorevole Amato dire a me. Io non lo aspetto, perché ho altre cose più importanti da fare. La mia può essere un'espressione provocatoria, o meglio che è uscita a seguito di una provocazione, che però non ha l'intenzionalità e la volontarietà di chi dice: ti aspetto fuori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'espressione, che a questo punto lei dice di aver detto, era certamente fuori dal perimetro di ciò che si può dire in quest'Aula. Quindi, certamente, da biasimare. La ringrazio per aver riconosciuto il suo errore.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per stigmatizzare fortemente quello che è avvenuto poco fa in Aula durante l'intervento del collega Amato. Credo, fermamente, che la Presidenza si è arrogata il diritto di giudicare il nostro collega rispetto alla capacità di stare nel tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io non credo che si possa pensare di andare fuori tema quando si rammenta la memoria di quello che è successo a Gaza rispetto al fatto che alcuni nostri Ministri, Vice Ministri, stringano la mano al criminale Netanyahu; non credo che si possa pensare che si va fuori tema quando si approva una legge sulla memoria rispetto al crimine nazista nei campi di concentramento. Quindi, mi voglio limitare a sottolineare che, da questo punto di vista, la Presidenza non è stata equa, non è stata capace di gestire questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Mi fa piacere, per certi versi, che l'onorevole Candiani abbia ammesso il proprio errore, però voglio ricordare a tutta l'Aula che qualcuno è passato alle mani qui dentro nei confronti di un nostro parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non c'è stato bisogno di rivedersi fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e credo che Candiani avesse - lo dico rivolgendomi a lei, Presidente - qualche ruolo in questo episodio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ora, da questo punto di vista, la mia idea è che la Presidenza ha sicuramente, da Regolamento, la possibilità di interrompere un nostro intervento, ma rivendico il fatto che possiamo dire quello che vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, soprattutto, in questo caso non eravamo fuori tema. Ci stava tutto l'intervento del collega Amato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, di nuovo, faccio umilmente, lo dico umilmente, un richiamo alla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Quartini, la ringrazio per l'intervento, però dovremmo fare una modifica regolamentare affinché possa succedere quello che lei ha appena detto, nel senso che la Presidenza non può essere richiamata. L'articolo 39, che lei conosce, del nostro Regolamento, al comma 3, dà al Presidente della Camera, che in questo momento rappresento io, a suo insindacabile giudizio, la possibilità di interdire un intervento.

Le ricordo che io, come potrà anche verificare dallo stenografico e riascoltando la nostra seduta, non mi sono arrogato alcun diritto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), che lei trasferisce a me, di giudicare ciò che diceva il collega Amato. Sono intervenuto, e glielo ricordo, dopo che c'era stato il battibecco di cui adesso si è scusato l'onorevole Candiani, dicendo all'onorevole Amato che le argomentazioni che stava svolgendo, per la natura attuale di cronaca, avevano una connessione assai larga - diciamo così, assai larga (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - rispetto al tema e che, quindi, aveva provocato quella reazione.

Tutte le sue altre considerazioni, con tutto il rispetto, con la stessa umiltà, non trovano alcuna cittadinanza nel mio comportamento che ho avuto questa mattina. Detto ciò, lei trasferisce su di me, per proprietà transitiva abbastanza inusuale, ciò che è accaduto prima. Io ne prendo atto, dopodiché la mia serenità è totale e assoluta rispetto alla correttezza e al perimetro del Regolamento, che è stato esattamente attuato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Per fatto personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per fatto personale, l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Allora, due cose. Una, così come ho detto a lei: ho aperto il mio intervento dicendo che il MoVimento 5 Stelle era a favore di questo provvedimento e poi ho detto che avrei voluto fare una riflessione. La riflessione che io volevo fare e che ho fatto era sulla terminologia contenuta in questo provvedimento, vale a dire “giorno” e “memoria”. Io ho analizzato “giorno” e ho analizzato “memoria”.

