PDL 643-bis-A - Allegato 2

FRONTESPIZIO

ALLEGATO

INDICE

RELAZIONI DELLE COMMISSIONI AL BILANCIO
Relazione al Bilancio Commissione: 01
Relazione al Bilancio Commissione: 02
Relazione al Bilancio Commissione: 06
Relazione al Bilancio Commissione: 07
Relazione al Bilancio Commissione: 09
Relazione al Bilancio Commissione: 11
Relazione al Bilancio Commissione: 12
Relazione al Bilancio Commissione: 13
Relazione al Bilancio Commissione: 14

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 643-bis-A

ALLEGATO 2
RELAZIONI DI MINORANZA DELLE COMMISSIONI PERMANENTI

DISEGNO DI LEGGE

presentato dal ministro dell'economia e delle finanze
(GIORGETTI)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025

Presentato il 29 novembre 2022

(Testo risultante dallo stralcio, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 1° dicembre 2022, degli articoli 109 e 153, comma 9)

(Relatori per la maggioranza: COMAROLI,
PELLA
e TRANCASSINI )

NOTA: Relazioni di minoranza presentate nelle Commissioni permanenti sulle parti del disegno di legge di bilancio di rispettiva competenza.

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ALLEGATO 2
relazioni di minoranza delle commissioni permanenti

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INDICE

RELAZIONI DI MINORANZA PRESENTATE NELLE COMMISSIONI PERMANENTI AI SENSI DELL'ARTICOLO 120, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, SULLE PARTI DEL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO DI RISPETTIVA COMPETENZA

I COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 7

(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
(per le parti di competenza)

II COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 11

(Giustizia)
(per le parti di competenza)

VI COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 17

(Finanze)
(per le parti di competenza)

VII COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 21

(Cultura, scienza e istruzione)
(per le parti di competenza)

IX COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 27

(Trasporti)
(per le parti di competenza)

XI COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 31

(Lavoro pubblico e privato)
(per le parti di competenza)

XII COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 37

(Affari sociali)
(per le parti di competenza)

XIII COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 43

(Agricoltura)
(per le parti di competenza)

XIV COMMISSIONE PERMANENTE ... Pag. 49

(Politiche dell'Unione europea)
(per le parti di competenza)

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I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Bonafè, Cuperlo, Mauri, Provenzano e Schlein

La I Commissione,

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, con un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera un'enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione; fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il «caro bollette» basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

in particolare, tra i profili particolarmente delicati di interesse della I Commissione vi è l'articolo 143 che reca disposizioni relative alla determinazione dei LEP ai fini dell'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, ossia della cosiddetta «autonomia differenziata»;

già la rubrica di questo articolo solleva gravi perplessità alla luce del fatto che i livelli essenziali delle prestazioni andrebbero definiti a prescindere dall'attuazione dell'autonomia differenziata, così come correttamente previsto dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, che fa rientrare i LEP nella legislazione esclusiva dello Stato;

la medesima disposizione prevede poi l'istituzione di una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per la determinazione dei LEP, che esautora di fatto il ruolo del Parlamento, e non consente il necessario coinvolgimento delle parti sociali e delle amministrazioni locali; tale disposizione, inoltre, in assenza di adeguato finanziamento, rischia di portare ad una determinazione meramente ragionieristica dei livelli essenziali delle prestazioni, del tutto inadeguata a colmare i divari di cittadinanza aperti tra le aree del Paese;

tale norma, in ogni caso, si configura come meramente ordinamentale, e quindi del tutto estranea al contenuto proprio della legge di bilancio, tanto che gli unici effetti finanziari stimati sono quelli per le spese di funzionamento derivanti dalle attività (500.000 euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025) e che sembrerebbe essere in contrasto con le previsioni legislative che attribuiscono l'individuazione dei LEP alla legge statale, e necessiterebbe pertanto di essere stralciata;

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Gianassi, Fornaro, Lacarra, Serracchiani e Zan

La II Commissione,

esaminato, per le parti di competenza, il provvedimento in oggetto;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

il sistema carcerario italiano, infatti, è ancora caratterizzato da una pesante situazione di sovraffollamento: secondo l'ultima relazione presentata al Parlamento dall'ex Ministra della giustizia Cartabia, su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114 per cento; si tratta di un fenomeno strutturale, stigmatizzato da anni dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che richiederebbe un serio impegno di spesa a sostegno di risposte altrettanto strutturali; al contrario i primi atti del Governo, ivi compreso il disegno di legge di bilancio, vanno in direzione esattamente opposta;

considerato che:

il disegno di legge di bilancio in esame prevede, all'articolo 153, una serie di tagli significativi in diversi settori, in particolare in quello della giustizia;

