PDL 2239

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3
                        Articolo 4
                        Articolo 5
                        Articolo 6
                        Articolo 7
                        Articolo 8

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2239

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
SCHIRÒ, LA MARCA, CECCANTI, VISCOMI, FRAGOMELI, RACITI, SIANI, PINI, LACARRA, RIZZO NERVO

Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo

Presentata il 6 novembre 2019

torna su

Onorevoli Colleghi! – L'8 ottobre 2019 il Parlamento ha completato l’iter di approvazione della legge costituzionale recante «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», che, nel quadro della generale contrazione del numero degli eletti, comporta il passaggio da 18 a 12 dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Salvo quanto potrà accadere a seguito dell'eventuale svolgimento del referendum confermativo, siamo in presenza di una riduzione degli eletti all'estero, già squilibrata fin dall'istituzione della circoscrizione a loro dedicata, che rischia di ridurre la rappresentanza delle comunità e dei vasti territori nei quali esse sono insediate a un mero diritto di tribuna, in contraddizione con lo spirito con il quale essa era stata concepita e realizzata, che era quello di dare effettiva realizzazione a un fondamentale diritto di cittadinanza di nostri connazionali diversi dagli altri per il solo fatto di risiedere non in territorio italiano, ma all'estero.
È evidente, dunque, la necessità di riconsiderare con celerità e in profondità l'articolato sistema di rappresentanza dei cittadini italiani residenti all'estero, sia rivisitando le leggi istitutive degli organi specifici di rappresentanza, sia cercando adeguate compensazioni nell'assetto parlamentare.
La presente proposta di legge, finalizzata all'istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo, è sicuramente uno degli strumenti che può consentire di rispondere alla nuova situazione che si è venuta a determinare e, in ogni caso, di accrescere l'attenzione e le possibilità di intervento in un campo in continua evoluzione quantitativa e qualitativa.
La Commissione parlamentare avrà il compito di effettuare approfondimenti e avanzare proposte sui diversi aspetti della condizione degli italiani all'estero, sui fenomeni di nuova mobilità, che vedono come protagonisti, in particolare, giovani diplomati e laureati, e sui flussi di nuova emigrazione che si sono riaccesi sotto la spinta delle difficoltà occupazionali dell'ultimo decennio e con lo sviluppo della mobilità a livello internazionale.
La consistenza e il peso, non solo sociali, dell'insediamento storico dell'emigrazione italiana giustificherebbero di per sé l'istituzione di una Commissione parlamentare. I soggetti iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) sono in continua ascesa e, a gennaio del 2019, erano circa 5,3 milioni. Ad essi sono da aggiungere coloro (presumibilmente diverse centinaia di migliaia) che, per motivi diversi, non hanno ritenuto di dover perfezionare la loro iscrizione all'AIRE. Il retroterra emigratorio del nostro Paese – circa 60 milioni di oriundi – rappresenta poi un unicum nel panorama mondiale e una straordinaria possibilità di rapporti e di sostegno all'internazionalizzazione, spesso retoricamente evocata, ma mai compiutamente perseguita con interventi sistematici e stabili nel tempo.
Nelle precedenti legislature sono stati già presentati progetti di legge in materia. La parzialità dei riferimenti contenuti in quelle iniziative e l'accelerazione che in pochi anni hanno avuto alcune dinamiche relative agli italiani all'estero inducono a ridefinire e ad aggiornare le funzioni della Commissione parlamentare, allargando lo spettro degli interventi riguardanti il nostro tradizionale insediamento e aprendo un'inedita visuale sui fenomeni della nuova mobilità e della nuova emigrazione.
Quello dei diritti degli italiani residenti all'estero in confronto a quelli residenti in Italia è, infatti, solo uno dei possibili aspetti relativi al mondo della nostra emigrazione. Anche se ci si limita agli emigrati partiti nella seconda metà del Novecento, si è ormai al cospetto delle terze generazioni e, quindi, di fronte a problematiche qualitativamente diverse rispetto al pur recente passato. Gli italiani espatriati nel corso della seconda grande ondata emigratoria, e ancor più i loro discendenti, sono ormai in larga misura cittadini di altri Paesi, verso i quali la lente dell'Unione europea, attraverso la quale si è tradizionalmente guardato alle loro problematiche, solo in parte ha consentito di cogliere le situazioni e le esigenze che si manifestano.
La possibilità di realizzare una rete di rapporti con i discendenti dei nostri emigrati deve tenere conto delle valenze di natura soprattutto culturale, formativa, professionale e imprenditoriale, rispetto a quelle assistenziali e partecipative del passato. In particolare, diventa decisivo il rapporto con le generazioni d'origine, che, sollecitate dalle pratiche interculturali diffuse nelle realtà in cui svolgono la loro vita, si rivolgono ai luoghi di partenza dei loro ascendenti alla ricerca di radici e di motivi identitari.
Il quadro dei possibili interventi in questa direzione, peraltro, si è notevolmente modificato, non solo per i fattori evolutivi fin qui accennati, ma anche per la forte riduzione delle risorse che le istituzioni centrali e regionali destinano alle politiche emigratorie. Non si può ancora dire, nonostante la ripresa degli ultimi anni, che sia del tutto scomparso il rischio che, in settori strategici, come quelli della lingua, della cultura e dell'informazione, oltre che in termini di solidarietà verso i nostri connazionali in situazioni di bisogno, la presenza dell'Italia possa diventare meno incisiva, con conseguenze critiche che già in un prossimo futuro potrebbero interessare la nostra collocazione globale.
