XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 358 di mercoledì 2 ottobre 2024

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 settembre 2024.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza in ordine al progetto di realizzazione della diga del Vanoi in Veneto, con riferimento ai profili di sicurezza e al coinvolgimento delle comunità locali - n. 3-01460)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Zanella n. 3-01460 (Vedi l'allegato A). La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. La diga del Vanoi è la prima delle sei opere urgenti indicate dalla regione Veneto, su sollecitazione del Consorzio di bonifica del Brenta, all'insaputa di altri enti coinvolti. Quest'opera è urgente per il contrasto alla scarsità idrica e per l'adeguamento delle relative infrastrutture, per un costo di 150 milioni, per un accumulo di acqua di 33 milioni di metri cubi, in un territorio ad altissimo rischio idrogeologico, sottoposto al fenomeno delle frane.

Chiedo che ci sia la verifica della pericolosità, il coinvolgimento delle comunità locali e l'individuazione di soluzioni alternative, che siano veramente tali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio il deputato Zanella e il Presidente. Colleghi, la progettazione della diga del Vanoi, come lei ricordava, in Veneto, al confine con la provincia autonoma di Trento, è stata finanziata dal Ministero dell'Agricoltura, nell'ambito di un bando di selezione per la progettazione integrata strategica di interventi nel campo delle infrastrutture irrigue. Il Consorzio di bonifica del Brenta, da lei citato in qualità di ente concessionario del finanziamento, ha appaltato, nell'aprile 2023, a un raggruppamento temporaneo di professionisti la progettazione degli studi preliminari per la costruzione dell'opera. Completata la realizzazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, in adempimento alle vigenti norme in materia, il Consorzio sta, in questo periodo, svolgendo la fase procedimentale di dibattito pubblico, con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni e delle autorità competenti da lei richiamate. Dai dati forniti risulta che, complessivamente, nel corso del dibattito pubblico sono stati coinvolti ben 185 soggetti potenzialmente interessati. Pertanto, al momento, l'operato del Consorzio si riferisce solo a un'attività di studio e progettazione di un'opera, non alla sua realizzazione.

Relativamente agli aspetti di sicurezza, che per me e per lei sono fondamentali, al momento nessun progetto è stato ancora presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per l'esame e l'approvazione tecnica di competenza che riguarda il nostro Ministero. E, pertanto, nessun procedimento è stato attivato, né è possibile formulare considerazioni tecniche in materia. Il progetto che sarà sottoposto all'esame del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dovrà includere la comparazione di soluzioni alternative, come da lei richiamata, compresa l'opzione zero, ossia l'ipotesi di assenza della diga. Inoltre, lo stesso progetto che noi esamineremo, anzi che i tecnici esamineranno, non la politica ovviamente, dovrà comprendere gli elaborati specialistici finalizzati a garantire il rispetto della normativa di settore, che consentiranno di valutare anche le condizioni di stabilità delle sponde del serbatoio di tenuta dell'invaso.

Chiudo con riferimento all'inserimento della richiesta di finanziamento da parte della regione Veneto per la realizzazione dell'opera: si fa presente che tale richiesta non risulta tra quelle presentate al Piano nazionale di sicurezza idrica, previsto dal PNRR, di mia competenza.

PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Ministro, per la sua risposta, in una giornata per lei particolarmente tesa, visto il caos ferroviario a cui, ancora una volta, è sottoposto il nostro Paese. Io chiedo, però, Ministro, che lei tenga in considerazione anche le ultime evoluzioni, perché, guardi (La deputata Zanella mostra un articolo di stampa recante un'immagine), questo è il nostro presidente di regione, Zaia, che dice: “non ci possiamo permettere un secondo Vajont”. Cosa significa questo? Noi veneti, nel 1963, precisamente il 9 ottobre - proprio tra qualche giorno commemoreremo questa sciagura - abbiamo veramente presente quanto sia drammaticamente importante l'equilibrio idrogeologico della nostra regione. Vi sono queste grandi opere come quella del Vanoi - la prego Ministro, lei viene spesso in Veneto, vada a visitare e a guardare il luogo, perché è un invaso che, tra l'altro prevalentemente si trova nella regione Trentino -: quest'ultima costituisce davvero un monstrum rispetto ad alternative che, purtroppo, il Consorzio del Brenta non ha presentato nel dibattito pubblico perché queste alternative, invece, sperimentate, non necessitano di un'opera così drammaticamente impattante e devastante in un territorio a elevatissimo rischio. Ma questo non lo diciamo noi di Alleanza Verdi e Sinistra, lo dicono la provincia di Trento e la provincia di Belluno, che non vogliono quest'opera. I comuni interessati non la vogliono; 6.000 cittadini hanno raccolto le firme, sabato ci sarà una grande manifestazione.

La prego, Ministro, non ci ha ascoltato sulle Olimpiadi e la pista da bob, ma su questa cosa cerchi di ascoltarci (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza a tutela dei lavoratori portuali in relazione al cosiddetto diritto all'autoproduzione, anche alla luce di recenti pronunce del giudice amministrativo - n. 3-01461)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01461 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, il tema è questo: le sentenze del Consiglio di Stato del 19 luglio 2024 su due ricorsi della compagnia armatoriale Grandi Navi Veloci, contro i verdetti del TAR Liguria relativi a dinieghi opposti dall'Autorità di sistema portuale del capoluogo ligure alle ripetute richieste di autorizzazione ad esercitare l'autoproduzione, sostanzialmente hanno confermato le pronunce del TAR.

L'interpretazione di queste pronunce, secondo noi, appare chiara; eppure, la questione è stata riaccesa da alcune dichiarazioni della compagnia sulla possibilità di svolgere il rizzaggio delle “ro-ro” in autoproduzione. Quindi, è un tema che preoccupa un po' tutti.

Quindi, molto brevemente, il quesito è il seguente: quali iniziative di competenza intenda porre in essere affinché sia garantita la tenuta dell'attuale assetto, in linea con le sentenze sopracitate e con la normativa attuale - per esempio, l'articolo 16 della legge n. 84 del 1994 - tutelando la qualità dell'operato e l'occupazione dei lavoratori portuali. Lei è stato recentemente a Genova, sa quanto questo tema sia sentito - non solo a Genova, naturalmente - e sia importante.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio per il quesito, perché la qualità del lavoro e il diritto al lavoro dei portuali sta a cuore a lei come sta a cuore a me e sta a cuore alla maggioranza - penso assoluta - di quest'Aula. Lei mi consente di fare chiarezza - come dicevo - su un profilo strategico per lo sviluppo del settore portuale su cui stiamo investendo miliardi di euro, cioè, quello relativo alle tutele che devono circondare l'autoproduzione delle operazioni portuali, alla luce anche delle sentenze da lei richiamate.

La disciplina di settore, contenuta nella legge quadro del 1994, è stata modificata nel 2020 per fronteggiare le emergenze derivanti dal COVID. In particolare, si era previsto che l'autoproduzione fosse ammessa solo qualora non fosse possibile soddisfare la domanda di svolgimento di operazioni portuali mediante le imprese autorizzate ovvero tramite la fornitura di lavoro portuale temporaneo: trattasi dei lavoratori e delle lavoratrici la cui tutela sta a cuore a lei come a me. Sono inoltre precisati tutti i requisiti che la nave richiedente deve avere affinché possa essere autorizzata allo svolgimento in autoproduzione dei servizi portuali. Le recenti sentenze sottolineano i vincoli normativi per lo svolgimento in autoproduzione di operazioni di rizzaggio e derizzaggio da parte del vettore marittimo, ribadendo che lo stesso è tenuto a evidenziare il personale aggiuntivo rispetto a quello indicato nella tabella di armamento della nave e che lo stesso deve essere dedicato esclusivamente allo svolgimento delle operazioni portuali.

Inoltre, il contratto collettivo nazionale di settore può stabilire una riserva a favore del personale di terra nello svolgimento delle operazioni di cui sopra.

La giurisprudenza richiamata, pertanto, non afferma alcun diritto delle imprese di navigazione all'autoproduzione con personale di bordo, confermando che deve essere utilizzato personale di terra nei limiti previsti dalle autorizzazioni rilasciate ai sensi della legge del 1994. Noi, come Ministero, siamo pertanto di fronte a un quadro evidente e non c'è nessuna liberalizzazione delle attività portuali per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, né d'altronde tale prospettiva potrebbe essere ritenuta oggi possibile, tenuto conto dei vincoli normativi che ho richiamato.

Concludo: per quanto di competenza, mi limito a ribadire che il Ministro e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, in collaborazione con le Autorità di sistema portuale - ovviamente - continueranno a monitorare la corretta applicazione della disciplina sulle operazioni portuali, perché da queste regole dipende lo sforzo comune a tutelare le prospettive occupazionali del lavoro portuale, nonché la qualità e la sicurezza dei relativi servizi.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Io ringrazio il Ministro perché, sostanzialmente, conferma quella che è stata la nostra interpretazione di queste due sentenze. Ci sono compagnie che hanno personale portuale e - come diceva lei - l'articolo 16, modificato nel 2020, consente di fare svolgere operazioni di autoproduzione a certe condizioni, pagando certi corrispettivi. C'erano state delle dichiarazioni un po' - uso una parola, forse, impropria - “aggressive” su questo tema, che cercavano un'interpretazione non proprio in linea con quanto ha detto lei e con quanto ho detto io.

Peraltro, in una realtà importante come quella dalla quale provengo, l'attenzione è stata sempre molto alta, perché la tipologia particolare del lavoro portuale ha conosciuto negli anni - dalla legge quadro del 1994 - varie modifiche normative, che hanno consentito di mantenere un assetto di funzionamento che traguarda non soltanto sicurezza ed efficienza, ma anche un modello di gestione che - ci sentiamo di dire e lei me lo conferma - va salvaguardato in tutti i modi.

Quindi, queste dichiarazioni ci hanno consentito e dato la possibilità di sentire l'opinione del Governo, che mi pare molto chiara. Io, pertanto, le chiedo di mantenere questo profilo rispetto a tutto quello che abbiamo detto finora, anche considerando quella che è stata la storia della portualità italiana, che ha conosciuto degli aggiustamenti, anche in ragione delle necessità che sono emerse nel tempo: il decreto del 2020, per esempio, era in pieno COVID e c'erano altre questioni da affrontare nel miglior modo possibile. Quindi, la ringrazio.

(Iniziative di competenza volte ad accelerare la realizzazione della diga foranea e della "Gronda di Genova" - n. 3-01462)

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bruzzone ed altri n. 3-01462 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non può esistere sviluppo senza un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso. La regione Liguria svolge un ruolo fondamentale nello scacchiere strategico-logistico europeo e Genova rappresenta un nodo focale che si interseca nel corridoio mediterraneo per il collegamento tra la penisola iberica e il resto dei Paesi dell'Est. Le opere che sono programmate e che si stanno realizzando all'interno del territorio ligure sono importanti soprattutto per quella regione, ma anche per la crescita e la competitività del resto del Paese.

Queste opere sono fondamentali e fra queste vi sono la diga foranea ma anche e, soprattutto, la Gronda, sulla quale i partiti di centrosinistra si stanno arrovellando nelle ultime ore, senza però poter portare una proposta concreta per la sua realizzazione perché, evidentemente, sono bloccati dai “no” del MoVimento 5 Stelle. Signor Ministro, le chiedo quali siano le iniziative che intende porre in essere per accelerare il processo di realizzazione di queste opere fondamentali.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Ovviamente, sia la diga foranea di Genova, che porterà le grandi navi - ciò vuol dire: sviluppo, lavoro, business e infrastrutture - in Liguria e in tutta Italia, sia la Gronda, sono due interventi fondamentali che sono fra le priorità di questo Ministro e di questo Governo. Per quanto riguarda la diga foranea di Genova, una grande opera di ingegneria idraulica, la più grande in lavorazione, è il primo caso in Italia di applicazione, tra grandi cantieri, del principio comunitario del “non arrecare un danno significativo”. Quindi, in un'ottica di economia circolare - il green intelligente e non ideologico - deve essere preferito il recupero e il riutilizzo di materiali provenienti dai cantieri vicini, per andare a completare i cantieri di fianco.

Il Commissario straordinario, a tal fine, deve adottare un piano che, in coerenza con la normativa nazionale ed europea, promuova la gestione integrata e circolare dei materiali inerti per non sprecare nulla. Parliamo di volumi significativi pari a oltre 5 milioni di metri cubi di materiali, con un risparmio di circa 500 milioni di euro, qualora l'operazione - come auspicato - andasse in porto. Per sostenere e chiarire l'operatività di questo piano economico e ambientale stiamo lavorando con il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica a un intervento normativo, che dovrebbe essere portato proprio nelle prossime settimane - entro il mese di ottobre - in Consiglio dei ministri.

Con riferimento alla Gronda, il concessionario Autostrade per l'Italia sta lavorando all'aggiornamento e all'ottimizzazione del progetto esecutivo: la Gronda, per me, è una priorità. Le modifiche, già elaborate in fase di predisposizione, saranno finalizzate una volta ottenute le necessarie autorizzazioni: tra queste, segnalo la proposta di demolizione degli esistenti viadotti Secca Sud e Secca Nord sull'A7 a Bolzaneto e la costruzione di due nuovi viadotti in sostituzione dei precedenti, togliendo traffico, inquinamento e problemi dal cuore di Genova, che ha già sofferto parecchio per mancata manutenzione autostradale e la tragedia del ponte Morandi, che è nel cuore di tutti.

Tali modifiche - e vado a concludere - contribuiranno a migliorare l'impatto ambientale e le condizioni di sicurezza per gli utenti, nonché a ridurre i tempi e i costi di realizzazione. Per quanto concerne il fronte realizzativo, è stato attivato il cosiddetto lotto zero, con una durata prevista per tutto il 2025. Sono già in corso i lavori e 300 milioni di euro sono stati investiti: quindi, la Liguria, Genova e l'Italia intera conto che proseguano nell'opera di modernizzazione della rete infrastrutturale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di replicare.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la sua risposta dimostra efficacemente come la direzione tracciata da questo Governo e, soprattutto, dalla sua azione ministeriale, vada verso il ripristino e lo sblocco di progetti e di opere che, per decenni, sono stati nei cassetti dei Ministeri, e vada soprattutto contro quei “fermi”, quei “no” che tante conseguenze stanno riportando, anche nelle ultime ore.

Oggi, grazie alla sua offensiva di opere pubbliche, noi possiamo parlare di “grandi opere”: al Nord, con la diga foranea, la Gronda, la TAV Torino-Lione e tante altre opere; al Sud, invece, possiamo parlare del ponte sullo Stretto di Messina.

Si tratta di un'opera avveniristica, che sarà fondamentale per la strategia europea dei commerci e dello spostamento delle persone, ma soprattutto proietterà l'Italia nel futuro. Poi, ancora, la statale 106, su cui generazioni di politici del Mezzogiorno d'Italia si sono arrovellate senza mai portare nulla di concreto. Invece, questo Governo ha portato le coperture per iniziare i lavori e, soprattutto, per anticipare i cantieri, nei quali noi l'abbiamo vista; l'abbiamo vista nelle gallerie abbattere i diaframmi.

Le sue azioni, signor Ministro, sono caratterizzate da concretezza e da un impegno per tutto il Paese, da Nord a Sud, con l'obiettivo di portare sviluppo, competitività, ma, soprattutto, benessere diffuso a tutta Italia.

Allora, pragmatismo, sacrificio e coraggio sono le caratteristiche della sua azione; sono le caratteristiche del suo movimento, la Lega. Si tratta di quel coraggio - che lei ha dimostrato nel recente passato, per il quale qualcuno vorrebbe fermarla - che sta risvegliando le coscienze di tanti italiani. Grazie, signor Ministro. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte a sospendere il finanziamento del progetto di una funivia tra Forte Begato e la stazione marittima a Genova, nell'ambito dell'accordo di valorizzazione del cosiddetto Sistema dei Forti - n. 3-01463)

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01463 (Vedi l'allegato A).

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Vedo che oggi Genova va di moda e noi interroghiamo il Ministro rispetto a un'infrastruttura funiviaria tesa a collegare il Forte Begato con la stazione marittima, all'interno di un progetto di valorizzazione dei Forti che cuba 80 milioni. Inizialmente quest'opera aveva costi previsti di 10, poi di 20; oggi siamo arrivati a 40 milioni, circa la metà rispetto a quello di valutazione. Si tratta di fondi che non sono del PNRR, ma sono finanziati dal Piano nazionale complementare, quindi dal suo Ministero.

Ci sono molti dubbi rispetto alla sostenibilità economica di quest'opera e anche all'utilità dell'opera stessa. Quindi, chiediamo se il Ministero abbia fatto tutte le valutazioni necessarie rispetto anche a possibili alternative e a possibili finanziamenti ulteriori.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio anche lei per l'interrogazione che mi permette di puntualizzare qual è lo stato dell'arte. La realizzazione del collegamento funiviario tra la stazione marittima e Forte Begato a Genova rientra in un più ampio progetto, come lei parlava, di recupero e rilancio del Sistema dei Forti genovesi, finanziato con il Piano nazionale per gli investimenti complementari nella titolarità del Ministero della cultura. Quindi, quello che vado a ribadirvi l'ho tratto dal collega Ministro della cultura. Ogni valutazione sulla gestione e destinazione dei fondi, quindi, è competenza del collega Giuli.

Ciò premesso, alla luce di quanto comunicato dal Ministero della cultura, rappresento che l'intervento consiste nella realizzazione di una funivia che colleghi la stazione ferroviaria di piazza Principe, posizionata a valle del sistema orografico cittadino, con una nuova stazione collocata a monte, nei pressi di Forte Begato, passando per una stazione intermedia collocata nel quartiere del Lagaccio. La nuova funivia avrà una portata sufficiente a soddisfare sia i flussi turistici che gravitano sul capoluogo che l'esigenza di interscambio con le stazioni ferroviarie e metropolitana di piazza Principe.

Per quanto riguarda l'iter amministrativo, lo scorso 7 giugno la sovrintendenza speciale per il PNRR ha adottato il provvedimento finale relativo al progetto.

Con riguardo alle competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, lo scorso 13 settembre - quindi, venti giorni fa - il comune di Genova ha richiesto il nulla osta tecnico ai fini della sicurezza, a seguito del quale sarà possibile procedere con la progettazione esecutiva. Le strutture tecniche del Ministero si sono subito attivate convocando un'apposita commissione di sicurezza per l'esame del progetto, come previsto dal decreto MIT-ANSFISA del dicembre 2023. A tal fine, lo scorso 26 settembre, quindi la settimana scorsa, il Ministero ha chiesto al comune di Genova e ad ANSFISA la designazione dei propri rappresentanti in seno all'istituenda commissione.

Restiamo quindi in attesa delle risultanze della suddetta commissione tecnica, che dà un parere tecnico, che dovrà pronunciarsi entro 150 giorni dal completamento dell'istruttoria. Quindi, conto di essere stato preciso nei modi e nei tempi. Ribadisco, pertanto, che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è solo uno degli attori coinvolti nel processo autorizzativo dell'opera e confermo, ovviamente, il massimo rigore di questo Ministero nel verificare, soprattutto, gli aspetti di sicurezza legati alla realizzazione dell'opera.

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Non posso essere soddisfatto. Intanto, la ringraziamo per questa risposta molto tecnica e la ringraziamo per essere qui in Aula oggi, evidentemente non è arrivato in treno a Roma. Tuttavia, la risposta tecnica è molto differente da una risposta politica.

È evidente che lei non abbia visto neanche in foto il quartiere del Lagaccio, che sarà interessato da alcune infrastrutture che cambiano la vita dei cittadini di quel quartiere, peraltro togliendoli anche la possibilità di utilizzo di un trasporto pubblico. Oggi esiste una cremagliera, che poteva essere rimodernata, che fa più fermate all'interno del quartiere e che fa un servizio pubblico. Invece, questa funivia sorvola tetti, case, palazzi e tralicci che vengono costruiti in spazi angusti in mezzo al quartiere.

Allora, la domanda che le facevamo era la seguente: abbiamo valutato le alternative? Quell'alternativa di potenziamento della cremagliera perché non l'abbiamo sfruttata? Inoltre, il piano economico-finanziario - quando si fa un'opera - è vero che dipende dall'altro Ministero, ma lei avrà valutato se c'è un impatto, perché i privati costruiscono, ma poi la gestione sarà pubblica. Per fare il break-even servono dei numeri ma, con riferimento ai forti, che verranno ristrutturati, se saranno vuoti e privi di un progetto, dubito che si farà un bilancio pubblico.

È stata fatta una VIA parziale, manca il parere dei Vigili del fuoco, manca il parere di sorvolo di RFI della stazione ferroviaria di Genova che, in caso di blocco di emergenza, avrà problemi; mancano le opere di compensazione per il quartiere e, soprattutto, stiamo togliendo i fondi che, invece, andavano destinati ai forti di Genova, che sono una meraviglia e che andavano non solo ristrutturati, ma anche analizzati con un progetto di valutazione per quello che ci faremo dopo. Questo perché possiamo collegare benissimo, ma i turisti non vanno a fare la foto al panorama, bisogna metterci qualcosa in quei forti.

Quindi, non siamo soddisfatti e speriamo che, invece, lei, col suo Ministero, possa tecnicamente valutare uno ad uno i punti che ci ha detto.

(Iniziative volte a promuovere nel settore degli appalti pubblici l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità o cosiddette svantaggiate, in relazione all'eventuale provvedimento correttivo del codice dei contratti - n. 3-01464)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01464 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il tema che le sottoponiamo oggi è uno di quelli che definiscono il livello di civiltà di una comunità. Mi riferisco all'inclusione nel sistema produttivo delle persone con disabilità o svantaggiate. Il lavoro, il cui valore è sancito dalla Costituzione, va inteso come la possibilità che deve essere data a tutti di dare il proprio contributo ed esprimere il proprio potenziale. Sono, quindi, a chiederle quali iniziative intenda assumere per valorizzare e difendere e tutelare l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità o svantaggiate, anche con riferimento ad un possibile provvedimento correttivo al codice dei contratti pubblici. Ciò, alla luce di diverse criticità riscontrate da amministratori locali, derivanti dall'obbligo di applicare una serie di istituti che non si adattano alle cooperative sociali e alle imprese sociali di inserimento lavorativo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per il tema di assoluto interesse e sensibilità compreso nel nuovo codice degli appalti, che è in vigore da poco più di un anno e che fa risparmiare mediamente fra i 6 e gli 8 mesi di burocrazia sia alle imprese che agli enti locali. L'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, anche negli appalti pubblici, è un obiettivo primario, per quello che mi riguarda, economicamente e socialmente.

Proprio in riferimento al nuovo codice dei contratti pubblici, che è entrato in vigore il 1° luglio dello scorso anno, ricordo che oggi gli atti di gara devono obbligatoriamente includere clausole sociali che vincolino gli operatori economici a inserire nelle proprie offerte misure orientate a garantire l'inclusione lavorativa per persone con disabilità o svantaggiate.

A questo strumento si aggiunge anche la possibilità che le stazioni appaltanti riservino, coi cosiddetti contratti riservati, partecipazione all'appalto a operatori economici e cooperative sociali il cui scopo principale è l'integrazione sociale e professionale di tali lavoratori.

