XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 610 di mercoledì 20 aprile 2016
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Michele Bordo, Bratti, Bueno, Caparini, Capelli, Chaouki, Cominelli, Dambruoso, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Pes, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Pisicchio, Polverini, Rampelli, Ravetto, Rosato, Sanga, Sani, Scanu, Scopelliti, Scotto, Tabacci, Velo, Vignali e Zaratti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centoventuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).
Richiesta di referendum popolare ai sensi dell'articolo 138, secondo comma, della Costituzione.
PRESIDENTE. Comunico all'Assemblea che, in data 19 aprile 2016, è stata presentata dal deputato Matteo Mauri un'ulteriore richiesta al fine di dare corso alla procedura per la richiesta di referendum da parte di un quinto dei componenti della Camera dei deputati – prevista dall'articolo 138, secondo comma, della Costituzione e disciplinata dagli articoli 4 e 6 della legge 25 maggio 1970, n. 352 – sul testo di legge costituzionale recante: «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione», approvato dal Senato della Repubblica, in seconda deliberazione – a maggioranza assoluta, inferiore ai due terzi, dei suoi componenti – nella seduta del 20 gennaio 2016 e dalla Camera dei deputati, in seconda deliberazione – a maggioranza assoluta, inferiore ai due terzi, dei suoi componenti – nella seduta del 12 aprile 2016, come comunicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016, ai sensi dell'articolo 3 della legge 25 maggio 1970, n. 352.
Nella richiesta sono indicati, ai sensi dell'articolo 6, secondo comma, della citata legge n. 352 del 1970, come delegati a Pag. 2cura dei quali la richiesta di referendum sarà depositata presso la cancelleria della Corte di cassazione, i deputati Ettore Rosato, Maurizio Lupi e Lorenzo Dellai.
La procedura per la raccolta delle sottoscrizioni e per la consegna – ai deputati delegati – dei fogli recanti le firme è la medesima già resa nota ai gruppi per le vie brevi e successivamente comunicata all'Assemblea il 18 aprile 2016 in occasione della presentazione della richiesta di referendum da parte del deputato Toninelli.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.
La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,05.
Seguito della discussione della proposta di legge: Mariani ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (A.C. 2212-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2212-A: Mariani ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Caparini 7.050 e sono state accantonate le proposte emendative riferite agli articoli 4 e 6, nonché la votazione dei medesimi articoli.
Avverto che la Commissione ha ritirato l'emendamento 4.400.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A), che è in distribuzione. In tale ultimo parere, la V Commissione ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 6.400 della Commissione e ha, conseguentemente, revocato la condizione riferita al comma 3 dell'articolo 6, formulata nel parere espresso nella giornata di ieri.
(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Pellegrino 4.51 e 4.52, Zaratti 4.53, 4.54 e 4.50, Sarro 4.61, Daga 4.55, Segoni 4.56, Sarro 4.62 e Daga 4.57 il parere è contrario. Poi, l'emendamento 4.400 della Commissione è stato ritirato. Sull'emendamento Caparini 4.59 il parere è contrario. Sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sugli emendamenti Monchiero 4.58 e Segoni 4.60 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Rondini ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Sì, Presidente. Sull'emendamento Pellegrino 4.51 ci rimettiamo all'Assemblea; sull'emendamento Pellegrino 4.52 il parere è contrario; sugli emendamenti Zaratti 4.53, 4.54 e 4.50 ci rimettiamo all'Assemblea; sull'emendamento Sarro 4.61 il parere è contrario; sugli emendamenti Daga 4.55 e Segoni 4.56 il parere è favorevole; sull'emendamento Sarro 4.62 il parere è contrario; sugli emendamenti Daga 4.57 e Caparini 4.59 il parere è favorevole; sugli emendamenti Monchiero 4.58 e Segoni 4.60 il parere è favorevole.
Pag. 3PRESIDENTE. Manca il parere sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Assemblea.
PRESIDENTE. Quindi, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, vi rimettete all'Assemblea. Poi, sull'emendamento Monchiero 4.58 ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Monchiero 4.58 e Segoni 4.60 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Il Governo ? Immagino conforme al relatore per la maggioranza.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 4.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI. La ringrazio, signor Presidente. Questo articolo riveste una particolare importanza nell'economia della nostra discussione, in considerazione del fatto che su questo vi è stato un ampio dibattito, sia all'interno dalla Commissione, sia, per la verità, nel quadro più politico pubblico generale. In particolare, vi è un discrimine rispetto al quale noi abbiamo lavorato, che rimanda anche allo sviluppo che c’è stato all'interno dalla Commissione e che ha portato, poi, al ritiro di alcune firme da parte di alcune forze politiche.
In buona sostanza, vi è chi sostiene che il concetto di gestione pubblica dell'acqua possa essere ascritto esclusivamente ad una gestione attraverso una sola forma prevista dalla normativa, che è quella dell'azienda speciale interna alla pubblica amministrazione.
Noi riteniamo invece che, in ossequio, in ottemperanza, peraltro ai disposti della Commissione europea, alle direttive che l'Europa ha emanato sotto questo punto di vista, debba essere garantita una totale autonomia ai comuni, in quanto soggetti ai quali è attribuita la funzione e che, quindi, possano permanere tre soluzioni, tre forme giuridiche, che comunque garantiscono l'erogazione del servizio pubblico, che sono certamente l'azienda speciale, ma che sono anche le concessioni cosiddette in house, a società interamente pubbliche, oppure le concessioni attraverso procedure ad evidenza pubblica. Su questo vi è stato evidentemente un ampio dibattito, e noi riteniamo che l'elemento fondamentale debba essere, nel momento in cui si provvede alla concessione per la gestione del servizio idrico, la garanzia che vi sia una piena efficienza, che è il presupposto per garantire quei diritti di cittadinanza a cui la legge fa riferimento nei suoi capi fondamentali.
In altri termini, l'esperienza italiana ci ha consegnato situazioni nelle quali una gestione totalmente pubblica da parte di un soggetto di questa natura corrispondeva anche ad una efficienza non perfettamente cristallina, per così dire, non perfettamente lineare, e quindi riteniamo che si debba mantenere l'impianto attualmente previsto dalla normativa comunitaria, affidando anche all’Authority compiti specifici di verifica della qualità del servizio reso e di verifica degli investimenti da realizzarsi, anche in connessione con il piano industriale che le società di gestione presentano, proprio per garantire questo tipo di efficienza.
Rilevo che il permanere all'interno della legge, come confermato anche questa mattina dall'espressione della Commissione bilancio, di un fondo specifico di sostegno e di alimentazione degli investimenti pubblici in materia di infrastrutturazione idrica, consente di poter confermare una volta di più quei contenuti legati alla pubblicità del bene e alla pubblicità Pag. 4del servizio su cui l'Aula si è lungamente dibattuta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 4.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giuliani, Bianconi, Ragosta, Longo, Fragomeli, Rotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 316
Votanti 304
Astenuti 12
Maggioranza 153
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 232).
(I deputati D'Incecco, Piepoli e Vezzali hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 4.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Alla luce di quanto detto e affermato dall'onorevole Borghi sull'emendamento precedente e su quali erano le motivazioni per cui decidevano e hanno deciso di bocciarlo (quindi di non istituire il Fondo nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato), è chiaro che a questo punto, piano, piano, il velo di Maya sta cadendo.
Io mi auguro, invece, che su questo emendamento il Governo e anche i colleghi possano riflettere. Nel momento in cui noi chiediamo, con questo emendamento, che la gestione del servizio idrico integrato sia sottratta al principio della libera concorrenza e realizzata senza finalità lucrative, che persegua finalità di carattere sociale e ambientale, finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale e specialità nonché meccanismi tariffari, credo che si chiarisca da quale parte il Governo e la maggioranza vogliono stare. Quindi, dando parere negativo a questo emendamento, è evidente che si vuole fare attività lucrativa e dunque sovvertire il secondo quesito referendario dove era previsto che non ci fosse remuneratività dal capitale investito neanche nell'1 per cento del capitale. Quindi i cittadini lo avevano detto con chiarezza che non si deve fare profitto con l'acqua, perché l'acqua non è una merce, nemmeno nella sua gestione. Non ci deve essere la possibilità di mercificare attraverso l'acqua. Questo i cittadini l'hanno detto in maniera chiara e non l'hanno detto soltanto per quello che riguardava la gestione del servizio idrico, perché quel secondo quesito riguardava tutte le gestioni delle municipalizzate in Italia. È evidente che si vuole trasformare lo Stato in mercato. La cosa che veramente mi sconvolge di più è che lo faccia un partito che ha aderito nella fase finale purtroppo – è vero – al referendum sull'acqua e che invece, in questa circostanza, si sta allineando alle leggi del mercato. Spero veramente che almeno coloro che hanno votato quel referendum, quel secondo quesito referendario, oggi abbiano un minimo di sussulto e su questo emendamento votino a favore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 4.52, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Latronico, Burtone, Camani,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 340
Votanti 337
Astenuti 3
Maggioranza 169
Hanno votato sì 81
Hanno votato no 256).
(I deputati Di Salvo, Piepoli e Vezzali hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaratti 4.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Intervengo in assenza d'onorevole Zaratti che in questo momento è con la Commissione rifiuti a Viggiano. Voglio ricordarlo a tutti quanti che in questo momento la Commissione rifiuti si trova in una situazione critica del nostro Paese. Noi continuiamo invece a fare il servizio delle lobby perché anche in questo emendamento vi è il parere contrario da parte del Governo e da parte del relatore, a cui la maggioranza si uniformerà come ha fatto nell'emendamento precedente. Io voglio ricordare tutto ciò, perché c’è una grandissima distrazione da parte dei colleghi su un provvedimento che veramente riguarda tutti noi; l'acqua è un bene inequivocabilmente utile per tutti.
C’è un punto sostanziale di questo emendamento: si chiede che il servizio idrico integrato sia considerato servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, quindi bocciare ulteriormente questo emendamento fa capire che se ne vuole fare mercato. Non mi stancherò di ripeterlo, perché in quest'Aula deve rimanere agli atti che queste parole devono essere scritte come sulla pietra: da domani voi farete dell'acqua una merce (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI. Signor Presidente, penso che ci si debba incaricare di provare a parlare al di fuori degli slogan e un po’ più nel merito delle questioni, perché se lo facessimo, per esempio, ci accorgeremmo che il 70 per cento delle gestioni dell'acqua in Italia sono affidate attraverso le concessioni in house a società interamente di proprietà dei comuni; dire quindi che noi ci mettiamo al servizio delle lobby, significa dire una cosa rispetto alla quale non si sa esattamente il contenuto. Noi stiamo soltanto consentendo ai comuni di esercitare la loro autonomia di scelta politica, in rapporto alla volontà che essi hanno di erogare il servizio nei confronti dei cittadini. Esiste un diritto di cittadinanza che può essere garantito o attraverso le forme della concessione in house o attraverso le concessioni a gara o attraverso le aziende speciali: noi riteniamo che questo possa essere lo strumento attraverso il quale i comuni, nella loro autonomia, garantiscono il servizio. Dire che bisogna completamente re-internalizzare all'interno della pubblica amministrazione il servizio, significa dire due cose: primo, un grande favore ai privati, perché se noi approvassimo questo emendamento domani mattina Pantalone dovrebbe mettere mano al portafoglio e dare soldi per la liquidazione ai privati che fanno parte delle concessioni affidate a gara; verrebbero quindi dati i soldi pubblici a soggetti privati: esattamente l'inverso, collega Pellegrino, per l'eterogenesi dei fini, evidentemente di quanto lei ha sostenuto in questo concetto. Secondo, riporteremmo all'interno del perimetro della pubblica amministrazione questo servizio, con un evidente impatto sul rapporto del deficit, e credo anche con una conseguenza dal punto di vista dell'efficienza del servizio, perché significherebbe applicare la normativa in materia di pubblica amministrazione a soggetti che oggi, grazie alla loro natura di carattere privatistico, sono in grado di svolgere una funzione di efficienza oggettivamente migliore Pag. 6rispetto a un'applicazione molto rigida di strumenti che oggi hanno a disposizione i loro comuni. È quindi esattamente in senso opposto che noi riteniamo si debba consentire questo tipo di percorso: per garantire maggiore autonomia e maggiore efficienza, che è la premessa per l'erogazione di quel servizio pubblico che è diritto universalistico all'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, il discorso del collega che mi ha preceduto mi rimanda con la memoria al 1960-1961, quando si dovette procedere alla nazionalizzazione dell'energia elettrica: allora si difendeva il monopolio privato della produzione di energia elettrica esattamente con le stesse argomentazioni che il collega poc'anzi ha proferito. È evidente che anche allora fummo costretti a versare quattrini per l'espropriazione dell'Edison e di tutte le altre società – che poi erano pochissime, era un monopolio –, che operavano in questo settore; ma noi non possiamo affermare il principio che lo Stato non può riprendersi ciò che è suo soltanto perché, dato il sistema in cui ci troviamo, bisogna eventualmente pagare un corrispettivo a chi viene espropriato di un qualcosa che non doveva essere di quelle imprese. Questo è il punto essenziale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ! D'altra parte io non sono poi conoscitore della materia, ma basta andare a rileggersi i libri di Ernesto Rossi, Elettricità senza baroni, e ci troveremo ampiamente quanto ha detto il collega che mi ha preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Presidente, credo che nelle parole del collega Borghi ci sia molta ideologia, sostanzialmente: un'ideologia che dice che il privato è efficiente. Io vorrei invece stare ai fatti, perché il privato già gestisce il nostro servizio idrico, è in tutte le regioni, si chiama S.p.a. e sono le società che ormai conosciamo e abbiamo ripetuto anche in questo dibattito: c’è la multinazionale Suez, c’è ACEA, ci sono imprenditori famosi come Caltagirone ed altri; queste società gestiscono i nostri servizi idrici ormai quasi da dieci anni. Cosa hanno prodotto ? Hanno prodotto debito, hanno prodotto debito stratosferico: parliamo di 300 milioni di euro, parliamo di debiti in ogni regione, in ogni società; hanno prodotto sostanzialmente un'assenza di libero mercato.
Anche l'ideologia che si difende, che il privato è bello, in realtà è in malafede, perché probabilmente il privato è bello perché non si fa nessun concorso pubblico e quindi i lavoratori vengono assunti come gli amici degli amici, e abbiamo i soliti carrozzoni all'italiana. Ma quando si parla di libero mercato, c’è una truffa palese in questa dichiarazione, perché quando si affida una concessione ad una società mista, ad una società privata che gestisce il nostro servizio idrico, la concessione permette a quella società di essere affidataria di tutti gli appalti all'interno delle opere idriche, e quindi diventa un monopolio di fatto; però un monopolio privato che gestisce le risorse pubbliche, che quando si fanno le opere sulle reti idriche, quando si fanno le opere idriche, i soldi ce li mettono i cittadini... Ce li mettono due volte: prima con le bollette salatissime che vengono gestite per garantire il profitto ai privati che questo Governo ha reinserito con il decreto cosiddetto Madia; e oggi qui facciamo una pagliacciata all'interno di questo Parlamento mettendo l'espressione «bene comune», mettendo l'espressione «prioritariamente gestione pubblica», quando poi vedremo che a breve cancelleremo anche questo «prioritariamente», quindi l'ennesima farsa di questo Governo; e poi ci mettiamo i profitti ! Quindi quando garantiamo i profitti nella gestione Pag. 7dell'acqua c’è un unico interesse, che è quello degli azionisti e non dei cittadini: per questo quando parliamo di libero mercato, facciamo ideologia.
Io credo che tante persone stanno sopra i libri, guardano gli approfondimenti di alcuni giornali e trasmissioni televisive, e non stanno in strada, non stanno tra i cittadini, non stanno nelle case dei cittadini a parlare con queste persone, che ricevono un distacco del contatore da un giorno all'altro, semplicemente perché saltano delle bollette, semplicemente perché queste società si affidano a società private anche per mandare le bollette dell'acqua, e sono società private che non recapitano queste bollette, e si trovano il giorno dopo con distacchi. Sono tutti i malfunzionamenti del vostro sistema ! Sono vent'anni che governate questo Paese con delle ricette sbagliate per esso, e ogni volta ce le riproponete. Questa proposta di legge non fa altro che una fotografia dell'indecente gestione dell'acqua in questo Paese, che voi volete continuare a portare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 4.53, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore della Lega si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sandra Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 360
Votanti 347
Astenuti 13
Maggioranza 174
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 259).
(La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaratti 4.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, anche questo emendamento è omologo a quello precedente: chiede che il servizio idrico integrato sia considerato un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. A proposito di quanto detto allora nell'intervento dell'onorevole Borghi, siccome non avevo più possibilità di parlare sull'emendamento precedente, colgo l'occasione ora di rivolgermi a lui per il suo tramite.
Tutti ricorderanno quando l'onorevole Borghi, prima di diventare onorevole Borghi, era presidente dell'UNCEM. In quella sede, in quella circostanza, fece spesso delle dichiarazioni in linea con il patrimonio idrico e con il fatto che questo patrimonio idrico non potesse essere messo nelle mani di privati e, quindi, sosteneva che il servizio idrico non potesse fare reddito, remuneratività e, comunque, non ci fosse rilevanza economica. Questo ce lo ricordiamo tutti, perché lui aveva un ruolo di rilievo, un ruolo importante. Oggi, vorrei capire come mai ha cambiato completamente rotta; evidentemente, ciò accade quando ci si trova a dover sostenere un Governo che anziché pensare al bene dei cittadini pensa al bene delle multiutilities. E dire che non ci sono fondi in cassa per poter riacquistare le azioni che in questo momento sono in mano ai vari Caltagirone e così via – i nomi, ormai, li conosciamo tutti perché sono, come si dice, espliciti e trasparenti –, io credo che sia un modo di cambiare opinione quantomeno discutibile. Ebbene, noi riteniamo che sia indispensabile che attraverso il servizio idrico non si possa fare remuneratività e non si possano fare utili. Costituire il Fondo per poter riacquistare quelle azioni, io penso che sia il minimo che si possa fare per i cittadini e, forse, magari, cominciare ad accantonare, prelevando da quei sussidi alle fossili che ogni anno, invece, il nostro Governo mette da parte attraverso la Ragioneria di Stato, che corrispondono, Pag. 8a quanto pare, a 14,7 miliardi di euro all'anno. Noi abbiamo fatto una rilevazione e abbiamo visto che con un miliardo, bene o male, le azioni si possono anche riacquistare. Ma, evidentemente, non c’è interesse a riacquistarle, c’è volontà che questi signori continuino a fare il loro profitto, perché deve sapere, Presidente, che le azioni di queste multinazionali sono assolutamente interessanti, perché viaggiano intorno ai 50 centesimi. Non esiste nessuna Spa che ti dia un interesse così importante e così interessante. Anzi, io invito tutti i cittadini d'Italia, da domani, quando ci sarà il decreto-legge Madia attivo, a comprare azioni dell'acqua, perché sono a gettito continuo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Alle invettive personali noi non rispondiamo, avendo sostenuto con convinzione tutte le ragioni del nostro lavoro, sia in Commissione, sia in Aula. Però, vorrei che fosse chiaro ai colleghi, tramite lei, che alcune informazioni e il merito di questo emendamento non sono una scelta di opinione. Noi dobbiamo compiere delle scelte e scrivere delle norme che siano coerenti con il quadro comunitario, non possiamo appellarci a delle affermazioni di principio totalmente inapplicabili. Allora, la natura, la rilevanza economica del servizio idrico è prevista dall'ordinamento comunitario, è prevista dall'articolo 154 del codice dell'ambiente che ha recepito l'esito del referendum e, lo voglio ricordare, perché magari non tutti i colleghi hanno avuto modo di partecipare ai lavori della Commissione, la stessa Corte costituzionale nella sentenza n. 26 del 2011, quella che ha dichiarato l'ammissibilità del referendum abrogativo, ha affermato che la scomparsa del riferimento alla remunerazione del capitale investito non implica la perdita di rilevanza economica del servizio idrico, perché, affinché sussista la rilevanza economica, è richiesto unicamente che l'esercizio dell'attività avvenga con metodo economico, cioè in una prospettiva di recupero dei costi tramite i ricavi. Per questo motivo, noi, all'articolo 4, correggendo un errore che c'era nella proposta di legge iniziale, un contrasto con la normativa comunitaria, abbiamo previsto che il servizio idrico integrato per la propria natura, proprio in considerazione dell'importanza dell'acqua quale bene pubblico, come affermato negli articoli precedenti, di valore fondamentale per i cittadini, è un servizio pubblico locale di interesse economico generale, assicurato alla collettività.
Credo che sia utile avere chiaro questo quadro ed evitare di riportare la discussione su un terreno che è totalmente ideologico, ma che non trova nessun fondamento nella normativa comunitaria e nelle sentenze che più volte la Corte di cassazione ha espresso su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Allora, passiamo alla votazione. Colleghi, però, potete chiedere di intervenire anche mentre parla il collega precedente. Comunque, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente, se il dibattito diventa stimolante è chiaro che interveniamo e, in questo caso...
PRESIDENTE. Se cercate di stimolarvi qualche secondo prima, è meglio...
LUIGI GALLO. Lei è molto stimolante, continuiamo il dibattito. Quello che non è sicuramente vero è che, in pratica, l'Europa ci dice che noi, come Paesi sovrani, possiamo decidere quali sono i settori che non sono a rilevanza economica, perché crediamo che debbano essere particolarmente tutelati. Questo era uno di quei settori, secondo una politica che non è del MoVimento 5 Stelle, non è di altri partiti all'interno di questo Parlamento, ma che ha deciso il popolo sovrano italiano che si è espresso con 27 milioni di voti al referendum del 2011 e che ha detto: fuori i Pag. 9profitti dall'acqua e sì a una gestione pubblica dell'acqua. Lo ha detto per definire finalmente un recinto all'interno del quale individuare, almeno in questo Paese, un bene comune da tutelare e fuori dai profitti, perché la privatizzazione è arrivata talmente spinta in tutti i settori che tutti i cittadini comuni si sono resi conto che è ora di tutelare, almeno, una risorsa idrica essenziale per tutte le nostre vite e per lo stesso territorio, per la stessa natura del territorio.
PRESIDENTE. Il dibattito ha stimolato anche l'onorevole Sannicandro che chiede di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale. Ne ha facoltà.
Tra uno stimolo e l'altro, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'istituto di istruzione superiore «Alessandrini-Marino-Forti» di Teramo che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
Prego, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, prendo atto di quello che ha detto il collega del PD che mi ha preceduto – sì, va bene, non voglio fare nomi – quando ha chiarito che si sta consentendo ai comuni, se lo volessero, nella loro autonomia, di procedere alla privatizzazione del servizio e, quindi, a lucrare sulla sete. Qui, non dobbiamo girare intorno a formule giuridiche, metapolitiche e così via; qui, si sta decidendo se la sete può essere fonte di guadagno per qualcuno. Punto e basta. Questa è la questione e non si può nascondere questo sotto l'affermazione che si sta riconoscendo l'autonomia dei comuni e ci si ferma qui. Si sta riconoscendo l'autonomia dei comuni affinché essi possano scegliere che qualcuno possa lucrare sulla sete; questo è tutto.
Poi voglio aggiungere: quando fu nazionalizzata l'energia elettrica – nel 1962, se mal non ricordo; allora seguii molto bene questo dibattito, ero piuttosto giovane, quindi, piuttosto interessato a tante cose – e quando si fece questo dibattito ricordo che una delle cose che si dissero è che soltanto con la nazionalizzazione l'energia elettrica sarebbe arrivata nei comuni più sperduti delle montagne italiane e così avvenne, perché prima non c'era interesse a portare l'energia elettrica nel comunello di alta montagna (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 4.54, con il parere contrario di Commissione e Governo e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Adornato, Biasotti, Biancofiore, Di Salvo, Vecchio, Simoni, Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 375
Votanti 363
Astenuti 12
Maggioranza 182
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 268).
(Le deputate Galgano e Vezzali hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaratti 4.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento ricalca esattamente una porzione della proposta di legge così come è stata depositata nel 2014 per volontà del gruppo interparlamentare del MoVimento 5 Stelle, di una porzione del Partito Democratico, di Sinistra Ecologia Libertà-Sinistra Italiana e anche di una parte di quella che si chiamava all'epoca Scelta Civica, tant’è vero che l'onorevole Mario Sberna – io ci tengo a Pag. 10specificarlo –, nonostante il suo nome sia ancora stampato sulla proposta di legge, ha ritirato la sua firma.
Ebbene, questa è una porzione proprio identica come sottoscritta da 125 parlamentari (forse erano anche qualcuno di più). Questi parlamentari sono rimasti sottoscrittori di questa proposta di legge ed hanno sottoscritto sia quella che questa. Allora, io comprendo che si possa fare un cambiamento di opinione, ma che sia così radicale ancora mi è oscuro. Durante tutta la discussione in Commissione i colleghi del Partito Democratico hanno sempre detto che comunque rimaneva a capitale pubblico, sebbene rimanesse eventualmente una società per azioni ma, comunque, a capitale pubblico.
Allora, io mi chiedo per quale motivo questa porzione di proposta di legge sia stata stralciata nella prima parte e oggi viene dato nuovamente parere contrario. Dico ciò perché noi chiediamo – leggo soltanto un piccolo passo – che «(...) all'entrata in vigore della presente legge, se non decadute per contratto, sono trasformate, previo recesso del settore dell'acqua e scorporo del ramo d'azienda relativo in caso di gestione di una pluralità di servizi, in società a capitale interamente pubblico». Non è che diciamo che non deve essere una SpA, ma deve essere a capitale interamente pubblico. Se non si vuole nemmeno questo, è evidente che si vuole che ci sia il capitale privato all'interno di queste aziende. Ciò detto, mi devono spiegare per quale motivo in Commissione hanno sostenuto il capitale pubblico e oggi, quando siamo arrivati in Aula, si apre anche al capitale privato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, lei sa che sono abbastanza telegrafico. Voglio solo dire alla collega, che si danna da ieri nel dimostrare che qui si scrive «pubblico» ma si legge «privato», che quello che dice non è vero ma stravero, ma questa non è una novità per il Governo Renzi il quale sistematicamente dice una cosa e ne fa un'altra: qui riprivatizza l'acqua dicendo che la pubblicizza e ieri fa il discorso, che ha fatto al Senato, rispetto a quello che è poi, invece, il comportamento del Governo. È un comportamento omogeneo, completamente dissociato: le parole dalla realtà, le parole dai fatti. Abituatevi e vi arrabbierete meno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Prima si parlava della sentenza della Corte di cassazione, però qualcuno forse si è dimenticato della sentenza della Corte costituzionale in riferimento all'ammissione dei quesiti referendari del 2011 per quanto riguarda il discorso della remunerazione del capitale investito, dell'ingresso del privato nella gestione. La leggo testualmente (si tratta della sentenza n. 26 del 2011). In tale sentenza si dice che con il quesito referendario, «mediante l'eliminazione del riferimento al criterio dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, si persegue, chiaramente, la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell'acqua. Quindi, il quesito incorpora l'evidenza del fine intrinseco all'atto abrogativo, cioè la puntuale ratio che lo ispira». Più evidente di questo io non lo so. Quindi, dobbiamo capire di che cosa stiamo parlando.
I referendum parlavano chiaro, la Corte costituzionale si è espressa in maniera inequivocabile, quindi che si dica chiaramente se si vuole lucrare, se si vuole speculare sull'acqua.
In molte province è acceso il dibattito per quanto riguarda il processo di privatizzazione o di gestione mista pubblico-privata. Nella provincia di Brescia, per esempio, lo scorso ottobre l'assemblea dei sindaci bresciani ha votato favorevolmente alla futura gestione mista pubblica e privata dell'acqua. I sindaci si sono giustificati dicendo: non avevamo alternative perché servivano gli investimenti pubblici che non ci sono, perché il pubblico non riesce Pag. 11a dare garanzie di questo, perché abbiamo una sessantina di procedure di infrazione da parte dell'Europa per il problema dei depuratori, per il problema dell'efficienza della rete e del sistema idrico integrato e il rischio commissariamento da parte della regione. Per cui il rischio conseguente di un socio unico privato.
Ecco, con questa proposta di legge c'era veramente la possibilità di ripubblicizzare tutte le gestioni, di fare gli investimenti per finanziare il problema che ha la nostra rete idrica per le dispersioni, si sarebbero superate le sanzioni europee. Quindi, io con i miei colleghi bresciani abbiamo fatto un appello ai sindaci per fare pressione ai parlamentari del Partito Democratico, che avrebbe potuto in quel senso dire: sì, noi siamo per l'acqua pubblica, ma lo siamo veramente. Però si sono smentiti; si sono smentiti, perché firmano una proposta di legge e se la stravolgono da soli. Io ancora su questa cosa non ho avuto una risposta. Io chiedo in questo dibattito, in questa discussione, perché tutti i parlamentari che hanno firmato questa legge, che è una legge di un intergruppo, quindi che riguarda varie forze politiche e quindi anche il Partito Democratico, quelle stesse persone hanno firmato l'emendamento Borghi 6.1 che ha soppresso l'articolo 6, che prevedeva la ripubblicizzazione di tutte le gestioni del servizio idrico integrato, perché l'hanno sottoscritto. O si sono sbagliati prima, quando hanno firmato la legge, o si sono sbagliati dopo, quando hanno firmato questo emendamento. Io voglio capire, perché bisogna portare un po’ di verità, un po’ di onestà intellettuale in quest'Aula e basta con l'ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente, io sottoscrivo le poche parole di Bianconi perché in realtà noi possiamo capire il Governo Renzi, il nostro Presidente del Consiglio, semplicemente anche andando su una pagina online del sito di Publiacqua Spa, cioè la società che gestisce l'acqua a Firenze. Se andate su quel sito c’è una bella pagina celeste, ci sono disegni di bambini, proprio a dimostrare la bellezza dell'acqua, e anche lo stesso nome Publiacqua ti fa pensare che sia una gestione pubblica dell'acqua. Poi vai a vedere, è una Spa, c’è dentro ACEA, c’è dentro Caltagirone. Basta avere in questo Paese solo un po’ di curiosità, i cittadini, se hanno un po’ di curiosità e vanno sul link «azienda», vanno sul link «bilanci» e incominciano a spulciare, vedono la truffa quotidiana di questo Governo e del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, ai colleghi che giustificavano la scelta che stanno operando in danno della pubblicizzazione dell'acqua, voglio porre una domanda: se quello che noi vorremmo fare, quello che noi proponiamo, è in contrasto con le direttive europee, perché mai la Corte costituzionale avrebbe dovuto ammettere il referendum ? Non lo dovrebbe ammette per ragioni radicali, invece non è così; non solo, ma c’è qualcuno qui che ci ha invitato ad entrare nel merito degli emendamenti. Io, invece, invito coloro i quali ciò hanno detto, ad entrare nel merito, o meglio a leggere l'articolo 4 del testo della Commissione, laddove è scritto esattamente il contrario di quanto è stato detto qui in quest'Aula a proposito delle direttive europee.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 4.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.Pag. 12
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Peluffo, Speranza, Gadda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 369
Astenuti 14
Maggioranza 185
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 272).
(Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 4.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Signor Presidente, questo emendamento, che potrebbe apparire semplicemente come correttivo di una formulazione, in realtà ci spinge ad una riflessione proprio sulla tecnica che è stata seguita nella formulazione degli articoli di questo provvedimento, perché il riferimento ai due provvedimenti dell'ordinamento comunitario, sui quali troverebbe poi fondamento la definizione del servizio idrico così come enunciata nel comma 1 punto dell'articolo 4, a nostro avviso, più propriamente avrebbero dovuto trovare sede, al limite, nella relazione di accompagnamento al testo legislativo, perché la definizione più netta è, più sintetica è, più facilmente e agevolmente applicabile è.
Inoltre, come accaduto anche in altre occasioni – precedentemente lo abbiamo visto nell'esame dell'articolo 2 e dell'articolo 3 –, il richiamo di dettaglio ad alcune previsioni – in questo caso, del Parlamento europeo e del Consiglio – rischiano di tradursi poi in un limite futuro, laddove invece, come sappiamo, il nostro ordinamento rispetto a quello comunitario si ritrae per principio e quindi tutte le evoluzioni e le modifiche dei testi trovano ingresso. Una limitazione di questo tipo rischia di creare delle inutili complicanze interpretative.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, voglio richiamare l'attenzione dei colleghi sulla differenza tra il testo della proposta di legge e il testo uscito dalla Commissione.
L'articolo 4, princìpi relativi alla gestione del servizio idrico, fa riferimento chiaramente all'articolo 43 della Costituzione, e dice: «Tenuto conto dell'esigenza di tutelare il pubblico interesse allo svolgimento di un servizio essenziale in situazione di monopolio naturale ai sensi dell'articolo 43 della Costituzione, il servizio idrico integrato è considerato servizio pubblico locale privo di rilevanza economica». Poi dopo, con il testo che, invece, la Commissione ha adottato, si cerca di ridimensionare questa chiara affermazione e questo la dice lunga sugli intenti di coloro i quali in Commissione hanno proposto la modifica dal testo originario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 4.61, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giuliani, Nicchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 381
Astenuti 2
Maggioranza 191
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 257).
(Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Pag. 13 Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 4.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Signor Presidente, con questo emendamento noi vogliamo sopprimere il comma 2, dell'articolo 4, che a sua volta ha completamente distrutto il comma 2 della proposta d'iniziativa popolare, un comma 2 molto semplice, che diceva: la gestione del servizio idrico integrato è sottratta al principio della libera concorrenza ed è realizzata senza finalità lucrative, persegue finalità di carattere sociale e ambientale ed è finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale specifica, nonché meccanismi tariffari.
Quindi, in poche parole, questo comma rientrava in maniera totale nel sentimento che si è creato durante il referendum dell'acqua pubblica, perché già prima – alcuni miei colleghi mi hanno anticipato – in quell'anno, durante il referendum dell'acqua pubblica, era logico, sì possiamo stare qui a discutere i vari quesiti, fare gli azzeccagarbugli sui vari quesiti, ma anche la Corte costituzionale ci ha dato ragione, semplicemente gli italiani si sono espressi per avere una gestione pubblica dell'acqua, considerando l'acqua come un bene vitale.
Quando parlo di acqua come bene vitale, mi rendo conto di come ci sfugga il valore intrinseco dell'acqua. C’è un corto che parla proprio dell'aria come acqua; nessuno di noi ci ha mai pensato. Oggi l'acqua appunto viene venduta, viene inserita in regole di mercato; che cosa accadrebbe se la stessa cosa avvenisse per l'aria ? Tutto questo magari, oggi come oggi, non ci viene in mente, perché l'aria appunto non passa tramite delle condotte, l'aria non viene venduta in bottiglietta, ma cosa accadrebbe domani se l'aria venisse sottoposta allo stesso trattamento che l'acqua sta subendo oggi ? Ci sarebbe un'insurrezione popolare. Ci togliete l'aria ? L'aria ci serve per respirare, anche l'acqua ci serve per vivere. Quindi semplicemente è un raggiro più bieco quello che è stato fatto con l'acqua, perché immediatamente non ci rendiamo conto del vero valore di questo bene e quello che sta accadendo con questa proposta di legge, con le modifiche che sono state fatte in Commissione ambiente, è proprio questo.
Immaginatevi se l'acqua fosse come l'aria, cioè se quello che sta subendo l'acqua avvenisse all'aria ? Ognuno di voi già adesso direbbe: ma è impossibile. Ma potrebbe accadere nel prossimo futuro.
Quindi semplicemente noi chiediamo di ritornare a quel concetto iniziale. Veramente, quando parliamo di acqua come bene essenziale, non è una propaganda, non è uno spot: stiamo semplicemente ritornando a dei concetti basilari del nostro vivere, invece continuiamo a vedere come si insiste – infatti come l'articolo 2 è stato modificato inserendo di nuovo il decreto legislativo del 2006, quindi la procedura in house, una procedura che darà la possibilità ai privati di lucrare su un bene, come vi dicevo, che è equiparabile all'aria – e quindi ci ritroviamo di nuovo di fronte a questa volontà di lucrare su un bene. Se oggi io vi dicessi che qualcuno vuole lucrare sull'aria – a parte che con l'inquinamento che c’è, già si fa –, oggi voi mi prendereste per pazzo. L'acqua è la stessa e identica cosa, eppure siamo ancora qui a discuterne, a discutere del referendum, a discutere di questa proposta di legge, che è uno scempio e che veramente dovrebbe essere messa alla berlina da qualsiasi corte dei diritti dell'uomo e però continuiamo qui a perder tempo.
Quindi, tornate indietro, lasciate perdere la privatizzazione, lasciate perdere i guadagni su un bene come l'acqua che, vi ricordo, deve essere equiparata all'aria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, colleghe e colleghi, il collega Bianconi poco fa, in un intervento molto acuto, come sempre, ha illuminato la distanza, la contraddizione, un tempo si sarebbe detto «la doppiezza» della sinistra o della sinistra Pag. 14che oggi è al Governo, che oggi parla magari bene per i miei gusti liberali, ma molto spesso ha parlato e ha agito in modo diverso. Io non dimentico gli argomenti che la gran parte di coloro che anche oggi sono al Governo usarono in occasione della campagna referendaria del 2011, in uno sciagurato referendum. Parla un amico dello strumento referendario, ma quello fu a mio avviso un referendum che commise un grave errore contro il mercato, contro una possibilità di apertura al libero mercato.
Io vorrei cogliere l'occasione, in pochissimi minuti, per una riflessione di carattere generale, politica e, vorrei dire, culturale. La signora Thatcher diceva: «se non si sta in piedi sui principi, non si sta in piedi». E vorrei dire ai colleghi – che molto rispetto – di Sinistra Italiana e del MoVimento 5 Stelle, ai colleghi che, con grande buona fede, sostengono tesi lontane dalle mie sull'acqua pubblica, sui beni pubblici – ho sentito anche parlare di diritti umani che sarebbero in causa – vorrei dire a questi colleghi che, mentre non condivido naturalmente le loro opinioni, riconosco in toto la loro buona fede. Chiederei, però, il viceversa: chiederei un esercizio culturale di rispetto reciproco. Non è possibile in questo Paese che chi sostiene la tesi della pubblicizzazione di tutto, abbia con ciò la casacca della bontà, e chi, invece, sostiene la tesi del mercato, sia, per ciò stesso, un corrotto e sporco speculatore.
Vengo allora al merito, colleghi, e dico perché non sono d'accordo con i colleghi di Sinistra Italiana e con i colleghi grillini: questa vostra esaltazione, vorrei dire, da feticismo del pubblico – beni pubblici, acqua pubblica, tutto pubblico – culturalmente mi riporta alla Bulgaria degli anni Settanta, a un sistema di centralizzazione e di pianificazione economica che non ha funzionato. Ognuno ha i suoi gusti, ognuno ha i suoi libri sullo scaffale, ognuno ha la sua giovinezza, ma quel sistema, che a voi piace, non può tornare. E non è sbagliato solo in teoria – e chiudo, signor Presidente –, è sbagliato anche in pratica: oggi il compito dello Stato e dei soggetti pubblici può essere quello di regolare, di controllare, ma non può essere quello della gestione diretta. Altrimenti con quale coerenza, poi, criticherete quelle municipalizzate, quei carrozzoni pubblici, che sono l'ultimo pezzo di socialismo reale nel sistema economico italiano, con gli amici dei partiti, con la mangiatoia dei partiti di sinistra, di destra, di centro, eccetera, che ancora usano quello strumento per alterare il mercato e per offrire cattivi servizi a prezzi elevati ai cittadini ?
Allora, smettiamola con gli schemini e con la fissità ideologica del passato. Se vogliamo fare una cosa seria, al di là di questo provvedimento, il principio è su tutto quello della gara – della gara ! – tra i soggetti che sono in campo, tra chi offre i servizi migliori ai cittadini, ma basta con il feticismo del pubblico e la demonizzazione del privato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Voglio solo ribadire, rispondere al collega Frusone, che mi ha molto colpito col suo intervento, e spero con questa informazione che do oggi, rispetto all'articolo di giornale che è girato qualche mese fa, di non dare un'idea al collega Borghi e, soprattutto, alle persone che rappresenta: qualche mese fa si è parlato della qualità dell'aria in Cina, si è parlato di 900 microgrammi per litro di ppm, insomma della qualità dell'aria drammatica e sul fatto che fosse irrespirabile. Ecco, l'aria imbottigliata e privatizzata è in realtà già, appunto, realtà: per 24 dollari si comprano 7,5 litri di aria di qualità e, quindi, oggi la nuova frontiera della privatizzazione è già in atto in altri Paesi. Spero di non darvi delle buone idee per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.
Pag. 15 TIZIANA CIPRINI. Con l'acqua pubblica, le multinazionali ci hanno fatto i miliardi: questa è la storia dell'acqua Rocchetta e del comune di Gualdo Tadino, che, nel 1976, con una delibera aveva sottratto 2 mila ettari di terreno alla comunanza agraria, terreno ove sgorgano le sorgenti; ebbene, svenduti i beni comuni per quattro spiccioli: 1.000 euro all'anno, contro i 50 milioni di euro che la multinazionale spende in pubblicità.
Ebbene, ora una sentenza ha restituito questi terreni alla comunanza agraria, cioè ai cittadini. Adesso saranno in molti tra i politici locali che se la faranno addosso, di «plin plin». Vogliamo i responsabili ! Al riguardo c’è una mia interrogazione al Ministro dell'ambiente, che attende di essere risposta dal 28 ottobre 2015 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Siamo ben consapevoli, colleghi, che siamo in una società capitalistica e, come è noto, in una società tutti i beni possono essere merce, come anche tutti i beni possono essere ritenuti essenziali: la storia ci ha dato vari esempi a questo proposito.
Ma noi siamo in una società capitalistica e ritengo giusto dire che in una società capitalistica sarebbe meglio attuare il principio di libera concorrenza e non quello di monopolio. Ma qui non stiamo discutendo di questo, non c’è nessun feticismo. Noi diciamo soltanto che al mercato non può essere affidato tutto, ci sono delle cose essenziali, dei beni essenziali, che non possono essere attribuiti al mercato. Quindi nessun feticismo, ripeto, nessun ideologismo, ma una scelta concreta per la salute e il benessere dei cittadini: questa è la nostra posizione. D'altra parte, basta ascoltare la collega Serena Pellegrino, la quale a proposito della ripubblicizzazione ha parlato di acquisto delle quote azionarie delle società. E vi sembra una rivoluzionaria ? Io avrei parlato di esproprio, ma lei dice «acquisto delle società»: è chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Non descrivete il MoVimento 5 Stelle per quel che non è: gli stalinisti e gli statalisti in questo Parlamento sono altri, noi ci tagliamo gli stipendi e sosteniamo l'impresa privata con il nostro taglio degli stipendi: sia chiaro ! Arrabbiatevi, ma tagliatevi gli stipendi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Però, crediamo che la gestione dell'acqua debba restare pubblica, che uno Stato serio debba investire nell'istruzione pubblica, che uno Stato serio debba investire nella sanità pubblica, ma questo che cosa c'entra con il discorso che noi pensiamo che lo statalismo possa essere la soluzione per tutti i mali ? Assolutamente no ! Esiste il mercato, ma esiste una politica che non può essere schiava del mercato: è questo il concetto ! Esistono le lobby in questo Palazzo, certo: il PD ci sguazza ogni giorno con le lobby (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Noi con le lobby ci vogliamo parlare, ma non vogliamo che le lobby facciano la politica di questo Paese ! È un discorso totalmente diverso, quindi, per cortesia, non descrivete il MoVimento 5 Stelle per quel che non è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, qua si sta parlando di statalismo e di privatizzazioni come se servissero a risolvere i problemi. Io voglio ricordare un episodio che è successo recentemente: vi ricordate l’hashtag #messinasenzacqua ? Non so se ve lo ricordate. Bene, in quel caso, mio caro, c'era l'acqua dell'Alcantara che era Pag. 16gestita da Siciliacque ed è tuttora gestita da Siciliacque, che è una Spa, che è per il 25 per cento della regione siciliana – ed è una vergogna –, ma il 75 per cento è a capitale privato. Questo 75 per cento ha deciso che quell'acqua dovesse costare troppo per il comune di Messina, così eravamo nel paradosso in cui mentre c'erano le tubature rotte, l'acqua dell'Alcantara, che poteva arrivare a Messina, veniva versata nel torrente, perché Messina non aveva i soldi per comprare anche quell'acqua ! Quindi, se l'acqua fosse pubblica, a quest'ora quell'emergenza sarebbe stata mitigata, e invece non è stato così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Stiamo cercando in tutti i modi di farvi capire che questa proposta di legge, così per come è stata stravolta in Commissione, non va affatto bene. Persino il Comitato per l'acqua bene comune ha ritirato simbolicamente le proprie firme, perché dobbiamo ricordarci che questa proposta di legge si ispira sostanzialmente alle leggi di iniziativa popolare di questi Comitati che, nel 2007, raccolsero oltre 400 mila firme per una legge di iniziativa popolare.
