ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00162

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 440 del 09/12/2020
Abbinamenti
Atto 6/00159 abbinato in data 09/12/2020
Atto 6/00160 abbinato in data 09/12/2020
Atto 6/00161 abbinato in data 09/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 09/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/12/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 09/12/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 09/12/2020


Stato iter:
09/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 09/12/2020
Resoconto AMENDOLA VINCENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 09/12/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-ITALIANI IN EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ROSPI GIANLUCA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA-ALTERNATIVA POPOLARE (AP)-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI)
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto ROSATO ETTORE ITALIA VIVA
Resoconto MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BERARDINI FABIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FORCINITI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MANIERO ALVISE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ZENNARO ANTONIO MISTO
Resoconto TRANO RAFFAELE MISTO
Resoconto LAPIA MARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FIORAMONTI LORENZO MISTO
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto RIZZONE MARCO MISTO
Resoconto CUNIAL SARA MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/12/2020

NON ACCOLTO IL 09/12/2020

PARERE GOVERNO IL 09/12/2020

DISCUSSIONE IL 09/12/2020

RESPINTO IL 09/12/2020

CONCLUSO IL 09/12/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00162
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n. 440

   La Camera,
    in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 10 e l'11 dicembre 2020, in cui i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno un cospicuo numero di argomenti iscritti all'ordine del giorno e ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
   premesso che:
    il Consiglio europeo di dicembre sarà articolato attorno a diverse tematiche poste all'ordine del giorno:
     una riunione del Vertice euro (formato inclusivo) in cui i leader dell'Unione europea a 27 saranno chiamati a decidere se procedere alla firma della revisione del Trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità (MES);
    la politica estera e di sicurezza, nello specifico esaminando il futuro delle relazioni tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, la situazione nel Mediterraneo orientale e i rapporti con la Turchia, e ponendo degli obiettivi per la lotta al terrorismo e all'estremismo violento;
     la situazione relativa al COVID-19, compreso il coordinamento del lavoro sui vaccini e sui test e la graduale revoca delle restrizioni;
     il fattore climatico, con la possibilità di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni dell'Unione europea per il 2030;
   considerato che:
    l'Unione europea, dopo una iniziale e incomprensibile incertezza, ha dimostrato di voler mettere in campo coraggiose azioni di solidarietà economica e sociale, comprendendo la gravità dell'emergenza sanitaria che, inevitabilmente, diverrà nel breve periodo emergenza economica; una crisi la cui portata, ad oggi, appare come la più profonda dal dopo guerra;
   sul tema MES,
    il Meccanismo europeo di stabilità (MES – European Stability Mechanism, ESM) è stato istituito nel 2012 mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico dell'Unione europea. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che – pur avendo un debito pubblico sostenibile – trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato; il MES nasce dunque per offrire maggiori strumenti per la stabilità finanziaria;
    la condizionalità varia a seconda della natura dello strumento utilizzato: per i prestiti assume la forma di un programma di aggiustamento macroeconomico, specificato in un apposito memorandum; è meno stringente nel caso delle linee di credito precauzionali, destinate a paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi;
    il MES è guidato da un «Consiglio dei Governatori» composto dai 19 Ministri delle finanze dell'area dell'euro. Il Consiglio assume all'unanimità tutte le principali decisioni (incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all'approvazione dei protocolli d'intesa con i paesi che la ricevono). Il MES può operare a maggioranza qualificata dell'85 per cento del capitale qualora, in caso di minaccia per la stabilità finanziaria ed economica dell'area dell'euro, la Commissione europea e la BCE richiedano l'assunzione di decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria;
