PDL 2480

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2480

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
MARTINA, CARNEVALI, DELRIO, FORNARO, DORI, NOJA, TERMINI, PIZZETTI, BAZOLI, BERLINGHIERI, FIANO, SERRACCHIANI, LEPRI, DE MARIA, ENRICO BORGHI, GRIBAUDO

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus

Presentata il 28 aprile 2020

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Onorevoli Colleghi! – Era il 31 gennaio 2020 quando, per la prima volta, abbiamo avuto consapevolezza che il virus COVID-19 era arrivato anche in Italia, colpendo una coppia di turisti cinesi in vacanza a Roma. Era il 18 febbraio quando fu confermato a Codogno, comune della Lombardia in provincia di Lodi, il primo caso di trasmissione secondaria del virus.
Dopo questi casi l'epidemia non si è più fermata, diffondendosi in tutte le regioni e colpendo in modo più grave quelle del nord e del centro. L'Italia è stata il primo Paese occidentale a fare fronte a questa emergenza globale. Il Governo ha proclamato dal 31 gennaio 2020 e per i successivi sei mesi lo stato di emergenza e, insieme a tutte le regioni, ha adottato misure drastiche di contenimento, mai attuate fino ad allora in Italia, volte a tutelare prima di tutto la salute dei cittadini. Il blocco di tutte le attività non indispensabili e il divieto di movimento in tutto il Paese hanno segnato per lunghe settimane la vita degli italiani, che, dal canto loro, hanno risposto ovunque con grande senso di responsabilità, dando un esempio riconosciuto e imitato in tutto il mondo. Anche la straordinaria reazione solidale di tanta parte del Paese verso i cittadini e i territori più colpiti verrà ricordata come una pagina straordinaria di umanità e di fraterna cittadinanza di un Paese unito.
L'Organizzazione mondiale della sanità, l'11 marzo 2020, ha dichiarato che «l'epidemia da coronavirus poteva essere considerata come una situazione pandemica».
In Italia le persone contagiate hanno superato le centomila unità, mentre i morti sono ormai più di venticinquemila, con un bollettino giornaliero purtroppo sempre in continua crescita. Ed è, innanzitutto, il gran numero dei decessi, di coloro che non ce l'hanno fatta, che ha sconvolto le nostre vite e i nostri affetti.
Colpendo in modo particolarmente aggressivo gli anziani, il virus ha colpito al cuore un'intera generazione che ha rappresentato la forza del nostro Paese dalla fine della seconda guerra mondiale, portandolo dalle macerie del conflitto al riscatto e al benessere collettivo.
Colpendo molti medici, infermieri, operatori del soccorso e della sanità, nonché esponenti delle Forze dell'ordine, della protezione civile e delle amministrazioni locali, il virus ha colpito violentemente proprio chi, con senso di abnegazione e grande professionalità, ha soccorso le persone e operato ininterrottamente, molto spesso in condizioni drammatiche, per il bene di ciascuno di noi.
Nessuno potrà mai scordare, nei giorni più difficili di questa epidemia, quando il bollettino dei morti sembrava quello di un Paese in guerra, le immagini strazianti, che hanno fatto il giro del mondo, degli autocarri dell'Esercito incolonnati a Bergamo, una delle città più martoriate, nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2020 (altre immagini poi seguiranno, purtroppo), mentre trasportavano le bare di coloro che erano morti a causa del COVID-19 dalla città lombarda verso i forni crematori di altre città del centro nord del Paese. Molte famiglie hanno potuto piangere sulle ceneri dei loro cari deceduti solo dopo settimane di attesa e questo ha reso ancora più tragica e dolorosa una situazione già drammatica.
Proprio per non dimenticare coloro che durante questa pandemia hanno perso la vita è doveroso, dunque, istituire nella data del 18 marzo, giorno in cui gli autocarri militari hanno lasciato Bergamo per la prima volta con sessantacinque bare, la «Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus».
L'istituenda Giornata nazionale deve diventare l'occasione per ricordare chi è deceduto mentre era in servizio per salvare altre vite e chi ha perso la propria vita in un ospedale, in una casa di riposo o nella propria abitazione senza poter ricevere il conforto dei propri affetti.
Ricordare le vittime della pandemia nel nostro Paese è un dovere civico e morale e deve servirci, oggi e in futuro, per rafforzare i legami solidali della comunità nazionale ed europea, dando sempre più valore alla cura delle persone, a partire dai più deboli, investendo sempre meglio sul servizio sanitario per tutti e valorizzando il capitale umano e professionale di chi dedica la propria vita a questo bene collettivo scolpito nella Costituzione tra i valori essenziali della nostra Repubblica.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus)

1. La Repubblica riconosce il giorno 18 marzo di ciascun anno quale «Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus», al fine di ricordare e commemorare tutti coloro che hanno perso la vita durante la pandemia di COVID-19.
2. La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

Art. 2.
(Iniziative)

1. Per celebrare la Giornata nazionale di cui all'articolo 1, lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono promuovere, nell'ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, anche in coordinamento con le associazioni interessate, iniziative volte a ricordare e commemorare la memoria di coloro che sono deceduti a causa della pandemia di COVID-19, in particolare presso le giovani generazioni.
2. Dall'attuazione del comma 1 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 3.
(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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