Quello che io vi chiedo è se non viene nemmeno lontanamente il dubbio che, forse, avete sbagliato qualcosa e c’è qualcosa che non va. Se ve lo stiamo dicendo in tutte le lingue, che così non va, e persino il Comitato promotore di questa legge di iniziativa popolare ha ritirato simbolicamente le firme, dovreste forse farci qualche ragionamento sopra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Intervengo sollecitata dall'intervento dell'onorevole Capezzone: sicuramente tutti sanno che non sono una grande rivoluzionaria, di quelle dove lo statalismo è per forza, in tutti i modi e a tutti i costi, però certamente, per quello che riguarda il bene acqua, deve essere gestito dal pubblico, anche se al suo interno, onorevole Capezzone, purtroppo, ci possono anche essere esempi di gestione corrotta, però non è che perché, siccome il Parlamento in questi settant'anni ha avuto, purtroppo, degli onorevoli che non si sono proprio «stigmatizzati» per qualcosa di positivo, dobbiamo buttar via tutto il Parlamento.
Io credo che le istituzioni siano da salvaguardare, che lo Stato sia da salvaguardare, che deve essere tenuto pulito, diciamo così, ma che è indispensabile che lo Stato faccia il suo, e salvaguardi il bene dei cittadini. Non possiamo delegarlo senz'altro ai privati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO. Grazie Presidente. Abbiamo ascoltato poco fa l'onorevole Di Battista sostenere che il MoVimento 5 Stelle sostiene l'impresa privata. Mi permetta, Presidente, ma credo che sia chiaro a tutti gli italiani, oltre che a questo Parlamento, che l'unica impresa privata che sostiene il MoVimento 5 Stelle ha sede a Milano, è la centrale dalla quale escono e arrivano le disposizioni politiche ai parlamentari dei 5 Stelle, e aggiungo anche ai candidati del MoVimento 5 Stelle nelle principali città italiane. E lo dico Presidente, questo sia chiaro, nel pieno rispetto della memoria del fondatore di quell'azienda che noi tutti, me compreso, hanno onorato in occasione della sua scomparsa.
Tuttavia, questo non deve impedirci, visto che parliamo di impresa privata, di ricordare il conflitto di interesse che rappresenta la condizione nella quale si muove il MoVimento 5 Stelle e aggiungere che, se davvero si tenesse al bene dell'impresa privata, in questo Parlamento, si sarebbero sostenuti i provvedimenti legislativi Pag. 17che questa maggioranza ha adottato per ridurre la pressione fiscale sull'impresa privata e per riformare il mercato del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Prego i colleghi di attenersi al tema. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Io rimango sempre stupito quando questo Parlamento non accetta le decisioni del popolo sovrano. Qui si tratta di essere o meno una democrazia matura. Il popolo italiano si è espresso ha dato due indicazioni importanti, ha detto: fuori i profitti dall'acqua e una gestione pubblica dell'acqua. Sarebbe necessario che il Parlamento rappresentante del popolo sovrano secondo la Costituzione seguisse un'indicazione forte data dal popolo. Questo perché, in pratica, il cittadino si è accorto (e non è che il cittadino è contro l'impresa privata o è uno statalista) che la corsa alla privatizzazione di tutti i beni forse è stata un'accelerazione esagerata, forse andavano inseriti dei recinti, dei paletti, in cui difendere dei beni. Oggi in Italia è rimasto il 95 per cento della scuola pubblica, e quindi c’è un 5 per cento di privato, ed è rimasta l'acqua come un soggetto che ancora i cittadini considerano inalienabile sia alla fonte, nel bene in sé, sia nella propria gestione. Quindi, chiediamo semplicemente un rispetto dei cittadini in questo Parlamento, e non delle solite lobby, «quartierini», clan, a cui risponde il Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Io vorrei ricordare a quest'Aula che questa proposta di legge nasce dal fatto che lo stesso Parlamento ha ignorato per anni la volontà popolare espressa da 27 milioni di persone. Quindi non si tratta, come ho sentito con un dibattito abbastanza stantio, di ragionare su una questione ideologica, di verificare se la gestione in passato effettuata da enti pubblici sia stata più o meno efficiente, a causa del fatto che i partiti usavano quelle aziende pubbliche come «poltronificio», come «stipendificio», come macchina del consenso. No, qui non stiamo parlando di questo, non stiamo parlando neanche del fatto che dobbiamo dare seguito a un referendum perché nel referendum stava scritto che in qualche modo bisognava assicurare alla popolazione il quantitativo minimo vitale. No, qui stiamo semplicemente provando a dare seguito alla volontà del popolo, come rappresentanti del popolo italiano. Questo ci prescrive la Costituzione e questo dovremmo fare se seguiamo la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fico. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie Presidente. La storia dell'acqua va avanti da troppo tempo in questo Paese e il Partito Democratico e la sinistra sono diventati i principali privatizzatori del bene che è l'acqua pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Io mi ricordo benissimo – mi ricordo benissimo ! – quando facevamo queste lotte in Campania, e allora, all'epoca, c'era Antonio Bassolino, che ancora oggi è nel nell'area del PD napoletano, che faceva una battaglia per privatizzare l'acqua. Ci riunimmo con il famoso ATO 2 di Napoli e con i comitati riuscimmo a far ritirare la delibera che dava il via alla privatizzazione dell'acqua. E fu una grandissima vittoria per tutti i comitati cittadini che volevano mantenere l'acqua pubblica. Il giorno dopo Bassolino sul suo blog, Bassolino.it, disse: abbiamo vinto la battaglia per l'acqua pubblica. Diciamo che questo siete voi: mentite sapendo di mentire, come ha fatto da poco il vostro sodale Romano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Invito a rivolgersi alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie Presidente. Mi rivolgo a lei, come tramite, per portare il mio pensiero al collega Capezzone, difensore e fautore dell'iperliberismo cronico a cui è deputato il nostro Paese. Presidente, dire che difendendo l'acqua pubblica si va a fare gli interessi delle mangiatoie delle municipalizzate veramente vuol dire non avere rispetto verso il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che porta un altro pensiero. Noi diciamo innanzitutto che ci vuole onestà nella gestione di qualsiasi cosa pubblica. Poi direi di abbassare il sipario una volta per tutte, da parte della destra e della sinistra. Abbassate il sipario e fate vedere che voi create i problemi, e non risolvete i problemi, per dare la possibilità al privato di intervenire e specularci sopra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non avete fatto un piano energetico serio e date da mangiare ai petrolieri, sempre che diano poi i subappalti ai vostri amici. Non risolvete il problema del gioco d'azzardo perché dite che c’è il gioco illegale e favorite i grandi concessionari e la stessa cosa fate con i trasporti; lo fate in ogni settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Grazie Presidente. Il MoVimento 5 Stelle ovviamente non è contro le aziende private. Il MoVimento 5 Stelle sa benissimo, come sanno tutti i cittadini, che questa cattiva gestione della cosa pubblica viene utilizzata come motivo, come giustificazione, per privatizzare tutto. Questa privatizzazione non porta a nulla di buono in questo Paese, perché ovviamente i costi lievitano e i servizi peggiorano per i cittadini quando si privatizza il servizio. Ne abbiamo tanti esempi, purtroppo, e questo si ripercuote ovviamente sul cittadino. Quello che vogliamo fare in questa Aula è rendere di nuovo pubblica la gestione dell'acqua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Grazie Presidente. Noi vogliamo che l'acqua ridiventi pubblica come lo chiedono i cittadini, vogliamo che resti italiana e vogliamo che sia pulita. Dico questo perché voglio portare un esempio a tal riguardo: in Sicilia, in particolare a Siracusa, l'acqua è in mano a privati stranieri. Stiamo parlando di due aziende, una spagnola e una maltese, e la prima, tra l'altro, si avvale della consulenza dell'ingegnere Marotta che, assieme al democristiano Foti, è stato arrestato per estorsione. Ecco perché voglio sottolineare che l'acqua deve rimanere pubblica e dobbiamo togliere il malaffare dalla gestione dell'acqua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Grazie, Presidente. Anch'io sono dell'idea che la privatizzazione è stata un fallimento. Infatti, se parliamo di gestori unici, ci possiamo riferire come esempio a Caltanissetta, una città della Sicilia. Dove il gestore unico Caltaqua, nonostante i magistrati abbiano evidenziato dei valori altamente inquinati e tracce di metalli pesanti nelle acque correnti del capoluogo, continua a fare un po’ come crede.
Noi, con il MoVimento 5 Stelle di Caltanissetta, siamo addirittura riusciti a scovare un'ingiustizia, perché Caltaqua fa pagare un canone di depurazione nonostante la depurazione non avvenga e ci sono delle somme molto elevate. Non stiamo parlando di pochi spiccioli: si parla Pag. 19di 8.000 euro per un singolo cittadino e fino a 12.000 euro per un intero condominio. E sorvoliamo, perché sarebbe un discorso molto più lungo di un minuto, sul fatto che Caltaqua adesso è inserita, pare sia inserita, in un'indagine che sta coinvolgendo un giro di tangenti a Caltanissetta. Quindi, questa è la prova evidente che la privatizzazione non funziona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CLAUDIO COMINARDI. Presidente...
PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, su che cosa chiede di parlare ? Lei è già intervenuto su questo, onorevole Cominardi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCÀ. Presidente, intervengo per porre l'attenzione su un caso, che molto spesso capita nelle aziende di servizio idrico. Succede che queste vengono portate quasi in bancarotta; e ne porto un esempio: GSP di Belluno, in provincia di Belluno, dell'ATO. Vengono portate ad un debito di 86 milioni di euro, come appunto nel caso della GSP, in modo tale da far sembrare che la gestione pubblica del servizio dell'acqua sia una gestione fallimentare. Di fatto non è tanto fallimentare la gestione dell'acqua, ma chi la gestisce, che poi sono spesso e volentieri, i sindaci che rappresentano un partito di maggioranza all'interno del Governo, il Partito Democratico. Questa azienda, la GSP, aveva 86 milioni di euro di debito; vi è una popolazione nella provincia di Belluno di 200 mila abitanti, quindi facciamo presto a fare i conti; oggi il debito è disceso, attraverso un innalzamento enorme delle bollette dell'acqua e dei servizi idrici, sui 50-55 milioni di euro. Questo per dimostrare come vi è la volontà di far fallire il pubblico per lasciare la possibilità di avere l'inserimento da parte del privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 4.55, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lainati, Tidei, Borghesi, Grimoldi, Di Stefano, Lombardi, Pastorino, Vezzali, Giammanco, Rostellato, Luigi Gallo, Allasia, Invernizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 4.56, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Carbone, Nesci, Marzana, Occhiuto, Burtone, Nicchi, Pastorino, Gagnarli, Rabino, Oliaro, Librandi, Del Grosso, Longo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 280).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 4.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Presidente, l'emendamento mirava a sopprimere integralmente la lettera a) del comma 3, perché fissa una graduazione, e quindi anche un obbligo di preventivo affidamento diretto, a favore di società interamente pubbliche.
Questo avrebbe creato una discriminazione rispetto agli altri operatori del mercato, e soprattutto nei confronti di società a partecipazione mista; però, devo dire che l'emendamento successivo, 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che riformula l’incipit della lettera a) del comma 3, è ampiamente satisfattorio da questo punto di vista, per cui annuncio il ritiro dell'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 4.57.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 4.57, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
De Lorenzis, Leva...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 4.59, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capezzone, Adornato, Piepoli, Ciprini, Carbone, Vico, Tartaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 383
Astenuti 9
Maggioranza 192
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 345).
(Le deputate Pellegrino e Bossa hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Presidente, qui l'ultima maschera del Partito Democratico viene giù, perché fino adesso ha sostenuto in tutte le TV, in tutte le interviste che abbiamo potuto vedere, che sostanzialmente il PD avanzava con questa proposta di legge finalmente una via prioritaria per la gestione pubblica. Infatti, tutta la comunicazione del Partito Democratico era fondata su questa espressione, all'interno della proposta di legge: che si assegnavano in via prioritaria in gestione pubblica le risorse idriche.
Ora che cosa succede ? Che lo stesso Governo, la stessa Commissione bilancio dicono: guardate che la via prioritaria non va bene, perché noi intanto abbiamo fatto un decreto cosiddetto Madia che stabilisce che bisogna dare profitti sull'acqua e, quindi, bisogna tutelare le aziende private, cioè bisogna affidare alle aziende private; nel frattempo abbiamo tolto risorse ai comuni, e quindi li abbiamo messi in difficoltà; però, abbiamo regalato loro un bonus se vendono le proprie quote alle società private. Nel frattempo abbiamo posto tutti questi meccanismi in campo, come Governo, e voi che fate ? Mettete nella legge «in via prioritaria» ? Siete impazziti ! Togliete anche questo.Pag. 21
L'ultima maschera che aveva indossato il Partito Democratico in difesa della gestione pubblica cade completamente con questo emendamento della Commissione bilancio: non c’è più vergogna, non c’è più niente che nasconda le vergogne del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Presidente, questo emendamento, così come voluto dalla Commissione bilancio, di fatto fa cascare proprio completamente il velo, e fa cadere purtroppo anche l'unico obiettivo che aveva il Partito Democratico, di fare una sorta di medio proporzionale tra la volontà dei cittadini e la volontà del Governo. Ovvero, di fatto il Partito Democratico si affidava all'espressione «in via prioritaria», e quindi diceva: comunque faremo una Spa, facciamo il capitale privato, facciamo tutto quello che vuoi, Governo, però almeno dammi la possibilità che sia fatta in via prioritaria la gestione statale, ovvero quella che abbia il capitale pubblico.
Ebbene, su questo noi abbiamo fatto una battaglia in Commissione e abbiamo detto che, comunque, quel «prioritariamente» sarebbe stato, comunque, troppo poco e che avrebbe messo il Partito Democratico nelle condizioni di scontentare sia i cittadini che il Governo.
Oggi, è evidente che, purtroppo, per quanto riguarda i deputati del Partito Democratico, che io stimo, perché, di fatto, hanno cercato di trovare la proporzionalità tra le due posizioni, ritengo che forse sarebbe stato meglio, a questo punto, se avessero portato avanti la tesi dei cittadini e la volontà dei cittadini e si fossero messi in contrasto chiaro con il Governo, per far capire che il Parlamento ha una committenza, passatemi questa parola, che è il popolo sovrano, mentre il Governo ha un'altra committenza che sono le multiutilities; tant’è vero che nella proposta della Commissione bilancio cancella anche quell'unica possibilità che, ieri, la Commissione, col Comitato dei nove, aveva portato avanti, ovvero passare dalla via prioritaria, alla via preferenziale.
Allora, è evidente che, comunque, a questo Governo nemmeno la via preferenziale è sufficiente, vuole andare diretto sulla corsia di sorpasso e superare tutti quanti.
Allora, io dico una cosa: l'acquedotto di Napoli, cosiddetto ABC, non fa utili al 31-12, ma fa un attivo di gestione, perché l'acquedotto di Napoli – e moltissimi parlamentari della maggioranza sono napoletani, compreso il nostro relatore di maggioranza di questa legge – è a totale gestione pubblica, è un ente pubblico e fa un attivo di gestione di oltre il 6 per cento che, commisurato in termini di euro, è pari a sei milioni che ritornano nelle casse dei cittadini e vengono reinvestiti per il bene dei cittadini nel servizio idrico.
Io credo che, dopo un'iniziativa di questo tipo – dove si passa, invece, a un sistema in cui l'affidamento può avvenire anche in via diretta a favore del pubblico e del privato – l'acquedotto di Napoli sia a rischio. Perché dopo il decreto Madia che, sicuramente è in difformità con il secondo quesito referendario – e mi auguro che la Corte costituzionale dia lo stop, come ha fatto nel 2011 a Berlusconi, che ha cercato di ripristinare la remunerazione del capitale investito –, in questa circostanza, il rischio che l'acquedotto di Napoli possa non essere più a gestione pubblica e, quindi, questi sei milioni non possano ritornare ai cittadini, diventa un gustoso piatto ricco, dove ACEA e tutti coloro che hanno il capitale privato investito andranno a mangiare di quel pane molto buono che si chiama «acqua bene comune» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, ritorniamo in Aula, oggi, sempre sulla solita Pag. 22visione diversa e differente tra le varie sensibilità sul problema della gestione dell'acqua.
Io ritengo che legittimamente ognuno possa esprimere le proprie opinioni. I Conservatori e Riformisti sono dell'opinione che questo servizio pubblico, come altri servizi pubblici, per avere una maggiore efficienza, efficacia, sia in termini di ottimizzazione dei costi, sia in termini di servizi nei confronti dei cittadini – nulla esclude che possa essere a gestione pubblica – debba passare attraverso regolari procedure di gara di evidenza pubblica, poiché si ritiene che questa determinazione possa confluire in un contesto di maggiore efficienza. Sarà, la mia, condizionata, ma chissà quante altre ce ne sono di queste situazioni: dalla gestione dell'acquedotto pugliese che, da sempre, come al solito, è risaputo, dà più da mangiare che da bere; è una gestione fallimentare, una gestione di parassiti, una gestione di corruzione, una gestione di clientele, come avviene dappertutto.
E noi riteniamo di dover dare un segnale in riferimento a questo, perché di questo si tratta, fintanto che nel contesto della parte pubblica non avviene una moralizzazione di comportamento etico, vero, contro la corruzione, contro le clientele nella gestione pubblica. Perché non è che ci dobbiamo nascondere davanti a queste cose, non c’è altra strada che non sia quella di seguire una diretta concorrenza.
Sul tema specifico, qui, si scagliano contro i cittadini italiani, non contro la Commissione bilancio, perché se la Commissione bilancio ha avuto da ridire sull'emendamento 4.400 della Commissione, che bene hanno fatto a ritirare, è per un semplice motivo, per non incorrere di nuovo nel pericolo di infrazione da parte dell'Unione europea. Infatti, se noi andiamo a vedere quel librone che c’è lì sulla delegazione europea, e andiamo al capitolo delle infrazioni, ben 89 infrazioni vengono contestate al nostro Paese e sono soldi dei cittadini italiani. E se noi non mettiamo «preferenziale» – che per noi è comunque debole, perché dovrebbe andare a gara pubblica, con evidenza pubblica, gara internazionale – noi faremmo un male alle tasche dei cittadini, perché è di nuovo infrazione e di nuovo tasse nei confronti dei poveri cittadini che nulla hanno a che vedere con questa situazione.
Di questo si tratta, caro Presidente, e non di tutte le legittime posizioni che ci sono qui dentro su questa visione: acqua pubblica, acqua bene di Dio; per me l'acqua è quella di San Francesco. Bene, però, va gestita, è un'acqua che pure deve essere distribuita, perché, per caso, quando si tratta del pubblico i cittadini non pagano ? Devono pagare salato, però pagano, anche, lì dentro, la corruzione, pagano lì dentro il parassitismo, il clientelismo e quella gestione politica che da sempre c’è su questo tipo di situazioni. È venuta l'ora di dire «basta» a tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Questo emendamento si può leggere in due modi: o come un tentativo di mediazione, cercando un pochino di migliorare una proposta che privatizza la gestione dell'acqua pubblica, ma io non ci credo, oppure, semplicemente, è la pelle d'agnello da mettere sul lupo, nel senso che questo emendamento serve al PD per poter dire: guardate che noi, comunque, diamo priorità alla gestione pubblica.
Tuttavia, fortunatamente, il Governo ha tolto questa maschera e considerando, invece, l'ipocrisia di cui è pregno il PD, semplicemente, sappiamo che questo serviva per dire: guardate che noi ancora stiamo continuando a batterci per l'acqua pubblica. Tutto ciò quando è palese che tutto questo non è vero, perché è palese in mille altri settori come la sanità, dove i governatori del PD chiudono ospedali pubblici per agevolare il privato e i sindaci del PD fanno finte battaglie contro i loro governatori, quando, invece, dovrebbero semplicemente ridare la fascia, perché o si è a favore del pubblico o si è contro il Pag. 23pubblico. Basta con questa ipocrisia, perché veramente non ne possiamo più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale Alfonso Pinto di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune, insieme agli studenti e agli insegnanti del liceo statale Eugenio Montale di Pontedera in provincia di Pisa e agli studenti e agli insegnanti della scuola secondaria di primo grado Salvatore Di Giacomo di Qualiano in provincia di Napoli (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bargero. Ne ha facoltà.
CRISTINA BARGERO. Mi rivolgo a lei, Presidente, perché noto un po’ di confusione nel dibattito di oggi. Innanzitutto, mi sembra che, da una parte, si voglia ritornare al capitalismo municipale di Montemartini, ma il capitalismo municipale di Montemartini era ispirato da ben altri motivi e i fini di redistribuzione delle aziende speciali o del servizio che, allora, era in economia, andavano a sussidiare altri servizi. Dall'altra, si considera l'acqua pubblica un bene comune, ma l'acqua pubblica che arriva nelle nostre case non può essere considerata un bene pubblico, e qui vi spiego perché c’è un bisogno di regolazione e anche di separazione del servizio: perché l'acqua non è un bene non rivale e non escludibile; per arrivare nelle nostre case può essere escludibile, perché noi abbiamo dei lavori, abbiamo un acquedotto, abbiamo delle condutture che lo portano, quindi, tutto il dibattito è un po’ viziato.
L'escludibilità del servizio esiste, e per questo è intervenuta la Commissione europea, considerando il servizio idrico un servizio di interesse generale che deve essere garantito a tutti e in condizioni di non discriminazione e di accessibilità ovunque ci si trovi; e la regolazione dei servizi ad interesse generale, innanzitutto ce la dà la Comunità europea.
Seconda cosa: che lo gestisca una società in house, come la proposta di legge oggi in esame prevede, una società a capitale pubblico, una società mista, all'utente finale, al cittadino non deve interessare, perché quello che garantisce il cittadino, quello che garantisce gli investimenti nella rete, e cioè una separazione tra la rete, che è un monopolio naturale e la gestione del servizio – ed è qui l'errore ideologico che voi fate – ci deve essere garantito attraverso l'affidamento, da un buon contratto di servizio e dalla regolazione.
Presidente, mi pare invece che il dibattito di oggi sia soprattutto ideologico e non sia centrato su quelli che poi sono i veri problemi di regolazione e di gestione del servizio, perché noi dobbiamo poter garantire investimenti tramite le tariffe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casellato. Ne ha facoltà.
FLORIANA CASELLATO. Grazie, Presidente. Io ho sentito solo commenti negativi. Siccome l'Italia è lunga e stretta, ci sono tantissime esperienze di gestione pubblica degli ATO fatte da sindaci – lo dico anche al collega veneto – del PD e della Lega, Presidente, che gestiscono con bilanci in attivo queste società e ricordate che l'acqua va pagata, perché sennò non si capisce come si fanno poi gli investimenti. Bisogna fare gli investimenti per la depurazione, per l'ampliamento della rete acquedottistica e la maggioranza dei sindaci che gestiscono gli ambiti territoriali fanno l'interesse dei cittadini.
Comunque lo spirito della legge dà la possibilità ai comuni che non sono in grado di gestire come pubblico la rete acquedottistica, per esempio gli ATO, di farla gestire al privato. Dove non si è in grado, si utilizzerà anche il privato. Io credo che questo sia lo spirito importante, ma la discussione ovviamente qui dentro è sempre sul negativo.
Ricordo un'ultima cosa: nella gestione in Veneto delle tariffe per la raccolta dei rifiuti o delle ATO le tariffe sono addirittura Pag. 24più basse della media nazionale e i servizi sono eccellenti, perciò ricordiamo anche queste esperienze positive (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Nel pragmatismo dell'aritmetica degli emendamenti, noi prendiamo atto che il nostro emendamento Sarro 4.62 trova sostanziale eco in questo emendamento della Commissione in cui si passa da una formulazione veramente imbarazzante, che era quella della via prioritaria con «è disposto l'affidamento», cioè una sorta di imperativo alla trasgressione delle regole, ad una forma diciamo certamente più accettabile che è quella dell'affidamento: «può avvenire anche in via diretta».
Noi voteremo favorevolmente su questo emendamento, prendendo atto del recepimento almeno culturale di quella che è stata la prospettiva dell'emendamento Sarro, però devo dire che non si può non segnalare, da un punto di vista semantico, che la formula «può avvenire anche in via diretta» apre e dà la stura ad una serie di incertezze dal punto di vista applicativo, che potranno trovare soddisfacente soluzione solo se non si tratterà di una regola, cioè se il «può» non diventa una regola e se «anche in via diretta» non diventa «in via diretta», cioè se questa formula possibilista non cela in realtà il nascondimento di quella che è l'originaria imposizione dell'emendamento che con questo viene modificato. Su questo noi saremo vigili.
È evidente che noi non potremo tollerare che la «possibilità» diventi «doverosità» e che il mutamento dei verbi e degli «avverbi» significhi soltanto «accontentare» l'Aula e poi sostanzialmente disapplicare, invece, la necessità di una oculata applicazione di questa norma. Io su questo sono d'accordo con il collega Palese, cioè non è possibile creare un discrimen così pesante, così secco e così penalizzante all'interno dello stesso contesto, ma questa è una formula che, se fosse usata con ragionevolezza, se non fosse una regola e la possibilità non diventasse un obbligo, potrebbe garantire, caso per caso e volta per volta, una puntuale e accettabile gestione del problema. Questo è il motivo per cui Forza Italia voterà favorevolmente su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Noi guardiamo a questa legge senza ingenuità, perciò sappiamo che essa va a chiudere processi già in atto sul territorio. Altro che autonomia dei comuni ! I comuni sono soggetti debolissimi ancor più che questo Parlamento, e sono deboli perché sono alla canna del gas. Noi dovremo legiferare per aiutarli ad essere effettivamente autonomi, mentre – come si può dire – stiamo legiferando per renderli ancora più soli.
Tutti sanno – ognuno per il proprio territorio – in quest'Aula quanto potenti siano le lobby che assediano i comuni, perché sono lobby che partono da qui e sono lobby che pretendono la privatizzazione di un settore che la politica ha più sabotato che ha aiutato, con – come direbbe qualche vostro fine dicitore – un «ciaone» alla volontà popolare espressa nel 2011 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Perché ci soffermiamo su questo emendamento ? Perché – come diceva la collega Pellegrino e da ultimo il collega Giordano – rischiamo di trovarci di fronte alla chiusura del cerchio, dopo anni di battaglie e di mobilitazione dei comitati e Pag. 25di scelte che sono state prese per via referendaria, non semplicemente da qualche consiglio comunale che ha deciso di pubblicizzare integralmente il servizio idrico o persino da una legge. In quella differenza tra «preferenziale» e «prioritario» si cela sostanzialmente l'operazione politica che si sta facendo. Non c’è nulla di ideologico nella battaglia che stiamo portando avanti: c’è un vincolo di popolo con chi ha dato un orientamento che è esattamente l'opposto di quello che questo Parlamento sta prendendo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Dopo aver ascoltato i due interventi dei colleghi del Partito Democratico sono a dir poco basito. L'acqua non si può definire pubblica, questo ho sentito. Ma il problema sta nella gestione perché, nel momento in cui entra il privato, il privato può definire il costo delle tariffe, la qualità del servizio offerto, quindi anche la qualità dell'acqua e può addirittura scegliere se staccare l'acqua alle varie utenze. Chiaro ? Si devono pagare le bollette, ma qualcuno si ricorda Acqualatina, al cui interno c'era una multinazionale, Veolia, che oltre a gestire l'acqua, gestiva anche i rifiuti ? Si ricorda che sono state triplicate del 300 per cento le tariffe e c'erano i pensionati – ricordatevelo – che non riuscivano ad arrivare alla fine del mese a cui avete staccato pure l'acqua ? Ve lo ricordate o no ? Se lo ricordano, o no, Presidente ? Io credo proprio di no. Spero che se lo ricordino i pensionati e tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Parentela. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Fa rabbia sentire certe parole da alcuni deputati del Partito Democratico e fa rabbia perché loro mettono la questione sul dibattito ideologico. Venite a dirlo in Calabria, venite a dire ai calabresi del dibattito ideologico ! Un terzo dei calabresi – dovete sapere – ricevono ogni giorno acqua avvelenata dall'invaso dell'Alaco, un'opera mastodontica che ha divorato le risorse pubbliche dei calabresi e inoltre, nonostante in Calabria si riceva acqua avvelenata nei rubinetti delle case, i calabresi pagano dal 2001 tariffe illegittime della Sorical, che si è permessa di stabilire anche delle tariffe insieme alla regione Calabria, quando invece la competenza non era della regione Calabria. Venite a dirle in Calabria queste cose ! Inoltre la giunta regionale sta approvando un disegno di legge che è una «supercazzola» come questa legge che stiamo approvando in quest'Aula oggi. Allora, il disprezzo per la sovranità popolare e per la democrazia non potevate esternarlo meglio in quest'Aula e di questo i cittadini ne terranno conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, alcuni miei colleghi si stupiscono o sono arrabbiati del fatto che il Partito Democratico abbia gettato la maschera, eppure, per bocca dello stesso onorevole Bersani, sappiamo benissimo come il Partito Democratico intendeva la gestione dell'acqua, da una parte diceva alle televisioni durante magari il referendum che appunto l'acqua era pubblica, ma confessava che in realtà la gestione deve essere affidata a privati. Io voglio ricordare che il referendum, l'esito del referendum era direttamente attuabile. Il 7 per cento della remunerazione del capitale, cioè il profitto che i privati fanno per i cosiddetti investimenti – che in realtà poi non si vedono sul territorio – doveva essere abolito e restituito ai cittadini italiani e oggi, dopo che sono passati cinque anni da quel Pag. 26referendum, ancora i cittadini italiani aspettano una gestione pubblica e partecipata in cui i profitti non siano fatti dai privati sulla gestione del servizio idrico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, è evidente che in termini generali il servizio idrico può essere gestito in tutti i modi – pubblico-privato, para-pubblico – ai tempi della conquista del lontano ovest americano si diceva che l'acqua appartenesse al primo che arrivava e la recintava a patto che avesse un fucile per difenderla. Quindi ci sono modalità infinite. Il problema è che c’è stato un referendum in questo Paese che pone su tutti noi un vincolo democratico, non ci lascia liberi di decidere, e quel referendum – perché quello il quorum l'ha ottenuto e abbiamo partecipato in tanti a farglielo raggiungere – diceva una cosa molto precisa, cioè che l'acqua doveva essere pubblica e gestita pubblicamente, lo diceva nei fatti, perché la mancata remunerazione del capitale investito questo avrebbe dovuto determinare, nessun privato investe in un servizio che non abbia alcun tipo di remunerazione, ma questo è stato truccato più e più volte. Comunque io volevo qui chiedere una cosa alla Commissione bilancio, il motivo per cui ha cassato anche la previsione dalla Commissione di merito, perché credo che lo debba spiegare a tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), cioè non è possibile che la Commissione bilancio intervenga nel processo legislativo addirittura togliendo una previsione non cogente ma solo previsionale. Io vorrei che la Commissione bilancio ci spiegasse dove sta la clausola di salvaguardia finanziaria all'interno di questa modifica, perché altrimenti il Parlamento non la può accettare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, stamattina, confrontandoci all'interno del nostro gruppo di Democrazia solidale – Centro democratico, il collega Piepoli ha ricordato una frase di Moro, quella che diceva: ma l'acqua, una domanda rimasta senza risposte, l'acqua, le strutture, gli acquedotti devono dare più da mangiare o devono dare da bere ? Questa domanda è rimasta per lungo tempo senza risposta e ancora oggi mi sembra che non abbia risposta. Emerge da questa discussione in corso oggi in particolare una cosa. Primo, noi siamo nella maggioranza che governa questo Paese, quindi non vogliamo nasconderci dietro le grandi spalle – un po’ scricchiolanti per certi versi – del PD e sosteniamo questa proposta di legge e quindi ci assumiamo la nostra responsabilità, che non è solo del PD. Dall'altra parte abbiamo il solito scontro di denigrazione del prossimo, dell'avversario, ma non si entra mai nel merito preciso e indiscutibile dell'argomento in questione. Quindi c’è da una parte la demonizzazione del privato, dall'altra una costante accusa – non ultimo il collega del MoVimento 5 Stelle che è intervenuto poc'anzi – dove descrive le nefandezze di una gestione pubblica. Quindi io non so dove si voglia arrivare, se a esaminare correttamente la proposta della maggioranza, se esaminare correttamente gli emendamenti proposti o se si vuole continuare in una disputa politica da piazza e quindi in una costante campagna elettorale e in un costante comizio come esercizio principale negli interventi di quest'Aula.
Allora, noi siamo per la proprietà pubblica dell'acqua e possibilmente anche per la gestione pubblica dell'acqua, ma è anche vero che la mancanza stessa da parte nostra manifestata nelle pubbliche istituzioni, fino agli enti locali, la mancanza di fiducia nella gestione pubblica è palese ed è palpabile in quest'Aula. Quindi ci rivolgiamo all'impresa privata per porre una pezza alle nefandezze della gestione pubblica.Pag. 27
Quindi, dove sta la soluzione ? La soluzione è che lo Stato deve regolare la gestione di questi beni primari in maniera insindacabile, in maniera precisa, e non necessariamente ostare anche alla gestione pubblica di beni primari, facendo sì che questi beni primari assolvano totalmente al servizio di bene primario, perché non conosco d'altra parte nessuna impresa privata che è disponibile a mettere a disposizione i propri servizi senza quella vocina di bilancio che è l'utile di impresa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, ho sentito dire dalla collega Bargero che l'acqua non è un bene pubblico e poi ho sentito dire dalla collega successiva che l'acqua va pagata. Allora, come minimo siete imbarazzanti: l'acqua è un bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non abbiamo mai detto..
PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, si rivolga alla Presidenza.
MASSIMO FELICE DE ROSA... nessuno ha mai sostenuto che l'acqua non vada pagata, semplicemente non bisogna farci alcun profitto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Se ci sono dei guadagni sull'acqua e sulla gestione dell'acqua, vanno reinvestiti sulle reti, vanno reinvestiti per abbassare il costo della bolletta ai cittadini, che la pagano e la pagano volentieri, ma deve andare al servizio, non nelle tasche di qualcuno, che spesso è legato a qualche partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E voglio ripetere e anche rispondere al collega Palese, che ho sentito dire che dobbiamo rispettare l'Europa e i dettami dell'Europa, ma questo l'ha detto anche il PD: io sono qui per i cittadini italiani, non per la burocrazia europea. Il MoVimento 5 Stelle qua è a rappresentare i cittadini italiani e non la burocrazia europea, ricordatevelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, in un intervento precedente l'onorevole Casellato faceva un intervento sull'acqua in Veneto, quindi sui servizi e sul valore aggiunto. Forse dimentica un caso, Presidente, il caso che io ho ripetuto prima del GSP, gestione servizi pubblici di Belluno, una società che è fatta dai comuni bellunesi, che erano 67, ed è arrivata ad un debito, per un'azienda che fatturava 14 milioni di euro, di 86 milioni di euro; un debito mostruoso, che costava all'epoca, nel 2011, all'incirca 400 euro a testa ad ogni bellunese, perché siamo 200 mila persone a Belluno, non sono molti di più in quella provincia. Quindi, parliamo di 87 milioni di euro di debito per un'azienda che fatturava 14 milioni di euro: se questa è una buona gestione... mi domando io.
Allora, le dico anche che è un'azienda che dava 14 milioni di metri cubi d'acqua, che faceva sì il servizio della depurazione e nessuno dice che non deve essere pagata l'acqua, semplicemente ci si domanda come mai comuni che facevano parte del GSP, che quindi era un'azienda pubblica, fossero controllati dall'ATO e quindi controllati dal suo controllore, perché l'ATO era formato dai suoi comuni più il presidente della provincia.
La domanda quindi è semplice: siccome all'interno vi erano comuni che avevano comunque un sindaco del Partito Democratico o quello che era prima, ci si domanda dove e come il Partito Democratico avesse controllato nel passato questo GSP che aveva appunto un debito di 86 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
Pag. 28 ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, sono costretto a ricordare ai colleghi pugliesi del centrodestra che comprendo il loro entusiasmo e la loro eccitazione. Tentarono in passato di privatizzare il più grande acquedotto d'Europa, cioè l'Acquedotto pugliese, poi l'avvento di altre forze politiche alla gestione della cosa pubblica in regione Puglia, come dire, mise un freno a questo tentativo.
Caro Palese, è vero che negli anni scorsi ci fu lo slogan che l'Acquedotto pugliese dava più da mangiare che non da bere, ma questo è lo slogan che correva quando governava la Democrazia Cristiana, di cui tanti di voi sono epigoni e rappresentanti.
Ora, nonostante la battuta polemica che allora correva, rimane il fatto che la Puglia ha il più grande acquedotto d'Europa, gestito pubblicamente, e che assicura l'acqua a tutti i cittadini, a differenza di altre regioni, dove l'acqua manca e arriva a giorni alterni, se non a quindicina alterna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lauricella. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. Ieri avevo apprezzato molto l'intervento del mio collega, l'onorevole Massa, e mi aveva anche convinto della bontà, in qualche misura, di questa impostazione che stiamo dando. Credo pure che c'eravamo già spinti al massimo con la formulazione «in via prioritaria e disposto l'affidamento diretto in favore (...)», eccetera eccetera.
Quella che oggi si propone, a mio avviso, è una totale inversione del sistema dell'affidamento, perché, quando si dice «l'affidamento può avvenire anche in via diretta», vuol dire che la parte pubblica, quindi l'affidamento pubblico, diventa un'alternativa possibile, non più in via prioritaria.
Quindi, Presidente, io prego qui di prendere un po’ coscienza di quello che stiamo facendo, magari di rivedere e di fermarci un attimo su questo emendamento, perché altrimenti io voterò contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, su che cosa, scusi ? Lei è già intervenuto su questo emendamento quindi non posso darle la parola per due volte, può parlare dopo. La discussione si è protratta, ma è sempre lo stesso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Il dibattito che si è appena svolto omette un paio di cose abbastanza rilevanti.
Ho sentito dire dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e anche da quelli di Sinistra Italiana che bisogna evitare il ricorso ai privati, perché i privati rappresentano le lobby, perché così condizionano la politica.
Ora, bisogna mettersi d'accordo, perché quello che si sta dicendo è che funziona male l'affidamento ai privati, perché chi gli affida il servizio è un servo delle lobby: meglio far gestire, quindi, il servizio al servo delle lobby. Questa è la teoria. Stiamo dicendo che la politica locale non è adeguata, perché altrimenti farebbe dei contratti di servizio fatti bene, controllerebbe il servizio pubblico, gestirebbe le tariffe, eviterebbe l'inquinamento dell'acqua, di cui abbiamo sentito prima parlare e che ovviamente è un fatto gravissimo, ma la responsabilità principale di chi non controlla non è di chi gestisce, e diciamo: togliamo questo tipo di affidamenti, scappiamo dai privati; molto meglio farlo gestire internamente a quegli stessi soggetti dei quali il MoVimento 5 Stelle – e in qualche caso ha ragione – non si fida per niente, perché pensa che prenda ordini dalle lobby. È un ragionamento che è evidentemente incoerente.
Questa legge prevede, a nostro modo di vedere, un rovesciamento – Scelta Civica preferisce, e questo lo dico a prescindere, la gestione affidata in regime concorrenziale Pag. 29ai privati – della prospettiva, perché, come è stato detto, c’è una sorta di preferenza per il servizio pubblico, e tant’è. Ma prevedere il divieto dell'affidamento a privati con la motivazione che il pubblico è corrotto e servo delle lobby e dire «facciamolo gestire al pubblico», così poi tutti gli appalti, che comunque dovrebbero essere dati, perché non credo che i comuni si mettano da soli a costruire gli acquedotti, sarebbero gestiti direttamente da un soggetto pubblico che non ha nessun interesse all'efficienza, che è corrotto e servo delle lobby.
Allora, mettiamoci d'accordo: il problema qui è una posizione ideologica. I colleghi di Sinistra Italiana l'hanno spesso detto e hanno una filosofia economica fortemente statalista. Noi siamo contrari, ma ci stiamo. Ma che il MoVimento 5 Stelle venga qui a dirci che non è statalista, però che è meglio sempre e comunque far gestire la stessa questione, gli appalti pubblici, le stesse concessioni, gli stessi diritti, alla pubblica amministrazione invece che a privati, con la motivazione che così il pubblico viene asservito alle lobby, è un tale controsenso che è evidente semplicemente che non si vuole dire che il MoVimento 5 Stelle vuole la gestione pubblica, così come sulle banche vuole le nazionalizzazioni, sulla gestione dei servizi vuole che ci sia lo Stato, che significa che paghino i contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore, se riusciamo a fare un po’ di silenzio.
RICCARDO FRACCARO. Presidente, il Partito Democratico negli ultimi dieci giorni ha inferto tre pugnalate alla democrazia: la prima, con l'approvazione della riforma costituzionale, approvata, scritta con un condannato per frode fiscale, condannato al Senato per corruzione; la seconda, boicottando il referendum sulle trivelle, invitando all'astensione, evitando l’election day e spendendo 300 milioni di euro di soldi degli italiani per far vincere l'astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); la terza e ultima pugnalata oggi, snaturando, non ascoltando la volontà del popolo italiano, che ha chiesto che l'acqua pubblica rimanesse pubblica e non fosse frutto di speculazione da parte delle multinazionali ! La verità è che al Partito Democratico non interessa conquistarsi e meritarsi il consenso; al Partito Democratico interessa comprarsi il consenso con banconote da 80 euro. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Io non voglio fare la fine del principe di Condé, che non dormì la notte perché il giorno dopo ci doveva stare la battaglia, ma vorrei capire, altrimenti non dormo, chi era questo Foti, targato successivamente dalla collega come democristiano ? Volevo solamente aggiungere una cosa: tutto quello che stiamo vedendo, il teatrino, questo modo schifoso di fare politica, deriva dal fatto che la Democrazia Cristiana mollò, e oggi stranamente gli italiani rivolgono il loro pensiero a quello che fu quel periodo glorioso.