A fronte dell'impellente esigenza di ridefinire le coordinate delle relazioni con la nostra diffusa e rinnovata diaspora, uno strumento specifico e diretto, come l'istituenda Commissione parlamentare, potrebbe essere di grande utilità per dare continuità e concretezza all'impegno delle forze parlamentari in questo settore, per ricercare soluzioni inedite ai problemi aperti, per offrire un riferimento stabile e autorevole alle rappresentanze legittime degli italiani all'estero, quali i Comitati degli italiani residenti all'estero e il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), e alle camere di commercio italiane all'estero.
La diversità delle situazioni e delle normative relative ai fenomeni migratori in entrata rispetto a quelli riguardanti gli italiani che espatriano ha indotto a non estendere le competenze della Commissione parlamentare, di cui si chiede l'istituzione, alle complesse e acute problematiche legate all'immigrazione in Italia.
Comunque, anche nel campo dell'emigrazione degli italiani le novità sono rilevanti e richiedono analisi e sensibilità diverse dal passato. Gli italiani coinvolti negli ultimi venti anni in processi di mobilità, che sempre più decisamente assumono il carattere di una vera e propria emigrazione, superano il milione. Spesso questa forma di mobilità di lungo raggio non assume rilevanza anagrafica e tende, dunque, a sfuggire a valutazioni statistiche. Ciò non suscita grave preoccupazione, qualora si tratti di mobilità internazionale di formazione o di ricerca frutto di una libera scelta: in questo caso, occorre soltanto stabilire una rete di collegamento che consenta di non perdere i contatti con queste importanti professionalità. Il fatto è che ormai la mobilità interna e internazionale è dettata da ragioni di necessità occupazionale e, quindi, si conforma ai tempi e ai modi delle concrete opportunità esistenti, che sfuggono in genere a qualsiasi possibilità di condizionamento e di controllo. Oltre all'espatrio di figure dotate di un qualificato bagaglio culturale, negli ultimi tempi sono aumentate le partenze anche di figure sociali più tradizionali, che espatriano alla ricerca di un lavoro qualsiasi.
Il nostro Paese, insomma, è nel pieno di una transizione che incide su assetti sociali consolidati e tende a condizionare, spesso in modo critico, le sue prospettive di sviluppo. Rispetto a questi fenomeni, finora si è fatto troppo poco in termini di conoscenza, di intervento e di elaborazione normativa. L'istituzione di una Commissione parlamentare, che abbia anche le funzioni di osservatorio e di luogo di confronto su questi processi, sembra rispondere, pertanto, a un interesse di natura generale, non ristretto a particolari gruppi sociali.
La Commissione, di cui con l'articolo 1 della presente proposta di legge si richiede l'istituzione, dovrà considerare entrambi i versanti migratori di cui si è parlato e rivolgere la sua attenzione, come è previsto all'articolo 2, alla valutazione dei processi di integrazione degli italiani residenti all'estero nei Paesi di rispettivo insediamento, al perfezionamento degli strumenti di partecipazione dei cittadini italiani alla vita democratica del nostro Paese e alla valutazione quantitativa e qualitativa dei nuovi flussi in uscita dall'Italia.
Nelle sue attività, la Commissione dovrà privilegiare (articolo 3) lo sviluppo e il coordinamento delle normative nazionali e regionali, con particolare riguardo ad alcune direttrici strategiche, come quelle della lingua e della cultura italiane, dell'informazione, della ricognizione degli imprenditori italiani operanti all'estero e di quelli di origine italiana residenti in Stati stranieri, dei contatti con i parlamentari di origine italiana presenti nelle assemblee legislative di altri Stati, nonché della promozione di accordi internazionali in materia sociale e tributaria.
L'articolo 4 disciplina la composizione della Commissione, formata da senatori e da deputati in pari numero, della quale faranno parte i parlamentari eletti nella circoscrizione Estero, che, per conoscenza dei problemi e rappresentatività, possono costituire un valore aggiunto nel Parlamento, e altri parlamentari in numero adeguato ad assicurare che la sua composizione rispecchi la proporzione esistente tra i gruppi parlamentari costituiti nelle due Camere. La presidenza della Commissione dovrà essere affidata a un parlamentare di alto profilo politico-istituzionale, scelto d'intesa tra il Presidente del Senato e il Presidente della Camera. Si prevede, altresì, la presenza a titolo consultivo di alcuni rappresentanti del CGIE, allo scopo di rafforzare il raccordo tra organismi e sedi di rappresentanza.
L'articolo 5, concernente le modalità di funzionamento della Commissione, consente anche la possibilità di svolgere audizioni e di acquisire documenti dalla pubblica amministrazione. L'articolo 6 prescrive di norma la pubblicità delle sedute e l'articolo 7 ammette la possibilità di svolgere missioni all'estero presso le realtà in cui maggiore è la presenza dei nostri connazionali, al fine di acquisire direttamente elementi conoscitivi di rilievo e di sviluppare forme di dialogo istituzionale con gli istituti di rappresentanza dei cittadini italiani all'estero e con le autorità dei Paesi esteri.
L'entità delle spese di funzionamento, stabilite dall'articolo 8 e poste a carico dei bilanci interni dei due rami del Parlamento, tiene conto delle esigenze di sobrietà dettate dall'attuale momento.
Si confida nella disponibilità di ciascun eletto a dotare il Parlamento di un utile strumento di analisi e di iniziativa in un campo di grande sensibilità sociale, politica e culturale qual è quello delle migrazioni italiane.