Quindi ho ricordato che, senza avere un giorno in calendario, dimentichiamo delle cose, e ho citato Cutro; e “memoria” perché ho riportato il genocidio - perché così lo ha definito la Corte penale internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - accaduto a Gaza, che è non meno grave, non meno grave, visto che avevamo quei ricordi del Giorno della Memoria. Quando ho parlato di morti a Cutro, non ho parlato di immigrati: ho parlato di esseri umani. Quindi, questo è quello che riguarda il mio intervento.

Riguardo il fatto che io abbia detto “ti aspetto fuori” all'onorevole Candiani, non è assolutamente così e la invito a risentire quanto da me detto, dato che in quest'Aula già è successo con l'onorevole Donno che è stato malmenato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Troppe volte si usano dei termini pesanti perché stiamo in quest'Aula; probabilmente, fuori andiamo a prendere il caffè assieme, però, qua dentro, diventa il “teatrino” delle aggressioni (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, io all'onorevole Candiani ho detto “dimmelo fuori” e non “ti aspetto fuori”. Ci tengo a precisarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Bene, onorevole Amato. Come vede, anche se lei è intervenuto per fatto personale e, sostanzialmente, gli ultimi 10 secondi del suo intervento sono stati dedicati al fatto personale, come io non l'ho interrotta quando ha fatto il suo intervento, non l'ho interrotta neanche adesso che ha svolto delle considerazioni sul suo intervento rispetto alle quali io - glielo ripeto - non ero intervenuto, pur avendo…perfetto. Siccome il suo collega prima ha detto il contrario, almeno io e lei ci capiamo su questo (Commenti del deputato Amato)… No, ma infatti, onorevole Amato, io apprezzo il fatto. Ripeto, c'è una divergenza tra di voi. Il suo collega ha detto un'altra cosa, ha trasferito su di me la responsabilità (Commenti di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle) ...Parlatevi, che vi devo dire (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere un'informativa urgente in quest'Aula della Presidente Meloni. Lo faccio perché proprio ieri, alla prima riunione del gabinetto del Governo del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, lo stesso ha annunciato che intende mettere dei dazi sui prodotti europei del 25 per cento e che intende farlo in fretta.

Ora, chiaramente, questa minaccia - non sappiamo, ma crediamo che diventerà anche un fatto - si configura come un attacco alla nostra economia e come una scelta che punta ad indebolire l'economia dell'Europa intera.

Uso le parole di Orsini, di Confindustria, proprio perché è un esponente lontano da me e dal nostro pensiero in materia di economia; però, oggi, sui giornali dice delle cose molto serie, ossia che è un'ora buia, perché il vero obiettivo di Donald Trump è la deindustrializzazione europea e la chiusura di molte fabbriche che sono aperte nei nostri Paesi. Allora, ci chiediamo come sia possibile che la Presidente Meloni taccia, non dica una parola, non venga in quest'Aula a dirci (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che cosa intende fare per difendere la nostra economia, le nostre fabbriche e, quindi, anche i nostri lavoratori e le nostre lavoratrici.

La Presidente Meloni scappa da settimane, non pronuncia più una parola. Non sappiamo nemmeno che cosa sia andato a dire il Ministro Giorgetti nei consessi europei dove si discute la strategia per rispondere a questa politica protezionistica aggressiva ed ostile del Presidente Trump. Le sembra una cosa seria? Le sembra possibile che, in un momento così delicato della vita del Paese e del mondo, questo Parlamento, che dovrebbe discutere per ore di cosa fare di fronte a questi fatti, non discuta di niente e non sappia nemmeno che cosa intende fare il Governo?

Io credo che non sia serio. Aggiungo un altro dato: qualche giorno fa, sempre una persona che sicuramente non può essere tacciata di essere un estremista di sinistra, come Federico Fubini, che scrive per il Corriere della Sera, ha scritto un lungo articolo spiegando che, probabilmente, i dazi sono una minaccia per costringere i Paesi europei a comprare 2.000 miliardi di debito degli Stati Uniti a tassi bassissimi e con rendimenti sotto quello che sarebbe giusto. Perché lo fa Trump? Perché lo farebbe?