Voglio aggiungere: questo problema di oggi non ci sarebbe stato nel tempo della grande Democrazia Cristiana, perché i referendum una volta erano votati dal cittadino e allora sì che si raggiungevano i quorum, perché era certo che ciò che si votava un attimo dopo era tassativamente legge, non si ritornava alla Camera dei deputati a stravolgere, ad interpretare, a fare un qualche cosa di diverso da quello che era il quesito referendario. Per cui, quando parlate della Democrazia Cristiana, state attenti a quello che dite, perché quella è storia gloriosa (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Ho sentito affermare in modo del tutto erroneo che dobbiamo fare le privatizzazioni, soprattutto dobbiamo fare le gare, perché ce lo dice l'Europa. Ora, questa è un'affermazione assolutamente fuorviante, perché sappiamo bene – so che i colleghi sono profondi conoscitori della materia e quindi sanno – che, sia la Corte di giustizia europea nel 2005, sia la Commissione nel 2003 e nel 2006 e lo stesso Parlamento nel 2006, hanno sancito la possibilità del passaggio delle società in house. E la normativa europea questo ci dice: in base al combinato disposto del risultato referendario del 2011, in cui 26 milioni di persone si sono espresse a favore della pubblicizzazione del bene idrico e a fronte del fatto che in Europa questa forma di gestione del sistema integrato è possibile e ha un nome, si chiama in house, quello che noi avremmo dovuto fare qui, oggi, è semplicemente dare forma a queste due verità e fare l'affidamento in house.
Noi non abbiamo alcun tipo di approccio dogmatico al privato o al pubblico; qui si tratta di valutare cosa sia meglio per i cittadini e quale forma sia la migliore per erogare un servizio nel modo appropriato, economico, efficace ed efficiente: questo è quello che un legislatore – il legislatore – deve fare.
Allora, la domanda che vi pongo è: come mai altri Paesi, dopo aver fatto le gare, quindi essersi rivolti al soggetto privato, hanno deciso di intraprendere la strada diametralmente opposta ? Vi cito comunità non certo di secondo piano come Londra, e sappiamo cosa significa pubblicizzare un servizio in Inghilterra, Berlino, la stessa Parigi, le cui società oggi fanno man bassa in Italia (Suez e Veolia), ma in Francia retrocedono, o vengono costrette a retrocedere. Vi ricordo che Parigi è tornata a un sistema di gestione pubblico, quindi in house, in base alla normativa europea; ha risparmiato 35 milioni di euro all'anno e ha diminuito le tariffe con una gestione in house del 18 per cento, a dimostrazione del fatto che si può tornare indietro, in base alla normativa europea, rispettando la normativa europea, e che questo è già un processo che è in corso in Europa.
Dopodiché, noi abbiamo invece delle realtà completamente diverse. Sappiamo che abbiamo 700 gestori nel nostro Paese, abbiamo cinque forme giuridiche di gestione diversa che vanno dal tutto privato al tutto pubblico. Abbiamo 72 – ben 72 ! – affidamenti e 93 autorità di gestione. È evidente che la complessità del nostro sistema è tale che non possiamo oggi, di punto in bianco, scegliere un modello e imporlo. Ed è proprio per quello che nel corso del processo emendativo noi abbiamo proposto differenti forme, abbiamo lasciato al legislatore ampi margini, ma sempre tenendo conto di un concetto che è fondamentale: stiamo parlando di un monopolio naturale. Questo lo dobbiamo tenere presente, perché è evidente il limite territoriale. L'unico momento in cui c’è il mercato è quando io indico la gara, dopodiché siamo comunque e sempre in monopolio. Il cittadino consumatore non può scegliere. Allora, di fronte a questo, abbiamo una tipologia che è estremamente particolare di erogazione del servizio, ed è per questo che, in base all'evidenza, noi abbiamo formulato delle proposte che tengono presente questa peculiarità. L'acqua, la gestione dei rifiuti, il trasporto pubblico locale, capite bene, sono delle peculiarità che richiedono al legislatore uno sforzo ulteriore e, soprattutto, il rispetto di quel mandato popolare che in questo momento noi non vediamo nell'adempimento di questa norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. È stato chiesto quali siano le motivazioni che hanno portato al parere della Commissione bilancio. Le motivazioni chiunque di noi le può vedere perché sono Pag. 31depositate; c’è il parere dove ci sono anche le motivazioni, per cui si arriva ad un determinato parere. Sostanzialmente, partendo dalla relazione tecnica, e quindi da quanto affermato dal ragioniere generale dello Stato, ripreso dal Governo nei chiarimenti che ha fornito alla Commissione, si dice che l'affidamento diretto in via prioritaria a società interamente pubbliche in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per la gestione in house della gestione del servizio idrico, di cui all'articolo 4, comma 3, lettera a), del testo che era all'esame della Commissione, potrebbe comportare il rischio di riclassificazione delle medesime società nell'ambito del perimetro della pubblica amministrazione.
È la stessa questione che abbiamo tante volte con la Cassa depositi e prestiti: se definiamo per legge che cosa deve fare, oppure, in questo caso, se definiamo per legge cosa devono fare i comuni, in riferimento a questo, quelle aziende possono rientrare nel perimetro della pubblica amministrazione e questo comporta la revisione di tutti gli equilibri finanziari del debito pubblico nel rapporto tra deficit e PIL.
Quindi, questa è la motivazione che abbiamo riscontrato anche per quanto riguarda l'emendamento 4.400 della Commissione che è stato ritirato, e su questo si è tornata a riunire la Commissione questa mattina. Io non ho riscontrato voti contrari in Commissione bilancio, perché la motivazione è questa, è una motivazione tecnica che porta la firma anche del Ragioniere generale dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fantinati. Ne ha facoltà.
MATTIA FANTINATI. Io rimango molto sbalordito dal cambio di marcia del PD, un PD che scriveva qualche anno fa sul suo sito «l'acqua è un bene comune dell'umanità, un bene essenziale e insostituibile per la vita. L'acqua non può essere che un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità, per preservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni». Ciò proviene proprio dal sito del Partito Democratico. Addirittura c'era chi, Presidente, come Bersani, diceva «l'acqua è di Dio e ci tocca ridargliela come ce l'ha data». Senza scomodare Dio, io credo che, per essere credibili, non serva parlare di Dio, ma serva soltanto essere coerenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Innanzitutto, intervengo per precisare al collega Marchi che i commissari di Sinistra Italiana-SEL hanno votato contro questo parere.
Io ritengo che il Governo forse farebbe bene a manifestare il suo pensiero, anche se ci rendiamo conto che il parere della Ragioneria centrale dello Stato e del Governo sono andati in questa direzione, perlomeno così c’è stato detto nella Commissione bilancio. Penso che il Governo su questo però farebbe bene a manifestare il suo pensiero, perché mi sembra che siamo in presenza di un cavallo di Troia. Attraverso questa bocciatura dell'emendamento della Commissione, si rende evidente, in modo veramente chiaro, come la maggioranza, il Governo, vogliano privatizzare un bene che noi consideriamo invece essenziale. Quindi, per questo, io ritengo che sia necessario ripensare questo parere e chiedo al Governo di esprimere con chiarezza il suo parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Presidente, qui, alcuni colleghi hanno detto che noi del MoVimento 5 Stelle siamo in contraddizione. È vero che diciamo che il pubblico è corrotto, ed è anche vero che diciamo Pag. 32che l'acqua deve essere pubblica, però noi, a differenza della maggioranza di questo Parlamento e del Governo, quando nel programma con cui ci presentiamo ai cittadini diciamo che l'acqua deve essere pubblica, e scriviamo un programma, tanto che il MoVimento 5 Stelle ha nelle sue stelle l'acqua pubblica, veniamo in Aula e facciamo esattamente quello che i cittadini ci hanno chiesto, quindi difendere l'acqua pubblica. Non cambiamo bandiera come fa il Partito Democratico e questo Governo in relazione a privati e singoli interessi, perché qui si parla di interessi privati e sono chiare le motivazioni per cui alcuni partiti continuano a dire che certi tipi di gestione è meglio darle a privati. Si parla addirittura di investimenti che vanno assicurati ai privati.
Questa è la pazzia di un partito che si chiama democratico, ma che di democrazia non ne vede neanche l'ombra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento...
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. L'emendamento 4.300 va votato ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
PRESIDENTE. E fin lì...
ARCANGELO SANNICANDRO. E quindi il Regolamento stabilisce che il Parlamento è sovrano. Quindi la Commissione bilancio non è un super-Parlamento, anche se accompagnata dal super-Ministro dell'economia e delle finanze (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà). Il comma 4-bis dell'articolo 86 dice che alla fine vota il Parlamento, e non poteva che essere così ! Quindi se la Commissione referente e se il Parlamento decidono diversamente, nel rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, lo possiamo fare, e non ci possiamo nascondere, oggi come altre volte, dietro un parere immotivato della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nel frattempo avverto che i gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini hanno esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame; essendone stata fatta la richiesta, ovviamente la Presidenza, come da precedenti, concede il tempo aggiuntivo di un terzo rispetto a quello originariamente previsto.
Nesci, Caso, Fratoianni, Tidei, Invernizzi, Molteni, Tripiedi, Fitzgerald Nissoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 131).
(Le deputate Schirò e Capua hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto favorevole).
Pag. 33 Passiamo alla votazione dell'emendamento Monchiero 4.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, non è stato possibile prima, e non mi è possibile certo parlare, perché non abbiamo a disposizione il tempo di fare, sia pur in via flash, la storia dell'Acquedotto pugliese; ma le assicuro – parlo per leggi – che nel 1999, Presidente del Consiglio D'Alema, sulla scorta di un precedente provvedimento da parte del Governo Prodi, trasferì a costo zero, gratis, con un decreto legislativo l'acquedotto pugliese all'ENEL; e il centrodestra...E non solo il centrodestra: ci fu una sollecitazione da parte di tutta la Puglia per evitare che questo scippo si concretizzasse ! L'amministrazione di centrodestra ha evitato solo che questo scippo andasse a finire in via gratuita, e fu il Governo Berlusconi a trasferire l'intero Acquedotto pugliese in parte alla regione Basilicata, ma poi è stato acquisito tutto dalla regione Puglia. Questa è la storia !
Poi sul problema della gestione, se dobbiamo parlare delle gestioni in loco delle partecipate degli Aeroporti di Puglia con gli scandali che sono tutt'oggi presenti all'interno della stampa locale, se dobbiamo parlare poi dell'Acquedotto pugliese peggio ancora, e se dobbiamo parlare degli scandali a livello centrale targati sinistra, la Sud-Est è un compendio abbastanza buono, ottimo da questo punto di vista. Ciao !
PRESIDENTE. La Presidenza ricambia il saluto, anche se è un po’ singolare concludere gli interventi così.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monchiero 4.58, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lauricella, Oliaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 401
Astenuti 4
Maggioranza 201
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 371).
(Il deputato Gianluca Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Rotta ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 4.60, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole del relatore del gruppo Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sanna, Furnari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Presidente, l'articolo 4 è un articolo emblematico, che mette in discussione anche molte delle cose che gli stessi esponenti della maggioranza hanno affermato nel corso di questo dibattito. Per esempio, al comma 1, che è un comma di pura enunciazione e fa giustamente la sintesi di una materia piuttosto complessa, che è stata oggetto nel Pag. 34corso di questi anni di molte modifiche, ritocchi, cancellazioni, che ha portato quindi ad una struttura legislativa parecchio complicata, a volte contorta, e che ha generato gli effetti che noi tutti conosciamo: ovvero addirittura 700 gestori nel nostro Paese e 5 diverse forme giuridiche di gestione dell'acqua.
Qui, col comma 1, voi contraddite tutto ciò che avete affermato poco fa, ovvero che l'Europa ci impone un determinato modello: è assolutamente l'opposto, e qui proprio lo affermate, prendendo spunto dalla direttiva n. 23 del 2014 del Parlamento europeo e quella del Consiglio, che non impongono alcun tipo di modello. Anzi, danno ampi margini di manovra da parte degli Stati nell'individuazione di quelli che sono i gangli, all'interno dei quali c’è una più completa autonomia di definizione del modello di gestione per quanto riguarda quella che è l'erogazione di un bene pubblico, quindi di valore fondamentale per i cittadini, tra cui – noi abbiamo giustamente e più volte ribadito – c’è il servizio idrico integrato.
Al comma 2, poi, si va a specificare quello che deve essere, ovvero la disciplina, e in base a quella disciplina la possibilità – secondo noi, in base a quello che è il dettato referendario – unica di affidamento in gestione in house; e abbiamo fatto in questo senso alcuni emendamenti proprio nel tentativo di riportare la normativa a quelli che dovrebbero essere i suoi presupposti fondamentali. Ma soprattutto qui c’è quello che noi abbiamo più volte sostenuto, ovvero che la gestione in house è possibile, è compatibile con il regolamento europeo e che quindi tutto quello che alcuni, anzi direi molti colleghi che sono prima di me intervenuti hanno sostenuto, è privo di alcun tipo di fondamento. Assodato, quindi, che voi stessi scrivete che c’è una assoluta disponibilità da parte della normativa europea nel darci la massima agibilità nella definizione del modello gestionale e fatto salvo quello che è il dettato referendario, noi abbiamo proposto e ribadiamo la necessità di effettuare un affidamento in house.
Certo è che questo articolo, così com’è strutturato, tiene conto e fotografa una realtà molto complessa del nostro Paese. E quindi è un tentativo di mediazione non credo perfetto, perché non esiste proprio per definizione una mediazione perfetta, ma è un tentativo di mediazione che, secondo noi, può tutelare quelle realtà che noi abbiamo cercato di esaltare con gli emendamenti all'articolo 3 e che, purtroppo, verranno umiliate in alcuni casi, e delle quali non terremo, purtroppo, conto, dal punto di vista normativo, quelle realtà virtuose, quei sub-ambiti che abbiamo visto dare dei risultati eccellenti.
Qualcuno prima di me è intervenuto proprio sottolineando come ci siano dei modelli di gestione pubblica che hanno dato dei risultati eccellenti. In questo senso, quindi, noi abbiamo provato a ribadire ciò in quest'Aula, che purtroppo si è dimostrata sorda, cosa che non è avvenuta per quanto riguarda l'articolo 4, a cui noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Saluto i professori e gli studenti dell'Università di Innsbruck, del corso di diritto italiano, facoltà di giurisprudenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.
FEDERICO MASSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che il dibattito su questo articolo abbia finito con il confermare una cattiva abitudine, spesso: quella di affrontare la discussione sul testo normativo a prescindere da quello che il testo normativo dice, a prescindere da quello che è l'oggetto della materia che stiamo affrontando.
Attraverso di lei, vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che non fa bene alla democrazia, che ha sempre portato male alla democrazia, la pretesa di qualche partito o movimento politico di autoeleggersi come rappresentanti esclusivi, assoluti interpreti, per volontà non si sa di chi, della effettiva volontà popolare. Questo fa parte di quelle democrazie autoritarie, che noi continueremo a combattere Pag. 35(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Noi diciamo la nostra, ma abbiamo rispetto delle opinioni di tutti. Questo articolo 4 – vorrei dire – è in perfetta coerenza con il programma elettorale con il quale ci siamo presentati alle elezioni. C'era scritto su quel programma elettorale: per tutto questo, cioè per garantire la gestione utile, ragionevole e razionale dei beni comuni, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi. Ed è esattamente quello che noi stiamo facendo con l'articolo 4: stiamo garantendo i parametri della gestione pubblica che garantiscano i diritti dei cittadini, né la posizione del privato speculatore, né il monopolio del pubblico, che è buono solo perché è pubblico. Noi siamo abituati a dare le regole che devono essere rispettate da tutti e, comunque, nell'interesse dei cittadini.
Questo articolo 4 restituisce, pienamente, agli enti locali, che in quel programma, bene comune, avevamo detto avrebbero rappresentato l'ossatura della democrazia e la garanzia vera per i cittadini e per la gestione dei beni pubblici, i comuni e la struttura degli enti locali, perché noi crediamo che, lì, nei comuni, negli enti locali, nella rete delle amministrazioni locali vi sia l'essenza di questa democrazia.
Non apparteniamo a quelli che demonizzano il privato, non apparteniamo neanche a quelli che, a corrente alterna, considerano il pubblico la benedizione o la maledizione. Ci piace affrontare laicamente i problemi seri come quello che in questa sede stiamo affrontando.
Vengo, onorevole Palese, all'Acquedotto Pugliese, perché è un po’ il paradigma di questa storia, che ognuno ricorda come vuole. Il Governo Berlusconi – mai i Governi di centrosinistra hanno trasferito gratis alcunché a nessuno –, lo ripeto, il Governo Berlusconi, onorevole Palese, trasferì alla regione Puglia la partecipazione di Acquedotto Pugliese con l'obbligo di privatizzare nei successivi sei mesi; l'obbligo di privatizzazione di Acquedotto pugliese l'ha tolto questa maggioranza nello «sblocca Italia», eliminando la norma che prevedeva l'obbligo della privatizzazione e, da pugliesi, noi difenderemo la possibilità del mantenimento di Acquedotto Pugliese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la storia dell'articolo 4, definiamo le regole, chiediamo a tutti che vengano rispettate; è troppo facile, onorevoli colleghi del MoVimento 5 Stelle, battersi per quello che già c’è; una grande battaglia perché l'acqua resti pubblica ? Qualcuno avrebbe detto: già fatto. Per questo il Partito Democratico convintamente voterà l'articolo 4 di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Innanzitutto quello che già c’è è ACEA (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la multinazionale Suez, Caltagirone, Il Messaggero, Il Mattino e D'Angelis che, prima, distrugge un'azienda, quella della Toscana, e poi va a dirigere l'Unità.
Ora il PD vuole buttarla in caciara, vuole attaccare il MoVimento 5 Stelle per attaccare la posizione di 27 milioni di cittadini che sono andati al voto e hanno detto: sì acqua pubblica e fuori i profitti dall'acqua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardate, queste posizioni, questa legge nasce dallo stesso forum che, in sostanza, ha fatto la proposta di legge d'iniziativa popolare, ha scritto i quesiti referendari, ha condotto la battaglia sui territori e il MoVimento 5 Stelle sì che c'era, c'era con i cittadini, nei comitati e ha aiutato i comitati locali, il Forum dell'acqua e sono loro che dicono che questa legge è una schifezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, l'ipocrisia del Partito Democratico la conosciamo; dicono «pubblico» per dire «privato», chiamano l'azienda del Pag. 36comune di Firenze Publiacqua, per poi dare i soldi agli azionisti Spa. Ma parliamo, anche, però dell'ipocrisia del centrodestra che non è che in questo gioco non ha avuto un ruolo. Qui, quando parla il centrodestra e dice che dobbiamo affidare tutto ai privati bisogna ricordare che, quando il centrodestra fa questo tipo di operazione affida, sì, al privato, ma al singolo privato che ha individuato già a monte, perché la privatizzazione – dare una concessione del servizio idrico per 10, 20 anni – significa un monopolio privato, significa dare a quella società a cui si affida il servizio per vent'anni appalti con i soldi pubblici, con i soldi dei cittadini, con le bollette dell'acqua. Quindi, che libero mercato è ? Questa è liberalizzazione ?
Allora il nostro modello è una società interamente pubblica, affidamento ad una società di diritto speciale; poi, quando si fanno gli appalti, lì, deve essere il libero mercato, lì deve essere premiata l'azienda più efficiente; non è che regaliamo ai privati per vent'anni le concessioni. È facile il libero mercato così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo era l'articolo nel quale di fatto il Partito Democratico, ovvero il partito di maggioranza poteva esprimersi in maniera chiara, senza dubbi, senza nessun infingimento, tant’è vero che era anche – come si dice – la foglia di fico, perché quel «via prioritaria», nel momento in cui queste due paroline vengono a cadere, viene a cadere tutto l'impianto, anche se nel primo articolo di questa legge, si dice che l'acqua è un bene comune, che è indispensabile, che devono essere garantiti 50 litri per ogni cittadino. A me questi 50 litri per ogni cittadino ricordano molto le compensazioni che fanno le società per azioni, come per esempio quella che gestisce l'energia elettrica in Italia, che danno ai cittadini qualcosa come 300.000 euro a un comune, 200.000 a un altro; adesso, invece, viene data una compensazione ad ogni cittadino.
Ebbene, qua noi abbiamo presenti in tribuna delle persone che da dieci anni stanno lavorando proprio a difesa dell'acqua che non deve diventare una merce. Allora, i nostri deputati del Partito Democratico, che devono essere invece insigniti perché gli è stato dato l'incarico qui, in questa Camera e in questo Parlamento, di portare a termine l'iter della ripubblicizzazione dell'acqua, dovranno dire a questi cittadini, che sono quelli che per dieci anni hanno portato avanti questa battaglia, per quale motivo in quella circostanza hanno detto «sì, noi non vogliamo privatizzare la gestione dell'acqua» e oggi invece diranno esattamente il contrario.
L'onorevole Massa infatti, nel suo intervento contro la pregiudiziale che noi abbiamo presentato di costituzionalità, aveva detto e si era proprio aggrappato a questa parola: «la via prioritaria», ma oggi che è venuto anche a cadere quest'ultimo microscopico baluardo, in che modo potrà difendere la vera ripubblicizzazione di questo bene e non darla in pasto ai privati, che alla fine, al 31 dicembre avranno solo l'interesse di fare utili ? Allora, veramente daranno una dimostrazione oggi a tutti i cittadini, a 26 milioni di cittadini, che si sono espressi per il «sì, vogliamo la ripubblicizzazione dell'acqua». Ma un'altra cosa ha detto l'onorevole Massa molto curiosa, che un partito non si può prendere carico di portare avanti un esito referendario.
Ma chi allora dovrebbe farlo, se sono le istituzioni all'interno del Parlamento che devono votare le leggi, tanto più una legge di iniziativa popolare di 400.000 firme, che ha avuto l'adesione di più di 125 parlamentari ? Allora, io onestamente penso che dobbiamo chiudere questa baracca, probabilmente non solo il Senato, ma anche la Camera, che si lasci tutto al Governo, che andiamo in un'altra direzione, ma a quel punto, però, giocheremo con altre armi e non si ragionerà più sulla punta di penna, ma probabilmente gli strumenti saranno differenti.Pag. 37
Allora, vogliamo mantenere ancora la democrazia rappresentativa, oppure ci pieghiamo alla volontà del Governo, ogni qual volta vengono lesi i diritti del sovrano e vengono invece massacrati i diritti del popolo sovrano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Voglio sollevare la questione del modello gestionale dell'acqua, perché è il problema cruciale del servizio idrico, perché attraverso la gestione del servizio idrico si cela il vero problema di questo Paese, che sono i costi di potabilizzazione dell'acqua.
Oggi, in Italia, potabilizzare l'acqua ha un costo sempre più crescente, lo dicono i dati di tutte le società che gestiscono il servizio idrico. Attraverso questa gestione si cela il vero problema di questo Paese, che è l'inquinamento delle fonti. Noi ne abbiamo avuto prova, andando in visita anche in Basilicata e noi pugliesi siamo toccati principalmente da questo problema. Potabilizzare la diga del Pertusillo è il problema fondamentale e, quindi, attraverso la gestione del servizio idrico, celata con la stessa catena di interessi che poi gestisce le lobby di chi le stesse fonti inquina, è il problema centrale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Portare la gestione del servizio idrico al privato significa anche eliminare il controllo dei cittadini ed è questo il motivo principale per cui noi premiamo che l'acqua resti pubblica.
Per tre motivi: perché è un bene pubblico, perché lo hanno scelto 27 milioni di cittadini, ma perché vogliamo ancora avere la possibilità di controllare la gestione. È questo il vero problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 389
Astenuti 4
Maggioranza 195
Hanno votato sì 274
Hanno votato no 115).
(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Di Staso. Ne ha facoltà.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Vedo all'articolo 6 una serie di emendamenti credo a firma dei deputati di Sinistra Italiana e dei 5 Stelle e credo si possa cominciare a fare un passo in avanti rispetto alla generalizzazione del dibattito, a mio avviso, che ho ascoltato fino a questo momento, perché si comincia a parlare in effetti della possibilità, di come dovrebbe avvenire il finanziamento del servizio idrico integrato, se a carico della fiscalità generale, se a carico della tariffa e in quali casi e lo spiegheranno naturalmente i proponenti degli emendamenti. Ma il punto vero credo sia innanzitutto questo: uscire da una ambiguità di fondo, che risale a una legge che vorrebbe dare attuazione a un referendum del 2011, il cosiddetto referendum sull'acqua pubblica, che è stata a galleggiare in Commissione ambiente per un po’ di tempo e ancora oggi reca nel suo frontespizio, il titolo «Disposizioni per la ripubblicizzazione Pag. 38del servizio idrico», ma in realtà sappiamo che la sostanza è un po’ diversa. Quindi, è bene, secondo me, che la maggioranza di questo Parlamento e il Governo dicano chiaramente qual è la loro intenzione e che cominciamo a discutere nel merito, perché può darsi anche che dal nostro punto di vista su qualcosa possiamo essere d'accordo.
Io ricordo bene quel periodo del 2011; all'epoca, da parlamentare e esponente politico del PdL, ebbi un dibattito pubblico con il sindaco di Bari, segretario regionale del PD, oggi presidente della regione e uno degli oppositori dall'interno del Premier Renzi, che sosteneva a spada tratta la cosiddetta acqua pubblica. Io dicevo che era un bluff – come è stato quello dell'ultimo referendum – parlare di acqua pubblica. Chiariamo anche questo: l'acqua non può che essere pubblica; ma di che cosa stiamo parlando ? L'acqua è un bene pubblico e il problema sono – come tutti sanno – i costi di gestione, la remunerazione del capitale investito, se deve essere pagato attraverso la tariffa degli utenti, se nella fiscalità generale, quindi – come diceva un antico adagio – se paga Pantalone. Questi sono principi generali da cui consegue una certa visione delle cose e poi delle norme.
Oggi si è tenuta questa legge a galleggiare in Commissione ambiente alla Camera per stravolgerla con alcuni emendamenti negli ultimi due mesi circa e credo che innanzitutto bisognerebbe dire – per me va bene, ma almeno dirlo – che con questa legge non si sta dando attuazione alla volontà espressa dagli elettori con il referendum del 2011. Perché non dirlo ? Come abbiamo visto nell'ultimo referendum, si parla di tante cose che con i quesiti referendari non c'entrano. Oggi stiamo parlando di un disegno evidentemente di questa maggioranza e di questo Governo che va più smaccatamente in senso liberista – e ripeto: la cosa non può che farmi piacere da questo punto di vista – che non ha niente a che vedere con la pubblicizzazione dell'acqua.
Fermo restando il principio che l'acqua è bene pubblico e mi auguro che non lo ripetiamo più in quest'Aula, perché è come dire che oggi è mercoledì 20 aprile, scendiamo adesso più nel merito e vediamo qual è la proposta concreta in base a questi emendamenti, a come risponderà il Governo e la maggioranza, se il finanziamento del servizio idrico integrato debba essere a carico della fiscalità generale, se e in quali casi a carico della tariffa. Un'altra considerazione, senza fare dibattiti che riguardano il passato: io sono pugliese e, per come oggi è diventato l'Acquedotto pugliese, rimpiangerei quel tentativo di privatizzazione che fece D'Alema con l'ENEL, perché certamente avrebbe portato un beneficio in termini di investimenti ma un danno politico alla Puglia, perché in quel momento si voleva estromettere la Puglia – e la Basilicata che, non dimentichiamo, è anche proprietaria di gran parte delle dighe e quindi dell'acqua, come in parte la Campania e il Molise – dalla partecipazione politica alla gestione di un ente importante. Quindi credo che questa legge dovrebbe essere l'occasione per riaffermare innanzitutto quello che è previsto dalla legge Galli in poi, che è del 1994, ovvero la separazione tra autorità di controllo – e non confondiamo gli ATO o autorità idriche, come le vogliamo chiamare, che sono autorità di controllo – e il soggetto gestore; il soggetto gestore come viene individuato ? Se bisogna dare precedenza agli enti locali, quindi ai comuni o se ci apriamo al privato, al mercato come diciamo noi, senza avere nulla contro gli enti locali, ci mancherebbe altro. È una discussione aperta ma è il mercato oggi, che ci piaccia o no, fatti i doverosi controlli degli enti preposti, che deve regolamentare un servizio pubblico quale l'acqua oggi è, perché se vale il principio che l'acqua è un bene pubblico, è anche vero che è un servizio pubblico e che va regolamentato secondo le normative, ma anche secondo il criterio di logica del mercato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Onorevole Di Staso, avverto che la componente di cui ella fa parte ha esaurito il tempo, anche quello Pag. 39aggiuntivo, quindi da ora in poi vi saranno concessi interventi di un minuto a titolo personale. Se nessun'altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti all'articolo 6.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pellegrino 6.55, Daga 6.50 e 6.53, Segoni 6.51 e Zaratti 6.54, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 6.400 della Commissione. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Sarro 6.60, perché dopo c’è un'altra condizione della Commissione bilancio che in parte lo assorbe, quindi invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Esprime parere favorevole sull'emendamento 6.301 della Commissione bilancio, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Daga 6.52.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza Rondini ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è contrario sugli emendamenti Pellegrino 6.55 e Daga 6.50, mentre ci rimettiamo all'Aula sull'emendamento Daga 6.53. Il parere è contrario sugli emendamenti Segoni 6.51 e Zaratti 6.54, mentre ci rimettiamo all'Aula sugli emendamenti 6.400 della Commissione, Sarro 6.60, 6.301 della Commissione bilancio e Daga 6.52.
PRESIDENTE. Il Governo ?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 6.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, questo emendamento ripropone tal quale una porzione della legge così come era uscita dall'Intergruppo parlamentare e sottoscritta, come ripeterò, anche da alcuni deputati del Partito Democratico. Allora, siccome questo emendamento prevede la ripubblicizzazione dell'acqua, prevede anche un finanziamento del servizio idrico integrato e quindi prevede anche l'istituzione del fondo, allora noi chiediamo al Partito Democratico, visto che è caduto ancora quell'ultimo baluardo che loro tenevano in piedi per poter dire sì, noi siamo comunque per la gestione pubblica, siamo perché la gestione pubblica sia in via prioritaria, siamo perché comunque, come diceva giustamente anche il buon onorevole Borghi in Commissione ambiente, pubblico non vuol dire Stato, ma, in questo caso, pubblico vuol dire pubblico. Allora noi chiediamo che il Partito Democratico, visto che ormai hanno perso qualsiasi tipo di partita nei confronti del Governo, che si faccia sovrano con questo voto del Parlamento, perché questa è davvero la volontà dei cittadini, come voluta dal referendum del 2011, che per fortuna non ha visto la vittoria degli astensionisti. Quindi io chiedo al Partito Democratico che voti favorevolmente su questo emendamento che dà chiarezza sul finanziamento, sul Fondo e sulla ripubblicizzazione anche di quelle che sono in questo momento a capitale privato e che non ci siano più dubbi che non ci sono capitali privati all'interno della gestione dell'acqua.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 6.55, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nel frattempo salutiamo gli studenti e gli insegnanti del liceo statale Assunta Pag. 40Pieralli, di Perugia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Di Stefano, Nissoli Fitzgerald, Di Battista, Alberti, Burtone, Camani, Marchi, Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 379
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato sì 103
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 6.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi, Di Vita, Velo, Malisani, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 382
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 281).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 6.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, qui l'estremo tentativo del MoVimento 5 Stelle per riportare la proposta di legge sui giusti binari, cioè quelli della ripubblicizzazione del servizio idrico, che ora è in mano a privati. Il forum dell'acqua individuava un Fondo per riuscire a fare l'operazione di ripubblicizzazione, si individuavano diverse coperture, tra cui la tassazione delle bottigliette dell'acqua, la tassazione dei profitti delle multinazionali che gestiscono e fanno profitto sull'acqua da imbottigliare, privata e frizzante, sulle pubblicità.
Ma il Partito Democratico ha rigettato tutto, ha rigettato tutto, però che cosa fa ? Introduce, innanzitutto, una logica per cui, se dei fondi pubblici devono essere pagati dai cittadini e pagati nelle bollette, questi fondi devono andare nelle tasche dei privati. Questo è il primo assunto che fa, perché è inutile che parliamo di investimento dei privati, sappiamo benissimo che i privati non fanno alcun tipo di investimento. I depuratori in tante regioni e in tanti territori non sono mai partiti e nonostante questo le aziende private hanno richiesto la riscossione della depurazione attraverso le bollette, e grazie a questo siamo in infrazione europea per l'assenza di depuratori e perché anche l'Antitrust condanna le società, in quanto hanno inserito nelle bollette dell'acqua depurazioni e costi della depurazione non dovuta. E voi che cosa fate ? Dite che c’è l'investimento del privato: è una balla ! L'investimento è sempre pubblico. I soldi ce li mettono sempre gli enti locali, la regione, i fondi FES, i fondi europei, e alla fine i privati mangiano su quei fondi, i privati a cui è stato già detto: guarda che per vent'anni tu campi sulle spalle dei cittadini, perché qualsiasi opera pubblica che faremo sui servizi idrici la pagheranno i cittadini e tu avrai il profitto, e poi ti garantiremo il profitto anche sulla bolletta. Ma in più c’è, quindi, anche Cassa depositi e prestiti, che, anziché investire le proprie risorse appunto per acquisire proprietà di tutte le società private, dà queste risorse ai privati per l'ennesima volta per fare le opere senza alcuna gara pubblica su questo perché l'affidamento è stato già fatto a monte.
E adesso arrivate a dire: noi abbiamo messo questi fondi per fare finalmente delle opere strategiche. Allora, due interrogazioni fatte dal MoVimento 5 Stelle Pag. 41sulla capacità del Fondo, cioè sull'effettiva esistenza di risorse in questo fondo, scoprono che in pratica il Fondo non ha nessuna risorsa, il Fondo è vuoto ! Come al solito ponete una pentola vuota in questo Parlamento, dite che farete le opere in un Fondo che attualmente è vuoto. In più, aggiungete un Fondo di garanzia, che ancora deve essere strutturato dai decreti del Governo e dalla AEEG, e questo Fondo di garanzia è un fondo che cadrà di nuovo, per l'ennesima volta, sulle bollette dei cittadini, perché le bollette dovranno essere ristrutturate affinché ci sia una determinata quota da inserire per questo Fondo di garanzia alle opere idriche che dovranno essere realizzate, opere idriche a cui spetterà un altro pezzo di profitto ai privati.
Allora voi volete ingannare i cittadini, ma non potete ingannare i cittadini che si informano, i cittadini che leggono i bilanci, i cittadini che leggono le norme, i cittadini che sono arrivati in questo Parlamento, fanno le interrogazioni e ricevono le vostre risposte su carta. Non li potrete fregare mai e non avete fregato i 27 milioni di cittadini che sono andati a votare e, nonostante le vostre menzogne, hanno detto «sì» all'acqua pubblica e non al profitto nell'acqua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
Invito a rivolgersi sempre alla Presidenza.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Io non vorrei sembrare ripetitivo, però vorrei ricordare che questa parte, questo Fondo già era previsto da questa proposta di legge, questa proposta di legge firmata anche da decine di parlamentari del Partito Democratico. Quindi io voglio capire, da quando è stata firmata questa proposta di legge ad oggi, che cos’è cambiato, perché prima il Fondo, così com'era, così finanziato, con 3 miliardi di euro all'anno dalla fiscalità generale, la tassa di scopo, la tassa sulle bottigliette e quant'altro, andava bene, mentre oggi non va più bene.
Non so, un po’ anche di dignità personale da parte di chi ha firmato quella proposta di legge e se l’è stravolta da solo, oppure se l’è vista stravolgere, un atto di dignità, e ci racconti, ci spieghi – visto che prima si parlava di qualcuno che prendeva ordini da altri – per quale ragione questa proposta di legge, anche per quanto riguarda questo emendamento in discussione e, quindi, del Fondo, è stata rivista profondamente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 6.53, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Come no ? Pili, Alberto Giorgetti, Casellato, Tripiedi, Rabino... sì però, colleghi, non è che aspettiamo quelli che stanno fuori, aspettiamo solo quelli che stanno dentro e che, volendo votare, non riescono. Sottosegretario, se intende votare, se no... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 6.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della minoranza e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Iannuzzi, Di Lello, Del Grosso, Gigli... onorevole Gigli, tolga la pallina e voti con le dita.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 381
Maggioranza 191
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 6.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Di Lello, Colaninno... chi è che saluta la Presidenza, là ? Fabbri, Donati, Busto, D'Uva.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 383
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.400 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e su cui il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Cominardi, Busto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 370
Astenuti 15
Maggioranza 186
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 114).
(Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario; il deputato Petraroli ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro).
Passiamo all'emendamento Sarro 6.60, su cui c’è un invito al ritiro. Onorevole Sarro ?
CARLO SARRO. Dunque, Presidente, qui, come per il precedente, a proposito dell'articolo 4, noi avevamo segnalato una assoluta illegittimità di questa norma, almeno così come formulata, in quanto, destinando in via esclusiva alle società pubbliche l'accesso ai Fondi di finanziamento, avrebbe creato una inammissibile disparità di trattamento non tra soggetti operatori, quanto tra cittadini utenti, perché chiaramente il Fondo, alimentato anche attraverso il meccanismo della fiscalità e il meccanismo del tariffario, avrebbe visto favoriti esclusivamente i cittadini residenti negli ambiti territoriali il cui servizio era in quell'ambito demandato ad un soggetto pubblico.
Questa stortura viene corretta con l'emendamento successivo della Commissione, il 6.301, quindi sostanzialmente c’è un recepimento di quella che era la preoccupazione, la criticità da noi segnalata e, dunque, ritiro l'emendamento, preannunciando il voto favorevole all'emendamento successivo ed anche il ritiro – ne approfitto, Presidente – dell'emendamento, a mia firma, 8.50.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sarro. Sono, dunque, ritirati gli emendamenti Sarro 6.60 e 8.50.
Passiamo ora alla votazione dell'emendamento 6.301 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 436.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 381
Votanti 363
Astenuti 18
Maggioranza 182
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 112).
(Il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 6.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marotta, Tripiedi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 364
Astenuti 19
Maggioranza 183
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 267).
(Il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito a votare. Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Liuzzi ha segnalato che ha votato erroneamente contro mentre avrebbe voluto votare a favore).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6...
LUIGI GALLO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Con l'approvazione di questo articolo il re è nudo, perché sono decaduti gli ultimi due veli di questa proposta di legge. Il primo era che il Partito Democratico diceva che prioritariamente affidava la gestione al pubblico con le norme precedenti, però abbiamo visto che arriva la Commissione bilancio, arrivano effettivamente le volontà vere di questo Parlamento e di questo Governo, e si cancella anche quella norma.
Il secondo punto di cui si vantava il Partito Democratico era che si istituiva un Fondo finalmente per le infrastrutture, le opere idriche e così via. Adesso abbiamo cassato anche quel Fondo, intatti abbiamo abrogato il comma 4. Noi dicevamo che quel Fondo era, tra l'altro, sostanzialmente vuoto e in più che quel Fondo di garanzia era un fondo che ricadeva nelle bollette, quindi nelle tasche dei cittadini.
In pratica stiamo impegnando questo Parlamento per fare la solita «cosa vuota». In pratica noi stiamo qui a fare che cosa ? Semplicemente una fotografia dell'esistente, a dire che in Italia esistono società miste che gestiscono privatamente, che c’è qualche caso in cui ci sono società interamente pubbliche che gestiscono, che ci sono le Spa, che ci sono i privati; facciamo la fotografia e scriviamo una proposta di legge. Ma non penso che il Parlamento italiano debba essere coinvolto a spendere milioni e milioni di euro in sedute per fare una fotografia, basta utilizzare un cellulare. Fate una fotografia e risparmiamo rispetto a una proposta di legge che impegna seicento parlamentari qui, e poi successivamente al Senato, per non dire nulla, nulla ! Adesso forse qualcuno del Partito Democratico dirà che abbiamo inserito almeno i 50 litri per i cittadini, in modo che vengano tutelati con Pag. 44un minimo vitale di 50 litri al giorno. Ma anche quella è una norma che abbiamo scritto già nel collegato ambientale su cui questo Parlamento è stato impegnato. È scritto nel collegato ambientale, quindi non se ne vede la necessità di riscriverlo all'interno di questa legge. Mi sembra che, forse, l'unica motivazione che ha il Partito Democratico di scrivere una legge del genere e portarla in Aula, è per dare un segnale alle solite lobby, ai soliti amici, per dire «guardate che noi siamo rimasti sempre nella stessa parte, siamo rimasti sempre a favore di ACEA, della multinazionale Suez, di Caltagirone, non vi preoccupate». Io credo che i vostri amici, le vostre lobby, sappiano bene in quale posizione siete e quali interessi difendete. Forse qualche cittadino non è ancora cosciente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente. In realtà quando si affida alla demagogia il compito di governare il risultato è il blocco del sistema, se non peggio. La nostra azione emendativa va nella direzione da un lato di dare la corretta attuazione ai contenuti del referendum del giugno 2015, ci siamo tornati tante volte non vorrei entrare nel merito per spiegare questo concetto, ma soprattutto va nel merito della questione.
Se noi avessimo approvato quanto l'opposizione ci proponeva, noi avremmo fatto due operazioni. La prima, una straordinaria operazione di rifinanziamento dei privati, perché noi avremmo preso soldi pubblici, e poi cercherò di spiegare come ce lo si proponeva, per regalarli ai privati. È esattamente l'opposto, lo ricordo al collega Sannicandro, di quanto si fece nei percorsi precedenti. Non è vero che noi stiamo facendo quanto venne fatto nel 1963 con la nazionalizzazione dell'energia elettrica. Noi facciamo esattamente l'opposto, noi mettiamo in condizioni i soggetti pubblici, cioè i comuni e le loro società, di poter esercitare un'azione di carattere industriale.
Il secondo tema, è che se fosse stato fatto quanto qui si proponeva, i soggetti attuatori a quel punto non avrebbero avuto più un euro per gli investimenti.
Quindi, il risultato del combinato disposto sarebbe stato una straordinaria regalia per i privati e il blocco completo e totale del sistema che sarebbe stato finanziato, a quel punto, con l'aumento delle tasse sui cittadini. Ciò è esattamente quello che noi non vogliamo. Noi non vogliamo che ci sia un disimpegno al punto tale da scaricare in maniera surrettizia sulle imposte e sulle tasse dei cittadini il finanziamento di un sistema che deve raggiungere un proprio livello di efficienza industriale per sostenersi, primo, con la tariffa, secondo, con i fondi della Cassa depositi e prestiti che noi garantiamo e manteniamo, terzo, con questa legge, introducendo il Fondo per le sanzioni amministrative e pecuniarie per le violazioni che verranno realizzate.
Quindi, è un percorso di assoluta coerenza e mi sfugge il fatto che questo non lo si voglia comprendere se non, come costantemente viene riproposto, per agitare una bandiera che creerebbe solo danni ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo intervento del collega Borghi chiarisce effettivamente tutto, perché un privato non entrerà mai dentro una società se non farà degli utili. È evidente che un privato alla fine del 31 dicembre, si prenderà quanto è utile e ricavato da questa gestione. Qualora ciò non dovesse accadere, il privato si ritirerà e quindi, a quel punto, sì che il pubblico dovrà intervenire per evitare che la gestione vada con le gambe in aria. Il bilancio, come ho detto prima, della ABC, quindi dell'Acqua bene comune di Napoli, prevede un attivo di gestione attorno ai 6 milioni. È evidente Pag. 45che questi che poi diventano utili per il privato diventano un boccone particolarmente interessante. Il Partito Democratico, nella rappresentanza dei suoi parlamentari, oggi, ha decretato il fallimento della volontà popolare, mettendosi in sudditanza nei confronti del Governo. Il Governo da sempre, sono anni e anni, prova a fare in modo che l'acqua diventi gestita dai privati. Ma più volte, in molte circostanze, guardiamo a Reggio Emilia, a Napoli, alla Puglia, ci sono stati moltissimi casi in Italia, in cui invece il pubblico gestisce perfettamente.