    il MES ha un capitale sottoscritto pari a 704,8 miliardi, di cui 80,5 sono stati versati; la sua capacità di prestito ammonta a 500 miliardi. L'Italia ha sottoscritto il capitale del MES per 125,3 miliardi, versandone oltre 14. I diritti di voto dei membri del Consiglio sono proporzionali al capitale sottoscritto dai rispettivi paesi. Germania, Francia e Italia hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza;
    le modifiche oggetto di approvazione sono quelle concordate a esito dell'Eurogruppo del 13 giugno 2019, e prevedono una revisione dei criteri di concessione dei prestiti del MES agli Stati in difficoltà, l'impiego del MES come meccanismo di sostegno del fondo di risoluzione unico, e una revisione della governance del fondo; tutte queste modifiche presentano criticità che l'attuale crisi pandemica ha messo in ulteriore evidenza;
    quanto ai criteri di concessione dei prestiti agli Stati in difficoltà, la riforma prevede che il MES possa intervenire secondo due modalità. La prima modalità, detta «linea di credito condizionata precauzionale» (PCCL), è accessibile agli Stati che presentino i requisiti definiti dall'Allegato 3 del testo riformato, ovvero: non essere in procedura d'infrazione; vantare un deficit inferiore al 3 per cento da almeno due anni; avere un rapporto debito-PIL sotto il 60 per cento (o, almeno, aver sperimentato una riduzione di almeno 1/20 negli ultimi due anni della parte eccedente il 60 per cento), insieme a una serie di riferimenti meramente qualitativi al quadro generale di sorveglianza macroeconomica;
    la seconda modalità, detta «linea di credito a condizionalità rafforzata» (ECCL) invece subordina la concessione del credito all'adozione di un programma di riforma (memorandum of understanding) e prevede la possibilità di una procedura che contempli il cosiddetto « private sector involvement», espressamente menzionato nelle premesse del trattato, ovvero una ristrutturazione del debito tramite riduzione del valore nominale o rimodulazione delle scadenze dei nostri titoli di Stato, eventualità che metterebbe a forte rischio la stabilità stessa del nostro sistema economico e finanziario con conseguenze gravissime per i risparmi degli italiani;
    a questo riguardo l'articolo 12 del testo riformato prevede che dal 1o gennaio 2022 i titoli di Stato dei Paesi aderenti siano assoggettati a clausole di azione collettiva a votazione singola (single-limb CACs), la cui finalità è appunto quella di agevolare eventuali ristrutturazioni dei debiti pubblici dell'Eurozona;
    le condizioni stabilite all'allegato 3 del testo comportano che l'Italia potrebbe accedere ai prestiti del MES esclusivamente nella modalità a condizionalità rafforzata;
    quanto all'uso del MES come meccanismo di sostegno comune (common backstop) del Fondo di Risoluzione Unico, l'articolo 12 e l'allegato 4 del testo riformato prevedono che ad esso si acceda in ultima istanza, il che implica, fra l'altro, che le risorse del MES possano essere mobilitate solo dopo il bail in dei risparmiatori;
    il sostegno al Fondo di risoluzione unico avviene sotto forma di linea di credito del Mes e che quindi si possono creare nuove linee di credito verso altri Fondi a partire dal Mes;
    quanto alla governance del MES, la riforma potenzia il ruolo di indirizzo, intervento e controllo del direttore generale del fondo, in particolare per quanto riguarda la definizione dei memorandum, il loro negoziato con gli Stati che facciano richiesta di accesso ai fondi, e la valutazione della capacità del Paese di restituire i prestiti, determinando così un ulteriore emarginazione della sfera politica dal processo decisionale, continuerà, dunque ad essere uno strumento intergovernativo, non gestito a livello comunitario, né sottoposto al controllo del Parlamento europeo e con il coinvolgimento minimo della Commissione europea, fermo restando che ai sensi del combinato disposto degli articoli 4 e 5 del Trattato il nostro Paese non avrebbe alcun diritto di veto sulla nomina del direttore generale, e che ai sensi dell'articolo 35 il direttore generale gode di completa immunità da qualsiasi giurisdizione;
    le decisioni sull'utilizzo del fondo verranno prese a maggioranza dagli Stati, il che vuol dire che i soldi versati dall'Italia potranno essere utilizzati altrove anche contro la volontà italiana. Inoltre, il Fondo sarà europeo solo nella forma perché il Parlamento di Strasburgo non avrà alcun potere di controllo e la Commissione europea sarà chiamata a svolgere un ruolo puramente notarile;