Lo farebbe perché deve tagliare le tasse alle imprese americane, facendole scendere al 15 per cento, e per farlo ha bisogno di soldi, che vuole reperire sul mercato del debito. Ecco, noi vorremmo qui la Presidente Meloni per chiederle se lei è d'accordo con l'idea che gli europei e gli italiani debbano pagare la riduzione delle tasse delle imprese americane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Vorremmo sapere se è d'accordo, perché se il gioco è questo, se il gioco è che noi dobbiamo pagare la riduzione delle tasse di Musk, di Altman, di Bezos per farli ancora più ricchi, allora abbiamo qualche problema, ma qualche problema grave.

Quindi, glielo dico, Presidente: la prego di trasmettere alla Meloni la nostra richiesta forte - perché l'abbiamo già fatta in altri contesti e in precedenti sedute - di avere un'informativa su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ovviamente, la richiesta della sua informativa urgente sarà trasmessa per le vie canoniche.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Spiace che discutiamo di queste questioni in un contesto di Aula ormai deserta. Tuttavia, a nostro giudizio, quello che ha sollevato poc'anzi la collega Piccolotti credo che meriti e meriterebbe ben altro palcoscenico e ben altro approfondimento. Quindi, noi ci associamo alla richiesta di un'informativa urgente sulla politica estera e lo abbiamo già ribadito nel corso della Conferenza dei capigruppo, ieri, attraverso la nostra presidente Chiara Braga. Noi avevamo chiesto che ci potessero essere le tradizionali comunicazioni del Presidente del Consiglio anche in occasione di una riunione straordinaria del Consiglio europeo in programma la prossima settimana, come in passato era stato fatto.

Mi pare che non ci sia la percezione, in quest'Aula - e lo riteniamo grave - dell'eccezionalità della situazione, della gravità della situazione e, a maggior ragione, queste considerazioni sono state rafforzate ieri sera quando è stata data notizia della decisione, che dovrebbe essere assunta dagli Stati Uniti nei prossimi giorni, di dazi al 25 per cento nei confronti dei prodotti dell'Unione europea. Ignorare gli effetti che, sulla nostra economia e sull'economia europea, questa decisione potrebbe avere è veramente una cosa inaccettabile.

Crediamo, quindi, che sia necessaria una seduta e una sessione straordinaria, se del caso, di questo Parlamento dedicate alla politica estera per un confronto, perché credo che ci sia in gioco un pezzo importante del nostro futuro, non del futuro di questa maggioranza o dell'opposizione ma dell'intero Paese. Quindi, da questo punto di vista, credo che un richiamo, signor Presidente, lei lo possa trasmettere al Presidente Fontana, perché se - come lui disse nel suo intervento inaugurale - dobbiamo ritornare a poter avere una centralità del Parlamento e, mai come in questo momento, queste tematiche, queste problematiche, queste questioni che parlano all'oggi e al futuro dovrebbero avere quest'Aula come luogo privilegiato di discussione e di confronto. Credo che il confronto sia il sale della democrazia e mai come in questo momento abbiamo e avremmo bisogno di riflettere insieme su che cosa sta succedendo, perché non stiamo vivendo in un momento normale e ordinario e quello che sta capitando mette in gioco buona parte del nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per chiedere ancora una volta - l'abbiamo fatto noi di AVS, ma anche altri colleghi dell'opposizione - di compulsare il Governo a far venire in Aula il Ministro Musumeci. Non è venuto sui Campi Flegrei, non sta seguendo direttamente la vicenda degli sciami sismici e ieri abbiamo avuto un problema con i gas che si effondono nel territorio.