Credo che non ci sia assolutamente demagogia nei nostri interventi e in quello che noi vogliamo portare ai cittadini. La fiscalità deve essere la fiscalità generale e quando un utente, chiamiamolo pure così, va a pagare la bolletta, sa che sta andando a pagare un servizio che poi gli ritornerà nelle casse tramite un attivo di gestione e non che quando va a pagare la bolletta di ACEA sa che comunque una percentuale va a finire nelle tasche di un privato cittadino. Questo è quello che noi stiamo dicendo oggi ai nostri colleghi del Partito Democratico che, invece, vogliono garantire la remuneratività del capitale investito.
Ma in questo modo voglio che sia veramente chiaro che loro stanno così facendo gli interessi complessivi di un Governo che non è capace di dire con chiarezza: no, quel quesito referendario deve essere garantito, perché i cittadini vogliono che non ci sia la remuneratività del capitale investito neanche per lo 0,1 per cento. Su questo articolo avevano la possibilità di dire che il Parlamento era sovrano sul Governo, e che il Governo deve garantire tutto ciò nelle sue azioni e nella sua esecutività, perché il Governo non legifera ma esegue la volontà del Parlamento, che è rappresentante dei cittadini. Oggi questo non è garantito; ci appelliamo, come abbiamo già fatto, alla Corte costituzionale: riteniamo che il secondo quesito referendario, togliendo anche la via prioritaria, la via preferenziale, non sia stato garantito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, il dibattito sulle acque è decisamente affascinante, soprattutto per chi ha fatto l'amministratore, non per chi probabilmente si candida solo a fare l'amministratore. Detto questo, al comma 2 di questo articolo si fa riferimento a come spendere in via prioritaria le risorse destinate a tale Fondo nazionale. Se è giusto che il servizio idrico integrato sia finanziato dalla tariffa e da risorse nazionali, sarebbe opportuno però che ci fosse una differenziazione fra quei territori che politicamente hanno già pagato in termini istituzionali, in termini amministrativi, in termini ambientali, che hanno creato delle infrastrutture di trattenuta delle acque attraverso la realizzazione di invasi, di dighe, che hanno creato tutta una serie di infrastrutture, di condotte per il trasporto delle acque, si sono anche fatti i depuratori attraverso dei percorsi istituzionali che hanno portato a lotte politiche, hanno portato interventi di carattere ambientale, hanno dovuto subire anche delle modifiche territoriali; mentre altre realtà non hanno fatto nulla e hanno messo lo Stato nazionale in condizioni di condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea, il lassismo di determinati territori e determinate amministrazioni ha portato ad avere delle procedure di infrazione. Quindi se è giusto che l'acqua debba essere «pubblica», quindi finanziata dalla fiscalità generale, è chiaro che non tutti possono ricevere in misura uguale, e non tutti devono pagare questa fiscalità in maniera uguale perché hanno già dato in termini ambientali, in termini politici a livello territoriale. Glielo dice chi proviene da un territorio che, seppur piccolo, ha già dato spazio per tre dighe, e ne vogliono fare una quarta; abbiamo tre depuratori che gestiscono tutto il territorio; mentre altre parti d'Italia nulla fanno, nulla faranno, se non ricevere molti fondi. Come per le delibere CIPE del 2011, del 2012, che hanno stanziato 3,2 miliardi, di cui 2,8 per il Sud, e non sono stati spesi; Pag. 46non sono stati spesi, ma tutti questi fondi arrivano dalla fiscalità generale, dalle tasse pagate soprattutto dai cittadini del Nord: lì sì sono state fatte le infrastrutture, sia di trattenuta che di depurazione. Quindi non può che esservi un voto contrario a questo articolo 6, e soprattutto a tutta questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, intervengo per chiarire, in merito alla discussione che c’è in Aula, due concetti. Il primo: il MoVimento 5 Stelle non si erge a paladino dei rappresentanti del popolo italiano in maniera esclusiva, ma rimane l'unico rappresentante credibile e coerente semplicemente perché i non eletti del Partito Democratico abdicano a questa funzione. Secondo concetto molto importante: qualcuno ha detto che l'Acquedotto pugliese ha una gestione assolutamente efficiente, perché è una gestione pubblica.
Voglio ribadire che l'Acquedotto pugliese è un ente di diritto privato, e come tale non sta attuando quello che è l'esito referendario, perché per l'Acquedotto pugliese sulle tariffe che i cittadini pugliesi pagano c’è ancora la remunerazione del capitale, esattamente quello che doveva essere abrogato con il referendum. E poi ancora, Presidente...
PRESIDENTE. Il tempo è finito.
DIEGO DE LORENZIS. ...l'Acquedotto pugliese, anche se è di proprietà della regione Puglia, continua ad avere degli sprechi e delle inefficienze: le Isole Tremiti sono senza acqua potabile e i distacchi alle famiglie meno abbienti continuano ad avvenire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Tripiedi, Carbone, Zan, Prestigiacomo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 375
Astenuti 4
Maggioranza 188
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 117).
(Il deputato Librandi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 377
Votanti 374
Astenuti 3
Maggioranza 188
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 135).
(Il deputato Librandi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Pag. 47(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Segoni 9.50, parere contrario.
PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 9.50, con il parere contrario di Commissione e Governo, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario, e con il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Lattuca, D'Incà, Furnari, Di Vita, Battelli, Duranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 380
Astenuti 3
Maggioranza 191
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 272).
(La deputata Capua ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 380
Astenuti 3
Maggioranza 191
Hanno votato sì 322
Hanno votato no 58).
(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Sugli emendamenti Daga 10.50 e 10.51 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.
MARCO RONDINI. Relatore di minoranza. Su entrambi gli emendamenti il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 48Daga 10.50, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Librandi, Lattuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 382
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 10.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Qui, in questo articolo, il Partito Democratico affida all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema di idrico anche la trasparenza, elementi di trasparenza, e informazioni che riguardano i bilanci delle società. Però, il problema è a monte, perché fino a pochi anni fa questa Autorità non aveva in gestione le risorse idriche e, quindi, non interveniva su questo tema.
Quando c’è stata la volontà dei partiti di centrodestra e di centrosinistra di portare sul mercato l'acqua, allora si è deciso di affidare all'Autorità, che prima era solo dell'energia e del gas, anche i servizi idrici e, quindi, ha iniziato a lavorare su questo settore, fornendo delle indicazioni, facendo delibere.
Che cosa è accaduto ? È accaduto che i gestori dell'acqua e dei nostri territori si sono trovati avvantaggiati da tante delle misure dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema di idrico; una di queste, ad esempio, è quella che ha garantito a tutti i gestori la possibilità di chiedere le cosiddette partite pregresse, cioè le bollette ante 2012, 2011, 2010 e così via; cioè, i cittadini avevano già pagato le loro bollette, solo che, a un certo punto, arriva l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema di idrico e dice: do questa indicazione per le bollette pregresse, per quelle che hanno già pagato i cittadini, e così tutte le società private si adeguano, supportate dalla delibera dell'Autorità e incominciano a chiedere ai cittadini, le bollette pregresse, quelle che avevano già pagato.
È come se qualche anno fa foste andati dal fornaio, vi avessero venduto una pagnotta a un euro, poi il fornaio, quando arrivate il giorno dopo, vi dice: scusate, allora, cinque anni fa, quando vi ho venduto la pagnotta, guardate che il prezzo non era 1 euro, ma era 1 euro e 50, mi dovete dare altri 50 centesimi. Questo avete fatto e adesso ai cittadini sono arrivate bollette da mille, duemila, settemila euro che devono pagare per partite pregresse.
Altra cosa scandalosa di questa Autorità è che quando si presenta un piano tariffario questo è legato ad un investimento; ora, questo investimento può essere presentato tra le documentazioni che vengono spedite all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema di idrico, ma non è necessariamente un investimento fatto; addirittura questo tipo di piano di investimento nella mia regione era stato bocciato dall'assemblea dei sindaci, ciò nonostante la società ha continuato a mettere in bilancio questo investimento che non veniva fatto. Ora, che cosa succede ? La società chiede all'ATO di applicare la tariffa, l'ATO, che sarebbe l'organo pubblico che deve controllare la società privata, dice: no, io non la applico questa tariffa, e la società privata si rivolge direttamente all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico che diventa un super potere, applicando delle tariffe strampalate su questi distretti.
Allora, voi avete sottratto il sistema totalmente dalle mani dei comuni, dei cittadini, della democrazia, e l'avete dato Pag. 49in mano a dei burocrati e a delle persone che vogliono fare solo profitto sull'acqua. Questo è il sistema che portate avanti e, quindi, noi rigettiamo l'articolo 10. Abbiamo tentato di migliorarlo con l'emendamento precedente per portare tutto in capo ad un organo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma voi volete portare tutto in capo al mercato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La prendiamo come una dichiarazione sull'articolo 10, lei in realtà ha parlato sull'emendamento Daga 10.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Con un miliardo di euro ci possiamo riprendere la gestione pubblica di tutta Italia; sì, basta trasformare quelle che sono le società per azioni in aziende speciali e poi, a quel punto sì, fare partecipare davvero i cittadini alle decisioni che poi li riguardano direttamente. Lo si può fare una volta e potrebbe valere per sempre; abbiamo delle esperienze, come Napoli, dove, Napoli, interamente pubblica, ha un avanzo di otto milioni di euro all'anno, anzi, quest'anno, perché è cosa recente. Cioè le multiutilities ci hanno lasciato con delle infrazioni europee per la depurazione, per le fognature; per esempio, Nuove Acque, da dove viene la Checcucci che molti conosceranno e che ora è dirigente al Ministero dell'ambiente, toscana di Arezzo, ha fatto pagare per anni depurazioni mai fornite ai cittadini e che ancora non ha restituito. ACEA ha venti interventi commissariati dal Governo. Ci domandiamo: perché non viene commissariata direttamente l'ACEA, a questo punto ? Forse perché Caltagirone tiene il Partito Democratico per sappiamo cosa...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. In questo articolo si parla naturalmente di Autorità, un'Autorità che non si è mai schierata a difesa del cittadino, ma sempre con i gestori privati. Siamo diventati il Paese delle Autorità, ormai le Autorità gestiscono tutto, abbiamo un'Autorità delle comunicazioni che ha permesso che, per un referendum, ci siano state solamente tre ore di informazione sui canali pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Queste sono le Autorità che abbiamo in Italia, sono Autorità che, invece, sono collegate direttamente al potere politico e, quindi, figuriamoci, se il potere politico siete voi, se queste Autorità si schierano con i cittadini ! Diciamocelo chiaramente e per questo cerchiamo di riportare un po’ alla normalità quest'articolo e, per favore, votatelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 10.51, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Simoni, Covello, Marti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 367
Maggioranza 184
Hanno votato sì 111
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Placido, Nichi, Pastorelli, Massa, Luigi Gallo...Pag. 50
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 119).
A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo il question time.
La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della difesa, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'economia e delle finanze.
(Chiarimenti ed iniziative di competenza in merito ad asserite condotte del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi – n. 3-02199)
PRESIDENTE. L'onorevole Piras ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02199, concernente chiarimenti ed iniziative di competenza in merito ad asserite condotte del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
MICHELE PIRAS. Ministra Pinotti, lei avrà avuto, come me, e come immagino milioni di italiani, la possibilità in queste settimane di leggere i giornali, di vedere un telegiornale, per apprendere quello che tutti abbiamo appreso. Glielo dico, non voglia sembrare provocatorio, perché ci ha stupito che lei non avvertisse la necessità, rispetto a quanto emergeva dell'inchiesta di Potenza, e che coinvolge anche il Capo di stato maggiore della Marina, di venire lei in Parlamento a riferire qual è l'opinione del Governo.
Come abbiamo visto, come abbiamo letto, come abbiamo appreso, emergerebbe un quadro devastante di intrecci fra lobby affaristiche, fra appalti, politica, che parrebbe riguardare anche il nostro Capo di stato maggiore della Marina. Allora, ce le dica ora quale sono le opinioni che si è formato il Governo, ci dica ora se non ritiene per una ragione di opportunità, o forse anche per agevolare l'indagine della magistratura, di rimuovere il Capo di stato maggiore, l'ammiraglio De Giorgi.
PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.
ROBERTA PINOTTI, Ministra della difesa. Prima di ogni altra cosa, desidero esprimere, sapendo di trovare il Parlamento concorde, sicuramente anche gli interroganti, la mia stima e il mio apprezzamento per le donne e gli uomini della Marina militare che quotidianamente affrontano rischi e danno prova di grande coraggio e professionalità. È, quindi, una mia priorità che, sulle vicende riportate dall'interrogazione, si faccia quanto prima la massima chiarezza, nel convincimento che in assoluto vanno distinte le eventuali responsabilità personali rispetto all'onorabilità dell'istituzione.
Devo osservare che il Governo viene invitato ad assumere determinazioni sulla base di indagini tuttora in corso da parte della magistratura e ancora nella fase preliminare, nonché sulla base di denunce anonime. In altri termini, ad oggi, non emergono quegli elementi di prova a cui gli stessi interroganti condizionano le misure richieste.
Ciò, tuttavia, non significa affatto che il Governo intenda sottovalutare la portata delle questioni sollevate e posso assicurare che sarà cura del mio Ministero andare a fondo su ciascuna vicenda e fornire le doverose delucidazioni appena acquisite le indispensabili certezze. Ma una certezza è già tale: non si rende giustizia a questo Pag. 51Parlamento quando si vuole prospettare la legge navale come il frutto di opachi disegni lobbistici, laddove, invece, in merito al programma navale, esso è stato sottoposto nel suo iter al vaglio di una quindicina di passaggi tra Camera e Senato. È oggettivo, al riguardo, lo stato di criticità della nostra flotta militare, che avrebbe registrato, entro il 2025, senza alcun ricambio, la dismissione di circa 54 navi. Un programma di tale rilevanza investe in positivo l'intero sistema Paese.
Ciò detto, condivido quanto esposto dagli interroganti: sobrietà e rigore sono principi fondamentali per l'azione pubblica, ne sono tanto convinta che a questi valori si sono ispirate le azioni messe in campo dall'assunzione del mio incarico. Vi è una mia direttiva su più settori che disciplina le misure di contenimento della spesa e impartisce disposizioni per il migliore impiego delle risorse finanziarie assegnate alla Difesa. A titolo di esempio, la riduzione degli alloggi di rappresentanza delle Forze armate da 56 a 6.
Aggiungo, inoltre, che, proprio perché ne sono fermamente convinta, ho rinunciato, da subito, alla possibilità di usufruire dell'alloggio destinato ai Ministri della difesa. Oggi, quell'immobile, come altri immobili di pregio, proprio nell'ottica di una spending review, è in vendita. Ho, inoltre, impartito disposizioni severe e rigorose per l'impiego delle autovetture di servizio, per i risparmi energetici ed altro. Non sono tollerabili, pertanto, comportamenti dissonanti rispetto a tale linea.
Infine, sulla riforma della Difesa contenuta nel Libro bianco, che ha visto la massima condivisione del Consiglio supremo di difesa, ribadisco l'impegno del Governo a presentare al più presto al Parlamento i disegni di legge di attuazione di un progetto di cui siamo fermamente convinti. Tale riforma deve evidentemente trovare nel confronto fra Governo e Parlamento la sua sede naturale di approvazione, e non certo nelle discussioni in sedi non istituzionali. Proprio oggi, qui, alla Camera, in IV Commissione difesa, termina l'iter di definizione normativa della legge n. 244 del 2012. Ora siamo pronti al passo successivo.
PRESIDENTE. L'onorevole Piras ha facoltà di replicare, per due minuti.
MICHELE PIRAS. Ministro, qua non è in discussione il rispetto per il lavoro che fanno i lavoratori della Marina o quelli, più in generale, delle Forze armate. Noi tanto ne abbiamo rispetto che anche in questi anni, abbiamo fortemente contestato il fatto che ci fosse un blocco dei contratti e degli adeguamenti stipendiali per quel settore. Si è così allargata la forbice che loro, la base delle Forze armate, sono i primi a contestare, in questo momento, una discrepanza enorme di condizioni di vita con i vertici.
Allora quello che emergerebbe da questa inchiesta, io le parlo da figlio di una cultura garantista e anche da testimone di una cultura garantista, non è una condanna preventiva, non è alcunché, se non la necessità di vederci più chiaro in quello che emerge, perché parrebbe supportato da fonti documentali, da fonti testimoniali. C’è un'accusa piuttosto articolata su ciò che si sarebbe fatto in quel mondo, in termini di spese pazze, e le risparmio le descrizioni da b-movie che abbiamo letto tutti in questi giorni. Allora se si forza un programma di ammodernamento delle navi della Marina per sistemare il quadro destinato al comando, e si spendono 42 milioni in più a fronte di un persistente blocco degli adeguamenti stipendiali di quei lavoratori, mi pare che sia implicito in quella dinamica un mancato rispetto effettivo, concreto, dei lavoratori della Marina, della base della Marina.
Noi vogliamo vederci chiaro e riteniamo che sia necessario per meglio vederci chiaro, per agevolare l'indagine necessaria della magistratura e per arrivare alla verità, che l'ammiraglio De Giorgi dimostri, come ci è parso avere in tutti questi anni, senso dello Stato, e si faccia da parte, lasci che la magistratura faccia il suo corso. Del resto mancano pochi mesi al suo pensionamento, perciò diciamo non Pag. 52interromperemo certamente la carriera di nessuno. È un servizio che si fa alle istituzioni repubblicane visto che tra un'indagine e l'altra si colpisce anche questo Governo, membri della maggioranza, articolazioni di questa maggioranza all'interno del Governo. È un quadro devastante, ulteriormente devastante per le istituzioni repubblicane. Siamo fortemente preoccupati e quando questo investe anche la Marina, penso che non ci siamo proprio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
(Ruolo dell'Italia nell'ambito della coalizione anti-Daesh, con particolare riferimento alla partecipazione ad attività militari in territorio iracheno – n. 3-02200)
PRESIDENTE. L'onorevole Marantelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moscatt ed altri n. 3-02200, concernente il ruolo dell'Italia nell'ambito della coalizione anti-Daesh, con particolare riferimento alla partecipazione ad attività militari in territorio iracheno (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.
DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, signora Ministro della difesa, il nostro Paese fa parte di una coalizione di oltre sessanta Paesi costituitasi al margine del vertice NATO di Newport, nel settembre 2014, e guidata dagli Stati Uniti, con l'obiettivo esplicito di contrastare l'avanzata dello Stato islamico in Iraq e Siria. In tale contesto, l'Italia, con circa 1000 soldati sul teatro iracheno, risulta essere tra i primi contingenti per numero di unità impiegate e a loro va la nostra gratitudine. La coalizione anti-Daesh opera lungo cinque principali linee di azione: contributo militare, contrasto del flusso dei foreign fighters, contrasto della narrativa jihadista, lotta alle fonti di finanziamento e assistenza umanitaria, impegno per la ricostruzione dell'Iraq.
Ciò premesso, le chiediamo anche a nome degli altri interroganti quale risulta essere pertanto il ruolo concreto del nostro Paese in ordine alle iniziative antiterrorismo della coalizione e quali azioni concrete sono state poste in essere o lo saranno nel breve periodo da parte dell'Italia per assicurare a tutta la popolazione irachena, in una prospettiva di lungo periodo, un futuro di sicurezza e di pace.
PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.
ROBERTA PINOTTI, Ministra della difesa. Rispondere a questa interrogazione mi consente di raccontare il lavoro che stanno svolgendo i nostri militari in un teatro particolarmente difficile. L'Italia è uno dei Paesi maggiormente impegnati, anche dal punto di vista militare, nel contrasto al cosiddetto Califfato islamico. In particolare, nell'ambito della coalizione internazionale anti-Daesh, siamo il primo contributore europeo per numero di assetti schierati in Iraq, secondo solo agli Stati Uniti. Già da subito ci siamo orientati in quei settori ritenuti di carattere strategico ai fini di una pacificazione e stabilizzazione di lunga durata dei territori dove Daesh è presente. Come sapete, abbiamo schierato una componente aerea di Tornado e di aerei senza pilota che svolgono un'accurata opera di ricognizione e un aereo da rifornimento. Abbiamo poi incentrato il nostro sforzo nelle attività formative e addestrative del personale iracheno militare e di polizia, elemento fondamentale per un esito di lungo periodo dell'azione della coalizione.
Il nostro contingente è dislocato ad Erbil e a Baghdad. Ad Erbil in un anno i nostri militari hanno addestrato quasi 3 mila peshmerga, dei 6 mila complessivamente addestrati dalla coalizione internazionale; inoltre, e per quanto concerne la garanzia di sicurezza del personale, dall'aeroporto di Erbil si svilupperà una capacità specialistica per il recupero in sicurezza del personale in difficoltà o ferito in operazioni.
L'Italia, su richiesta della coalizione, ha poi assunto con i carabinieri la guida per la formazione della polizia irachena a Baghdad, dove operano anche addestratori Pag. 53dell'esercito: allo stato attuale, il numero di poliziotti che hanno già conseguito o che stanno finalizzando l'addestramento ammonta a più di 2.100 unità.
Infine, e in prospettiva, il Governo si è reso disponibile ad inviare un contingente a protezione della diga di Mosul, del cantiere e del personale ivi operante, in considerazione anche dell'elevato valore strategico dell'opera.
PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Romano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANDREA ROMANO. Presidente, signora Ministro, grazie per le sue parole e per la sua risposta, che riteniamo pienamente soddisfacente; e con l'occasione, permettetemi di ringraziare anche e soprattutto i nostri soldati, che operano quotidianamente per la pace e la sicurezza in Italia e all'estero, che con il loro costante lavoro stanno svolgendo una efficace operazione di controllo e di prevenzione in aree di crisi complicate ed estremamente pericolose. Qui, in questi teatri tanto complessi, come lei, Ministro, ha ricordato, le nostre Forze armate operano non solo nella gestione della forza, ma anche nella capacità di dialogo e di mediazione con le popolazioni e con le autorità locali, in luoghi dove, come sappiamo, è necessario ripristinare sia la stabilità che la sicurezza.
L'Iraq – lei lo ha ricordato – è in particolare, come sappiamo, gravato da un conflitto intestino che tra l'altro nel solo mese di marzo, secondo dati ONU, ha visto la morte di 1.119 persone, di cui 575 civili, e da una situazione politica che continua ad essere caratterizzata da estrema fragilità istituzionale. È del tutto evidente, dunque, che la nostra presenza sul teatro iracheno rappresenta un contributo fondamentale alla stabilizzazione di quel Paese, e che una riduzione della presenza italiana e internazionale farebbe solo il gioco delle forze di Daesh, e renderebbe quindi più insicura la vita quotidiana della popolazione civile. Negli ultimi due anni, ricordiamolo, anche grazie al nostro contributo fondamentale, la coalizione anti-Daesh ha ottenuto importanti risultati sul terreno, che si sono tradotti tra l'altro nell'arretramento delle bandiere nere di Al-Baghdadi.
Siamo altresì consapevoli che il contributo italiano va oltre l'assetto militare, come ricordavamo: siamo infatti parte attiva nell'azione di cooperazione internazionale, avendo stanziato più di 200 milioni di euro per lo sviluppo civile infrastrutturale; e non da ultimo, accanto alle funzioni di addestramento e di sicurezza ricordate dal Ministro, voglio ricordare il forte impegno dell'Italia per la conservazione e la ricostruzione del patrimonio archeologico iracheno e il ruolo dei nostri carabinieri nell'aiuto che stanno fornendo per riorganizzare il sistema di protezione dei beni storici in Iraq. Perché, come sappiamo, la lotta al terrorismo non è solo nel contrasto militare a Daesh, dal quale certamente non ci tiriamo indietro, ma passa anche attraverso operazioni in grado di accompagnare e consolidare quel sentimento di rinascita civile e di scommessa della popolazione su un futuro migliore che abbiamo il dovere di proseguire, in Iraq così come sugli altri fronti colpiti dal terrorismo fondamentalista.
(Iniziative normative in merito alle prospettive della componente militare della Croce rossa italiana, nell'ambito del relativo processo di riorganizzazione – n. 3-02201)
PRESIDENTE. L'onorevole Totaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02201, concernente iniziative normative in merito alle prospettive della componente militare della Croce rossa italiana, nell'ambito del relativo processo di riorganizzazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.
ACHILLE TOTARO. Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, per il funzionamento dei suoi servizi in tempo di pace e di guerra, di grave crisi internazionale, la Pag. 54Croce rossa italiana dispone di un corpo militare ausiliario delle Forze armate, il cui personale è sottoposto a tutti gli effetti al codice dell'ordinamento militare. I militari della Croce rossa sono impiegati con funzione di protezione civile in caso di calamità naturali o disastri, assicurano il soccorso sanitario di massa in caso di conflitti, e costituiscono uno strumento di fondamentale importanza per fronteggiare le emergenze legate al fenomeno migratorio o al terrorismo internazionale. Ciò nonostante, con il decreto legislativo del 28 settembre 2012, n. 178, durante il Governo Monti, è stata disposta una riorganizzazione della Croce rossa italiana, che ne ha di fatto stravolto la natura giuridica e l'intera struttura, con una privatizzazione che sta mettendo a rischio la sua presenza sul territorio nazionale ed i servizi sinora resi allo Stato e ai cittadini. Con questa interrogazione chiediamo se non ritenga di adottare le opportune iniziative normative volte a rivedere l'impianto dell'organizzazione della Croce rossa, con particolare riferimento alla sua componente militare, salvaguardando l'operatività e la professionalità rappresentati dalla stessa all'interno dell'ente.
PRESIDENTE. La Ministra della difesa, senatrice Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.
ROBERTA PINOTTI, Ministra della difesa. Signor Presidente, a premessa della risposta al question time in argomento, rappresento all'interrogante che il Ministero della difesa, nel rispetto delle disposizioni del codice dell'ordinamento militare e del decreto legislativo n. 178 del 2012, svolge attualmente le sole funzioni di vigilanza nei confronti dell'ente strumentale all'associazione della Croce rossa italiana, e per i soli aspetti che attengono all'assolvimento delle funzioni ausiliarie alle Forze armate.
Il nuovo assetto associativo che si è venuto a creare a decorrere dal 1 gennaio 2016, infatti, è sottratto alla vigilanza diretta del mio Dicastero. Tale presupposto rende ancor più evidente, in particolare, la circostanza che quando parliamo di corpo militare della Croce rossa italiana non parliamo di Forze armate, ma ci riferiamo invece ad un ambito giuridico ed ordinativo distinto da quello della difesa e ad esso non collegato da alcun vincolo di dipendenza.
Fatta tale doverosa premessa, in questa sede non posso che confermare l'intendimento che il Governo ha già manifestato in occasione della risposta fornita al question time del 15 aprile 2015, in cui è stato nettamente rappresentato il condiviso assunto che il Governo non intende sospendere l'attuazione della riforma della Croce rossa, di cui, come detto, la cosiddetta smilitarizzazione risulta essere un elemento portante. Ricordo in proposito che proprio di recente il Parlamento è tornato sulla materia, convertendo con la legge n. 11 del 2015 il decreto-legge n. 192 del 2014, che, nel riformulare talune disposizioni sul personale contenute nel citato decreto legislativo del 2012, ha confermato la scelta della smilitarizzazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Totaro, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
ACHILLE TOTARO. Signora Ministro, prendiamo atto della sua risposta, e dichiaro a nome del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale di essere totalmente insoddisfatto, nel senso che lei ci sta dicendo che dal 1 gennaio non è più di sua competenza questo argomento. Fatto sta che il problema della smilitarizzazione della Croce rossa secondo noi, secondo il nostro gruppo, è un problema serio, a fronte di una situazione a livello internazionale che dovrebbe vedere invece da parte del Governo italiano, dello Stato italiano un incremento dell'attività per fronteggiare determinate situazioni che la Croce rossa, con quel tipo di ruolo che aveva, poteva svolgere per contrastare dei fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti; e si parla tantissimo del problema del terrorismo, del problema dell'immigrazione. Sicuramente questi uomini, con la loro preparazione, con la storia centenaria Pag. 55che avevano dietro (perché c’è anche una questione di tradizione nel portare avanti determinati ruoli), potevano svolgere un ruolo importante: parlo del rischio di attentati terroristici di cui tante volte si parla, e della contaminazione che potrebbe sorgere da ciò; parlo del contrasto alla diffusione di epidemie come l'Ebola, nel momento in cui arrivano migranti nel nostro Paese con diversi problemi che conosciamo.
Secondo noi, secondo il nostro gruppo, secondo Fratelli d'Italia, si sarebbe dovuti andare nella direzione di un potenziamento di questi organismi dello Stato, non di un depotenziamento. Capisco che è un'iniziativa decisa da un precedente Governo, dal Governo Monti, che diversi disastri li ha fatti, tra cui questo: di depotenziare un organo che era comunque un fiore all'occhiello per la nostra nazione, a livello non solo italiano ma internazionale.
(Intendimenti in ordine all'individuazione delle risorse finanziarie necessarie per l'ultimazione della Pedemontana lombarda – n. 3-02202)
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02202, concernente intendimenti in ordine all'individuazione delle risorse finanziarie necessarie per l'ultimazione della Pedemontana lombarda (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
PAOLO GRIMOLDI. Presidente, signor Ministro, la Pedemontana lombarda è quella strada che serve alla Lombardia, ma serve a tutto il sistema Paese per dirigersi in direzione di Malpensa, che è uno degli aeroporti più importanti d'Europa per il trasporto di merci: quindi per il nostro Paese, per esportare le nostre merci e portare i soldi in Italia, per tener vive le nostre aziende e dare lavoro e un minimo di risposte alle difficoltà economiche che il nostro Paese continua a vivere. L'autostrada Pedemontana è una priorità assoluta, e lei ha detto che lo Stato non può essere un bancomat: io, signor Ministro, le ricordo che se per la Pedemontana lo Stato non può essere un bancomat, per quale motivo continuiamo a pagare da cinquant'anni il finanziamento all'autostrada Salerno-Reggio Calabria, che al di là delle chiacchiere del signor Renzi non è ancora finita ad oggi ? E quella invece è gratis e senza pedaggio, e lo Stato fa da bancomat ?
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, grazie onorevole Grimoldi, ho detto già diversi mesi fa che lo Stato non può essere usato come un bancomat per rifinanziare finanza di progetto che ha, appunto, introiti, diciamo così, piuttosto ideali, non realistici, e flussi di traffico non realistici. Questo fa parte di un atteggiamento che lo Stato vuole introdurre nella relazione con le concessionarie autostradali in generale; è un atteggiamento di grande realismo che è stato codificato nel codice degli appalti dove il rischio del privato va assunto completamente.
La Pedemontana lombarda è una concessione, lo Stato ha già dato, come lei sa, un miliardo e 700 milioni, tra 930 milioni di contributo pubblico e oltre 800 milioni di defiscalizzazione, quasi pari al 50 per cento dell'opera, non può andare oltre e, quindi, la Pedemontana lombarda va fatta, noi non discutiamo su questo, non possiamo nemmeno, però, approvare degli atti che continuino a chiedere contributi, aggiornando continuamente i piani economico-finanziari. I piani economico-finanziari vanno aggiornati sulla base di fatti reali, sulla base del progetto originariamente dato in concessione e questo è il motivo per cui il concessionario deve provvedere a risottoporre l'atto aggiuntivo n. 2 al CIPE, perché non si può cambiare il progetto originale, magari prevedendo di non costruire una tratta, senza averne le conseguenze di definanziamento anche Pag. 56della quota parte statale. La nostra intenzione è quella di trattare tutti alla stessa maniera. La Salerno-Reggio Calabria non è una concessione autostradale, è una strada dell'ANAS e, quindi, viene finanziata e completata a seconda dei finanziamenti annuali dell'ANAS; in questo caso, invece, si tratta più seriamente di mettersi a sedere, di vedere come si possono ridurre i costi e come fare proseguire l'opera secondo le prescrizioni che, appunto, erano state introdotte nel momento in cui fu concessa l'ulteriore defiscalizzazione del 2014 con il CIPE. Si tratta, cioè, di essere coerenti con quanto è stato scelto di fare e pronunciato non più tardi di un anno e mezzo fa. Non si può, ogni anno, pensare che, appunto, si possa aggiornare un piano economico-finanziario di un'opera di 4 miliardi continuando a chiedere centinaia di milioni. Questo non è successo, a onore del vero. Quindi, noi garantiamo ai cittadini lombardi che ci sarà tutto il nostro impegno per completare la Pedemontana, garantiamo anche che alla Pedemontana si applicano gli stessi principi, come a tutte le concessionarie autostradali italiane, e garantiamo anche che siamo disponibili a utilizzare sulla Pedemontana l'approccio che abbiamo usato per tutte le altre concessionarie, la Valdastico o altri tipi di concessionarie, cioè l'approccio di revisionare il progetto per raggiungere, insieme, un progetto che sia economicamente sostenibile, entro i finanziamenti già concessi.
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di replicare, per due minuti.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Ministro, non è un'autostrada come le altre; le faccio un esempio: sull'Autostrada Pedemontana si paga al casello col sistema del free flow, cioè non ci sono i caselli, c’è il passaggio automatico delle automobili; sa perché ? Perché il suo partito ha fatto passare, ovviamente, il fatto che il brevetto dei caselli autostradali appartiene ad Autostrade per l'Italia, al signor Benetton che ha simpatie per il suo partito e, quindi, Autostrada Pedemontana doveva avere un sistema diverso da quello dei caselli, pur essendo a pagamento e se Pedemontana deve essere a pagamento, non capisco perché, invece, altre autostrade del Paese devono essere assolutamente gratis, a partire dal Grande raccordo anulare di Roma fino ad arrivare, appunto, alla Salerno-Reggio Calabria dove, sì, lì, il Governo e lo Stato fanno da bancomat da cinquant'anni. La regione Lombardia, con le aziende che esportano grazie a Malpensa, per dirigersi nella direzione che dovrebbe percorrere l'autostrada Pedemontana, tra quello che da e quello che riceve, ci rimette ogni anno 54 miliardi e, quindi, stando ai suoi dati, noi ogni anno, tenendoci un pochino dei nostri soldi, potremmo finanziarci 54 autostrade pedemontane all'anno e tra l'altro gratis, senza casello. Quindi, lei deve anche mettersi nei panni dei lombardi che lavorano, pagano le tasse e vorrebbero anche avere delle risposte e delle risposte concrete per non pagare dei caselli salatissimi e avere un minimo di risorse indietro. Anche perché parimenti lei non ha dato risposte sul prolungamento della metropolitana verso Vimercate, sul prolungamento della metropolitana verso Paullo, sulla metropolitana Milano-Monza, non vuole il collegamento tra la BreBeMi e la A4 che sarebbe quel collegamento che permetterebbe finalmente agli automobilisti di utilizzare la BreBeMi. In Lombardia siamo un po’ stufi di non vedere risposte e sentirci dire che lo Stato non è un bancomat. Siamo noi il bancomat dello Stato, che regaliamo ogni anno 54 miliardi e non riceviamo neanche indietro l'elemosina per finire le strade.
(Stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo – 3-02203)
PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02203 concernente lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
Pag. 57GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente; signor Ministro, richiamo la sua attenzione, per l'ennesima volta, su un problema antico e irrisolto, insomma sull'autostrada incompiuta che interessa la mia città, la famosa Asti-Cuneo. Quattro anni fa ci fu, in sede di Conferenza di servizi, un sostanziale accordo per la modifica del progetto, l'eliminazione di un'opera troppo costosa come il tunnel sotto il Tanaro e la sostituzione con altre opere accessorie. Ecco, era una soluzione caldeggiata dagli enti locali e condivisa dalla comunità locale che, però, non è stata attuata; non solo, da allora non si è mosso praticamente nulla. L'interrogazione vuole solo sapere se negli ultimi tempi si è mosso qualcosa, oppure se non sia il caso di giungere ad una soluzione definitiva magari anche attraverso la soluzione estrema della risoluzione del contratto.
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente, grazie, onorevole. Come lei ben conosce, il problema della Asti-Cuneo fa parte sempre della categoria di cui al punto precedente, cioè di concessioni autostradali in cui erano previste opere finanziate con pedaggi, quindi accordi presi non da questo Governo, ma da Governi precedenti, pedaggi che però erano insostenibili. In particolare, per poter realizzare la galleria di Verduno sarebbe necessario aumentare la tariffazione sulla Asti-Cuneo di oltre il 45 per cento nei prossimi quattro anni, per potere consentire un introito di oltre 2 miliardi, una cosa totalmente insostenibile agli attuali flussi di traffico presenti. Abbiamo chiesto, appunto, alla società di poter revisionare il progetto, il progetto esecutivo di questo lotto della galleria è stato trasmesso al nostro Ministero nell'ottobre 2015, quindi ci sono stati aggiornamenti per l'approvazione; vi sono notevoli complessità di intervento e, ancora una volta, nonostante questa revisione progettuale, da un punto di vista della copertura finanziaria il PEF non può garantirla agli attuali flussi di traffico e, quindi, abbiamo ulteriormente chiesto ai concessionari, appunto, di aiutarci a trovare una soluzione progettuale differente. Si sta studiando, appunto, come poter rendere sostenibile questo intervento che è indispensabile per dare funzionalità piena a questa autostrada Asti-Cuneo e realizzare eventualmente una parte della galleria di Verduno, intanto, però, dando l'idea che i lavori proseguano. Quindi, la società, in questi giorni, ha ufficializzato una proposta finanziaria, una documentazione nuova che verrà analizzata dalla nostra direzione generale proprio nei prossimi giorni. Quindi, il lavoro sta proseguendo per riuscire a ottenere quello che anche precedentemente ho detto: una revisione progettuale che consenta realmente di smettere di discutere di opere che poi non si realizzano mai, ma di rendere realizzabili delle opere da troppo tempo attese.
PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIOVANNI MONCHIERO. Intanto sono lieto personalmente, ma credo che lo siano tutti gli albesi e i cuneesi, di apprendere che nelle ultime settimane qualcosa si è mosso e che la società ha avanzato una proposta di modifica del contratto attuale, insomma, una proposta che è al vaglio dei competenti uffici del Ministero. La soddisfazione naturalmente si conclude qui, sarà piena quando questa trattativa sarà conclusa. Ecco, io non credo, signor Ministro, che si possano fare un po’ di lavori per dare l'idea che i lavori vadano avanti, io credo che sia indispensabile trovare una modifica contrattuale che garantisca che i lavori vengano terminati. Purtroppo il lotto in questione è centrale rispetto al percorso dell'autostrada e, quindi, è un lotto che rappresenta la nostra autostrada come un paradigma di opera pubblica incompiuta. Noi vogliamo cessare di essere un paradigma, vogliamo che l'opera venga compiuta e che con il concessionario attuale, che ci sta lavorando ormai da un Pag. 58ventennio, si vada o da una parte o dall'altra.
O la finisce lui o la finisca qualcun altro, ma lasciarla ancora incompiuta per altri anni ci sembra davvero inaccettabile.
(Iniziative volte ad evitare conflitti di interessi nel sistema di gestione delle autorità portuali, anche alla luce di numerose nomine di commissari straordinari – n. 3-02204)
PRESIDENTE. L'onorevole Liuzzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02204, concernente iniziative volte ad evitare conflitti di interessi nel sistema di gestione delle autorità portuali, anche alla luce di numerose nomine di commissari straordinari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, le autorità portuali sguazzano in un mare di soldi sprecati, commissari nominati in modo discrezionale e una montagna di soldi pubblici da gestire. Ad Augusta, Alberto Cozzo è stato nominato per ben tre volte, a partire da novembre 2014, come Commissario dell'autorità portuale di Augusta e dalle carte dell'inchiesta «trivellopoli» emerge che la nomina del Cozzo sarebbe giunta a seguito di pressioni indebite da parte del cosiddetto «clan del petrolio», oppure, come si chiamavano loro, dell’«allegra combriccola», e che secondo gli inquirenti è una vera e propria associazione a delinquere per assicurarsi il pontile necessaria all'attracco delle petroliere. E lei, Ministro, che cosa ha pensato di fare in questo momento ? Ha pensato, invece di rimuovere immediatamente Cozzo, che risulta anche indagato, ha infangato il nome della nostra sindaca 5 Stelle, dicendo che lei lo avrebbe consigliato e ne avrebbe parlato bene, ma le intercettazioni la smentiscono clamorosamente. Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, ora indagato, le aveva presentato Cozzo proprio il 12 giugno scorso, quando lei è venuto ad Augusta, e racconta che sarebbe rimasto piacevolmente colpito da questo incontro, ma ancor prima, sempre dagli atti, risulterebbe che vennero da lei in pellegrinaggio al Ministero esponenti di NCD proprio per sponsorizzare e chiedere la nomina del Cozzo. Questo ad aprile 2015. Dato che il mandato di Cozzo scade a maggio di quest'anno, almeno avrà la decenza di non rinnovarlo nuovamente, dato che è anche indagato in quella inchiesta «trivellopoli» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole, non ho ricevuto nessuna pressione per la conferma dell'avvocato Cozzo; se anche le avesse ricevute, le avrei ascoltate, come è lecito ascoltare, dal presidente della Camera di commercio, quindi io non ho inteso in nessun modo coinvolgere il sindaco di Augusta. Col Sindaco di Augusta siamo stati insieme alla visita al porto, la responsabilità della conferma è tutta mia, non è sua. Come sempre, il Ministero agisce in questi casi in piena libertà di coscienza, pensando di potere fare sbloccare le opere, aiutare il porto a crescere e così via. L'avvocato Cozzo io non l'ho nominato, l'ho trovato e, siccome è in corso – forse vi è giunta notizia – una riforma della governance portuale che cambia completamente il sistema di governance appunto, non ci saranno più i comitati portuali ma ci saranno appunto dei rappresentanti di Ministero, comune e regioni, a gestire, quindi tre persone, divisione completa tra interessi privati e tutela dell'interesse pubblico. Poiché è in corso questa riforma in tutte le autorità portuali, non solo in questa, laddove non vi fossero gravissimi problemi di contesto e di conflitto tra le autorità portuali e i sindaci o i presidenti di regione, noi abbiamo confermato le persone esistenti o al massimo, su segnalazioni di difficoltà di operatività, sostituito con i comandanti delle capitanerie di porto, usando un criterio Pag. 59uguale per tutti, non soggetto a nessuna pressione ma semplicemente in attesa di una riforma che si sta completando, come lei sa, perché spero in poco più di un mese di potere completare l'iter, e quindi adesso che abbiamo raggiunto l'accordo con la Conferenza delle regioni e quindi usando un criterio assolutamente trasparente. Questo è il punto, questi sono i fatti, su tutto il resto non ho niente da spiegare se non il fatto che sempre al centro delle nostre decisioni sta l'interesse delle comunità locali e dei porti, che rappresentano una fonte di ricchezza e di sviluppo assolutamente insostituibile.
PRESIDENTE. L'onorevole De Lorenzis ha facoltà di replicare, per due minuti.
DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, signor Ministro, noi non possiamo assolutamente essere soddisfatti della sua risposta. Lei non ha risposto, lei intende o meno revocare l'incarico a una persona che è indagata ? E soprattutto, questo Governo si dimostra inconsapevolmente o consapevolmente al centro di intercettazioni che dimostrano che i comitati d'affare fanno pressioni a esponenti del Governo per avere dei favori, per piazzare le persone nelle poltrone che contano, per fare i soliti favori alle lobby. Questo è quello che emerge dalle carte della procura, questo è quello che ormai gli italiani hanno capito.
Ci sono delle opere che lei dice che questo Governo sta sbloccando, in realtà non sono opere pubbliche, sono semplicemente dei favori che voi fate alle lobby, soprattutto quelle del petrolio, ed evidentemente anche le nomine come quella appunto ad Augusta dei commissari straordinari, che in verità sono prorogati sine die praticamente da anni, rientrano in questo schema in cui appunto il Governo praticamente è schiavo, subisce quello che le lobby vogliono e probabilmente questo è dovuto, come noi sospettiamo, al fatto che non c’è trasparenza nei vostri finanziamenti, nel finanziamento del Partito Democratico. Noi aspettiamo ancora di sapere se alle cene della Fondazione di Renzi, Buzzi ha pagato oppure se voi avete intenzione di affrontare finalmente una legge sul conflitto di interessi. Noi adesso stiamo discutendo in Parlamento anche della possibilità di tracciare tutti i lobbisti che in questi anni abbiamo visto entrare senza nessuna regola durante le fasi più delicate della discussione parlamentare come la legge di stabilità, dove appunto il Partito Democratico e il Governo si fanno scrivere le leggi. Questo è inaccettabile.
(Iniziative in ordine all'ottemperanza di alcune sentenze del Tar Lazio in materia di trattamento economico dei medici ex condotti, anche al fine di evitare aggravi di spesa per il bilancio dello Stato – n. 3-02205)
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02205, concernente iniziative in ordine all'ottemperanza di alcune sentenze del Tar Lazio in materia di trattamento economico dei medici ex condotti, anche al fine di evitare aggravi di spesa per il bilancio dello Stato (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, signor Ministro, la giustizia amministrativa ha disposto l'annullamento dell'articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica n. 384 del 1990, con cui è stata recepita la disciplina dell'accordo per il personale del Servizio sanitario nazionale, e ciò perché, violando il principio della perequazione retributiva, aveva congelato il trattamento economico dei medici ex condotti e li aveva esclusi dalle indennità previste per il restante personale medico. Nonostante le sentenze, le retribuzioni della categoria non sono state rideterminate e non è stato riconosciuto il diritto alla retribuzione individuale di anzianità, con ovvio pregiudizio economico per gli interessati. Nel corso dell'iter della legge di stabilità 2016, in Commissione bilancio del Senato, il Governo ha accolto un ordine del giorno su tale tema, al quale purtroppo, Pag. 60come al solito, non è seguita alcuna azione. Le chiedo quali iniziative il Governo intenda assumere per sanare la questione dei medici ex condotti ed evitare aggravi di spesa derivanti da interessi e rivalutazioni giudiziarie.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, la questione sollevata dall'onorevole Gigli concerne il riconoscimento del diritto del personale medico ex condotto al percepimento degli incrementi dei valori stipendiali tabellari secondo la dinamica contrattuale prevista per il restante personale medico del Servizio sanitario nazionale, nonché delle indennità delle voci componenti il trattamento fondamentale. La materia è stata oggetto di emendamenti parlamentari presentati nel corso dell'iter di conversione del decreto-legge n. 78 del 2015, enti locali, e del decreto-legge n. 210 del 2015, proroga termini, nonché in sede di discussione del disegno di legge di stabilità 2016. L'ordine del giorno presentato in sede di discussione del disegno di legge di stabilità 2016 recava l'impegno del Governo ad assumere iniziative in ordine al pagamento delle somme dovute agli aventi diritto, a valutare la definizione di ogni pendenza, ad assumere iniziative volte alla rideterminazione con effetto retroattivo dell'intera disciplina contrattuale in materia, in ottemperanza delle predette sentenza del TAR Lazio n. 640 del 1994 e del Consiglio di Stato n. 2537 del 2004. In merito alle proposte emendative, il MEF ha espresso il proprio parere contrario perché non risultavano corredate da apposita relazione tecnica contenente gli elementi necessari a valutare l'esatta quantificazione degli oneri, di rilevante entità, derivanti dall'ottemperanza delle sentenze in argomento, stimati dapprima in 38 milioni per il 2015 e 58 per gli anni 2016-2018, e nell'ultima proposta emendativa in 100 milioni di euro annui, nonché la congruità della relativa copertura finanziaria. Ciò posto, si ritiene che la problematica in argomento possa essere risolta con la predisposizione, previa attuazione di un apposito tavolo tecnico che raccolga gli elementi necessari per pervenire all'individuazione dell'effettivo onere, di un'apposita norma che, attraverso l'istituzione di uno specifico fondo, favorisca una soluzione transattiva della vicenda.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, la ringrazio, signor Ministro, perché la ricostruzione che lei ha fatto è stata ineccepibile, nulla assolutamente da dire.
Però mi consenta almeno di dire una cosa: io credo che una soluzione, quale quella che poi lei alla fine ha delineato, avrebbe dovuto essere presa dal Governo stesso, non da singoli parlamentari che diventassero autori di proposte emendative per le quali andare a individuare poi loro la copertura di spesa e magari poi non calcolarla adeguatamente perché il Ministero delle Finanze ha calcoli diversi. Io credo che c’è un problema reale: ci sono delle sentenze, c’è qualcosa a cui in qualche modo dover dare riscontro in termini di giustizia e allora io credo che – come lei ha detto – anche nell'interesse dell'erario, dovrebbe essere il Governo a farsi carico di una soluzione della vicenda, come lei ha detto, magari anche per via transattiva e a cercare una soluzione definitiva, se non vogliamo ripercorrere quello che è accaduto. A me ricordo un altro ambito, come medico: pensiamo alla vicenda degli specializzandi che lei conosce – certamente gli specializzandi delle facoltà mediche – i quali, ancora oggi, stanno andando avanti in azioni legali per vedersi riconosciuto quello che una direttiva europea aveva da tempo richiesto all'Italia, sollecitandola ad adempiere quanto di sua competenza. È chiaro che il tempo non gioca a favore, perché aumentano interessi, perché aumentano contenziosi; allora, dico: capisco tutte le esigenze di bilancio, però una soluzione conviene trovarla nell'interesse, non solo della giustizia Pag. 61verso questi medici ex condotti, che spesso sono anche persone che hanno guadagnato benemerenze verso la collettività in condizioni difficili di esercizio della professione, ma anche per una questione diciamo di rispetto appunto delle casse dello Stato.
(Intendimenti del Governo in merito a misure fiscali volte a favorire la famiglia e la natalità – n. 3-02206 )
PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02206, concernente intendimenti del Governo in merito a misure fiscali volte a favorire la famiglia e la natalità (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. La nostra interrogazione – come lei ha detto – è sulle politiche fiscali a favore della famiglia e della natalità che per noi rivestono una grande importanza. Purtroppo, nel Piano nazionale di riforme non è contenuto nessun paragrafo dedicato né alla famiglia, né alla natalità: c’è un'analisi-scenario, signor Ministro, che analizza tanti fattori, tra questi, ad esempio, l'aumento dell'immigrazione o la diminuzione dell'immigrazione legata alla diminuzione o all'aumento del debito pubblico. Si registra come, se le politiche di immigrazione andranno avanti nel senso di questi anni, ci sarà una curva molto più positiva dell'allineamento del debito pubblico al benchmark europeo. Vorrei che, nella stessa analisi di scenario si facesse uno studio sulla influenza delle politiche di natalità, sull'aumento della natalità sul debito pubblico e sulla dinamica del prodotto interno lordo.
Già l'anno scorso avevamo introdotto all'interno del Piano nazionale di riforme, con una proposta nostra nella risoluzione che poi – ho finito, Presidente – venne votata, il richiamo a una raccomandazione del Consiglio europeo, che già l'8 luglio del 2014, sul PNR 2014 ci invitava a migliorare l'efficacia dei regimi di sostegno alla famiglia.
PRESIDENTE. Il professor Pier Carlo Padoan, Ministro dell'economia e delle finanze, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Innanzitutto, faccio presente che nel Documento di economia e finanza per il 2016, nell'appendice al Programma nazionale di riforma, relativamente alla tassazione IRPEF, si fa notare che, con le prossime leggi di bilancio, il Governo valuterà la possibilità di agire sull'IRPEF in base agli spazi finanziari disponibili nel rispetto dei saldi di finanza pubblica.
Con riguardo agli interventi fiscali a favore della famiglia, si può ricordare come già la legge di stabilità per il 2016 abbia previsto un sostegno alla famiglia, stabilendo che non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente, rilevante ai fini del prelievo fiscale, le somme, i servizi e le prestazioni erogate al datore di lavoro, alla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti per la fruizione da parte dei familiari dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare. Questo compreso i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche ed i centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari.
Nella stessa legge di stabilità è stato disposto che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, rilevante ai fini del prelievo fiscale, le somme e le prestazioni erogate dal datore di lavoro alla generalità o a categorie di dipendenti per la fruizione dei servizi di assistenza familiare anziani o non autosufficienti.
Inoltre la legge di stabilità per il 2016 ha previsto che le coppie costituenti un nucleo familiare composto da coniugi o da conviventi che abbiano costituito nucleo da almeno tre anni, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni, che abbiano acquistato un'unità immobiliari da adibire ad abitazione principale, beneficino di una detrazione dell'imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le spese documentate sostenute per l'acquisto di mobili per l'arredo Pag. 62della medesima unità abitativa. La detrazione, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo, spetta nella misura del 50 per cento delle spese sostenute dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 16.000 euro. Naturalmente, sotto il profilo finanziario, gli ulteriori interventi dovrebbero essere oggetto di valutazione con riguardo ai possibili effetti in termini di minori entrate.
PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di replicare per due minuti.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Io ringrazio il Ministro, che ha ricordato gli interventi che abbiamo fatto – su questo non c’è dubbio e io non avevo avuto il tempo di ricordarli –, ricordo anche il famoso bonus bebé, che abbiamo introdotto nel 2015, che ha avuto – colgo qui l'occasione di ricordarlo – un successo enorme: sono 400.000 famiglie quelle che hanno usufruito del bonus bebé che – voglio ricordarlo – veniva raddoppiato per le famiglie a basso reddito e triplicato addirittura per le famiglie numerose.
Detto questo, credo che però sia necessaria una politica specifica sulla famiglia e credo che questo argomento meritasse un paragrafo particolare nel piano nazionale riforme.
Il Presidente Renzi qualche giorno fa ha un po’ paventato che, nel corso del 2016, in preparazione della legge di stabilità per il 2017 si possa più propendere per interventi sulle famiglie, che non sulle imprese e cioè sull'IRES, perché anche le imprese si sono rese conto dell'importanza delle famiglie nell'aumento dei consumi, che pure hanno avuto una dinamica positiva in questi due anni, ma non sufficiente comunque ad alzare un po’ il tasso di inflazione. Io credo che non ci debba essere un conflitto e una competizione fra famiglie ed imprese: sono assolutamente interconnesse perché famiglie più ricche possono consumare di più e quindi far crescere le imprese e imprese più in salute possono assumere di più e quindi dare maggiore occupazione.
Io ritengo che il Parlamento, nell'esame del Documento di economia e finanza, debba anche quest'anno occuparsi un po’ di famiglia per cercare di inserirla come elemento sistemico di politica economica, al di là dei buoni risultati già ottenuti da questo Governo.
(Iniziative volte a devolvere alle province autonome di Trento e di Bolzano le quote di maggior gettito derivanti dalla procedura di collaborazione volontaria riscosse nel territorio del Trentino-Alto Adige – n. 3-02207)
PRESIDENTE. L'onorevole Gebhard ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02207, concernente iniziative volte a devolvere alle province autonome di Trento e di Bolzano le quote di maggior gettito derivanti dalla procedura di collaborazione volontaria riscosse nel territorio del Trentino-Alto Adige, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. Egregio signor Ministro, la Corte Costituzionale, intervenuta in ordine alla voluntary disclosure ha dichiarato l'incostituzionalità della legge, laddove stabilisce che la riserva di gettito allo Stato, derivante dalle procedure di collaborazione fiscale volontaria, debba applicarsi anche alla regione Valle d'Aosta, in quanto non determina alcuna maggiorazione di aliquota, né una generale modifica dei tributi.
Anche lo Statuto speciale del Trentino Alto Adige – come da ultimo modificato con l'accordo dell'ottobre 2014 – prevede che costituisca riserva dell'erario il gettito, come descritto sopra. Ciò premesso, vorremmo sapere se il Ministro ritenga opportuno destinare anche alle province autonome di Bolzano e Trento le quote di maggior gettito derivanti dalle procedure della volountary disclosure.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, professor Padoan, ha facoltà di rispondere.
Pag. 63 PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie. È noto che, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 66 del 2016, relativa alla Val d'Aosta, si chiede di devolvere anche alle province autonome di Trento e Bolzano le quote di maggior gettito derivanti dalla procedura di collaborazione volontaria prevista dalla legge n. 186 del 2014, riscosse nel territorio del Trentino Alto Adige. Occorre sottolineare che l'istituto della riserva erariale in contestazione consiste nell'avocare allo Stato per intero entrate aggiuntive che derivano da nuove discipline legislative di tributi al cui gettito partecipano le regioni.
Così si impedisce che di tali incrementi di entrate, destinati per volontà del legislatore statale a finalità particolari da esso definite, vengano ad usufruire automaticamente pro quota anche le regioni che godono di tale partecipazione al gettito. Ciò comporta, come ha sostenuto la Corte costituzionale nella sentenza 28 maggio 1999, che lo Stato usufruisce delle nuove entrate aggiuntive, mentre la regione continua semplicemente a godere delle entrate tributarie che ad essa già spettavano sulla base della disciplina preesistente, senza fruire di alcun vantaggio ma anche senza subire alcuna perdita di risorse finanziarie rispetto al passato per effetto della disciplina legislativa sopravvenuta. È opportuno rilevare che quando, negli ultimi anni, il legislatore nazionale ha fatto ricorso alle riserve erariali non sono mancate forti reazioni da parte delle autonomie speciali, che hanno denunciato dinanzi alla Corte costituzionale le norme in questione per violazione delle proprie prerogative statutarie.
Ciò premesso, avverso le disposizioni che riservano il gettito derivante dalla voluntary disclosure allo Stato non risulta che sia stato proposto dalla regione Trentino-Alto Adige o dalle province autonome di Trento e Bolzano alcun ricorso dinanzi alla Corte costituzionale per presunte violazioni delle proprie prerogative statutarie. Pertanto, poiché la regione Trentino-Alto Adige o le province autonome di Trento e Bolzano non hanno richiesto una verifica della legittimità costituzionale delle norme che regolano l'attribuzione del gettito derivante dalla voluntary disclosure, dette norme continuano a trovare applicazione e a produrre effetti. Ciò naturalmente non esclude che eventuali questioni possano essere affrontate al momento della conclusione di specifici accordi, dal momento che la stessa Corte costituzionale individua nell'accordo lo strumento più idoneo per conciliare e regolare in modo negoziato il doveroso concorso delle regioni a Statuto speciale alla manovra di finanza pubblica e la tutela della loro autonomia finanziaria, costituzionalmente rafforzata.
PRESIDENTE. L'onorevole Gebhard ha facoltà di replicare per due minuti.
RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Non mi posso dichiarare soddisfatta della risposta e dichiaro, a nome anche del mio gruppo, che valuteremo l'opportunità di presentare ricorso.
(Chiarimenti in merito ad un'operazione di acquisizione di quote azionarie del gruppo Kos da parte del fondo di investimento a capitale pubblico F2i – n. 3-02208)
PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02208, concernente chiarimenti in merito ad un'operazione di acquisizione di quote azionarie del gruppo Kos da parte del fondo di investimento a capitale pubblico F2i (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, a marzo la Cir Holding della famiglia De Benedetti e l'F2i, fondo il cui primo azionista è Cassa depositi e prestiti, hanno raggiunto un accordo con la società di investimenti Ardian sull'acquisto, per 292 milioni, di quasi il 47 per cento di Kos, società partecipata proprio da Cir. Kos opera nel settore della Pag. 64sanità, con residenze per anziani e centri di riabilitazione. A vendere è Ardian, che nel 2010 ha fatto il suo ingresso nell'azionariato di Kos investendo 150 milioni, a condizione di potere disinvestire nel 2016 e ottenendo una congrua plusvalenza.
Chiediamo, quindi, se il Ministro Padoan sia a conoscenza del fatto che l'operazione di Cir e F2i susciti diversi interrogativi. F2i è un fondo di investimento a capitale pubblico e si occupa principalmente di infrastrutture d'avanguardia, per cui non si capisce cosa lo abbia indotto a investire quasi 300 milioni in un gruppo che gestisce residenze per anziani...
PRESIDENTE. Concluda.
GABRIELLA GIAMMANCO. ... per di più partecipato da una holding della famiglia De Benedetti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. F2i SGR è la società di gestione di due fondi di investimento in società infrastrutturali sottoscritti da circa 70 investitori italiani e internazionali (banche, fondazioni bancarie, fondi pensione, assicurazioni, fondi sovrani) e 17 di tali investitori sono anche azionisti della società di gestione. Di tale società di gestione Cassa depositi e prestiti detiene una quota minoritaria, pari al 14 per cento, paritetica alle quote di altre istituzioni finanziarie. L'investimento in Kos verrà effettuato dal secondo fondo F2i, che ha una dotazione complessiva di un miliardo 242,5 milioni di euro, di cui Cassa depositi e prestiti ha sottoscritto 100 milioni di euro, equivalenti ad una quota minoritaria pari all'8 per cento.
Il CdA di F2i è autonomo nelle sue decisioni di investimento, che vengono assunte su proposta del management dopo analisi del comitato investimenti e, quando necessario, del comitato conflitti, secondo best practice internazionali e nel rispetto delle norme definite da Banca d'Italia.
Gli investimenti dei fondi F2i vengono effettuati sulla base di quanto previsto nel regolamento. Detto regolamento elenca specificatamente i settori di intervento di F2i, tra i quali – cito – «infrastrutture sociali, ospedali e cliniche». In tale ambito rientra l'attività di Kos, che ha quattro linee di business: residenze sanitarie e assistenziali (RSA) per anziani non autosufficienti, cliniche di riabilitazione, gestione di ospedali per acuti, acquisto di impianti e macchinari e gestione dei dipartimenti per la diagnostica e terapie oncologiche. Ne deriva che gli investimenti dei fondi F2i nell'attività in Kos risultano in linea con quanto previsto nel regolamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà di replicare per due minuti.
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, signor Ministro. Purtroppo, le perplessità su quest'operazione finanziaria rimangono tutte e sicuramente continuiamo a ritenere che si tratti di un intervento quantomeno inopportuno. Perché F2i, un fondo di investimenti a capitale pubblico nato per sviluppare infrastrutture d'avanguardia, ha deciso di acquistare quote di un gruppo che si occupa in gran parte di residenze per anziani, gestito proprio dalla famiglia De Benedetti ? Perché ha investito quasi 300 milioni per acquisire il 37 per cento di una società con appena 17 milioni di utile netto ? Non ci sembra affatto un caso che i benefici derivanti dall'intera operazione siano prevalentemente dell'ingegner De Benedetti, tessera n. 1 del Partito Democratico. E mi consenta: non ci pare per nulla azzardato pensare che si tratti di un favore fatto da Palazzo Chigi alla dinastia De Benedetti che, tra l'altro, ha da poco preso il controllo del più grande gruppo editoriale italiano attraverso la fusione tra la Repubblica e La Stampa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
Dubbi e domande a cui avrebbe dovuto rispondere lei, Ministro, visto che è azionista Pag. 65di F2i e Cassa depositi e prestiti, società a controllo pubblico che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale e i cui finanziamenti – citando direttamente lo statuto – «sono diretti a operazioni caratterizzate da adeguate prospettive di redditività». Non ci sembra questo il caso di Kos, la cui gestione in questi anni non è stata in grado di assicurare ad Ardian i risultati pattuiti nel 2010. L'intervento di F2i appare quindi provvidenziale per Carlo De Benedetti, che quest'anno non sarà costretto a sborsare centinaia di milioni di euro per pagare quanto dovuto ad Ardian. Insomma, siamo davanti a una serie di coincidenze, magari colpi di fortuna o, comunque, tempistiche talmente azzeccate da sembrare inverosimili. Ciò che ci sembra evidente, in ogni caso, è quanto il Governo sia sensibile ai problemi di amici, parenti e lobby compiacenti, andando in loro soccorso anche a costo di portare avanti operazioni finanziarie spregiudicate e finanziate con i soldi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20 con il seguito della discussione della proposta di legge recante principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque.
La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,25.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Artini, Bueno, Caparini, Capelli, Epifani, Fico, Mazziotti Di Celso, Palma, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci, Sanga, Sani, Scotto, Tabacci e Velo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centoventitré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 2212-A.
PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 2212-A, recante principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 10.
(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli emendamenti Sarro 11.60, Daga 11.50, Zaratti 11.55 e Daga 11.52 il parere è contrario. Sull'emendamento Segoni 11.51 c’è un invito al ritiro, perché il tema posto dall'emendamento Segoni è già oggetto di una delibera esecutiva dell'Autorità del 28 dicembre 2012 e nel resto del provvedimento viene addirittura costruito il portale di comparazione con tutte quante le di tariffe, i costi e le modalità di arrivo a questi tariffe di tutti i gestori italiani. Quindi, c’è un invito al ritiro perché prevede una cosa che già si fa ed è poi potenziata dagli altri Pag. 66articoli del provvedimento. Sugli emendamenti Mannino 11.53 e Daga 11.54 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Sarro 11.60 ci rimettiamo all'Assemblea. Sugli emendamenti Daga 11.50, Zaratti 11.55, Daga 11.52, Segoni 11.51, Mannino 11.53 e Daga 11.54 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il parere del Governo, sottosegretaria Velo ?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, nel merito, il motivo per cui c’è un parere contrario a partire dall'emendamento Sarro 11.60 è perché all'interno di questa legge costruiamo un meccanismo non solo di partecipazione dei cittadini ai processi, ma introduciamo due fattori: il primo, che ogni cittadino potrà finalmente controllare quello che paga direttamente alla fonte, perché con l'introduzione della tariffa intelligente, quando gli arriverà a casa l'importo da pagare, oltre alle tasse, gli arriveranno tre voci, che sono il costo del consumo dell'acqua, il costo inerente alla depurazione della quota e, se c’è, il famoso onere di investimento, in maniera tale che il cittadino potrà capire se paga un investimento e valutarlo se si fa, e se serve a migliorare le condizioni della rete.
Poi, prevediamo, già all'inizio della concessione, che, ventiquattro mesi prima della scadenza della concessione, gli enti locali dell'ambito di appartenenza inizino il dibattito pubblico – partendo logicamente anche dei consigli comunali, che sono eletti dal popolo e quindi sono il primo elemento di rappresentanza popolare – al fine di fare una valutazione per decidere se andare avanti o no...
PRESIDENTE. Deputato Manfredi, mi scusi. Scusate, colleghi, è possibile non voltare le spalle alla Presidenza e anche tenere un po’ di attenzione verso l'Aula ? Io faccio fatica a seguire il relatore Manfredi. Grazie. Prego, relatore.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie a lei, Presidente. Quindi, praticamente, ventiquattro mesi prima inizierà un percorso di valutazione della gestione esistente, che è partecipativa. C’è però un terzo tema di cui pure dobbiamo parlare: allo stato attuale, a prescindere dalle forme di gestione, c’è una consuetudine sbagliata, anche da parte degli enti locali, di non riportare il bilancio annuale – come previsto – dell'andamento delle gestioni, a prescindere dalla tipologia giuridica delle gestioni nell'ambito delle sedi competenti dei consigli comunali. Noi adesso lo ribadiamo e lo rendiamo obbligatorio, anno per anno, oltre a prevedere la partecipazione dei cittadini in tutte le forme di consultazione.
Quindi, il motivo finale della contrarietà – ci tenevo a dirlo – è che noi mettiamo in campo, attraverso tre articoli, un sistema di controllo istituzionale e generale, ma poi anche sociale, che arriva fino alla fine, alla bolletta a casa del cittadino, che nove volte su dieci, Presidente, non sa valutare quello che paga. Aumentando la diffusione del controllo sicuramente metteremo in campo un meccanismo di controllo migliore.
PRESIDENTE. Nessun altro vuole intervenire ? Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico...
CARLO SARRO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Allora revoco l'indizione della votazione. Prego, deputato Sarro, ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente, soltanto per precisare, proprio in considerazione della puntualizzazione che il relatore ha testé partecipato all'Aula, che il senso del mio emendamento è proprio quello di rendere effettiva la caratteristica di norma di principio, superando anche talune espressioni che francamente sembrano dettate più da un'impostazione di tipo demagogico e piuttosto vaghe – anche imprecise, tra l'altro –, che renderebbero poi la norma anche di dubbia applicazione o comunque potrebbero creare delle difficoltà interpretative.
In particolar modo, l'emendamento, che peraltro è circoscritto al secondo comma, salvaguardando il principio di assicurare da parte degli enti locali forme di democrazia partecipativa in sede di adozione degli atti fondamentali di pianificazione e programmazione del servizio idrico integrato, si ferma qui, senza poi dilungarsi, come accade nel secondo periodo del secondo comma, imponendo alle regioni l'adozione di ulteriori provvedimenti – perché potrebbero benissimo anche le singole realtà d'ambito poter autonomamente provvedere a disciplinare forme partecipative anche più estese, più allargate e più incisive – finalizzati ad organizzare la partecipazione e la discussione degli abitanti, dei lavoratori e delle loro forme associative e di rappresentanza.
Tutto questo mi sembra ridondante in una norma di principio, e soprattutto, anche dal punto di vista dell'effettività della disposizione, piuttosto superflua. Quindi chiedo all'Aula il voto favorevole, il sostegno a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 11.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Che succede ? Deputato Manfredi, non riesce a votare ? Latronico, Peluffo. Forza colleghi che siamo in votazione, non facciamo aspettare gli altri. Peluffo non riesce a votare. Non so se può essere assistito. Sì, c’è il tecnico. Bene, ha votato. Giammanco, Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 360
Votanti 345
Astenuti 15
Maggioranza 173
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 315.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 11.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Simone Valente...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 360
Votanti 359
Astenuti 1
Maggioranza 180
Hanno votato sì 90
Hanno votato no 269.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 68(Il deputato Ferraresi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 11.55, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Casellato, Marzano, Di Vita, Mazziotti Di Celso, Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 371
Votanti 370
Astenuti 1
Maggioranza 186
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 270.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 11.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie Presidente. Tramite questo emendamento vogliamo modificare alcune parti del comma 3; alcune riguardano l'ente di governo dell'ambito territoriale ottimale, considerando che noi non ci vediamo rappresentati da questo tipo di ente e da questa struttura che è stata creata snaturando completamente questa legge. Però c’è anche una modifica un po’ particolare, anzi piuttosto banale che chiediamo, non particolare, su una questione particolare perché al terzo periodo della legge così modificata è stata aggiunta una parola: «I soggetti pubblici – questa è la parola aggiunta – gestori del servizio idrico integrato devono rendere pubblici, tramite idonei strumenti, anche informatici, tutti gli atti e i provvedimenti che prevedono impegni di spesa».
Noi chiediamo di cancellare «pubblici» perché appunto crediamo che questo sia un obbligo di tutti i soggetti, tant’è che nel periodo successivo si fa riferimento a tutti i soggetti gestori del servizio idrico. Quindi, non capiamo perché si fanno figli e figliocci; da una parte solamente i pubblici devono fare gli impegni di spesa e dall'altra, invece, si parla di tutti i gestori. Sinceramente questa modifica credo che sia dovuta perché, altrimenti, è palese la volontà, anche nel tema della trasparenza, di favorire i privati. Noi lo stiamo ripetendo da due giorni su questa cosa. Magari siamo noi che non riusciamo ad interpretare questo comma di questo articolo, però almeno sulla trasparenza dovrebbe essere tutto chiaro e, invece, vediamo che così non è. Quindi, in realtà, come molti altri articoli di questa legge, anche quest'articolo è stato azzoppato; anche quest'articolo completamente snaturato da quella che era la volontà iniziale dei cittadini. Ci ritroviamo di nuovo in una situazione poco chiara, una situazione che potrà in futuro avvantaggiare i gestori privati e, quindi, ritorniamo al discorso che siamo facendo da due giorni a questa parte. Più evidenze di queste della volontà del PD di favorire il privato nel settore dell'acqua noi non riusciamo a portarle. Spero proprio che i 27 milioni di cittadini che hanno votato il referendum anni fa si siano resi conto di tutto questo. Io credo che sono ampiamente consapevoli di quello che ha fatto il PD, che sta facendo una campagna di privatizzazioni che nemmeno il PdL di Berlusconi si poteva sognare. E ci ritroviamo, quindi, di nuovo con una distinzione di trattamento fra pubblici e privati, naturalmente sempre a favore dei privati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente. Intervengo per sollecitare il relatore a spiegare la ratio di questo inserimento in Commissione ambiente. Infatti, la norma generale prevedeva una trasparenza per tutti i gestori. Quindi, se andiamo a prendere l'articolo, ai gestori si chiedeva di rendere pubblici, tramite idonei strumenti, anche informatici, tutti gli atti e i provvedimenti che prevedono impegni di spesa. Ora, perché questo deve valere solo per i gestori pubblici ? Ricordiamo che, grazie al Partito Democratico e al centrodestra che governa in questi anni, non ne è rimasto quasi nessuno in Italia. Abbiamo solo pochi casi in alcuni comuni e adesso l'ABC di Napoli. Perché, invece, si chiede solo al gestore pubblico di trasferire queste informazioni ? Forse perché vogliamo che per i privati rimangano all'oscuro queste informazioni e non siano offerte ai cittadini ? Infatti, se noi riusciamo qui a portare in Aula tante contraddizioni della gestione del servizio idrico che hanno voluto questi partiti è proprio perché siamo andati a spulciare i bilanci, siamo andati a spulciare le informazioni attraverso dei siti istituzionali. Non vorremmo che adesso si introduca un nuovo sistema per nascondere tutto sotto al tappeto e non rendere neanche più possibile ai cittadini di affrontare le problematiche di questi gestori privati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 11.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sberna, Nicchi, Gigli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato sì 107
Hanno votato no 282.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 11.51.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Segoni 11.51 non accedono all'invito al ritiro. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 11.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bordo, Caso.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 259.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 11.53, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Anche in questo caso chiediamo semplicemente di prevedere un obbligo per i comuni di pubblicare i dati relativi ai controlli interni ed esterni che il gestore è tenuto ad effettuare per la verifica della Pag. 70qualità dell'acqua per il consumo umano: niente di che. In un Paese normale tutto questo dovrebbe essere all'ordine del giorno: comuni trasparenti che pubblicano la qualità delle acque, in base a controlli che i gestori dovrebbero fare normalmente. Noi, invece, ci ritroviamo in un Paese dove l'arsenico nell'acqua è all'ordine del giorno, dove ci sono comunicazioni estemporanee da parte dei vari sindaci, che sono comunque gli enti più importanti sul territorio dal punto di vista della sanità e della salute.
Quindi, noi chiediamo semplicemente di iniziare, di provare ad essere un Paese normale. Non ci stiamo spingendo molto oltre. Sappiamo bene che sulla trasparenza i comuni latitano; ce ne sono molti – parlo soprattutto dei più piccoli – che ancora non pubblicano nemmeno i bilanci, figuriamoci se pubblicano la qualità dell'acqua che si beve. Però, non crediamo di chiedere la luna; per questo riteniamo di dover essere ascoltati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 11.53.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abrignani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 400
Votanti 399
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 274.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 11.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Rabino, Matarrese, Fanucci, Vazio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 281.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cominardi, Fiorio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 401
Votanti 310
Astenuti 91
Maggioranza 156
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 56.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 12 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere i pareri. Prego, relatore Manfredi.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Matarrese 12.50, Daga 12.52, Matarrese 12.51 e Sarro 12.60.
PRESIDENTE. Relatore Rondini ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Matarrese 12.50. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Daga 12.52. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Matarrese 12.51 e Sarro 12.60.
PRESIDENTE. Il Governo ?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Matarrese 12.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.
SALVATORE MATARRESE. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei richiamare l'attenzione sul nostro emendamento, in quanto, di certo, non siamo contrari all'istituzione di un fondo di solidarietà; siamo sicuramente contrari a costituire questo fondo con delle tassazioni, di fatto indirette, che non danno nessuna certezza sul fatto che non ricadono sulla testa dei cittadini. Sono prelievi, sono raddoppi di prelievi esistenti, che vengono fatti non considerando che poi avranno una ricaduta sul prodotto finale, quindi sui cittadini e quindi sugli utenti dell'acqua, ai quali noi, con questa legge, stiamo cercando di garantirne l'accessibilità.
Quindi, è davvero un modo di procedere che non condividiamo, perché preferiamo che i fondi di solidarietà vengano realizzati con le risorse che lo Stato ha a disposizione, anche attraverso risparmi nella spesa corrente, attraverso anche sacrifici che possono essere richiesti, ma non attraverso delle tassazioni indirette quali sono quelle che sono presenti in quest'articolo. Quindi, la nostra proposta di soppressione dell'articolo non è sul concetto del fondo di solidarietà, ma è relativa al metodo con il quale si vuole alimentare un fine in via di principio nobile, ma che non è sicuramente nobile e in linea con lo spirito di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Io vorrei ribadire le ragioni che ha appena espresso il mio collega di gruppo Matarrese, per ricordare all'Aula che normalmente sui fondi di solidarietà – lo ha detto bene Matarrese – noi non abbiamo nessun tipo di perplessità. Pensiamo che l'istituzione di un fondo internazionale per la cooperazione e per l'utilizzo dell'acqua potabile sia senz'altro un elemento molto qualificante di questa legge. Quindi, crediamo che tutti gli interventi che sono finalizzati allo sviluppo di attività di cooperazione internazionale, a maggior ragione sull'utilizzo di un bene prezioso quale l'acqua, siano senz'altro encomiabili.
Però, per finanziare attività encomiabili ci sono due modi diversi, dal nostro punto di vista. Uno è quello di intervenire sulla spesa consolidata, cioè recuperare le risorse da ciò che oggi viene speso male, dagli sprechi, da tutte le attività che sono oggetto di attenzione per la quantità di corruzione che vi si nasconde dietro o per inappropriatezza dietro le singole attività che si svolgono. È questa la spesa che noi riteniamo debba essere aggredita da parte dello Stato; è questa la spesa che noi vorremmo vedere ridotta, contenuta o utilizzata per fondi di solidarietà che hanno come obiettivo obiettivi nobili, come quelli che sono previsti all'interno di questo articolo 12. Invece lo Stato dimostra la sua inadeguatezza e utilizza, per finanziare attività assolutamente meritevoli, nuove tasse sui cittadini, quindi utilizza nuove tasse sul costo dell'acqua e quindi dopo Pag. 72esserci riempiti la bocca tutti quanti all'interno di quest'Aula sull'importanza dell'acqua come bene fondamentale, come bene che deve essere garantito ai cittadini, però aggiungiamo delle tasse sull'acqua e chi dovrà pagare queste tasse sono i cittadini che sono fruitori finali dell'acqua. L'altra tassa interessa invece i produttori delle acque minerali, noi sappiamo bene quanto basso sia il margine di guadagno su un litro di acqua minerale da parte di chi produce e distribuisce le acque minerali. Aggravare questa produzione di una tassa aggiuntiva significa mettere in crisi tante piccole aziende che non è giusto mettere in crisi per finalità che sono nobilissime, come quella della cooperazione internazionale. Lo Stato e il Governo dovrebbero...
PRESIDENTE. Concluda.
PIERPAOLO VARGIU. ... imparare a trovare i fondi per la cooperazione internazionale laddove ci sono opacità, laddove ci sono aree in cui i cittadini hanno dei dubbi che stiano funzionando bene i settori che sono...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vargiu.
PIERPAOLO VARGIU. ... non attraverso nuove tasse sui cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, per sottoscrivere questo emendamento e condividere totalmente quello che poco fa il collega Vargiu affermava. Inoltre, anche per significare che la tara genetica della sinistra rimane sempre quella: qualsiasi cosa si finanzia con la fiscalità generale, la fiscalità generale è la loro risorsa, cioè fiscalità generale a tutta birra, dopodiché distribuzione di consenso, di solidarietà e quant'altro. È questa la storia e non può cambiare, io la rispetto ma non la condivido. Detto questo, noi Conservatori e Riformisti che cosa avremmo fatto ? Avremmo fatto il bando di gara con cui per la solidarietà avremmo spinto al massimo la possibilità concorrenziale per poter creare risorse perché nelle parti del mondo in cui si muore di sete non continuasse questo scandalo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, in un minuto tre o quattro ragioni per esprimere totale adesione all'emendamento dei colleghi Matarrese e Vargiu. Numero uno, perché non c’è mai nessuna buona ragione per aumentare le tasse ai cittadini italiani; ogni volta che sento parlare di piani, progetti di spesa, eccetera, la domanda a cui rispondere è: chi paga ? La risposta è semplice: i cittadini, con più tasse. Per noi è inaccettabile. Secondo, chi incassa ? Io già vedo la manina dei soliti progetti di cooperazione, spesso molto ben fatti, altre volte occasione di soccorso essenzialmente per chi li fa e anche magari qualche regime, in giro per il mondo, della cui democraticità dovremmo preoccuparci prima di finanziarli. Terzo, francamente resto basito nel leggere che si vuole costituire una fiscalità generale universale a carico di tutti gli abitanti del pianeta. Francamente non so, si propone di avere un Ministero delle finanze unico del pianeta, con Equitalia unica e Agenzia delle entrate unica. Io veramente spero che tanti colleghi si rendano conto che questi atti saranno letti anche in futuro. Da ultimo sia consentito in questo Parlamento di citare una frase di Margaret Thatcher che tutti dovremmo ricordarci, quando si è in maggioranza e quando si è all'opposizione: non esiste, signori colleghe e colleghi, diceva la Thatcher, il denaro pubblico, esiste solo il denaro dei contribuenti. Ogni volta che sentiamo dire spendiamo questo, stanziamo questo, stiamo Pag. 73parlando di soldi, di tasse dei nostri cittadini. Per questo diciamo «sì» all'emendamento dei nostri colleghi e «no» a questo articolo 11 che, francamente, è surreale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Signora Presidente, vedo che i miei colleghi si sforzano di trovare un rimedio a questa fiscalità generale. Il rimedio per l'acqua della fiscalità generale c’è subito, basterebbe che la Città del Vaticano pagasse l'acqua, perché voi sapete che la Città del Vaticano non paga l'acqua, non l'ha mai pagata e, non pagandola, si calcola che ne consumi tanta quanto servirebbe a pagare l'acqua di tutto il Lazio. Ecco, basterebbe che si riuscisse a far pagare alla Città del Vaticano la nostra acqua e poi la cooperazione generale o come si chiama avrebbe tutti i denari che crede. Cosa semplicissima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Signora Presidente, solo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento Matarrese. Non ripeto le ragioni, che sono state bene esposte dal collega Capezzone e anche dallo stesso Matarrese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 12.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi, Capezzone, Ciprini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 323
Astenuti 90
Maggioranza 162
Hanno votato sì 66
Hanno votato no 257.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 12.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Massa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 408
Votanti 400
Astenuti 8
Maggioranza 201
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 251.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Matarrese 12.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.
SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, con questo emendamento noi vorremmo perlomeno eliminare questo prelievo fiscale di 1 centesimo per ogni bottiglia di acqua minerale commercializzata che si va a sommare al prelievo che abbiamo raddoppiato col precedente articolo da 0,50 a 1 centesimo, quindi 2 centesimi che noi andiamo a portare sull'acqua commercializzata, quindi a carico delle imprese e, paradossalmente, Pag. 74andiamo a favorire le grandi imprese, perché le piccole imprese che hanno a che fare con la grande distribuzione e che quindi devono produrre in dimensione locale, con una grande competitività, avranno sicuramente un contraccolpo – perché sicuramente non parliamo di margini notevoli – sia in termini economici e quindi anche occupazionali, oltre a dover quindi o ribaltare sui cittadini questo maggiore onere che riportiamo o mettere in crisi le stesse aziende. Quindi torniamo al concetto di prima, stiamo a danno di terzi favorendo un'azione lodevole di questo Governo e dello Stato, quindi noi crediamo che questo emendamento sia molto temibile per l'economia delle piccole imprese che operano nelle acque minerali, che dovranno far fronte a due incrementi che facciamo in ben due commi di uno stesso articolo. Quindi invito a riflettere se noi vogliamo veramente risollevare l'economia del nostro Paese e quindi garantire solidità alle imprese e non andare ulteriormente a penalizzarle con interventi di questo tipo, lodevoli nel fine, ma poco lodevoli nel mezzo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, per condividere e sottoscrivere anche questo emendamento proposto dai colleghi Matarrese, D'Agostino, Dambruoso e Vargiu, perché si può essere anche d'accordo sul fine, ma il mezzo è pernicioso. E non solo è pernicioso, ma si va di male in peggio, cioè di nuovo si incorre nel grandissimo errore di tassare in maniera diretta e indiretta qualsiasi cosa. La prossima volta ci aspettiamo cioè che la proposta sia che tasserete pure l'aria, forse a quel punto sarete appagati esattamente, cioè peggio di Dracula nei confronti del sangue.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento la domanda che verrebbe in mente di fare al Governo è abbastanza semplice e cioè: ha fatto il Governo uno studio che aiuti a comprendere cosa significhi tassare di un centesimo ogni bottiglia di acqua minerale che viene prodotta e commercializzata nel nostro Paese ? Perché, se il Governo avesse fatto uno studio nel dare il parere favorevole a questo testo di legge, che accerti che ci sia l'economicità nella produzione che viene salvaguardata e quindi che il rischio per le aziende, che hanno dei margini nella commercializzazione delle singole bottiglie di acqua minerale modestissimi, di chiudere sia un rischio basso, forse noi potremmo ritirare l'emendamento e forse potremmo votare a cuor leggero, sapendo che questo emendamento non passa. Ma non è così: noi abbiamo dati economici che certificano che il rischio che sia pesante l'effetto del centesimo in più su ogni bottiglia è altissimo, in particolare per le piccole aziende. Allora, significherebbe che noi stiamo dicendo che un'azione nobilissima, come un finanziamento di fondo di cooperazione internazionale, si fa cancellando posti di lavoro in Italia e questo è intollerabile, cioè è una cosa gravissima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Condividendo l'emendamento e le preoccupazioni espresse dai colleghi, volevo chiedere alla rappresentante del Governo come si concilia questo aumento della tassazione a carico delle imprese con le recenti e reiterate dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla volontà di abbassare la pressione fiscale anche alle imprese. Se ci chiarisce – diciamo così – quella che sembra una grave contraddizione ci fa cosa utile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
Pag. 75 ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Io credo che qui si vadano confrontando due differenti visioni della società e di come questa si debba manifestare anche attraverso l'impegno dello Stato. È evidente come la legge, della quale non siamo ovviamente soddisfatti e da cui abbiamo ritirato le nostre firme, vada a cercare un punto di compromesso e di mediazione fra quella che era l'indicazione del referendum e un'altra visione di società, dove il profitto, e in particolare il criterio economico, diventa faro dal quale poi vengono declinati tutti i provvedimenti e le modalità con cui gestire il patrimonio pubblico e il bene comune. In questo caso, l'acqua riconosciuta giustamente come bene comune per la vita di tutti quanti viene anche in questo caso, in questo articolo, sul quale voteremo favorevolmente – ma non sugli emendamenti proposti dal centrodestra – riconosciuta come un bene da preservare e per questo occorre mettere in campo delle iniziative che vadano a riequilibrare lo scompenso dovuto ad un'estrema mercificazione del bene che ha prodotto anche una modalità di vendita e di commercializzazione contraria ai criteri di efficienza e sostenibilità ambientale.