Infine, un terzo strumento disciplinato dal codice è quello che prevede l'obbligatorietà dell'inserimento nei bandi di gara, come requisiti necessari o premiali dell'offerta, di meccanismi idonei a realizzare l'inclusione vera lavorativa delle persone con disabilità o svantaggiate.

Sugli ulteriori aspetti delle interrogazioni si potrà sicuramente lavorare con apposite circolari, ulteriormente vincolanti, per chiarire il coordinamento tra il sistema in deroga e l'articolo 11 del codice su cui stiamo ragionando con tutte le associazioni, i sindacati e le imprese, che ho già incontrato personalmente proprio la settimana scorsa.

Nel complesso, il quadro normativo contempla, quindi, una vasta gamma di tutele e strumenti finalizzati a promuovere davvero, e non a parole, l'obiettivo richiamato dell'inclusione dei disabili nei contratti pubblici.

Ovviamente, il correttivo a cui stiamo lavorando potrà contribuire a fare chiarezza sui diversi istituti e a promuoverne la piena applicazione da parte delle stazioni appaltanti.

Chiudo con una riflessione: il cambiamento noi lo possiamo mettere per norma in quest'Aula o al Ministero; il primo cambiamento che dobbiamo promuovere è, in primo luogo, culturale; serve a radicare una cultura dei contratti pubblici sensibile agli obiettivi di universalità e socialità che, insieme a quelli di efficienza, devono essere prioritari di fronte ad appalti realizzati mediante impiego di risorse pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di replicare, per due minuti.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per le rassicurazioni. Ricordo che sono oltre 40.000 le persone, con disabilità o svantaggiate, assunte a tempo indeterminato e inserite nelle imprese cooperative sociali. Il contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali è il maggiormente rappresentativo, con oltre 400 dipendenti a cui viene applicato, e il nono contratto collettivo nazionale per numero di lavoratori e lavoratrici. Ritengo che l'inserimento delle persone con disabilità o svantaggiate sia perfettamente in linea non solo con la Costituzione, ma anche con lo stesso codice dei contratti pubblici, che ha ricordato il Ministro, che ricorda l'aggiornamento che è stato introdotto, che sicuramente è un salto in avanti rispetto alle problematiche evidenziate. Credo che l'inserimento lavorativo di persone con disabilità o lavoratori svantaggiati rappresenti un'attività con un impatto profondo sulla coesione sociale, che viene riconosciuta anche a livello internazionale e su cui le cooperative sono un punto di riferimento in termini di qualità del lavoro che viene svolto.

Quindi, è con forte apprezzamento che raccolgo quanto annunciato dal Ministro, anche in merito all'individuazione di altri strumenti per poter rivedere alcuni istituti. Come Noi Moderati crediamo fortemente che l'inclusione sociale sia un obiettivo primario delle politiche economiche e del lavoro. Non c'è crescita se non è condivisa. Non c'è sviluppo economico se non c'è benessere sociale.

Quindi, esprimiamo soddisfazione. Monitoreremo, ma daremo anche il nostro aiuto e supporto al Governo perché tutto ciò possa concretizzarsi, sempre con maggiore incisività sulle regole e sulle norme, per promuovere, valorizzare, difendere e tutelare l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità o svantaggiate.

(Iniziative umanitarie a favore della popolazione civile vittima dei conflitti in corso in Libano e a Gaza - n. 3-01457)

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Barelli e altri n. 3-01457 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Siamo ormai quasi alla vigilia rispetto a quel terribile 7 ottobre 2023, che ha riacceso le tensioni e alimentato un conflitto ancora in essere. La situazione umanitaria nella Striscia è critica e le operazioni militari israeliane proseguono. L'Italia è da sempre in prima linea nell'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza, anche attraverso il Food for Gaza, lanciato proprio dal Ministro Tajani. Negli ultimi giorni il conflitto si è allargato anche in Libano, dove ci sono stati anche bombardamenti su villaggi e quindi una parte della popolazione libanese è stata costretta ad abbandonare casa ed è attualmente sfollata.

Noi chiediamo al Ministro Ciriani quali ulteriori iniziative intende intraprendere la Farnesina al fine di alleviare le sofferenze della popolazione civile, vittima di questo conflitto, sia in Libano che a Gaza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, l'escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah ha già avuto un impatto molto pesante sulla popolazione civile. Nelle aree più colpite decine di migliaia di persone stanno lasciando le loro abitazioni per dirigersi verso la capitale e altre aree ritenute più sicure, alcuni addirittura verso la Siria. Si tratta del maggior movimento di popolazione dal conflitto del 2006. La rapidità e l'ampiezza dell'esodo rendono quanto mai urgente una risposta adeguata, nei tempi e nell'impegno finanziario. Per questo motivo, il Ministro Tajani ha annunciato, in sede europea, al Consiglio affari esteri straordinario di lunedì scorso e oggi alle Commissioni riunite, un nuovo e importante pacchetto di aiuti umanitari, di 17 milioni di euro a sostegno della popolazione libanese sfollata. I fondi saranno veicolati attraverso l'Ufficio delle Nazioni Unite per l'assistenza umanitaria, l'Agenzia ONU per i rifugiati e le organizzazioni della società civile italiane. Questa iniziativa si aggiunge ai 50 milioni di euro già stanziati per iniziative di sviluppo e di emergenza, a testimonianza della priorità che attribuiamo al Paese.

Nell'ambito della gestione dei flussi migratori, abbiamo finanziato interventi, per un valore complessivo di 3 milioni di euro, tramite l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e il Fondo migrazioni, con l'obiettivo di potenziare l'offerta di canali legali per i rifugiati e la formazione professionale. A questo proposito il Ministro Tajani incontrerà domani l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi.

Nei giorni scorsi sono state, infine, consegnate, a Beirut e a Tiro, due tonnellate di aiuti alimentari e sanitari, inviati dal Ministero della Difesa nel quadro del Comitato tecnico militare per il Libano, di cui l'Italia è alla guida. Nuove iniziative umanitarie sul fronte libanese si aggiungono a quelle che già stiamo portando avanti a Gaza fin dall'inizio della crisi, per un totale di 55 milioni di euro. Sono state da poco consegnate nella Striscia 47 tonnellate di beni alimentari, raccolti attraverso l'iniziativa Food for Gaza, che il Ministro Tajani ha lanciato insieme alla FAO, al Programma alimentare mondiale e alla Croce Rossa internazionale. È in corso la raccolta di beni in previsione di un nuovo invio di aiuti, che comprenderà anche i dispositivi medico-sanitari.

In Libano, come a Gaza, il Governo continuerà a compiere ogni sforzo per alleviare le sofferenze della popolazione civile e rilanciare il dialogo politico, per cercare di raggiungere un cessate il fuoco, passaggio decisivo per ridare spazio alla diplomazia, anche in un'ottica umanitaria, e riportare l'intero quadrante su un cammino di dialogo e di stabilità.

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di replicare, per due minuti.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, grande apprezzamento per l'operato che il Governo sta compiendo con il continuo impegno, anche molto intenso, di fronte a questi scenari, che sono veramente inquietanti e anche difficili da controllare. Infatti, proprio in questo momento, il Ministro Tajani è a colloquio con Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito sull'escalation del conflitto in Medio Oriente, per cercare di garantire un immediato cessate il fuoco e lavorare per la pace e per il dialogo. Colgo l'occasione per ringraziare il Ministro Tajani, per la sua sensibilità, umanità e diplomazia, riconosciuta ancora di più proprio oggi, con il suo appello, in audizione al Senato, in cui ha detto precisamente “Si fermino tutti, anche Israele. Solo così eviteremo una guerra generalizzata e la morte di tanti civili, che sono le uniche vittime di questa follia” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative diplomatiche volte a favorire il cessate il fuoco a Gaza e in Libano - n. 3-01458)

PRESIDENTE. La deputata Boldrini ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Provenzano e altri n. 3-01458 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, domanda secca: il Governo ha in mente o no azioni concrete per il cessate il fuoco a Gaza e in Libano? Faccio un riassuntino: 42.000 persone uccise a Gaza, in gran parte anziani, donne e bambini; il bombardamento dell'ambasciata iraniana a Damasco; l'attacco a Teheran per uccidere Haniyeh; poi, centinaia di cerca persone, walkie-talkie che esplodono in Libano e in Siria contemporaneamente, uccidendo e ferendo migliaia di persone; il leader storico di Hezbollah, Nasrallah, ucciso a Beirut; ora i bombardamenti e l'invasione in terra di Libano e già ci sono centinaia e centinaia di morti. Tutte iniziative volte a incendiare il Medio Oriente. Le esortazioni non hanno fermato Benjamin Netanyahu, lo stesso che ha definito l'ONU “una palude antisemita” e il Segretario generale, Antonio Guterres, “persona non grata”. Così del diritto e della legalità internazionale non resterà più traccia.

Basta parole, servono atti politici concreti, che costringano il Governo israeliano al cessate il fuoco e a ritirarsi dal Libano, al rispetto delle risoluzioni dell'ONU e della legalità internazionale, che - lo ricordo - non prevedono doppi standard (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, l'escalation delle ultime ore ci spinge a lavorare ancora più intensamente per la pace e per il dialogo. La diplomazia non si deve fermare.

Dopo l'attacco missilistico lanciato ieri sera dall'Iran contro Israele, è sempre più urgente intensificare gli sforzi per fermare la spirale di violenza e raggiungere un cessate il fuoco. Il Governo italiano, anche in qualità di Presidente del G7, si sta adoperando a 360 gradi per questo obiettivo e per la tutela dei connazionali nella regione e dei nostri militari in Libano.

Per i circa 3.200 connazionali, in larghissima parte doppi cittadini residenti stabilmente in Libano, il Ministero degli Affari esteri ha attivato un sistema capillare di monitoraggio e contatto attraverso l'unità di crisi dell'ambasciata italiana a Beirut.

Il Ministro Tajani ha da tempo invitato tutti i nostri concittadini a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili. Si sta lavorando per venire incontro alle richieste dei connazionali attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi i voli charter e altre modalità che la Farnesina sta esaminando insieme al Ministero della Difesa.

In numerosi contatti con i colleghi del G7, dell'Unione europea e della regione, il Ministro Tajani ha reiterato le priorità italiane: nuovi aiuti umanitari alla popolazione civile, conferma della richiesta di cessate il fuoco a Gaza e in Libano e sostegno della ripresa dei rispettivi percorsi negoziali. La demarcazione di un confine terrestre tra Israele e Libano, sull'esempio dell'accordo raggiunto per la delimitazione dei confini marittimi, rappresenta l'elemento centrale di qualsiasi accordo sostenibile. Lo sforzo di mediazione di questi mesi, in particolare da parte americana, non deve andare perduto; lo sosteniamo in qualità di Presidenza del G7 e in seno al Quintetto.

Tutti devono impegnarsi nella piena attuazione della risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Hezbollah deve ritirarsi al di là del fiume Litani.

Anche su Gaza il Governo continua a sostenere gli sforzi negoziali che gli Stati Uniti stanno compiendo, insieme a Egitto e Qatar. Come ha più volte riferito il Segretario di Stato Blinken nei recenti incontri con il Ministro Tajani, 15 dei 18 paragrafi della bozza di accordo tra Israele e Hamas sono già stati concordati tra le parti. Rimangono alcune questioni cruciali da affrontare: il rilascio degli ostaggi, la gestione del valico di Rafah e soprattutto la presenza delle Forze armate israeliane nel cosiddetto corridoio Filadelfia.

Il Governo - e concludo, Presidente - continuerà a dare il proprio contributo per tenere vivo il negoziato e resterà impegnato sui differenti formati d'iniziativa diplomatica, in stretto coordinamento con i nostri principali alleati e partner regionali. La via diplomatica, d'altronde, è l'unica che può portare risultati concreti. Per Gaza e per il Libano la soluzione non può che essere politica.

PRESIDENTE. Il deputato Provenzano ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Abbiamo presentato questo question time, Presidente, per chiedervi di fare questa discussione in Aula e di assumervi, davanti al popolo italiano e insieme a tutti noi, la responsabilità di queste iniziative diplomatiche, per svegliarvi anche dall'inerzia e dal torpore, Ministro, di queste settimane, perché se oggi finalmente la Premier Meloni ha convocato i leader del G7 è perché da giorni con insistenza noi abbiamo portato avanti questa richiesta; e non posso non notare come l'Europa sia del tutto assente dal vostro orizzonte di iniziativa politica e diplomatica.

Ci troviamo di fronte a una sequenza di azioni e reazioni senza misura, senza calcolo delle conseguenze, che possono essere, appunto, incalcolabili dal punto di vista umanitario, dal punto di vista militare e dal punto di vista politico. Ci avviamo verso una guerra grande a cui noi non vogliamo rassegnarci e noi abbiamo il dovere di condannare ogni atto che porta in questa direzione.

Pesano le vostre omissioni, Ministro, sulle responsabilità del Governo israeliano, perché, se noi condanniamo nettamente i missili balistici iraniani su Tel Aviv e i lanci di razzi di Hezbollah, con altrettanta fermezza dobbiamo condannare le violazioni sistematiche del diritto internazionale a Gaza, l'orrore consumato - 20.000 bambini morti - senza paragoni con gli altri conflitti negli ultimi 20 anni. Dobbiamo condannare l'invasione di terra in Libano da cui l'esercito israeliano deve ritirarsi, perché le risoluzioni delle Nazioni Unite vanno rispettate e vanno rispettate tutte.

Mancano queste parole, Ministro, tra voi e mancano anche atti concreti. L'incendio va spento innanzitutto da dove è partito, Gaza: cessate il fuoco, riconoscimento dello Stato di Palestina e rispetto delle pronunce delle corti internazionali di giustizia, tutte azioni che fin qui, da parte vostra, sono mancate.

Tra gli atti concreti che vi chiediamo c'è quello di garantire la piena sicurezza e operatività del nostro contingente militare impegnato nella missione UNIFIL, che è il frutto della migliore tradizione diplomatica e del protagonismo politico che l'Italia nel 2006, con il Governo Prodi e con il Ministro degli Affari esteri D'Alema, ha avuto in Libano e che oggi non ha più.

Accanto ai nostri connazionali e tra i nostri connazionali c'è un altro contingente altrettanto prezioso; è un contingente umanitario, fatto di quegli operatori che hanno messo al servizio dell'Italia e della Repubblica…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). …un'azione di aiuto allo sviluppo e di cooperazione.

Non bisogna lasciarli soli e bisogna attivare un tavolo di coordinamento, perché, a differenza di quello che ha detto il Ministro Tajani, non è operativo in questo momento; bisogna farlo funzionare insieme a loro e non bisogna dimenticarli…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, deve concludere.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). …così come questa impotenza, questa inevitabilità della guerra grande è qualcosa a cui tutti insieme non possiamo rassegnarci. Ce lo chiede il popolo italiano e dovremmo provare a dare tutti insieme una risposta. Fin qui le risposte non sono arrivate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte all'adozione di sanzioni nei confronti di Israele in relazione agli sviluppi del conflitto in Medio Oriente - n. 3-01459)

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-01459 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Siccome siamo di fronte a una situazione in cui c'è un aggressore e un aggredito, siccome siamo di fronte a una netta sproporzione di forze in campo tra l'aggressore e l'aggredito, siccome siamo di fronte a una unilaterale azione militare, siccome siamo di fronte alla violazione palese della sovranità territoriale di uno Stato, siccome queste sono le argomentazioni con le quali da più di due anni state legittimando quello che sta accadendo in Russia e in Ucraina e siccome queste argomentazioni sono esattamente quello che sta accadendo in Libano, allora vorremmo sapere, così come per il conflitto russo-ucraino, se anche per l'aggressore Israele sono previste sanzioni economiche, commerciali e/o quantomeno il richiamo del nostro ambasciatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. È essenziale disinnescare immediatamente il confronto militare tra Israele ed Hezbollah, che ha visto ieri sera un ulteriore intervento diretto dell'Iran. Una guerra su larga scala non è, ovviamente, nell'interesse di nessuno. Siamo convinti che ci sia ancora spazio per il dialogo e per la diplomazia. Queste rimangono le uniche strade percorribili per evitare un'ulteriore intensificazione di un conflitto ormai regionale dalle conseguenze inimmaginabili.

Il Governo sta lavorando per scongiurare questo pericolo e come Presidenza del G7, insieme all'Unione europea, è in costante contatto con i nostri partner dell'area mediorientale. Tutti ci riconoscono l'autorevolezza di chi ha mantenuto, fin dall'inizio della crisi, una posizione seria ed equilibrata. L'Italia riafferma il diritto di Israele a difendersi da aggressioni esterne, come l'orribile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas e i continui lanci di razzi che nell'ultimo anno Hezbollah ha effettuato contro il Nord di Israele. In questi mesi i missili della milizia sciita hanno provocato morti tra i civili e l'evacuazione di circa 70.000 israeliani.

Allo stesso tempo, il Governo italiano chiede con forza che Israele rispetti il diritto internazionale e adotti ogni misura necessaria a protezione dei civili. Il Ministro Tajani non ha mancato di condannare fermamente anche la violenza dei coloni estremisti in atto in Cisgiordania e gli attacchi contro le chiese cristiane e i luoghi di culto a Gaza. È fondamentale, infatti, preservare il dialogo franco e aperto che caratterizza da sempre il nostro legame con Israele.

Sabato scorso il Ministro Tajani ha avuto un lungo colloquio con il Ministro degli Esteri israeliano Katz e gli ha chiesto di garantire la sicurezza di tutti i nostri militari impegnati in Libano e ha insistito affinché non vi siano attacchi nei pressi delle basi militari dell'UNIFIL, ricevendo dal collega israeliano rassicurazione.

Anche i contatti sul terreno sono cruciali. Proprio ieri, tramite il nostro ambasciatore a Tel Aviv, Israele ci ha chiesto di tenere un canale aperto con le Forze armate libanesi. Non sono loro l'obiettivo dell'offensiva israeliana e a loro dovrà passare il controllo del territorio.

Il dialogo resta la via maestra. Isolare Israele non permetterà di giungere alla soluzione politica della crisi in atto. È certamente un percorso complesso ma è un risultato che possiamo ottenere solo se tutte le parti saranno coinvolte.

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà di replicare, per due minuti.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie. Quindi, quando noi insistiamo in Russia, dicendo di andare per le vie diplomatiche, di chiedere un cessate il fuoco e basta armi, e voi ci rispondete “no, con Putin non ci si può parlare e la pace va fatta in due”, con Netanyahu, invece, ci si può parlare? Più di 40.000 morti!

Ma di cosa state parlando? Di evitare l'escalation? L'escalation è già che bella superata, è già che bella avanzata. Quando sento dire che il Ministro Tajani ha condannato l'attacco alle chiese a Gaza, io dico: innanzitutto ci mancherebbe! Ma scusi, quindi, stigmatizziamo l'attacco ai cristiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini), mentre se muoiono i bambini musulmani non ce ne frega niente? Che discorso è fare un distinguo tra la presenza cristiana o la presenza musulmana, quando muoiono dei bambini? Risparmiateci l'ipocrisia per favore! Risparmiateci i codici morali! Per anni ci siamo sentiti dire: meglio una democrazia un pochino cattiva che non le dittature. Allora, innanzitutto, vi do una notizia: nella storia chi ha gettato le bombe atomiche è stata una democrazia e chi ha fatto l'Olocausto è stata una democrazia. Chi sta mettendo seriamente in pericolo tutta l'area del Medio Oriente e chi sta facendo una strage è Israele, è una democrazia. Quindi basta con la morale e la moralità. Basta con questo discorso.

Quindi mettiamo di fronte la concretezza delle cose: la comunità internazionale non è in grado di fare alcuna trattativa e non è in grado di reagire a un Presidente come Netanyahu, che arriva all'ONU e chiama l'ONU una palude antisemita. È concesso tutto a Israele, tutto, e voi non fate nulla, assolutamente nulla. Quindi, basta con la morale e basta schermarvi dietro a valori a cui non credete neanche voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza in ordine alla vicenda della lista di nomi di esponenti della comunità ebraica diffusa in rete ad agosto 2024, ai fini del contrasto dell'antisemitismo - n. 3-01465)

PRESIDENTE. La deputata Kelany ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01465 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria per un minuto.

SARA KELANY (FDI). Grazie, Presidente. Con questa interrogazione, Ministro, stiamo chiedendo conto di un fatto molto grave, altrettanto gravemente sottovalutato da certa stampa mainstream e dalla sinistra: noi chiediamo conto di quelle vergognose liste di proscrizione, compilate dal sedicente partito comunista, che addita una serie di politici, giornalisti, persone influenti della società solo in quanto amici di Israele come agenti sionisti.

Ebbene, data la gravità della questione e dato che questa iniziativa esecrabile si salda ad una serie di manifestazioni ed esternazioni di evidente segno antisemita, con questa interrogazione chiediamo al Ministro dell'Interno se e quali iniziative siano state assunte sia per far luce sugli esecutori materiali sia, anche, per proteggere la sicurezza e l'incolumità delle persone coinvolte.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. La Direzione centrale della Polizia di prevenzione del Dipartimento di pubblica sicurezza ha provveduto a segnalare all'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale entrambi i documenti richiamati dall'onorevole interrogante, per la valutazione di eventuali profili di rischio a carico dei soggetti e dei titolari delle aziende interessate.

L'Ufficio centrale ha, quindi, attivato un monitoraggio dell'evoluzione della vicenda per il tramite delle competenti prefetture e questure, monitoraggio finalizzato ad acquisire una completa ed aggiornata valutazione sotto il profilo dell'esposizione al rischio per gli interessati.

La Polizia di Stato ha, inoltre, informato l'autorità giudiziaria e ha sensibilizzato le questure al fine di intensificare l'attività informativa e investigativa per acquisire ogni elemento utile allo scopo di impedire azioni improntate all'illegalità, avendo particolare riguardo agli obiettivi e alle personalità citate nei documenti di cui ho fatto cenno.

Evidenzio che, all'indomani dell'attacco terroristico del 7 ottobre dell'anno scorso, all'esito degli approfondimenti svolti dal Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica e dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo del Ministero dell'Interno, sono stati immediatamente rafforzati tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili riconducibili allo Stato di Israele.

Dall'inizio del conflitto ad oggi, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, operante presso il Ministero dell'Interno, ha registrato 456 segnalazioni di episodi a contenuto antisemita, potenziando di conseguenza le collaborazioni e lo scambio di informazioni con le associazioni e le istituzioni ebraiche e sensibilizzando i propri referenti territoriali per garantire un costante monitoraggio su tutto il territorio nazionale.

Il Governo intende assicurare che, in relazione all'evoluzione del conflitto in atto, continueranno ad essere approfonditi i possibili fattori di rischio e individuati gli strumenti di prevenzione e contrasto, anche mediante l'intensificazione del raccordo informativo tra le Forze di Polizia e le agenzie di intelligence.

PRESIDENTE. Il deputato Filini ha facoltà di replicare per due minuti.

FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro. Ci dichiariamo soddisfatti della risposta e ringraziamo anche il Governo per aver opportunamente evitato la manifestazione prevista per il 5 ottobre, che era palesemente una provocazione ad un anno dal pogrom del 7 ottobre; una manifestazione letteralmente anti-israeliana e, quindi, ringraziamo il Governo per aver vietato questa folle manifestazione.

