PDL 2044

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3
                        Articolo 4
                        Articolo 5
                        Articolo 6

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 2044

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato CIRIELLI

Istituzione di una fondazione per la promozione
e la tutela del collezionismo minore

Presentata il 31 luglio 2019

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Onorevoli Colleghi! – Il collezionismo può costituire, se lo si esamina superficialmente, un fenomeno di nicchia.
Si può identificare, da un lato, nel collezionismo d'arte destinato a pochi estimatori con un patrimonio e una capacità di spesa cospicui e, da un altro lato, in una platea leggermente più ampia di appassionati che coltivano questa loro passione in contesti già consolidati (come la filatelia e la numismatica) oppure definibili «emergenti» (auto d'epoca, fumetti, eccetera). In realtà, il collezionismo è un fenomeno di costume radicato in Italia e nel mondo al punto che, oggi, può a buon diritto definirsi di massa. Esso affonda le sue radici nell'antichità. Nell'antica Grecia, la raccolta di oggetti, ordinati per tematiche o per scopo, aveva un fine sia antropologico che religioso perché, quasi sempre, statue e affreschi erano collocati in luoghi sacri dei vari popoli. Il più antico esempio di pinacoteca risale al V secolo avanti Cristo ed era collocata presso l'Acropoli di Atene, in un luogo che fungeva anche da sala di rappresentanza per gli organi di governo della polis.
Ma è a Roma che la pratica del collezionismo prende piede. Inizialmente, le collezioni romane, risultato di bottini di guerra, erano esposte lungo le strade principali della città come simbolo della vittoria. Successivamente, però, come già avvenuto in età ellenistica, anche i privati iniziarono a collezionare opere d'arte. In questa prospettiva, le statue collocate all'interno delle ville acquisirono una funzione estetica anziché religiosa e, nel caso degli imperatori, anche di autocelebrazione della loro magnificenza.
Nel Medioevo la componente religiosa tornò ad essere la causa principale del collezionismo che dal Rinascimento al XVII secolo assunse natura antropologica e politica oltre che religiosa. Nel XV secolo divenne sempre più comune il fenomeno degli studioli (ambienti privati di un palazzo dove il possessore può ritirarsi per dedicarsi ai propri interessi culturali), riempiti da piccoli oggetti d'arte: una tradizione ben radicata in Italia, poiché il loro contenuto e il contenitore erano collegati da un preciso programma iconografico voluto dal signore. Tra i più celebri studioli ricordiamo quello di Federico da Montefeltro ad Urbino.
Durante il XVI secolo presero sempre più piede le collezioni di tipo enciclopedico. È il momento delle cosiddette «camere delle meraviglie», ambienti destinati a raccogliere esemplari rari o bizzarri di storia naturale o artefatti. Si trattava di elementi di storia naturale, strumenti, invenzioni meccaniche, carte geografiche e tutto ciò che poteva assolvere una funzione didattica e di indagine scientifica universale. Tali ambienti sono all'origine del concetto moderno di museo poiché all'interesse per il «meraviglioso» uniscono il bisogno di conoscenza sistematica. Ma si tratta anche dei primi tentativi di collezionismo cosiddetto «minore», perché il fattore storico o scientifico prevale su quello artistico tipico delle collezioni d'arte.
Venendo ai giorni nostri, va notato come negli ultimi decenni la passione del «raccogliere oggetti» si sia evoluta e ampliata, divenendo un fenomeno sicuramente molto popolare.
In effetti, oggi vi è un'ampia possibilità di scelta in ordine al genere di bene da collezionare e i costi per iniziare sono anche bassi. La diffusione del merchandising e dei gadget, talvolta offerti in omaggio e altre volte forniti insieme ai prodotti di grandi industrie, consente di collezionare più agevolmente oggetti «firmati», con il nome della ditta o con il marchio del prodotto.
Inoltre, si raccolgono spesso oggetti di uso comune che, terminato il loro normale impiego, vengono abbandonati.
Questo tipo di raccolte, molto popolare, è spesso classificato come collezionismo minore per distinguerlo dal collezionismo d'arte.
La definizione di «collezionismo minore», però, non deve essere intesa in senso riduttivo o deteriore, ma è utile per meri fini classificatori onde poter distinguere il collezionismo minore da altri tipi di collezionismo.
Non esistono «passioni» minori, tanto più se, ad esempio, la collezione si sostanzia nella ricostruzione di momenti passati rilevanti per la nostra storia.
Si pensi, infatti, alle testimonianze dei conflitti mondiali o alla storia dello sport italiano per arrivare all'evoluzione dell'industria motoristica italiana dal ’900 fino ai giorni nostri.
Né la separazione tra forme di collezionismo può essere superficialmente operata sul piano economico, che può talvolta apparire ingannevole, solo che si rifletta sulle quotazioni elevate raggiunte da alcuni esemplari di «gadget» o di fumetti, che superano talvolta quelle di quadri d'autore.