Non possiamo quindi che ritenere corretta la strada che la maggioranza ha voluto percorrere in questo specifico articolo, ovviamente non nella proposta di legge in generale, che comunque è un compromesso che disattende il referendum e l'indicazione dei cittadini. Vorrei rimarcare e, tramite lei, dire al centrodestra che qui quella che viene esposta dal centrodestra è una visione del tutto parziale ed in conflitto con quello che è l'interesse dei cittadini.
Quindi, in questo caso, ritengo che sia indispensabile rimarcare la centralità dello Stato e quindi di una minima tassazione per riequilibrare scompensi e disequilibri evidenti oramai all'interno della nostra società.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Anche noi voteremo a favore di questo ineccepibile emendamento che mira a evitare l'ennesimo incremento di tassazione che graverà su imprese e quindi anche su cittadini, piuttosto che mettere queste stesse imprese in difficoltà, ma voglio cogliere l'occasione di questo velocissimo intervento per sostituirmi, se me lo si consente, alla rappresentante del Governo nel dare la risposta alla domanda posta dall'amico e collega Capezzone, il quale chiedeva come si conciliassero queste norme che producono incrementi di tasse e tariffe con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Renzi rispetto alla necessità di ridurre le tasse. Ecco, collega, si conciliano allo stesso modo con cui stanno in rapporto l'atteggiamento del Partito Democratico su questa legge con un post, pubblicato il 3 di giugno del 2011 dall'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il quale, in occasione del referendum sull'acqua, scrisse: vado a votare e voto «sì» all'acqua pubblica; esattamente allo stesso modo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. L'onorevole Capezzone dà modo di essere contraddetto lui dai suoi colleghi di gruppo. Ha chiesto all'onorevole Velo come si concilia la grave contraddizione del Presidente del Consiglio che, da una parte, dice che vuole abbassare le tasse alle imprese e, dall'altra, invece propone nuove tasse. Io direi che questo è pienamente coerente con il comportamento del Presidente del Consiglio, come ha detto anche l'onorevole Laffranco e che la grave contraddizione sarebbe stata un'altra, che dicesse una cosa e la facesse, cosa mai verificata fino ad adesso, quindi qui c’è piena coerenza di comportamento e non abbiamo bisogno di nessuna spiegazione.
Pag. 76PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento e aggiungere che è stato detto qui che sono in campo due visioni del mondo; io direi che, più che altro, sono in campo due metodi, un metodo di governo improntato all'assoluta superficialità delle valutazioni e che punta all'effetto immediato sul piano comunicativo e, dall'altra parte, un metodo sempre più raro che punta invece alla responsabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matarrese 12.51.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marzano, Cominardi, Mazziotti, De Lorenzis, Monchiero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 389
Astenuti 24
Maggioranza 195
Hanno votato sì 61
Hanno votato no 328.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 12.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda le ragioni di questo emendamento, sul piano della riduzione, dell'attenuazione dell'impatto sulla tassazione, mi riporto per così dire alle dichiarazioni a proposito dell'emendamento 12.50 dell'onorevole Matarrese e voglio anche segnalare che si parla di solidarietà universale, finalità nobilissime e altissime, però occorrerebbe a questo punto considerare anche un fondo di solidarietà nazionale.
Infatti, questo provvedimento, che ha l'ambizione di disciplinare in termini di principi generali il tema delle acque e del ciclo integrato delle acque, non considera assolutamente un segmento importantissimo, che è quello del collettamento e della depurazione di aspetti che nel nostro Paese – in aree importanti del nostro Paese – registrano delle gravissime criticità.
E allora sarebbe stato opportuno che, se un prelievo deve essere fatto mediante la tariffa nelle tasche dei cittadini, queste risorse venissero egualmente distribuite per una solidarietà internazionale ma anche per una solidarietà nazionale con le aree che sono maggiormente svantaggiate quanto a servizi in materia di depurazione e di collettamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo per esprimere consenso sull'emendamento del collega Sarro, che almeno cerca, diciamo, di ridurre il danno e, quindi, da questo punto di vista è estremamente positivo. Dunque, preannunzio il voto favorevole.
Segnalo, però, con rammarico che abbiamo chiesto al Governo una risposta su come si concilino gli annunci e le intenzioni di riduzione della pressione fiscale con questo aumento delle tasse ma non ho ascoltato alcuna risposta né dal Governo né dalla maggioranza. Gli unici che hanno risposto, oltre ai miei amici in modo sorridente, sono stati, in modo serio dal loro punto di vista, i colleghi di Sinistra Italiana, che dicono: «Sono in campo delle visioni; occorre fare solidarietà». Comprendo le ragioni, comprendo la desiderabilità dell'obiettivo, ma il problema è sempre chi paga. Io ritengo che mettere Pag. 77qualcosa sul conto di qualcun altro sia un grave errore, altrimenti io questa sera andrò a cena con una serie di miei amici e metterò il conto, diciamo, a carico di qualcun altro. Non mi sembra un buon metodo di procedere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 12.60.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Nicchi, Gandolfi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 416
Votanti 389
Astenuti 27
Maggioranza 195
Hanno votato sì 62
Hanno votato no 327.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per sottolineare il rilievo dell'articolo 12, che ha un obiettivo: favorire l'accesso all'acqua potabile da parte di tutti gli abitanti del pianeta e perciò individua uno strumento, che è quel Fondo nazionale di solidarietà in campo internazionale, istituito presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da destinare a progetti di cooperazione che promuovano l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e che utilizza un metodo, ossia la particolare attenzione al sostegno e al coinvolgimento della cooperazione territoriale delle comunità dei Paesi partner. Questo Fondo ha una copertura che è prevista con un prelievo, che è stato oggetto della discussione sugli emendamenti, rispetto a cui mi limito a ricordare, colleghi, che, almeno per quanto riguarda la lettera b), è già prevista dal 2007 una finalità di tutela ambientale. Le risorse saranno gestite dall'Agenzia nazionale per la cooperazione internazionale.
Dunque, io voglio rivolgere un ringraziamento al lavoro dei relatori, dei colleghi della Commissione che se ne sono occupati e al Governo, anche per l'attenzione prestata all'iniziativa parlamentare di questi anni.
Infatti, i contenuti di questo articolo erano in una proposta di legge della scorsa e della presente legislatura, firmata da molti colleghi.
Con questo articolo compiamo una scelta giusta per chi riceverà il sostegno dei progetti di cooperazione internazionale, per chi contribuirà fattivamente a un'idea di sviluppo sostenibile e per chi pensa che la stabilizzazione di molte situazioni di crisi sia irrobustita dalla riduzione delle ingiustizie e della povertà. Spesso, Presidente, riecheggia in molti dibattiti, anche televisivi, il «aiutiamoli a casa loro». Se vogliamo evitare che si tratti di uno slogan respingente o che sia un facile modo per disinteressarsi delle contraddizioni rendiamolo un approccio positivo, un'occasione per farsi carico delle contraddizioni e per concorrere a risolverle. Facciamo, cioè, qualcosa di utile e di duraturo nel tempo. Questo è il contenuto e l'ispirazione dell'articolo 12, su cui come Partito Democratico esprimeremo un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo articolo perché riteniamo che il Fondo nazionale di solidarietà internazionale per i progetti di cooperazione per favorire l'accesso all'acqua pubblica di tutti coloro che non hanno la possibilità di accedere Pag. 78debba essere sottoscritto. Qual è il problema, Presidente ? Che siamo passati – era una legge già vigente – da 50 centesimi a un centesimo per il prelievo sulle bottigliette d'acqua minerale. Allora, siccome noi sappiamo che chi preleva l'acqua e la rivende ha comunque dei grandi introiti, perché l'acqua viene prelevata veramente a pochissimo – pochissimo ! – denaro, noi pensiamo che un centesimo sia il minimo.
Ma voglio dire anche ai colleghi miei dirimpettai che questo Fondo di solidarietà internazionale è soltanto una quota parte, un decimo, mentre il resto va – le posso dire – alla potabilizzazione dell'acqua – stiamo parlando di quella nostra –, va al recupero delle acque piovane e va alla permeabilità delle zone urbanizzate. Allora, siccome noi sappiamo che andiamo sott'acqua ogni volta che piove, credo, evidentemente, che un intervento per quello che riguarda la permeabilizzazione delle zone urbanizzate sia sostanziale. Quindi, nove decimi rientrano come utilizzo nella nostra nazione, nel nostro Paese. Pertanto, credo veramente che sia demagogia quella di dire che le nostre imprese relative all'acqua minerale abbiano una «botta» negativa, diciamo, sull'economia. Cerchiamo di guardare a fondo su questo articolo, perché io credo che sia l'unico davvero da salvaguardare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle si asterrà su questo articolo per un motivo molto semplice: noi rigettiamo l'approccio culturale del Governo e del Partito Democratico su questo tema e sulla gestione dell'acqua. C’è un Governo che rafforza il lavoro delle multinazionali. Ricordiamo che la Suez sta in tantissime regioni perché è in tantissime partecipate dei nostri territori. Si tratta di quella Suez che aumenta le bollette in Bolivia, in Ecuador e in tanti Paesi del sud del mondo, sottraendo la possibilità di bere ai cittadini di quegli Stati. Poi, però, arriva la mano caritatevole o il discorso «petaloso» del deputato del Partito Democratico, che addirittura afferma che con quest'articolo risolveremo il problema dell'acqua per tutti i cittadini del mondo (ha detto questo il deputato del Partito Democratico).
A nostro avviso è inaccettabile, perché quando i cittadini del sud del mondo vengono interpellati dicono semplicemente una cosa: noi non vogliamo una mano, vogliamo semplicemente che ci togliete i piedi dalla testa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, noi chiaramente voteremo contro, perché per noi la solidarietà non va affrontata così, come se adesso, per esempio, signora Presidente, andassi al bar, dove ci sono trenta persone, e dicessi: offro a tutti, poi pagate voi stessi. Davanti a questo tipo di solidarietà, chiaramente siamo contrari, in riferimento alle situazioni della tassazione fiscale, che non va assolutamente bene. Il nostro metodo è tutt'altro: una solidarietà convinta ma attraverso altre soluzioni, altre situazioni, non con l'aumento delle tasse e la spremitura dei cittadini e, peggio ancora, anche delle imprese. E poi si dice che si vuol dar lavoro e quant'altro. È una forma totalmente sbagliata, vecchia, anacronistica, fino all'infinito, cioè contraddittoria con tutto il resto. Poi, si dice che si sta andando in Europa: in Europa si sta fino in fondo oppure non si sta proprio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, il tema del prelievo di 1 centesimo per la captazione a metro cubo è certamente un tema interessante, tanto che la scorsa legislatura avevo anche provato a prevederne un utilizzo, in merito al federalismo fiscale, al fine di dare risorse a tutti quei territori e enti locali sui quali vi sono le Pag. 79opere di captazione, fatte talvolta dalle multinazionali o ad altre imprese nazionali e locali, che appunto hanno la possibilità di fare un guadagno sull'utilizzo delle acque di falda, sull'utilizzo dei prelievi di acqua per poi trasformarli in bibite e quant'altro. La cifra di 1 centesimo – lei la contestava – sostanzialmente produce un volume molto grande di introiti.
Per la sola provincia di Biella, avevo calcolato che potessero essere 10 milioni di euro all'anno di introiti, visto che c'era 1 miliardo di metri cubi prelevati per la produzione di bibite dalla Coca Cola ad altre realtà locali. È chiaro che se questo grande volume di fondi, di soldi, lo andiamo a destinare sempre agli altri e mai a chi subisce le devastazioni date dai prelievi, a chi subisce appunto tutte le situazioni negative legate al traffico veicolare, all'industrializzazione dei territori, il depauperamento delle zone agricole per la trasformazione dei territori in stabilimenti, cioè andando sempre ad interessarci dei problemi degli altri, non aiutiamo mai a risolvere i problemi di casa nostra.
Quindi, perché andiamo sostanzialmente ad implementare questo fondo per la cooperazione internazionale ? Va bene, andiamo a dare delle soddisfazioni a chi l'acqua non ce l'ha, ma utilizziamo questo fondo, parte di questo introito dato dal prelievo dell'acqua, per le amministrazioni comunali, affinché queste possano alleggerire la loro tassazione. È una sorta di federalismo fiscale. Capisco che per voi non va bene, è meglio aiutare quelli del Terzo mondo piuttosto che aiutare il vicino di casa, ma noi la vediamo esattamente al contrario: preferiamo prima aiutare il nostro vicino di casa e, quando ne avanza, il resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Busto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 411
Votanti 301
Astenuti 110
Maggioranza 151
Hanno votato sì 264
Hanno votato no 37.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Comunico che i gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie hanno esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi che sono stati concessi dalla Presidenza. Come già fatto in analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tali gruppi lo svolgimento di brevi interventi, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Avverto anche che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame, ed essendo stata fatta richiesta, come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
(Esame dell'articolo 13 – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso relativo (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Calabrò, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 411 Pag. 80
Astenuti 6
Maggioranza 206
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 142.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Ora chiedo ai relatori il parere sull'articolo aggiuntivo 13.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Prego, deputato Manfredi.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole, Presidente.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, ci rimettiamo all'Assemblea.
PRESIDENTE. Il parere del Governo, sottosegretaria ?
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sannicandro, Giordano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 414
Votanti 376
Astenuti 38
Maggioranza 189
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 115.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo, la sottosegretaria Velo, ad esprimere il parere. Prego, sottosegretaria.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana il parere è favorevole con una riformulazione...
PRESIDENTE. No, aspetti, quello viene dopo, prima abbiamo l'ordine del giorno presentato dai deputati Matarrelli, Civati, Brignone ed altri, del gruppo Misto.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, mi scusi, ho letto male io. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2212-A/1 il parere è favorevole con una riformulazione: aggiungere dopo le parole «al fine di adottare» le seguenti: «qualora tecnicamente possibile». Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2212-A/2 il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2212-A/3, parere favorevole con riformulazione: sostituiamo «a trasmettere» con «a fornire con periodicità». Sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2212-A/4, parere favorevole con riformulazione: nell'impegno ci fermiamo alla frase «singoli gestori». Sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2212-A/5, parere favorevole con riformulazione: ci fermiamo a «le future generazioni» e il resto lo espungiamo. Sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2212-A/6, parere contrario. Sull'ordine del giorno Basilio n. 9/2212-A/7, parere favorevole aggiungendo all'inizio «a valutare la possibilità all'interno dei provvedimenti» e Pag. 81poi resta uguale. Sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2212-A/8, parere favorevole con la riformulazione «a valutare la possibilità». Sugli ordini del giorno Frusone n. 9/2212-A/9 e Busto n. 9/2212-A/10, parere contrario. Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2212-A/11, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità ad intervenire anche normativamente», eccetera. Sugli ordini del giorno Agostinelli n. 9/2212-A/12 e Baroni n. 9/2212-A/13, parere contrario.
Sugli ordini del giorno Benedetti n. 9/2212-A/14 e Massimiliano Bernini n. 9/2212-A/15, parere favorevole con la riformulazione «a valutare la possibilità di». Sugli ordini del giorno Paolo Bernini n. 9/2212-A/16, Nicola Bianchi n. 9/2212-A/17 e Bonafede n. 9/2212-A/18, parere contrario. Sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2212-A/19, parere favorevole con la riformulazione «a valutare la possibilità di». Sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2212-A/20, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'esigenza di». Sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2212-A/21, parere favorevole con la riformulazione: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi del provvedimento in esame al fine di un'eventuale adozione di iniziative normative»; e, poi, dove c’è «copertura parziale» togliamo «parziale» e lasciamo «copertura dei costi di investimento».
Sugli ordini del giorno Cariello n. 9/2212-A/22 e Carinelli n. 9/2212-A/23, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità di». Sull'ordine del giorno Caso n. 9/2212-A/24, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della norma in premessa» aggiungendo «anche al fine di adottare eventuali ulteriori», eccetera. Sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2212-A/25, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità di». Sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2212-A/26, parere favorevole con la seguente riformulazione: dopo «impegna il Governo, nel definire i criteri per l'applicazione delle misure di compensazione ambientale» sostituiamo la frase «ad attribuire ad esse carattere residuale rispetto alle misure» con «a valutare l'opportunità di valorizzare misure di mitigazione». Sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2212-A/27, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità». Sugli ordini del giorno Colletti n. 9/2212-A/28 e Colonnese n. 9/2212-A/29, parere favorevole. Sugli ordini del giorno Corda n. 9/2212-A/30 e Da Villa n. 9/2212-A/31, parere favorevole aggiungendo «a valutare l'opportunità». Sugli ordini del giorno Dall'Osso n. 9/2212-A/32 e D'Ambrosio n. 9/2212-A/33, parere favorevole. Sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2212-A/34 e Della Valle n. 9/2212-A/35, parere favorevole aggiungendo «a valutare l'opportunità». Sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2212-A/36, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità di intervenire». Sugli ordini del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2212-A/37 e Di Vita n. 9/2212-A/38, parere favorevole aggiungendo «a valutare l'opportunità».
Sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2212-A/39, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di farsi promotore di un intervento normativo che preveda che il predetto uso reciproco» e si continua come l'originale. Sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2212-A/40, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità»; e poi ci fermiamo a «le motivazioni che» e sostituiamo il resto con «hanno condotto alla scelta della forma di affidamento del servizio». Sugli ordini del giorno D'Uva n. 9/2212-A/41, Fantinati n. 9/2212-A/42 e Ferraresi n. 9/2212-A/43, parere favorevole. Sugli ordini del giorno Gagnarli n. 9/2212-A/44, Gallinella n. 9/2212-A/45 e Silvia Giordano n. 9/2212-A/46, parere favorevole con la riformulazione «a valutare la possibilità di». Sull'ordine del giorno Grande n. 9/2212-A/47, parere favorevole aggiungendo nella riformulazione «a valutare l'opportunità». Sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2212-A/48, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità nel periodo transitorio Pag. 82che precede l'emanazione da parte degli enti locali della predetta normativa di indirizzo da parte degli enti locali» e poi si cassa fino alla fine e si aggiunge «di favorire la massima pubblicità, trasparenza e partecipazione possibile». Sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2212-A/49, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità». Sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2212-A/50, parere favorevole con questa riformulazione: «a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui in premessa al fine di» e sostituiamo con «garantire l'adeguatezza dello strumento ivi previsto». Sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2212-A/51, parere favorevole con analoga riformulazione, cioè «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di garantire l'adeguatezza dello strumento ivi previsto».
Sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2212-A/52, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui in premessa al fine di garantire l'adeguatezza dello strumento ivi previsto». Sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2212-A/53, parere favorevole con la seguente riformulazione: aggiungiamo «a valutare l'opportunità di rendere pubbliche le informazioni» e ci fermiamo in premessa. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/2212-A/54, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Pes n. 9/2212-A/55, parere favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità di». Sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/2212-A/56, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, anche in relazione alla necessità di garantire gli equilibri della finanza pubblica, di prevedere specifiche agevolazioni», eccetera, eccetera. Aggiungiamo gli equilibri di finanza pubblica. Sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2212-A/57, parere favorevole con la seguente riformulazione: ci fermiamo a «il DPCM previsto dal citato collegato ambientale». Anche perché il decreto a cui si fa riferimento è alla firma del Ministro. Sull'ordine del giorno Tentori n. 9/2212-A/58, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a verificare la necessità di adeguare». Sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2212-A/59, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire «almeno semestralmente» con «adeguata periodicità». Sugli ordini del giorno Grimoldi n. 9/2212-A/60 e Guidesi n. 9/2212-A/61, parere contrario. Sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2212-A/62, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2212-A/63, parere contrario.
Sugli ordini del giorno Borghesi n. 9/2212-A/64 e Caparini n. 9/2212-A/65 parere contrario. Sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2212-A/66 parere favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare le iniziative affinché, al fine di garantire una gestione efficiente ed efficace del servizio idrico integrato, siano rese pubbliche le motivazioni che hanno condotto alla forma di affidamento del servizio». Sull'ordine del giorno Busin n. 9/2212-A/67 parere favorevole con riformulazione: si cassa da «rivista» fino alla fine e si aggiunge: «sia verificata l'esattezza dello strumento ivi previsto». Sull'ordine del giorno Coppola n. 9/2212-A/68 parere favorevole con riformulazione: «a valutare l'opportunità di un intervento volto a risolvere la situazione di incertezza normativa e i relativi dubbi di interpretazione» e ci fermiamo lì. Sull'ordine del giorno Taricco n. 9/2212-A/69 parere favorevole con riformulazione, aggiungendo: «compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica». Sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2212-A/70 parere favorevole con la seguente riformulazione: «tenga conto del criterio della progressività», cassando la parola «impositiva», e poi dove si dice: «al contempo una maggiore imposizione» si sostituisce con: «maggiore tariffa per il consumo». Sull'ordine del giorno Sarro n. 9/2212-A/71 parere favorevole. Sull'ordine del giorno Sanna n. 9/2212-A/72 favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, anche al Pag. 83fine di adottare ulteriori iniziative volte a prevedere, ove necessario, che, a fronte di inadempienze gravi e inefficienze da parte del soggetto affidatario del servizio idrico integrato, i comuni possano segnalare l'inadempienza all'ente di governo d'ambito per l'attivazione dei poteri di controllo e sostitutivi, di cui all'articolo 152 del decreto legislativo n. 152 del 2006». Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2212-A/73 parere contrario. Sull'ordine del giorno Pili n. 9/2212-A/74 parere favorevole con la seguente riformulazione. Primo impegno: «a valutare l'opportunità di predisporre apposite norme per quantificare l'onere di bonifica e il corrispettivo dovuto per l'irrigazione commisurato ai volumi erogati, come previsti dall'articolo 9 della direttiva 2060/CE». Secondo impegno: «a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di prevedere il concorso di finanziamenti pubblici alle opere di bonifica». Terzo impegno: «a valutare l'opportunità di prevedere idonee forme di separazione contabile per i soggetti che operano sia nella bonifica che nell'irrigazione per la corretta attribuzione dei costi afferenti all'una e all'altra».
PRESIDENTE. Grazie, sottosegretaria Velo. Colleghi, io adesso vado per ordine, quindi abbiamo il primo ordine del giorno Matarrelli n. 9/2212-A/1, su cui c’è una riformulazione. Deputato Matarrelli, va bene ? Va bene, non lo vuole votato. Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2212-A/2 c’è il parere favorevole. Andiamo avanti ? Sì. Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2212-A/3 c’è una riformulazione. Va bene ? Va bene. Sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2212-A/4 c’è una riformulazione. Va bene. Sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2212-A/5 c’è una riformulazione. Va bene. Sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2212-A/6 c’è un parere contrario. Deputato Cominardi, lo vuole votato ? Va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2212-A/6, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Preziosi, Zampa, Oliverio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 405
Votanti 390
Astenuti 15
Maggioranza 196
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 288.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Sull'ordine del giorno Basilio n. 9/2212-A/7 c’è una riformulazione. Va bene ? Sì. Sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2212-A/8 c’è una riformulazione. Ok. Sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2212-A/9 il parere è contrario. Lo vuole votato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2212-A/9, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Vico, Fabbri...
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato sì 119
Hanno votato no 281.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(I deputati Dallai e Monchiero hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Sull'ordine del giorno Busto n. 9/2212-A/10 il parere è contrario. Lo votiamo, deputato Busto ? Sì.Pag. 84
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2212-A/10, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Malisani, Di Lello, Molteni, Sannicandro...
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 137
Hanno votato no 272.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2212-A/11 c’è una riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2212-A/12 il parere è contrario. Lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2212-A/12, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Marchi, Luigi Gallo.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 119
Hanno votato no 294.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2212-A/13 il parere è contrario. Lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2212-A/13, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Piepoli, Magorno, Sannicandro, Giorgis, Ghizzoni, Alberti.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 403
Astenuti 12
Maggioranza 202
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 295.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2212-A/14 c’è una riformulazione. Va bene ? Sì. Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2212-A/15 c’è una riformulazione. Va bene ? Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2212-A/16 il parere è contrario. Lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2212-A/16, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Monchiero, Sannicandro, Turco, Librandi, Pilozzi...
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 402
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato sì 103
Hanno votato no 299.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 85 Sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2212-A/17 il parere è contrario. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2212-A/17, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Baruffi, Furnari, Pilozzi, Iori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 416
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 137
Hanno votato no 279.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2212-A/18 il parere è contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2212-A/18, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Donati, Chimienti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 279.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Brescia n. 9/2212-A/19, Brugnerotto n. 9/2212-A/20, Mantero n. 9/2212-A/21, Cariello n. 9/2212-A/22, Carinelli n. 9/2212-A/23, Caso n. 9/2212-A/24, Cecconi n. 9/2212-A/25, Chimienti n. 9/2212-A/26 e Ciprini n. 9/2212-A/27, accettati dal Governo, purché riformulati. Sugli ordini del giorno Colletti n. 9/2212-A/28 e Colonnese n. 9/2212-A/29 il parere è favorevole. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Corda n. 9/2212-A/30 e Da Villa n. 9/2212-A/31, accettati dal Governo, purché riformulati. Sugli ordini del giorno Dall'Osso n. 9/2212-A/32 e D'Ambrosio n. 9/2212-A/33 il parere è favorevole. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2212-A/34, Della Valle n. 9/2212-A/35, Di Benedetto n. 9/2212-A/36, Manlio Di Stefano n. 9/2212-A/37, Di Vita n. 9/2212-A/38, Dieni n. 9/2212-A/39 e D'Incà n. 9/2212-A/40, accettati dal Governo, purché riformulati. Sugli ordini del giorno D'Uva n. 9/2212-A/41, Fantinati n. 9/2212-A/42 e Ferraresi n. 9/2212-A/43 il parere è favorevole. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Gagnarli n. 9/2212-A/44, Gallinella n. 9/2212-A/45, Silvia Giordano n. 9/2212-A/46, Grande n. 9/2212-A/47, Grillo n. 9/2212-A/48, L'Abbate n. 9/2212-A/49, Liuzzi n. 9/2212-A/50, Lombardi n. 9/2212-A/51, Lorefice n. 9/2212-A/52 e Lupo n. 9/2212-A/53, accettati dal Governo, purché riformulati. Il parere sull'ordine del giorno Marzano n. 9/2212-A/54 è favorevole. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pes n. 9/2212-A/55, Zaratti n. 9/2212-A/56, Pellegrino n. 9/2212-A/57, Tentori n. 9/2212-A/58, Segoni n. 9/2212-A/59, accettati dal Governo, purché riformulati. Il parere sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2212-A/60 è contrario. Lo vuole in votazione ?
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, Pag. 86sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2212-A/60, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Monchiero, Di Lello, Silvia Giordano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 267.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'ordine del giorno Guidesi n. 9/2212-A/61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini.
DAVIDE CAPARINI. Signora Presidente, sono sicuro che il sottosegretario abbia erroneamente dato un parere negativo su questo ordine del giorno perché, nell'ambito della norma, dà la possibilità al Governo, quindi con un impegno molto ampio, di delimitare all'interno dalla delega data alle regioni degli ambiti territoriali ottimali al fine di migliorare la gestione del servizio idrico, che è l'obiettivo di questa norma. Ora, non capisco come da una parte si facciano delle enunciazioni di principio, di cui questa legge è ampiamente dotata, e poi alla fine, nel momento in cui questi principi possono – e dal nostro punto di vista devono – essere approvati...
PRESIDENTE. Ha finito il tempo, Caparini. Ricorda ? L'avevo ricordato all'Assemblea.
DAVIDE CAPARINI. Abbiamo finito anche il terzo aggiuntivo ?
PRESIDENTE. Sì, ha solo il tempo a titolo personale, quindi stia dentro il minuto, già è andato oltre il minuto.
DAVIDE CAPARINI. Sì, Presidente. Quindi chiedo al Governo di rivedere il suo parere.
PRESIDENTE. Allora, il Governo ? Sottosegretaria Velo, prego.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signora Presidente, se accetta, è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Come raccomandazione, va bene ? Allora andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2212-A/62 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2212-A/63 il parere è contrario. Lo vuole votato ? Passiamo ai voti. Indico...Vuole intervenire ? Revoco l'indizione della votazione, Prego, deputato.
MARCO RONDINI. Signora Presidente, noi chiediamo al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno, anche perché chiediamo semplicemente al Governo un impegno nell'ambito dell'attuazione della delega per la definizione dei criteri sulla base dei quali le regioni devono indire le gare per l'affidamento delle concessioni delle grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico scadute, a prevedere anche la possibilità per le regioni di acquisire le opere e gli impianti e conferirli in proprietà, società patrimoniali di scopo, con partecipazione totalitaria di capitale pubblico incedibile, cui partecipano senza oneri gli enti locali per poter successivamente affidare le concessioni tramite tali società patrimoniali con gare ad evidenza pubblica e anche nelle forme del partenariato pubblico-privato. Quindi chiediamo al Governo se può eventualmente rivedere il proprio parere.
PRESIDENTE. Sottosegretaria Velo, prego.
Pag. 87SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Uno sforzo ulteriore, direi come raccomandazione, però fermandoci a «in proprietà, società patrimoniali di scopo, con la partecipazione totalitaria di capitale pubblico incedibile» e lascerei lì.
PRESIDENTE. Va bene ? L'accetta ? D'accordo. Allora andiamo avanti. Il parere sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2212-A/64 è contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2212-A/64, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fratoianni, Fabbri, Gregori, Colaninno, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 291.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2212-A/65, non accettato dal Governo.
DAVIDE CAPARINI. Sia chiaro che, con questi pareri contrari da parte del Governo, si mette la pietra tombale sulla definizione dei subambiti per quanto riguarda la gestione del servizio idrico, si mette la pietra tombale su qualsiasi tipo di gestione in autonomia, da parte dei piccoli comuni montani, si dice un «no» definitivo su qualsiasi gestione differenziata per quanto riguarda i comuni montani. Quindi, non si vada poi a dire al di fuori di quest'Aula, che il PD è a favore delle cose che ho appena annunciato, perché qui c’è il parere formale contrario da parte del Governo, che infatti le boccerà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2212-A/65, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 270.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2212-A/66, Busin n. 9/2212-A/67, Coppola n. 9/2212-A/68, Taricco n. 9/2212-A/69 e Occhiuto n. 9/2212-A/70, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sarro n. 9/2212-A/71, accettato dal Governo.
Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giovanna Sanna n. 9/2212-A/72, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/2212-A/73, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 88giorno Allasia n. 9/2212-A/73, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 401
Votanti 398
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 282.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Infine, prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2212-A/74, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi. Il presente disegno di legge è stato oggetto di ampio e sentito dibattito in Commissione. Le profonde modifiche intervenute nel corso dell'esame, a detta di alcuni colleghi, avrebbero stravolto il senso e l'utilità di questo disegno, ebbene ritengo che quest'ultima sia un'affermazione quanto meno ingenerosa. Il presente testo fissa infatti dei punti fondamentali in tema di utilizzo e godimento da parte di tutti i cittadini delle risorse idriche di questo Paese. Vero è che gli emendamenti al provvedimento sono stati molti e molto incisivi, ma occorre tener conto che questo disegno dovrà inserirsi in una fitta trama di norme vigenti, anche di sistema, dalle quali non si poteva prescindere. Ad ogni modo, se si analizza bene il testo, si incontrano diritti di estremo rilievo e tutt'altro che inutili: penso al quantitativo minimo giornaliero di acqua per ogni cittadino, alle garanzie degli utenti indigenti rispetto alla sospensione dell'erogazione dell'acqua, in caso di morosità, alla trasparenza delle nuove bollette, le quali dovranno indicare i dati relativi agli investimenti realizzati sugli impianti idrici dal gestore del servizio.
Il presente disegno di legge, dunque, ribadisce la specialità e l'importanza del servizio idrico integrato, realizzando, nel rispetto dei principi europei in tema di servizi pubblici, una nuova governance delle risorse idriche. Con riferimento poi alle modalità di gestione del servizio idrico integrato, il disegno di legge stabilisce una chiara preferenza nei confronti di società interamente pubbliche in possesso dei requisiti europei per lo svolgimento del servizio in house. Tali società sarebbero quindi controllate dagli enti locali che ricadono in ambito territoriale ottimale. Ebbene, la sintesi a cui si è giunti è la più adeguata a fronteggiare e regolare le realtà territoriali più diverse, vincolandole ad una gestione ispirata ai principi di trasparenza e di massima tutela degli interessi della collettività locale, per i suoi contenuti e per i diritti che sancisce il presente disegno di legge, rispetto al quale esprimo il voto favorevole della componente socialista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo. Il 12 e 13 giugno 2011 gli Pag. 89italiani furono chiamati al voto su quattro referendum: uno era sul nucleare, un altro sul legittimo impedimento e ben due riguardavano la gestione del servizio idrico. Quel referendum, io ed i colleghi della nostra componente che allora militavamo in quello che fu il centrodestra di Governo, quel referendum lo perdemmo. Invitammo all'astensione, così come legittimamente ha fatto qualcun altro in questi giorni e invece il quorum fu raggiunto e i quesiti approvati. Sono passati cinque anni e da allora il mantra sul tradimento del referendum sull'acqua pubblica risuona con una certa frequenza.
Prima di passare perciò a una valutazione del provvedimento che stiamo per votare, è forse il caso di fare chiarezza. Con i due referendum sull'acqua, si abrogarono due norme: una prima, che obbligava i comuni ad affidare la gestione dei servizi pubblici locali tramite gara pubblica, ed una seconda, che fissava forfettariamente al 7 per cento la remunerazione del capitale investito. Nel rispetto di quell'esito, oggi un comune può decidere se mettere in gara il servizio idrico o se gestirlo tramite una società in house, tramite anche una società a capitale pubblico.
Per quanto riguarda invece gli investimenti, la remunerazione, secondo quanto deciso dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e i servizi idrici, fin dal 2012, viene calcolata secondo gli investimenti effettivamente realizzati e gli oneri di finanziamento effettivamente sostenuti, considerando anche le eventuali agevolazioni ottenute, oppure laddove gli investimenti non siano facilmente quantificabili, si stima il costo utilizzando la media degli ultimi 12 mesi dei BTP a dieci anni, che per nostra fortuna è ben inferiore al famoso 7 per cento.
Ma noi capiamo che qualche cittadino, dopo quel referendum, si sia sentito imbrogliato: lo capiamo perché molte forze politiche e comitati impostarono la campagna referendaria vendendo i quesiti per quello che non erano, imbrogliarono gli elettori cui chiedevano il voto, dicendo loro che così la gestione delle acque sarebbe tornata a essere interamente pubblica. Non era così, ma nonostante questo, la volontà di vendere il referendum per qualcos'altro non è mai passata di moda e però per fortuna – si è visto anche nell'ultimo referendum – la maggior parte degli italiani ha smesso di abboccare.
Conclusa questa doverosa premessa, non possiamo comunque che apprezzare con favore tutti i cambiamenti che il testo in esame ha subito in Commissione: si sono mantenuti fermi i condivisibili principi fondamentali che riconoscono un quantitativo minimo vitale, che può arrivare a 50 litri al giorno di acqua per persona, che riconoscono perciò l'acqua come diritto universale e che danno priorità al consumo umano, spingendo all'impiego di acqua di recupero per usi diversi. È stato invece soppresso l'articolo che imponeva la ripubblicizzazione del servizio idrico, norma che avrebbe portato l'amministrazione pubblica a dover sostenere alti costi e che non avrebbe portato risultati significativi, perché l'acqua è già un bene riconosciuto come pubblico, ma non è importante che la sua gestione sia pubblica o privata.
Noi riteniamo che sia importante che sia efficiente ed orientata ad eliminare gli sprechi che purtroppo permangono. Il processo di ripubblicizzazione è stato perciò ridotto almeno al riconoscimento di un criterio di priorità per l'affidamento in house a società per azioni in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo, con la precisazione che la stessa gestione deve essere espressamente partecipata da tutti gli enti locali dell'ambito territoriale. Fosse stato per noi – lo diciamo senza indugio – si sarebbe potuto anche fare a meno di questo canale prioritario per la gestione tramite aziende partecipate. La libertà di scelta su come e a chi affidare la gestione del servizio idrico integrato ci pare, tra l'altro, pienamente compatibile con il recente decreto del Governo sui servizi pubblici locali, che si pone l'obiettivo di fare chiarezza in materia.
È positiva, riteniamo, anche l'innovazione in materia di garanzia dell'accesso Pag. 90alle risorse idriche alle famiglie disagiate. La decisione di garantire l'accesso al quantitativo minimo giornaliero, che sarà definito da un decreto del Presidente del Consiglio, non può che trovarci concordi. Andranno definiti gli strumenti per raggiungere tale scopo che forse non saranno di facile attuazione ma che, da un punto di vista politico, non possono certo essere contestati.
La proposta di legge in esame si pone, secondo noi, il nobile obiettivo di determinare i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale nonché favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua in grado di garantirne un uso sostenibile. Assistiamo ad un'organica ridefinizione della materia, anche al fine di rispettare alcuni principi dettati in sede comunitaria, che va nella direzione da noi auspicata, ovvero la protezione e il miglioramento dello stato degli ecosistemi acquatici nonché di quelli terrestri e delle zone umide che da questi dipendono, un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse disponibili ed una maggiore protezione dell'ambiente acquatico, che ne consenta il miglioramento anche attraverso l'adozione di misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze inquinanti.
Quando si parla di acqua e soprattutto della sua gestione è facile contrapporsi. Su alcune questioni, però, non ci possono essere divisioni. L'obiettivo del legislatore deve essere quello di ampliare la protezione delle acque, sia superficiali sia sotterranee, gestire risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative e procedere con un'azione tesa ad aumentare gli standard di qualità della risorsa e del servizio. Vivibilità dell'ambiente, risparmio e rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico devono essere il comune denominatore di un'azione politica che deve avere l'obiettivo di salvaguardare le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un patrimonio ambientale idrico. La tutela, la valorizzazione delle risorse idriche e la loro gestione, secondo criteri di sostenibilità, efficienza ed economicità, sono elementi che indicano il livello di maturità di un Paese civile e la sua capacità di corrispondere ai propri cittadini in termini di servizi appropriati, cioè in grado di preservare l'integrità e la qualità della risorsa idrica nel presente e nel futuro. Questi obiettivi, secondo noi, con questo provvedimento sono centrati.
L'unico aspetto a lasciarci qualche dubbio è quello relativo alla decisione di istituire un prelievo di un centesimo di euro per ogni metro cubo di acqua erogata per finanziare il Fondo nazionale di solidarietà internazionale da destinare a progetti di cooperazione in campo internazionale che promuovono l'accesso all'acqua. La cifra non è di certo esosa, ma per chi viene, come noi, da una scuola liberale e crede nell'economia di mercato l'istituzione di un nuovo tributo è sempre problematica. Ben vengano i progetti di solidarietà internazionale, ma forse si poteva decidere che i finanziamenti arrivassero solo dal contributo che si è deciso di imporre sulle bottigliette di acqua in plastica. Nuovi investimenti, tra l'altro, sono necessari anche nel nostro Paese, dove molte reti idriche perdono importanti quantità d'acqua ed alcune zone rurali continuano ad approvvigionarsi tramite pozzi ed acquedotti privati.
Onorevoli colleghi, questo provvedimento non sarà perfetto ma è un passo in avanti che mette chiarezza nella gestione del servizio ed impone nuovi standard, a cui i gestori e le amministrazioni pubbliche si dovranno adeguare. Il nostro giudizio non può essere ideologico ed è per questo positivo, nonostante alcune perplessità rilevate. Per questi motivi la componente ALA voterà favorevolmente su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Samuele Segoni. Ne ha facoltà.
Pag. 91 SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Noi esprimiamo un voto nettamente contrario su questa proposta di legge nella forma con cui esce da quest'Aula.
Una proposta di legge che affonda le proprie radici nell'esito del referendum del 2011 che, in estrema sintesi, sancì che l'acqua è un bene primario e che non deve essere mercificata, non deve dare adito a lucro e generare profitti.
I Governi successivi non solo non recepirono l'esito del referendum ma addirittura lo aggirarono con varie leggi, finché, in questa legislatura, un intergruppo parlamentare molto trasversale tra le varie forze politiche ha depositato una proposta di legge – questa sostanzialmente – che era stata scritta dal Forum dei comitati per l'acqua bene comune. Solo che già in Commissione la proposta di legge è stata completamente stravolta dalla maggioranza, che si è presa – diciamo così – questa responsabilità di averla completamente stravolta, sostanzialmente prendendo un bene pubblico, nella fattispecie l'acqua, e dando la possibilità di poterlo gestire a delle multiutility quotate in borsa, ad esempio, il tutto con uno scopo ben chiaro, cioè quello di assicurare lauti guadagni. Con che cosa ? Sostanzialmente con le bollette pagate dai cittadini, che vengono spremuti come limoni.
Noi ci pregiamo di essere un'opposizione che, comunque, è un'opposizione sempre propositiva e, quindi, anche in questa sede ci teniamo a fare delle proposte a questa maggioranza e a questo Governo e, dunque, in questa sede diciamo: quello che oggi è stato fatto con l'acqua perché un domani non potrebbe essere fatto, per esempio, con l'aria ? Se ci pensate bene, tutta l'architettura studiata per questa proposta di legge potrebbe stare benissimo in piedi anche per l'aria. Potreste scrivere una bella legge o un bel decreto in cui sostanzialmente si scrive, a caratteri cubitali, che l'aria è sì un bene pubblico, un bene comune, però niente vi vieterebbe di farla gestire comunque a dei privati, a delle società per azioni, a delle multiutility quotate in borsa e così sostanzialmente mettere delle tasse per l'aria che respiriamo. In cambio ovviamente i cittadini avrebbero un servizio, il servizio di poter respirare dell'aria, e sarebbero forse anche contenti di pagare tasse sull'aria che respirano. Per quanto riguarda i morosi, non potremmo pensare di andare a privarli dell'aria, però potreste pensare a forme – che so – come ostruire una narice alternativamente per poter comunque garantire un minimo vitale.
Se ci pensate bene sarebbe un affare perfetto, perché anche a livello di investimenti il gestore dell'aria non avrebbe da fare grandi investimenti: non ci sono da fare tubazioni e, quindi, avrebbe soltanto profitti. Penso che la qualità dell'aria sarà uno dei problemi più grandi. Però, sinceramente anche qui l'architettura di quello che è stato fatto con l'acqua viene in aiuto. Insomma, basterebbe fare i dovuti controlli di qualità lontani dai luoghi e dai momenti in cui si hanno i picchi di inquinamento e tutto andrebbe bene o, comunque, nei dati che poi vengono resi pubblici basterebbe non mettere i dati grezzi ma soltanto i dati elaborati (diciamo così). Poi, per essere più reali del re potreste stabilire che il tutto viene controllato da un’authority preposta a controllare i gestori. Un’authority – non vi spaventate – la potete indicare tranquillamente in base a nomina politica, così anche lo schema del conflitto di interessi, che è il trait d'union della gestione di questa Italia, viene rispettato. Io vedo che la maggioranza sta un po’ confabulando. Secondo me si stanno già accordando sui nomi da mettere a capo di questa authority.
