PDL 2606

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2606

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
UNGARO, MIGLIORE, CARÈ

Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo

Presentata il 27 luglio 2020

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Onorevoli Colleghi! – In base agli ultimi dati disponibili, aggiornati al 1° gennaio 2019, a fronte di oltre 60 milioni di cittadini residenti in Italia, il totale dei cittadini residenti all'estero è pari all'8,8 per cento. In termini assoluti, i soggetti iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) sono 5.288.281. Il 48,9 per cento degli iscritti all'AIRE è originario del Mezzogiorno (il 32 per cento delle regioni meridionali e il 16,9 per cento delle isole), il 35,5 proviene dal nord (il 18 per cento dal nord-ovest e il 17,5 per cento dal nord-est) e il 15,6 per cento dal centro. Più della metà (51,5 per cento) è iscritta all'AIRE per espatrio, ma continua la crescita degli iscritti per nascita (39,7 per cento). Le acquisizioni di cittadinanza sono il 3,4 per cento, le reiscrizioni per irreperibilità il 4 per cento. Il 43,9 per cento è iscritto da oltre quindici anni e il 20,7 per cento da meno di cinque anni. Oltre 2,8 milioni (54,3 per cento) risiedono in Europa, oltre 2,1 milioni (40,2 per cento) in America. Nello specifico, però, sono l'Unione europea (41,6 per cento) e l'America centro-meridionale (32,4 per cento) le due aree continentali maggiormente interessate dalla presenza di italiani. Le comunità più consistenti si trovano, nell'ordine, in Argentina (quasi 843.000), in Germania (poco più di 764.000), in Svizzera (623.000), in Brasile (447.000), in Francia (422.000), nel Regno Unito (327.000, sebbene il consolato italiano di Londra ne stimi oltre 700.000) e negli Stati Uniti d'America (272.000).
Inoltre, è importante ricordare che gli italiani coinvolti negli ultimi venti anni nei processi di mobilità, che sempre di più stanno assumendo il carattere di una vera e propria emigrazione, superano i 2 milioni, cifra probabilmente sottostimata in quanto spesso questa forma di mobilità di lungo raggio non assume rilevanza anagrafica e tende, dunque, a sfuggire alle valutazioni statistiche. La mobilità interna e internazionale è anche dettata da ragioni di necessità occupazionale e, quindi, si conforma ai tempi e ai modi delle concrete opportunità esistenti, che sfuggono in genere a qualsiasi possibilità di condizionamento e di controllo. Oltre all'espatrio di figure dotate di un qualificato bagaglio culturale, negli ultimi tempi sono aumentate le partenze anche di più tradizionali figure sociali alla ricerca di un lavoro di qualsiasi tipo. Il nostro Paese, in conclusione, è nel pieno di una transizione che incide su assetti sociali consolidati e tende a proiettare le sue conseguenze critiche anche sulle future prospettive di sviluppo. Finora, rispetto a questi fenomeni si è fatto troppo poco in termini di conoscenza, di intervento e di elaborazione normativa. Le storie di chi emigra sono spesso caratterizzate da progetti non ben definiti, con situazioni che mutano a velocità impensabili per i motivi più disparati: la nascita di un figlio, il sopraggiungere di un problema di salute, una promozione di carriera, un'occasione lavorativa. Le cause possono essere plurime e molto differenti tra loro. Per queste ragioni, secondo la Fondazione Migrantes, un autorevole istituto di analisi del mondo italiano all'estero, non è più valida la cosiddetta «strategia del per sempre», quando si sfidava l'oceano e dopo infiniti giorni di navigazione si giungeva dall'altra parte del mondo e ci si rimaneva per lunghissimi anni (se non definitivamente) prima di ripercorrere faticosamente e rischiosamente la strada del ritorno in patria. Oggi, invece, si cambiano più volte destinazione e Paese di residenza e non solo perché ci si muove liberamente in uno spazio più ampio, come quello dell'Unione europea, ma anche e soprattutto per la maggiore libertà di movimento permessa dalla contrazione dei tempi degli spostamenti e dall'avvento di mezzi di trasporto più veloci e meno costosi, che hanno consentito lo spostamento di molte più persone e in una parte di mondo più vasta.
Il breve quadro descrittivo esposto dimostra la necessità dell'istituzione, oltre che di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo, secondo quanto previsto dall'atto Camera n. 2159 presentato dal primo firmatario di questa proposta di legge alla Camera dei deputati, anche di una Giornata nazionale celebrativa dedicata agli italiani nel mondo. Un'occasione per far conoscere in Italia e all'estero una comunità numerosa, viva, spesso poco conosciuta e raramente oggetto del dibattito politico nazionale. Un'opportunità preziosa anche per capire e per affrontare le molte questioni ancora aperte nella nostra società, in particolare dopo la pandemia di COVID-19, che dall'estero si riflettono sul nostro Paese.
La presente proposta di legge, quindi, proprio tenuto conto di quanto osservato, prevede di istituire la Giornata nazionale degli italiani nel mondo, da celebrare il 2 luglio di ogni anno e da dedicare ad analisi, studi, convegni e proposte, nel mondo e in Italia. Una Giornata per rinsaldare il legame tra tutti gli italiani nel mondo che conservano nel loro cuore un attaccamento indissolubile alla propria terra d'origine, ovunque essi si trovino, per testimoniare la vicinanza della loro patria, per combattere e contrastare l'oblio, le discriminazioni e la xenofobia. Un modo per valorizzare la nostra cultura, il nostro saper fare, la nostra dignità.
La presente proposta di legge si compone di tre articoli: il primo istituisce la Giornata nazionale degli italiani nel mondo, il secondo prevede le iniziative ad essa connesse e il terzo la clausola di invarianza finanziaria.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo)

1. La Repubblica riconosce il giorno 2 luglio quale Giornata nazionale degli italiani nel mondo, di seguito denominata «Giornata nazionale», al fine di far conoscere il contributo dato dai nostri connazionali emigrati allo sviluppo della società nazionale e di valorizzare le migliori esperienze, le attività e il contributo sociale degli italiani all'estero nei campi della scienza, della cultura e della lingua italiane, delle attività imprenditoriali e professionali e della cooperazione internazionale.
2. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

Art. 2.
(Iniziative culturali e celebrazioni)

1. In occasione della Giornata nazionale sono promossi in Italia e all'estero commemorazioni, iniziative e incontri volti a fare conoscere, valorizzare e divulgare le attività, le azioni di tipo multiculturale e le professionalità acquisite in contesti internazionali dai cittadini italiani all'estero nei campi di cui all'articolo 1, comma 1.
2. Il Governo provvede a emettere ogni anno un francobollo celebrativo della Giornata nazionale.

Art. 3.
(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

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