torna su

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione della Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo)

1. È istituita la Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo, di seguito denominata «Commissione», con compiti di proposta e di controllo circa gli interventi riguardanti i cittadini italiani residenti all'estero, tenendo conto dell'evoluzione sociale, culturale, civile e generazionale avvenuta nei diversi contesti geopolitici, nonché di monitoraggio e di indirizzo nelle materie attinenti ai fenomeni connessi alla mobilità degli italiani in ambito nazionale e internazionale.

Art. 2.
(Finalità)

1. L'attività della Commissione è volta a:

a) verificare il percorso di integrazione compiuto dagli italiani presenti nei rispettivi Paesi di insediamento, con particolare attenzione per eventuali situazioni di emarginazione e di discriminazione nei loro confronti;

b) studiare le tematiche inerenti alle nuove generazioni di discendenti da cittadini italiani;

c) individuare le forme di un'efficace partecipazione alla promozione integrata dell'Italia nel mondo;

d) controllare la parità di godimento dei diritti sociali, civili e politici da parte dei cittadini italiani residenti all'estero rispetto a quelli residenti in Italia;

e) rilevare la dimensione e le destinazioni dei flussi di mobilità e di espatrio, soprattutto dalle aree del Mezzogiorno d'Italia, proponendo misure di orientamento e di accompagnamento, in Italia e all'estero;

f) individuare le condizioni per realizzare una rete di rapporti permanenti con i nuovi migranti ed efficaci misure atte a favorire i rientri.

Art. 3.
(Funzioni della Commissione)

1. La Commissione:

a) valuta la coerenza della legislazione vigente con il rispetto e il sostegno dei fondamentali diritti sociali, civili e politici dei migranti italiani e indica le iniziative ritenute opportune per l'aggiornamento e il miglioramento del sistema normativo, dandone conto nelle relazioni di cui all'articolo 5, commi 4 e 5, in particolare al fine di rendere efficaci e sicure le modalità di voto dei cittadini italiani residenti all'estero e di promuovere la loro partecipazione alle consultazioni locali nei Paesi di insediamento;

b) adotta iniziative per favorire il coordinamento tra la normativa nazionale e quella regionale in tema di migrazioni e avanza proposte per rendere coerenti e razionali le politiche e le attività delle amministrazioni statali, regionali e locali nei confronti dell'emigrazione italiana passata e presente;

c) sostiene la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo in un quadro interculturale e multilinguistico, proponendo indirizzi per il coordinamento dell'attività dei soggetti pubblici e privati che operano in tale settore, favorendo la programmazione degli interventi a livello di Paese, realizzando periodiche azioni di monitoraggio sulla situazione esistente nelle aree del mondo nelle quali si manifesti un interesse per la cultura italiana e favorendo l'integrazione delle discipline attinenti alla lingua e alla cultura italiane nei sistemi scolastici e universitari degli Stati esteri;

d) valorizza le espressioni storico-culturali delle comunità italiane nel mondo e dei suoi esponenti più significativi, nell'ambito di una concezione bidirezionale delle relazioni culturali che superi forme ormai inattuali di mera trasmissione di modelli elaborati in ambito nazionale;