Credo che questo sia un atto di rispetto. Noi non lo vediamo quasi mai; sarà impegnatissimo ma, purtroppo, in questo Parlamento non è sicuramente tra i Ministri più presenti, ma ce ne sono pochi, a dire la verità, molto presenti. Però, noi insistiamo nel chiedere - tramite la sua persona - che venga in Aula a rispondere e a spiegarci la situazione e le azioni che sta facendo il Governo sul tema dei Campi Flegrei, gli interventi previsti, quelli che si faranno, i tempi precisi dell'arrivo dei fondi e il sostegno alle comunità locali e alle amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, in connessione con quanto già detto precedentemente dagli onorevoli Piccolotti e Fornaro, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. È per associarci alla richiesta che è stata fatta dai colleghi. Presidente, la questione è davvero gravissima, perché la minaccia che è stata fatta - io la definisco così; non riesco a definirla in altri termini - all'Europa tutta e, quindi, al Paese, al nostro tessuto industriale, è una minaccia concreta, quella del Presidente Trump, cioè quella dell'applicazione di dazi al 25 per cento sui prodotti che arrivano dall'Europa.

Noi siamo un Paese esportatore ed esportiamo negli Stati Uniti una quota significativa della nostra produzione industriale e, quindi, saremmo direttamente toccati da questi dazi che, Dio non voglia, verranno applicati. È una minaccia talmente concreta che analoghe minacce effettuate dall'amministrazione Trump nei confronti di Messico e Canada sono state immediatamente prese in considerazione, prese in carico dai due Paesi che ho appena citato, e infatti sono in corso delle interlocuzioni proprio per cercare di evitarle e sono state sospese per 30 giorni. Quindi, non stiamo parlando di una questione giornalistica, di una boutade del Presidente Trump, ma di una eventualità assolutamente concreta e - ripeto - speriamo di riuscire ad evitarla.

Quindi, è assolutamente necessario che la Presidente Meloni, che vanta un'amicizia, una unità di intenti, una vicinanza politica al Presidente Trump, venga qui a spiegarci in Aula qual è la situazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e cosa intende fare il suo Governo per evitare questa situazione che sarebbe una sciagura.

Tra l'altro, Presidente, approfitto per dire che la Presidente Meloni dovrebbe anche venirci a dire quali sono i suoi rapporti con Musk, con l'imprenditore Musk, quali sono, come dire, le prospettive che aspettano l'Italia, perché noi abbiamo assistito a un comunicato stampa, a una dichiarazione social di Stroppa, che sarebbe l'uomo in Italia di Musk, che praticamente ha fatto una dichiarazione al limite dell'incredibile, cioè a dire: gli esponenti di Fratelli d'Italia non ci vengano più a chiedere niente in seguito a votazioni nelle Commissioni competenti che riguardano il DDL Economia dello spazio. Presidente, ma dove siamo arrivati? Che un imprenditore, tra l'altro straniero, detta i tempi delle Aule parlamentari, detta quello che può o non può fare un parlamentare italiano dei gruppi politici italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

La Presidente Meloni deve venire a riferire anche su questo, perché vengono lese - e c'è un tentativo di ledere - le prerogative di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Preso atto delle richieste dell'onorevole Piccolotti, dell'onorevole Fornaro e dell'onorevole Pellegrini, la Presidenza, ovviamente, trasmetterà, come di consueto, la vostra istanza.

Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale “Leopardi - Parini Rovigliano” di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti alla Camera dei deputati! Altri ragazzi si stanno accomodando e poi vediamo di riconoscerli.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Vi ricordo, colleghi, che gli interventi di fine seduta hanno un tempo di due minuti, rispetto ai quali, ovviamente, la Presidenza si vorrà attenere scrupolosamente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabrizio Rossi. Ne ha facoltà.

FABRIZIO ROSSI (FDI). Grazie, Presidente. Pensavamo che, dopo oltre 20 anni dall'istituzione della legge che inaugura la Giornata del ricordo dei martiri delle foibe istriane, dalmate e giuliane, fosse ormai chiara la ricostruzione storica. Pensavamo che, dopo le celebrazioni in tutta Italia, quindi proprio recentemente, non vi fossero dubbi sulla tragedia delle foibe.