Ho fatto un discorso un po’ paradossale ma magari non più di tanto, perché secondo me ognuno di noi deve scegliere di mettere un punto fermo e stabilire dove metterlo, perché oltre ci sono dei diritti che non si possono toccare, proprio un baluardo per difendere i diritti e i servizi per i cittadini. Per noi questo avviene già con l'acqua. Quindi, l'acqua per noi non si vende e suoniamo un campanello d'allarme, perché quello che oggi succede con l'acqua domani potrebbe succedere anche con altro, per esempio appunto con l'aria.Pag. 92
Questo per dire che non tutto può essere merce, non tutto può essere profitto, non tutto può essere quantificato con i dividendi, anche perché non potete continuare a spremere anche il midollo e pretendere da una nazione che, con la complicità della politica, è già stata spolpata fino all'osso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, ancora una volta la classe politica perde un'occasione per cercare di fare le cose per bene. In pratica, questa proposta di legge, che è oggi all'attenzione dell'Aula e che si sta per approvare, non modifica di molto la situazione attuale. Noi riteniamo che l'acqua, come è naturale che sia, sia un bene pubblico essenziale per la vita e per la sopravvivenza dell'umanità, ci mancherebbe. Detto questo, però, c’è una gestione in un contesto in cui c’è un grande equivoco, cioè si vuol far passare il concetto che, se la gestione e la distribuzione dell'acqua e i servizi idrici sono pubblici, è come se tutto fosse gratis per i cittadini; se invece vi è una gestione privata con regolamentazione e controllo pubblico, a questo punto sembra che ci sia il demonio, che i cittadini solo in questo caso paghino per avere l'acqua potabile e non invece l'inverso.
Io ritengo, invece, che sarebbe stata cosa utile quella di definire una volta per tutte che la gestione deve essere messa in gara, anche perché si evince immediatamente che cosa c’è dietro: tutta la gestione ! Infatti, signora Presidente, la discussione, quasi per intero – quasi per intero ! – che si è avuta oggi quest'Aula – immagino anche in Commissione, io non ne faccio parte – è stata tutta sulla gestione e sul problema della qualità, del risparmio e non si è detta una parola di quanta acqua ancora e per quanto tempo il pianeta ha a disposizione e non importa a nessuno. Solo i colleghi del MoVimento 5 Stelle ci hanno tenuto ad inserire che i risultati eventuali sul problema della qualità dovessero essere pubblicati, ma neanche quello. Quindi, l'attenzione è stata concentrata tutta sul problema della gestione: mantenere le cose in questa maniera, non farle rientrare nella pubblica amministrazione, così come ci hanno tenuto a mantenere tutto nascondendosi dietro il parere della Commissione bilancio, ma poi l'intendimento è quello, perché nel momento in cui si esce fuori dal perimetro della pubblica amministrazione e della gestione, non tanto per le gare ma per l'acquisizione del personale, in questo contesto di partecipate e di gestioni in house, la politica e solo la cattiva politica di questo Paese da anni esercita un clientelismo sfrenato, senza possibilità di freno in nessuna parte d'Italia.
Quindi, che cosa succede ? Succede che l'acquisizione di personale avviene senza alcun tipo di controllo, senza meritocrazia, senza selezione e quant'altro, perché di questo si tratta, e pagano tutto gli incolpevoli cittadini. Noi, invece, riteniamo che vada tutto regolamentato, da questo punto di vista, ma riteniamo pure che tutto vada messo a gara, in concorrenza, per avere qualità, efficienza, maggiore risparmio rispetto ai costi dei cittadini. Per questo motivo noi voteremo fermamente contro questa proposta di legge che stiamo per approvare, perché sostanzialmente non modifica un bel nulla rispetto al disastro che c’è.
Vi risparmio altro – sarebbe come sparare sulla Croce rossa –, cito solo la situazione dell'Acquedotto pugliese, perché è noto a tutti che, da anni ormai, indipendentemente dai Governi e dalle responsabilità politiche di vario colore, come dice qualcuno di noi molto più autorevole di me: certamente dà più da mangiare che da bere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Capelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAPELLI. Signora Presidente, ancora oggi, nel nostro Paese, diciotto Pag. 93milioni di cittadini scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi, nel mare, senza depurazione; nove milioni non sono serviti dalla rete fognaria; un milione beve acqua del rubinetto in deroga ai parametri di qualità per alcuni elementi come arsenico, boro e fluoruri.
Il nostro è un Paese ricco d'acqua, ma ne spreca quantità enormi per colpa di infrastrutture carenti, obsolete ed inadeguate. Le perdite di rete sono pari al 31,9 per cento. A lanciare l'allarme è il Censis. Il confronto con gli altri Paesi europei appare impietoso: in Germania le perdite dirette sono pari al 6,5 per cento; in Inghilterra e Galles al 15,5 per cento; in Francia, dove pure non è un grosso problema, al 20,9 per cento. Secondo alcuni ricercatori, i chilometri di rete idrica da rifare nel nostro Paese sono almeno 50 mila sui 291 mila chilometri. Sempre secondo il Censis, servono 65 miliardi per rimettere a posto le cose. Se fossero corretti questi parametri e questi dati, c’è da fare un'ulteriore sottolineatura: 65 miliardi per 50 mila chilometri di rete idrica, pari a circa 1,3 milioni a chilometro; anche su questi dati bisognerebbe riflettere nel nostro Paese, sui costi delle infrastrutture ai giorni d'oggi.
Sempre secondo il Censis, servirebbero appunto 65 miliardi per recuperare il terreno perduto, rimettendo a posto acquedotti colabrodo e realizzando reti fognarie e impianti di depurazione delle acque reflue adeguati; servono in pratica investimenti rilevanti. Anche da questo punto di vista il confronto con l'Europa è molto preoccupante: in Italia si investe ogni anno, in questo campo, l'equivalente di 30 euro per abitante; in Germania 80; in Francia 90; nel Regno Unito 100. Si stima che, per riportare il livello delle infrastrutture idriche italiane in linea con gli standard europei, bisognerebbe appunto investire 65 miliardi di euro in trent'anni; una cifra ingente, equivalente, ad esempio, a oltre sette volte il costo della tratta internazionale della linea ferroviaria Torino-Lione fra Francia e Italia. Infine, siamo il Paese che consuma più acqua al mondo per abitante dopo USA e Canada, e il primo in Europa, senza dimenticare che nel nostro Paese aziende energivore come l'Ilva raffreddano i forni ad alta temperatura con acqua potabile.
Questi i dati in cui si inserisce la discussione del testo che stiamo votando, che ha subito una sorta di mutazione genetica, è vero, rispetto a quello originale presentato in Commissione. Naturalmente ogni testo è migliorabile, ed è questo il compito del legislatore, ma il progetto di legge n. 2212 a prima firma della collega Mariani aveva una chiara ed apprezzabile ispirazione: oltre a ribadire, a scanso di equivoci per i futuri, che l'acqua è e sarà sempre di proprietà pubblica, anche quella non ancora giunta in superficie, il testo puntava a consentire una totale pubblicizzazione della gestione delle acque, come testimoniava il titolo originario: «Principi per la tutela e il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizione per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al suo finanziamento». Il testo che abbiamo ora di fronte, invece, è forse un'altra cosa; l'ispirazione che lo muove è di fatto non in linea con quella citata in precedenza. Lo sforzo – non detto chiaramente, ma facilmente leggibile – è quello di aprire a una gestione, per quanto possibile, privata dell'acqua.
Non siamo tra quelli che considerano il privato un demonio da scacciare, né siamo convinti che una legge abrogata da un referendum sia eternamente condannata e non possa essere scritta di nuovo a condizioni mutate e dopo un certo tempo. Nel caso di specie, non pare, tra l'altro, che si stia contraddicendo il referendum del 2011, che, voglio ricordare, poneva due quesiti: stop alla privatizzazione forzata del servizio idrico e – secondo quesito – stop alla remunerazione del capitale fissato per legge al 7 per cento. Quindi, non crediamo che si stia contraddicendo tale referendum, ma, anche fosse, la stessa dottrina costituzionale nega in prevalenza quello che viene definito il vincolo assoluto, che impedirebbe al Parlamento di intervenire di nuovo, dopo un certo tempo, scrivendo una nuova legge sul modello di Pag. 94quella cassata dal referendum. Esiste certamente un vincolo relativo, ossia un divieto valido per un certo tempo.
E si discute se esso sia di almeno cinque anni, in analogia con quanto previsto dall'articolo 38 della legge 25 maggio 1970, n. 352, che proibisce che un referendum respinto sia riproposto prima dei suddetti cinque anni o limitato alla durata della legislatura nella quale si è svolto il referendum stesso, anche se questa durata fosse più breve dei cinque anni previsti. Comunque sia, richiamare demagogicamente il tema del rispetto del volere del popolo non serve a non far altro che ad alimentare una confusione di cui certamente non si sente il bisogno, in particolare su un argomento tanto delicato. Più utile è riflettere su quanto è emerso dal lungo e complesso lavoro della Commissione, esaminando gli articoli più importanti e le modifiche introdotte. L'articolo 1, per esempio, originario che in particolare chiarisce che l'obiettivo della legge è la definizione di un governo pubblico e partecipato del ciclo integrato dell'acqua. Già all'articolo 2 vediamo che vi è un primo colpo portato proprio al concetto di pubblico, poiché viene cancellata la responsabilità primaria dello Stato di garantire la piena realizzazione di tutti i diritti umani. E poco prima nel testo viene detto con forza che il diritto dell'acqua è un diritto umano essenziale, anche qualora venisse delegata la fornitura di acqua potabile a enti di diritto pubblico. Scompare, è vero, lo Stato, scompaiono gli enti di diritto pubblico. Andando avanti, al comma 3 dell'articolo 1 modificato, si afferma che anche l'erogazione giornaliera per l'alimentazione e l'igiene è un diritto umano universale e si basa su un quantitativo minimo vitale stabilito dall'articolo 7. E vediamo questo articolo che al comma 1 stabilisce che ogni individuo, anche se moroso, deve ricevere una quantità giornaliera per cui viene fissato un massimo di 50 litri-giorno. Su questo avremmo preferito discutere. Si tratta di una previsione importante, ma ci pone una domanda: è sufficiente questo per stabilire in concreto che l'acqua sia un diritto umano e che vada, quindi, portata ovunque e a chiunque ? Come detto, il testo che è arrivato in discussione in Aula è impostato con chiarezza verso una gestione anche dei privati, in parte condivisa dal pubblico, dell'acqua appunto. Come detto, il privato non è il demonio, ma nasce per fare profitto e ridurre le spese. In Italia, ricorrere al privato ci deve richiamare a un discorso di base e di fondo e a un discorso di sistema: c’è una continua ricerca della gestione privata per il fallimento della gestione pubblica. È su questo tema che a mio avviso dovremo confrontarci e dovremo rifondare un sistema; un sistema basato sull'onestà, un sistema basato sulla professionalità, un sistema basato sull'efficienza e l'efficacia, cose che nella gestione odierna dello Stato sono venute a mancare nei decenni.
Ora, è davvero così fantasiosa la preoccupazione di chi teme che presto o tardi il privato decida di non raggiungere, o di farlo solo marginalmente, tutti quei luoghi che non fruttano guadagno, ma che causano invece spese eccessive ? Su questo dobbiamo intervenire e siamo intervenuti per porre delle regole ferree e invalicabili. Qualche dubbio, visti anche i precedenti storici, può anche venire per quel che riguarda la sicurezza di strutture gestite da privati, sempre nell'ottica di un risparmio che potrebbe favorire il gestore, ma non obbligatoriamente anche i cittadini. Tra le altre modifiche che riguardano l'articolo 3, i principi relativi alla tutela e alla pianificazione, si osserva la cancellazione dell'originario comma 4, che affidava al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza Stato-regioni e province autonome, le modalità per la redazione e l'approvazione dei bilanci idrici di distretto e i relativi criteri di redazione degli stessi bilanci.
In conclusione, esprimiamo un parere decisamente favorevole all'innalzamento di un centesimo per metro cubo in bolletta. Ci lascia invece dubbiosi la gestione centralizzata del Fondo nazionale di solidarietà internazionale. In conclusione, inutile continuare nell'esame delle varie modifiche. Pag. 95Non si può che ribadire che il testo che è arrivato in Aula apre alla gestione privata dell'acqua e, a nostro avviso, in maniera qualche volta anche eccessiva. Come si è detto più volte, non siamo tra coloro che però vedono nel privato il diavolo da scacciare. Però uno stravolgimento del genere non può non invitare alla prudenza e al costante controllo. Un'ulteriore pausa di riflessione sarebbe stata auspicabile, anche considerando che il provvedimento, sia pure importante, non ha una scadenza e poteva tranquillamente avere un'ulteriore fase di riflessione sui temi di cui ho appena accennato.
Il gruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico esprimerà un voto favorevole con le osservazioni che ho appena espresso. Ma annuncio la nostra intenzione e disponibilità a tornare sull'argomento, monitorando costantemente gli esiti conseguenti all'applicazione della legge che andiamo ad approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Abbiamo sentito dire che «ce lo ha chiesto l'Europa» e che le gare sono necessarie perché ce le impongono. Niente di più falso. La prova è l'articolo 4 della legge che state per votare, in cui scrivete giustamente che la direttiva 2014/23/UE prevede che ci sia un settore, in questo caso identificato come il settore idrico, che sia esente dal regime delle gare; oppure la direttiva 2014/25/UE, che fa salva la libertà di definire, per quanto riguarda i singoli Stati, quali siano i servizi di interesse economico generale. Anche in questo caso, quindi, il servizio idrico ha questo requisito. Quindi, nessun voto europeo e gestione in house. La conseguenza logica delle direttive europee e dell'esito referendario è la gestione in house.
Cosa succede da altre parti nel mondo ? Cosa succede in Europa ? In Europa c’è un grande ripensamento rispetto alle gare, tanto è vero che non solo Londra, non solo Berlino, ma addirittura Parigi ha fatto uno cambio di rotta a 180 gradi ed è tornata indietro, ha ripubblicizzato, ha creato la Eau de Paris e ha tolto la gestione a Suez e a Veolia che invece qua ancora imperversano. Sono tornati indietro perché si sono resi conto che la gestione pubblica di un bene pubblico, se risponde ai criteri di economicità, come in quel caso, riesce a raggiungere obiettivi alti come la diminuzione del 18 per cento della tariffa o il risparmio di 70 milioni di euro in due anni. Ma come hanno raggiunto questi obiettivi ? Li hanno raggiunti non mettendo a gara le concessioni per il servizio idrico, ma con una gestione trasparente e, questa sì, concorrenziale dei servizi all'interno della gestione idrica. In pratica, laddove Suez e Veolia davano la gestione a sister company o con trattativa privata per quanto riguardava le infrastrutture, gli appalti e i servizi e, quindi, con dei costi aggiuntivi o comunque non con dei costi di mercato e non con dei servizi di qualità, il gestore pubblico Eau de Paris fa delle gare. Quindi, gestione trasparente con dei risultati di economicità e anche con un servizio migliore: meno 18 per cento il costo della tariffa.
Quindi, questo perché è possibile ? Ma perché stiamo comunque parlando di un monopolio naturale. Qui siamo collegati al territorio, siamo visceralmente collegati al territorio. Quindi, non si può pensare a un mercato come classicamente noi siamo abituati in cui ci sono più competitors, e quindi il risultato è il miglior servizio al miglior prezzo. Qui la concorrenza avviene a monte, nel momento dell'assegnazione della concessione, e al cittadino, come abbiamo verificato in tanti casi anche qui in Italia, invece rimangono gli aspetti degeneri del mercato, e quindi il cittadino consumatore diventa di per sé una vittima. Noi non abbiamo mai avuto in materia un approccio dogmatico; non abbiamo mai detto o tutto pubblico o tutto privato.
Noi siamo per un approccio di sistema, ancor più in un Paese dove ci sono 700 gestori, dove ci sono cinque diverse tipologie di società di gestione, quindi cinque diverse tipologie giuridiche, dove ci sono qualcosa come 72 affidamenti e 93 autorità. In una situazione così eterogenea è Pag. 96ovvio che non si può avere un approccio dogmatico, o tutti di qua o tutti là. Bisogna fare tesoro dell'esperienza – quella del nostro Paese, ma anche quella europea – e trovare la forma migliore di gestione, che non è detto che sia la stessa per tutto il Paese. Lo sappiamo benissimo che non è così in Italia, lo abbiamo affrontato e lo abbiamo verificato in tanti differenti settori, questo è uno di quelli. Infatti, sia il privato che il pubblico hanno delle disfunzioni. Abbiamo avuto esperienze negative sia con il privato, si veda, per esempio, la COGESE di Grenoble o l'Acqualatina, oppure abbiamo i casi di Napoli, Aprilia, Arezzo, Gubbio, Firenze, Perugia, Oristano. Ci ricordiamo tutti le denunce per mezzo stampa, gli scandali in cui la gestione privata, purtroppo, ha denunciato tutti i suoi limiti. Ma anche le gestioni pubbliche, da parte loro, non hanno fatto meglio e ci hanno regalato un sistema infrastrutturale assolutamente inadeguato: gli sprechi, i mancati investimenti e delle zone, delle sacche di grandissima evasione.
Quindi, il punto fondamentale è trovare il modello adatto per il nostro Paese, che sia un modello flessibile, perché lo sforzo che dobbiamo fare è anche quello di tenere conto delle differenze culturali, sociali e anche economiche all'interno del nostro Paese. Qui è stato detto, da parte di chi sostiene, invece, la privatizzazione tout court: privatizziamo, così possiamo aumentare la quantità, la mole di investimenti per le infrastrutture; il nostro Paese, soprattutto il meridione del Paese, ha bisogno di grandi investimenti per le infrastrutture e, quindi, solo con la gara, solo affidando ai privati, questo sarà possibile. Non è assolutamente vero, perché il rapporto Coviri certifica che, nelle gestioni privatizzate, solo la metà degli investimenti pianificati sono poi stati portati a termine. E se fosse vero che la privatizzazione porta maggiori investimenti e porta maggiori risorse per le infrastrutture, allora non sarebbe altrettanto vero il dato dell'ISTAT che certifica che il nostro sistema è al livello di quello del 1999, quindi non siamo andati avanti, ma siamo andati indietro di oltre vent'anni.
Quindi, qual è il modello migliore ? Sicuramente il modello migliore è quello che riesce a liberare le risorse per gli investimenti, che gestisce ed eroga un servizio in modo efficiente, efficace, appropriato e con economicità. Quindi, dal nostro punto di vista, è quello che applica i principi di trasparenza e di concorrenza non alla concessione, ma a ciò che poi è l'erogazione del servizio, quindi non in sede di aggiudicazione, ma in tutto ciò che viene a valle. Ed è per questo che noi abbiamo proposto un modello che è anche coerente con le esperienze brillanti. Teniamo presente che non siamo un Paese che non può vantare delle best practice, non siamo un Paese che non può vantare degli esempi, non solo a livello nazionale, ma a livello europeo, di eccellenza. Quindi, a quelli noi dobbiamo ispirarci e a quelli noi dobbiamo tendere.
Ricordo anche – l'abbiamo fatto attraverso i nostri emendamenti – che l'acqua non è solo quella per il consumo umano, ma l'acqua è anche energia, e noi qui abbiamo avuto – purtroppo è stata persa – l'opportunità di poter attuare l'articolo 44, secondo comma, della Costituzione, ovvero la perequazione, ovvero il ristorno, ovvero il risarcimento dello sfruttamento di un bene per le popolazioni che subiscono questo sfruttamento e che dovrebbero, quindi, d'altra parte, avere un risarcimento.
Noi avevamo chiesto una partecipazione degli enti locali nella gestione delle concessioni idriche di grande derivazione, quindi per la produzione di energia elettrica, purtroppo ci è stato risposto «no».
Come, del resto, abbiamo fatto delle proposte sulle tariffe, perché è lì che c’è il livello di solidarietà, è lì che si può fare un discorso di socialità. Noi, oltre alla segmentazione per categorie sociali, abbiamo proposto anche quella per categorie territoriali, perché è differente chi è sfruttato, quindi vive e subisce l'occupazione del proprio territorio. Si tratta di un principio che, anche in questo caso, abbiamo affermato in molti casi, ma purtroppo non riusciamo ad affermarlo per quanto riguarda la montagna e le sue Pag. 97genti. Anche in questo caso, noi crediamo che il Paese ha perso una grandissima occasione.
Concludo dicendo che, dal nostro punto di vista, c'erano 26 milioni di buoni motivi per affidare i servizi idrici a soggetti pubblici. Questa, purtroppo, è stata una ulteriore occasione mancata da parte del Parlamento per rimettere ordine e fare chiarezza in uno degli aspetti vitali per lo sviluppo del nostro Paese. Infatti, noi siamo convinti che sia possibile dare una gestione economica, efficiente, efficace, ma siamo altrettanto convinti che nessuno deve speculare su un bene che è di tutti, ovvero l'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Matarrese. Ne ha facoltà.
SALVATORE MATARRESE. Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, oggi portiamo a compimento un provvedimento di legge estremamente complesso, che ha avuto un iter di definizione anche molto frastagliato. Sappiamo benissimo che questo provvedimento era partito con altre finalità, per avere degli altri firmatari e arrivare con un testo diverso, con finalità diverse e con firmatari diversi. Questo testimonia come questo provvedimento vada a incidere su una problematica complessa, su un settore complesso, di per sé già stratificato con molte leggi, con tante realtà locali. Si tratta, quindi, di un tema complicato, nel quale comunque questo provvedimento ha il vantaggio di stabilire alcuni punti fermi, alcune finalità, che sono quelle di arrivare a una gestione dell'acqua solidale, responsabile e sostenibile.
Sono punti cardine, sui quali questo provvedimento interviene quando stabilisce, dal punto vista solidale, il diritto universale all'acqua dei cittadini e, quindi, stabilisce una dotazione minima che viene stabilita da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri fino a 50 litri al giorno. Stabilisce anche i criteri di solidarietà tra gli ambiti che gestiscono il servizio idrico. Quindi, in caso di carenza di un ambito c’è la possibilità di un altro ambito di sopperire e di venire in soccorso. Quindi, sono principi importanti e anche fondanti.
Poi c’è il tema della sostenibilità, che è il tema critico, il tema più difficile da affrontare. Infatti, se, da una parte, l'acqua è un bene pubblico – questa legge lo sancisce, ma è anche naturale che sia così, è un patrimonio della comunità, è un patrimonio del Paese e nessuno può sognare un'acqua privata –, è vero, però, che quello che è a valle e a monte dell'acqua, quindi i servizi, le reti, gli investimenti, le dighe e tutto quello che serve per portare e trasportare l'acqua ai cittadini, implicano un tema economico di servizi, di investimenti, di remuneratività degli investimenti e di tutto ciò che serve a rendere l'acqua un bene per tutti utilizzabile. Quindi, in questo caso interviene una problematica che va sgomberata dal campo dell'ideologia, perché qui non c’è nessuno che è a favore dell'acqua come concetto privato. Tutti siamo convinti che l'acqua sia un bene pubblico. Ma il bene pubblico va garantito attraverso una serie di iniziative economiche e i dati evidenziano che molto spesso non vedono lo Stato nelle potenzialità e nelle possibilità di farlo.
L'esperienza lo dice: più del 70 per cento degli organismi che gestiscono l'acqua sono di natura pubblica e nell'ambito pubblico registriamo le maggiori evasioni nell'erogazione delle tariffe, abbiamo le maggiori inefficienze, abbiamo i bilanci più squilibrati e abbiamo anche le maggiori difficoltà a realizzare quegli interventi che servono a ridurre la dispersione dell'acqua all'intero delle reti che trasportano l'acqua. Abbiamo percentuali di dispersione di oltre il 30 per cento, che implicherebbero investimenti consistenti.
Rendere pubblica tutta la gestione dell'acqua significherebbe un investimento stimato intorno ai 30 miliardi, sicuramente non possibile per le casse dello Stato e quindi sicuramente non perseguibile, ma è perseguibile comunque il concetto Pag. 98che il servizio debba essere efficiente, deve essere efficace, deve essere economico e quindi deve essere regolato da leggi certe e da regole certe che consentano una tariffazione trasparente, che consenta di valutare effettivamente che non ci sia un arricchimento oltre ogni misura, oltre anche limiti che possono essere prefissati, sul trasferimento dell'acqua e sui servizi che sono connessi all'acqua. Questo viene fatto attraverso un organo di regolazione previsto nella legge, che è l'Autorità sull'energie e sul gas, e quindi una trasparenza nella tariffa significa garantire ai cittadini che sull'acqua non si arricchisce nessuno. Significa anche stabilire che le tariffe sono l'entità primaria per ristorare tutti gli investimenti che sono collegati alla gestione e all'utilizzo dell'acqua e significa anche dire che i fondi statali e i fondi comunitari sono finalizzati a rimettere in ordine le reti, gli impianti di depurazione e tutte quelle criticità che la comunità europea ci ha evidenziato e ci ha anche reso oggetto di pesanti penalizzazioni per le infrazioni che l'Italia ancora oggi ha in essere per le carenze sulla rete fognaria, sulla depurazione, sugli scarichi a mare. Quindi questi tre principi già stabiliscono un ordine, stabiliscono una regola, stabiliscono un principio: che l'acqua comunque per muoversi ha bisogno di investimenti, ha bisogno di risorse e stabilisce delle regole trasparenti perché questo sia possibile. La legge va oltre, stabilendo anche un Fondo di solidarietà che consente che questi stessi principi siano portati su Paesi che ne hanno più bisogno, su popolazioni che hanno bisogno di avere l'acqua come diritto primario e che ancora oggi non ce l'hanno. Non ci è piaciuto, l'abbiamo detto in Aula, che questo avvenga con ulteriori tassazioni indirette o comunque dirette sulle imprese, sul sistema economico, anche debole, delle piccole imprese che gestiscono l'acqua a livello locale, così come sui cittadini che di fatto, indirettamente, alla fine saranno quelli che sopporteranno il maggior costo di queste tassazioni che noi portiamo sulle bottiglie d'acqua o sui metri cubi di acqua che andiamo a portare ai singoli cittadini. Quindi è una legge che ha avuto una nascita complicata e difficile perché affronta un tema difficile e risolve, almeno a livello di principio, alcune problematiche. Quindi Scelta Civica dichiara voto favorevole nel convincimento che le regole di mercato sono le regole migliori, perché possono portare la gestione pubblica agli stessi livelli di efficienza della gestione privata e lo Stato deve sforzarsi e deve puntualizzarsi a definire regole chiare, precise ed essere intransigente nella gestione del pubblico alla stessa stregua del privato. Solo così si potrà rendere il privato efficiente e potrà essere il privato la vera risposta e il vero completamento di un bene pubblico che è l'acqua, che deve essere gestito da un ente pubblico che però deve avere caratteristiche di efficacia, perché ai cittadini interessa ridurre il costo dell'acqua e delle proprie bollette attraverso una gestione efficace ed efficiente del sistema che trasporta l'acqua fino alle proprie abitazioni e fino alle proprie necessità. Quindi noi dobbiamo spingere affinché l'efficienza del pubblico sia pari a quella del privato e che il pubblico non diventi quel punto di sperpero o, molto spesso, di consenso politico che è contrario a ogni gestione economica di un bene pubblico, che è l'acqua, sul quale siamo tutti d'accordo a ritenerlo che è un valore pubblico, un bene pubblico, ma non possiamo trasformare l'acqua in un sistema che alla fine rende antieconomico e anche non sostenibile quello che deve essere un servizio primario per i cittadini, il diritto all'acqua per tutti i cittadini. Quindi Scelta Civica ribadisce il voto favorevole a questo provvedimento di legge, così difficile nella sua genesi, e speriamo che sia utile a stabilire regole certe e un sistema di mercato definito e certo per la gestione dell'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Signora Presidente, colleghi, Area Popolare ha ben chiaro che Pag. 99il provvedimento in discussione è di estrema importanza, si tratta infatti di dare risposta a numerose e contrapposte esigenze, tenere conto del risultato referendario, recuperare i ritardi rispetto alla normativa comunitaria, azzerare le sanzioni comunitarie, riordinare la governance del settore senza ledere i diritti degli attuali gestori del servizio, ammodernare e in alcuni casi ricostruire una rete idrica e quella delle acque reflue, individuare le ulteriori risorse necessarie a colmare i ritardi. È comunque opportuno mettere in chiaro un punto politico essenziale: l'acqua è un bene pubblico e non può essere privatizzata, questo è il risultato del referendum e, al di là delle disquisizioni sul contenuto tecnico dei quesiti referendari, questa è la volontà politica espressa da 27 milioni di cittadini.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 19)
ANGELO CERA. Le opposizioni si domandano se non ci sia il rischio, nelle norme che andiamo ad approvare, che l'acqua finisca con l'essere gestita da pochi grandi gruppi quotati in borsa e, in quanto tali, scalabili da gruppi economici e fondi esteri e che quindi l'acqua degli italiani possa essere gestita da mani straniere. Questo non accadrà se il pacchetto di controllo di questi gruppi rimarrà in mano pubblica, come nel caso del 51 per cento di ACEA, che è nelle mani del comune di Roma. Tuttavia in effetti dobbiamo rilevare come il procedimento di razionalizzazione previsto dal disegno di legge possa comportare questo rischio, violando il vincolo referendario, il che porterebbe la legge dinanzi alla Corte costituzionale senza considerare la possibilità di una nuova raccolta di firme. Area Popolare comprende appieno ed osserva con interesse le ragioni dei referendari e di quelli che contestano questa legge. Li ringrazia perché rappresentano il freno principale a questa possibile deriva, il cane da guardia dei diritti dei cittadini, ma il procedimento che siamo chiamati ad approvare può anche portare ad una concreta razionalizzazione di un settore inefficiente, in ritardo tecnologico, ed è su questo punto che occorre esercitare un controllo politico che Area Popolare si premunirà di esercitare sia al Governo che in Parlamento. Un secondo punto politico riguarda le tariffe dell'acqua, è stato detto che in Italia le tariffe sono un terzo dalla media europea e che per effettuare gli investimenti necessari alla sistemazione della rete idrica e dei sistemi di depurazione e collettamento delle acque reflue occorre aumentarle. Si potrebbe anche rispondere che le tariffe elettriche e telefoniche, per non parlare dei costi dei servizi bancari, sono il doppio della media europea, senza che si intervenga inutilmente, ma per rimanere in tema osservo che se le tariffe sono così basse nonostante le enormi perdite del sistema, questo è dovuto al fatto che in Italia, rispetto alla gran parte dei Paesi del mondo e della stessa UE, l'acqua abbonda e costituisce il vero petrolio nazionale. È uno dei pochi reali vantaggi competitivi di cui godono le nostre imprese, in particolare quelle agricole. Area Popolare sottolinea con favore il fatto che questa legge, nell'ordine delle priorità sul consumo dell'acqua, abbia inserito l'agricoltura dopo il consumo umano. Ciò premesso, questa parte politica si attende da tale provvedimento un calmieramento ed uno stretto controllo sulle tariffe idriche, che potranno aumentare sino a copertura dei costi di investimento, adeguamento e ristrutturazione delle reti. Ci si attende che i gestori costituiscano un prolungamento della mano pubblica e non dei soggetti speculativi. Vanno in questa direzione i contenuti dall'articolo 10 del provvedimento sulla trasparenza della bolletta idrica, che qui guardiamo con favore, ma che al Senato andrà ulteriormente rafforzato. Ogni utente ha il diritto di sapere quanti e quali investimenti sono stati fatti e quale quota dalla sua bolletta è destinata alla copertura di queste spese. Giova ricordare che l'eliminazione tramite referendum del riferimento all'adeguata remunerazione del capitale investito non priva di natura economica la gestione del Pag. 100servizio idrico integrato, come risulta da numerose sentenze dalla Corte costituzionale, quali la n. 26 del 2011 e la n. 67 del 2013. Quindi è ammissibile che il costo dell'acqua non si limita al costo del servizio. Dopo le considerazioni politiche, veniamo alla realtà dei fatti, al nodo centrale del provvedimento e cioè alla ristrutturazione delle reti idriche di collettamento e di depurazione. Dal 2016 l'Italia inizierà a pagare le prime quote delle sanzioni europee per circa 480 milioni l'anno, in quanto maglia nera europea nel settore del collettamento e depurazione delle acque reflue. Ci sono 2.500 comuni fuorilegge per scarichi di reflui non collegati a depuratori o fognature, abbiamo una rete che ha in media quarant'anni di vita e perde in media il 37 per cento della risorsa con punte fino al 70 per cento.
Messina è stata 120 giorni senza acqua per la rottura di un unico tubo della vecchia rete colabrodo. Sprechiamo 500 milioni all'anno di costi energetici per spingere in rete acqua che andrà persa. Attualmente, si investono nel servizio idrico 34 euro ad abitante per anno, per complessivi 1,6 miliardi; in Danimarca se ne investono 129, nel Regno Unito 102, in Francia e in Germania 88. Il fabbisogno nazionale sarebbe di 5 miliardi l'anno, 70 euro per abitante per anno, proprio in ragione del fatto che in Italia l'acqua è abbondante, ma in realtà tra i Paesi più ricchi di acqua del pianeta è il più povero di impianti e tubi. È stato valutato che occorre ristrutturare qualcosa come 170.000 chilometri di tubazioni, di cui 125 per acquedotti, e da posare 51.000 chilometri di nuove reti, di cui 30.000 per l'acqua e 21 per la fognatura. Non si tratta solo di spese; si tratta anche di investimenti, di lavoro e quindi di crescita economica, di punti di PIL. A fine febbraio, l'unità di missione Italia Sicura di Palazzo Chigi ha fatto presente che su acque e depuratori sono fermi 3,2 miliardi di fondi pubblici per opere da realizzare, cui si aggiungono 2,9 miliardi stanziati per opere ancora in corso. Il Mezzogiorno continua a non spendere: nei sistemi di monitoraggio degli investimenti dello Stato risultano finanziati con risorse pubbliche, dal 2000 al 2012, 5.812 interventi, per 11,85 miliardi. Molte di queste opere, però, non sono state concluse; per l'esattezza si tratta di 885 interventi, per un valore di 2,9 miliardi di euro. Alcuni interventi addirittura non sono nemmeno stati avviati: sono 888 per 3,2 miliardi. Lo studio individua quali responsabili le regioni e i comuni meridionali. Dei 3,2 miliardi bloccati, infatti, 2,8 riguardano il Mezzogiorno. In quella sede, il Governo ha deciso che nella programmazione dei fondi coesione 2014-2020, nei patti per il Sud ci saranno impegni e scadenze legate ai finanziamenti sulle risorse idriche. Se le regioni e i comuni, in particolare al Sud, non si decidono a riorganizzare il servizio idrico, questo Governo e questa legge approntano dei poteri sostitutivi. In poche parole, signor Presidente, noi siamo favorevoli come Area Popolare, a dare il nostro voto favorevole, convintamente favorevole, a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il voto finale che daremo al testo di questa legge verrà scritta una delle peggiori pagine nei rapporti tra il popolo sovrano e i suoi rappresentanti. Questa maggioranza è riuscita in un colpo solo a fare carta straccia della volontà popolare espressa inequivocabilmente da 26 milioni di italiani attraverso il referendum del 2011 e contemporaneamente a vanificare il lavoro di 125 deputati appartenenti a vari schieramenti che avevano costituito l'intergruppo parlamentare per l'acqua bene comune.
Da veri rappresentanti del popolo sovrano, si erano presi l'impegno di redigere una proposta di legge che desse finalmente espressione alla volontà popolare, ovvero ripubblicizzare il servizio idrico. Senza neanche il pudore di presentare un proprio testo, i deputati del Partito Democratico, Pag. 101eludendo anche il lavoro dei colleghi del loro stesso partito, hanno fagocitato, distorto e demolito la proposta di legge originaria. Voglio ricordare che questo testo era il frutto di una elaborazione condivisa anche con il forum italiano dei movimenti per l'acqua, elaborazione che partiva dalle istanze della proposta di legge d'iniziativa popolare presentata nel 2007, sottoscritta da 400.000 persone e mai discussa. Questo alla luce degli esiti referendari.
Alcuni esponenti che in questi anni si sono adoperati per ottenere che l'acqua non fosse inserita nel novero di qualsiasi merce hanno presenziato qui, in Aula, nelle tribune, alla discussione e alla successiva vanificazione del proprio impegno durato dieci anni. In un paio di pomeriggi avete fatto il classico colpo di spugna. Complimenti ! E questa sarebbe la democrazia rappresentativa !
Presidente, l'esito del referendum era stato chiarissimo: non fare profitto con l'acqua. Ma l'acqua, per essere considerata veramente un bene comune e un diritto umano universale, deve essere gestita da un ente pubblico, e pubblico, Presidente, vuol dire dei cittadini, delle comunità locali, non certo delle società a capitale, e quotate in borsa. Ma ormai è evidente a tutti quale sia il vostro modello di Stato, una suddivisione in settori, dove la gestione di tutto è delegata alle spa, ove tutto diventa merce, anche il bene più prezioso che possediamo, con l'arroganza di farlo passare pure per riforma.
Vede, Presidente, quella volta, l'invito ad astenersi non è stato accolto e questa volta e per tutte le volte che vorrete inficiare un esito referendario dovrete passare attraverso l'articolo 75 della Costituzione, oddio, fino a quando non modificherete anche quello, in spregio ai nostri padri costituenti. Il titolo di questa legge era chiaro ed inequivocabile: «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al suo finanziamento», ma avete avuto l'arroganza di cambiare anche questo e, se questa legge giungerà alla fine del suo iter, aprirete le porte agli investitori privati. Persino la vostra proposta, che prevedeva la via prioritaria che comunque non garantiva la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, è stata cassata dalla Commissione bilancio con un intervento a dir poco arrogante. Ma è davvero incredibile che le motivazioni portate dai deputati di maggioranza per non ripubblicizzare il servizio idrico sono: lo Stato non ha il denaro sufficiente per ricomprare le quote azionarie. Chapeau. Forse, potremmo prendere quel miliardo di euro, che sarebbe sufficiente per ricomprare le azioni dai privati dai sussidi che la Tesoreria di Stato esborsa per sostenere il consumo delle fossili e che ammontano ogni anno a 14,7 miliardi di euro. Nella nostra proposta, invece, venivano chiaramente dettati i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale. Veniva stabilito un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale e il principio di sussidiarietà, Presidente, non potrà mai essere garantito da un investitore privato, i cui interessi sono solo i dividendi annuali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
Il secondo quesito referendario era chiaro: non ci deve essere la remunerazione del capitale investito; è molto semplice, Presidente: niente utili, per capirci. Nella nostra proposta la gestione del servizio idrico veniva qualificata quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, noi chiedevamo che la gestione fosse sottratta alla libera concorrenza, che si perseguissero le finalità sociali e ambientali, utilizzando la fiscalità generale e specifica, nonché attraverso meccanismi tariffari. Soprattutto, Presidente, avevamo ampiamente definito la fase transitoria per avviare il processo di ripubblicizzazione, ma il più grande partito di maggioranza ha riscritto radicalmente la legge e ha soppresso i due articoli cuore che prevedevano proprio la ripubblicizzazione del servizio idrico. Con la nuova formulazione, il servizio idrico integrato viene definito Pag. 102come un servizio pubblico locale di interesse economico generale, assicurato alla collettività. Queste parole mi evocano le compensazioni o le royalties elargite dai concessionari che, prelevando beni della collettività, danno le briciole ai cittadini. Viene concesso il minimo vitale. Per questo, la nostra dichiarazione a questa legge non può che essere innanzitutto una denuncia di quanto è accaduto.
I deputati della Commissione ambiente speravano di mettere una zeppa nella porta per impedire al Governo di privatizzare tutto con quelle due paroline: «via prioritaria». Ma sappiamo che questo Governo con una zampata al Parlamento riesce sempre a garantire alle lobby la sua fedeltà. I veri sconfitti oggi sono quei deputati che hanno creduto nell'esito referendario e nella mediazione, completamente fallita, fatta con il Governo. E, allora, assumetevi per intero la responsabilità di questo inganno davanti a tutti i cittadini. Questa legge non è più la nostra legge ed è per questo che tutti i parlamentari di Sinistra Italiana hanno ritirato le loro firme.
L'acqua, Presidente – lo ribadiamo – non è una merce (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà); è un bene prezioso che madre terra ci ha donato per la vita. Ma evidentemente non è così per tutti. La bocciatura degli emendamenti che prevedevano la ripubblicizzazione ne è la prova, ma soprattutto la bocciatura di quell'emendamento che non rendeva possibile sottoscrivere accordi di liberalizzazione del servizio idrico apre le porte al Trattato internazionale, Presidente, al cosiddetto TTIP. Le azioni potranno essere acquistate e rivendute sulla testa dei cittadini, usufruendo del loro incommensurabile bene. Un affare per tutti coloro che vogliono diventare azionisti, direi un affare a gettito continuo, esattamente come l'acqua. Per noi ma soprattutto per i 26 milioni di cittadini che hanno votato sì al referendum – e sicuramente molti siedono in questi banchi – il servizio idrico non può essere gestito da una società per azioni il cui fine è la remunerazione del capitale investito, nemmeno se in piccole percentuali.
Abbiamo già conosciuto nel nostro Paese cosa significa privatizzare l'acqua: aumento delle tariffe, la riduzione degli investimenti e anche il peggioramento del servizio. Ma quello che più sconcerta è l'incredibile trasformazione di pensiero di alcuni deputati: prima sostengono il referendum e lo votano; poi sottoscrivono una proposta di legge per la ripubblicizzazione del servizio idrico e poi la trasformano, aprendo un'autostrada alla privatizzazione. Comprendo che le pressioni di un Governo che ogni giorno regala pezzi d'Italia alle lobby sono tantissime e comprendo anche che qualcuno fosse convinto che questo provvedimento, prima che venissero cancellate le due paroline, fosse il miglior compromesso possibile. Ma il testo originale è quanto voluto dal «decreto Madia». Allora, caro Presidente, non so come lo spiegate quell'emendamento della Commissione. Volete ammettere, una volta per tutte, che lo scopo del vostro Governo è quello di soddisfare gli appetiti dei potentati economici e finanziari, rafforzando il ruolo del privato nella gestione dei servizi e riducendo la funzione del pubblico al minimo necessario ?
PRESIDENTE. Deve concludere.
SERENA PELLEGRINO. Ma noi faremo appello – Presidente, ho quasi finito – alla Corte costituzionale, all'articolo 75, perché così come quella volta con il Presidente Berlusconi lo richiediamo anche oggi.
L'arroganza non ha confini, Presidente, e concludo...
PRESIDENTE. Anche il tempo, però...
SERENA PELLEGRINO. Ho concluso, Presidente. La democrazia si svaluta giorno dopo giorno attraverso le vostre azioni quotidiane, ma tra una manciata di mesi vedremo di nuovo il popolo sovrano esprimersi contro la vostra controriforma (e diciamo contro la vostra controriforma !) Pag. 103(Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Pellegrino, deve avere la cortesia di non mettermi in difficoltà.
