ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05227

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 12
Seduta di annuncio: 96 del 15/11/1994
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
Data firma: 15/11/1994


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 02/12/1994
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 15/11/1994

INTERLOCUTORIO IL 02/12/1994

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri
dell'interno, di grazia e giustizia e della difesa. - Per sapere
- premesso che:
dalla ricostruzione dei magistrati di Bologna nella
indagine sui depistaggi per le stragi e dalle relazioni peritali
allegate alla requisitoria del P.M. della Procura presso il
tribunale (proc. n. 1251/A/82 Pm) emergono nuovi importanti
elementi circa le illegalità della struttura clandestina Gladio,
gravi reati commessi dai vertici del Sismi e supposti omissivi
comportamenti dei magistrati della Procura di Roma della cui
sbrigativa archiviazione non si è ancora spenta l'eco:
distruzione di documenti e dei relativi registri di protocollo la
cui conservazione è obbligatoria per 20 anni, la mancanza dei
verbali di distruzione. Al fine di sottrarli alle perquisizioni
del G.I. Felice Casson e dei magistrati della Procura Militare di
Padova;
in particolare presso la VII Divisione del Sismi si
verificano i più gravi episodi di inquinamento e sottrazione
delle prove a detta della Procura di Bologna "essendo rimasti i
vertici della VII Divisione, la struttura cioè oggetto
d'indagine, gli esclusivi arbitri della consegna della
documentazione all'AG". Questo è stato possibile solamente grazie
all'operato della Procura di Roma che, all'indomani della
rimozione del segreto sugli archivi e dopo la prima visita del GI
di Venezia, "procedevano alle operazioni di sequestro dei
documenti Gladio, direttamente dopo aver provveduto ad
allontanare il personale di PG che doveva assisterli", fatti
questi documentati da minuziose relazioni dei Ros dei Carabinieri
nell'aprile 1991 e dicembre 1993;
il numero dei gladiatori (622) è dolosamente falso. Quanto
comunicato dall'onorevole Andreotti (su input del Sismi)
riguardava solo il numero di civili esterni al Sismi e non il
complesso dei componenti la struttura. Secondo le inchieste in
corso si ha ragione di ritenere che la Gladio fosse composta da
quasi tremila effettivi e di 1500 "a quadro", mobilitabili in
caso d'emergenza, reclutati in larga parte negli ambienti
dell'estrema destra. Ci sono fondati sospetti che anche la lista
dei civili di Gladio sia non completa, come dimostrerebbe il
fatto che il cittadino Vittorio Andreuzzi ha protestato per non
essere stato incluso nell'elenco pubblicato. All'elenco diffuso
dall'ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti devono essere
aggiunti le centinaia di appartenenti, tutt'ora in servizio al
Sismi e la cui militanza, sia pure per brevi periodi, nei quadri
della VII Divisione, li vincolava ad vitam alla Gladio e
costituiva titolo qualificante per conseguire promozioni. Tali
promozioni avvenivano al di fuori delle prescritte commissioni di
avanzamento e, benché in congedo dalle FF.AA, assurgevano ad
incarichi ai vertici del servizio. Ne conseguirebbe il fatto
gravissimo che la Gladio, tramite i suoi esponenti di rilievo,
avrebbe di fatto controllato e diretto l'intero Servizio segreto
militare. In questa lista infatti apparterrebbero: il col. Benito
Rosa di S.M. poi generale di corpo d'armata, poi all'OCSE di
Parigi; il col. Paolo Inzirilli, poi generale di brigata, poi
direttore di Ucsi, poi capo di stato maggiore; il tenente
colonnello Pasquale Cerza, poi direttore del personale del Sismi,
poi generale di brigata; il colonnello Alvaro Stanco, poi
generale poi direttore della divisione Sanità; il tenente
colonnello Roberto Spunticchia, direttore divisione TLC; il
colonnello Sergio De Francesco, direttore della divisione tecnico
