PDL 1203

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 1203

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
RACCHELLA, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BAZZARO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CAPITANIO, CAVANDOLI, CECCHETTI, CESTARI, COLLA, COLMELLERE, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LOCATELLI, LOLINI, LUCCHINI, MAGGIONI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PATELLI, PETTAZZI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RIBOLLA, SASSO, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI, ZORDAN

Dichiarazione di monumento nazionale del ponte sul Brenta detto «Ponte Vecchio di Bassano»

Presentata il 27 settembre 2018

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Onorevoli Colleghi! — Il ponte sul Brenta, detto Ponte Vecchio, Ponte di Bassano o Ponte degli alpini, situato nella città di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, è considerato uno dei ponti più caratteristici d'Italia. Costruito interamente in legno e coperto, ha subìto numerosi interventi e ricostruzioni dalla sua nascita, documentata nel 1209 da Gerardo Maurisio.
L'attuale ponte è basato sul progetto di Andrea Palladio del 1569.
Il ponte è anche dedicato alla memoria delle centinaia di migliaia di soldati (in particolare i reparti alpini) che, durante la Prima guerra mondiale, attraverso il ponte salivano sull'altopiano dei Sette comuni.
Il ponte esistente dal 1209 al 1569 era una struttura in legno su piloni e coperta da un tetto, su cui correva la fondamentale via di comunicazione fra Bassano e Vicenza.
Nel 1315 Bassano venne coinvolta nella guerra tra Padova e Cangrande della Scala e quando quest'ultimo occupò Marostica e Angarano, per difendere il ponte furono costruite due torri.
Nel 1402 la guerra tra Gian Galeazzo Visconti e i Carraresi coinvolse anche Bassano: il signore di Milano tentò di deviare il Brenta per privare Padova delle sue difese costruendo un ponte costituito da 94 arcate in pietra dotate di porte in legno utilizzate come saracinesche. Nella notte tra il 6 e il 7 agosto una piena travolse il ponte che verrà distrutto.
Nel 1511 le truppe francesi al comando del generale Jacques de La Palice incendiarono il ponte per sfuggire all'esercito imperiale durante la guerra della Lega di Cambrai.
Nell'ottobre del 1567 una vigorosa piena del fiume Brenta travolse lo storico ponte preesistente. L'architetto Andrea Palladio fu coinvolto nella ricostruzione sin dai mesi immediatamente successivi al crollo: egli progettò dapprima un ponte in pietra completamente diverso dal precedente, a tre arcate sul modello degli antichi ponti romani. Il consiglio cittadino bocciò tuttavia il progetto, imponendo all'architetto di non discostarsi troppo dalla struttura tradizionale.
Nell'estate del 1569 Palladio presentò quindi un secondo progetto definitivo di un ponte in legno che richiamava, in pratica, la struttura precedente, sebbene radicalmente rinnovata quanto a soluzioni tecniche e strutturali, e di grande impatto visivo. Unico rimando a un linguaggio architettonico è l'uso di colonne tuscaniche come sostegni dell'architrave che regge la copertura a due falde formata da serie di capriate in legno. Il ponte è a cinque campate, lunghe circa 13 metri, formate da grandi travi in legno, con rompitratta obliqui, che sono appoggiate sui quattro piloni intermedi e sulle due spalle laterali. I quattro piloni in legno hanno una forma idrodinamica rispetto alla corrente del fiume e sono formati da otto pali spessi circa mezzo metro, infissi nel terreno sul letto del fiume, e da una serie di pali ad altezza decrescente, che conferiscono un profilo obliquo ai piloni intermedi.
A conferma dell'efficienza tecnologica della struttura palladiana, il ponte resistette per quasi duecento anni, crollando a seguito della travolgente piena del Brenta del 19 agosto 1748. Il ponte fu ricostruito da Bartolomeo Ferracina seguendo fedelmente il disegno palladiano.
Nel 1813 il ponte fu poi incendiato dal viceré Eugenio di Beauharnais e successivamente riedificato nel 1821 da Angelo Casarotti, con le stesse forme precedenti.
Durante la prima guerra mondiale sul celebre ponte passarono le truppe italiane per affrontare la difesa dei territori dell'altopiano dei Sette comuni.
Il ponte fu poi raso al suolo per la terza volta il 17 febbraio 1945: appena passate le 19, ora in cui iniziava il coprifuoco, veniva lacerato da una forte esplosione. L'azione di sabotaggio, che faceva parte di un piano più vasto voluto dagli alleati contro i ponti della pedemontana, fu eseguita da un gruppo di quindici partigiani, tutti armati e in bicicletta, due dei quali trainavano, ciascuno a rimorchio, un carrettino carico di esplosivo innescato. L'attentato purtroppo causò la morte di un bambino e di una signora. Il comandante del gruppo era Primo Visentin, nome di battaglia «Masaccio», come ricorda la targa presente ancora oggi sul ponte.
Il ponte fu ricostruito secondo l'originale disegno di Palladio. Venne inaugurato il 3 ottobre 1948 con la presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Venne ricostruito dall'impresa Giulio Tessarolo & figli di Rosà. Dato che molti operai di tale ditta erano reduci di guerra appartenenti al Corpo degli alpini e portavano il tipico cappello con la penna durante i lavori, nacque la leggenda che furono gli alpini a rimetterlo in sesto (da questo evento è nato il soprannome di Ponte degli alpini).
Il ponte, infine, fu gravemente danneggiato dalla eccezionale piena del 4 novembre 1966, a seguito della quale venne effettuato un sistematico restauro strutturale.
Per l'importanza del Ponte Vecchio come monumento palladiano; per essere unico e strategico nel Paese per la sua rilevante storia; per essere il simbolo di tutti gli alpini d'Italia, dedicato alla memoria delle centinaia di migliaia di soldati che, durante la Prima guerra mondiale, attraverso il ponte, salivano sull'altopiano dei Sette Comuni (quest'anno ricorre il centenario); per essere inserito in tutti i testi scolastici della storia italiana; per essere stato riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività culturali come un bene culturale da tutelare (per il cui restauro e consolidamento il Ministero stesso, con decreto 1° settembre 2015, ha stanziato un contributo di 3 milioni di euro, inserito nel programma di investimenti per il biennio 2015-2016 per i «Grandi progetti beni culturali»): per tutti questi motivi il Ponte è da dichiarare monumento nazionale.

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Il ponte sul Brenta in Bassano del Grappa, nella provincia di Vicenza, detto «Ponte Vecchio di Bassano», è dichiarato monumento nazionale.

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