d) propone iniziative per il rafforzamento dei media di lingua italiana all'estero e vigila sull'adeguatezza dei livelli, delle forme e della qualità dell'informazione rivolta alle comunità italiane all'estero e ai nuovi migranti, anche per consentire un più consapevole sviluppo della partecipazione alla vita democratica italiana da parte dei cittadini all'estero; individua le misure per sollecitare l'attenzione del sistema informativo nazionale sulla condizione e sulla storia degli emigrati italiani, al fine di sostenere una più diffusa ed efficace informazione di ritorno;

e) promuove una ricognizione dell'imprenditoria italiana all'estero e degli imprenditori di origine italiana, con particolare riguardo alla presenza di comunità di imprenditori organizzate dalle associazioni italiane di categoria all'estero, e la realizzazione di una banca di dati, da utilizzare anche per favorire forme associative tra le imprese;

f) favorisce la promozione integrata dell'Italia nel mondo, verificando la coerenza e il legame tra le attività di promozione culturale e le politiche volte all'internazionalizzazione del Paese;

g) promuove contatti e incontri con i parlamentari di origine italiana eletti negli Stati esteri allo scopo di comparare le rispettive legislazioni in materia di diritti e percorsi di integrazione dei migranti, di diffusione della cultura e di valorizzazione dei prodotti nazionali all'estero;

h) individua le iniziative ritenute opportune per favorire la partecipazione degli italiani che lavorano e vivono all'estero alle politiche italiane di cooperazione allo sviluppo;

i) può segnalare al Governo accordi e convenzioni internazionali in materia di tutela del lavoro, sociale, previdenziale e tributaria che siano di particolare interesse per le comunità italiane all'estero e per le comunità straniere in Italia.

Art. 4.
(Composizione della Commissione)

1. La Commissione è composta da diciotto senatori e diciotto deputati. Ne fanno parte di diritto i senatori e i deputati eletti nella circoscrizione Estero. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati nominano gli altri componenti della Commissione in proporzione alla consistenza dei gruppi parlamentari esistenti in ciascun ramo del Parlamento.
2. Le disposizioni del comma 1 si applicano anche per le sostituzioni che si rendano necessarie in caso di dimissioni, di morte o di cessazione dal mandato parlamentare dei componenti della Commissione.
3. Il presidente della Commissione è nominato al di fuori dei componenti della medesima dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, d'intesa tra loro.
4. La Commissione elegge al proprio interno, con voto limitato, due vicepresidenti e due segretari. Un vicepresidente e un segretario sono scelti tra i parlamentari eletti nella circoscrizione Estero.
5. Il Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all'estero designa tre componenti del Consiglio medesimo quali rappresentanti permanenti di esso presso la Commissione. Essi partecipano alle sedute della Commissione con diritto di parola, ma senza diritto di voto.

Art. 5.
(Funzionamento della Commissione)

1. La Commissione, prima dell'inizio dei lavori, adotta il proprio regolamento interno, su proposta del presidente.
2. La Commissione può organizzare i propri lavori attraverso uno o più comitati o gruppi di lavoro, anche temporanei, per le materie e gli oggetti indicati negli articoli 1 e 2, costituiti secondo le disposizioni del regolamento di cui al comma 1 del presente articolo.
3. Per lo svolgimento delle proprie attività, la Commissione può effettuare audizioni e acquisire informazioni, dati e documenti dalle amministrazioni pubbliche e da qualunque altro soggetto che si occupa delle questioni attinenti all'emigrazione. La Commissione, tramite il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, può chiedere la trasmissione di informazioni e documenti relativi alla condizione delle comunità italiane all'estero da parte di Stati esteri e delle organizzazioni internazionali. Il Consiglio generale degli italiani all'estero trasmette annualmente alla Commissione una relazione sullo stato delle comunità italiane all'estero. La Commissione può chiedere informazioni e ricevere comunicazioni e segnalazioni da tutti gli organi di rappresentanza degli italiani all'estero istituiti dalla legge.
4. La Commissione presenta annualmente alle Camere una relazione sulla propria attività.
5. La Commissione può trasmettere relazioni e segnalazioni alle Camere e al Governo nelle materie di sua competenza.

Art. 6.
(Pubblicità delle sedute della Commissione)

1. Le sedute della Commissione sono pubbliche, a meno che essa, per motivate ragioni, non deliberi di riunirsi in seduta segreta.

Art. 7.
(Missioni)

1. La Commissione, per l'esercizio delle sue funzioni, può effettuare, avvalendosi della collaborazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché del Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri, missioni negli Stati esteri o presso le istituzioni dell'Unione europea al fine di approfondire l'esame degli aspetti relativi alla condizione degli italiani residenti all'estero.

Art. 8.
(Copertura finanziaria)

1. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 100.000 euro annui e sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.

torna su