Signor Ministro, ci troviamo di fronte non ad un generico, quanto odioso e condannabile antisemitismo, qui non si tratta di antisemitismo da tastiera. Stiamo assistendo, in questi giorni, a una vera e propria escalation - questa sì - e a un vero e proprio salto di qualità da parte dell'antisemitismo di matrice comunista, di sinistra, che vuole arrivare addirittura a creare organizzazioni antisemite e, quindi, siamo di fronte a un vero e proprio salto di qualità.

Signor Ministro, abbiamo parlato di liste di proscrizione fatte da organizzazioni militanti e da cattivi maestri che incitano i militanti e i giovani ad andare a fare una vera e propria caccia all'ebreo, un'ignobile caccia all'ebreo, mettendo anche scritte sotto i muri dei cosiddetti agenti sionisti. Ecco, questa follia va fermata e credo sia importante che anche questo Parlamento sia unito di fronte a questo tentativo di estremismo e di organizzazioni antisemite, perché purtroppo - lo dobbiamo dire - da sinistra sono arrivate ben poche flebili condanne di fronte a questo tipo di antisemitismo e di fronte a questa ondata d'odio, che sta travolgendo anche la nostra Nazione.

Quindi, la esortiamo, Ministro, ed esortiamo il Governo a fare tutto ciò che è nel potere del Governo per stroncare questo tipo di fenomeni. Sensibilizziamo, ancora una volta, la sinistra a dire parole chiare contro queste follie a cui stiamo assistendo in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative per il rinnovo dei contratti delle Forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, nonché in ordine alle carenze di organico del comparto - n. 3-01466)

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01466 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la sicurezza nazionale e la vivibilità nei nostri centri urbani non sono temi né di destra né di sinistra, ma di concretezza e di buon senso. Noi tutti ci sentiamo, come cittadini, rassicurati, quando arrivano gli agenti delle Forze di Polizia e i Vigili del fuoco nei momenti del bisogno.

Quali sono le vostre rassicurazioni di fronte a questi servitori dello Stato rispetto al rinnovo dei contratti, che è fermo ormai da tre anni, all'aumento delle dotazioni, alle carenze di organico e, soprattutto, al grande tema, quello delle pensioni? Sono servitori dello Stato che non hanno bisogno soltanto di “grazie” - lo faccio, ancora, in quest'Aula -, ma hanno bisogno di impegni seri e concreti.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Il Governo ha sempre avuto come priorità le esigenze delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e grazie al Fondo per le assunzioni, previsto già nella legge di bilancio per il 2023, e agli stanziamenti assicurati per gli anni a venire - dai 90 milioni per il primo anno si arriva, progressivamente, a 125 milioni a partire dal 2033 - sta realizzando una storica inversione di tendenza rispetto ai tagli operati nel passato.

In piena continuità con tale linea d'azione, sono stati adottati ulteriori provvedimenti normativi con l'obiettivo di ringiovanire gli organici, aumentare la presenza delle Forze dell'ordine nelle città, assicurare standard qualitativi sempre più elevati nell'attività di soccorso pubblico, innalzando al contempo i livelli di sicurezza degli stessi operatori.

Con la legge di bilancio per l'anno in corso è stato stanziato oltre un miliardo di euro per il rinnovo del contratto di comparto e ulteriori risorse sono destinate al rafforzamento e all'ammodernamento di mezzi e strutture: come facevo cenno dai 20 milioni di euro del 2024 fino ai 120 milioni di euro previsti per il triennio 2029-2031. È stato inoltre istituito un fondo per la specificità del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con una dotazione di 32 milioni di euro per gli anni 2024 e 2025 e di 42 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026, destinati al finanziamento della parte normativa dei contratti e dei trattamenti economici accessori.

Con il decreto-legge n. 133 dell'anno scorso sono stati previsti stanziamenti per retribuire il lavoro straordinario e per interventi di potenziamento delle dotazioni strumentali. È intenzione del Governo proseguire nel percorso di valorizzazione dei settori della sicurezza e del soccorso pubblico, con l'individuazione di ulteriori risorse nell'ambito della prossima legge di bilancio. Nel frattempo, la fase negoziale per il rinnovo del contratto del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico prosegue con il pieno impegno del Governo per giungere, nel più breve tempo possibile, alla conclusione delle trattative. Conosciamo profondamente il valore delle donne e degli uomini che in divisa assicurano il bene primario della sicurezza, mettendo anche a rischio la propria incolumità, e il nostro obiettivo è, quindi, quello di fornire risposte concrete alle loro legittime aspettative.

PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Mi dispiace signor Ministro, ma lei mi ha dato una risposta non soddisfacente, soprattutto burocratica, non ha risposto alla mia prima domanda: quando ci sarà questo rinnovo dei contratti? Perché tre anni sono parecchio. Lei ha elencato una serie di norme che avete fatto, questo è un Governo che fa leggi su ogni tipologia di nuovo reato, però se si guardano i numeri - lei ne ha citati tanti, gliene cito anch'io qualcuno - in questi due anni abbiamo un più 24 per cento di rapine, più 15,6 per cento dei reati di percosse, sono persino aumentati gli omicidi volontari. Quindi, ciò significa che questi numeri ci devono dire che i fatti concreti devono avere una loro immediatezza.

E non ha risposto su un altro tema. Noi abbiamo un problema grandissimo rispetto a questi servitori dello Stato. Chi è stato assunto dopo il 1995, avrà delle pensioni, probabilmente, da fame. Quindi, lo dico con uno spirito collaborativo: apriamo una discussione in questo Parlamento per fare una riforma delle pensioni seria e, soprattutto, paghiamo gli straordinari, perché loro gli straordinari li fanno nella quotidianità.

Ultimo aspetto: mi permetta di fare una proposta, che spero non sarà valutata in modo preconcetto dal Governo. Ci sono degli strumenti che hanno funzionato per altri lavoratori, penso al welfare aziendale. Proviamo ad estendere e omogeneizzare sul territorio nazionale alcune misure, perché questi uomini e queste donne non ci si ricorda mai che hanno una famiglia, che vivono e che spesso lavorano in territori dove il costo della vita è carissimo. Quindi, estendere le agevolazioni fiscali e previdenziali sui premi di produttività previsti dal welfare aziendale e omogeneizzare l'accesso, ad esempio, a servizi di tipo sanitario, alle spese che le famiglie di questi servitori dello Stato hanno, forse sarebbe un atto di buon senso da unire a un doveroso rinnovo dei contratti, che non deve essere una mancia e, soprattutto, al pagamento degli straordinari. Occorre, soprattutto, una riflessione seria anche sulle dotazioni di organico, perché noi abbiamo un organico di età molto avanzata, dove ormai è anche difficile trasferire quelle competenze da una generazione all'altra, perché anche i contratti e l'immissione a ruolo ormai sono troppo burocratici.

Quindi, io chiedo particolare attenzione su questo aspetto e lo dico dall'opposizione, perché la sicurezza è un tema che riguarda tutti e che pagano i cittadini più fragili del nostro Paese.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 107, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 1° ottobre 2024, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 i senatori Domenico Matera e Michele Barcaiuolo in sostituzione, rispettivamente, dei senatori Lucio Malan e Gianni Berrino, dimissionari.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta del 2 ottobre 2024, la XI Commissione (Lavoro) ha proceduto all'elezione del deputato Marco Sarracino a vicepresidente, in sostituzione della deputata Chiara Gribaudo, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Andrea Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per chiedere, anche in questa sede, un'informativa urgente del Ministro Salvini. Alle 6,30 un guasto nel nodo di Roma ha bloccato totalmente la rete per circa tre ore. Le conseguenze drammatiche le stiamo vivendo ancora adesso, dal Brennero a Palermo, le immagini di tabelloni spenti, dei viaggiatori, turisti, pendolari disperati stanno facendo il giro del mondo, senza adeguate informazioni, senza sapere quando potevano partire, quando sarebbero arrivati. La situazione non è migliorata, dai conti che stiamo facendo - un conto in costante aggiornamento - sono almeno 186, solo oggi, i treni parzialmente cancellati: 114 regionali, 31 treni tra alta velocità e intercity completamente cancellati. Alcuni treni hanno impiegato un tempo incredibile, penso al treno partito alle 7,03 da Viterbo Porta Fiorentina, che è arrivato a Ostiense, invece che alle 8,55, alle 13,11, con 255 minuti di ritardo.

Abbiamo visto, nel passaggio che c'è stato in Transatlantico, e apprendiamo dalle agenzie che il Ministro Salvini ha annunciato un'inchiesta nei confronti di chi ha conficcato un chiodo. Però il problema, quello che deve affrontare, è perché non c'è un Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti a rispondere, non solamente di quello che è successo oggi, ma di quello che sta succedendo ogni giorno. Noi abbiamo numeri in costante crescita non solo delle interruzioni, non solo delle interruzioni che sono circa 10.000, ma anche della durata di queste interruzioni. L'ha testimoniato la relazione dell'ART, che però ci ha dato anche altre informazioni importanti: l'uso e l'abuso che si sta facendo della rete ferroviaria, ben oltre l'85 per cento, che è la capacità della rete commerciale, ben oltre quelli che sono i limiti dell'utilizzo. Questo sovrautilizzo, una serie di azioni, sono questioni che devono essere affrontate, di cui il Ministro deve spiegare cosa ha intenzione di fare il Governo, perché non ci possiamo rassegnare a una situazione nella quale, ogni giorno, qualunque singolo problema blocca e ferma l'intero Paese; perché a pagarne il prezzo più grave non sono solamente gli utenti dell'alta velocità, costretti ormai a partire il giorno prima per poter arrivare in tempo nei luoghi, ma sono i pendolari, che vedono cancellati i treni regionali e non possono più raggiungere il proprio comune, e sono gli operatori del trasporto ferroviario. Abbiamo visto quanto è difficile la vita del trasporto ferroviario, anche oggi una denuncia sul taglio di 55 milioni di euro sul Programma Loco e Carri, che aveva garantito l'investimento su 200 locomotive, investimenti che sono messi a rischio per un settore fondamentale per l'intermodalità.

Noi abbiamo veramente tutta una serie di problemi, che poi si ripercuotono anche sui lavoratori con il crescente fenomeno di aggressioni. Ecco, noi chiediamo, come Partito Democratico, che il Ministro Salvini venga in Parlamento, ci dica nel dettaglio quello che si sta facendo e quello che non si sta facendo e non cerchi il capro espiatorio di un singolo incidente, ma si assuma le responsabilità, di fronte al Paese, del disastro che sta generando ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, grazie. Mi unisco alla richiesta di informativa urgente del Ministro Salvini, dopo l'ennesima giornata nera, che si somma all'odissea che normalmente vivono i pendolari. Oggi abbiamo assistito alla sospensione del servizio nelle stazioni di Roma Termini e Roma Tiburtina. Abbiamo assistito al caos, senza nemmeno alcun tipo di comunicazione agli utenti per il nodo ferroviario della capitale e dopo un'estate di fuoco - che ricorderete per i ritardi dei treni e i problemi agli aeroporti - oggi ancora peggio, roba veramente da quarto mondo. Ricordava prima il collega le colpe che cerca di individuare il Ministro Salvini: sta dando la colpa ad un chiodo. Io ritengo che l'unico chiodo, che qui è il problema, sia il chiodo fisso che ha Salvini per il ponte sullo Stretto, perché in questo momento, anziché pensare di trovare 15 miliardi per un ponte che tutto ha tranne che essere prioritario, dovrebbe fare mente locale per spendere bene quei soldi per la quotidiana linea ferroviaria, le tratte che ogni giorno percorrono gli studenti, i nostri lavoratori, i nostri insegnanti, le nostre Forze dell'ordine. Qui ci troviamo davanti a un Ministro che pensa a un'astronave e non è nemmeno capace di far funzionare una bicicletta.

Presidente, noi nel chiedere con forza questa informativa urgente, che significa che deve venire presto, qui, il Ministro Salvini, gli chiediamo anche di avviare una profonda riflessione, perché è il caso che, forse, lasciasse il ruolo che ricopre, per una manifesta incapacità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Questa mattina ero in metro per arrivare qui, alla Camera, e in zona Termini, proprio alla stazione Termini, è arrivato un flusso incredibile di nostri concittadini, ma anche di turisti spaventati. E sa perché erano spaventati? Perché, in quel blackout, in quel caos, nessuno gli ha detto cosa stesse succedendo. Siamo davanti a uno scenario globale molto chiaro: siamo immersi in due guerre, siamo dentro escalation incredibili, anche dal punto di vista della cybersicurezza, e sapete le persone cosa pensavano? Che eravamo sotto attacco, sotto attacco di hacker, sotto attacco, addirittura, di forze straniere. Lo dico così perché c'è chi banalizza, chi ridicolizza quei 300 treni che sono stati fermati o chi minimizza o ridicolizza la vita di decine di migliaia di italiani che sono rimasti ostaggio del nostro sistema pubblico di trasporto.

Io non so dove sia il Ministro Salvini, abbiamo visto che se l'è squagliata dalla presentazione del nuovo logo dei treni regionali a Ostiense, e capisco bene perché: credo che avrebbe solo preso fischi, se non altro. Noi non vogliamo fischiarlo, vogliamo vederlo metterci la faccia, quella che non ha messo sul logo a Ostiense. Vogliamo capire se domani mattina, invece che continuare a pensare a Pontida, verrà qui a renderci un'informativa urgente, perché lo diciamo già: non c'è bisogno di alcuna Commissione di indagine, non è possibile che un chiodo fermi la vita di milioni di italiani. Ed è così da settimane, c'è un romanzo pendolare che ci dice che ogni giorno vengono cancellati per un guasto, per le mancate manutenzioni, perché non si investono le risorse necessarie dove dovremmo metterle. Altro che 14 miliardi del ponte sullo Stretto di Messina: bisogna mettere in sicurezza la vita, il trasporto degli italiani. E lo dico, perché Meloni sembra convinta che questa linea Salvini sia l'unica possibile.

Allora, chiamiamo in causa il Governo, che ce l'ha con i pedoni, che ce l'ha con le zone 30, che ce l'ha addirittura con le biciclette: ma come diavolo volete che gli italiani si muovano? Lo diciamo a quest'Aula deserta, lo chiediamo perché queste risposte mettono in campo un'idea della vita di ogni giorno e mi sembra che questo Governo sia molto abituato a stare in prima classe, in comode auto blu, e non capisca che ci sono pensionati, studenti, lavoratori e lavoratrici che ogni giorno vogliono, in sicurezza, arrivare nei loro luoghi di lavoro, nei loro luoghi di studio, a casa.

Questa vicenda mi pare prioritaria e che il Ministro non venga a dichiarare cosa sta succedendo e se la cavi dando, come sempre, la colpa a qualcuno, tranne che a se stesso, è una cosa indegna, che noi non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Naturalmente riferirò al Presidente della richiesta di informativa del Ministro.

Discussione del disegno di legge: S. 1222 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico (Approvato dal Senato) (A.C. 2066?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2066: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2066?)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Le Commissioni V (Bilancio) e VI (Finanze) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Prima di dare la parola ai relatori, avverto che è in distribuzione un errata corrige riferito al provvedimento in esame.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione bilancio, deputata Comaroli. No, interviene prima il relatore per la Commissione finanze, deputato Sala. Prego.

FABRIZIO SALA, Relatore per la VI Commissione. Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, intervengo prima io, perché gli articoli dall'1 al 10 riguardano la Commissione finanze e i successivi la Commissione bilancio, con la relatrice Comaroli.

Chiedo la possibilità di depositare la relazione. In pochi minuti, intendo solo elencare, molto velocemente, alcuni degli interventi contenuti in un provvedimento ricco di interventi, anche di diversa natura, che riesce a far funzionare in diverse parti non solo il nostro Paese, ma anche le nostre attività economiche.

In particolare, cito l'articolo 1, che riguarda modalità di erogazione del contributo e alcune norme che riguardano gli investimenti sulla ZES unica.

L'articolo 2 riguarda i criteri per l'imposta sostitutiva sui redditi prodotti all'estero realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia.

L'articolo 2-bis, introdotto dal Senato, prevede un'indennità, fino a un massimo di 100 euro, per alcune categorie di lavoratori dipendenti, subordinatamente al possesso di alcuni requisiti.

L'articolo 2-ter, sempre introdotto dal Senato, definisce il trattamento sanzionatorio per i soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono e riduce della metà le soglie previste per l'applicazione delle sanzioni accessorie.

L'articolo 2-quater, introdotto dal Senato, prevede che i soggetti che hanno applicato agli indici sintetici di affidabilità fiscale che aderiscono, entro il 31 ottobre 2024, al concordato preventivo biennale possano adottare il regime di ravvedimento, di cui alle norme in esame, versando un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali, nonché dell'imposta regionale sulle attività produttive.

L'articolo 3, anch'esso modificato dal Senato, chiarisce che, ai fini IVA, le associazioni e le società sportive dilettantistiche possano mantenere fuori dal campo di applicazione dell'IVA alcune prestazioni, fino all'applicazione delle disposizioni, di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 146 del 2021.

L'articolo 4 riguarda gli operatori del settore sportivo.

L'articolo 5, dai commi 1 e 3, riguarda corsi di attività sportiva invernale. I commi 4 e 5 riguardano altri settori sportivi, tra cui la filiera equina.

L'articolo 6 riguarda il nuovo regime fiscale relativo ai lavoratori frontalieri residenti nei comuni situati nella zona di 20 chilometri dal confine con la Svizzera, in base al nuovo Accordo Italia-Svizzera.

L'articolo 6-bis, introdotto dal Senato, interviene per prevenire e reprimere la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica.

L'articolo 6-ter, introdotto dal Senato, garantisce un più efficace contrasto alla pirateria online.

L'articolo 7 proroga i termini per il versamento dell'imposta sostitutiva sull'adeguamento delle esistenze di bilancio iniziali.

L'articolo 7-bis, introdotto dal Senato, proroga, fino al 30 settembre 2025, le convenzioni quadro con gli accordi quadro stipulati da Consip Spa. Tutto questo funzionalmente alla realizzazione degli obiettivi del PNRR.

L'articolo 7-ter riguarda l'affidamento dei lavori per la messa in sicurezza degli edifici del territorio che devono essere rispettati dai comuni assegnatari.

L'articolo 7-quater, inserito dal Senato, prevede che la regione Calabria possa prorogare di un ulteriore anno i tirocini di inclusione sociale previsti per i disoccupati.

Gli articoli 7-quinquies e 7-sexies modificano la disciplina in materia di IVA per prestazioni sanitarie di chirurgia estetica, eccetera eccetera.

L'articolo 8 tratta la gestione delle risorse riferibili al Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR.

L'articolo 8-bis, introdotto anch'esso dal Senato, reca una serie di modifiche alla disciplina delle cosiddette opere medie.

L'articolo 8-ter, sempre introdotto dal Senato, modifica la disciplina degli interventi di rigenerazione urbana contenuta, peraltro, nella legge di bilancio 2020.

Poi ci sono diversi commi dell'articolo 9 che riguardano il settore scolastico e universitario.

L'articolo 10 riguarda strumenti finanziari, società, collaborazioni e commercio di prodotti ortofrutticoli e, comunque, regolamentazioni di diversi mercati, fino all'ultimo articolo 10-bis, introdotto dal Senato, il cui comma 1 dispone che, per i contributi delle cosiddette piccole opere, riferiti alle unità 2020-2023, il superamento del previsto termine per l'aggiudicazione dei lavori non comporta la revoca del contributo a specifiche condizioni.

Questo solo per doverosa sintesi di un provvedimento che - ripeto -, negli articoli da 1 a 10, reca disposizioni che sono di competenza della Commissione Finanze.

PRESIDENTE. Grazie. Ovviamente, è autorizzato a depositare la relazione.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la V Commissione (Bilancio), deputata Comaroli. Prego onorevole.

SILVANA ANDREINA COMAROLI , Relatrice per la V Commissione. Grazie, Presidente. Anch'io chiedo l'autorizzazione a depositare la relazione completa e mi accingo a illustrare, per sommi capi, il contenuto degli articoli di competenza della Commissione bilancio, che vanno soprattutto dall'articolo 11 all'articolo 21.

In modo particolare, l'articolo 11 incrementa di 200 milioni, per l'anno 2024, la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali, di cui al codice della Protezione Civile. Tutti noi conosciamo l'importanza della destinazione di questi fondi, visto quello che stiamo vedendo e quello che sta succedendo sul nostro territorio. Inoltre, aumenta anche il Fondo per interventi strutturali di politica economica di 23 milioni per l'anno 2024 e di 7,8 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Si prevede, inoltre, l'assegnazione, nell'anno 2024, di un contributo di 11 milioni di euro per la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma. Segnalo, inoltre, che sono stati destinati anche 2 milioni di euro proprio per aumentare il bonus psicologo, portandolo al limite di 12 milioni di euro.

L'articolo 11-bis reca finanziamenti ai partenariati per la ricerca e l'innovazione, destinandovi 50 milioni di euro per l'anno 2025 e 70 milioni di euro per l'anno 2026. Al finanziamento di questa iniziativa sono destinate, inoltre, ulteriori risorse fino a 44 milioni di euro per l'anno 2024.

Gli articoli seguenti - in modo particolare, l'11-ter, l'articolo 12, l'articolo 13 e l'articolo 14 - reca tutta una serie di interventi per diversi settori, in modo particolare per la ricerca clinica; si dà un contributo anche per il sistema universitario, per i collegi di merito accreditati e per tutta una serie di attività culturali.

L'articolo 15, invece, è in materia di esenzione dalla prestazione della garanzia in favore delle domande di finanziamento agevolato presentate da imprese che operano in Paesi africani o per attività imprenditoriali svolte nel continente africano. Infatti, si prevede anche il rifinanziamento per 100 milioni di euro del Fondo rotativo per operazioni di venture capital.

L'articolo 16-bis reca disposizioni di carattere urgente a sostegno del settore suinicolo, prevedendo la concessione di un contributo economico, nel limite massimo di 10 milioni di euro, per l'anno 2024, in favore degli operatori di tale filiera che abbiano subito danni derivanti dal blocco alla movimentazione degli animali, in conseguenza della diffusione della peste suina africana; intervento, questo, molto apprezzato, perché, veramente, sta piegando diverse imprese di allevamento dei suini, creando un danno notevole a questi imprenditori e a tutte le attività ad esso collegate.

L'articolo 17 modifica la disciplina concernente il fondo per i contributi destinati alle province e alle città metropolitane che abbiano subito una riduzione del gettito d'imposta provinciale di trascrizione o dell'imposta sulle assicurazioni sulla responsabilità civile auto.

L'articolo 18 reca una norma di interpretazione autentica che include talune tipologie di risorse derivanti da rinegoziazioni di operazioni di finanziamento. Tale disposizione, appunto, consente di utilizzare, senza vincoli di destinazione - questa è la cosa importante -, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui o dal riacquisto dei titoli obbligazionari.

L'articolo 18-bis prevede un regime derogatorio in materia di utilizzo dell'avanzo di amministrazione non vincolato per gli esercizi 2024, 2025 e 2026.

L'articolo 18-quinquies reca disposizioni finanziarie in materia di PNRR, ovvero le amministrazioni centrali titolari dei relativi interventi, al fine di assicurare la liquidità di cassa necessaria per i pagamenti di competenza dei soggetti attuatori, provvedono al trasferimento delle occorrenti risorse finanziarie, fino al limite cumulativo del 90 per cento del costo dell'intervento, entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta di trasferimento.