Infine, non è affatto azzardato affermare che alcune autovetture del passato, per l'inarrivabile bellezza stilistica e per i traguardi raggiunti nella tecnica motoristica, possono di fatto considerarsi veri e propri capolavori dell'ingegno umano non meno di opere d'arte in senso stretto.
Pertanto, ha senso distinguere il collezionismo d'arte da quello convenzionalmente denominato minore, soprattutto ai fini della disciplina legislativa.
In tale prospettiva, il collezionismo d'arte, al di là del profilo economico e dell'intrinseco valore artistico delle raccolte, incontra una serie di vincoli e limitazioni normativi che, invece, sono solo eventuali nel caso del collezionismo minore (si pensi ai vincoli imposti ai beni culturali).
Il fenomeno del collezionismo minore è estremamente importante per almeno due ordini di ragioni.
La prima è che si tratta di uno strumento formidabile per la conservazione della memoria culturale e valoriale dell'ultimo secolo. Partendo dai cimeli militari e sportivi, proseguendo per le auto e moto d'epoca, fino a giungere ai fumetti, alle figurine e alle più classiche collezioni numismatiche e filateliche, si è in presenza di un patrimonio culturale e storico che ci consente in modo concreto e affascinante di riannodare il rapporto con il nostro passato, di avvicinare i giovani al percorso storico della nostra evoluzione socio-economica e di comprendere chi siamo per capire anche meglio dove andiamo.
In fondo, ogni collezionista è a suo modo un cultore della storia della nostra Nazione e del mondo, perché coltiva un frammento di tale storia e lo riporta alla luce a beneficio di sè stesso e dei contemporanei.
Ecco perché queste passioni devono essere valorizzate e tutelate, costituendo una memoria storica del nostro patrimonio culturale e valoriale, nonché uno strumento di socializzazione di classi e di età eterogenee, unite dalla comune passione coltivata anche in forma associazionistica.
È difficile stimare in modo preciso il movimento dei collezionisti in Italia, perché a fronte di chi coltiva con continuità la propria passione ve ne sono altri che lo fanno saltuariamente.
Tuttavia, si può stimare che in Italia vi sono almeno circa 100.000 collezionisti, attualmente non registrati in nessuna associazione, organizzazione, cooperativa o fondazione. Di essi: il 71 per cento compra circa cinque opere all'anno; il 77 per cento risiede nelle regioni del nord Italia; il 43 per cento ha un'età media di circa a sessanta anni e l'87 per cento è di sesso maschile; il 63 per cento è in possesso di una laurea, se non addirittura di un dottorato o di un master; la maggioranza opera nel settore dei servizi (64 per cento); nel 39 per cento dei casi si tratta di collezionisti di prima generazione; il 67 per cento delle collezioni sono iniziate tra la metà degli anni novanta e il 2010; il 50 per cento delle collezioni comprende tra undici e cinquanta opere; la pittura è il medium più diffuso nelle collezioni (32 per cento) seguita dalla scultura (18 per cento) e dalla fotografia (15 per cento); visitano almeno tre fiere all'anno e acquistano principalmente presso le gallerie d'arte (32 per cento), le aste (21 per cento) o le fiere (18 per cento); fiere, aste e web sono i canali che maggiormente li influenzano nelle loro scelte.
L'altro aspetto da prendere in considerazione, non meno rilevante, è quello economico.
A tale riguardo, considerato che il fatturato della filatelia (riferito alle aziende che operano nel settore) valeva nel 2017 circa 120 milioni di euro, senza considerare l'indotto e le transazioni che avvengono tra privati collezionisti che non esercitano professionalmente in tale settore e che per le auto d'epoca (compreso l'indotto) si parla di 2 miliardi di euro di giro di affari, senza calcolare altri settori, come quello della numismatica o dei fumetti d'epoca, si evince chiaramente che il fenomeno ha una considerevole importanza economica e che pertanto deve essere sostenuto dallo Stato.
Del resto, tutelare chi colleziona significa tutelare un importante aspetto della nostra economia.
Per queste ragioni, la presente proposta di legge, dopo aver indicato all'articolo 1 le disposizioni generali, all'articolo 2 prevede l'istituzione di una fondazione che promuova e coordini l'associazionismo senza scopo di lucro e le attività finalizzate al collezionismo minore. Lo statuto della fondazione è approvato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i pareri dei Ministri per i beni e le attività culturali e dell'economia e delle finanze. Viene assegnata alla fondazione per l'esercizio delle sue funzione una dotazione annua pari a 500.000 euro a decorrere dal 2019.
L'articolo 3 elenca le attività che saranno promosse dalla fondazione, tra cui l'istituzione di un museo permanente, avente funzione di archivio storico della cultura del Paese, nonché la promozione e il coordinamento di iniziative culturali a livello nazionale e locale. L'articolo 4 disciplina gli organi della fondazione.
Gli articoli 5 e 6 prevedono la copertura finanziaria e il regime fiscale applicabile alla fondazione.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Disposizioni generali)