    dall'inizio dell'emergenza pandemica nel febbraio 2020 hanno avuto luogo undici riunioni dell'Eurogruppo, nove riunioni del Consiglio Economia e Finanza, e dodici riunioni del Consiglio europeo;
    nel corso dell'emergenza pandemica il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto ha sostanzialmente disapplicato la legge n. 234 del 2012 sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa europea. In particolare, il Presidente del Consiglio ha svolto comunicazioni sul Consiglio europeo solo in 2 occasioni e il Ministro dell'economia ha riferito sul Consiglio economia e finanza in un'unica occasione;
    la mancanza di occasioni di confronto ha prodotto un sostanziale disallineamento degli indirizzi negoziali del Governo rispetto agli orientamenti del Parlamento, sede della sovranità popolare, e questo in un periodo in cui l'evoluzione della crisi imponeva a livello europeo un ripensamento di tutto l'apparato regolatorio dell'Unione, e in particolare delle regole di austerità, a partire dalla sospensione dei parametri del Fiscal compact, con l'attivazione della Clausola generale di salvaguardia (General Escape Clause), comunicata dalla Commissione al Consiglio il 20 marzo 2020 con COM(2020) 123 definitivo;
    l'approvazione del testo riformato del Trattato istitutivo del meccanismo europeo di stabilità porterebbe al risultato paradossale di inserire i parametri caratteristici del Fiscal compact in un meccanismo di gestione delle crisi, nel momento stesso in cui i fatti dimostrano che proprio in caso di crisi questi parametri devono essere disapplicati;
   in materia di cambiamenti climatici,
    l'Unione europea mira al raggiungimento di un livello di tutela elevato, che tenga conto della diversità delle varie realtà dell'Unione, e che si fondi su dati scientifici e tecnici aggiornati, sulle valutazioni dei vantaggi e degli oneri che possono derivare dall'azione o dall'inazione e in considerazione dello sviluppo socio-economico dell'Unione come insieme e come sviluppo equilibrato delle sue singole regioni;
    le conclusioni del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre u.s. hanno ribadito che per il raggiungimento dell'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione europea al 2050, in linea con l'Accordo di Parigi, è necessario che l'Unione europea aumenti le proprie ambizioni per il prossimo decennio e che aggiorni opportunamente il quadro delle politiche dell'energia e del clima; in tale contesto è stata presentata la proposta di un obiettivo di riduzione delle emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030 e le iniziative necessarie per realizzare tale ambizione, da concordare sulla base di un accordo raggiunto collettivamente dall'Unione europea nel modo più efficiente in termini di costi e nel rispetto delle circostanze nazionali e di considerazioni di equità e solidarietà;
    gli esiti del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, del luglio 2020 hanno posto come priorità del Quadro finanziario pluriennale di medio periodo la copertura adeguata delle principali sfide europee, come il Green Deal, la digitalizzazione, la resilienza; l'obiettivo climatico prevede in particolare di destinare almeno il 30 per cento della spesa complessiva del bilancio pluriennale 2021-2027 all'azione per il clima, a fronte del 25 per cento proposto dalla Commissione e del 20 per cento dell'attuale bilancio, stabilendo, tuttavia, che sia il bilancio dell'Unione europea sia Next Generation EU debbano rispettare l'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione europea entro il 2050 e contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici 2030 dell'Unione, che dovrebbero essere aggiornati entro la fine dell'anno;
    ai fini dell'adesione a tale obiettivo la Commissione europea ha adottato la Comunicazione sul Green Deal Europeo, riconoscendo comunque la necessità di predisporre un quadro finanziario adeguato per garantire agli Stati membri il necessario sostegno per la gestione della transizione; il 10 settembre 2020 la Commissione per l'ambiente la sanità pubblica e la sicurezza alimentare dell'europarlamento, ha approvato l'obiettivo del 60 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli 1990, come nuovo target intermedio per l'Unione europea, che si presenta ancora più ambizioso e difficile da raggiungere rispetto all'obiettivo del 55 per cento che la Commissione europea propone nella nuova legge per il clima in preparazione; tali ambiziosi obiettivi vanno oltre il 40 per cento indicato quale contributo europeo all'accordo di Parigi e rappresenterebbero un traguardo ulteriore rispetto al mantenimento del riscaldamento globale entro l'1,5oC, come suggerito dai documenti dell'IPCC, ovvero il gruppo intergovernativo internazionale di esperti sui cambiamenti climatici;