L'articolo 20 prevede il riconoscimento di un contributo per le zone montane e appenniniche che hanno subito una significativa riduzione dei ricavi a causa della scarsità di neve nella stagione invernale 2023- 2024.

Infine, l'articolo 21 riconosce contributi transitori ai nuclei familiari detentori di unità abitative nel complesso edilizio denominato Vela celeste B dell'area di Scampia, nel comune di Napoli, unità oggetto di sgombero in base agli atti amministrativi conseguenti al crollo verificatosi il 22 luglio 2024.

PRESIDENTE. Grazie. Anche lei è autorizzata a depositare la relazione.

Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, che vi rinunzia.

È iscritto a parlare il deputato Luciano D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Io mi aiuto sempre, quando argomento in pubblico, con la maestra di tutte le discipline e, come si dice in periferia, la maestra di tutte le discipline è il diritto penale. Nel diritto penale c'è una lettura prima facie dei documenti; un documento incontra la verità se, prima facie, ictu oculi, cioè a prima lettura, è tutto pacificamente accettabile.

Mi dispiace molto per la fatica che devono fare i colleghi di maggioranza, in particolare gli affaticati relatori per la maggioranza delle due Commissioni, che hanno fatto una illustrazione prima facie che, però, non permette l'emersione della ragione del contenuto del provvedimento che abbiamo in esame. Si è trattato di un contributo - il loro -, che soprattutto alla Camera dei deputati non produce alcuna fruttuosità di comprensione aggiuntiva. Si capisce che è un provvedimento completamente pensato nelle Aule di quella geometria elevata, che è la geometria del Senato, di Palazzo Madama; si capisce anche l'andamento zigzagante che hanno avuto la produzione normativa e l'incrocio con le promesse che quella produzione normativa ha voluto assicurare. E siccome voglio essere convincente, magari accontentandomi, nonostante lo sforzo di convincimento che farò, di un silenzio e di un assenso degli sguardi dei colleghi di maggioranza, comincio a sfoderare gli argomenti numericamente forti che aiutano il mio intervento.

Io non so quanti colleghi abbiano potuto mettere a confronto due articoli che sembrano concepiti in due geografie diverse, in due stivali italici diversi: uno stivale italico bagnato dal Mediterraneo e un altro dall'oceano. L'articolo 7-ter - Proroga di termini per l'affidamento dei lavori - e l'articolo 10-bis sono due articoli che, secondo me, sono stati concepiti sotto qualche gradinata, nella penombra della luminosità difficile di accordi politici, secondo me, molto aggressivi.

L'articolo 7-ter, pur assumendo come oggetto una norma di finanziamento di opere pubbliche destinata ai comuni, pur assumendo questo tema come oggetto - parte dal 2018, sono risorse del 2018 -, per non far perdere queste risorse, i comuni possono contare su un tempo lungo, elasticizzato, io dico giustamente, fino al 31 ottobre. Quindi il dies a quo è prima, il dies successivo di conclusione arriva al 31 ottobre 2018.

Sono opere che potrebbero avere anche un nome e un cognome per la descrittività, quasi neurochirurgica, di questo emendamento. I giuristi, quelli raffinati che parlano nelle università importanti, direbbero che siamo davanti a un caso di amministrativizzazione della norma, che perde quella grande qualificazione che è la generalità, la capacità della sua generalità, che poi nutre di sé tutta l'attività amministrativa sottostante. Non ci siamo su questo, perché, quando la si confronta con un'altra norma praticamente corrispondente e paritetica, quella che ho ricordato con la numerazione 10-bis, si dice addirittura che il termine entro il quale bisogna contrattualizzare per non perdere i fondi è addirittura il 15 settembre del 2024, cioè una data già scaduta, che non ha la fortuna della consistenza normativa di essere collocata dopo. E naturalmente, quei sindaci, che si sono trovati in difficoltà nel proceduralizzare quelle risorse, perché erano privi di segretari comunali e di personale appropriato per mettere a terra, in esecuzione, le risorse destinate al risanamento o alla mitigazione idrogeologica, si trovano una data scaduta, nonostante il finanziamento addirittura sia, come dies a quo, successivo a quello della norma precedente.

Quand'è che accade questo tipo di procedere da Arlecchini? Quando le norme vengono negoziate qui e lì, senza un luogo prevalente, senza una direzione di marcia prevalente. Alla facoltà di scienze politiche de La Sapienza c'è una cattedra che, grosso modo, insegna storia e teoria della decisione. E agli studenti, da quella cattedra, sia gli ordinari che gli associati spiegano che, quando si fa l'agenda delle priorità per un'azione di Governo, tre sono i moventi: un'azione di Governo si fa carico delle emergenze, al primo posto; un'azione di Governo si fa carico delle priorità dettate da un impianto politico specifico; un'azione di Governo si fa carico delle opportunità che, di volta in volta, insorgono. Noi abbiamo contenuti normativi tipo quello di questo decreto-legge, che non ce la fa a rispondere ad una di queste ragioni, nemmeno ad una, perché è il frutto di un tira e molla, di un tiro alla fune, che si capisce pari pari, tant'è che le norme traino, alla fine, quali sono? Le norme che denominano, e voi avete avuto anche un'insorgenza di straordinaria onestà espressiva, quando avete accettato di denominarlo decreto-legge omnibus; poi, strada facendo, ha assunto un gilet e ha ripreso una denominazione un po' più accettabile e meno autodenunciante. Ma quali sono le norme traino di questo provvedimento?

C'è la norma traino riguardante questa specie di Giubileo fiscale, il concordato; a un certo punto perde ogni capacità sanzionatoria e si dice: è vero che questo concordato preventivo biennale, con il meccanismo ulteriormente premiante bonificatore ha una copertura finanziaria di 780 milioni di euro, ma è solo tecnica, è solo un'esigenza di corrispondenza tecnica, perché alla fine produrrà una tale rinvenienza economico-finanziaria che non ci sarà bisogno di attingimento. A parte che questo non è vero, ma c'è un costo morale di normatività che noi sosteniamo. Praticamente, gli italiani sono abilitati a pensare che ogni 9 mesi si partorirà una donazione di questo tipo, un Giubileo di questo tipo.

Questo è il mio secondo mandato parlamentare, a volte ho difficoltà a rintracciarne la produttività complessiva, però dalla mia ho una fortuna: ho potuto, nel tempo che ho avuto libero e liberato, studiare un po' di storia parlamentare; ho avuto modo di incrociare i testi di Manzella e di Manin Carabba, che è un formidabile magistrato della Corte dei conti, che donava la sua bravura a intere generazioni di eletti. Ebbene, noi dobbiamo sapere che, quando si determina una norma che impatta sulla normatività dell'ordinamento, una norma che costa sul piano etico e morale, non è vero che c'è soltanto quel dato di cui alle tabelle e ai documenti contabili. Quando poi ci ritorni, per avere una capacità di esazione fiscale, non ce lo trovi, l'italiano, perché tu hai slabbrato l'articolo 53 della Costituzione. Fai pensare che si insedia una specie di principio di affidamento al contrario: l'italiano ha il diritto di pensare che ogni 9 mesi si farà una donazione giubilare di questo tipo. Questo è il costo. Questo è il costo. Voi, prima, con la vostra onestà, che io riconosco, avete pronunciato una parola: le coperture di competenza. Nel Novecento si spiegava, a chi faceva scuola di partito e scuola istituzionale, la distinzione tra copertura di competenza e di cassa. Noi stiamo determinando una condizione per cui salta questa distinzione, perché ogni volta ricompare il drago che mangia l'obbligo della responsabilità tributaria, per cui se non si paga non succede nulla, tanto si aggiusta a valle. Questo è il punto, oneroso, rischioso e debilitante.

La seconda norma traino riguarda la ZES: vedete, in Italia noi abbiamo fatto nascere giuridicamente la ZES nel 2016, poi l'abbiamo affannata di un bombardamento modificatore emendativo, come se fossimo diventati tutti assessori vogliosi di modificarne il funzionamento. Nel mondo funzionano 3.000 ZES: la Polonia sta diventando insidiosa per questo; così come parti importanti della Francia e dell'Inghilterra. Noi, ogni volta che abbiamo modo di dare luogo all'atto dovuto del rinnovo dei documenti contabili dello Stato, rimettiamo mano alla ZES. Questa cosa di averla ingrandita fino alla grandezza di tutto il Mezzogiorno è stata sbagliata, perché abbiamo perso l'appropriatezza della ZES, che deve corrispondere, come ambito territoriale ottimale, esattamente al luogo dove ci sono di più le difficoltà. Sarebbe interessante incrociare e vedere un dialogo onestissimo tra un giornalista di pagina economica della Polonia, della Francia, dell'Inghilterra, ma anche dell'Italia, con l'ex Ministro della Coesione, e chiedere cosa pensa adesso, a valle, di quella operazione fatta più per controllare la finanza regionale di quelle regioni che non erano omologabili e fare in modo che emergesse questo tipo di giudizio in quell'attività di intervista immaginifica. Sono, infatti, convinto che il Ministro emerito della Coesione, oggi Commissario europeo e Vicepresidente, riconoscerà l'errore, anche perché ha avuto accanto un autorevole magistrato di Corte dei conti, che oggi è a Bruxelles, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, del Molise, il quale sa esattamente come si aiuta un territorio svantaggiato a trovare gli strumenti: con l'appropriatezza della corrispondenza delle previsioni, e non determinando un meccanismo così slabbrato, tanto che le attività di istruttoria impiegano troppo tempo per rintracciare cosa è urgente, ossia dire di sì, sottoporre a un consenso istruttorio. Io, sul piano territoriale, ho amministrato tutto, ho fatto il sindaco, il presidente della provincia, il presidente della regione, ho nutrito contratti istituzionali di sviluppo per aziende farmaceutiche, per quelle della pasta, per quelle del turismo. La velocità è un requisito fondamentale per facilitare lo sviluppo, la velocità, ma anche la semplicità, il non disturbare quella infrastruttura ordinamentale che è una procedura e che, una volta conosciuta, non si mette sempre in discussione. Dopo averla modificata e averne fatto perdere il requisito prevalente, che è l'appropriatezza territoriale, adesso si dice: ne aumentiamo la copertura finanziaria, rastrellando nell'esistente quello che può far aumentare per l'annualità 2024. È una maniera di procedere per finzione. È un fare finta. Servono risorse adeguate, senza disturbare ripetutamente la tradizione di istruttoria, quando c'è di mezzo un investimento. E poi, permettetemi, non era questa la sede per fare un lavoro approfondito e cercare di capire come sta andando la vita di questa ZES ingigantita? Dopo che aveva, in qualche modo, demolito la tradizione delle ZES regionaliste, che avevano cominciato a produrre con soddisfazione degli imprenditori piccoli, medi e grandi.

E poi, permettetemi, la terza, a mio avviso, è l'operazione traino che è stata fatta, quella del bonus destinato a una platea di bisognosi numericamente irrilevante, sembra quasi solo per metterci una spruzzatina di sensibilità sociale. C'è una norma che ha la mia simpatia. Dopo la rottura di civiltà del Covid, è comparsa una fragilità che riguarda le giovani generazioni che deve trovare un'attenzione adeguata sul piano, per esempio, dei servizi di psicologia e di psicoterapia. Ma anche qui, si dà luogo a un arricchimento normativo di 2 milioni di euro. La mia regione, l'Abruzzo, 2 milioni di euro li può mettere in campo per sé stessa, per le Marche, per l'Umbria e anche per il Molise; 2 milioni di euro sono un cenno di esistenza in vita, non di un ordinamento nazionale, e non per una consistenza di gravità problematica, tipo quella che colleghi dedicati a questo settore sanno rappresentare meglio di me.

Adesso, però, voglio aggiungere un dato: cosa sta accadendo in Italia, dal momento nel quale i cambiamenti climatici sono usciti dai convegni e sono entrati nella realtà? Le vicende che conoscono bene i colleghi di Emilia-Romagna e di Toscana ci ricordano tutto. Io, nella mia regione, ho realizzato le vasche di laminazione in 54 mesi: pensate, progettate, appaltate ed eseguite e, consentitemi, anche consegnate al patrimonio collettivo, con quella quota di festa che si chiama inaugurazione. Ma non è soltanto l'operazione vasche di laminazione che risolve il problema dei cambiamenti climatici che prendono la forma delle esondazioni fluviali. C'è una direttiva europea - mi vorrei rivolgere ai colleghi dell'Alleanza Verdi e Sinistra - la direttiva n. 2014/89/UE che obbliga i territori che hanno a che fare con gli specchi d'acqua a ripensare completamente la programmazione urbanistica. Non si risolve il dettato di quella norma europea, organizzando la delega a una università, ancorché prestigiosa. Si tratta di canalizzare procedure che rieduchino, lo ripeto, rieduchino; altrimenti, noi avremo attacchi esondativi anche dal mare, altroché direttiva Bolkestein. Allora, una sede dove si organizzano risorse finanziarie, normative, umane, tecnologiche, di procedura. Qual è la sede per evitare di intervenire il giorno dopo, facendo lo spettacolo della solidarietà? È la sede del Parlamento, alla condizione che il Parlamento, però, non perda il senso della sua vita e del suo procedere. Questa storia che si ritiene che l'attività discorsiva, questa attività che è di istruttoria, emendativa, e la si ritiene quasi come un inciampo, nega decenni di storia parlamentare che a me fanno ricordare dei giganti. Ce n'è uno, per esempio, della mia regione, Spataro, che diceva: guardate che l'attività emendativa serve a mettere più realtà nell'attività decisionale. Fare entrare la società, i fatti della società, i fatti dell'economia, la problematica anche del rapporto, per esempio, natura-vita delle collettività. E se noi rendiamo l'attività istruttoria delle Commissioni parlamentari, come se fosse un'attività degli usi civici di Foggia, fastidiosa, odiosa, da scavalcare, è chiaro che ogni volta tutto sembra una maschera insufficiente, un grembiule da strapazzare perché magari dà fastidio.

Ultima annotazione: sono rimasto molto colpito dalla vicenda del ponte Morandi caduto, una vicenda incredibile. Spero che prima o poi anche il mio partito faciliti una riflessione su questo.

Quella vicenda addirittura ha fatto guadagnare 9 miliardi di euro in più a chi doveva pagare, ma il tema di quella vicenda evoca una grande questione: la vita tecnica delle infrastrutture del nostro Paese. La legislazione italiana ed europea affermano che la vita tecnica delle nostre infrastrutture ha una durata di cinquant'anni. L'Europa, adesso, solleva un tema, ossia che le infrastrutture devono durare 100 anni attraverso un grande piano di rigenerazione. Chi lo finanzia? Come? Con quali procedure, risorse tecnologiche? Chi ci sta pensando?

Guardate, io non nego il diritto della classe dirigente che ha vinto le elezioni che possa scegliere un bersaglio come priorità, si chiami ponte o non so che altro, ma intanto deve provvedere a ciò che è emergenza. I trasporti eccezionali delle imprese del Nord non possono camminare più. Per camminare, i trasporti eccezionali hanno bisogno di autodichiarazioni - non so quanti di voi lo sanno - autodichiarazioni con garanzie performanti. Vale a dire che non è più possibile immettere nel circuito delle grandi distanze ciò che si produce nei distretti industriali perché il parco delle nostre infrastrutture ha superato la vita tecnica.

Riguardatevi gli incidenti che ci sono stati. Quando ci si pensa a questo, senza emotività e atteggiamento modaiolo? Quando si fa un lavoro che scommette davvero sulla programmazione?

Concludo, il Parlamento e il Governo dovrebbero pensare con categorie larghe, territoriali si diceva una volta; larghe; poi, sono le amministrazioni che devono avere una lettura puntuale. Qui ci sono assegnazioni di risorse che sembrano proprio dei pacchetti di salvadanaio. Un'operazione che ho visto fare nei consigli provinciali, nei consigli comunali, ma non a livello di un Parlamento che deve avere la capacità di veduta ampia, capace di prefigurare. È su questo che io avverto il limite di questo prodotto e anche la difficoltà dei nostri colleghi di maggioranza. Oggi non sembrava loro vero che il tempo della clessidra stesse finendo e che si potesse arrivare a questo momento conclusivo, validativo finale, ma manca la qualità del prodotto normativo. Non abbiamo combinato nulla, se non alcune dazioni e donazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mascaretti. Ne ha facoltà.

ANDREA MASCARETTI (FDI). Grazie, Presidente. Il decreto-legge, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico, contiene misure molto attese: dalla semplificazione del processo di erogazione delle risorse destinate al finanziamento degli interventi del PNRR alla stretta antipirateria online, passando per il contributo tredicesima e il bonus psicologo. Nel testo sono previste, inoltre, norme riguardanti altri temi, come lo sport, il turismo, ma anche relative a interventi per la scuola, l'agricoltura e l'ambiente.

In particolare, tra le varie misure del provvedimento abbiamo il ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato, il contrasto alla pirateria online, la semplificazione delle misure fiscali per le associazioni sportivo-dilettantistiche, erogazioni più veloci per il PNRR, più risorse per il bonus psicologo, contributi contro la peste suina, risorse agli enti locali per la rinegoziazione dei mutui, il salvataggio della Fondazione Santa Lucia, maggiori poteri per il commissario per l'emergenza rifiuti in Sicilia, sostegno al sistema turistico di montagna.

Partiamo dal ravvedimento speciale per incentivare ulteriormente le adesioni al concordato biennale 2018-2022, per 2,7 milioni di partite IVA che aderiranno al concordato preventivo entro il 31 ottobre. Si tratta di una misura di grande rilevanza, quella del ravvedimento speciale, per chi aderisce al concordato, un nuovo tassello per aumentare l'adesione al patto biennale con il fisco per le partite IVA. Per chi aderisce al concordato, viene prevista la possibilità di un ravvedimento speciale per il periodo 2018-2022 con un'imposta sostitutiva dell'IRPEF parametrata al livello di affidabilità fiscale e un'imposta sostitutiva dell'IRAP al 3,9 per cento.

Contrasto alla pirateria online e alla diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore: contro il fenomeno della pirateria online per contrastare la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore viene previsto che anche i fornitori di servizi VPN e DNS rientrino tra i soggetti cui l'Agcom può ordinare di disabilitare l'accesso ai contenuti diffusi abusivamente. Inoltre, si obbligano i prestatori di servizi di accesso alla rete a segnalare immediatamente le condotte penalmente rilevanti all'autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria: scatta, dunque, l'obbligo, per i prestatori di servizi di accesso alla rete, che vengano a conoscenza di condotte penalmente rilevanti, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti, poiché le omissioni della segnalazione sono punite con la reclusione fino a un anno.

Semplificazione delle misure fiscali per le associazioni sportive dilettantistiche: sono previste misure fiscali per lo sport che, in un'ottica di semplificazione, prorogano le agevolazioni IVA delle associazioni sportive dilettantistiche e apportano alcuni chiarimenti relativi al regime IVA per la realizzazione di alcune tipologie di attività sportive.

Erogazioni più veloci per il PNRR: con l'obiettivo di semplificare il processo di erogazione delle risorse destinate al finanziamento degli interventi del PNRR e assicurare a tutti gli attori della filiera attuativa la liquidità necessaria per realizzare gli interventi, viene previsto che i trasferimenti successivi all'anticipazione, fino al limite cumulativo del 90 per cento della dotazione finanziaria di ciascun intervento, siano erogati dalle amministrazioni centrali titolari delle misure entro 30 giorni dall'acquisizione delle relative richieste di erogazione.

Più risorse per il bonus psicologo: viene aumentata la dote del bonus psicologo di altri 2 milioni per il 2024, che portano così il totale a 12 milioni di euro da utilizzare a sostegno di quelle persone che affrontano condizioni di stress, ansia, depressione e fragilità psicologica.

Contributo tredicesima: il provvedimento prevede, tra l'altro, anche un contributo tredicesima. Si tratta di un'indennità esentasse che arriverà con la tredicesima a 1,1 milioni di lavoratori dipendenti con un reddito complessivo fino a 28.000 euro. Un contributo contenuto ma che certamente sarà importante per le famiglie che devono far fronte alle maggiori spese proprio nel periodo natalizio e di fine anno.

Raddoppio della flat tax per chi sposta la residenza in Italia: è previsto un provvedimento che riguarda la flat tax per chi ha redditi prodotti all'estero e si sposta con la residenza fiscale in Italia. La tassa forfettaria per questi cittadini sale dagli attuali 100.000 euro a 200.000 euro l'anno.

Contributi agli allevatori per la peste suina: arriva un contributo straordinario, con un'ulteriore dotazione di 10 milioni di euro per il 2024 a favore degli allevatori per fronteggiare i danni prodotti dalla peste suina africana. Questo provvedimento lancia un segnale forte al settore: non solo di sostegno alle realtà colpite, ma anche di prevenzione e di limitazione della diffusione della malattia, perché il contrasto alla PSA è una priorità del Governo per eradicare questa malattia dal nostro Paese.

Risorse della rinegoziazione dei mutui a disposizione degli enti locali: viene esteso anche al 2027 il periodo nel quale le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi possono essere utilizzate dagli enti territoriali senza vincoli di destinazione. In pratica, la disposizione consente agli enti territoriali di utilizzare senza vincoli di destinazione le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi per gli anni dal 2015 al 2026. Come accennato, il termine temporale di tale disciplina viene ora esteso al 2027.

Contributo per i collegi di merito: è previsto un milione di euro, per il 2024, per i collegi di merito accreditati, che erogano borse di studio o agevolazioni a favore degli studenti.

Più poteri al commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Sicilia: vengono ampliati i poteri del commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella regione siciliana, che vengono in questo modo allineati ai poteri degli altri commissari straordinari - in primo luogo quello per la gestione dell'emergenza rifiuti a Roma - perché occorre realizzare il termovalorizzatore in Sicilia per far fronte alla grande produzione di residuo indifferenziato che, anche in questo momento, viene inviato all'estero.

Nuovo regime fiscale opzionale per i lavoratori frontalieri.

Vengono introdotte disposizioni inerenti al nuovo regime fiscale opzionale, riconosciuto, a decorrere dal periodo d'imposta 2024, ai lavoratori frontalieri residenti nei comuni italiani situati nella zona di 20 chilometri dal confine svizzero che, in base al nuovo Accordo tra l'Italia e la Svizzera sull'imposizione dei lavoratori frontalieri del 23 dicembre 2020, sono considerati “nuovi frontalieri”, non essendo stati qualificati come tali in precedenza.

Sostegno al turismo di montagna. Sono previste delle importanti risorse per il turismo nei comuni colpiti dalla mancanza di neve. Sono stati stanziati ben 13 milioni di euro a sostegno del turismo in quei comuni, siti all'interno dei comprensori delle aree sciistiche della dorsale appenninica, colpiti dalla diminuzione delle presenze turistiche, causate dalla mancanza di precipitazioni nevose nel periodo che va dal novembre 2023 al marzo 2024. Le risorse saranno destinate alle imprese turistiche dei comuni comprensori delle aree sciistiche della dorsale appenninica che, nel lasso di tempo preso in considerazione, hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 30 per cento.

Turismo open air. Infine, per il turismo open air, si prevede che, dal 1° gennaio, caravan, case mobili per vacanze e tutti i mezzi mobili di pernottamento su ruote, che si trovano in strutture ricettive e turistiche all'aperto, saranno irrilevanti ai fini catastali.