Il testo, infatti, all'articolo 153 prevede che «a decorrere dall'anno 2023, il Ministero della giustizia, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, assicura, mediante la riorganizzazione e l'efficientamento dei servizi degli istituti penitenziari presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare con la ripianificazione dei posti di servizio e la razionalizzazione del personale, il conseguimento di risparmi di spesa non inferiori a 9.577.000 euro per l'anno 2023, 15.400.237 euro per l'anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall'anno 2025»;

inoltre, a «decorrere dall'anno 2023, il Ministero della giustizia, Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, assicura, l'efficientamento dei processi di lavoro nell'ambito delle attività per l'attuazione dei provvedimenti penali emessi dall'Autorità giudiziaria e la razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale, il conseguimento di risparmi di spesa non inferiori a 331.583 euro per l'anno 2023, 588.987 euro per l'anno 2024 e 688.987 euro annui a decorrere dall'anno 2025»;

in questo modo si interrompe, anzi si inserisce una pericolosa retromarcia, rispetto ad un grande lavoro, non certo scevro da difficoltà, compiuto negli anni, volto a colmare le gravi carenze di personale della giustizia, in particolare nel circuito penitenziario ma ovviamente non solo;

con le leggi di bilancio 2019 e 2020 e per il 2022 sono state previste infatti le assunzioni di centinaia di unità di personale del comparto funzioni centrali per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per la polizia penitenziaria, direzione, area giuridico-pedagogica, e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità;

le significative riduzioni di spesa appaiono dunque suscettibili di incidere pesantemente sulla tenuta di un sistema già fragile, interrompendo il difficile percorso di risanamento avviato nella seconda fase della XVIII legislatura. In particolare, rischiano di essere colpite le attività trattamentali delle persone detenute nell'ambito dei percorsi di reinserimento; e, allo stesso tempo, rischia di arrestarsi il percorso delle nuove assunzioni di personale, fondamentale per garantire la funzionalità degli istituti e, con essa, dignitose condizioni di vita delle persone private della libertà personale;

come dimostrano tutti gli studi condotti sul tema anche a livello sovranazionale, europeo il contenimento del tasso di recidiva è strettamente collegato al percorso trattamentale che viene offerto ai detenuti, in attuazione dell'articolo 27 della Costituzione;

si aggiunga, inoltre, che le riduzioni di spesa operano nel quadro di una manovra di finanza pubblica che non prevede alcuna altra misura relativa al comparto penitenziario, in particolare, laddove vengono previste risorse per l'edilizia giudiziaria, manca del tutto qualunque previsione in materia di edilizia penitenziaria e di gestione degli spazi a fini di riduzione del sovraffollamento e trattamentali;

sempre maggiore rilevanza nell'azione dell'Amministrazione aveva assunto il coordinamento, da parte degli uffici di esecuzione penale esterna, dell'intervento degli enti, pubblici e privati e del volontariato nel reperimento delle risorse, per l'implementazione delle sanzioni di comunità e la condivisione sul territorio dei percorsi finalizzati al reinserimento sociale: lo sforzo consiste nel caratterizzare i programmi alternativi alla detenzione di contenuti concreti che non tralascino l'aspetto di natura sanzionatoria delle pene e che abbiano una necessaria implicazione riparatoria nei confronti della collettività e della persona offesa dal reato, con carattere di concretezza e possibile tenuta futura;

di estrema importanza appare inoltre il mancato incremento del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti nonché agli orfani per crimini domestici;

manca inoltre un intervento in proroga per i termini per la chiusura delle sezioni distaccate delle piccole isole, in una particolare congiuntura che vede questi territori in una situazione di criticità dovuta ai cambiamenti climatici e alla loro peculiare fragilità geografica, che ha, purtroppo, portato il Governo ad intervenire con il decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022;

rilevato che appare assolutamente necessario:

a) ristorare l'intero comparto della giustizia reintegrando interamente le risorse tagliate destinate in particolare al personale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, anche incrementando le risorse per il personale penitenziario, penitenziario minorile, per gli uffici di esecuzione penale esterna;

b) incrementare il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti nonché agli orfani per crimini domestici di cui all'articolo 11 della legge 7 luglio 2016, n. 122, modificata dall'articolo 6 della legge 20 novembre 2017, n. 167, e dall'articolo 11, comma 4, della legge 11 gennaio 2018, n. 4;