scientifica; e molti altri ancora;
da quanto risulta dalle inchieste in corso, emergerebbe che
tutti i componenti civili e militari della Gladio erano in
possesso del Nos (nullaosta di segretezza) e ciò nonostante
alcuni di essi siano risultati provenienti da formazioni
dell'estrema destra o iscritti a logge massoniche coperte, come
tra l'altro risulta dalle inchieste del Procuratore Cordova;
in aperta violazione dell'articolo 10 della legge n. 801
del 1977, veniva ricostituita la Direzione di Sicurezza Interna
(ex ufficio di sicurezza) fatta sciogliere dal Presidente del
Consiglio Giovanni Spadolini;
presso la Direzione di Sicurezza di Roma, via del
Policlinico 131, prestavano servizio agenti della Gladio della
VII Divisione ed appartenenti alla sezione "K" tra cui il tenente
colonnello Cavataio poi responsabile dell'addestramento e degli
archivi della VII Divisione;
l'ammiraglio Martini nel 1987 poneva a capo dell'organo
esecutivo Ucsi (Ufficio Centrale per la Sicurezza) il generale
Inzirilli, durante la cui gestione venivano concessi nullaosta di
segretezza a ditte indagata per mafia o coinvolte in
tangentopoli. Risulterebbe inoltre che in questo periodo il Sismi
si sarebbe riappropriato di 250.000 fascicoli (dossier) di
pertinenza della Presidenza del Consiglio;
sempre nello stesso periodo sarebbero state autorizzate
numerose missioni all'estero in paesi al di fuori della Nato,
impiegando il personale della sezione K per addestramento,
forniture di armi ed apparecchiature di ogni genere, il tutto
senza mai informare il Cesis. Parimenti risulterebbe l'impiego di
uomini della sezione K o dei nuclei Ossi o Gos in operazioni non
attinenti ai compiti istituzionali (sequestro Moro, Dozier,
rivolta carcere di Trani, sequestro Achille Lauro, aereo
sequestrato a Malta, la cosiddetta "operazione Lima");
secondo una delle ipotesi avanzate dai magistrati di
Bologna, la sezione K risulterebbe rivivere sotto la nuova sigla
di Falange Armata di cui farebbero parte alcuni componenti della
disciolta VII Divisione. Secondo quanto dichiarato ai magistrati
dal segretario del Cesis Paolo Fulci, la Falange Armata sarebbe
composta da 16 ufficiali della VII Divisione, arruolati in modo
clandestino dal generale Pietro Musumeci tra gli ex paracadutisti
della Folgore;
la creazione della sezione K è ascrivibile al capo della
Gladio, Inzerilli. Infatti in un documento del 1976 allegato ad
un suo manuale sulla guerra non ortodossa, Inzirilli delinea i
compiti e la composizione degli Ossi (Operatori del Servizio
Informazioni in tempo di pace) e dei Gos (Gruppo operatori
speciali, in tempo di guerra) entrambi sotto la comune sigla K
(Killer);
nello stesso documento, in cui appaiono ben chiare finalità
non compatibili con la legalità democratica, vengono date
direttive in ordine a reclutamenti clandestini e creazione o
ricostruzione di nuovi Nasco (depositi di armi);
dalla ricostruzione dei giudici di Bologna, risulta che il
numero di tali depositi (distrutti ufficialmente nel 1972) è
maggiore di quelli rinvenuti o segnalati con versioni diverse;
predetta documentazione, che dimostra in maniera
incontrovertibile la illegalità di Gladio, non risulta acquisita
agli atti della Procura di Bologna, essa è stata sequestrata al
C.T.U. della Procura Militare di Padova che veniva arrestato ed
incriminato per rivelazione del segreto di Stato, unitamente al
magistrato che aveva a lui affidato la perizia;
successivamente a quanto esposto al precedente punto di
premessa, veniva sottratta al suo giudice naturale e trasferita
alla Procura Militare della Repubblica di Roma l'intera inchiesta
sulla Gladio militare. A sua volta la Procura della Repubblica di
Roma avocava a sé l'inchiesta, arrivando nel mese di luglio del
1994 a chiudere l'istruttoria con il rinvio a giudizio del gen.
Inzirilli e di altri: restituiva perciò gli atti per competenza
