PDL 782

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 782

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
CAIATA, ALMICI, AMBROSI, AMICH, AMORESE, BUONGUERRIERI, CANGIANO, CARAMANNA, CARETTA, CERRETO, CIABURRO, CIANCITTO, CIOCCHETTI, COLOMBO, COMBA, CONGEDO, DE CORATO, DI GIUSEPPE, DI MAGGIO, FRIJIA, GARDINI, LA PORTA, LA SALANDRA, LONGI, LOPERFIDO, MAIORANO, MARCHETTO ALIPRANDI, MASCARETTI, MASCHIO, MATTEONI, MORGANTE, PADOVANI, PERISSA, POLO, ROSCANI, FABRIZIO ROSSI, ROTELLI, RUSPANDINI, SCHIANO DI VISCONTI, TREMAGLIA, URZÌ, VIETRI, VINCI, ZURZOLO

Istituzione della Giornata della lotta contro la mafia

Presentata il 18 gennaio 2023

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Onorevoli Colleghi! – Dopo trenta lunghissimi anni di latitanza è stato arrestato Matteo Messina Denaro.
Dopo trent'anni finisce la lunga latitanza del padrino più potente della mafia siciliana, considerato tra i latitanti più pericolosi e ricercati nel mondo. Capomafia nella provincia di Trapani, il padrino di Castelvetrano negli anni era diventato uno dei boss più potenti dell'associazione criminale Cosa nostra, arrivando a esercitare il proprio potere anche nella provincia di Palermo.
Ritenuto depositario di innumerevoli segreti, Matteo Messina Denaro deve scontare la pena dell'ergastolo per decine di omicidi tra i quali l'assassinio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, strangolato e sciolto nell'acido dopo due anni di prigionia, per le stragi del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e per gli attentati del 1993 a Firenze, Milano e Roma.
Proprio nel giorno del suo arresto, il 16 gennaio 2023, era stata «celebrata» la ricorrenza dei trent'anni dalla cattura di Totò Riina, avvenuta il 15 gennaio 1993.
L'indagine condotta dalla procura della Repubblica di Palermo, guidata dal procuratore capo Maurizio De Lucia, che ha portato alla cattura del superlatitante è stata condotta dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Dalle intercettazioni di amici e parenti gli inquirenti hanno avuto la conferma che Matteo Messina Denaro era gravemente ammalato e, a quel punto, sono iniziate le indagini sui pazienti oncologici che avevano un'età compatibile con la sua. Matteo Messina Denaro è stato trovato «in salute e buone condizioni economiche» tanto che «indossava beni di lusso» tra cui un orologio da 35.000 euro, si faceva chiamare Andrea Bonafede e sulla carta d'identità era indicata la professione di geometra. Con lui è stato arrestato anche l'autista, Giovanni Luppino, un commerciante di olive di Campobello di Mazara che è «totalmente incensurato» oltre che un «perfetto sconosciuto».
Secondo le prime dichiarazioni del comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Teo Luzi, «Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative per portare all'arresto di questa mattina», ma l'arresto dell'ex «primula rossa» è un risultato storico che si è reso possibile soprattutto grazie alla determinazione, al senso dello Stato e all'abnegazione degli uomini e delle donne dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della magistratura che hanno sacrificato tutta la loro esistenza per raggiungere questi obiettivi, che hanno assunto l'impegno primario quotidiano della lotta contro la mafia e non si sono mai arresi. L'attività investigativa sulle stragi avvenute in Sicilia e nel resto d'Italia non si è mai fermata per assicurare alla giustizia tutti i responsabili e i mandanti occulti di crimini efferati.
È un risultato che non deve essere considerato un punto di arrivo, ma un punto di partenza e un monito per proseguire nella lotta contro la criminalità organizzata, che è uno dei temi fondamentali di tutti gli Stati.
L'augurio è che l'arresto induca Matteo Messina Denaro a collaborare con la magistratura per fare i conti con il passato e per chiudere definitivamente una delle pagine più buie della storia italiana. C'è da far luce sugli omicidi, sulle stragi, ma anche sulla sua condizione di latitanza e su chi, in questi trent'anni, lo ha aiutato e sostenuto: conoscere tutto ciò significherebbe consegnare finalmente verità e giustizia alle vittime e ai loro familiari e, forse, chiudere veramente i conti con il passato.
La presente proposta di legge propone, pertanto, di riconoscere il 16 gennaio quale «Giornata della lotta contro la mafia» al fine di celebrare il lavoro degli uomini e delle donne impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica riconosce il giorno 16 gennaio quale «Giornata della lotta contro la mafia», al fine di celebrare il lavoro degli uomini e delle donne impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata.
2. In occasione della ricorrenza annuale di cui al comma 1, lo Stato, le regioni e gli enti locali organizzano o promuovono, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere la cultura della legalità e il valore dell'impegno degli uomini e delle donne delle istituzioni nella lotta contro la criminalità organizzata.
3. La Giornata di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

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