    nell'ambito delle risorse per la transizione ecologica previste dal Green Deal europeo, si evidenzia il diverso trattamento che l'Europa riserva al settore economico produttivo della plastica, del quale l'Italia è uno dei Paesi leader, rispetto a quello del carbone, che invece interessa particolarmente la Germania e che sarà oggetto di sussidi a valere sul nuovo fondo per la transizione giusta. In tal modo il processo di decarbonizzazione verrà effettivamente sostenuto dai fondi europei, mentre, al contrario, il settore della plastica potrebbe essere colpito da una specifica nuova forma di tassazione, con ulteriori probabili danni per un gran numero di aziende coinvolte nel nostro territorio e quindi dell'economia italiana. È quanto mai importante evitare che in un contesto produttivo così globalizzato una rigida regolamentazione europea possa rappresentare una minaccia per le nostre industrie rendendole meno competitive sul settore europeo e mondiale senza alcun reale beneficio in termini ambientali. Limitare o penalizzare la produzione della plastica in Europa non ha alcun beneficio in termini di protezione dell'ambiente e di lotta ai cambiamenti climatici se come conseguenza si verifica un'apertura all'importazione di plastica da Paesi extraeuropei. Oltretutto a seguito dell'emergenza COVID è emersa la grande importanza della plastica quale materiale low-cost, versatile e igienico, con elevatissimi livelli di riciclabilità, e non solo come il grande nemico dell'ambiente; inoltre aprendo al mercato extra europeo si rischia anche di non assicurare il rispetto delle necessarie certificazioni sanitarie e ambientali. Al riguardo occorre far pressione per un Green Deal non solo europeo ma mondiale oppure decidere, a fronte di una normativa comunitaria più rigorosa, di limitare le importazioni di prodotti inquinanti con l'applicazione di maggiori imposte o addirittura di divieti ove la produzione di tali beni non garantisca il rispetto delle basilari regole di tutela ambientale;
    nell'ambito della relazione programmatica per il 2020 il Governo richiama gli obiettivi della Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e afferma l'intenzione di voler lavorare per rafforzare i sistemi nazionali di protezione ambientale, promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate, aumentare il sostegno agli interventi in materia di economia circolare, di gestione dei rifiuti, della mitigazione dei rischi idrogeologici e la promozione delle politiche di adattamento, prevenzione dei rischi e resilienza alle catastrofi, di recupero dei siti inquinati a fini produttivi, e anche in materia di messa in sicurezza sismica, di energia rinnovabile e di efficientamento energetico, di mobilità sostenibile, di infrastrutture verdi in aree urbane e di tutela della biodiversità;
    la maggiore ambizione dell'Unione europea, annunciata nel titolo del Programma della Commissione europea per il 2020, si fonda, quasi esclusivamente, sul Green Deal europeo; si ritiene che il Governo italiano sia incline più a penalizzare che a incentivare comportamenti virtuosi in questo campo. Citiamo, ad esempio la plastic tax che penalizza le nostre imprese rischiando di condizionare negativamente anche quelle virtuose e all'avanguardia dal punto di vista ambientale, collocandoli fuori dal mercato europeo e mondiale;
    sulle questioni sanitarie legate al COVID-19, il Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2020, nel riconoscere la gravità dell'attuale situazione epidemiologica, definendola senza precedenti e fonte di gravissime preoccupazioni, ha riconosciuto i progressi finora raggiunti in materia di coordinamento generale a livello di Unione europea nella lotta contro la COVID-19, ed ha accolto con favore i lavori sullo sviluppo e la distribuzione di vaccini a livello dell'Unione europea, ribadendo la necessità di definire un solido processo di autorizzazione e di monitoraggio, di creare capacità di vaccinazione nell'Unione europea e garantire un accesso ai vaccini equo e a prezzi abbordabili;
    l'Italia ha aderito all'iniziativa dell'Unione europea per l'acquisto del più ampio portafoglio possibile di vaccini mediante l'APA – Advanced Purchase Agreement nell'ambito del quale sono in corso di validazione alcuni candidati vaccini, i primi dei quali potrebbero essere disponibili già a partire dai primi mesi del prossimo anno;