alla Procura Militare di Roma;
risulta inoltre parimenti ascrivibile alla VII Divisione la
creazione di altra struttura clandestina risultante operante
anche dopo lo scioglimento della Gladio: il Centro Scorpione di
Trapani. Tale centro, sorto in una zona ad alta intensità
mafiosa, di logge massoniche occulte, di traffici di armi e di
droga, disponeva di un velivolo leggero e di una pista di
atterraggio. Da numerosa documentazione sequestrata dai
magistrati della Procura di Padova, è emersa la falsità contabile
tenuta dal Centro che elargiva compensi a "fonti" inesistenti. Il
Capo Centro, maresciallo Li Causi, non è stato in grado di
fornire plausibili spiegazioni;
lo stesso maresciallo Li Causi, con differenti nomi di
copertura, risulterebbe aver partecipato a numerose operazioni
illegali condotte dalla VII Divisione. Dati questi precedenti
risultano ancora non chiare le ragioni delle sua presenza in
Somalia dove perse la vita, secondo la versione ufficiale, a
causa di una pallottola vagante;
ulteriori elementi sono emersi circa la illegalità della
esercitazione Delfino effettivamente svoltasi in Friuli. Tutto
ciò contrariamente a quanto sostenuto nel 1992 dai magistrati
della Procura di Roma che definirono l'esercitazione una "ipotesi
di lavoro", una "esercitazione in vitro", provvedendo ad
incriminare e far arrestare le persone che indagavano e che ne
avevano presumibilmente rivelato l'esistenza -:
come il Governo valuti gli ultimi gravi elementi emersi
sulla struttura clandestina Gladio, considerato che la medesima
non era compartimentata in una Divisione del Servizio Segreto
militare ma che dello stesso ne assumeva di fatto la direzione
riuscendo, con il concorso di Ucsi, a condizionare le funzioni e
le procedure di reclutamento, di gestione delle carriere, degli
appalti, delle commesse militari, della vendita o traffico di
armi;
quali provvedimenti siano stati adottati, anche aldilà di
quelle che saranno le risultanze giudiziarie, nei confronti di
tutti coloro che hanno comunque operato al di fuori dei compiti
istituzionali del Servizio, in aperta violazione della legge n.
801 del 1977 (in particolare in merito al ruolo svolto dai
componenti della sezione K e della cosiddetta Falange Armata);
se non ritenga il Governo necessario assumere dei
provvedimenti nei confronti dei magistrati della procura di Roma
in merito alla "disinvolta" proposta di archiviazione della
inchiesta sulla Gladio e sulla indebita sottrazione al giudice
naturale della stessa;
se non ritenga, qualora quanto esposto in premessa
corrispondesse al vero, di dover consegnare alla verifica del
Comitato parlamentare per i servizi segreti e alla Commissione
d'inchiesta sulle stragi i 250.000 dossier illecitamente
sequestrati dal Sismi alla Presidenza del Consiglio;
se il Governo ha provveduto a sospendere dal servizio gli
ufficiali indagati e i responsabili delle attività illecite della
VII divisione del Sismi e/o Ucsi ed in particolare i 16
componenti della Falange Armata;
se non ritenga il Governo doveroso rendere finalmente
pubblica, o in subordine consegnarla al Comitato parlamentare di
controllo sui servizi segreti e alla Commissione stragi, la lista
completa di tutti i componenti della Gladio, compresa quella
parte militare a suo tempo omessa dal Presidente del Consiglio
pro tempore Giulio Andreotti.
(4-05227)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ARMI, ASSOCIAZIONI SEGRETE, INDAGINI GIUDIZIARIE, OPERAZIONI BELLICHE, PROCEDIMENTI RELATIVI A MAGISTRATI, RECLUTAMENTO MILITARE, RIMOZIONE O RIDUZIONE DEL GRADO O DELLO STIPENDIO, SEGRETO DI STATO, SERVIZI DI SICUREZZA
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

SERVIZIO PER LE INFORMAZIONI E LA SICUREZZA MILITARE ( SISMI ), PROCURA DELLA REPUBBLICA, ROMA (ROMA+ LAZIO+), BOLOGNA (BOLOGNA+ EMILIA ROMAGNA+), PADOVA (PADOVA+ VENETO+), OPERAZIONE GLADIO