c) prorogare i termini per la chiusura delle sezioni distaccate di Lipari, avente giurisdizione sul territorio dei comuni di Leni, Lipari, Malfa e Santa Marina Salina, nel circondario nel circondario del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, e della sezione distaccata di Portoferraio, avente giurisdizione sul territorio dei comuni di Campo nell'Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina e Rio nell'Elba;

d) tutelare il rapporto tra detenute madri e figli minori e incrementare l'accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case-famiglia, anche incrementando il Fondo di cui all'articolo 1, comma 323, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, nella misura di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025;

e) istituire un Fondo per interventi straordinari sulle carceri e per l'edilizia e l'architettura penitenziaria, anche destinato al finanziamento di progetti volti al recupero e al reinserimento dei detenuti e dei condannati, anche per mezzo di attivazione di percorsi di inclusione lavorativi e formativi, anche in collaborazione con le istituzioni coinvolte, con le scuole e le università nonché con i soggetti associativi del terzo settore, alla manutenzione straordinaria e degli istituti di pena, nell'ambito di progettualità;

f) introdurre misure per il potenziamento della rete per l'assistenza vittime di reato;

g) garantire e potenziare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, anche al fine di favorire il decremento della popolazione penitenziaria e concorrere così a determinare positivi effetti anche in termini di complessiva sicurezza sociale in ragione della conseguente riduzione della recidiva, a potenziare ulteriormente il personale di uffici di servizio sociale preposti all'esecuzione penale esterna dei minori (uffici di servizio sociale per minorenni) e degli adulti (uffici per l'esecuzione penale esterna);

h) contrastare più efficacemente la criminalità mafiosa, con particolare riferimento alla forza economico-finanziaria della criminalità organizzata, anche tramite l'aggressione degli ingenti patrimoni illecitamente accumulati, e facendo in modo che vengano restituiti all'utilità collettiva, e per una efficiente gestione dei beni sequestrati alle mafie, incrementare i finanziamenti per Direzione investigativa antimafia e le dotazioni di personale e organizzative dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Merola, D'Alfonso, Toni Ricciardi, Stefanazzi e Tabacci

La VI Commissione,

esaminato il provvedimento in titolo;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

quanto riportato emerge con estrema chiarezza proprio nelle materie di competenza della Commissione Finanze in particolare sui temi dell'incremento della soglia da 65.000 a 85.000 euro del regime forfetario, dell'istituzione della flat tax incrementale, dei condoni fiscali, del tetto al contante, che favorisce l'economia sommersa, e dell'eliminazione delle sanzioni per la mancata accettazione del pagamento elettronico per importi inferiori a 60 euro;

anche importanti soggetti istituzionali, intervenuti nel corso delle audizioni presso la Commissione referente, hanno sottolineato che le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l'introduzione di istituti che riducono l'onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il PNRR e con l'esigenza di continuare a ridurre l'evasione fiscale;

limiti all'uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione;

c'è evidenza che l'uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale;

le disposizioni di modifica del regime forfettario e la flat tax incrementale inoltre incrementano le diseguaglianze di reddito e ledono il principio costituzionale di progressività contributiva del sistema fiscale enunciato dall'articolo 53 della Costituzione,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Manzi, Berruto, Orfini, Speranza e Zingaretti

La VII Commissione,

esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 643-bis Governo, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

con riferimento alla Tabella 14: Stato di previsione del Ministero della cultura:

considerato che il provvedimento in esame non interviene in nessun modo a sostegno del settore culturale;

visto che il solo intervento di cui all'articolo 108, prevede un incremento di 20 milioni di euro finalizzati a consentire al Ministero della cultura l'esercizio della facoltà di acquistare in via di prelazione i beni culturali, ex articoli 60 e seguenti del codice dei beni culturali;

rilevato che il provvedimento non fa alcun cenno ai diversi aspetti del settore culturale e che, inoltre, risultano assenti i maggiori interventi al sostegno dello spettacolo, del cinema, alla tutela dei beni culturali, alla promozione della lettura, all'arte e alla musica;

considerato che non risultano interventi di incremento alla dotazione del Fondo unico dello spettacolo;

considerato che non è previsto nessun finanziamento dell'indennità di discontinuità (di cui al comma 6 della legge del 15 luglio 2022), lungamente atteso e voluto da artisti e tecnici del settore e che l'assenza di qualunque previsione economica in dotazione a questa misura fa supporre che tutto il lavoro svolto nella scorsa legislatura rischia, a discapito dei tanti lavoratori del settore, di essere vanificato;