Presidente, potrei proseguire a lungo sui contenuti di questo provvedimento, ma mi fermo qui, non prima di aver ringraziato i colleghi membri delle Commissioni V e VI e tutti gli uffici delle due Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, stiamo analizzando il cosiddetto decreto omnibus, cioè, un provvedimento che contiene una serie di misure disorganiche che evidenziano, ancor di più, la mancanza di strategia del Governo Meloni su alcuni dei temi più rilevanti per il Paese: economia, cultura, scuola e via enumerando. Anzitutto, comunque, va stigmatizzato il metodo con cui è stato posto in essere e affrontato questo decreto.

Innanzitutto, è stato emanato dal Consiglio dei ministri il 9 agosto: avevano forse dimenticato che, in quel periodo, le Camere sono chiuse e nessuno poteva provvedere ai regolari lavori parlamentari. E così, in fretta e furia, un decreto così importante, è stato sottoposto all'esame del Parlamento: infatti, dopo essere passato in Senato per un'approvazione veloce, soltanto ieri sera è giunto alla Camera, con uno strettissimo periodo di tempo per proporre emendamenti. Dalla sera alla mattina; all'alba direi. Ma non è questa l'unica cosa che non è andata.

C'è stato anche il fatto che, ancora una volta - stranamente - sono stati dichiarati inammissibili molti emendamenti delle opposizioni; fra l'altro, utilizzando una formula - “inammissibilità per materia” - che mal si addice ad un provvedimento definito “omnibus”, perché comprende materie di vario tipo, ordine e genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi: o il decreto è omnibus e va bene qualsiasi materia che riguardi deroghe, proroghe e questioni finanziarie oppure, se andiamo a fare una disamina per materia, forse tante di quelle materie affrontate dal Governo dovevano allora essere dichiarate inammissibili pure loro, così come tanti emendamenti della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ancora una volta, non solo si svuota e vilipende, quasi, il ruolo del Parlamento con un'ennesima preannunciata fiducia ma, addirittura, si mortifica il ruolo delle opposizioni, non considerando l'opposizione nella sua fondamentale valenza istituzionale, che non è quella di dare fastidio al Governo o alla maggioranza, ma è quella di dare un apporto significativo ed effettuare un controllo istituzionale su ciò che potrebbe anche essere di nocumento alla nostra Italia, per poi eventualmente evidenziarlo.

Tuttavia, in ragione delle ripetute dichiarazioni di inammissibilità, anche con motivi poco plausibili (e non è la prima volta), davvero, così si manifesta un Governo che, più che governare, vuole comandare. Dobbiamo tutti tacere e obbedire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Andiamo alle misure nel particolare. Sono tante, variegate e riguardano esenzioni IVA e tanto altro, le televisioni, eccetera eccetera. Le più qualificanti sono quelle che riguardano il ravvedimento speciale. Per incentivare ulteriormente le adesioni al concordato biennale preventivo - già previsto come un fallimento e con tale termine indicato anche dalle categorie professionali dei commercialisti e degli ordini dei commercialisti, per esempio - si dà il semaforo verde per il condono fiscale 2018-2022 per 2,7 milioni di partite IVA, che devono aderire al concordato preventivo entro il 31 ottobre.

Ricordo che chi aderisce al concordato preventivo pagherà un'imposta sostitutiva sul maggior reddito dichiarato, con un'aliquota che va dal 10 al 15 per cento in base alla sua pagella di affidabilità fiscale. Chi vuole potrà aderire al nuovo condono, dichiarando una percentuale del reddito evaso nel quinquennio 2018-2022, che va dal 5 al 50 per cento. Quindi, noi parliamo di partite IVA, di soggetti, di contribuenti che hanno evaso le tasse dal 5 al 50 per cento e su questo maggior reddito pagheranno un'aliquota dal 10 al 15 per cento in base a pagelle fiscali, con una riduzione del 30 per cento per gli anni del COVID; cioè chi dichiara un importo evaso dal 5 al 50 per cento pagherà un'imposta sostitutiva dal 10 al 15 per cento in base a modelli IVA. Ditemi, se non è un condono questo, come si può definire in altro modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Allora, a cosa serve questo condono? La finalità ufficiale è la semplificazione del sistema fiscale, che invece viene ulteriormente complicato. Basterebbe analizzare le tabelle di riferimento per comprendere quanto sia difficile l'applicazione. Tant'è vero che sempre l'ordine dei commercialisti e dei tributaristi ha chiesto un rinvio, una proroga, perché loro stessi non sanno come applicarlo e chiedono chiarimenti in merito. La seconda finalità ufficiale è contrastare l'evasione fiscale. Ma come, si contrasta l'evasione fiscale con un condono che è la contro essenza della lotta all'evasione fiscale, perché legittima chi ha evaso le tasse rispetto a chi ha regolarmente dichiarato e non evaso, che può essere definito un fesso. Non c'è peggior cosa per una democrazia, per uno Stato moderno, che chi segue la legge e paga regolarmente le tasse abbia la patente di essere fesso da parte del Governo in carica.

La finalità ufficiosa qual è? Dal concordato dovrebbero arrivare risorse per coprire il taglio dell'Irpef al ceto medio. Così, per dare qualche spicciolo in più a contribuenti che nemmeno se ne accorgeranno, finanziamo l'intervento con un maxicondono che costa un miliardo di euro alla fiscalità generale. In epoca di tagli - tagli alla scuola, tagli alla sanità, contratti non rinnovati, aumento dell'inflazione e calo del valore reale dei salari - a che cosa si pensa? A un condono in cui lo Stato deve mettere un miliardo di euro, pagato dalle persone che pagano le tasse, fra l'altro. Quindi, sono fessi due volte: non solo pagano regolarmente le tasse e non evadono, per giunta i soldi che vengono da loro attribuiti alla fiscalità generale vengono utilizzati non per aumentare e migliorare la situazione negli ospedali, nelle scuole, nei servizi, ma semplicemente per un condono, per agevolare chi ha evaso. Pensate quanto è un effetto distorsivo del sistema. Noi non potremo mai accettare queste degenerazioni, soprattutto perché si frantuma il rapporto fra cittadino e fisco, utilizzando le risorse di chi ha regolarmente pagato, non per garantire beni e servizi, ma per favorire gli evasori.

Un altro provvedimento qualificante questo decreto è la copertura delle ZES con un contributo anche regionale.

I primi articoli - dall'1 all'8 - riguardano la possibilità di incrementare l'autorizzazione di spesa per la ZES unica per il Mezzogiorno di 1 miliardo e 600 milioni di euro per l'anno 2024. Però, non si tratta di risorse nuove, ma di sottrazione di risorse destinate ad altre finalità. In particolare: 750 milioni di euro provenienti dall'accantonamento dei 21 programmi del PNRR, 560 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale - quello famoso destinato alle infrastrutture del Sud e tanto altro - e 290 milioni di euro provenienti dal Fondo per l'avvio di opere indifferibili; e si prevede anche l'apporto da parte delle regioni.

Qui c'è da dire una cosa: anche qui si manifesta quanto sia improvvido questo Governo, allorché non è stato in grado di comprendere che, quando si estende una ZES per 500 volte e aveva un finanziamento di un miliardo e 800 milioni, questa somma non sarebbe mai e poi mai bastata a quella che era la finalità, cioè attrarre investimenti al Sud tramite un credito d'imposta. Erano una decina, poco più di una decina, le ZES, estese per 500 volte. Questo miliardo e 800 milioni avrebbe dovuto essere moltiplicato per altre 500 volte. Così non è e già questo dice quanto sarà inefficace e poco utile al rilancio davvero del Sud aver generalizzato una ZES unica. Certo, basta il nome per la propaganda, ma non certamente per l'efficacia di una misura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Altro provvedimento di questo decreto è il famoso bonus Babbo Natale o forse dovremmo dire Befana anticipata, perché in realtà è un'indennità esentasse che arriverà con la tredicesima mensilità, ma che anticipa il famoso bonus Befana. Sorge il sospetto che questa anticipazione sia legata al fatto che a breve sono imminenti le elezioni regionali e, quindi, si voglia fare una marchetta nei confronti degli elettori, dando l'idea che si voglia dare un sostegno ai lavoratori che non ce la fanno più ad arrivare alla quarta settimana del mese, spesso neanche alla terza, sì e no alle prime due, pur lavorando da mane a sera.

Chi sono i beneficiari? Sono i lavoratori con un reddito complessivo inferiore a 28.000 euro, non separati, con almeno un figlio, entrambi fiscalmente a carico, oppure almeno un figlio a carico dove l'altro genitore manchi o non abbia riconosciuto il figlio e il contribuente non sia sposato o, se coniugato, si sia successivamente separato, eccetera eccetera. Un grande caos, tanto che lo stesso Vice Ministro Leo, dopo aver provato a dare qualche spiegazione, ha annunciato che, in ogni caso, il Ministero pubblicherà una circolare esplicativa per sgombrare il campo dagli equivoci che inevitabilmente si produrranno.

Le criticità non finiscono qui, non sono solo nel carattere confusionario della norma, perché il bonus non è automatico, ma sarà corrisposto solo su richiesta del lavoratore che ne ha diritto e sarà poi parametrato al periodo di lavoro effettivamente prestato nel corso dell'anno. Quindi, tale previsione colpirà i lavoratori precari, i lavoratori stagionali, quelli che lavorano solo per un periodo durante l'anno, che vedranno questa somma enorme, queste 100 euro, che risolveranno tutti i problemi dei lavoratori a Natale, nel periodo in cui arrivano poi le bollette. Finalmente, con queste 100 euro parcellizzate qualche precario magari avrà 20 euro in più in busta paga e sarà felice, ringrazierà il Governo Meloni.

Non solo. Non sarà erogato - si dice per ragioni meramente tecniche - alle categorie dei lavoratori più deboli, cioè quelli che hanno un reddito inferiore a 8.000 euro. Così, più che un bonus Natale, sarà un bonus imbroglio o discriminazione, perché proprio chi ne ha più bisogno si vedrà negato questo minimo - direi misero - aiuto da parte del Governo, che mette solo 100 milioni, che sembrano tanti, ma, se noi li commisuriamo al miliardo messo per gli evasori, penso che forse qualche risorsa in più poteva essere trovata per le famiglie che scontano il caro vita, l'aumento delle bollette, l'inflazione, che, per i beni essenziali, si attesta a cifre superiori al 20 per cento, con il consequenziale svuotamento del valore reale dei loro redditi.

Cento euro per chi? Per chi ha figli? No, se li hai ma non sei lavoratore dipendente e con coniuge a carico o genitore single, niente da fare. Per chi è povero? No, perché, se hai un reddito da lavoro dipendente inferiore a 8.500 euro, no. No, perché se la somma è rapportata al periodo di lavoro, se hai contratti precari e interrompi la tua attività lavorativa, ne prendi solo una parte, anche se hai figli e coniuge a carico.

Perché queste cose? Per una marchetta preelettorale? Voi davvero così prendete in giro le famiglie italiane, le famiglie in difficoltà, i lavoratori. Ma vi rendete conto di quello che state facendo?

Altra norma è quella che riguarda l'inceneritore in Sicilia, la mia Sicilia. L'emendamento interviene in materia di poteri attribuiti al commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella regione siciliana dall'articolo 14-ter. In particolare, il commissario straordinario, individuato nel presidente della regione Sicilia, avrà le mani libere con riguardo alla realizzazione di inceneritori in Sicilia, con i soli limiti della legge penale, delle disposizioni del codice antimafia e delle misure di prevenzione, delle disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio e dei limiti inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Quello che è stato escluso è che il commissario straordinario potrà agire anche in deroga alle disposizioni del codice dei contratti pubblici, così come già disposto per il commissario di Roma.

Però, c'è un piccolissimo problema: questi straordinari poteri, che fanno del presidente della regione Sicilia un uomo solo al comando, vengono attribuiti quando in Sicilia non c'è un'emergenza rifiuti. C'è piuttosto la conclamata incapacità di governare virtuosamente il ciclo dei rifiuti, con le città di Palermo e Catania, governate da decenni dal centrodestra, che sono al 20 per cento circa di raccolta differenziata. Non riuscendo a trovare una soluzione, non avendo la capacità di trovare una soluzione, bene, inceneritori: aumentiamo i veleni nell'isola, nella splendida Sicilia, dove le persone continuano a morire di tumore, come mosche. Ma questo che cosa importa? Così anche lì, di facciata, abbiamo risolto il problema, dando poteri maggiori al presidente della regione Sicilia, pensando che questo risolverà.

Ma come si può pensare che la soluzione sia questa quando la stessa gestione commissariale in capo al presidente della regione Sicilia si è dimostrata non in grado di risolvere il problema - quello sì veramente emergenziale in Sicilia e dichiarato, a maggio, da questo Governo, come emergenza nazionale - della siccità? Quello è il vero problema! Quella è la vera emergenza in Sicilia e questi immensi poteri non hanno avuto alcuna efficacia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché i siciliani, rispetto a questa emergenza, non hanno visto alcun beneficio dagli enormi poteri attribuiti al presidente della regione Schifani e alla sua gestione!

Ad agosto, ad Agrigento, il capo della Protezione civile, il braccio operativo di questa struttura emergenziale, è venuto a dire ai sindaci: trovatevi i pozzi. Ad agosto, quando l'emergenza era già preannunciata a gennaio e dichiarata ufficialmente a maggio. Ad agosto, quasi alla fine della stagione estiva, il 14 agosto, riunione di emergenza per dire: “trovatevi i pozzi”? Guardate che l'emergenza non è finita, anzi, si va aggravando, perché è previsto che a ottobre non pioverà e già ci sono problemi per le scuole dal punto di vista sanitario. Ci sono scuole che adesso operano in smart working perché la gente, se non si può lavare a casa, come va a portare i figli a scuola? Si rischiano epidemie.

In tutto questo, questa struttura superpotente che cosa è stata in grado di fare? Un bel niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e noi continuiamo così, su questa strada che si è già dimostrata fallimentare. Non è questo il sistema! Lo ripeto, non è questo il sistema!

In tutto questo disastro almeno una cosa positiva la dobbiamo trovare, per non dire che tutto va male. Ebbene, plaudiamo all'aumento del Bonus psicologo, di poco, di 2 milioni di euro aggiuntivi. È poco rispetto alle richieste ed è poco rispetto alle esigenze. Se noi guardiamo, non bastano provvedimenti sulla scuola, come quello di sanzionare ancor più severamente gli studenti, ma occorre davvero rispondere a questo male oscuro che affligge la nostra società. Senza voler strumentalizzare, basti guardare le vicende delle cronache di questi giorni, dove ragazzi normali, nel Nord opulento, senza apparenti problemi, hanno massacrato le famiglie, hanno ucciso i due figli neonati, hanno ucciso la fidanzata senza motivo e via enumerando. Oggi, c'è un male oscuro che affligge, soprattutto, le nuove generazioni, ma anche le altre non vanno esentate. Quindi, da questo punto di vista, che è una vera emergenza, deve intervenire il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Buonasera, a lei, Presidente, e ai colleghi che hanno la sensibilità di contribuire al dibattito parlamentare, laddove viene in discussione un decreto, che - è stato ribadito nuovamente - come nomen iuris porta il nome di omnibus. Infatti, è un decreto sicuramente eterogeneo, perché tocca una serie di materie che possono apparire, e che probabilmente sono, diverse l'una rispetto all'altra, ma che io vorrei ribattezzare, a questo punto - se proprio dobbiamo cambiare il nome di questo decreto - come decreto di ulteriore produttività, perché il fil rouge che lega i campi, e quindi i settori, all'interno dei quali va ad operare questo decreto, è quello di cercare di generare nuove risorse e di trasferire eventualmente queste risorse, una volta che dovessero essere acquisite, verso chi ne ha più bisogno.

Credo che, a differenza dell'impostazione “egualitarista”, cieca e bieca, che per troppo tempo è andata avanti all'interno di questo Parlamento, noi, come centrodestra e in primis come Lega, stiamo dando invece concreta dimostrazione e concreta attuazione a quel meraviglioso secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione. Infatti, il primo comma potremmo definirlo l'articolo dell'uguaglianza tout court, dell'uguaglianza che spesso diviene anche cieca rispetto alla contingenza dei bisogni, all'evoluzione dei costumi e rispetto a necessità che, mano mano, devono tener conto anche delle novità, positive o negative, nel panorama internazionale e quindi sotto il punto di vista geopolitico. Noi, invece, come centrodestra, noi come Lega, noi come Governo, cerchiamo di cogliere quelle necessità che fanno sviluppare l'obbligo, perché riteniamo sia un obbligo morale, civile e politico da parte dello Stato, di intervenire per rimuovere le disuguaglianze. Ecco perché noi continuiamo a dare piena attuazione, non meramente formale, ma sostanziale, al principio che dal 1948 in poi vige nel nostro ordinamento, ossia quello di un'uguaglianza sostanziale. Quindi, è giusto e corretto che lo Stato intervenga per rimuovere quelle difficoltà e quelle disuguaglianze che non rendono possibile la realizzazione dei fini superiori dello Stato.

Allora, quando si fa riferimento, da parte di qualche collega parlamentare che mi ha preceduto, a questa sorta di condono a prescindere, che prenderebbe dimora all'interno della parte del provvedimento che riguarda il ravvedimento speciale con il concordato preventivo, mi sovviene quello che era un insegnamento che quando cercavamo di sfogliare un po' di pagine, soprattutto quelle del diritto fallimentare, il professor Ludovico Pazzaglia, che è stato un maestro della materia concorsuale, amava sottolinearci. Diceva il buon professor Pazzaglia: guardate - in linea, poi, con la vecchia scuola, che era quella del provinciale - che tutto quello che ruota attorno alla crisi dell'impresa va diviso in due settori completamente diversi; quella che è una fatalità, un accidente, per cui paradossalmente il fallimento dell'impresa può significare una sorta di stop and go, per cui l'impresa riparte, l'imprenditore riparte mettendo assieme le risorse sane che possono sopravvivere per rilanciare quella che è la domanda di servizi, di realizzazione di bisogni non soltanto dell'imprenditore ma anche dei lavoratori che hanno la possibilità di ricominciare; poi, invece, c'è quella patologia particolare della crisi dell'impresa che è la bancarotta. Allora, l'idea era quella di ritenere il fallimento - pensiamo un po' - come non il male assoluto dell'imprenditore ma la possibilità per l'imprenditore onesto ma sfortunato, come ricordava sempre il professor Pazzaglia, di ricominciare.

Mi sembra che sia questo il leitmotiv che stiamo continuando a portare avanti. Noi siamo contro - e, quindi, non parliamo solo di fisco e di tasse, perché altrimenti la materia può sembrare di difficile metabolizzazione - coloro che delinquono rispetto all'economia, ma siamo a favore di coloro che si vogliono rimettere in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che vogliono reinserire e reimmettere nel mercato e nello Stato le risorse utili non semplicemente alla partita IVA, quindi al lavoratore autonomo o all'imprenditore, ma le risorse che sono utili al sistema Paese per rimuovere quegli ostacoli che vengono generati da quella valutazione sulle differenze che l'articolo 3 della Costituzione insegna a ognuno di noi, indipendentemente dalla sensibilità culturale che può essere spiccatamente di centrodestra o di sinistra.

Allora, il ravvedimento speciale che cosa contiene, se lo andiamo a leggere con un approccio perlomeno laico e non necessariamente sempre di parte? Non contiene soltanto la possibilità di una verifica dell'opportunità, perché non è un obbligo. Parliamoci chiaro e tondo: è una scommessa, che fa anche lo Stato, rispetto alla resipiscenza dell'imprenditore o del lavoratore autonomo, ed è una scommessa che viene fatta sulla scorta del ripristino di un'attività di tranquillità fiscale, sulla scorta del ripristino di una normalità nei rapporti tra contribuente e Stato dove, alla fine, il fruitore finale delle risorse è sempre lo Stato e non il singolo contribuente. È lo Stato nel suo complesso, è la società civile, è la comunità, ma abbiamo un soggetto che le genera e un altro soggetto, pubblico, superiore e di interesse diverso - ci mancherebbe altro -, che quelle risorse va a utilizzare.

Allora, il periodo 2018-2022 è un periodo importante, perché è un periodo che, come naturalmente tutti sappiamo, è a ridosso di quella maledetta vicenda, che, purtroppo, ha sottratto non soltanto risorse ma vite umane, non soltanto in Italia ma in giro per il mondo, e che è passata come COVID-19. L'abbiamo già cancellato, l'abbiamo già rimosso, perché, al di là del rimuoverlo magari seduti su qualche banco a rotelle che è costato l'ira di Dio, abbiamo forse rimosso quello che è stato un blocco dell'economia, della società civile e di tante vite che in questo momento, invece, noi stiamo continuando a ricordare per cercare, in qualche modo, di rimettere in moto anche quelle risorse che in quel momento vennero bloccate.

Allora, il meccanismo interessante che noi leggiamo all'interno di quel ravvedimento, che è un ravvedimento operoso perché così lo possiamo definire in senso lato, riguarda la possibilità di versare. Anche su questo punto c'è stato un dibattito, che possiamo definire un sotto dibattito a livello di insiemistica, che era quell'altra bella materia che più di qualcuno di noi ha saltato a piè pari quando c'era il tempo per studiarla, all'interno della nostra Commissione. Ebbene, che cosa avviene? Per quantificare quello che è il tributo dovuto si è detto: ma come si fa a fare riferimento non a quello che è il tributo evaso ma a quello che è il tributo che dovrebbe essere calcolato in base ai criteri di affidabilità dell'indice ISA? È l'unico criterio obiettivo, perché immaginiamo se ci fossimo dovuti confrontare con la possibilità di dire all'imprenditore o al lavoratore autonomo in punto di layer, quindi in punto di bugia: no, dimmi in realtà quello che effettivamente non hai denunciato, dimmi in realtà quello che effettivamente hai saltato a piè pari, perché rispetto a quel differenziale noi andiamo ad applicare l'aliquota. Sarebbe stata una vicenda assolutamente farisaica, soggettiva e noi siamo per stanare tutte quelle che possono essere delle situazioni che, invece, non ripristinano il rapporto di lealtà tra contribuente e Stato.

Per questo abbiamo scelto un criterio che è un criterio statistico, un criterio che non è preso così tanto per caso, tirato fuori da un'acquisizione all'ultimo minuto al mercato delle pulci, ma è un criterio che viene elaborato all'interno di indici statistici sui quali si confrontano sia gli istituti di ricerca sia la nostra amministrazione finanziaria.

C'è poi un ulteriore elemento sul quale forse vale la pena riflettere, perché viene data sì la possibilità di diluire in 24 mesi e, quindi, dilazionare quello che è il pagamento del tributo dovuto, a iniziare da marzo 2025, con la possibilità, però, eventualmente di dire sempre da parte dello Stato: guarda che io comunque ti controllo. Non è che sostanzialmente tu, che sei stato ammesso a questa dilazione per cui se ne parla fra due anni, mi fai sparire eventualmente l'impresa o la tua stessa partita IVA e io poi non so come riuscire a recuperare il dovuto. No! È stato inserito, anche in quel caso, quello che è un profilo di resipiscenza. Qualcuno direbbe: sempre la resipiscenza. Si chiama realpolitik, si chiama realismo, si chiama verifica delle capacità reali che il contribuente può mettere in atto, con la possibilità - dicevamo prima e lo ribadiamo - di pagare con la rata successiva, rispetto a quella omessa, la prima e la seconda rata o la quarta o la quinta che siano con un meccanismo che sia sostanzialmente di verifica della possibilità di dilazionare non più di una rata di quelle concordate. Questo significa ripristinare un rapporto di tranquillità tra il contribuente e quello che - ribadiamo ancora una volta - è il fruitore finale di queste imposte, che alla fine è sempre lo Stato.