    nell'ambito della strategia europea per lo sviluppo, la produzione e la diffusione di vaccini efficaci e sicuri contro il COVID-19, la Commissione europea ha firmato per conto di tutti i partner europei sei contratti con AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NY, BioNTech-Pfizer, CureYac e Moderna, attraverso una procedura di appalto centralizzata intesa a garantire a tutti gli Stati membri la qualità, la sicurezza, l'efficacia e un accesso tempestivo ai vaccini in numero sufficiente e a costi contenuti;
    gli Stati membri possono acquistare i vaccini direttamente dal produttore alle condizioni stabilite nell'accordo preliminare di acquisto; all'Italia spetta una quota pari al 13,65 per cento di tutti i vaccini già opzionati dall'Unione europea, calcolata sulla base di alcuni criteri, tra cui la popolazione; ciascuno Stato membro sarà chiamato ad elaborare strategie nazionali di vaccinazione, la messa a disposizione, l'uso e la somministrazione del vaccino; la Commissione europea monitorerà l'efficacia delle strategie nazionali di vaccinazione sulla base di un quadro comune di comunicazione e una piattaforma attualmente in fase di sviluppo;
    la legge di bilancio 2021, all'articolo 80 dispone, per l'anno 2021, l'istituzione di un Fondo per la sanità e i vaccini nello stato di previsione del Ministero della salute, con una dotazione di 400 milioni, finalizzato all'acquisto dei vaccini per contrastare il virus SARS-CoV-2 e dei farmaci specifici per la cura dei pazienti affetti da COVID-19; l'acquisto sarà effettuato per il tramite il Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;
   con riferimento alla sicurezza interna e alle relazioni esterne,
    nelle conclusioni del Consiglio europeo sulle relazioni esterne del 1o ottobre 2020, si sottolineano le preoccupazioni per la situazione dei diritti umani in Cina, compresi gli sviluppi a Hong Kong e il trattamento delle persone appartenenti a minoranze, come espresso al vertice Unione europea-Cina di giugno e alla riunione dei leader tenutasi il 14 settembre;
    i numerosi arresti di manifestanti, di parlamentari ed esponenti locali filo-democratici delle ultime settimane, evidenzia la pericolosa spirale repressiva che la Cina ha deciso di esercitare su Hong Kong con l'approvazione della legge sulla sicurezza dello scorso giugno, che inizia a mostrare la sua reale portata; i lavori dell'Assemblea legislativa di Hong Kong sono fortemente limitati a causa delle espulsioni dei rappresentanti dell'opposizione e delle conseguenti dimissioni di massa a seguito del prolungamento di un anno della legislatura in corso, deciso arbitrariamente nel mese di settembre;
    le conclusioni del Consiglio europeo incoraggiano la Cina ad assumersi maggiori responsabilità nell'affrontare le sfide globali, includendo, inoltre, il sostegno alle risposte multilaterale alla pandemia COVID-19; non si fa però nessun riferimento, nonostante le numerose inchieste giornalistiche, in tema di relazioni Unione europea-Cina, alla tematica di trasparenza nella gestione sull'origine della pandemia, e delle forme di repressione dell'informazione scientifica che hanno messo a tacere i tentativi di medici e giornalisti di informare il mondo dell'epidemia in atto, nei mesi iniziali;
    in tema di rapporti con gli Stati Uniti, la pandemia in atto ha accelerato il processo di sfida all'ordine liberale già in atto da alcuni anni: inoltre, con la conclusione del processo della Brexit, la componente «atlantista» interna all'Unione europea rischia di diventare sempre più debole;
    è fondamentale ribadire l'importanza strategica dell'alleanza con gli Stati Uniti, che deve dar luce anche a livello europeo a concrete iniziative volte ad innalzare il rapporto politico e commerciale con Washington;
    in tema di Mediterraneo orientale, le conclusioni del Consiglio europeo sulle relazioni esterne condannano fermamente le violazioni dei diritti sovrani nei confronti della Repubblica di Cipro e della Grecia;
    le recenti tensioni nel bacino del Mediterraneo, in particolare la ormai cronica instabilità della Libia, acuisce il tema della regressione dell'influenza europea su questa cruciale area geografica; tale evidente difficoltà permette ad altri potenze regionali e non di occupare settori strategici sia in termini economici che di sicurezza; tra tutte si segnala il recente attivismo della Repubblica di Turchia che rischia di compromettere interessi nazionali ed europei, oltre che impedire una seria opera di blocco dei flussi migratori dalle sponde libiche a quelle italiane;
