PDL 2849

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2849

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
DI MURO, FRASSINI, MOLINARI, FIORINI, ANDREUZZA, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BIANCHI, BILLI, BITONCI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CECCHETTI, DARA, FOSCOLO, FURGIUELE, GASTALDI, GAVA, GIACOMETTI, GOLINELLI, LUCENTINI, PANIZZUT, PATELLI, PICCOLO, PRETTO, RACCHELLA, RIBOLLA, SUTTO, TATEO, TONELLI, VALLOTTO, ZANELLA, ZORDAN

Definizione di una specifica classificazione merceologica
delle attività fieristiche

Presentata il 7 gennaio 2021

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Onorevoli Colleghi! — Nel nostro Paese il settore fieristico genera un volume di affari pari a 60 miliardi di euro l'anno e determina il 50 per cento delle esportazioni delle imprese, per non parlare, poi, dell'indotto generato nel territorio e delle filiere collegate, come quelle relative agli allestimenti e alle strutture ricettive. Le fiere coinvolgono ogni anno 200.000 espositori e richiamano 20 milioni di visitatori, anche dall'estero. Secondo i dati dell'Associazione mondiale dell'industria fieristica, relativi a un'analisi sul commercio internazionale a livello mondiale, ogni euro investito in una fiera genera 2 euro di indotto diretto e 8 euro di indotto indiretto. Inoltre, gli espositori e i visitatori spendono circa 98 miliardi di euro, mentre le persone occupate sono 680.000, che salgono a 1,8 milioni se si considerano anche i servizi dei trasporti, della ricettività e della ristorazione. È, inoltre, indubbia la centralità delle fiere per promuovere i prodotti e i servizi italiani, con un orientamento sempre più spiccato verso i mercati internazionali, che offrono grandi opportunità di crescita, soprattutto per la possibilità di raggiungere nuovi target di consumatori.
Purtroppo, l'emergenza epidemiologica da COVID-19, che sta colpendo tutto il mondo dai primi mesi del 2020, ha mietuto vittime e provocato molti danni. Dal mese di febbraio 2020 in poi più di cento sono stati gli eventi fieristici cancellati o rimandati e nello stesso anno in Italia si è registrato un calo del fatturato del 70 per cento che ha coinvolto non solo gli organizzatori degli eventi, ma anche tutti i settori riguardanti i montaggi e gli allestimenti delle strutture, dei padiglioni e degli stand.
Anche la riapertura delle fiere lo scorso mese di settembre è stata condizionata dall'emergenza sanitaria e numerosi sono stati i costi da sostenere per poter raggiungere il grado di sicurezza richiesto rispettando tutte le norme anti-contagio vigenti. La riapertura autunnale ha, però, avuto vita breve a causa delle nuove disposizioni stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 265 del 25 ottobre 2020, edizione straordinaria, con il quale sono state nuovamente annullate tutte le fiere, provocando perdite ancora maggiori rispetto a quanto era avvenuto durante la primavera passata.
Spinti dal fatto che nei precedenti decreti emanati dal Presidente del Consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 nessun accenno era stato fatto alle fiere, molte città avevano già iniziato gli allestimenti per le manifestazioni che si sarebbero dovute tenere nei mesi autunnali: per questi eventi erano stati disposti ingenti finanziamenti anche per le attività di promozione e di comunicazione e ciò aveva creato negli organizzatori una reale aspettativa di prosecuzione dell'attività espositiva, tanto da decidere di continuare la preparazione degli eventi, ritrovandosi poi a doverli annullare da un giorno all'altro con inevitabili conseguenze in termini sia economici che occupazionali.
Ad oggi i fieristi operano come operatori commerciali in aree pubbliche in occasione di fiere e di sagre sia mediante concessioni pluriennali sia mediante concessioni giornaliere rilasciate dietro presentazione di una richiesta di partecipazione al comune ospitante – da presentare in carta legale in quanto soggetta all'applicazione dell'imposta di bollo – entro sessanta giorni dalla data di svolgimento dell'evento espositivo, avviando ogni volta un'apposita procedura amministrativa.
Attualmente la categoria degli addetti alle attività fieristiche non gode di un riconoscimento autonomo in quanto il codice ATECO di riferimento comprende gli operatori fieristici nelle varie macro-aree merceologiche degli operatori commerciali in aree pubbliche, compresi gli operatori che svolgono la loro attività prevalentemente (se non esclusivamente) nei mercati a cadenza settimanale.
Questo ha fatto sì che nel caso dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 non fossero previste misure specifiche per tale strategico comparto produttivo, che da sempre rappresenta la più importante vetrina del made in Italy.
Occorre, pertanto, porre rimedio a questa lacuna normativa attribuendo il giusto riconoscimento alla categoria dei fieristi attraverso la definizione di codici ATECO distinti per gli operatori commerciali che svolgono l'attività in occasione di fiere e di sagre e per gli operatori che svolgono la loro attività in aree mercatali, permettendo comunque a qualsiasi impresa di rientrare in entrambi i codici in virtù del diritto di iniziativa economica privata e del principio di libera impresa garantito dall'articolo 41 della Costituzione.
A tale fine, l'articolo 1 della presente proposta di legge conferisce all'Istituto nazionale di statistica il compito di definire, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, una specifica classificazione merceologica delle attività fieristiche ai fini dell'attribuzione del codice ATECO.
Con tale previsione si potranno superare le attuali ambiguità sulla tipologia di attività svolta in aree pubbliche, consentendo l'adozione di un piano mirato che preveda, anche per questo importantissimo comparto, la previsione di norme ad hoc per indennizzare gli operatori delle perdite subite a causa delle restrizioni imposte dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per il rilancio dell'intera filiera espositiva.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Considerate la particolare situazione di crisi del settore fieristico a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e la necessità di adottare misure specifiche per promuovere e valorizzare l'attività delle imprese che operano stabilmente nel settore, l'Istituto nazionale di statistica, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce una specifica classificazione merceologica delle attività fieristiche ai fini dell'attribuzione del codice ATECO, distinguendo le esposizioni nei padiglioni fieristici al chiuso dalla modalità di commercio su area pubblica all'aperto.

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