È chiaro che la tentazione è forte di andare, in modo anche random, a ripercorrere con una lettura diversa, in chiaro e non in scuro, quelle che sono le indicazioni che sono state certificate all'interno di questo dibattito qualche istante fa, anche dai banchi della minoranza, ma ci sarà la necessità di ritornare velocemente su quello che è il profilo fiscale, perché non possiamo saltare a piè pari l'effetto di questi provvedimenti. Quando si dice che qui si dà la patente di impunità a colui o a coloro che non hanno nessuna intenzione di contribuire ai bisogni dello Stato vi faccio notare che alla fine della fiera, come si soleva dire in tempi remoti, un'attività va valutata non semplicemente per le intenzioni ex ante ma per quello che è il risultato prodotto alla fine del percorso.

Allora, i numeri hanno la testa dura, perché non è soltanto notizia che viene diramata da parte di qualche quotidiano che può essere filogovernativo, ma stiamo parlando delle indicazioni che provengono dall'Istat e soprattutto da Eurostat.

Andiamo a verificare quello che è successo nel corso dell'ultimo anno in termini di gettito fiscale e di introito all'interno delle casse di questo Paese.

Allora il medico tributario italiano - quindi il Governo tanto per essere chiari, chi ha dato la ricetta che, secondo alcuni, sembrerebbe una patente per l'evasione e, addirittura, una sorta di arma a doppio taglio, perché poi lo Stato non ha la possibilità di avere il gettito che merita -, questo medico fiscale, così lo possiamo definire, il nostro Governo, che cosa ha prodotto? Ha prodotto non soltanto quella che è stata l'indicazione che sotto gli ombrelloni il mese scorso è stata oggetto di dissertazioni, più o meno puntuali, quando nel mese di agosto è venuto fuori che il gettito IRPEF era migliorato di 7,2 miliardi rispetto alle previsioni e rispetto al documento di programmazione economico finanziario - significa 6,8 per cento nei primi 6 mesi, generando introiti per 112 miliardi -; ma io vorrei fare un piccolo passo indietro perché già a maggio, non in nuce, ma in divenire c'era la proiezione di quello che stava avvenendo, perché a maggio del 2024, quindi non più tardi di 5 mesi e mezzo fa, Eurostat ha certificato che il gettito fiscale del 2024 in Italia rispetto al maggio del 2023 è stato del più 10,3 per cento.

Quindi, significa che il sistema Italia, i contribuenti del nostro Paese, indipendentemente dalla tessera di partito, avrebbero - indipendentemente da quel che avessero votato alle politiche del 2022 - creduto a questa scommessa, di un ripristino di normalità nel rapporto tra Stato e contribuente. E questo è un dato fondamentale, importante, signor Presidente, perché, a fronte del 10,3 per cento in più rispetto al maggio 2023 registrato in Italia, ci sono soltanto tre Paesi, rispetto a quelli che si considerano padri fondatori della UE e quindi rispetto a quelli che dovrebbero essere poi i veri motori della nostra Europa a ventisette, in area positiva: pensiamo alla Spagna, più 7,5 per cento, quindi, tre punti sotto, l'Italia e la Gran Bretagna che non è più tra i ventisette ma ha pensato, con la Brexit, di fare qualche cosa di ulteriore dal punto di vista del miglioramento della posizione dei propri contribuenti e così non è avvenuto: è arrivata al 6,2 per cento, non avendo ai legacci e legaccioli che l'Europa, invece, impone ai ventisette, mentre la Germania - sentiamo bene - è arrivata addirittura alla soglia dell'1,6 per cento. E non parliamo per nulla di Francia e Portogallo; la Francia addirittura ha avuto un decremento rispetto all'anno precedente dell'1,6 per cento sulle entrate. Se noi guardiamo a quello che è avvenuto nel corso degli ultimi 12-18 mesi in questi Paesi che sono leali nostri concorrenti rispetto a quella che è un'economia comunitaria, noi vediamo che la stabilità del Governo di centrodestra ha fatto sì che questi obiettivi venissero raggiunti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) rispetto non solo alla instabilità dei sistemi di governo e quindi delle sintesi prodotte dalla politica degli altri Paesi, ma rispetto anche e soprattutto a quello che è il fattore che viene indicato come l'indice di una ripresa economica o meno. A cosa si riferisce Eurostat? A quella che è la verifica, non generale, su quelle che sono le entrate di questi Paesi, ma alla verifica delle entrate in ordine a quello che è il gettito prodotto dalle società, perché se aumenta il gettito da parte delle società commerciali significa che quelle imprese stanno credendo - cosa che prima magari non avveniva - al sistema in cui sono inserite, stanno credendo anche alla possibilità dell'indebitamento bancario visto come indebitamento per investimenti e non semplicemente come spesa corrente - questa è la differenza, che ci hanno spiegato gli analisti, tra noi e la Germania nel corso degli ultimi anni -; per quanto riguarda gli introiti che si sono registrati sotto il punto di vista fiscale per il reddito delle società, noi abbiamo che la Germania ha toccato la soglia del meno 5,2 per cento. Guardate, siamo tifosi dell'Italia assolutamente durante le competizioni calcistiche - ci mancherebbe altro -, non vogliamo portare avanti nessun tipo di decremento per quanto riguarda i nostri cugini, non solo francesi, ma anche tedeschi, ma meno 5,2 per cento significa recessione. Rispetto a quel meno 5,2 per cento, in Francia si è registrato un meno 1,6 per cento e - udiamo bene - in Italia relativamente a quello che è stato l'introito fiscale finanziario conseguito attraverso l'imposizione tributaria sulle società commerciali, rispetto al meno 5,2 della Germania, abbiamo realizzato, lo scorso anno, un più 30 per cento. Questo significa che gli introiti, sotto il punto di vista dell'economia su scommessa, l'economia su fiducia, stanno dando, stanno generando quei risultati che per tanti erano insperati o insuperabili e che, invece, sono il frutto di una programmazione coerente, che inizia dal Ministero dell'Economia e delle finanze, quindi inizia dal Ministro Giorgetti, passando per gli altri colleghi della maggioranza e dunque passando per gli altri titolari dei dicasteri che, in qualche modo, dicono la loro su questa materia.

Allora, signor Presidente, io credo che parlare ancora una volta di riforme sia utile, anche all'interno di questo decreto, perché quando si diceva, in precedenza; ma il bonus Natale è stato definito bonus Babbo Natale, ecco forse ci vuole prudenza, da parte anche di noi parlamentari rispetto a chi ha sofferenze diverse rispetto ai privilegi di cui probabilmente noi stiamo continuando a godere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché quella che può sembrare una elargizione dall'alto rischia di diventare però una mancia ex chatedra per chi ancora non ha compreso come noi dobbiamo immedesimarci nelle problematiche altrui e immedesimarci in quella che è la possibilità di mettere un mattoncino in più. Perché, è vero, 100 euro per quanto riguarda quelle che saranno le tredicesime o le quattordicesime non cambia la vita di una famiglia, ma introdurre un sorriso in più, in un momento in cui le tristezze sono tante, probabilmente incide in modo importante anche su quello che è il profilo psicologico che veniva stigmatizzato prima, sempre da parte di qualche parlamentare di minoranza.

E, allora, perché dicevo prima: dobbiamo continuare con la stagione delle riforme? Perché, in realtà, il Vice Ministro Leo, quando è stato compulsato in ordine alla possibilità di estendere quel bonus anche allargandolo alle famiglie delle coppie di fatto con ricezione del ha dovuto tirare fuori quello che è il contenuto della norma dell'articolo 12 del testo unico sui redditi, relativo alle detrazioni per carichi di famiglia, una norma che, purtroppo, risale agli anni Novanta, dove né Lega, né questo centrodestra certamente gestivano il Paese. Quella norma di fatto impedisce la possibilità di considerare la famiglia di fatto con un quoziente unico. Ecco noi chiediamo a noi stessi - ci mancherebbe altro, signor Presidente, non vale neppure la pena chiederlo ad altri - perché però quando altri hanno avuto la possibilità di valorizzare davvero quella che loro ritenevano essere una cellula fondamentale della nostra società, la famiglia di fatto, quell'articolo 12 del TUIR l'hanno lasciato invariato. Ecco perché le riforme di cui noi parliamo sono riforme a tutto tondo, a 360 gradi, che vanno a incidere anche su quelli che sono valori laici, perché lo Stato, il nostro, rimane uno stato assolutamente laico, ma che noi vogliamo rendere pari rispetto a quello che può essere il profilo della famiglia dogmatica, così come la possiamo definire.

Allora, andiamo a concludere. Questo è il motivo per il quale noi riteniamo che ci sia poco davvero da fare ironia su quello che è il nomen iuris di questo decreto, che mi sembra sia ormai invalso, sia ormai portato avanti da oltre vent'anni. E se, negli ultimi vent'anni, anche coloro che scagliano il dardo verso questo decreto e quindi verso la possibilità che si chiami in un modo o in un altro, non hanno fatto nulla per cambiarne l'esito, il paradigma e la prassi, se deve essere cambiato il nome di questo decreto, se dobbiamo inserirlo in un sottoinsieme - tornando alle teorie dell'insiemistica matematica – allora, con molta lealtà istituzionale, vorremmo ribattezzarlo come decreto per l'ulteriore produttività del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Anche questo provvedimento è da iscrivere nel metodo della Premier Meloni, il metodo che la Presidente del Consiglio e il suo Esecutivo stanno portando avanti dall'inizio della legislatura: ricorso continuo a decreti, esautoramento del ruolo delle Camere con i parlamentari costretti a ratificare quello che è stato deciso altrove, tempi contingentati per la discussione nelle Commissioni, emendamenti dell'opposizione respinti in blocco e per finire ovviamente la richiesta della fiducia.

Quindi questo decreto non fa nessuna eccezione. I tempi contingentati, dettati appunto dall'approvazione di un decreto-legge datato 9 agosto, hanno fatto sì che i lavori in prima lettura al Senato fossero concentrati in una manciata di giorni e, in seconda lettura, qui alla Camera, in una manciata di ore. Insomma una deprecabile compressione dei tempi, quanto basta per mortificare ulteriormente anche la flebile attività emendativa concessa dai Regolamenti parlamentari. Tempi stretti per l'esame parlamentare di un provvedimento cosiddetto omnibus (poi dirò qualcosa avendo ascoltato prima anche le parole del collega). Omnibus perché contempla circa 40 diverse aree di intervento, in cui trovano spazio misure fiscali, proroghe di termini normativi, interventi di carattere economico, bonus distribuiti a meri fini clientelari ed elettoralistici, ma che poco incideranno sulla vita delle persone e soprattutto delle imprese in assenza di una visione d'insieme, specchio fedele di una politica economica senza prospettiva e di una politica industriale che guardi al medio e lungo periodo. Un tipico “decreto manutenzione”, così lo ha definito un rappresentante del Governo per giustificarne l'emanazione. Un provvedimento sbagliato nel complesso, è stato detto e ridetto anche da altri colleghi dell'opposizione, ma pessimo, davvero pessimo per due misure contenute, provvedimento detto appunto omnibus (poi è stato cambiato di nome, forse perché, lo voglio ricordare, omnibus non significa di tutto di più, cioè che ci puoi mettere dentro tutto, significa per tutti, se di tutto o tutto si dice totus o omnia, omnibus significa per tutti, sol omnibus lucet, il sole splende per tutti). Se fosse stato davvero omnibus, si sarebbe dovuto guardare all'interesse generale della collettività. È un bel nome omnibus, non è sbagliato, è sbagliato in questo caso.

Voi infatti che cosa fate? In un provvedimento detto omnibus, che dovrebbe essere per tutti, inserite esattamente provvedimenti per pochi, quindi siete stati costretti a cambiargli il nome.

Vediamo il primo dei due interventi pessimi, il cosiddetto ravvedimento speciale, che, nonostante la narrazione sul risultato delle entrate tributarie, rilevato nel mese di giugno, e che invece per tutti gli analisti (basta comprare Il Sole 24 ore sotto l'ombrellone) è in massima parte effetto dell'IRPEF, quindi del contributo del lavoro dipendente, il ravvedimento speciale, che viene sostanzialmente ripetuto in questa edizione, va sempre peggio a ogni riedizione.

Allora guardate sono stato anch'io un pochettino - devo dire la verità - tentato di pensare che questo Governo in realtà non si renda conto di quello che fa, non guarda con la dovuta attenzione all'efficacia, all'effetto dei propri provvedimenti, non immagina, non è consapevole dell'effetto pedagogico che hanno le norme, perché le norme non hanno solo una cogenza, non fanno soltanto, ma invitano a fare, spingono a fare nel tempo, educano, tutte le norme hanno questo valore, che appunto avete detto effetto pedagogico, anche quando siamo di fronte a una pedagogia negativa, una cattiva pedagogia, come ha detto qualcuno. Io credo che non sia così, alla fine io penso che non sia così, perché sareste davvero troppo ingenui e troppo sprovveduti. Io non credo che sia così. Io credo che voi fate un provvedimento di questo tipo ogni nove mesi, perché ogni nove mesi dovete mandare un messaggio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Se qualcuno si è distratto, gli dovete ricordare qual è la funzione di questo Governo. Ogni nove mesi rinnovate il patto, perché prima o poi si torna a votare e quindi dovete trasformare l'infedeltà fiscale in fedeltà elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non vi interessa assolutamente niente dell'efficacia del provvedimento, ciò a cui serve! Voi mandate soltanto messaggi e dite finché noi siamo qui non vi preoccupate, perché le aliquote si devono ridurre alla fine ad una e perché non esiste fedeltà fiscale; non esiste patto fiscale in questo Paese, esiste una parte politica che difende esattamente chi si comporta in questo modo. Quindi da infedeltà fiscale a fedeltà elettorale.

E veniamo all'altro mostro, perché davvero è un mostro e credo sia stato analizzato abbastanza nel dettaglio in quest'Aula, verrà fatto nella discussione più avanti, dai commentatori, dai commenti dei leader politici, con parole che sono state anche censurate, anche su questo voglio intervenire immediatamente, perché è stato censurato e criticato ampiamente l'uso della parola elemosina, perché è spiacevole, un po' volgare, un po' offensivo anche per chi la riceve l'elemosina, quindi non si può usare quel termine. C'è un primo elemento che ci porta verso l'elemosina, il fatto che questa volta devi chiederlo e quindi si avvicina di più all'elemosina, perché non è che uno che viene a fare l'elemosina, ti guarda in faccia e passa oltre, se tendi la mano o il cappello siamo già un passo avanti verso l'elemosina. E poi c'è il merito: devi essere povero, ma devi essere povero da solo. Guardate che devi essere proprio povero tu, neanche povera la tua famiglia, perché se la somma dei redditi sta sotto i 28.000 euro, non lo prendi, il bonus, cioè tu stai peggio, ma non vale, quindi devi essere proprio tu che devi ringraziare, è una cosa terrificante, non guarda neanche alla tua condizione, ti guarda negli occhi, il bonus, e se tendi la mano tu, capofamiglia, il Governo ti dà il bonus, e questa non sarebbe un'elemosina?

Poi ci sono dei capolavori assoluti dentro il provvedimento. Non prendi di meno se hai guadagnato di più. Se hai lavorato 12 mesi prendi il bonus, se hai lavorato di meno non è che prendi di più, perché dici poverino ha lavorato di meno, quindi ha guadagnato di meno, gli do tutto o gli do di più: no, no, no. Tu siccome hai lavorato di meno, prendi anche di meno, non ti tocca tutto il bonus, perché quello è il bonus per il povero che lavora, per il lavoratore povero, e quindi siccome tu devi lavorare e devi essere povero, più lavori, più sei povero e più prendi il bonus, ma se per caso sei povero, perché non hai lavorato, non ti tocca! Tu devi essere proprio un lavoratore povero! È un premio, non è un bonus, è un premio per quello che, pur lavorando, è povero. È il modello, però devi avere figli a carico, perché non devi stare da solo, quindi c'è il modello di famiglia, il modello di tutto. È il fallimento di una Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non ci sono casi simili in Europa, non esiste. Una volta in Germania sono stati dati 3.000 euro. È la certificazione della povertà di chi lavora. Voi state ammettendo da un lato che ci sono milioni di persone - ma questa volta andate incontro soltanto a un milione - in questo Paese che, pur lavorando, sono povere. Quindi su questa cosa mettete il timbro del Governo. In Italia, si può lavorare ed essere poveri. C'è il timbro del Governo. Ma poveri quanto? Perché anche questa cosa va detta. Che cosa state certificando con il bonus? Che è povero chi prende fino a 28.000 euro e c'è una fascia abbastanza ampia che sta tra 23/25 e 28. Ma chi sono questi qua? Questi che prendono i 100 euro, ma chi sono? Sapete chi sono? Sono insegnanti assunti da poco, sono infermieri nei primi anni di lavoro, sono operai, gente che lavora, persone che – e lo diceva il collega Grimaldi prima - la mattina, per andare a lavorare, prendono la metropolitana, un'auto, un autobus, un treno, quindi quei 1.450 euro medi, che sono un reddito fino a 28.000 euro, quindi nella fascia tra 1.250 e 1.450 che è una fascia ampia, piena di italiani, ci sono tanti dentro, quelli non sono neanche tutti i soldi che prendi, prima di tutto perché spesso ti devi spostare, poi perché ci sono anche quelli che pagano l'affitto, i più fortunati sono quelli che hanno un mutuo e nel caso vostro, nella vostra fattispecie, nel mostro che avete creato, sono i monoreddito. Devi avere la famiglia a carico, quindi tu sei un monoreddito, sei uno che con 1.300, 1.400, 1.500 euro al mese, a seconda dell'addizionale IRPEF, a seconda di alcuni fattori locali, ci devi vivere, e il Governo che fa? Ti dà un'integrazione. Io voglio dire una cosa: sapete quanto servirebbe per vivere (perché bisogna dirlo in queste Aule)? Almeno il doppio. Stiamo dicendo che a uno che prende 1.500 euro circa - che per vivere appena appena ce ne vorrebbero 3.000 perché ha una famiglia - state dando 100 euro, perché questa cosa va detta così come è (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). A uno a cui dovreste (voi, lo Stato, i padroni) portare il reddito a questi livelli per vivere dignitosamente, gli state dando 100 euro, però non è un'elemosina, perché, se dici la parola elemosina, sei scostumato: vero? Quindi, gli mancherebbero un centinaio di euro per essere felice. Non capisco perché usare un altro termine oltre a quello dell'elemosina, è quello più adatto, non ne trovo altri Sì c'è un elemento di vergogna, è offensivo, io penso che sia offensivo il termine, è offensivo per lo Stato. Guardate non è offensivo per chi lo riceve, parlare di elemosina è un'offesa per questo Paese. Uno Stato a una persona che va a lavorare tutti i giorni per 12 mesi, ma non ce la fa a vivere, questo Stato, col plauso di una parte del Parlamento, dà 100 euro e non la puoi chiamare elemosina. E ora vediamo. Somiglia all'elemosina anche perché, non so se vi è capitato, ma certe volte si fa poi si dice che non si hanno altri spiccioli, solo questi. Somiglia all'elemosina tanto anche per questo motivo: comunica il senso dell'elemosina, non ho di più mi devi scusare; ti guardi in tasca, vedi quello che hai, un euro, 50, 70 centesimi glieli dai e dici: mi devi perdonare, non ho spiccioli. È proprio elemosina, e mi dispiace dirlo al collega che è intervenuto prima, ma questa cosa del sorriso in più veramente non si può ascoltare, è veramente lo Stato caritatevole. Quindi è un'elemosina. Chi la fa? Qui c'è il punto culturale. La fa il Governo, forse la fa il Presidente del Consiglio, e questa è assolutamente la cosa peggiore, perché sprofondiamo nel peggio del peggio. E sento parlare di dignità del lavoro, che è una cosa veramente insopportabile, la caratteristica di tutti i bonus è il fatto che - penso che tutti quanti voi spero abbiate lavorato - avere una cosa in busta paga, perché l'hai guadagnata, perché è il tuo reddito, e avere qualcosa che ce l'ha messa qualcuno sono due cose completamente differenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non è la stessa cosa. Solo perché sta nel totale non è vero. La dignità del lavoro è sapere che quella retribuzione corrisponde a quello che hai fatto e a quello che hai guadagnato attraverso il tuo lavoro, ma che una tantum, una volta tanto, ogni tanto o solo una volta, e poi si vede l'anno prossimo, c'è qualcosa dentro quella busta paga che ti viene data da qualcuno che fa un provvedimento per dartela, quella è un'offesa, altro che la parola elemosina! Quella è un'offesa alla dignità del lavoro, è un attacco alla dignità del lavoro, perché devi ringraziare qualcuno, perché è così. Dice: ma noi non vogliamo essere ringraziati, però devi ringraziare qualcuno. Nella composizione della tua busta paga a dicembre 2024 devi ringraziare qualcuno, perché c'è qualche cosa in più. Poi ovviamente qua c'è stata anche una letteratura. Qualcuno ha detto che può aiutare a fare la spesa per il cenone, qualcun altro che aiuta a comprare i regali della Befana; se aiuta a fare la spesa per il cenone, prima di cominciare, facciamo un ringraziamento al Governo, perché ci ha fatto comprare qualcosa in più; se è per i regali della Befana o di Babbo Natale, il ringraziamento a Giorgia lo faremo mettere nella letterina. In realtà è davvero la mortificazione della dignità del lavoro. Lavorare significa vivere dignitosamente del proprio reddito, lo dice la nostra Costituzione, anche qui richiamata, non voglio aprire una polemica con le cose che ho ascoltato, ma della Costituzione ci occupiamo noi, voi no, vi occupate male, fate soltanto danni, noi ce ne occupiamo quando ci occupiamo di giusta retribuzione e di una retribuzione, come dice l'articolo 36, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia una vita libera e dignitosa. Lo abbiamo fatto con la proposta di legge sul salario minimo; quello sì, quello è un modo di affrontare il tema della condizione del lavoro povero in questo Paese, non 100 euro a un milione di lavoratori la sera di Capodanno. Oppure, quando ci occupiamo, come ci stiamo occupando (lo sentirete nei prossimi giorni), sempre di una cosa che sta scritta nell'articolo 36, quell'articolo straordinario della nostra Costituzione, cioè la durata massima della giornata lavorativa stabilita per legge. Forse non ci arriviamo ancora, ma ci avviciniamo, perché per stare meglio bisogna lavorare il giusto tempo e avere una retribuzione adeguata a vivere una vita libera e dignitosa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Tutto il resto fa soltanto male e in alcuni casi, come questo, è anche elemosina (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2066?)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per Commissione bilancio: si intende che vi abbia rinunciato. Ha facoltà di replicare il relatore per Commissione finanze: si intende che vi abbia rinunciato. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo: si intende che vi abbia rinunciato. Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame non prima delle ore 18,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 2066?.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2066?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2066?)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, comprensivo dell'errata corrige, nel testo delle Commissioni riunite, identico a quello approvato dal Senato (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 25 settembre scorso, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico, comprensivo dell'errata corrige, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 3 ottobre, a partire dalle ore 18,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 17.