con riferimento alla Tabella 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito:

rilevato che per il settore dell'istruzione si registrano importanti riduzioni di spesa che andranno ad impattare negativamente sul settore;

visto che il provvedimento introduce una serie di misure volte a promuovere e potenziare le competenze e le discipline STEM, riprendendo nel merito un lavoro già svolto e condiviso nella scorsa legislatura, senza prevedere alcun intervento finanziario;

considerato, inoltre, che l'articolo 99, comma 1, introducendo, a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, una nuova disciplina relativa alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni, determina, di fatto, un risparmio che impatterà negativamente su tutto il territorio, sugli alunni e le tante famiglie alle quali, a causa di un evidente dimensionamento delle strutture scolastiche, verrà negato il diritto allo studio;

rilevato che con tale norma sul dimensionamento si evince un calcolo non solo delle sedi che verranno a mancare ma anche sui dirigenti scolastici, che saranno quasi dimezzati rispetto ad oggi: si passerà dai 6.490 del 2024-2025, ossia del primo anno in cui entreranno in vigore le norme della manovra 2023, fino ai 3.144 del 2031-2032, quindi parliamo di 3.346 dirigenti scolastici in meno;

visto inoltre che dai dati tabellari risultano decurtati i fondi per la valorizzazione e il miglioramento dell'istruzione, di cui all'articolo 1, comma 202, della legge cosiddetta «Buona scuola» e il Fondo INAIL destinato alle scuole innovative;

considerato che, dopo l'emergenza sanitaria, sarebbe stato prioritario un intervento volto a incrementare, anche per il prossimo triennio, le forme di sostegno già avviate nella scorsa legislatura che hanno previsto risorse finalizzate a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e la povertà educativa, i cosiddetti «ristori educativi» e finanziamenti a sostegno del personale delle istituzioni scolastiche statali, degli studenti e delle famiglie attraverso servizi professionali per l'assistenza e il supporto psicologico in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall'emergenza epidemiologica del COVID-19;

rilevato, inoltre che non risulta l'incremento per l'anno 2023 da destinare a spese per l'installazione, presso gli ambienti degli istituti scolastici, di impianti per la ventilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calore e per l'acquisto di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell'aria negli ambienti scolastici, provvisti di sistemi di filtraggio delle particelle e di distruzione di microrganismi presenti nell'aria;

visto che non risultano sostegni a favore degli interventi, sempre considerati prioritari per il settore scolastico, quali i libri di testo, il trasporto scolastico e contributi da destinare al servizio di ristorazione nella scuola primaria;

considerato che il provvedimento in esame destina solo 150 milioni di euro per l'anno 2023 finalizzati alla valorizzazione del personale e all'orientamento e nulla destina al rinnovo contrattuale dei docenti, per il quale intervento erano attesi 300 milioni a decorre dall'anno 2023;

visto che nel provvedimento non è possibile trovare nessuna risposta concreta sul tema del precariato dei docenti, sul potenziamento del sistema integrato 0/6, sugli strumenti di prevenzione del disagio e del bullismo, sull'edilizia e la dispersione scolastica;

considerato che non sono previsti investimenti significativi, non ci sono ulteriori risorse rispetto a quelle previste dal PNRR e che le risorse per il nuovo contratto sono insufficienti;

considerato, inoltre, che gli interventi per il settore universitario e della ricerca non sono sufficiente a sostenere il settore;

non rileviamo interventi a sostegno della riforma già avviata sui contratti di ricerca, nella scorsa legislatura;

si considera il contratto di ricerca una conquista fondamentale, frutto di molte battaglie innanzitutto dei ricercatori che giustamente hanno sempre visto nell'assegno di ricerca il grimaldello di precarizzazione dell'intero sistema;

considerata l'assenza di interventi a sostegno degli studenti fuori sede e di un incremento del fondo di finanziamento ordinario;

per quanto riguarda la Tabella n. 2 – Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze:

esaminate le materie del settore sportivo;

visto che, non risultano sostegni finalizzati a garantire la sostenibilità della riforma del lavoro sportivo, di cui all'articolo 1, comma 34, della legge 30 dicembre 2020, n. 178;

considerato che si tratta di una legge attesa da decenni da milioni di persone che finalmente vedranno riconosciute alcune tutele e diritti fondamentali e la propria dignità di lavoratrici e lavoratori del settore;

per tali motivazioni, preoccupa l'assenza di un fondo che riteniamo necessario e che permetterebbe di ridurre ulteriormente l'impatto del costo del lavoro che le associazioni sportive dovranno sostenere,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Barbagallo, Bakkali, Casu, Ghio e Morassut

