PDL 1489

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3
                        Articolo 4
                        Articolo 5

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 1489

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
ANDREA ROSSI, VACCARI, MARINO, FORATTINI, MANZI, BERRUTO, BRAGA, CARÈ, CURTI, GHIO, MALAVASI, PORTA, TONI RICCIARDI, ROGGIANI, SERRACCHIANI

Introduzione dell'insegnamento dell'educazione alimentare nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado

Presentata il 17 ottobre 2023

torna su

Onorevoli Colleghi! – Gli esperti individuano i comportamenti alimentari scorretti come fattori primari di rischio, insieme a fumo, alcol e inattività fisica, per le malattie croniche più frequenti nel nostro Paese. L'impegno sul piano dell'educazione alimentare diventa quindi prioritario, infatti la prevenzione e l'adozione di comportamenti virtuosi attraverso uno stile di consumo responsabile è un beneficio per la collettività. Affinché gli interventi risultino significativi, tuttavia, è necessario promuovere la cultura alimentare mediante un approccio sistemico.
L'educazione alimentare rappresenta il primo ed efficace strumento di prevenzione a tutela della salute. La sana alimentazione, l'attività fisica e i corretti stili di vita sono riconosciuti come determinanti per la salute. Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza della relazione tra la corretta alimentazione e la prevenzione di malattie croniche sempre più diffuse nei Paesi industrializzati come obesità, diabete, malattie cardiovascolari: relazione che si riflette sulla spesa pubblica per la sanità. Attraverso l'educazione alimentare l'individuo può comprendere meglio quanto sia responsabile in prima persona della propria salute e del proprio futuro.
Per produrre un beneficio concreto, è molto importante che si producano cambiamenti comportamentali significativi nelle abitudini alimentari, riducendo il divario che già oggi esiste tra le corrette informazioni alimentari e i comportamenti adottati nella realtà. La conoscenza può essere di aiuto per un corretto sviluppo delle abitudini alimentari, per acquisire corretti stili di vita e per sviluppare un processo virtuoso di consapevolezza alimentare.
All'interno di una comunità come quella scolastica le regole e i comportamenti che determinano la convivenza possono promuovere comportamenti alimentari tra gli individui e aumentare i fattori che più di altri possano influenzare positivamente la capacità di compiere scelte equilibrate.
Per fare in modo che l'educazione alimentare diventi parte fondamentale del processo educativo è necessaria un'azione coordinata che coinvolga la scuola, le famiglie e la collettività, attivando tutti gli attori deputati alla crescita delle giovani generazioni, come le associazioni sportive, le pubbliche amministrazioni, le aziende sanitarie locali, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nonché le istituzioni private.
Il contributo della società è fondamentale per raggiungere un risultato concreto, anche attraverso un approccio di apprendimento didattico esperienziale costruendo percorsi che costruiscano un ponte che colleghi scuola e famiglia, che promuova la conoscenza del cibo e degli alimenti, che aumenti la capacità di scelta di cosa mangiare, promuovendo e stimolando la curiosità per nuovi gusti e sapori, anche nelle mense scolastiche attraverso standard nutrizionali di riferimento e pasti e merende bilanciate e varie.
Inoltre, l'educazione alimentare deve coinvolgere lo studio delle emozioni e dei sentimenti legati alla nutrizione, per stimolare un approccio positivo all'alimentazione per prevenire i disturbi del comportamento alimentare.
La scuola, grazie alla propria presenza nel territorio, alla ricchezza interculturale, al dialogo con i ragazzi e all'osservazione quotidiana, si propone come istituto che prima di ogni altro può sostenere un'efficace educazione alimentare. Attraverso interventi interdisciplinari e percorsi mirati, la scuola può guidare i giovani a riappropriarsi dell'atto alimentare, e a esplorarne, in senso emotivo e culturale, la complessità, non solo attraverso gli aspetti biologici e fisiologici dell'alimentazione, ma anche approfondendo la valenza antropologica, relazionale, storico-territoriale ed economica.
La cura della propria salute è un motore per la cura degli altri e della collettività. La cura e la nutrizione sono interdipendenti e le scelte a livello alimentare coinvolgono una filiera molto importante a livello economico, storico e culturale.
Attraverso l'educazione alimentare, la scuola contribuisce a far crescere, soprattutto nelle giovani generazioni, la consapevolezza del quotidiano esser parte di una comunità, locale e globale. È essenziale che i giovani acquisiscano, per se stessi e per la collettività, una nuova sensibilità ai temi della sostenibilità, del benessere personale e collettivo, e all'adozione di corretti stili di vita. È indispensabile, inoltre, che i giovani siano attenti ai diversi fattori in gioco: la prevenzione; la comprensione del processo di nutrizione personale; la necessità di tutelare territori produttivi, filiere e sistemi alimentari; la stagionalità e tipicità dei prodotti alimentari; uno stile di consumo responsabile.
È, infine, fondamentale che essi imparino a contenere gli sprechi e l'uso di risorse non rinnovabili o difficilmente smaltibili, e che comprendano i contesti economici, etici e sociali entro i quali si muove nel suo complesso il «sistema cibo».
I temi della food safety e food security (salubrità e sicurezza alimentare) sono di grande attualità e, assieme agli obblighi nazionali ed europei, sono sempre più oggetto di uno studio attento e di una riflessione collettiva e continuativa. Tale riflessione deve seguire percorsi interdisciplinari e interculturali per educare allo sviluppo sostenibile (sostenibilità ecologica, sociale ed economica), alla solidarietà, alla pace, alla legalità. In particolare, il principio della sostenibilità, cioè l'impatto che le produzioni agroalimentari hanno sull'ambiente e sull'organizzazione sociale, deve entrare a far parte, come parametro imprescindibile, del concetto odierno di qualità del cibo. Con un'attenzione speciale anche gli aspetti etici della produzione e del consumo. Ciò significa uscire da un approccio focalizzato spesso sulla sola nutrizione, per trovare una nuova chiave che, attraverso il lavoro sui molteplici aspetti valoriali del cibo e dell'alimentazione, garantisca la significatività e l'efficacia dell'educazione alimentare. Una sfida complessa e stimolante alla quale tutto il sistema educativo di istruzione e di formazione è chiamato a dare risposte.
La presente proposta di legge è composta da cinque articoli.
L'articolo 1 prevede l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione alimentare nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado con l'obiettivo di coinvolgere gli insegnanti, gli studenti e i genitori nella consapevolezza che gli squilibri e gli eccessi alimentari determinano malattie degenerative e dismetabolismi.
L'articolo 2 disciplina l'insegnamento dell'educazione alimentare. In particolare, il comma 1 dispone che all'interno dell'autonomia scolastica, gli istituti debbano prevedere un monte orario dedicato all'insegnamento dell'educazione alimentare non inferiore a trentatré ore annue. Il comma 2 prevede che lo studio dell'educazione alimentare, oltre alla normale didattica in aula, può comprendere attività di ricerca e di sperimentazione extrascolastiche, anche attraverso viaggi di istruzione e visite guidate presso centri di ricerca e istituzioni. Il comma 3 prevede che il Ministro dell'istruzione e del merito, con proprio decreto da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, stabilisca il contenuto dei programmi di insegnamento dell'educazione alimentare.
L'articolo 3 demanda a un decreto del Ministro dell'istruzione e del merito la definizione dei criteri per lo svolgimento delle attività di formazione dei docenti referenti per l'insegnamento dell'educazione alimentare, delle competenze minime dei medesimi docenti nonché delle modalità di riconoscimento delle competenze stesse.
L'articolo 4 stabilisce che all'attuazione della legge si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
L'articolo 5, infine, dispone che le disposizioni della legge si applicano dall'anno scolastico successivo a quello in corso alla data della sua entrata in vigore.