1. La Repubblica tutela e promuove il collezionismo minore come strumento per favorire la cultura e lo studio della storia, dei valori, del costume e delle tradizioni nazionali.
2. Ai fini della presente legge, per collezionismo minore si intende l'attività di raccolta sistematica di oggetti che, a prescindere dal loro valore artistico intrinseco, rivestono un apprezzabile interesse storico-culturale e, eventualmente, presentano anche una connotazione di originalità e di ricercatezza.
3. Costituiscono forme di collezionismo minore, tra le altre, le raccolte di oggetti di uso comune che, in ambito sportivo, militare, lavorativo, ludico o scientifico, risultano essere rappresentative di eventi rilevanti della storia, del costume e della cultura del Paese.

Art. 2.
(Istituzione della fondazione per la promozione e la tutela del collezionismo minore)

1. È istituita la fondazione per la promozione e la tutela del collezionismo minore, di seguito denominata «fondazione», con lo scopo di promuovere e di coordinare l'associazionismo senza scopo di lucro e le attività finalizzate a tutelare il collezionismo minore.
2. La fondazione ha sede in Roma, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed ha autonomia funzionale e amministrativa.
3. Lo statuto della fondazione è approvato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i Ministri per i beni e le attività culturali e dell'economia e delle finanze.
4. Il patrimonio della fondazione è costituito da contributi dello Stato nonché da contributi e donazioni di soggetti pubblici e privati.
5. Per lo svolgimento delle attività istituzionali è assegnata alla fondazione una dotazione annua pari a 500.000 euro a decorrere dall'anno 2019.

Art. 3.
(Attività)

1. L'attività della fondazione è disciplinata dalla presente legge, dall'atto costitutivo e dallo statuto.
2. In particolare, la fondazione:

a) istituisce e gestisce un museo permanente sul collezionismo minore presso la propria sede, avente funzione anche di archivio storico della memoria culturale del Paese;

b) promuove e gestisce la costituzione di una rete nazionale di associazioni senza scopo di lucro che hanno per fine esclusivo o principale la promozione del collezionismo minore nonché di enti, pubblici e privati, interessati alla promozione del collezionismo minore;

c) coordina, promuove e collabora a iniziative a livello nazionale e locale concernenti il collezionismo minore;

d) organizza convegni, seminari, mostre e altre iniziative culturali dirette a valorizzare il collezionismo minore, con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali.

Art. 4.
(Organi)

1. Lo statuto definisce le funzioni, la composizione e le modalità di nomina degli organi della fondazione, tra i quali devono essere compresi:

a) l'assemblea;

b) il consiglio di amministrazione;

c) il presidente;

d) il collegio dei revisori dei conti.

Art. 5.
(Copertura finanziaria)

1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 500.000 euro annui a decorrere dall'anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 354, della legge 28 dicembre 2015, n. 208.

Art. 6.
(Regime fiscale)

1. Gli atti connessi alle operazioni di costituzione della fondazione e di conferimento e devoluzione alla stessa sono esenti da ogni tributo e diritto e sono effettuati in regime di neutralità fiscale.
2. Le donazioni effettuate in favore della fondazione per la realizzazione delle sue attività istituzionali sono esenti dall'imposta sulle successioni e donazioni.

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