La IX Commissione,

esaminato per le parti di propria competenza il disegno di legge n. 643-bis;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento, mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

rilevato che:

con riferimento all'articolo 81, relativo al finanziamento del trasporto pubblico locale, il fondo risulta largamente insufficiente;

con riferimento all'articolo 82, fermo restando che non esiste alcuna pregiudiziale sulla realizzazione dell'opera, si evidenzia l'assoluta singolarità del procedimento che prevede uno specifico intervento con legge per dirimere un contenzioso tra le parti con chiare contestazioni di natura economica, senza peraltro nessuna copertura a valere sulle risorse necessarie a soddisfare le pretese economiche delle parti in causa. Vi è, inoltre, un concreto rischio che i rappresentanti legali delle parti non adempiano in modo pedissequo alle indicazioni normative generando ulteriori debiti e contenzioso;

considerato che:

non sono previsti interventi adeguati sulla continuità territoriale, per la mobilità sostenibile, per sostegno al cosiddetto «marebonus» e al cosiddetto «ferrobonus» né sono presenti le coperture necessarie per un sostegno strategico per porti e aeroporti,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Laus, Fossi, Gribaudo, Sarracino e Scotto

La XI Commissione,

esaminato, per le parti di competenza, il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (C. 643-bis Governo);

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

considerato che:

sul piano della difesa del potere di acquisto di stipendi e pensioni le misure approntate dalla manovra di bilancio appaiono del tutto inadeguate e parziali, basti pensare all'esiguità della riduzione degli oneri contributivi a carico del lavoratore, pari solo al 2 per cento per retribuzioni fino a 35.000 euro e del 3 per cento per redditi fino a 20.000 euro. Ancora più grave appare il taglio alle indicizzazioni delle pensioni che colpiranno circa 4,3 milioni di pensionati, oltre un terzo degli 11,2 milioni di pensioni di vecchiaia, tagli che produrranno, come si evince dalla relazione tecnica, risparmi pari a 35,8 miliardi di euro negli anni 2023-2032. Allo stesso tempo, manca ogni riferimento al tema del salario minimo nonostante la recente evoluzione anche dell'ordinamento comunitario;

in materia pensionistica la legge di bilancio, non solo non supera la riforma Fornero, ma si limita a reiterare interventi di natura sperimentale, per l'uscita anticipata come nel caso della cosiddetta «quota 103» o con le inopinate misure sull'istituto dell''«Opzione donna», entrambe drasticamente riduttive rispetto al regime previgente ed entrambe fortemente penalizzanti per le lavoratrici. In particolare, le modifiche dei requisiti anagrafici e soggettivi per l'accesso all'Opzione donna comportano la sostanziale cancellazione di tale forma di flessibilità pensionistica, con ulteriori tagli sulle pensioni dei soggetti più deboli;

anche sul fronte del contrasto della povertà, la manovra appare orientata ad una visione ideologica per la quale il contrasto deve essere orientato contro i poveri. Infatti, nonostante la prospettiva sostanzialmente recessiva del prossimo anno, si ipotizza un taglio del sussidio per i percettori di reddito «occupabili» a soli otto mesi nel corso del 2023, come se, nonostante gli interventi restrittivi già apportati nella scorsa legge di bilancio, la condizione di inoccupazione possa essere addebitabile al percettore del reddito e non alla difficoltà di occupazione di soggetti che vanno sostenuti nel percorso d'uscita dalla povertà;

la ratio ideologica della riproposizione dei voucher per una platea più ampia di imprese e per importi superiori è chiarito dalla stessa relazione tecnica governativa, nella quale si evidenzia come «(...) ferma restando la domanda di lavoro, il maggior ricorso ai CPO sottrarrà, verosimilmente, contratti di altra natura (lavoro a tempo determinato, lavoro stagionale)»;

la visione patriarcale e recessiva della manovra è confermata dalla disposizione che prevede l'incremento dal 30 per cento all'80 per cento dell'indennità per congedo parentale per le sole lavoratrici dipendenti nel limite massimo di un mese da usufruire entro il sesto anno di vita del figlio, mentre nulla si prevede per il padre lavoratore sia per quanto concerne il suddetto congedo sia per quanto riguarda il congedo di paternità;

anche per quanto concerne il comparto del pubblico impiego, nella manovra non compaiono le necessarie risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali, regionali e degli enti locali, così come mancano le misure finalizzate a prorogare il processo di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Furfaro, Ciani, Girelli, Malavasi e Stumpo

La XII Commissione,

esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge n. 3424, recante bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, per le parti di propria competenza;

esaminati gli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2), limitatamente alle parti di competenza, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella 4), limitatamente alle parti di competenza, e del Ministero della salute (Tabella 15);

evidenziato il grave ritardo con il quale il disegno di legge di bilancio è stato presentato alla Camera dei deputati, che sta impedendo nei fatti un esame approfondito delle disposizioni, onde evitare l'esercizio provvisorio di bilancio che recherebbe un grave danno all'economia del Paese;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il «caro bollette» basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

per quanto attiene alle specifiche parti di competenza della Commissione XII (Affari sociali), nonostante che la pandemia di questi due ultimi anni abbia messo in evidenza la necessità di predisporre maggiori risorse per la sanità e abbia messo in luce alcune fragilità del nostro sistema sanitario nazionale per quanto attiene alla sanità sia territoriale che ospedaliera, le risorse aggiuntive sul Fondo sanitario nazionale si limitano a 2 miliardi di euro nel 2023, di cui 1,4 destinati a colmare i maggiori costi derivanti dal caro energia, e complessivamente di 7,6 miliardi di euro nel triennio 2023-2025;

trattasi di risorse largamente insufficienti visto che lo stesso documento delle regioni ricorda che, per il solo anno 2021, i maggiori oneri dovuti dalla pandemia sono stati pari a 4,6 miliardi di euro e che hanno trovato copertura parziale – 1,6 miliardi – nei provvedimenti emergenziali fatti dal Governo;

è evidente che, per il 2023, l'incremento del fondo indica un ridimensionamento della previsione della spesa sanitaria a cui si aggiunge la riconferma del tetto di spesa per il personale che rischia di creare una situazione di carenza di servizi, la non erogabilità dei livelli essenziali d'assistenza e in definitiva la ingovernabilità del Servizio sanitario nazionale proprio nel momento in cui sono iniziati i lavori per realizzare le opere previste dal PNRR, ospedali di comunità e case della salute per il cui funzionamento saranno necessari nuovi operatori sanitari;

la carenza di personale assume oggi i contorni di una vera e propria emergenza nazionale, specialmente per quanto riguarda gli infermieri e alcune categorie di medici, tra cui anestesisti e specialisti di emergenza-urgenza. La situazione dei servizi di pronto soccorso è ormai difficilmente sostenibile e, nel caso dei medici, le remunerazioni non adeguate hanno diffuso forme contrattuali diverse dal lavoro dipendente, mediate da cooperative, con aumenti dei costi e un impatto sfavorevole sull'organizzazione dei servizi;

è importante sottolineare la condizione di particolare fragilità in cui si trovano circa 60.000 italiani che, essendo senza dimora, hanno perso la residenza e quindi il diritto ad avere assegnato il medico di medicina generale e a un'assistenza sanitaria di prossimità;

alla luce di queste considerazioni, è ancora più grave che l'incremento dell'indennità di pronto soccorso per le particolari condizioni di lavoro del personale della dirigenza medica e del comparto sanità prevista all'articolo 93, non solo decorre a partire dal 2024, ma su di essa non vengono stanziate ulteriori risorse rispetto a quelle già previste a legislazione vigente;

valutato che non vengono stanziate ulteriori risorse neanche all'articolo 94 per gli interventi previsti nel Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico-resistenza, così come all'articolo 95 i 150 milioni di euro previsti per la remunerazione delle farmacie non sono ulteriori risorse rispetto a quelle già stanziate;

in definitiva, le ulteriori risorse in sanità si limitano all'esiguo incremento del Fondo sanitario e ai 650 milioni di euro per l'acquisto dei vaccini e dei farmaci per il COVID-19, mentre niente viene stanziato per l'abbattimento delle liste di attesa, per l'incremento delle borse di studio per gli specializzandi o per i medici di medicina generale; per la salute mentale nonostante le gravi conseguenze che la pandemia ha avuto su tutti noi ed in particolare sulle fasce più giovani della popolazione;

valutato che lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio nell'audizione presso la stessa Commissione Bilancio ha affermato che «Malgrado l'incremento del finanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) (2,15 miliardi per il 2023, 2,3 per il 2024 e 2,6 dal 2025), nell'orizzonte della programmazione finanziaria non sembra essere contemplato un potenziamento del sistema sanitario. La spesa sanitaria programmatica, stimata integrando le previsioni tendenziali contenute nella NADEF, nella versione rivista e integrata del 4 novembre scorso, con incrementi pari ai maggiori finanziamenti concessi (nell'ipotesi che vengano interamente utilizzati), si riduce fino al 6,1 per cento del PIL nel 2025, un valore inferiore anche rispetto al periodo pre-pandemia (6,4 per cento nel 2019, rispetto a una media UE del 7,9 per cento)»;

premesso che, in definitiva, alla luce di queste considerazioni, la legge di bilancio non considera il comparto della sanità come fondamentale per la ripresa economico sociale del nostro Paese;

premesso che, per quanto attiene alle politiche sociali le misure sono gravemente insufficienti a cominciare dalla cancellazione a partire dal 2024 del reddito di cittadinanza (RdC) senza che nessun'altra misura venga inserita;

valutato che le modifiche apportate al RdC vanno tutte nella direzione di colpire le famiglie più povere in cui il componente abile al lavoro risulterebbe colpevolizzato rispetto al fatto di non riuscire ad essere occupato entro otto mesi. La logica non può essere quella di tagliare uno strumento, ma semmai di ampliare la copertura della platea e di renderlo più efficiente ed efficace;

premesso che, fin dal suo insediamento, uno dei primi obiettivi dichiarati dal Governo di centrodestra è stata la riforma della misura in un'ottica di riduzione del numero dei beneficiari e di «caccia ai furbetti» ovvero sia a coloro che illegittimamente percepiscono tale sostegno economico e, in questa caccia ai percettori illegittimi, ne stanno facendo già le spese i giovani «care leavers», ovvero i ragazzi e le ragazze che, divenuti maggiorenni, escono dalle strutture che li hanno presi in carico e, appena diciottenni, si incamminano – non per scelta, ma perché lo prevede la legge – verso un difficile percorso di autonomia;

rilevato che per la prima volta, da anni, il congedo per il padre non viene incrementato ma anzi si torna ad una visione in cui è la sola donna a doversi occupare dei figli e della famiglia visto che le nuove misure a sostegno della genitorialità riguardino esclusivamente le lavoratrici madri impedendo, di fatto, la libertà di scelta delle famiglie;

valutate positivamente, seppur largamente insufficienti, le misure per l'inclusione delle persone disabili con l'istituzione di un fondo per le periferie delle 10 maggiori città italiane a cui andranno un milione di euro ciascuna, mentre nient'altro viene previsto per le persone con disabilità, mancando totalmente un quadro di visione d'insieme delle politiche in questo settore;

valutato che nessuna risorsa aggiuntiva è stata messa rispetto a quelle già stanziate dai precedenti Governi come se la disabilità non facesse parte delle priorità di questo Governo così come non fa parte delle priorità il rifinanziamento del Fondo per il «caregiver» o degli altri fondi riguardanti la disabilità;

considerato che, di fatto, le politiche per l'inclusione delle persone con disabilità sono sparite dalla legge di bilancio;

ritenuto troppo breve, ponendosi come limite il 3 marzo 2023, la proroga della durata dello stato di emergenza per l'assistenza ai profughi dall'Ucraina,

delibera di

RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
Vaccari, Forattini, Marino e Andrea Rossi

La XIII Commissione,

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

in questo quadro difficile appaiono insufficienti le misure previste per il comparto agricolo. La manovra in questo ambito somiglia più ad una sommatoria di interventi spot che ad un disegno organico in grado di collocare l'agricoltura tra le priorità di intervento per sostenere e rilanciare uno dei settori strategici dell'economia italiana nel contesto della strategia europea della transizione ecologica;

gli effetti dell'oscillazione dei prezzi dovuta alla crisi energetica conseguente al conflitto russo-ucraino hanno impattato duramente sulle imprese agricole (fertilizzanti, materie prime, energia, etc.) che avrebbero bisogno di maggiori risorse e strumenti per poter sopravvivere a un'onda d'urto così grande;

in particolare ci sarebbe bisogno di una risposta diversa attraverso il credito di imposta per sostenere l'acquisto dei prodotti agricoli, per l'investimento su mezzi agricoli, per l'acquisto di carburante, così come servirebbero misure per ridurre l'impatto sulle imprese agricole dovuti ai rincari dei prezzi prodotti dalla crisi energetica;

servirebbe ad esempio esentare dal prelievo sugli extraprofitti tutte le imprese agricole che hanno investito, negli anni, nella produzione di energia rinnovabile, in particolare fotovoltaica, proprio per ridurre il rischio legato alla fornitura di energia, così come tutelare maggiormente i giovani agricoltori e l'imprenditoria femminile che rappresentano il futuro e rischiano invece di subire maggiormente gli effetti della crisi in atto;

insufficiente, ai limiti dell'elemosina, la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per rispondere adeguatamente alle diverse calamità naturali e patologiche che hanno devastato interi territori e colture di pregio in diverse regioni italiane;

vi sono poi due comparti del settore come la viticoltura e la frutticoltura che necessiterebbero di risposte strutturali per rispondere alle diverse esigenze ed emergenze che li hanno coinvolti con effetti drammatici, come per la flavescenza dorata che sta interessando tante regioni italiane distruggendo gli impianti in tutti i territori, mentre per le imprese frutticole serve una misura per garantire un sostegno alla manodopera qualificata che vada ben oltre la reintroduzione dei voucher;

sull'aumento della tassazione dei prodotti da fumo serve rivedere drasticamente la misura introdotta in legge di bilancio, che rischia di pregiudicare il futuro dell'intera filiera del tabacco italiano, prevedendo altresì una riconfigurazione dell'aliquota specifica dell'accisa nonché dell'aliquota specifica sui prodotti del tabacco riscaldato, per avere un impatto adeguato e sostenibile dentro all'attuale congiuntura macroeconomica;

inspiegabile e dannoso il definanziamento dei mutui ai consorzi di bonifica per l'opera meritoria che hanno svolto e continuano a svolgere in tutto il territorio nazionale sul tema della regimazione delle acque, gli invasi e l'approvvigionamento all'agricoltura, per i quali serve anche un intervento normativo per evitare la cancellazione dei residui attivi risalenti al quinquennio 2010-2015;

nella manovra non c'è nessuna misura che accompagna l'avvio della nuova PAC che aiuti l'agricoltura a fornire un contributo molto più incisivo al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo; tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 c'è quello di convertire almeno il 25 per cento delle superfici agricole europee al regime di produzione biologica. Sostenere attraverso misure ad hoc le nostre aziende biologiche sarebbe stato doveroso e necessario;

infine ma non per importanza, come evidenziato anche nel question time in aula con il Ministro Lollobrigida, riteniamo necessario e doveroso prevedere maggiori risorse a disposizione delle regioni per i piani di gestione e di prelievo selettivo degli ungulati, che stanno devastando colture in tutto il Paese e mettendo a rischio anche la sicurezza dei cittadini e degli agricoltori in particolare; così come chiediamo che venga riattivato il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale previsto dalla legge n. 157 del 1992 per avere una sede di confronto tra i diversi portatori di interesse, la ricerca scientifica e le istituzioni, a tutti i livelli, anche al fine di adottare misure urgenti sulle diverse criticità e per valutare sulla base della relazione sullo stato di applicazione della legge n. 157 del 1992 in raccordo con la legge sulle aree protette n. 394 del 1991 le eventuali modifiche da apportare alla normativa nazionale,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

RELAZIONE DI MINORANZA

sul

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023
e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (643-bis)
(per le parti di competenza)

dei deputati
De Luca, Iacono, Letta, Madia e Scarpa

La XIV Commissione,

esaminato il disegno di legge C. 643-bis Governo, recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, e l'allegata Tabella 2, limitatamente alle parti di competenza;

premesso che:

l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, con un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le diseguaglianze e genera un'enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso del contante e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

la verità emerge chiaramente dalla relazione tecnica al disegno di legge: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di euro di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

i 21 miliardi di euro stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da dicembre 2022 il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza sul futuro del PNRR;

sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le diseguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) viene demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

è oggi prioritario interloquire seriamente con l'Unione europea, mettendo in campo politiche lungimiranti e funzionali alla piena attuazione del PNRR, secondo i tempi concordati;

nel disegno di legge di bilancio presentato dal Governo, invece, si ravvisano scelte incoerenti, se non proprio controproducenti, sia in materia fiscale che di modernizzazione e transizione digitale;

con questa manovra si rischia di vanificare, anziché portare avanti, quanto sin qui fatto, con sacrificio, per assicurare la ripresa e la crescita del Paese,

delibera di

RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.

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