    la stabilità del bacino del Mediterraneo tutto, e in special modo del quadrante orientale, deve essere un obiettivo strategico per l'Unione europea nel conseguimento di una maggiore autonomia energetica e nel rendere sicuro l'intero confine meridionale dell'Unione stessa;
    in tema di sicurezza, le ultime settimane hanno visto l'Unione europea vittima di una recrudescenza degli attentati terroristi di matrice jihadista, con gli episodi di Parigi, Dresda, Conflans-Saint-Honorine, Nizza e Vienna;
    la perdita della leadership e la fine dell'esperienza territoriale dell'Isis, sta provocando una modifica delle modalità operative delle organizzazioni estremiste, che possono convergere in favore di operazioni a bassa intensità, in grado di colpire obiettivi civili e cosiddetti soft-target;
    l'episodio di Nizza, con l'attentatore arrivato in suolo europeo tramite le vie dell'immigrazione illegale nella tratta del Mediterraneo, ribadiscono la necessità di sovrapporre il tema dell'immigrazione clandestina con le tematiche relative alla sicurezza; va fortemente ricordato, infatti, che l'unica garanzia di tenuta del sistema Schengen si basa su un capillare e rigoroso controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea;
    si susseguono le segnalazioni di interferenza delle Organizzazioni Non Governative durante le operazioni di contrasto all'immigrazione clandestina o di salvataggio in mare, tali situazioni cagionano, in molti casi, un rallentamento delle operazioni stesse oltre che la necessità di utilizzare per altro scopo, risorse umane ed economiche per altro già insufficienti alla missione assegnata,

impegna il Governo:

   1) in tema di vertice euro e riforma del MES:
    a) a non firmare a nome dell'Italia i termini dell'accordo sulla ratifica della riforma del MES raggiunti il 30 novembre dall'Eurogruppo, proponendo di mettere le risorse del MES nella disponibilità della Commissione europea secondo gli indirizzi del Parlamento Europeo per misure di sostegno delle filiere economiche maggiormente colpite dalla crisi da COVID-19 e per finanziare investimenti specifici in ambito sanitario;
    b) ad annunciare in modo visibile ed esplicito la necessità di espungere dal Trattato qualsiasi riferimento alle regole di austerità del Fiscal compact quale precondizione per l'accesso alle linee di credito del fondo;
    c) ad annunciare in modo visibile ed esplicito la necessità di invertire l'attuale logica di intervento, per cui il Fondo di garanzia unica europea sui depositi interviene solo dopo l'applicazione della completa procedura del bail-in;
    d) ad annunciare in modo visibile ed esplicito la necessità di espungere dal testo del Trattato qualsiasi riferimento al coinvolgimento del settore privato (private sector involvement) e a procedure agevolate di ristrutturazione del debito come le clausole di azione collettiva a firma singola (single-limb CACs);
    e) ad annunciare in modo visibile ed esplicito la necessità di cancellare l'immunità assoluta concessa al MES e a suoi dirigenti per renderlo sottoposto quanto meno alla Corte di giustizia dell'Unione europea;
    f) a subordinare qualsiasi tipo di preventivo assenso alla riforma del Trattato MES all'accoglimento delle modifiche che eliminino le criticità esposte in premessa;
   2) con riferimento alle questioni ambientali:
    a) ad assumere obiettivi realistici per l'Unione europea basati su valutazioni economiche e ambientali concrete che prescindano dalle ideologie e che tengano debitamente in considerazione le difficoltà in cui versano le imprese italiane ed europee, profondamente compromesse dalla pandemia da COVID-19 e che necessitano ora più che mai di misure e azioni per favorire la loro ripresa, identificando misure premianti ed incentivanti la loro transizione green e la necessaria innovazione tecnologica, in un'ottica di sostenibilità;
    b) ad evitare, in questo momento storico, di assumere impegni europei eccessivamente rigidi e vincolanti in tema di neutralità climatica che vadano oltre a quanto indicato nell'accordo di Parigi e favorire il rafforzamento di una posizione chiara e unitaria dell'Unione europea a favore di una risposta globale e bilanciata ai cambiamenti climatici, in grado di assicurare la tutela di tutte le imprese europee dai competitors di altre potenze mondiali, evitando di sottoporle ad eccessivi sforzi economici e a distorsioni della concorrenza a livello internazionale, nel rispetto degli obiettivi ambientali, sociali ed economici dello sviluppo sostenibile;