Pensavamo, inoltre, che la figura di Norma Cossetto, medaglia al valor civile insignita dal Presidente della Repubblica Ciampi, non abbisognasse ancora di essere spiegata quale figura del martirio dei martiri delle Foibe. Norma Cossetto è stata catturata, torturata e uccisa dai partigiani comunisti jugoslavi. Pensavamo, ma ci eravamo sbagliati. Ci eravamo sbagliati perché, proprio in questi giorni, un consiglio comunale - ovviamente, un consiglio comunale con una maggioranza del Partito Democratico - ha bocciato una proposta dei consiglieri di minoranza che prevedevano un luogo per ricordare la figura di Norma Cossetto. Le motivazioni sono le più disparate. Ve ne cito alcune, per pietà. Intanto, vi è, secondo alcuni, incertezza circa la vita e la morte della stessa Norma, dubbi relativi alla ricostruzione storica che è stata fatta della sua vita e che, quindi, non consentono di avere l'onore. E così, altre sciocchezze, tipo: vittima, prima non solo degli infoibatori, ma anche e soprattutto del patriarcato, cioè cose veramente indegne di un'aula istituzionale, quella appunto di un consiglio comunale.

Ecco, voglio dire a questi novelli ricostruttori della storia che noi, invece, continueremo ad andare avanti, continueremo a insegnare la storia, quella vera, continueremo a inserire quelle pagine strappate dai libri di storia e continueremo anche a indicare quali sono quelli del Partito Democratico che non hanno fatto i loro conti con la storia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Leo Morellini, Piero Foroni, Luigi Bosatelli: partigiani. Genesio Corgini: civile. Sono questi i nomi dei caduti nella battaglia di Fabbrico che oggi vengono commemorati a Fabbrico, nella provincia di Reggio Emilia, a ottant'anni dal loro sacrificio, in una delle battaglie più significative della Resistenza e della mia terra reggiana.

Un anniversario, quello del 27 febbraio, molto sentito dall'intera comunità locale. Oggi mi pregio e mi onoro di partecipare da qui, da Montecitorio, e mi unisco al ricordo dell'intera comunità, a partire dal sindaco che ogni 27 febbraio si ferma per commemorare e onorare i caduti per la libertà. Fu una vera e propria rappresaglia. L'inverno tra il 1944 e il 1945 fu un inverno difficile per la popolazione, ma anche per gli uomini e le donne impegnati nella Resistenza, con rastrellamenti, sequestri e omicidi seriali commessi dalle truppe naziste, spalleggiate dai fascisti italiani.

È successo anche a Fabbrico. La mattina del 27 febbraio un numeroso contingente di circa 100 uomini della XXX Brigata Nera e della Guardia Nazionale fermarono la popolazione di Fabbrico e presero 22 ostaggi a seguito di una rappresaglia del giorno precedente, che furono costretti per diverse ore, sotto la minaccia delle armi, a rimanere fermi. A questa notizia, i comandi partigiani, non solo di Fabbrico, ma anche dei comuni limitrofi - Reggiolo, Rolo, Correggio, Campagnola, Rio - si unirono proprio per andare a supportare la popolazione di Fabbrico. Ne uscì una sparatoria che durò molte ore e, per la prima volta, i fascisti vennero battuti in campo aperto, nonostante la disparità delle forze in campo.

Per questo sacrificio della popolazione e per l'intero contributo alla lotta di Resistenza, il comune di Fabbrico è stato decorato con la medaglia di bronzo al valor militare, con la seguente motivazione: “Dopo l'armistizio e durante l'occupazione tedesca, la popolazione di Fabbrico, unanime nella Resistenza, solidale con le formazioni partigiane, costante nelle dure rappresaglie, dava bella prova di devozione alla Patria e agli ideali di libertà”.

Mi unisco, dunque - e concludo, Presidente - al sindaco e all'intera comunità, esprimendo la mia e la nostra vicinanza e il nostro pensiero nell'ottantesimo anniversario della battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ventitré mesi consecutivi di calo della produzione industriale, decine di migliaia di partite IVA chiuse solo nel 2024, milioni di lavoratori italiani che non arrivano nemmeno alla terza settimana del mese. Questo è il quadro disastroso, frutto del disastro economico messo in piedi dal Governo Meloni che, in questo caso e in tanti altri, non dà nessuna risposta.

