PDL 1677

Onorevoli Colleghi! – Durante la seduta dell'assemblea del Senato del 9 marzo 2023, nel corso della discussione che ha condotto all'approvazione della proposta di legge atto Senato n. 486, recante dichiarazione di monumento nazionale del Teatro Regio di Parma, il professor Sgarbi, sottosegretario di Stato per la cultura, ha enunziato importanti affermazioni sull'importanza dei teatri in Italia e sul loro valore universale per il riconoscimento dello spirito culturale e della tradizione artistica nazionale. In particolare il sottosegretario di Stato ha fatto rilevare l'estrema parzialità della portata della proposta di legge in discussione, in quanto riferita al solo Teatro Regio di Parma, mentre in Italia ogni teatro è annoverabile come monumento nazionale: un monumento nazionale dell'arte, della musica, della storia, della memoria. In tal senso ha invitato il Parlamento a tenere conto del fatto che tutti i grandi teatri stabili italiani in cui si celebra per tutti, per l'Italia e per il mondo, la grandezza della musica, nel nome dei valori storici e della memoria, della pace e della neutralità rispetto alla divisione ideologica, dovrebbero essere riconosciuti come monumenti nazionali.
Importante ai fini della compiuta esplicazione del valore fattuale del riconoscimento della monumentalità dei teatri italiani dovrebbe essere anche l'attribuzione di risorse umane, finanziarie e strumentali volte all'esercizio delle misure che il riconoscimento monumentale comporta, tra cui le attività di conservazione, di manutenzione, di promozione e valorizzazione sia degli edifici, delle opere architettoniche e degli spazi fisici costitutivi dei teatri stessi, sia dei servizi di aggregazione, di cultura e di funzione sociale che essi hanno nei propri territori.
Il Teatro Massimo «Vincenzo Bellini» di Catania, costruito su progetto dell'architetto milanese Carlo Sada, fu inaugurato il 31 maggio del 1890 con la rappresentazione teatrale della Norma, il capolavoro del grande compositore catanese al quale è intitolato il teatro, Vincenzo Bellini. Nei cent'anni della sua esistenza questo centro propulsore della vita musicale catanese ha visto passare sulle tavole del suo palcoscenico molti tra i maggiori musicisti del Novecento – da Gino Marinuzzi a Vittorio Gui, da Antonio Guarnieri a Georg Solti, Lorin Maazel, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, Alain Lombard; da Toti Dal Monte alla Callas alla Caballé alla Scotto alla Freni; da Schipa a Gigli, a Corelli, a Pavarotti, a Pertile, a Del Monaco, a Di Stefano; da Galeffi a Bechi, a Gobbi, a Nucci – e ha rappresentato in pratica tutti i capolavori del teatro musicale, da Mozart a Berg, nonché opere contemporanee come la Divara di Azio Corghi, in prima esecuzione assoluta nella versione originale in lingua italiana.
Il Teatro «Bellini» è caratterizzato da una sala da milleduecento posti dall'acustica perfetta, che ospita ogni anno una stagione d'opera e balletto, una stagione sinfonica e una di musica da camera; il teatro dispone, inoltre, di un'orchestra di 105 elementi, di un coro di 84 elementi, di un nutrito gruppo di tecnici di palcoscenico e di laboratori scenografici. L'interno del teatro si presenta carico di ornamenti e decorazioni allegoriche dallo stile ricco ed elegante, tra cui i soffitti raffiguranti le protagoniste delle maggiori opere del compositore nonché il sipario storico ritraente la vittoria dei Catanesi sui Libici, opera del pittore Giuseppe Sciuti.
La presente proposta di legge, pertanto, è diretta ad attribuire la qualificazione di monumento nazionale al Teatro Massimo «Vincenzo Bellini» di Catania. Per quanto riguarda l'attribuzione della medesima qualifica ad altri teatri storici italiani, tale questione potrà essere valutata nel corso dell'esame in sede referente o in altro e successivo provvedimento legislativo.