Dopo tale votazione, con prosecuzione notturna, e nella seduta di venerdì 4 ottobre, a partire dalle ore 9,30, avranno luogo le successive fasi di esame del provvedimento, a partire dall'esame degli ordini del giorno, il cui termine di presentazione è stato fissato alle ore 10 di domani, giovedì 3 ottobre, dalla Conferenza dei presidenti di gruppo nella medesima riunione.

Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Boldrini.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per stigmatizzare quanto sta accadendo su questo decreto. Ministro, avete messo in piedi l'ennesimo teatrino, triste, ma, soprattutto, pericoloso per il Paese. Infatti vi presentate con un provvedimento in cui infilate di tutto - tant'è che lo chiamate omnibus -, però, stamattina, ai presidenti delle Commissioni bilancio e finanze dite: attenzione, presidenti, perché non è che adesso ci possiamo mettere proprio di tutto, per esempio gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle a favore della sanità e dell'istruzione pubblica vanno tenuti fuori, anzi, sono inammissibili.

Voi ci avete escluso, in questo modo, anche da una finta discussione in Commissione che, per un argomento così importante e così grande, avete ridotto a solo 3 ore. Però, è chiaro e legittimo che il MoVimento 5 Stelle e questi deputati decidano di non essere complici delle vostre pagliacciate e di questa farsa.

Presidente, noi non abbiamo nessun problema a dire che non saremo mai servi di questo sistema antidemocratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che mettete in atto, puntualmente, con ogni provvedimento in questa Camera del Parlamento. Allora, approvatevele voi le cose, continuate a chiedervi la fiducia da soli - voi chiedete la fiducia a voi stessi -, richiamate i vostri deputati di maggioranza e dite: quando chiama lord Meloni da Palazzo Chigi, voi dovete rispondere “sì, signora”. Perché questo fate, questo fate puntualmente, ma noi non condividiamo e non abbiamo nulla a che vedere con questo vostro modo di fare politica.

Però, vi voglio sbloccare un ricordo, perché, quando l'onorevole Meloni sedeva in quei banchi del Parlamento, si rivolgeva a noi con queste parole e, comunque, ai Governi che erano lì, nel banco dove è lei, Ministro, dicendo: “scelta oligarchica”, “errore drammatico”, “deriva antidemocratica” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Queste erano le parole di Giorgia Meloni: ma quanto è ipocrita questo Premier, quanto le piace l'ipocrisia. A noi non piace per niente, perché, se consideriamo soltanto gli ultimi 6 anni, voi avete collezionato più posizioni di fiducia degli ultimi tre Governi messi insieme. E su una cosa devo dire che avete ragione, siete davvero il Governo dei record (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): il record dell'indecenza, il record dell'“amichettismo”, il record della deriva totalitaria.

Io chiedo al Presidente di questa Camera di non continuare in questo modo, di non macchiarvi di questa grave responsabilità, perché noi saremo qui a condannare non soltanto il metodo utilizzato da questo Governo, ma anche il merito.

E a proposito di merito, io sono sicura che voi non sapete, colleghi di maggioranza - che siete completamente assenti da quest'Aula -, che cosa avete scritto in questo pastrocchio di carte, e ve lo dico io. Sapete cosa avete inserito? Un osceno condono che utilizzate per giustificare il funzionamento di un concordato, che chiamate occhiello della riforma fiscale ma, in realtà, è già un disastro annunciato.

Per non parlare delle mancette elettorali, quelle che tirate fuori dal sacco tra il 25 di dicembre e il 6 di gennaio; sì, perché, cari cittadini italiani, Babbo Meloni e Befana Giorgetti sono pronti a scendere nei vostri camini e portare nelle vostre case (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) la soluzione ai problemi delle famiglie italiane: il bonus Natale. Però, poi non vi dicono che, dopo il bonus Natale, arriverà la stangata della manovra, tutta tagli e tasse. Questa è la verità, e la dobbiamo dire.

Ora, se abbiamo una legge di bilancio in un perimetro di lacrime e sangue, la colpa è del Governo Meloni che, purtroppo, è così: con un dito dà e con una mano prende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In morte dell'onorevole Francesco Merloni.

PRESIDENTE. Comunico che, nella giornata di ieri, è deceduto Francesco Merloni, Ministro dei Lavori pubblici del I Governo Amato e del Governo Ciampi, membro di questa Camera nelle legislature VII, VIII, IX, X e XIII e senatore della Repubblica nelle legislature VI e XI.

La Presidenza della Camera dei deputati farà pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora formulare anche a nome dell'Assemblea.

Ha chiesto di parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente. “In ogni iniziativa industriale non c'è valore del successo economico se non c'è anche l'impegno nel progresso sociale”. Sono le parole del patriarca della famiglia Merloni, Aristide Merloni, e voglio usare queste parole proprio per ricordare, in quest'Aula, la figura di Francesco Merloni, scomparso ieri a Fabriano all'età di 99 anni.

Francesco Merloni è stato protagonista della storia industriale italiana. Presidente onorario del gruppo Ariston, è stato più volte - come è stato ricordato - parlamentare e Ministro, e in una fase così complessa per la storia del nostro Paese, come quella dei primi anni Novanta, con il Governo Ciampi è stato l'artefice ed il padre di quella legge, che porta proprio il suo nome, che ha ridisciplinato e rivoluzionato gli appalti pubblici. E appunto non è un caso che io abbia usato quelle parole iniziali per ricordare la figura di Francesco Merloni, perché proprio quella visione sociale dell'impegno industriale, dell'impegno politico, da cattolico progressista, e l'impegno speso all'interno della società hanno davvero attraversato tutta la vita e la figura di Francesco Merloni a livello nazionale e, allo stesso tempo, nel legame forte, costante e tenace con la sua regione di origine e di vita; è scomparso a Fabriano, ieri, la sua città, le Marche, appunto.

Un impegno speso nell'Arel con la Fondazione Merloni per la promozione e lo sviluppo di una cultura imprenditoriale territoriale, credendo profondamente in quella che è la formazione - in quella che era la formazione - politica e civile delle più giovani generazioni, impegnandosi con dedizione nei progetti per la ricostruzione dell'Appennino, per i territori colpiti dal terremoto del Centro Italia, per la crescita e lo sviluppo di territori così duramente colpiti e attraversati dalla crisi economica dell'ultimo decennio.

Francesco Merloni è stato un uomo di comunità, capace di conciliare, allo stesso tempo, il borgo ed il mondo; tenacemente legato alle sue origini e allo sviluppo della regione, che ha attraversato decenni di trasformazioni economiche e sociali profonde.

Grazie alla sua visione lungimirante, ad una tenace fiducia nel futuro, con il suo sorriso - che spesso ci ricorda, appunto, questa sua visione così aperta verso il mondo - si è fatto promotore di un modello di impresa che è stata capace di coniugare competizione globale, radicamento territoriale e responsabilità sociale. Con Francesco Merloni ci lascia uno straordinario italiano ed un uomo delle istituzioni, che ha servito il Paese con competenza e onore.

A nome del gruppo parlamentare del Partito Democratico, da quest'Aula, voglio manifestare a tutta la sua famiglia, al gruppo Ariston e alla comunità di Fabriano, che lo sta piangendo in queste ore, la vicinanza e le condoglianze del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che la seduta di lunedì 7 ottobre, in cui è previsto lo svolgimento di discussioni sulle linee generali, avrà inizio alle ore 11.

Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame in Assemblea del Piano strutturale di bilancio, previsto dal vigente calendario dei lavori per la parte pomeridiana della seduta di martedì 8 ottobre, è posticipato alle ore 9 di mercoledì 9 ottobre.

Conseguentemente, il seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana in corso e non conclusi sarà iscritto all'ordine del giorno già a partire dalla seduta di martedì 8 ottobre (dalle ore 14,30 fino alle ore 20, con eventuale prosecuzione notturna dalle ore 21 alle ore 24), per poi proseguire nelle sedute successive.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Onorevoli colleghi e colleghe, oggi, in modo prematuro e inaspettato, è venuto meno all'affetto dei suoi cari Nicola Pieruccini, segretario in carica della Lega, in terra apuana. In quest'Aula abbiamo ricordato le più importanti personalità del nostro Paese, l'abbiamo fatto poco fa, nella figura di Francesco Merloni, abbiamo ricordato magistrati coraggiosi, padri costituenti, statisti e italiani che hanno onorato la Patria. Oggi, da quest'Aula, dal cuore della nostra democrazia, vogliamo augurare buon viaggio a un uomo perbene, imprenditore di successo, padre e marito affettuoso, appassionato attivista politico, perché la democrazia è una conquista meravigliosa. E se è vero, come è vero, che le nostre istituzioni esistono per difenderla, è vero anche che l'anima più intima della nostra democrazia risiede nella politica: una politica che, come Pieruccini diceva sempre, deve vivere in mezzo alla gente e alimentarsi dal contatto con la gente, grazie al lavoro dei partiti, grazie a centinaia di migliaia di volontari, attivisti, appassionati, responsabili di sezione, di circoli, coordinatori e dirigenti che si dedicano alla politica in modo volontario e disinteressato.

Oggi la Toscana perde un grande animatore della nostra democrazia, un uomo rispettoso delle istituzioni, che, per tanti anni, è stato motore del partito a cui mi onoro di appartenere. La tua ferrea determinazione e la tua grande generosità ci hanno condotto a risultati straordinari. Grazie, Nicola. Onoreremo la tua memoria sempre e per sempre tu continuerai a lottare con noi. Ciao Nicola, ciao segretario, ciao amico mio (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 3 ottobre 2024 - Ore 15,30:

1. Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento.

(ore 17)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1222 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico (Approvato dal Senato). (C. 2066?)

Relatori: COMAROLI, per la V Commissione; SALA, per la VI Commissione.

La seduta termina alle 18,45.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: FABRIZIO SALA E SILVANA ANDREINA COMAROLI (A.C. 2066?)

FABRIZIO SALA, Relatore per la VI Commissione. (Relazione – A.C. 2066?). Le Commissioni V e VI avviano oggi l'esame del disegno di legge C. 2066?, di conversione del decreto-legge n. 113 del 2024, avente ad oggetto misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico, già approvato con modifiche dal Senato e assegnato oggi stesso alle nostre Commissioni.

Illustrerò in questa sede il contenuto degli articoli da 1 a 10-bis del provvedimento, che recano in massima parte disposizioni di interesse per la Commissione Finanze.

L'articolo 1, modificato dal Senato, integra le modalità per l'erogazione del contributo, sotto forma di credito di imposta, per la realizzazione di investimenti nella ZES unica. In particolare, stabilisce una procedura di calcolo dell'ammontare massimo del credito di imposta fruibile da ciascun beneficiario, ai fini del rispetto del limite di spesa, prevedendo altresì la possibilità che l'autorizzazione di spesa sia incrementata nel limite massimo complessivo di 1.600 milioni di euro per l'anno 2024. Disciplina, quindi, l'ipotesi in cui il credito di imposta riconosciuto alle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise ed alle zone assistite della regione Abruzzo sia inferiore a quello massimo riconoscibile; chiarisce infine che, oltre agli impianti fotovoltaici, anche le relative celle devono essere prodotte negli Stati membri della UE, ai fini dell'iscrizione nell'apposito registro ENEA e delle relative conseguenze sulle agevolazioni fiscali.

L'articolo 2 eleva da 100.000 a 200.000 euro l'importo dell'imposta sostitutiva sui redditi prodotti all'estero realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge.

L'articolo 2-bis - introdotto nel corso dell'esame al Senato – prevede, a determinate condizioni, una indennità una tantum in favore dei lavoratori dipendenti per l'anno 2024, pari, nella misura massima, a 100 euro.

Il beneficio è subordinato al possesso di requisiti inerenti al reddito complessivo, alla condizione familiare e all'importo minimo dei redditi da lavoro dipendente. L'indennità è corrisposta, su domanda, dal datore di lavoro sostituto di imposta unitamente alla tredicesima mensilità, con diritto del datore a fruire della compensazione fiscale a partire dal giorno successivo all'erogazione suddetta e con obbligo del medesimo datore, in sede di conguaglio fiscale, di verifica del diritto del lavoratore al beneficio e di recupero delle somme eventualmente non spettanti.

L'articolo 2-ter, introdotto al Senato, nel definire il trattamento sanzionatorio per i soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono, riduce della metà le soglie previste per l'applicazione delle sanzioni accessorie.

Tali disposizioni si applicano anche nei confronti dei contribuenti che, per i periodi d'imposta dal 2018 al 2022, non si sono avvalsi del regime di ravvedimento di cui al successivo articolo 2-quater, ovvero che ne decadono.

L'articolo 2-quater, introdotto al Senato, prevede che i soggetti che hanno applicato gli indici sintetici di affidabilità fiscale e che aderiscono, entro il 31 ottobre 2024, al concordato preventivo biennale, possono adottare il regime di ravvedimento di cui alle norme in esame, versando una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali nonché dell'imposta regionale sulle attività produttive.

La norma individua la base imponibile dell'imposta sostitutiva nella differenza tra il reddito d'impresa o di lavoro autonomo già dichiarato, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, in ciascuna annualità, e l'incremento dello stesso calcolato in misura percentuale, che cresce al decrescere del punteggio ISA.

In particolare, detta percentuale è fissata nella misura del:

- 5 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;

- 10 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore ad 8 e inferiore a 10;

- 20 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;

- 30 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;

- 40 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;

- 50 per cento per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.

Viene individuata altresì, con analoghe modalità, la base imponibile dell'imposta sostitutiva dell'imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Sono specificate le aliquote con cui, per le annualità 2018, 2019 e 2022, i soggetti interessati applicano l'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali.

Essa ammonta alla misura del: 10 per cento, se nel singolo periodo d'imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 8; 12 per cento, se nel singolo periodo d'imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 6 ma inferiore a 8; 15 per cento, se nel singolo periodo d'imposta il livello di affidabilità fiscale è inferiore a 6.

Si stabilisce poi l'aliquota dell'imposta sostitutiva dell'IRAP per le annualità 2018, 2019 e 2022 fissandola in misura pari al 3,9 per cento.

In considerazione della pandemia da COVID-19, le imposte sostitutive predette sono ridotte del 30 per cento per i soli periodi di imposta 2020 e 2021.

Viene precisato che, in ogni caso, il valore complessivo dell'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali da versare per ciascuna annualità oggetto dell'opzione non può essere inferiore a 1.000 euro.

Sono disciplinate poi le modalità di versamento dell'imposta sostitutiva, in un'unica soluzione entro il 31 marzo 2025 oppure mediante pagamento rateale in un massimo di 24 rate mensili di pari importo.

Il ravvedimento non si perfeziona se il pagamento, in unica soluzione o della prima rata delle imposte sostitutive, è successivo alla notifica di processi verbali di constatazione o schemi di atto di accertamento.

In deroga allo Statuto del contribuente, per i soggetti che hanno adottato il regime di ravvedimento, i termini di decadenza per l'accertamento, relativi all'annualità oggetto di ravvedimento, sono prorogati al 31 dicembre 2027. In ogni caso, per i soggetti interessati dalle norme in esame i termini di decadenza per l'accertamento delle imposte sui redditi e dell'IVA in scadenza al 31 dicembre 2024 sono prorogati al 31 dicembre 2025.

L'articolo 3, modificato al Senato, chiarisce che, ai fini IVA, le associazioni e le società sportive dilettantistiche possono mantenere fuori dal campo di applicazione dell'IVA alcune prestazioni, fino all'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, comma 15-quater, del decreto-legge n. 146 del 2021.

L'articolo 4, modificato al Senato, al fine di sostenere gli operatori del settore sportivo ripropone l'agevolazione fiscale - già introdotta durante la crisi pandemica - consistente in un credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, effettuati dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame fino al 15 novembre 2024.

L'articolo 5, ai commi da 1 a 3, prevede l'applicazione dell'aliquota IVA ridotta al 5 per cento per l'erogazione di corsi di attività sportiva invernale, in forma organizzata, al ricorrere di specifici requisiti soggettivi e oggettivi, nelle ipotesi in cui tale attività non siano esenti da imposta; disciplina altresì il regime IVA applicabile alle prestazioni predette, ove rese prima del 10 agosto 2024.

I commi 4 e 5 dell'articolo 5, allo scopo di sostenere la filiera equina, dispongono l'applicazione dell'aliquota IVA del 5 per cento alle cessioni di cavalli vivi destinati a finalità diverse da quelle alimentari effettuate entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di nascita.

L'articolo 6 reca disposizioni inerenti al nuovo regime fiscale opzionale riconosciuto, a decorrere dal periodo d'imposta 2024, ai lavoratori frontalieri residenti nei comuni italiani situati nella zona di venti chilometri dal confine svizzero che, in base al nuovo Accordo tra l'Italia e la Svizzera sull'imposizione dei lavoratori frontalieri del 23 dicembre 2020, sono considerati “nuovi frontalieri”. Nello specifico, tale regime consiste nell'applicazione, sui redditi da lavoro dipendente percepiti in Svizzera, di una imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle addizionali pari al 25 per cento delle imposte applicate nel Paese elvetico, senza diritto al credito d'imposta in Italia.

L'articolo 6-bis, introdotto al Senato, interviene sulle misure per prevenire e reprimere la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica. In particolare, per effetto delle norme in esame, i prestatori di servizi di assegnazione di numeri IP provvedono periodicamente a riabilitare la risoluzione dei nomi di dominio e l'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP bloccati, ove siano decorsi almeno sei mesi dal blocco, qualora non risultino utilizzati per finalità illecite.

L'articolo 6-ter, introdotto al Senato, al fine di un più efficace contrasto della pirateria online, prevede specifici obblighi di segnalazione e di comunicazione – la cui violazione è sanzionata con la pena della reclusione fino a un anno - per i prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell'informazione.

L'articolo 7 proroga i termini per il versamento dell'imposta sostitutiva sull'adeguamento delle esistenze di bilancio iniziali (di cui all'articolo 1, commi da 78 a 85, della legge di bilancio 2024).

Nello specifico, viene prorogato al 30 settembre 2024 il termine di scadenza della prima rata, qualora il termine originario scada entro il 29 settembre 2024. Conseguentemente, si differisce al 30 settembre 2024 anche il versamento della seconda rata, se il termine ordinario è anteriore. Inoltre, si prevede che l'adeguamento delle esistenze iniziali di magazzino possa essere effettuato, nelle scritture contabili relative all'esercizio successivo, entro il medesimo termine del 30 settembre 2024 con riguardo ai soggetti per i quali il termine di approvazione del bilancio relativo all'esercizio in corso al 30 settembre 2023 scade entro la data del 29 settembre 2024.

Esso inoltre proroga dal 30 giugno 2024 al 30 novembre 2024 i termini di versamento dell'imposta sostitutiva e di redazione della perizia giurata di stima in materia di rideterminazione dei valori di acquisto delle partecipazioni negoziate e non negoziate in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione e dei terreni edificabili e con destinazione agricola, posseduti alla data del 1°gennaio 2024.

Rammento che le norme consentono inoltre ai soggetti che alla data del 1° gennaio 2020 erano già iscritti nell'albo dei privati abilitati all'accertamento e alla riscossione delle entrate locali, di adeguare il proprio capitale sociale entro il 31 dicembre 2025, anziché entro il 31 dicembre 2024 come previsto dalla normativa previgente.

L'articolo 7-bis, introdotto al Senato, proroga fino al 30 settembre 2025, con la finalità di garantire il conseguimento degli obiettivi previsti nel PNRR in relazione all'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, le Convenzioni quadro e gli Accordi quadro stipulati da Consip S.p.A., funzionali alla realizzazione delle condizionalità previste dal PNRR, in corso alla data di entrata in vigore della disposizione in esame. Viene fatta salva l'eventuale scadenza naturale successiva alla predetta data e la facoltà di recesso dell'aggiudicatario.

L'articolo 7-ter, introdotto al Senato, differisce al 31 ottobre 2024 i termini di affidamento dei lavori per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, che devono essere rispettati dal comune assegnatario dei contributi previsti ex lege per tali finalità, a pena di revoca del beneficio.

L'articolo 7-quater - inserito al Senato - prevede che la regione Calabria possa prorogare di un ulteriore anno i tirocini di inclusione sociale previsti per i disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga nel territorio della medesima regione.

L'articolo 7-quinquies, introdotto al Senato, prevede che gli allestimenti mobili di pernottamento (ad esempio roulotte, case mobili, caravan) dotati di meccanismi di rotazione in funzione, ubicati in strutture ricettive all'aperto, siano esclusi dalla stima diretta della rendita catastale a decorrere dal 1° gennaio 2025. Si incrementa - dalla medesima data del 1° gennaio 2025 - il valore delle aree attrezzate per i suddetti allestimenti e delle aree non attrezzate destinate al pernottamento degli ospiti, ai fini della stima della rendita catastale delle strutture ricettive all'aperto.

Sempre durante l'esame al Senato è stato introdotto l'articolo 7-sexies, che modifica la disciplina in materia di IVA per prestazioni sanitarie di chirurgia estetica; la novella estende, sotto il profilo temporale, il regime di esenzione dall'IVA riconosciuto per alcune tipologie delle suddette prestazioni.

L'articolo 8 tratta la gestione delle risorse riferibili al Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, per gli importi di cui all'allegato 3 del decreto-legge n. 113 del 2024, disponendo l'accantonamento e l'indisponibilità fino al 30 settembre 2024 delle risorse oggetto dell'informativa congiunta presentata il 9 luglio 2024 dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR al CIPESS.

Si prevede una deroga a tale previsione per far fronte alle obbligazioni di spesa giuridicamente vincolanti esistenti alla data di entrata in vigore del decreto in esame, nonché per la copertura degli eventuali oneri derivanti dalle previsioni di cui all'articolo 1, in materia di credito d'imposta per investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno - ZES unica, fino a 750 milioni.

L'articolo 8-bis, introdotto anch'esso dal Senato, reca una serie di modifiche alla disciplina delle c.d. medie opere - cioè relativa all'assegnazione ai comuni di contributi per investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio - per individuare le tipologie di investimenti finanziabili e i relativi ordini di priorità, e per prevedere, tra l'altro, la non revocabilità dei contributi riferiti all'anno 2022, già assegnati, qualora alla data del 15 settembre 2024 risulti stipulato il contratto di affidamento lavori.

L'articolo 8-ter, introdotto al Senato, modifica la disciplina degli interventi di rigenerazione urbana contenuta nella legge di bilancio 2020 allo scopo, da un lato, di prevedere due differenti procedure per l'utilizzo delle somme stanziate, distinguendo gli interventi inclusi nel PNRR da quelli non rientranti in tale piano; dall'altro, di individuare le procedure e i termini da rispettare per la realizzazione degli interventi. Si integra poi la disciplina delle opere finanziate dal fondo finalizzato a rafforzare gli interventi del PNRR da parte dei comuni con popolazione superiore a cinquecentomila abitanti, per assoggettare tali opere ai poteri di verifica previsti ex lege in capo alla Struttura di missione PNRR e alla Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato generale per il PNRR.

I commi 1 e 2 dell'articolo 9 ampliano all'anno scolastico e all'anno accademico 2024-2025 il periodo di estensione, in via transitoria, dell'assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ai settori dell'istruzione e della formazione.