torna su

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Introduzione dell'insegnamento dell'educazione alimentare)

1. È istituito nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado l'insegnamento dell'educazione alimentare, quale disciplina autonoma, con l'obiettivo di coinvolgere gli insegnanti, gli studenti e i genitori nella consapevolezza che squilibri ed eccessi alimentari determinano malattie degenerative e dismetabolismi.
2. L'insegnamento dell'educazione alimentare ha lo scopo di promuovere la consapevolezza e le azioni promosse a livello mondiale per combattere la fame e per garantire a tutti un'alimentazione corretta, di concorrere alla formazione nei giovani e nelle future generazioni di comportamenti corretti dal punto di vista dell'alimentazione e di una cultura della qualità nelle scelte relative alla nutrizione, anche al fine di incrementare il benessere generale delle persone e di prevenire o ridurre l'insorgenza delle patologie più diffuse correlate a stili di vita e a scelte alimentari scorretti.

Art. 2.
(Disciplina dell'insegnamento dell'educazione alimentare)

1. Le istituzioni scolastiche prevedono l'insegnamento dell'educazione alimentare nel curricolo di istituto, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l'orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgere nell'ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo.
2. Lo studio dell'educazione alimentare, oltre alla normale didattica in aula, può comprendere attività di ricerca e di sperimentazione extrascolastiche, anche attraverso viaggi di istruzione e visite guidate presso centri di ricerca e istituzioni.
3. Il Ministro dell'istruzione e del merito, con proprio decreto, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce il contenuto dei programmi di insegnamento dell'educazione alimentare.

Art. 3.
(Formazione dei docenti cui è affidato l'insegnamento dell'educazione alimentare)

1. Il Ministro dell'istruzione e del merito, nel rispetto delle disposizioni della legge 13 luglio 2015, n. 107, e del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 419, stabilisce, con proprio decreto da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per lo svolgimento delle attività di formazione dei docenti cui è affidato l'insegnamento dell'educazione alimentare, le competenze minime dei medesimi docenti nonché le modalità di riconoscimento delle competenze stesse.

Art. 4.
(Clausola di invarianza finanziaria)

1. All'attuazione della presente legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
.

Art. 5.
(Disposizioni transitorie)

1. Le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dall'anno scolastico successivo a quello in corso alla data della sua entrata in vigore.
2. Il Ministro dell'istruzione e del merito, con proprio decreto, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le modalità di monitoraggio dei risultati delle misure previste dalla legge medesima.

torna su