Ieri eravamo a Roma, insieme ad altri colleghi, davanti alla sede di ENI, a protestare e a portare la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori della chimica di ENI, che rischiano di essere mandati a casa a causa di ENI e del Governo che è assente.

E Meloni - attenzione - dice di non essere ricattabile, ma il suo Ministro Urso, in questo caso, sta praticamente eseguendo gli ordini di ENI, non sta battendo ciglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Evidentemente, Descalzi sta facendo il Ministro al posto suo, non c'è altra spiegazione. Altro che patrioti!

D'altronde, Presidente, questo Governo ci ha abituati a questo servilismo nei confronti dei poteri forti. E infatti hanno già dimostrato di essere prima servi di Washington, quando si trattava di dimostrare fermezza a livello internazionale, e poi servi delle lobby, dei poteri forti, delle banche. In questo caso, eseguono gli ordini di ENI senza battere ciglio, come ho detto prima.

Questo è un Governo pericolosamente assente: sull'industria, sul carovita, sul caro bollette. Però, che cosa fa? Aumenta gli stipendi dei Ministri, fregandosene del destino di migliaia e migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. E questo è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo già deciso da che parte stare: dalla parte dei lavoratori, delle famiglie e della tutela del lavoro; non dalla parte degli interessi di qualcuno e dei poteri forti. Questo è poco, ma sicuro.

Ecco perché - e concludo - la prossima settimana, insieme ai colleghi L'Abbate, Appendino e Turco, saremo a Brindisi per portare la nostra vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Brindisi: 1.400 famiglie, 1.400 lavoratori che, a causa dell'inefficienza, inefficacia e codardia del Ministro Urso e del Governo Meloni, rischiano di essere mandati a casa. Noi ci opporremo a questa vergogna e saremo dalla parte dei lavoratori anche in questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle per esprimere la nostra solidarietà - l'ennesima, devo dire, purtroppo, perché i fatti ogni giorno peggiorano - a quei lavoratori e a quelle lavoratrici di Stellantis che, da Pomigliano fino a Torino, hanno scioperato e stanno scioperando. Perché, vede, Presidente, la notizia del mese di febbraio non è più la Cassa integrazione. Non solo. Non è il fatto che continuano a non investire. Non è il fatto che Stellantis continui a dismettere. Non è il fatto che Stellantis se ne frega, sostanzialmente, dei dipendenti. Non è il fatto che Stellantis continui con contratti per favorire le uscite volontarie. No.

La notizia di oggi è che hanno dato ai dipendenti un premio di 600 euro circa lordi l'anno. Io non so se ci rendiamo conto - noi sì! - di che cosa sta accadendo. Noi abbiamo un'azienda che ha distribuito 5,5 miliardi di utili agli azionisti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo un'azienda che ha premiato con centinaia di milioni di euro l'amministratore delegato che ha fatto i disastri e cosa danno ai dipendenti? Seicento euro lordi? Ma questo sì che è un mondo al contrario! Ma è possibile che a pagare per l'incapacità, l'incompetenza e le follie dell'amministratore delegato, dell'azienda e della proprietà che ha fatto eseguire degli ordini a quell'amministratore delegato, non siano coloro che prendono milioni di euro di stipendi, ma i lavoratori e le lavoratrici?

Presidente - e chiudo -, noi non ci stiamo! Noi non ci stiamo! La Presidente Meloni - che continua a scappare anche dalla crisi dell'automotive da mesi - deve venire qui! Non solo. Lei deve convocare un tavolo a Palazzo Chigi, ci deve mettere la faccia, con l'impresa, con l'azienda, coi sindacati. Perché non è che, non mettendoci le mani, il disastro non va avanti. Va avanti e ne è sempre più corresponsabile. E purtroppo, a pagare il prezzo sono i lavoratori e le lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 28 febbraio 2025 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 11,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 792 E ABB - VOTO FINALE 263 263 0 132 263 0 76 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.