PDL 2532

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2532

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato BORGHESE

Princìpi per favorire l'integrazione degli studenti stranieri mediante la conoscenza della tradizione culturale europea attraverso l'insegnamento delle discipline storiche e letterarie nelle scuole di ogni ordine e grado

Presentata l'8 giugno 2020

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Onorevoli Colleghi! – Una società multietnica è un sistema sociale in cui convivono soggetti con identità etniche diverse. Oggi la maggior parte dei Paesi, tra i quali l'Italia, è caratterizzata dalla diversità culturale e sono pochi i Paesi nei quali i cittadini condividono la stessa lingua, la stessa religione e la stessa cultura.
È noto che le varietà etniche, culturali, sessuali, religiose e professionali sono alla base dello sviluppo di qualsiasi gruppo umano e in passato il nostro «bel Paese» è stato uno di quelli che ha contribuito di più all'emigrazione.
Con il termine «multiculturale» si definisce il rapporto tra culture con valori, usi e costumi diversi, che può comportare un arricchimento reciproco e un cambiamento delle culture interessate.
In Europa, sempre più persone di diverse nazionalità condividono spazi, servizi e bisogni, in una grande mescolanza di tradizioni, abitudini e linguaggi, nella quale l'integrazione dei migranti deve essere favorita da adeguate politiche di carattere multietnico e multiculturale. La situazione delle attuali società multietniche, tra le quali rientra l'Italia, richiede, inoltre, specifici interventi sul piano educativo, soprattutto a causa dell'elevato numero di ragazzi stranieri che frequentano la scuola.
La sempre maggiore presenza di persone di etnie diverse comporta la necessità, per il sistema scolastico italiano, di aprirsi alle esigenze di una scuola sempre più multiculturale che contribuisca a una piena integrazione dei ragazzi stranieri e delle loro famiglie nella nostra società. La scuola, infatti, può costituire uno strumento essenziale di comunicazione tra le culture e di costruzione di un nuovo modello di convivenza.
Si può agevolare l'integrazione dei ragazzi stranieri a scuola introducendo l'insegnamento di materie che colleghino tra loro le varie culture, come l'insegnamento delle lingue straniere e corsi di adattamento psicologico all'ambiente in cui si vive.
Mai come in questo periodo storico l'opinione pubblica italiana si è posta domande sul proprio futuro per quanto concerne la sua identità culturale e linguistica.
L'immigrazione in Europa da Stati non appartenenti all'Unione europea e il progressivo espandersi del fondamentalismo islamico, contrastato con tutti i mezzi ma anche con molta difficoltà dai Governi europei che solo negli ultimi anni hanno adottato provvedimenti atti ad arginare l'influenza di questi movimenti, chiamano in causa l'occidente, la sua storia e il suo futuro, strettamente legati alle tradizioni culturali che definiscono le sue caratteristiche e ne sono elementi costituivi.
Preso atto di questa situazione, non può non destare inquietudine quella sorta di relativismo culturale e di nichilismo etico che, in nome di una presunta tolleranza e del rispetto di tradizioni diverse dalle nostre, in realtà rigetta i presupposti della nostra civiltà e omologa tutte le culture in un amalgama indistinto che finisce per penalizzare proprio la nostra storia culturale, il nostro essere italiani ed europei. Un esempio eclatante di ciò è rappresentato proprio dalla scuola in quanto terreno di sperimentazione di un approccio culturale ai temi dell'integrazione che, in nome degli ideali di accoglienza e di solidarietà, hanno di fatto cancellato nelle giovani generazioni non solo il ricordo del proprio passato, ma anche quello delle proprie radici culturali e spirituali. Il fallimento del modello di integrazione delle democrazie nord europee e l'esperienza di Paesi come l'Olanda, la Danimarca e, in modo diverso, la Francia e la Germania, dove le spinte xenofobe e razziste sono aumentate a causa di un emergente integralismo islamico – che pretende privilegi e diritti senza la conseguente assunzione di oneri e, soprattutto, senza il rispetto della legge e delle consuetudini locali – rende necessario prevedere una legislazione multietnica che, pur nell'affrontare in modo graduale e rispettoso dei diritti della persona il problema dell'integrazione dell'immigrazione da Stati appartenenti all'Unione europei e da altri Stati, sappia anche e soprattutto difendere la tradizione culturale italiana, quale si è manifestata nel corso dei secoli, e proporla ai ragazzi di qualsiasi etnia e cultura, evitando sistematiche denigrazioni o colpevoli dimenticanze.
La presente proposta di legge non intende assolutamente rimettere in discussione la libertà di insegnamento delle lingue straniere o delle materie che favoriscono l'integrazione culturale multietnica da parte dei docenti o l'autonomia degli organi collegiali della scuola ma, partendo dall'assunto che la qualità degli studi e la definizione dei programmi nelle loro linee generali non può non interessare la collettività nazionale e di conseguenza lo Stato, proprio in ragione della funzione pubblica della scuola e dei valori che sono in essa trasmessi, si fa carico di definire alcuni princìpi irrinunciabili per le scuole di ogni ordine e grado, quali quelli citati. Lo sbandamento culturale che si registra nell'attuale momento storico e i nuovi e incessanti fenomeni migratori impongono al legislatore di affrontare in termini di confronto con le altre culture, ma con una precisa assunzione di responsabilità, il problema della difesa della nostra identità culturale, oggi pericolosamente messa a rischio da una visione ideologica della società che tende a denigrare gli elementi costitutivi della nostra identità e a valorizzare solamente le culture diverse dalla nostra, in un cupio dissolvi che non ha precedenti nell'epoca contemporanea. Per citare un solo esempio, si ricorda che nelle nostre classi, sempre più multietniche, spesso la protesta dei ragazzi musulmani è stata fomentata non dalle loro famiglie, ma da qualche insegnante italiano scarsamente consapevole del suo senso di appartenenza alla nostra collettività.
Al riguardo è bene ricordare che l'insegnamento delle lingue straniere, basato su un'adesione volontaria del discente, risponde a un'esigenza individuale molto importante ed essenziale, ma distinta da quella eminentemente culturale che, con la presente proposta di legge, si intende introdurre nella legislazione in modo vincolante per tutti. Pertanto, si prevede che, fatte salve l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento dei docenti, nei programmi delle scuole di ogni ordine e grado sia reso obbligatorio l'insegnamento della tradizione culturale europea, al fine di assicurare il preciso riferimento ai capisaldi della nostra tradizione culturale in un mondo sempre più multietnico.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Al fine di favorire la crescita intellettuale e spirituale delle nuove generazioni e la migliore conoscenza delle tradizioni culturali italiane ed europee e la condivisione dei loro valori fondanti, nonché di promuovere l'integrazione dei giovani immigrati attraverso il dialogo e il confronto con la altre culture, fatte salve l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento, nei programmi relativi alle discipline storiche e letterarie nelle scuole di ogni ordine e grado è introdotto l'insegnamento della tradizione culturale europea quale fondamento delle tradizioni civili, sociali e culturali italiane ed europee.
2. L'insegnamento delle lingue straniere in base alle indicazioni formulate dalle autorità scolastiche competenti è distinto e indipendente rispetto agli insegnamenti scolastici obbligatori.
3. La conoscenza della tradizione culturale europea e degli elementi fondamentali della legislazione italiana sono parte integrante del percorso culturale degli allievi nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado.

Art. 2.

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 500.000 euro annui a decorrere dall'anno 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2020-2022, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2020, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'istruzione.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

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