FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 712

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
MOLINARI, BENVENUTO, BOLDI, CAFFARATTO, GASTALDI, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LIUNI, MACCANTI, PATELLI, PETTAZZI, TIRAMANI, BAZZARO, BELOTTI, BIANCHI, BILLI, BISA, BONIARDI, CECCHETTI, COLMELLERE, COMAROLI, COVOLO, DARA, DE ANGELIS, DURIGON, FERRARI, FORMENTINI, FRASSINI, GIACOMETTI, GOBBATO, GOLINELLI, IEZZI, LOLINI, EVA LORENZONI, MOSCHIONI, PANIZZUT, RACCHELLA, RIBOLLA, TARANTINO, TOMBOLATO, VALLOTTO, VINCI, RAFFAELE VOLPI, ZIELLO, ZOFFILI, ZORDAN

Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nei settori lattiero-caseario e alimentare

Presentata l'8 giugno 2018

  Onorevoli Colleghi! — Il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, all'articolo 4, stabilisce per le amministrazioni pubbliche il divieto di acquisire o mantenere partecipazioni in società che abbiano come oggetto sociale la produzione di beni e di servizi. Il comma 9 del medesimo articolo consente l'esclusione totale o parziale dal rispetto della norma per singole società, individuate con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in ragione della misura e qualità della partecipazione, degli interessi pubblici ad essa connessi e del tipo di attività svolta, riconducibile alle finalità istituzionali dell'amministrazione.
  In forza di ciò, su istanza del sindaco del comune di Brescia, è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31 ottobre 2017, per la totale esclusione dell'applicazione delle disposizioni dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 175 del 2016 alla società centrale del Latte di Brescia Spa.
  Con tale provvedimento viene infatti riconosciuta alla società del latte bresciana la fondamentale valenza di presidio in ambito sanitario e di controllo degli alimenti, che risulta funzionale al perseguimento delle finalità istituzionali della stessa amministrazione pubblica.
  La filiera lattiero-casearia ha un importante rilievo economico e sociale per il nostro Paese. L'industria italiana produce 1 miliardo di chilogrammi di formaggi, di cui 460 milioni di chilogrammi di prodotto a denominazione di origine protetta e 3 miliardi di litri di latte alimentare, 1,8 miliardi di vasetti di yogurt e 160 milioni di chilogrammi di burro. Con un fatturato di 15 miliardi di euro e un indotto che dà lavoro ad oltre centomila persone, quello della trasformazione del latte è un settore strategico per il comparto agroalimentare italiano e rappresenta un importante bacino di ricchezza e di occupazione per i territori locali. La filiera del latte, infatti, inizia con l'allevamento, dove le mucche vengono selezionate, nutrite e controllate per la produzione di tale alimento. Il settore lattiero-caseario italiano è caratterizzato da una spiccata eterogeneità, sia nella fase di produzione primaria sia in quella della trasformazione, quanto a tipologie produttive, a grado di concentrazione della produzione e a coordinamento della filiera. Nei rapporti e nel ruolo che l'allevamento da latte assume, in relazione all'ambiente, nelle diverse regioni e aree omogenee esiste notevole diversità, principalmente a causa del forte legame che l'attività di produzione e di trasformazione del latte ha con l'ambiente e con il territorio in un Paese, com'è il nostro, caratterizzato da condizioni naturali e storico-culturali molto diversificate.
  I consumatori italiani sono sempre più alla ricerca di un prodotto genuino e legato al proprio territorio e le centrali del latte garantiscono ogni giorno la distribuzione del latte alla comunità locale. Esse hanno anche lo scopo di assicurare il controllo igienico del latte e si sono distinte negli anni per la capacità di innovazione e la sensibilità verso le nuove tecnologie e l'evoluzione delle esigenze alimentari. Per i produttori italiani, le centrali del latte sono il primo acquirente e hanno da sempre dedicato attenzione e investimenti alla qualità delle materie prime e dei processi di produzione. In tal senso, il lavoro svolto dalle centrali del latte sulla qualità e sulla sicurezza alimentare è funzionale all'esercizio della funzione pubblica e, dunque, va riconosciuto e preservato.
  La presente proposta di legge, muovendo dalla necessità di mantenere inalterato il patrimonio di storia, tradizioni, qualità e innovazione espresso dalle centrali del latte, intende dunque restituire alle pubbliche amministrazioni le funzioni di garanzia e controllo sulla filiera lattiero-casearia che la riforma Madia ha invece fatto venir meno. La proposta di legge, che si compone di un unico articolo, reca una modifica all'articolo 4 del decreto legislativo n. 175 del 2016, con la quale è stabilito che le pubbliche amministrazioni possano mantenere o acquisire partecipazioni in società aventi per oggetto sociale prevalente la produzione, il trattamento, la lavorazione e l'immissione in commercio del latte, comunque trattato, e dei prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere. L'iniziativa trova fondamento proprio nel riconoscimento del ruolo di garanzia svolto dalle centrali del latte a tutela della salute dei consumatori e dell'ambiente, un ruolo che certamente è funzionale al perseguimento delle finalità pubbliche svolte dall'ente amministrativo.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

  1. All'articolo 4 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, dopo il comma 9-ter è aggiunto il seguente:

   «9-quater. Le disposizioni del presente articolo non si applicano alla costituzione né all'acquisizione o al mantenimento di partecipazioni, da parte delle amministrazioni pubbliche, in società aventi per oggetto sociale prevalente la produzione, il trattamento, la lavorazione e l'immissione in commercio del latte, comunque trattato, e dei prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere».