PDL 431

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 431

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
ANDREUZZA, BISA, ANGELUCCI, BARABOTTI, BOF, CAVANDOLI, COIN, IEZZI

Modifica all'articolo 284 del codice di procedura penale, in materia di determinazione del luogo di esecuzione degli arresti domiciliari

Presentata il 24 ottobre 2022

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Onorevoli Colleghi! — Si sente l'esigenza di garantire una giustizia adeguata non solo a chi è vittima di reati, ma anche a chi, dopo la perdita di una persona cara, oltre a soffrire ogni giorno per tale perdita, si scontra quotidianamente con la possibilità concreta di incontrare gli autori di tali reati che sono stati condannati a diversi anni per aver causato l'incidente, perché essi abitano (e si trovano ai domiciliari) nella stessa città o piccolo paese dove risiedono le famiglie delle vittime. Purtroppo, molto spesso, gli autori di tali reati che sono la causa del loro più grande dolore rappresentano una ferita ancora aperta per le mamme, i papà e i parenti della vittima.
Gli arresti domiciliari vengono disposti nei confronti di soggetti imputati di un reato che non sono ancora stati condannati. Ovviamente si tratta di persone fortemente indiziate e le misure cautelari rappresentano dei provvedimenti necessari per evitare, ad esempio, che l'imputato possa fuggire o possa mettere in pericolo altre persone. Tale misura ha anche lo scopo di tutelare la vittima del reato che può sentirsi più tranquilla e al sicuro sapendo che il suo aggressore non può allontanarsi dalla propria casa e non può, quindi, minacciarla affinché venga ritirata l'accusa o, comunque, ricattarla.
In via eccezionale, se sono presenti alcune condizioni particolari, il giudice può concedere dei permessi nei seguenti casi:

per sostenere delle visite mediche o per sottoporsi a terapie;

per svolgere le attività necessarie al proprio sostentamento, come ad esempio fare la spesa o prelevare dei soldi in banca. Si tratta di un permesso concesso per due o tre ore al giorno per «provvedere alle indispensabili esigenze di vita»;

per accompagnare e per riprendere i figli a scuola, solo se nessun altro soggetto può farlo;

per svolgere un'attività lavorativa, se il giudice ha valutato che la situazione economica del soggetto lo richieda. In questo caso devono essere comunicati il luogo e l'orario di lavoro e il soggetto sarà opportunamente controllato.

Lo scopo della presente proposta di legge è quello di apportare le necessarie ed opportune modifiche all'articolo 284 del codice di procedura penale in materia di criteri per la determinazione del luogo di esecuzione degli arresti domiciliari per attribuire al magistrato la possibilità, tenuto conto di specifiche situazioni o eventi, di disporre il luogo degli arresti domiciliari, ove possibile, in una città o in un paese diverso da quello in cui risiedono la vittima, i suoi familiari e i suoi contatti stretti nonché di concedere gli arresti domiciliari solo nei casi di lieve entità che non comportino sgomento nella società.
A San Donà di Piave, nel 2020, è stata fondata l'associazione «Alba luci sulla buona strada» a tutela delle famiglie delle vittime di incidenti stradali. Sull'onda dell'emozione e del dolore per la morte dei quattro giovani di San Donà di Piave e di Musile di Piave, Riccardo Laugeni, Giovanni Mattiuzzo, Leonardo Girardi ed Eleonora Frasson, speronati la notte del 13 luglio da un'auto all'uscita di Jesolo e precipitati nel canale Pesarona, tale associazione offre un sostegno morale di ascolto alle famiglie che hanno vissuto la perdita di una persona cara in un incidente stradale. Sono state attivate diverse iniziative di collaborazione e di sensibilizzazione con i comuni di Musile di Piave, Jesolo, San Donà, Eraclea, Portogruaro, Roncade, Ponte di Piave, Conegliano e con molti altri comuni delle province di Venezia e di Treviso. L'associazione nasce da un'idea di Romina Laugeni e di tanti giovani che si sono stretti attorno a una madre che con coraggio, da allora, è sempre stata impegnata nell'opera di sensibilizzazione della comunità e delle istituzioni. L'associazione incontra le famiglie che hanno dovuto sopportare in questi anni la perdita di un figlio in un incidente, cercando di offrire loro forza e coraggio pur nella tragedia. Purtroppo tante giovani vite si sono spezzate da allora sulle strade del basso Piave e del litorale, come è avvenuto in tutta Italia. L'associazione «Alba luci sulla buona strada» ha fatto proprio l'impegno di sensibilizzare la comunità e le istituzioni sulla sicurezza stradale e sulle conseguenze degli incidenti.
Un dolore così grande ancora vivo nelle famiglie delle vittime si scontra quotidianamente con la circostanza che, spesso, gli autori dei reati, anche condannati a diversi anni per aver causato l'incidente, abitano e sono sottoposti alla misura degli arresti domiciliari nella città o nel piccolo paese dove risiedono le famiglie medesime, rappresentando una ferita ancora aperta per le mamme, i papà e i parenti.
Gli arresti domiciliari prevedono regole molto restrittive. Il soggetto ha l'obbligo di permanere nel perimetro delle mura domestiche o di altri luoghi stabiliti dal giudice e generalmente non può avere rapporti sociali con il mondo esterno.
Il riferimento normativo è rappresentato dall'articolo 284 del codice di procedura penale che, ai commi 1 e 1-bis, così dispone:

«1. Con il provvedimento che dispone gli arresti domiciliari, il giudice prescrive all'imputato di non allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza ovvero, ove istituita, da una casa famiglia protetta.
1-bis. Il giudice dispone il luogo degli arresti domiciliari in modo da assicurare comunque le prioritarie esigenze di tutela della persona offesa dal reato».
Lo scopo della presente proposta di legge è di fornire un supporto alle famiglie che hanno subìto la perdita di un proprio caro perché, come recitano le parole di tanti familiari, «La sofferenza più grande è vedere chi ha causato l'incidente nella stessa città dove sono sepolti i nostri figli» e, pertanto, mira a sensibilizzare gli operatori del diritto e chi è chiamato ad adottare i provvedimenti che dispongono gli arresti domiciliari, i quali dovrebbero tenere in considerazione unitariamente, nella consapevolezza della loro stretta interdipendenza, i risvolti umani della vicenda penale nonché avvalersi di strumenti concreti che possano aiutare le famiglie delle vittime ad affrontare e a superare le difficoltà dovute alla vicinanza dell'autore del reato al loro domicilio.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Al comma 1-bis dell'articolo 284 del codice di procedura penale è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Se per il tipo di reato per cui si procede sussiste il rischio che dalla vicinanza fisica dell'imputato derivi pregiudizio per l'incolumità o la sicurezza della persona offesa dal reato o dei suoi familiari, il giudice dispone, ove possibile, che gli arresti domiciliari siano eseguiti in un comune diverso dal luogo di residenza o di abituale dimora della persona offesa dal reato o dei suoi familiari o, se all'interno del medesimo comune, in luogo situato a congrua distanza dal predetto luogo di residenza o di abituale dimora».

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