    c) a prevedere investimenti mirati dell'Unione europea, per uno sviluppo che sia sostenibile anche economicamente per gli Stati membri, che individui le opportunità economiche in termini di nuova occupazione e competitività, sostenendo anche finanziariamente le aziende ai fini di una transizione green e garantendo alle imprese europee tempi realistici e sostenibili, programmi elastici con obiettivi stabili a lungo termine e obiettivi intermedi non vincolanti, nonché soglie minime che consentono di escludere da vincoli le aziende più piccole che contribuiscono in misura non significativa in termini di emissioni climalteranti;
    d) a promuovere un monitoraggio a livello mondiale sull'attuazione degli impegni presi e sui progressi compiuti, sia da parte degli Stati sottoscrittori dell'accordo di Parigi sia a livello globale, allo scopo di mettere in luce i progressi compiuti e gli Stati inadempienti;
    e) a porre le fondamenta per un Green Deal mondiale e non solo europeo al fine di evitare che tutti i nostri sforzi in termini di produttività ma anche di benefici ambientali, vengano vanificati da politiche industriali spregiudicate da parte di altri paesi extra Unione europea, come ad esempio per gli obiettivi di riduzione della plastica che non devono restare circoscritti ai confini europei ma devono essere realistici e oggetto di un patto a livello internazionale per non penalizzare i produttori italiani, ed europei, in favore di esportatori cinesi o indiani, con dubbia tutela dell'ambiente e della salute;
    f) a valutare la definizione di un quadro normativo condiviso soprattutto dalle potenze extraeuropee per una produzione virtuosa e rispettosa dell'ambiente, senza necessariamente danneggiare i sistemi produttivi dei singoli Paesi, anche attraverso misure che disincentivino l'acquisto e l'utilizzo di materiale inquinante applicando tasse o dazi in entrata all'Interno dei confini europei;
    g) ai fini della transizione verso un'Economia Circolare, a prevedere misure incentivanti per le attività di riciclo e recupero di materia e misure di reale semplificazione a livello normativo per le procedure di attivazione di nuovi impianti di riciclaggio e ulteriori impianti di recupero energetico, specialmente nei territori in cui, tale assenza, comporta trasferimenti di rifiuti sul territorio europeo in completo disaccordo con il concetto di prossimità e dei principi di efficienza, efficacia ed economicità di gestione e di tutela dell'ambiente, sostenendo in modo concreto le aziende che garantiscono il fine vita del rifiuto e pertanto la «chiusura del cerchio», all'interno di un contesto di economia circolare reale e non solo teorico;
    h) a garantire finanziamenti per contrastare il dissesto idrogeologico attribuendo alle regioni risorse e competenze per l'attuazione di interventi strutturali di prevenzione e di difesa del territorio dai fenomeni alluvionali, drammaticamente aumentati in intensità e frequenza a seguito dei cambiamenti climatici, anche garantendo una semplificazione normativa per una sistematica pulizia dei fiumi e dei torrenti, e prevedere investimenti per il rinnovamento e la riqualificazione dei sistemi fognari esistenti e della rete idrica, anche nelle aree lacustri e lagunari, e per il riassetto delle reti fognarie comunali per la raccolta e lo smaltimento delle acque di dilavamento, con particolare riferimento alle infrastrutture vetuste dei centri storici;
    i) ad intervenire per contrastare lo spopolamento delle valli e quindi di abbandono di territori fragili quali quelli montani, e garantire le esigenze economiche, sociali e culturali della popolazione locale quale strumento essenziale di tutela e protezione del territorio, sia promuovendo misure a livello europeo per il contenimento degli animali selvatici predatori, che delega alle regioni e alle autorità locali la gestione delle specie, l'adozione dei misure regolamentari e la conservazione dei relativi habitat naturali, sia colmando il divario digitale esistente tra i territori economicamente più sviluppati e la montagna, con la predisposizione di un credibile programma di aiuti europei espressamente dedicato;
    l) a considerare, al pari se non più importante dell'obiettivo dell'emissione zero, obiettivo prioritario per l'istituzione europea il raggiungimento di un continente a povertà e disoccupazione zero attraverso una concreta politica del lavoro realizzata anche sostenendo una reale e duratura transizione energetica e per ridurre le emissioni di anidride carbonica in tutti i settori produttivi, attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica, l'utilizzo e l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, lo sviluppo del trasporto pubblico, l'incremento delle buone pratiche colturali per il contenimento della CO2, al fine del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e il progressivo superamento della dipendenza dai combustibili fossili;