L'articolo 9, comma 3, statuisce che le risorse finanziarie destinate ai compensi dei componenti dei gruppi per l'inclusione scolastica, rimaste inutilizzate e provenienti da esercizi pregressi, confluiscano nell'anno 2024 nel Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa al fine della loro utilizzazione nella contrattazione integrativa senza l'originario vincolo di destinazione.

L'articolo 9, comma 4, destina risorse pari a 20 milioni di euro, già stanziate nel periodo pandemico e mai utilizzate, alla realizzazione di infrastrutture e piattaforme tecnologiche, all'innovazione digitale e al potenziamento di laboratori innovativi connessi a Industria 4.0, al fine, tra l'altro, di ridurre il fenomeno del divario digitale.

L'articolo 10, comma 1, prevede che continuino ad applicarsi alcune disposizioni, che escludono dall'ambito di applicazione della disciplina del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSP) le società emittenti strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati, in virtù della proroga dello strumento finanziario o di successive emissioni effettuate in sostanziale continuità.

Il comma 1-bis dell'articolo 10, introdotto al Senato, estende alle società aventi per oggetto sociale prevalente la produzione, il trattamento, la lavorazione e l'immissione in commercio dei prodotti ortofrutticoli la disapplicazione delle norme riguardanti l'intervento delle amministrazioni pubbliche sul mercato societario, di cui all'articolo 4 del TUSP.

L'articolo 10, comma 2, abroga l'obbligo posto a carico delle imprese (articolo 8, comma 2-quater, della legge n. 287 del 1990) che esercitano la gestione di servizi di interesse economico generale ovvero operano in regime di monopolio sul mercato di rendere accessibili beni o servizi anche informativi, di cui abbiano la disponibilità esclusiva in dipendenza delle attività svolte, anche a imprese concorrenti in mercati diversi, a specifiche condizioni.

L'articolo 10, ai commi 3-12, disciplina gli adempimenti relativi alla fase sperimentale della riforma del PNRR del sistema di contabilità pubblica (riforma 1.15) la quale prevede l'elaborazione di schemi di bilancio per competenza economica (c.d. accrual) con riferimento all'esercizio 2025 per gli enti pubblici che coprono almeno il 90 per cento della spesa primaria dell'intero settore pubblico. In particolare sono elencate le amministrazioni pubbliche assoggettate agli adempimenti della fase pilota della riforma, tenute alla produzione e trasmissione degli schemi di bilancio per competenza economica per l'esercizio 2025.

Le norme in esame escludono da tali adempimenti della fase pilota talune società ed enti, se di limitate dimensioni, nonché altre tipologie di enti, specificamente individuati.

Nella fase pilota, le amministrazioni devono predisporre gli schemi di bilancio relativi all'esercizio 2025, in osservanza dei principi e delle regole del sistema contabile economico-patrimoniale unico della riforma 1.15, adottati con determina del Ragioniere generale dello Stato n. 176775 del 27 giugno 2024. Gli schemi di bilancio devono includere il conto economico di esercizio e lo stato patrimoniale a fine anno.

Gli schemi di bilancio per l'esercizio 2025 sono predisposti esclusivamente per finalità di sperimentazione nell'ambito della fase pilota e, pertanto, non sostituiscono gli schemi di bilancio e di rendiconto prodotti per lo stesso esercizio, in applicazione delle disposizioni e dei regolamenti contabili vigenti.

Le amministrazioni interessate provvedono ad una analisi degli interventi di adeguamento dei propri sistemi informativi per il recepimento degli standard contabili della riforma, sulla base dei requisiti generali individuati con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze da adottare entro il 31 marzo 2025.

Per la fase pilota, in attesa del completamento degli interventi di adeguamento dei sistemi informativi, le amministrazioni riclassificano i propri saldi contabili secondo il piano dei conti multidimensionale e apportano le integrazioni e le rettifiche necessarie per l'applicazione dei nuovi principi contabili.

Si stabilisce l'obbligo del completamento della formazione di base per tutti gli enti pubblici, con esclusione delle società.

Il comma 12-bis dell'articolo 10, introdotto al Senato, stabilisce che, attraverso decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, possa prendere avvio un processo di interoperabilità tra la banca dati degli immobili pubblici del MEF e le altre banche dati delle amministrazioni pubbliche che hanno in possesso dati relativi al patrimonio immobiliare pubblico.

Il comma 12-ter, introdotto al Senato, include tra gli interventi di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze previsti dalla delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) n. 78 del 22 dicembre 2021, anche misure di rafforzamento della capacità amministrativa e tecnica relative agli adempimenti connessi con l'attuazione della nuova governance economica europea.

Il comma 13 dell'articolo 10 prevede la non applicazione alla società Autostrade Alto Adriatico S.p.A., di disposizioni in materia di contenimento della spesa, sino alla durata dello stato di emergenza nel settore del traffico e della mobilita` nell'autostrada A4 (tratta Quarto d'Altino-Trieste) e nel raccordo autostradale Villesse-Gorizia, comunque non oltre il 31 dicembre 2024.

L'articolo 10, comma 13-bis, introdotto al Senato, modifica alcuni profili della disciplina dell'avvalimento da parte dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, nei processi di demateralizzazione e digitalizzazione documentale, di strutture esterne, le quali possono essere anche fornitori di servizi pubblici essenziali.

L'articolo 10, comma 13-ter, introdotto al Senato, modifica la disciplina del Commissario per la gestione dei rifiuti in Sicilia, al fine di consentirgli di provvedere alla realizzazione degli impianti necessari anche senza obbligatoriamente ricorrere a procedure di evidenza pubblica, nonché di derogare, nell'esercizio delle proprie funzioni, alle disposizioni del Codice dei contratti pubblici.

L'articolo 10-bis, introdotto al Senato, al comma 1 dispone che per i contributi per le c.d. piccole opere (disciplinate dai commi 29 e seguenti della legge 160/2019) riferiti alle annualità dal 2020 al 2023, il superamento del termine previsto per l'aggiudicazione dei lavori non comporta la revoca del contributo a specifiche condizioni. Il comma 2, reca una serie di modifiche alla disciplina delle c.d. piccole opere volte, tra l'altro, a differire alcuni termini e unificare le procedure per la revoca delle risorse relative alle annualità 2020-2024.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la V Commissione. (Relazione – A.C. 2066?). Proseguendo nell'illustrazione delle disposizioni contenute nel Capo III del decreto-legge all'esame delle Commissioni Bilancio e Finanze, rilevo anzitutto come l'articolo 11, ai primi due commi, incrementi di 200 milioni di euro per l'anno 2024 la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali di cui al codice della protezione civile. Il comma 3 del medesimo articolo incrementa, inoltre, la dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di 23 milioni di euro per l'anno 2024 e di 7,8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Il comma 4 prevede l'assegnazione, nell'anno 2024, di un contributo di 11 milioni di euro per la fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma. Alla copertura degli oneri derivanti dal rifinanziamento dei due fondi che ho appena menzionato, nonché dall'assegnazione del contributo di cui al comma 4, provvede il successivo comma 5 dell'articolo 11, mediante l'utilizzo di quota parte delle maggiori entrate derivanti dall'articolo 7, comma 3 del provvedimento in esame, che proroga dal 30 giugno al 30 novembre 2024 i termini di versamento dell'imposta sostitutiva e di redazione della perizia giurata di stima in materia di rideterminazione dei valori di acquisto delle partecipazioni in mercati regolamentati e dei terreni edificabili e con destinazione agricola posseduti alla data del 1° gennaio 2024. Segnalo, infine, come nel corso dell'esame al Senato siano stati inseriti i commi 5-bis e 5-ter, i quali incrementano di 2 milioni di euro, con riferimento all'anno 2024, il limite complessivo di spesa per l'erogazione del bonus psicologo, portando tale limite a 12 milioni di euro, provvedendo alla copertura del relativo onere finanziario.

Faccio presente che l'articolo 11-bis, introdotto dal Senato, reca disposizioni sul finanziamento dei Partenariati per la ricerca e l'innovazione Orizzonte Europa, destinandovi risorse stanziate nell'ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR in misura pari a 50 milioni di euro per l'anno 2025 e 70 milioni di euro per l'anno 2026. Al finanziamento dell'iniziativa sono destinate, inoltre, ulteriori risorse fino a 44 milioni di euro per l'anno 2024, che possono essere disaccantonate previa dimostrazione della sussistenza di obbligazioni giuridicamente vincolanti. La definizione del relativo cronoprogramma procedurale è demandata a un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

L'articolo 11-ter, anch'esso introdotto dal Senato, interviene in materia di sostegno alla ricerca clinica e traslazionale. L'articolo reca, al comma 1, disposizioni concernenti la Fondazione Enea Tech e Biomedical, la quale viene assoggettata al potere di vigilanza e di indirizzo, oltre che del Ministero delle imprese e del made in Italy, anche del Ministero della salute. La predetta Fondazione è inoltre autorizzata ad operare anche nel settore della ricerca, nel campo biomedico e in quello della organizzazione e gestione dei servizi di ricovero e cura di alta specialità e di eccellenza. Essa è chiamata, altresì, ad osservare specifiche prescrizioni quando opera nella gestione dei servizi sanitari e di cura di elevata specialità. Segnalo che il successivo comma 2 prevede che con decreto interministeriale siano definite le risorse che, nell'ambito del Fondo per il trasferimento tecnologico, sono da destinare alla ricerca clinica e traslazionale nel campo biomedico e in quello della organizzazione e gestione dei servizi di ricovero e cura di alta specializzazione e di eccellenza. Osservo, inoltre, che il comma 3 stabilisce un diritto di prelazione in capo a determinati soggetti operanti nel settore della ricerca in campo biomedicale e in quello della organizzazione e gestione dei servizi di ricovero e cura di alta specializzazione e di eccellenza, in caso di vendita di complessi aziendali operanti nei predetti settori nell'ambito di una procedura di amministrazione straordinaria. Al riguardo, viene dettata una disciplina procedurale funzionale all'esercizio in concreto di tale diritto. Infine, il comma 4 autorizza la Regione Lazio a costituire o partecipare alla costituzione di soggetti non profit per l'acquisizione e gestione dei complessi aziendali di cui al comma 3.

In relazione all'articolo 12, segnalo che il comma 1 dispone che, per l'anno 2024, le risorse per la promozione dell'attività di ricerca e per la valorizzazione del contributo del sistema universitario alla competitività del Paese, stanziate ai sensi dell'articolo 238, comma 5, del decreto-legge n. 34 del 2020, siano destinate alla integrazione della quota base del fondo per il finanziamento ordinario delle università statali. È confermato, invece, il vincolo di destinazione delle risorse stanziate, ai sensi della medesima norma, per gli anni 2025 e 2026.

Il comma 2 reca modificazioni all'articolo 15 del decreto-legge n. 71 del 2024. Le novelle apportate sono volte, in primo luogo, a disporre che le procedure per la chiamata nel ruolo di professore di seconda fascia riservate ai ricercatori universitari a tempo indeterminato abilitati debbano concludersi, con la presa di servizio del personale assunto, entro il 31 dicembre del 2026; in secondo luogo, a chiarire a decorrere da quali termini, a quali fini e in riferimento a quali destinatari sarà possibile utilizzare le risorse ivi rese disponibili a copertura dei maggiori oneri stipendiali del personale universitario.

Rilevo che l'articolo 13 autorizza la spesa di un milione di euro per il 2024 per i collegi di merito accreditati, provvedendo alla relativa copertura finanziaria. L'articolo stabilisce, inoltre, che possono accedere a tale contributo solo gli enti che erogano un numero di borse di studio o agevolazioni a favore degli studenti del collegio di merito per un importo globale superiore a un terzo della sommatoria delle rette per l'anno accademico di riferimento. In sede di verifica dei requisiti di accredito, il Ministero verifica il rispetto di cui al primo periodo per l'accesso al contributo.

Osservo che l'articolo 14 reca disposizioni diverse in materia di attività culturali. Il comma 1 istituisce il Comitato nazionale «Neapolis 2500», al fine di celebrare la città di Napoli nella ricorrenza del venticinquesimo centenario della sua fondazione, contestualmente stanziando, per il suo funzionamento, 1 milione di euro per il 2024. Il comma 2 stanzia a favore del comune di Gorizia un contributo pari a 3 milioni di euro per il 2024, al fine di sostenere la realizzazione degli eventi culturali nell'ambito delle iniziative per la capitale europea della cultura 2025. Il comma 3 dispone che le Direzioni regionali musei, trasformate in uffici dotati di autonomia speciale nell'ambito della riorganizzazione in corso del Ministero della cultura, possono esaurire le disponibilità iscritte nelle contabilità ordinarie loro intestate entro il 31 dicembre 2024. Il comma 4 consente l'utilizzo del fondo di garanzia istituito presso l'Istituto per il credito sportivo dalla legge n. 289 del 2002 per i finanziamenti in favore dell'aggiudicazione e dell'organizzazione di grandi eventi internazionali, anche per gli eventi in svolgimento dopo il 30 giugno 2026. Segnalo, in proposito, come nel corso dell'esame al Senato sia stato inserito, all'interno del suddetto articolo, il comma 4-bis, il quale inserisce anche l'acquisto di strumenti musicali tra le possibili finalità di utilizzo della Carta della cultura Giovani, della Carta del merito e della Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Il comma 5 reca la copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo in esame. Il comma 5-bis, anch'esso inserito nel corso dell'esame in prima lettura presso l'altro ramo del Parlamento, incrementa di 2,7 milioni di euro, per l'anno 2027, l'autorizzazione di spesa per interventi a favore di enti e istituzioni culturali, destinando le relative risorse, in parti eguali, all'Accademia internazionale di Imola, all'Accademia musicale Chigiana di Siena e alla Fondazione Scuola di musica di Fiesole.

Faccio presente che l'articolo 15 reca, al comma 1, misure in materia di esenzione dalla prestazione della garanzia in favore delle domande di finanziamento agevolato presentate, entro il 31 dicembre 2025, da imprese che operino in Paesi africani o per attività imprenditoriali svolte nel continente africano. Il comma 2 prevede, inoltre, il rifinanziamento per 100 milioni di euro del fondo rotativo per operazioni di venture capital.

Rilevo, inoltre, che l'articolo 16 autorizza l'utilizzo delle somme derivanti dalla sottoscrizione delle obbligazioni emesse da ILVA Spa in amministrazione straordinaria anche per le finalità di garanzia finanziaria per nuovi impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e per l'autorizzazione integrata ambientale.

L'articolo 16-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, reca disposizioni di carattere urgente a sostegno del settore suinicolo, prevedendo la concessione di un contributo economico, nel limite massimo di 10 milioni di euro per l'anno 2024, in favore degli operatori di tale filiera che abbiano subito danni derivanti dal blocco alla movimentazione degli animali in conseguenza della diffusione della peste suina africana. La concessione di tali contributi è subordinata alla preventiva verifica della loro compatibilità con la normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e agroalimentare. Sono apportate, inoltre, modifiche all'articolo 2 del decreto-legge n. 9 del 2022, al fine di individuare ulteriori misure di intervento in materia di peste suina africana.

Passando all'illustrazione delle misure economiche in favore degli enti territoriali recate dal Capo IV del decreto-legge in esame, segnalo, in primo luogo, che l'articolo 17 contiene disposizioni in materia di riscossione e incasso delle entrate oggetto di affidamento degli enti locali. Si prevede, in particolare, l'obbligo, per gli enti locali che non abbiano già provveduto, di aprire conti correnti dedicati alla riscossione entro il 31 dicembre 2025, funzionale al controllo e alla rendicontazione dei versamenti. Fino all'adempimento di tale obbligo, non trovano applicazione le sanzioni relative alle violazioni commesse in materia di incasso diretto delle somme riscosse da parte di alcune categorie di concessionari della riscossione indicate dalla medesima disposizione. Sono disciplinate, infine, le ipotesi in cui i concessionari della riscossione o gli enti locali risultino inadempienti rispetto a quanto disposto dal medesimo articolo.

Nel corso dell'esame presso il Senato è stato introdotto il comma 2-bis, il quale modifica la disciplina concernente il fondo per i contributi destinati alle province e alle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della Sardegna, che abbiano subito una riduzione del gettito dell'Imposta provinciale di trascrizione o dell'Imposta sulle assicurazioni sulla responsabilità civile auto. La novella stabilisce che tali contributi, per l'anno 2024, siano concessi agli enti che hanno subito una riduzione del gettito nel 2023 rispetto al 2019, e non più in base alla riduzione nel 2023 rispetto al 2022, come previsto dalla norma finora vigente.

Segnalo che l'articolo 17-bis, introdotto dal Senato, prevede una disciplina derogatoria per le Province e le Città metropolitane in dissesto, in piano di riequilibrio o che abbiano registrato un disavanzo nell'ultimo rendiconto definitivamente approvato e disponibile nella Banca Dati BDAP. Tale nuova disciplina prevede che, in caso di mancato versamento del contributo al contenimento della spesa pubblica, l'Agenzia delle entrate possa provvedere al recupero forzoso delle somme dovute solo a valere sul versamento dell'imposta sulle assicurazioni, all'atto del riversamento di tale gettito alle Province e Città metropolitane.

L'articolo 17-ter, anch'esso introdotto nel corso dell'esame al Senato, prevede l'estensione della disciplina recata dal successivo articolo 18 all'anno 2027.

Faccio presente che l'articolo 18, recante una norma di interpretazione autentica, include talune tipologie di risorse, derivanti da rinegoziazioni di operazioni di finanziamento, nell'ambito di applicazione dell'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2015. Tale ultima disposizione consente agli enti territoriali di utilizzare, senza vincoli di destinazione, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi per gli anni dal 2015 al 2026. Come accennato, il termine temporale di tale disciplina è stato ora esteso al 2027 per effetto dell'articolo 17-ter del decreto-legge in esame. Inoltre, con una modifica all'articolo 18 approvata al Senato, si prevede che siano incluse nell'ambito di applicazione della suddetta disciplina anche le risorse afferenti alla Sezione “enti locali” del Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili.

L'articolo 18-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, prevede, limitatamente agli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026, un regime derogatorio a quanto disposto dall'articolo 187, comma 3-bis del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in materia di utilizzo dell'avanzo di amministrazione non vincolato. La deroga prevede la possibilità, per gli enti, di utilizzare l'avanzo non vincolato anche qualora siano ricorsi all'utilizzo di entrate vincolate per il pagamento di spese correnti o siano ricorsi ad anticipazioni di tesoreria. La deroga opera a condizione che tale l'esercizio delle facoltà da essa derivanti sia stato determinato dalla necessità di finanziare il pagamento di spese in attuazione del PNRR. L'obiettivo della disposizione è quello di facilitare gli enti nell'assolvimento degli obblighi finanziari derivanti da spese per la realizzazione degli interventi di investimento.

Segnalo che l'articolo 18-ter, introdotto dal Senato, differisce di sei mesi il periodo di tempo entro il quale possono essere perfezionate le assunzioni già autorizzate di personale a tempo indeterminato e a tempo determinato programmate dagli enti in dissesto finanziario, in riequilibrio finanziario pluriennale o strutturalmente deficitari, sottoposte all'approvazione della Commissione per la stabilità finanziaria.

Rilevo che l'articolo 18-quater, anch'esso inserito nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, modifica la normativa transitoria che consente, a determinate condizioni, di attribuire, in via provvisoria, a un segretario comunale iscritto nella fascia iniziale di accesso in carriera la titolarità di sedi, singole o convenzionate, di competenza della fascia professionale immediatamente superiore. L'articolo interviene, inoltre, sulla disciplina dell'accesso alla medesima carriera di segretario comunale e provinciale, nonché sulla disciplina del corso-concorso di formazione previsto dall'articolo 13, comma 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 1997, n. 465.

L'articolo 18-quinquies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, reca disposizioni finanziarie in materia di PNRR, disponendo che le Amministrazioni centrali titolari dei relativi interventi, al fine di assicurare la liquidità di cassa necessaria per i pagamenti di competenza dei soggetti attuatori, provvedono al trasferimento delle occorrenti risorse finanziarie fino al limite cumulativo del 90 per cento del costo dell'intervento a carico del PNRR, entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta di trasferimento. I soggetti attuatori richiedenti devono fornire la documentazione attestante l'ammontare delle spese effettuate, i controlli di competenza operati e le verifiche sul rispetto dei requisiti specifici previsti dal PNRR. Successivamente ai trasferimenti, le Amministrazioni centrali effettuano i controlli sulla documentazione giustificativa entro l'erogazione del saldo. Si demanda ad un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze la definizione dei criteri e delle modalità per l'attuazione della normativa in esame.

Segnalo che l'articolo 19 interviene sulla disciplina del contributo alla finanza pubblica dovuto dalle regioni a statuto ordinario per gli anni dal 2024 al 2028, dettata dall'articolo 1, comma 527, della legge di bilancio 2024, al fine di prorogare i termini previsti per la definizione del riparto del contributo tra le regioni, per gli anni dal 2025 al 2028, sia nel caso di autocoordinamento, sia in assenza di accordo tra le regioni. Vengono modificate, inoltre, le modalità di realizzazione del contributo, per l'anno 2024, introducendo, all'interno della legge di bilancio 2024, una specifica disciplina che consente di utilizzare la quota di contributo dovuta per il 2024 come economia per il ripiano del disavanzo, provvedendo conseguentemente alla copertura del corrispondente onere attraverso la riduzione di risorse nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. È inserito, infine, l'Allegato VI-bis alla legge di bilancio 2024, in cui sono stabilite le quote del contributo alla finanza pubblica riferite a ciascuna regione a statuto ordinario per l'anno 2024.

Osservo che l'articolo 20 prevede il riconoscimento di un contributo a fondo perduto in favore di specifiche categorie di operatori economici che svolgono la propria attività nelle zone montane appenniniche e che hanno subito una significativa riduzione dei ricavi a causa della scarsità di neve nella stagione invernale 2023/2024. Per l'erogazione del contributo viene autorizzata la spesa di 13 milioni di euro per l'anno 2024. Il contributo non incide sul calcolo delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive. Si prevede che le relative disposizioni attuative siano definite con decreto del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e sentita l'Autorità politica delegata in materia di sport, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame.

Rilevo che l'articolo 21 riconosce contributi transitori ai nuclei familiari detentori di unità abitative nel complesso edilizio denominato Vela celeste B dell'area di Scampia nel comune di Napoli, unità oggetto di sgombero in base agli atti amministrativi conseguenti al crollo verificatosi il 22 luglio 2024. I contributi sono riconosciuti su base mensile, a decorrere dalla data di esecuzione del provvedimento di sgombero dell'immobile e fino a che le esigenze abitative non siano state soddisfatte in modo stabile. I contributi cessano, in ogni caso, il 31 dicembre 2025. Tali contributi sono riconosciuti entro i limiti massimi di spesa posti dall'articolo in esame, il quale provvede altresì alla relativa copertura finanziaria.

Infine, il Capo V del decreto-legge, recante le disposizioni finali, contempla l'articolo 21-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, il quale prevede che le disposizioni del decreto-legge in esame si applicano nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001, nonché l'articolo 22, ai sensi del quale il presente decreto-legge è vigente dal 10 agosto 2024.

Per un'illustrazione maggiormente dettagliata dei contenuti delle disposizioni del provvedimento in esame e dei relativi profili finanziari, si rinvia in ogni caso alla documentazione predisposta dagli uffici della Camera.