SERENA PELLEGRINO. Noi, Presidente, siamo con il popolo sovrano e non con il sovrano e, quindi, per noi l'acqua non è una merce (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Dunque siamo alle battute finali del percorso dell'iter legislativo di questo provvedimento, che nasce con un'impostazione a nostro avviso intrisa di ideologia e di enunciazioni di principio che, seppure astrattamente condivisibili, difficilmente avrebbero potuto trovare applicazione. Giunge al voto finale dopo un percorso certo travagliato ma che ha anche comportato una profonda rivisitazione del testo e, a nostro avviso, almeno abbiamo avuto la possibilità, nel confronto tanto in Commissione quanto nel dibattito in Aula, di scongiurare le maggiori criticità e i maggiori pericoli – tra virgolette – che erano contenuti nel testo di questo provvedimento.
Naturalmente questo lavoro è stato frutto certamente dell'impegno dei parlamentari dei vari gruppi che hanno contribuito, ma la nostra posizione è stata molto netta e molto chiara fin da subito e credo che alla fine l'allarme da noi lanciato e le criticità evidenziate abbiano trovato ascolto nella Commissione e in quella che è stata la stesura definitiva del testo proprio per la fondatezza dei rilievi che noi abbiamo mosso.
Innanzitutto evidenziamo, oltre al carattere inizialmente fortemente ideologico di questo testo, il rischio che questo testo, così come definito, si traduca in una di quelle che, con espressione estremamente efficace, vengono definite «leggi manifesto», in cui si affermano grandi principi, si fa ricorso ad espressioni anche molto forti e molto suggestive ma la sostanza poi resta estremamente limitata. Tuttavia, questo rischio è stato in parte scongiurato, come ricordavo, grazie al lavoro parlamentare. Ma, soprattutto, noi critichiamo il testo perché è un testo che del ciclo integrato delle acque considera solo un segmento, che è certamente un segmento importante, cioè l'accesso all'acqua e il sistema di disciplina per quanto riguarda la gestione, ma omette completamente ogni considerazione sugli altri segmenti che sono di pari importanza e di pari incidenza – collettamento e depurazione delle acque – proprio perché il sistema si regge se comunque è considerato e inteso nella sua totalità.
Noi cogliamo l'occasione oggi di lanciare alla maggioranza e al Governo una sfida perché questa legge sulle acque, sia pure monca perché riferita ad un solo segmento, sia pure ancora troppo pesantemente condizionata da retaggi ideologici, rappresenti il primo passo verso la definizione di un testo che disciplini complessivamente il ciclo delle acque, così come la «legge Galli» prima e il «decreto ambiente» successivamente nel corso di questi 20 anni hanno provveduto a definire.
Tornando all'esame più diretto del testo, quello che meno ci convinceva, oltre appunto alla visione frammentaria e all'approccio ideologico, erano due previsioni fondamentalmente: la prima è quella che stabiliva il criterio prioritario e, quindi, una sorta di preferenza obbligatoria o comunque rafforzata per una soluzione gestionale di stampo pubblico; l'altra è quella che limitava l'accesso alle possibilità di finanziamento per gli interventi e per gli investimenti delle opere necessarie Pag. 104per il completamento del ciclo laddove non verificatosi nei singoli territori e nei singoli ambiti, con l'accesso al fondo, come dicevo, esclusivamente per gli ambiti territoriali che avessero individuato un soggetto gestore pubblico. Sul punto abbiamo presentato specifici emendamenti e abbiamo segnalato come queste soluzioni fossero evidentemente in contrasto con l'ordinamento comunitario, con i principi fondamentali anche del nostro stesso ordinamento giuridico e come si sarebbe ingenerata sui territori una disparità di trattamento non tanto e non solo tra soggetti gestori del servizio quanto tra cittadini perché, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto gestore, i cittadini utenti del servizio pagano le tariffe e concorrono alla fiscalità generale allo stesso modo e, quindi, evidentemente devono avere pari considerazione e la titolarità di pari posizioni giuridiche.
Fortunatamente c’è stato un ravvedimento operoso, per così dire, da parte della maggioranza, che con i due emendamenti che sono stati licenziati dalla Commissione ha sostanzialmente recepito anche il contenuto dei nostri emendamenti. Quindi ha condiviso quella preoccupazione, depurando il testo da queste due disposizioni che avrebbero sicuramente rappresentato degli elementi di criticità e avrebbero generato inevitabilmente un contenzioso diffuso che, anziché contribuire alla semplificazione e alla chiarificazione del settore, avrebbero sicuramente determinato complicazioni e difficoltà. Come pure non abbiamo condiviso – e sul punto ci siamo ampiamente spesi – la norma relativa all'istituzione del fondo solidaristico universale, come potremmo definirlo, quello cioè deputato al finanziamento in tutte le aree del mondo in cui esiste criticità nell'accesso all'acqua per interventi che fossero capaci di mitigare, se non rimuovere, queste situazioni di criticità.
Le finalità, sicuramente nobili e altissime, come abbiamo detto, sono condivisibili, ma non condividiamo assolutamente gli strumenti attraverso i quali questi obiettivi dovrebbero essere perseguiti, innanzitutto perché registriamo l'ennesimo appesantimento del carico, che è un carico tariffario, in quanto le risorse da destinare a questo fondo vengono reperite incrementando di fatto le tariffe, ma soprattutto perché, se un'azione solidaristica deve essere sviluppata, certamente questa va promossa nelle aree del mondo in cui maggiori sono le sofferenze e le difficoltà in questo campo, ma senza trascurare le aree geografiche del nostro Paese che vivono condizioni di criticità e difficoltà, soprattutto per quanto riguarda gli altri segmenti del ciclo integrato delle acque, in particolare il collettamento e la depurazione delle acque reflue, temi questi che non solo ovviamente riguardano la qualità del servizio e quindi degli standard civili che un Paese moderno e avanzato qual è il nostro devono assicurare indistintamente in tutto il territorio nazionale. Infatti, alla base di importanti e gravi fenomeni di inquinamento vi è proprio la carenza, in molte aree del nostro Paese, di efficienti sistemi di depurazione e soprattutto sistemi di collettamento che permettano un controllo effettivo degli scarichi e quindi la confluenza delle acque reflue e degli scarichi in luoghi di depurazione controllati ed efficienti; dunque, vi è la necessità di garantire a queste parti, che sono non poche e soprattutto densamente abitate aree del nostro Paese, delle risposte che hanno pari dignità di quelle che intendiamo assicurare con il ricorso appunto al fondo internazionale della solidarietà universale.
C’è ancora da dire che poteva anche compiersi la scelta lodevole di essere vicini a quelle zone del nostro pianeta che hanno difficoltà di questo tipo, ma questo obiettivo poteva essere assicurato, per esempio, efficientando il sistema di distribuzione, quindi riducendo perdite, che sono perdite innanzitutto economiche e aggravamento dei costi per gli enti gestori, ma soprattutto per i cittadini, che con la loro tariffa coprono per intero il costo del servizio. Dunque, queste criticità prevalgono sugli aspetti positivi della norma; diamo atto alla Commissione di avere condotto un lavoro di ripensamento e Pag. 105anche al relatore di avere svolto con saggezza la sua funzione, certamente ci saremmo attesi di più. Lanciamo la sfida alla maggioranza e al Governo di promuovere presto una seria e organica legge di settore sul ciclo integrato delle acque (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Presidente, si scrive acqua e si legge di democrazia; fuori i profitti dall'acqua. Sono queste le frasi ripetute piazza dopo piazza, strada dopo strada, scritte sui cartelloni blu della campagna referendaria del 2011, che ha portato 27 milioni di cittadini alle urne a votare due «sì» per una gestione pubblica dell'acqua.
Presidente, i deputati dei partiti di questo Parlamento sono stati nelle piazze, sono stati per le strade, o sono sempre stati qui affondati nelle poltrone del Parlamento che, con una battuta, il mio amico Di Battista dice forse fatte di pelle umana, per sottolineare l'approccio cinico dei partiti che in quest'Aula gestiscono con provvedimenti contro i bisogni della gente ? Anche oggi ciò sta accadendo in quest'Aula. Sono vent'anni che i partiti di centrosinistra e centrodestra danno ricette agli italiani (più privatizzazione, meno privatizzazione; società partecipate che gestiscono l'acqua in forma mista, in forma Spa), tutte le avete provate – tutte ! –, tranne le ricette che vi comandano i cittadini, che hanno votato «sì» per cancellare i profitti dall'acqua e per avere solo società pubbliche che gestiscono i bilanci per andare in pari e non per generare profitto per pochi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
I cittadini conoscono le vostre chiacchiere, i cittadini si sono organizzati in comitati, hanno letto i bilanci delle società che voi difendete, hanno scoperto buchi di bilancio stratosferici, hanno letto i contratti di investimento dei privati disattesi per i propri comuni, hanno ascoltato le inutili chiacchiere dei vostri sindaci. Un cittadino, qualche mese fa – non era il primo e non sarà l'ultimo – mi ha contattato perché il gestore privato gli ha imputato una bolletta di 7 mila euro perché le perdite dei tubi vicino casa sua, segnalate anche al gestore, gli sono state attribuite in bolletta; gestori di attività commerciali ricevono salassi di 23 mila euro, sono questi i privati che difendete ? No, questi li tartassate. Ad un disabile nella mia città è stata staccata l'acqua; nelle città limitrofe alla mia, ottocento distacchi selvaggi sono avvenuti da un giorno all'altro. Questi mostri pubblici e privati che avete creato con dentro tutti i vostri amici, i trombati della politica, che mortificano la gente onesta che lavora in queste aziende, sono il vostro prodotto.
Ma i cittadini vedono gli effetti del vostro operare. Sapete perché non hanno più fiducia nei partiti ? Voi giocate con loro, fate il poliziotto buono e il poliziotto cattivo. Quando il cittadino si rivolge a un sindaco del Partito Democratico, il sindaco del Partito Democratico dice: è colpa dei parlamentari, è colpa dei governatori del PD, che non fanno le norme. Quando invece siamo in quest'Aula e dibattiamo sul provvedimento dite che è colpa degli enti locali. Ma smettetela ! Applicate le vostre ricette a tutti i livelli. Voi governate tutto, in Parlamento, in Europa, nelle regioni, nei comuni, siete sempre voi, su chi scaricate la colpa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
Avete il Paese in mano, ma non per sempre. Non per sempre ! Operate nel Paese così da tempo: suddividete il Paese in lotti, come se le regioni e i nostri territori fossero merce, come se le persone fossero merce, come se l'acqua fosse merce, come se la vita fosse merce, e l'affidate alle vostre combriccole, ai vostri clan, ai vostri «quartierini». La Basilicata la svendete alle lobby del petrolio, la Val d'Aosta alle cooperative che lavorano alla TAV, la Toscana, la Campania e il Lazio alla multinazionale SUEZ, al palazzinaro Caltagirone, che controlla a sua volta l'informazione, in quanto è proprietario de IlPag. 106Messaggero e de Il Mattino, mentre l'Unità è controllata dal PD e La Stampa e la Repubblica sono controllate da l'Espresso di De Benedetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Continuate a disinformare i cittadini, nascondete le notizie, solo per questo siete ancora in vita come partiti. Siete un conflitto di interessi vivente, un conflitto di interessi che cammina.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Gallo. Onorevole Chimienti...
LUIGI GALLO. Però siete anche un'immagine misera, un'immagine ormai alla luce del sole, grazie al MoVimento 5 Stelle; il re è nudo. Anche in questa legge avete cercato di nascondere, avete scritto la frase «prioritariamente affideremo alla gestione pubblica», e poi l'avete dovuta cancellare, perché in realtà ci volete fare i profitti, lo dice il «decreto Madia» del vostro Governo. Avete inserito un fondo di investimento, che è vuoto, la Commissione bilancio ve l'ha cancellato. L'unico fondo di garanzia lo volete riempire con le bollette: altri costi per i cittadini, complimenti ! Il vostro quadro è quello che possiamo andare a vedere digitando «Publiacqua Spa», «publiacqua.it» su qualsiasi smartphone o PC e troviamo il bel sito del gestore pubblico del comune di Firenze: un bel sito celeste con dentro le immagini disegnate dai bambini. Uno può credere che quella è un'immagine buona, un'immagine che in pratica dice che la gestione è pubblica; lo stesso nome fa pensare che la gestione è pubblica, «Publiacqua», invece è una Spa che è controllata da SUEZ, da ACEA e dai soliti vostri amici. Ma, vedete, il popolo si sta svegliando, il popolo si sta ribellando, non solo qua, ma si sta ribellando anche nel resto del mondo. È una ribellione mondiale. In Bolivia ci sono stati mesi di mobilitazione, barricate e le comunità indigene hanno mandato via la multinazionale Suez che voi tanto coccolate qui in Italia e nutrite con i soldi dei cittadini. Affidate alle multinazionali francesi le nostre tubature, mentre in Bolivia chi governa mette nella Costituzione i beni collettivi perché i politici in Bolivia hanno più spina dorsale di questo Governo di signorsì alle lobby, signorsì alle potenze straniere e signornò ai cittadini del popolo sovrano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In Francia con la mobilitazione, alcune organizzazioni hanno dimostrato con filmati virali girati da tutti i cittadini la presenza di porte girevoli tra partiti e aziende private. L'intreccio malato tra politica e multinazionali ha prodotto una ribellione anche lì. E lì a Parigi si sono presi la gestione pubblica; c’è un'azienda speciale. Anche lì, più spina dorsale certo di voi. Lo stesso ha fatto il popolo napoletano che ha letteralmente assediato l'amministrazione costringendo a dar vita all'ABC, Acqua Bene Comune, una società speciale di diritto pubblico che ha prodotto 6 milioni di euro di utili e sono andati ad investimento, mica nelle tasche dei vostri amici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! In Italia i partiti stanno frenando questo ulteriore trend. Nel 2000 c'erano solo due casi di ripubblicizzazione; invece, nel 2015 ci sono stati 235 casi di ripubblicizzazione in tutto il mondo. Voi fermate tutti i trend positivi di questo Paese. Fermate i trend delle energie rinnovabili per i vostri amici petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); fermate i trend dell'economia sostenibile perché avete amici che gestiscono discariche ed inceneritori; fermate i trend della rivoluzione digitale perché avete gli amici nella carta stampata da sostenere e dovete nascondere le informazioni dei vostri amici privati dell'acqua perché non volete che loro pubblicano tutto sui loro siti. Voi siete la palla al piede di questo Paese e il MoVimento 5 Stelle è la tronchese che spezzerà prima o poi queste catene, statene certi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma voi avete fatto girare per l'ennesima volta...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Luigi Gallo. Onorevole Spessotto, scusi, deve togliere quel cartello, per favore. Grazie.
Pag. 107LUIGI GALLO. Avete fatto girare per l'ennesima volta questo Parlamento a vuoto; avete prodotto una legge vuota che in pratica fotografa l'esistente: dove c'era il privato rimane il privato e dove c’è il misto rimane il misto e quei pochi casi di acqua pubblica probabilmente li martellerete attraverso le regioni. Quindi, fate una fotografia. Bastava un clic, bastava questo cellulare che il Presidente non vuole fare usare in Aula per fare lo stesso effetto che state facendo con milioni di soldi di sprechi dei cittadini in quest'Aula per non produrre niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, un effetto però questa legge l'aveva. Voi avete mandato il solito vostro segnale alle lobby: guardate, siamo tutti allineati, stiamo lavorando per voi, per voi lobby e non per il Paese. Ma questo è inutile, le lobby sicuramente sapevano che voi siete molto operativi, siete le api operose per tutte le lobby di questo Paese. I cittadini si stanno accorgendo che invece li state truffando, sempre di più, sempre fuori dall'informazione controllata da voi e presto questa catena si spezzerà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà. Per favore, onorevole Spessotto e onorevole De Lorenzis ! Prego, onorevole Braga.
CHIARA BRAGA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo sentito su questo disegno di legge affermazioni e accuse che tradiscono un astio e una mistificazione della realtà che certo non aiuta il nostro lavoro. È ormai evidente a tutti che alcune forze politiche hanno qualche problema di relazione, diciamo così, con l'uso dello strumento del referendum abrogativo. I tentativi di strumentalizzazione, come abbiamo visto in questi giorni, però non pagano. Voglio essere chiara fin dall'inizio: il referendum sull'acqua del 2011 ha cancellato due norme volute dal Governo Berlusconi, ossia l'obbligo di affidare ai soggetti privati la gestione del servizio idrico e il riconoscimento della remunerazione garantita del capitale investito sugli investimenti. Quel referendum non prevedeva in nessun modo l'obbligo di ripubblicizzazione del servizio idrico. Non è su quello che si sono espressi con il loro voto milioni di cittadini. Noi siamo convinti di avere raccolto pienamente il mandato popolare di quel voto e non solo con questa legge, ma l'abbiamo fatto con le norme approvate nello «sblocca Italia» e nel collegato ambientale che in questa legge mettiamo a sistema per dare stabilità a un settore che noi consideriamo prioritario proprio perché riguarda il riconoscimento del diritto di ogni cittadino di avere accesso a una risorsa vitale come è l'acqua e di poter disporre di un servizio di qualità con tariffe accessibili ed eque in tutto il Paese.
Questo è il faro che ha guidato il nostro lavoro su questo provvedimento. Guardate, colleghi, io lo capisco: è molto, molto più facile ridurre tutto ad una disputa sulla natura giuridica di chi deve gestire il servizio idrico, a una contrapposizione ideologica tra il pubblico buono e il privato cattivo o viceversa. Ma, attenzione, perché rischia di essere pericolosamente autoassolutorio per tutti, noi compresi, fermarsi qui, perché ci impedisce di andare a fondo, di affrontare il vero nodo della questione che invece deve starci a cuore: come facciamo a garantire ai cittadini un servizio efficiente, salvaguardando una risorsa preziosa e scarsa come l'acqua. La realtà come sempre è più complessa e noi dobbiamo tenerne conto. Esistono nel nostro Paese esempi di eccellenza nella gestione del servizio idrico, ma dobbiamo dirci con franchezza che siamo anche il Paese che ha una dispersione idrica del 35 per cento. Ogni anno 3 miliardi di metri cubi di acqua finiscono nel nulla. Molte nostre regioni non hanno ancora acquedotti, fognature, depuratori adeguati e per questa ragione sono sottoposte a procedure di infrazione che gravano sulle tasche dei loro cittadini. E questo, lo sappiamo, dipende anche dal fatto che molte di loro ancora non si sono dotate di un'efficiente organizzazione del servizio idrico.Pag. 108
Noi con questa legge costruiamo soluzioni a questi problemi, riordiniamo il quadro normativo in materia di tutela, pianificazione e gestione e creiamo le condizioni perché si facciano finalmente gli investimenti necessari e urgenti a garantire tutto il ciclo dell'acqua. Abbiamo rafforzato il ruolo di guida del processo e di controllo della gestione che è e deve rimanere fortemente ancorato nelle mani pubbliche, nella responsabilità degli enti locali. Ai comuni resta la responsabilità e la scelta della forma di gestione. Ma abbiamo anche previsto la verifica da parte dei comuni sull'attuazione degli investimenti previsti dal piano d'ambito e sull'attività complessiva svolta dal soggetto gestore, di qualunque natura esso sia, almeno due anni prima della scadenza, proprio per garantire di decidere consapevolmente su che tipo di gestione adottare. Ai comuni, che costituiscono gli enti di governo d'ambito, viene data la piena titolarità della scelta di modello di gestione, naturalmente nel quadro previsto dall'ordinamento europeo che ammette le tre forme, pubblica, mista e privata, con una procedura di evidenza pubblica.
Sul decreto Madia discuteremo in Parlamento, ma già nel testo attuale e anche nelle parole di oggi del Ministro Madia noi abbiamo la certezza che in quel provvedimento c’è il rispetto totale dell'esito del referendum e che il pubblico virtuoso che esiste nel nostro Paese non deve avere niente da temere da quel provvedimento. Intanto in questa legge noi abbiamo identificato con chiarezza e messo a sistema per aumentare l'efficacia le fonti di finanziamento del servizio idrico: la tariffa prima di tutto, sulla quale è fondamentale per noi il compito di regolazione attribuito all'autorità; il Fondo per le opere idriche previsto dallo «sblocca Italia» e il Fondo di garanzia previsto dal collegato ambientale. E poi per la prima volta abbiamo previsto un canale di priorità dei finanziamenti già erogati per finalità ambientali dalla Cassa depositi e prestiti a favore degli interventi sulla rete del servizio idrico integrato. Su questo punto, signor Presidente, voglio essere chiara: per noi tutte le risorse pubbliche e quelle derivanti dalla tariffa devono essere destinate a fare gli investimenti che servono sulle reti e ad aumentare la qualità del servizio ai cittadini. Prendiamo atto che qualcun altro invece avrebbe preferito regalare qualche miliardo di euro ai privati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per acquisire le loro quote di gestione, solo per il gusto di proclamare di essere per l'acqua pubblica, ma senza preoccuparsi di far gravare il peso di questa operazione sulla fiscalità generale e gettando ancora una volta il settore idrico in un caos senza senso. Noi le tasse le abbassiamo, non le vogliamo aumentare, ma vogliamo usare le risorse pubbliche e le tariffe in modo utile e intelligente per dare un servizio adeguato alle aspettative dei cittadini. Per noi questo è quello che conta.
Contro tutte le accuse urlate in queste ore voglio ricordare che grazie a degli emendamenti del Partito Democratico abbiamo rafforzato il diritto all'acqua potabile come diritto umano essenziale, precisando che deve essere salvaguardata e tutelata, secondo criteri di efficienza e di responsabilità e sostenibilità, oltre che di solidarietà. Abbiamo introdotto strumenti di tutela delle fasce sociali più deboli garantendo a tutti i cittadini il diritto di accesso all'acqua. Abbiamo fissato il quantitativo minimo vitale giornaliero nei primi 50 litri gratuiti e garantiti anche in caso di morosità e garantendo il recupero dei minori introiti a partire dalla quota dei consumi eccedenti i 50 litri secondo un criterio di progressività e di incentivazione al risparmio della risorsa idrica. Abbiamo introdotto misure per garantire la trasparenza della bolletta del servizio idrico integrato, perché i cittadini conoscano lo stato di investimenti sulle reti, i parametri di qualità dell'acqua, le percentuali delle perdite idriche. Abbiamo previsto la diffusione di contatori intelligenti, della telelettura per il controllo dei consumi idrici.
Noi vogliamo che l'accesso all'acqua sia davvero un diritto universale, riconosciuto a ogni essere umano. Per questo abbiamo istituito un fondo di solidarietà internazionale, Pag. 109presso il Ministero degli esteri, da destinare a progetti di cooperazione che promuovano l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, con particolare attenzione al sostegno e al coinvolgimento della cooperazione territoriale delle comunità locali.
Prendiamo atto che alcuni colleghi delle opposizioni voteranno contro queste misure. Ci dispiace che il pregiudizio impedisca loro di riconoscere i tanti elementi positivi e di innovazione che stanno in questa legge. Garantire a tutti gli italiani il diritto primario all'accesso all'acqua, portare nelle loro case acqua pulita e sicura a un costo accessibile, limitare gli sprechi di una risorsa così preziosa e combattere l'inquinamento dei nostri corsi d'acqua: noi crediamo che questi siano gli obiettivi sui quali i cittadini italiani vorrebbero vedere impegnati seriamente i propri rappresentanti nelle istituzioni, a tutti i livelli. Noi siamo convinti, con il lavoro fatto in questa legge, di aver concorso a far fare un passo avanti al nostro Paese in questa direzione...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Braga. Colleghi, per favore, possiamo abbassare il tono della voce ? Prego, onorevole Braga.
CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Dicevo che con questa legge, noi siamo convinti di aver fatto fare un passo avanti al nostro Paese in questa direzione. Per queste ragioni, contro tutte le accuse prive di senso e di fondamento che abbiamo sentito, esprimo il voto favorevole e convinto del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, Presidente. Nonostante ci sia ancora il mio cognome sul frontespizio, io non voterò a favore di questo provvedimento. Non è, come l'amabile collega Bianconi direbbe, dissociazione. In realtà, questi due giorni di lavori parlamentari ci hanno detto che non è più il testo che era stato presentato e firmato, sia a livello referendario sia dall'intergruppo «Acqua Bene Comune». Non essendo più quel testo, evidentemente, anch'io, che mi ero tanto impegnato allora per il referendum, non lo considero più il mio testo e, quindi, voterò contro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intervengo soltanto per un velocissimo ringraziamento agli uffici della Commissione ambiente e a tutti i colleghi della Commissione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi, per favore !
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Vedo che l'educazione...
PRESIDENTE. Prego, onorevole Manfredi.
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Tra parentesi, uno dei motivi per cui ho preso la parola è perché volevo ringraziare tutti i colleghi della Commissione che hanno lavorato a questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Onorevole Castelli !
MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. ... e anche la collega Daga, che non è potuta essere in Aula (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Pag. 110(Coordinamento formale – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2212-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2212-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione – Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono striscioni recanti le scritte: «12 e 13 giugno due sì per l'acqua bene comune», «L'acqua non si vende» – Deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle espongono striscioni recanti la scritta: «Il mio voto va rispettato»).
Colleghi, per favore, togliete le bandiere ! Togliete le bandiere, per favore ! I commessi, per favore, intervengano (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Colleghi, per favore !
Dichiaro chiusa la votazione.
(Nelle tribune riservate al pubblico vengono esposti striscioni).
Prego i commessi di sgomberare le tribune, per favore. Sgomberare le tribune (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) !
Comunico il risultato della votazione:
«Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque» (2212-A):
Presenti 374
Votanti 372
Astenuti 2
Maggioranza 187
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 129.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Arlotti, Fiorio, Zardini e Giuliani hanno segnalato di non essere riusciti a votare a favore; i deputati Tripiedi e Fico hanno segnalato di non essere riusciti a votare contro; i deputati Prataviera e Bruno Bossio hanno segnalato di non essere riusciti ad astenersi; la deputata Albanella ha segnalato di avere erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi).
L'ordine del giorno (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle gridano: «L'acqua non si vende»)... Colleghi, per favore ! Colleghi, per favore ! Dovete sgombrare le tribune ! Colleghi, vi prego, per favore, di smetterla ! L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa... Onorevole Cominardi ! Onorevole Cominardi ! Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 19,45, è ripresa alle 19,54.
PRESIDENTE. Colleghi, ovviamente quello che è accaduto oggi è di particolare gravità, quello che è accaduto in Aula e quello che è accaduto sulle tribune (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi, potete urlare fino a domani, è di particolare gravità e se ne occuperà l'Ufficio di Presidenza.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 21 aprile 2016, alle 9,30:
1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
PES ed altri: Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza (C. 3450).
— Relatrice: Carocci.
2. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2520.
3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
MOLTENI ed altri*: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di difesa legittima (C. 2892-A).
— Relatori: Ermini, per la maggioranza; Molteni e La Russa, di minoranza.
*Tutti i deputati firmatari della proposta di legge hanno ritirato la propria sottoscrizione dopo la conclusione dell'esame in sede referente.
4. – Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:
Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015 (C. 3540-A).
— Relatore: Michele Bordo.
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2015 (Doc. LXXXVII, n. 4).
— Relatore: Bergonzi.
5. – Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195, Carfagna ed altri n. 1-01187, Roccella ed altri n. 1-01218, Spadoni ed altri n. 1-01223, Dellai ed altri n. 1-01225, Rondini ed altri n. 1-01226, Vezzali e Monchiero n. 1-01227 e Rampelli ed altri n. 1-01228 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.
PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA
alla IX Commissione (Trasporti):
QUINTARELLI ed altri: «Disposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti» (2520).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).
La seduta termina alle 19,55.
TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DELLA DEPUTATA SERENA PELLEGRINO SULLA PROPOSTA DI LEGGE (A.C. 2212-A)
SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con Il voto finale che daremo al testo di questa legge, verrà scritta una delle peggiori pagine nei rapporti tra il Popolo Sovrano e i suoi rappresentanti.
Questa maggioranza è riuscita, in un colpo solo, a fare carta straccia della volontà popolare espressa inequivocabilmente da 26 milioni di italiani attraverso il referendum del 2011, e – contemporaneamente – a vanificare il lavoro di 125 deputati, appartenenti a vari schieramenti, che avevano costituito l'intergruppo parlamentare per «l'acqua bene comune».
Da veri rappresentanti del popolo sovrano si erano presi l'impegno di redigere una proposta di legge che desse finalmente espressione alla volontà popolare: ripubblicizzare il servizio idrico.
Senza neanche il pudore di presentare un proprio testo, i deputati del Partito Democratico, eludendo anche il lavoro dei colleghi del loro stesso partito, hanno fagocitato, distorto e demolito la Proposta di Legge originaria.
Voglio ricordare che questo testo era il frutto di una elaborazione condivisa anche con il Forum italiano dei movimenti per l'acqua, elaborazione che partiva dalle istanze della proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2007, sottoscritta da 400 mila persone e mai discussa, alla luce degli esiti referendari.Pag. 112
Alcuni esponenti, che in questi anni si sono adoperati per ottenere che l'acqua non fosse inserita nel novero di qualsiasi merce, hanno presenziato qui in Aula alla discussione e successiva vanificazione del proprio impegno durato 10 anni.
In un paio di pomeriggi avete fatto il classico colpo di spugna ! Complimenti !
E questa sarebbe la democrazia rappresentativa.
Presidente, l'esito del referendum era stato chiarissimo, non fare profitto con l'acqua.
Ma l'acqua per essere considerata veramente un bene comune e un diritto umano universale, deve essere gestita da un ente pubblico: e pubblico, presidente, vuoi dire dei cittadini, delle comunità locali, non certo società di capitale quotate in borsa. Ma ormai è evidente a tutti quale sia il vostro modello di Stato: una suddivisione in settori dove la gestione di tutto è delegata alle s.p.a. ! Ove tutto diventa merce ! Anche il bene più prezioso che possediamo ! Con l'arroganza di farlo passare pure per «riforma» !
Vede presidente, quella volta l'invito ad astenersi non è stato accolto ! E questa volta, e per tutte le volte che vorrete inficiare un esito referendario, dovrete passare attraverso l'articolo 75 della Costituzione, fino a quando non modificherete anche quello, in spregio ai nostri padri costituenti.
Il titolo di questa legge era chiaro ed inequivocabile: «Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al suo finanziamento». Ma avete avuto l'arroganza di cambiare anche questo e, se questa legge giungerà alla fine del suo iter, aprirete le porte agli investitori privati ! persino la vostra proposta che prevedeva la via «prioritaria», che comunque non garantiva la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, è stata cassata dalla commissione bilancio con un intervento a dir poco arrogante !
Ma è davvero incredibile che le motivazioni portate dai deputati di maggioranza per non ripubblicizzare sono: lo Stato non ha il denaro sufficiente per ricomprare le quote azionarie. Chapeau ! Forse potremmo prendere quel miliardo di euro, che sarebbe sufficiente per ricomprare le azioni dai privati, dai sussidi che la tesoreria di stato esborsa per sostenere il consumo delle fossili e che ammontano a 14,7 miliardi di euro all'anno !
Nella nostra proposta invece venivano chiaramente dettati i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale.
Veniva stabilito un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. E il principio di sussidiarietà non potrà mai essere garantito da un investitore privato i cui interessi sono solo i dividenti annuali. Il secondo quesito referendario era chiaro: non ci deve essere la remunerazione del capitale investito ! Niente utili per capirci !
Nella nostra proposta la gestione del servizio idrico veniva qualificata quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
Noi chiedevamo che la gestione fosse sottratta alla libera concorrenza, che si perseguissero le finalità sociali e ambientali utilizzando la fiscalità generale e specifica, nonché attraverso meccanismi tariffari.
Soprattutto presidente, avevamo ampiamente definito la fase transitoria per avviare il processo di ripubblicazione.
Ma il più grande partito di maggioranza ha riscritto radicalmente la legge e ha soppresso i due articoli cuore che prevedevano proprio la ripubblicizzazione del servizio idrico. Con la nuova formulazione, il servizio idrico integrato viene definito come un servizio pubblico locale «di interesse economico generale» assicurato alla collettività. Queste parole mi evocano le compensazioni o le royalties elargite dai concessionari che prelevano beni della collettività e cedono le briciole ai cittadini.Pag. 113
Viene concesso il minimo vitale !
Per questo la nostra dichiarazione di voto a questa legge non può che essere innanzitutto una denuncia di quanto è accaduto. I deputati della commissione ambiente speravano di mettere una zeppa nella porta per impedire al Governo di privatizzare tutto con quelle due paroline «via prioritaria». Ma sappiamo, questo governo, con una zampata al Parlamento, riesce sempre a garantire alle lobbies la sua fedeltà. I veri sconfitti oggi sono quei deputati che hanno creduto nell'esito referendario e nella mediazione, completamente fallita, fatta con il Governo.
E allora assumetevi per intero la responsabilità di questo inganno !
Questa legge non è più la nostra legge. È per questo che tutti i parlamentari del Gruppo Sinistra Italiana hanno ritirato le loro firme.
L'acqua non è una merce. Presidente. È un bene prezioso che Madre Terra ci ha donato per la vita.
Ma evidentemente non è così per tutti.
La bocciatura degli emendamenti che prevedevano la ripubblicizzazione ne è la riprova, ma soprattutto la bocciatura di quell'emendamento che non rendeva possibile sottoscrivere accordi di liberalizzazione del servizio idrico, apre le porte al trattato internazionale, il cosiddetto TTIP.
Le azioni potranno essere acquistate e rivendute sulla testa dei cittadini usufruendo del loro incommensurabile bene. Un affare per tutti coloro che vogliono diventare azionisti. Un affare a gettito continuo !
Per noi, ma soprattutto per i 26 milioni di cittadini che hanno votato Sì al Referendum, e sicuramente molti siedono in questi banchi, il servizio idrico non può essere gestito da una s.p.a. il cui fine è la remunerazione del capitale investito, nemmeno se in piccole percentuali.
Abbiamo già conosciuto, nel nostro Paese, cosa significa la privatizzazione dell'acqua: aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti e peggioramento del servizio.
Ma quello che più sconcerta è l'incredibile trasformazione di pensiero di alcuni deputati. Prima sostengono i referendum e li votano, poi sottoscrivono la legge per la ripubblicizzazione del servizio idrico e poi la trasformano aprendo un'autostrada alla privatizzazione. Comprendo che le pressioni di un Governo che ogni giorno regala pezzi di Italia alle lobbies siano tantissime, e comprendo anche che qualcuno fosse convinto che questa legge, prima che venissero cancellate le due paroline, fosse il miglior compromesso possibile tra il testo originale e quanto voluto dal decreto Madia, ma allora, cari colleghi, come lo spiegate l'emendamento della commissione bilancio che entra pesantemente sulla vostra debolissima mediazione che prevedeva la via prioritaria mentre loro ne chiedono lo stralcio completo ? Ci siamo ritrovati a dover riformulare la norma con un incedibile slalom semantico sostituendo la parola «prioritariamente» con «preferenziale». Un espediente tecnico lo avete definito ! Me neppure questo è stato accettato dal Governo.
Volete ammettere, una volta per tutte, che io scopo del vostro Governo è quello di soddisfare gli appetiti dei potentati economici e finanziari, rafforzando il ruolo del privato nella gestione dei servizi e riducendo la funzione del pubblico al minimo necessario ?
Perché sono questi gli obiettivi principali previsti dal Testo Unico sui servizi pubblici locali: il decreto attuativo della Legge Madia, del 2015, vieta la gestione pubblica tramite aziende speciali e obbliga la gestione dei servizi pubblici locali attraverso società per azioni ripristinando l’«adeguatezza» della remunerazione del capitale investito” Ma noi siamo sicuri che la Consulta farà rispettare nuovamente l'esito referendario così come fece, nel 2011. Ma quella volta c'era il presidente Berlusconi, il nemico giurato...
Oggi invece ? È tutto a posto !
Tranquilli anche se il Governo cambia, la committenza resta sempre la medesima.
L'arroganza non ha confini.
E lo ha dimostrato anche in queste ultime settimane facendo strumentalmente Pag. 114leva sulla disaffezione al voto dovuta alla delusione e al discredito dettato dalla mala politica e dagli scandali di questi anni. Promuovere l'astensionismo per far fallire il quorum del referendum sulle trivelle di domenica scorsa, ne è la riprova che non volete ascoltare la voce di coloro che tutti noi qui rappresentiamo.
La democrazia si svaluta giorno dopo giorno attraverso le vostre azioni quotidiane ma, tra una manciata di mesi, il Popolo Sovrano si esprimerà sulla vostra controriforma costituzionale e vedremo quali espedienti troverete per convincerli della bontà della vostra controriforma.
Oggi, intanto, voteremo no ! Chi abusa della volontà popolare, chi fa mercimonio dei beni comuni, chi svilisce la democrazia non merita il nostro voto !
Noi Presidente siamo con il popolo sovrano non con il sovrano.
E ora come allora gridiamo sempre più convinti: l'acqua non è una merce !
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 2212-A - em. 4.51 | 316 | 304 | 12 | 153 | 72 | 232 | 112 | Resp. |
2 | Nom. | em. 4.52 | 340 | 337 | 3 | 169 | 81 | 256 | 111 | Resp. |
3 | Nom. | em. 4.53 | 360 | 347 | 13 | 174 | 88 | 259 | 110 | Resp. |
4 | Nom. | em. 4.54 | 375 | 363 | 12 | 182 | 95 | 268 | 109 | Resp. |
5 | Nom. | em. 4.50 | 383 | 369 | 14 | 185 | 97 | 272 | 109 | Resp. |
6 | Nom. | em. 4.61 | 383 | 381 | 2 | 191 | 124 | 257 | 109 | Resp. |
7 | Nom. | em. 4.55 | 387 | 387 | 194 | 115 | 272 | 108 | Resp. | |
8 | Nom. | em. 4.56 | 395 | 395 | 198 | 115 | 280 | 108 | Resp. | |
9 | Nom. | em. 4.57 | 387 | 387 | 194 | 116 | 271 | 108 | Resp. | |
10 | Nom. | em. 4.59 | 392 | 383 | 9 | 192 | 38 | 345 | 108 | Resp. |
11 | Nom. | em. 4.300 | 399 | 397 | 2 | 199 | 266 | 131 | 103 | Appr. |
12 | Nom. | em. 4.58 | 405 | 401 | 4 | 201 | 30 | 371 | 103 | Resp. |
13 | Nom. | em. 4.60 | 409 | 408 | 1 | 205 | 112 | 296 | 103 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 4 | 393 | 389 | 4 | 195 | 274 | 115 | 103 | Appr. |
15 | Nom. | em. 6.55 | 380 | 379 | 1 | 190 | 103 | 276 | 103 | Resp. |
16 | Nom. | em. 6.50 | 383 | 382 | 1 | 192 | 101 | 281 | 103 | Resp. |
17 | Nom. | em. 6.53 | 387 | 385 | 2 | 193 | 101 | 284 | 103 | Resp. |
18 | Nom. | em. 6.51 | 381 | 381 | 191 | 99 | 282 | 103 | Resp. | |
19 | Nom. | em. 6.54 | 384 | 383 | 1 | 192 | 97 | 286 | 103 | Resp. |
20 | Nom. | em. 6.400 | 385 | 370 | 15 | 186 | 256 | 114 | 103 | Appr. |
21 | Nom. | em. 6.301 | 381 | 363 | 18 | 182 | 251 | 112 | 103 | Appr. |
22 | Nom. | em. 6.52 | 383 | 364 | 19 | 183 | 97 | 267 | 103 | Resp. |
23 | Nom. | articolo 6 | 379 | 375 | 4 | 188 | 258 | 117 | 103 | Appr. |
24 | Nom. | articolo 8 | 377 | 374 | 3 | 188 | 239 | 135 | 103 | Appr. |
25 | Nom. | em. 9.50 | 383 | 380 | 3 | 191 | 108 | 272 | 103 | Resp. |
26 | Nom. | articolo 9 | 383 | 380 | 3 | 191 | 322 | 58 | 103 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 10.50 | 383 | 382 | 1 | 192 | 112 | 270 | 103 | Resp. |
28 | Nom. | em. 10.51 | 367 | 367 | 184 | 111 | 256 | 103 | Resp. | |
29 | Nom. | articolo 10 | 370 | 370 | 186 | 251 | 119 | 103 | Appr. | |
30 | Nom. | em. 11.60 | 360 | 345 | 15 | 173 | 30 | 315 | 114 | Resp. |
31 | Nom. | em. 11.50 | 360 | 359 | 1 | 180 | 90 | 269 | 114 | Resp. |
32 | Nom. | em. 11.55 | 371 | 370 | 1 | 186 | 100 | 270 | 114 | Resp. |
33 | Nom. | em. 11.52 | 390 | 389 | 1 | 195 | 107 | 282 | 113 | Resp. |
34 | Nom. | em. 11.51 | 387 | 387 | 194 | 128 | 259 | 112 | Resp. | |
35 | Nom. | em. 11.53 | 400 | 399 | 1 | 200 | 125 | 274 | 111 | Resp. |
36 | Nom. | em. 11.54 | 404 | 402 | 2 | 202 | 121 | 281 | 111 | Resp. |
37 | Nom. | articolo 11 | 401 | 310 | 91 | 156 | 254 | 56 | 111 | Appr. |
38 | Nom. | em. 12.50 | 413 | 323 | 90 | 162 | 66 | 257 | 111 | Resp. |
39 | Nom. | em. 12.52 | 408 | 400 | 8 | 201 | 149 | 251 | 111 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 12.51 | 413 | 389 | 24 | 195 | 61 | 328 | 109 | Resp. |
41 | Nom. | em. 12.60 | 416 | 389 | 27 | 195 | 62 | 327 | 109 | Resp. |
42 | Nom. | articolo 12 | 411 | 301 | 110 | 151 | 264 | 37 | 109 | Appr. |
43 | Nom. | articolo 13 | 417 | 411 | 6 | 206 | 269 | 142 | 109 | Appr. |
44 | Nom. | articolo agg. 13.0300 | 414 | 376 | 38 | 189 | 261 | 115 | 109 | Appr. |
45 | Nom. | odg 9/2212-A/6 | 405 | 390 | 15 | 196 | 102 | 288 | 108 | Resp. |
46 | Nom. | odg 9/2212-A/9 | 401 | 400 | 1 | 201 | 119 | 281 | 108 | Resp. |
47 | Nom. | odg 9/2212-A/10 | 410 | 409 | 1 | 205 | 137 | 272 | 108 | Resp. |
48 | Nom. | odg 9/2212-A/12 | 414 | 413 | 1 | 207 | 119 | 294 | 108 | Resp. |
49 | Nom. | odg 9/2212-A/13 | 415 | 403 | 12 | 202 | 108 | 295 | 108 | Resp. |
50 | Nom. | odg 9/2212-A/16 | 421 | 402 | 19 | 202 | 103 | 299 | 108 | Resp. |
51 | Nom. | odg 9/2212-A/17 | 418 | 416 | 2 | 209 | 137 | 279 | 108 | Resp. |
52 | Nom. | odg 9/2212-A/18 | 423 | 421 | 2 | 211 | 142 | 279 | 108 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 57) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | odg 9/2212-A/60 | 414 | 413 | 1 | 207 | 146 | 267 | 108 | Resp. |
54 | Nom. | odg 9/2212-A/64 | 415 | 414 | 1 | 208 | 123 | 291 | 108 | Resp. |
55 | Nom. | odg 9/2212-A/65 | 418 | 417 | 1 | 209 | 147 | 270 | 108 | Resp. |
56 | Nom. | odg 9/2212-A/73 | 401 | 398 | 3 | 200 | 116 | 282 | 108 | Resp. |
57 | Nom. | Pdl 2212-A - voto finale | 374 | 372 | 2 | 187 | 243 | 129 | 104 | Appr. |