   3) con riferimento alle questioni sanitarie:
    a) a definire un efficace «Piano Vaccini» per tutta la popolazione, che preveda il pieno coinvolgimento delle regioni, al fine di individuare tutte le strutture idonee per la custodia, la conservazione e la somministrazione dei vaccini antagonisti al COVID-19, nonché a definire con le medesime modalità distributive il piano nazionale per i test rapidi nella misura di almeno mezzo milione di test al giorno, includendo nel suddetto Piano l'utilizzo della Sanità militare;
    b) ad esentare il pagamento dell'IVA per l'acquisto e la somministrazione dei vaccini, almeno fino al termine della pandemia, così come per i test COVID-19, i farmaci per le cure del COVID-19 nonché tutti i dispositivi di protezione individuale;
    c) a garantire che a livello europeo, come a livello nazionale con il Piano Vaccini, venga garantito il rispetto di tutti i criteri fondamentali di sicurezza, universalità e gratuità del vaccino e che sia garantito il principio di libertà di scelta dei cittadini, anche assicurando l'appropriatezza e l'adeguatezza di tutte le comunicazioni istituzionali sulla promozione della vaccinazione di massa, evitando che passino messaggi impropri o ambigui sull'obbligatorietà della vaccinazione;
    d) pur rispettando i principi di precauzione e la normativa vigente, ad adoperarsi affinché venga garantito il diritto a rientrare in Italia per i nostri concittadini residenti all'estero, e a permettere la libera circolazione delle merci favorendo così le nostre imprese;
   4) in tema di relazioni esterne e sicurezza interna:
    a) a valutare iniziative comuni in sede europea per porre fine alla pericolosa spirale repressiva in corso ad Hong Kong, che rischia di destabilizzare a cascata l'intero quadrante dell'Asia-Pacifico;
    b) a ribadire la necessità di dar via ad un'inchiesta internazionale indipendente che certifichi eventuali mancanze sul piano della trasparenza, e ritardi, nella gestione dell'epidemia COVID-19 in Cina; a porre, inoltre, la massima attenzione sui messaggi propagandistici che mirano a identificare l'Italia e altri Paesi membri dell'Unione europea come epicentro della pandemia da COVID-19;
    c) a sostenere in ambito europeo la necessità di conservare un forte e privilegiato legame con gli Stati Uniti e l'Alleanza atlantica rifiutando una posizione neutrale ed intermedia tra Stati Uniti e la Repubblica Popolare cinese; a mettere in atto inoltre ogni iniziativa politica utile per porre il nostro Paese nel ruolo di garante dell'Alleanza Atlantica in sede europea;
    d) a perseguire, nel Mediterraneo orientale, iniziative che portino l'Unione europea ad impedire ogni tipologia di azione unilaterale esterna contrarie agli interessi dell'Unione europea, e che violino il diritto internazionale e i diritti sovrani degli Stati membri;
    e) a contrastare in ogni modo possibile il traffico di esseri umani, che non è in grado di garantire nessun futuro dignitoso ai migranti, anche alla luce della grave crisi economica che colpirà l'Italia e l'Unione europea nel breve periodo, e agli episodi connessi alla sicurezza come quello di Nizza, e a porre in cima alle varie riforme in materia di immigrazione e sicurezza il principio del disincentivo alla partenza come priorità per l'approccio a tale materia;
    f) ad adoperarsi affinché i finanziatori diretti ed indiretti delle organizzazioni non governative operanti nel Mar Mediterraneo siano tracciabili e di pubblico accesso;
    g) a impegnarsi affinché le organizzazioni non governative siano obbligate a seguire i protocolli predisposti dall'agenzia Europea Frontex e dalle competenti autorità civili e militari operanti nel bacino del Mediterraneo;
    h) a sostenere conseguentemente la creazione nei paesi di transito e partenza di appositi centri in cui avviare gli immigrati al fine di verificare subito l'eventuale sussistenza dei requisiti richiesti per essere ammessi alla concessione del diritto d'asilo;
    i) ad impegnarsi in ambito europeo all'effettivo rispetto della direttiva sui rimpatri e degli accordi di riammissione stipulati anche a livello comunitario sostenendo una loro implementazione, nonché ad ottenere le adeguate risorse finanziarie onde procedere ai respingimenti e rimpatri degli immigrati irregolari.
(6-00162) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».