PDL 973

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 973

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato DE PALMA

Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa agli strumenti musicali

Presentata il 9 marzo 2023

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Onorevoli Colleghi! – Nella tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), sono elencati i beni e servizi soggetti ad aliquota ridotta.
In particolare, ai sensi del numero 18) della parte II della suddetta tabella, sono soggetti all'imposta agevolata nella misura del 4 per cento i «giornali e notiziari quotidiani, dispacci delle agenzie di stampa, libri, periodici, anche in scrittura braille e su supporti audio-magnetici per non vedenti e ipovedenti, ad esclusione dei giornali e periodici pornografici e dei cataloghi diversi da quelli di informazione libraria, edizioni musicali a stampa e carte geografiche, compresi i globi stampati», in quanto prodotti e servizi di carattere culturale e quindi, correttamente, resi disponibili ai cittadini con una tassazione minore.
Ora, è innegabile come anche la musica, nelle sue molteplici forme, costituisca, a tutti gli effetti, un prodotto culturale alla stessa stregua di altri prodotti intellettuali e rappresenti oggi sicuramente una delle più efficaci e universalmente riconosciute forme per l'integrazione e lo scambio culturale, in Italia e in tutto il mondo.
Come sottolineato da diversi esperti di psicologia, la musica ha un ruolo importantissimo nella vita dei giovani. Capace di amplificare le emozioni, ma anche di rappresentare un punto di riferimento per la catarsi interiore, costituisce un linguaggio universale, una sorta di specchio dove riflettere il proprio io interiore in un momento della vita caratterizzato da numerosi cambiamenti quasi sempre difficili da gestire.
L'Italia vanta la quota più elevata di imprese dei settori culturali in Europa, precedendo Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Questo primato, che ci è invidiato da tutto il mondo, si deve alla nostra tradizione, a un secolare rapporto tra cultura e attività di impresa.
Tuttavia, secondo l'ultimo rapporto dell'osservatorio DISMAMUSICA 2022 (Distribuzione industria strumenti musicali e artigianato) sul mercato degli strumenti musicali, nonostante un lieve incremento registrato tra il 2020 ed il 2021, pari al 5 per cento (incremento scontato dato il lungo periodo di blocco totale delle attività musicali nel periodo pandemico), la stima del valore complessivo delle vendite nel 2021, realizzate in Italia dalle imprese di rivendita al dettaglio di strumenti ed edizioni musicali, è pari a 257 milioni di euro circa (dato dell'Osservatorio DISMA 2022, pagina 48), contro i 541 milioni di euro del 2018. Registrando, di fatto, in soli quattro anni un notevole calo dei ricavi, pari al 52,5 per cento.
Stando ai dati dell'Osservatorio la composizione della filiera della produzione e della distribuzione di strumenti musicali in Italia, a dicembre 2021, include: 1.033 imprese produttrici (erano 1.069 nel 2017), per un totale di 2.048 addetti (erano 2.500 nel 2017); 824 imprese commerciali al dettaglio (erano 974 nel 2017), per un totale di 1.815 addetti (erano 1.676 nel 2017).
Dunque, i trend individuati nelle passate edizioni del rapporto dell'Osservatorio proseguono anche nel 2021, in particolare la sensibile e continua diminuzione del numero dei negozi e dei produttori, che soffre anche la crisi dell'export e dell'e-commerce, oltre alle difficoltà che nel periodo di pandemia di COVID-19 hanno coinvolto in maniera quasi totalizzante la categoria dei musicisti e degli addetti allo spettacolo.
In Italia ogni anno si vendono circa 1.300.000 strumenti musicali per un ricavato di circa 200 milioni di euro (dato dell'Osservatorio DISMA 2022, pagina 49). La crisi odierna dà ulteriore spinta alla vendita di prodotti di bassa qualità. Pertanto la presente proposta di legge, in linea con quanto stanno facendo altri Paesi europei, darebbe una forza alle vendite di prodotti di fascia medio alta anche «Made in Italy».
Una delle strategie per il futuro rilancio del comparto, oltre all'incentivare l'insegnamento delle materie musicali nelle scuole, è senza dubbio l'applicazione agli strumenti musicali dell'aliquota IVA prevista per i prodotti culturali.
A tal proposito a novembre 2021 è nata la «European Musical Instruments Alliance» (EMIA), una coalizione delle associazioni di settore di Germania (SOMM-Society of Music Merchants}, Francia (CFSI), Italia (DISMAMUSICA) e Spagna (COMUSICA), che ha chiesto all'Unione europea di esprimersi proprio sulle aliquote fisse come già avvenuto per i prodotti editoriali.
La presente proposta di legge, pertanto, che si compone di un solo articolo, modifica la tabella A, parte II, del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, aggiungendo gli strumenti musicali, anche per uso didattico, tra i beni assoggettati all'IVA agevolata al 4 per cento.
Conseguentemente, al comma 2 vengono eliminati gli strumenti musicali dai materiali per uso scolastico per i quali è prevista l'IVA agevolata al 12 per cento.
Il comma 3 contiene la quantificazione e la relativa copertura degli oneri derivanti dall'applicazione della disposizione introdotta.
Il comma 4, infine, autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Alla parte II della tabella A annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, dopo il numero 18) è inserito il seguente:

«18-bis) strumenti musicali, anche per uso didattico».

2. All'articolo 36, comma 4, lettera a), numero 11), del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, le parole: «e strumenti musicali» sono soppresse.
3. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo, valutati in 36 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

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