ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00149

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 420 del 02/11/2020
Abbinamenti
Atto 6/00148 abbinato in data 02/11/2020
Atto 6/00150 abbinato in data 02/11/2020
Atto 6/00151 abbinato in data 02/11/2020
Atto 6/00152 abbinato in data 02/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: COSTA ENRICO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 02/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAGI RICCARDO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA 02/11/2020


Stato iter:
02/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 02/11/2020
Resoconto D'INCA' FEDERICO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/11/2020
Resoconto FUSACCHIA ALESSANDRO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ROSPI GIANLUCA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA-ALTERNATIVA POPOLARE (AP)-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI)
Resoconto PLANGGER ALBRECHT MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto ROSATO ETTORE ITALIA VIVA
Resoconto FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GARAVAGLIA MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FIORAMONTI LORENZO MISTO
Resoconto CUNIAL SARA MISTO
Resoconto ACUNZO NICOLA MISTO
Resoconto COSTA ENRICO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/11/2020

NON ACCOLTO IL 02/11/2020

PARERE GOVERNO IL 02/11/2020

DISCUSSIONE IL 02/11/2020

IN PARTE RESPINTO E IN PARTE PRECLUSO IL 02/11/2020

CONCLUSO IL 02/11/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00149
presentato da
COSTA Enrico
testo di
Lunedì 2 novembre 2020, seduta n. 420

   La Camera,
   premesso che:
    il Governo ha stanziato 9,5 miliardi di euro sulla sanità nel contesto dell'emergenza COVID-19 così ripartiti:
     1. Il decreto-legge Cura Italia 3,2 miliardi. Le misure includono:
      a) rifinanziamento Fondo Emergenze Nazionali: 1,65 miliardi
      b) aumento posti letto con concorso di strutture private: 400 milioni;
      c) straordinari personale sanitario: 250 milioni;
      d) possibilità per i prefetti di requisire alberghi o altri immobili per ospitare le persone in sorveglianza sanitaria: 150 milioni;
      e) assunzioni INAIL e Iss: 68 milioni;
      f) finanziamenti agevolati e a fondo perduto per produttori di dispositivi medici e DPI 50 milioni.
     2. Decreto-legge Rilancio: 4,1 miliardi. Le misure includono:
      a) rifinanziamento Fondo Emergenze Nazionali 1,5 miliardi;
      b) riordino Rete Ospedaliera; 1,4 miliardi;
      c) potenziamento assistenza territoriale: 1,2 miliardi
      d) borse per specializzandi: 105 milioni p.a. per 2020-21 e 109 milioni p.a. per 2022-24;
      e) servizi sanitari militari: 89 milioni.
     3. Altri decreti-legge: 2,2 miliardi. Le misure includono:
      a) Fondo-Emergenze Nazionali: 580 milioni;
      b) prestazioni aggiuntive del personale medico: 500 milioni;
     un costante monitoraggio dell'effettività della spesa e delle modalità di utilizzo delle ingerenti risorse stanziate è decisivo per comprendere discrepanze e differenze in termini di risposta e, laddove si tratti di risorse destinate alle regioni, di preparazione dei diversi territori ad affrontare la seconda ondata del virus. È determinante conoscere se le somme messe in campo sono rimaste in parte sulla carta o sono state tutte erogate; e, laddove le risorse assegnate non siano state spese, quali siano state le ragioni di queste situazioni, e come si intenda rimediare.
  È altresì fondamentale, di fronte al grande impegno di risorse messo in campo, sapere se il Ministero della salute ha monitorato l'effettivo utilizzo delle risorse per l'emergenza da parte delle regioni e se emergano inerzie o difficoltà a porre in essere le azioni previste dai citati decreti (ciò anche in considerazione del fatto che il Governo intende attribuire alle stesse regioni sempre maggiori spazi di scelta delle misure per arginare la seconda ondata della pandemia);
     le citate risorse stanziate, circa 9,5 miliardi, per rafforzare il Servizio sanitario nazionale sono destinate a rispondere a un primo momento di emergenza legato all'ondata iniziale della pandemia, ma è del tutto evidente che non possono determinare un miglioramento strutturale del Servizio sanitario nazionale, che condiziona anche il contenimento del virus COVID-19, per cui è necessario un investimento nettamente superiore;
     il Servizio sanitario nazionale infatti versava in condizioni di estrema difficoltà già prima della diffusione del virus COVID-19. Vari studi stimavano la mancanza strutturale di 53 mila infermieri. Nei prossimi 5 anni mancheranno 35 mila medici specialistici mentre da qui al 2030, per effetto dei pensionamenti e delle assunzioni insufficienti, mancheranno 22 mila medici di medicina generale. Ciò determina un malfunzionamento generale, dimostrato dai tempi medi di attesa per la maggior parte degli esami: 16 mesi per una mammografia, 8 mesi per una visita oncologica, altrettanti per una visita cardiologica. Per ovviare a queste attese inaccettabili i cittadini italiani spendono oltre 40 miliardi di euro all'anno per curarsi in strutture private;
     la diffusione del virus COVID-19 ha sottoposto a un'ulteriore e ovvia situazione di stress l'intero Servizio sanitario nazionale, in particolar modo i reparti di medicina d'urgenza, aggravando la situazione già descritta rispetto all'operatività non direttamente legata alla pandemia. Si stima quindi che non siano stati effettuati – durante il periodo dell'emergenza – 12,5 milioni di esami diagnostici, 20,4 milioni di analisi del sangue, 13,9 milioni di visite specialistiche e oltre 1 milione di ricoveri;
     tra gli strumenti approvati dal Consiglio europeo dello scorso 23 aprile è stata prevista una nuova linea di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) per le spese direttamente o indirettamente connesse con il contrasto alla pandemia (Pandemic Crisis Support), con ammontare totale fino a 240 miliardi e nel limite del 2 per cento del prodotto interno lordo dello Stato richiedente la misura di sostegno, che per l'Italia si traduce in circa 36 miliardi di euro;
     come evidenziato dal Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, «da un punto di vista economico, il Mes ha solamente vantaggi e la condizionalità è solamente quella di destinare le risorse al settore (la sanità) per il quale è stato disegnato questo fondo». Vari studi stimano inoltre in circa 5 miliardi di euro i risparmi che deriverebbero dall'accesso alla linea di credito, rispetto al costo di reperire le stesse risorse sul mercato;
     le dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo, della maggioranza e dell'opposizione, sulla sussistenza di presunte condizionalità vincolanti derivanti dall'accesso alla linea di credito sono state smentite nel corso dell'audizione della Banca d'Italia in XIV Commissione. I rappresentanti hanno confermato che non è richiesta l'adozione di un programma di correzione macroeconomica e che la sorveglianza, nell'ambito del semestre europeo, sarà limitata all'effettiva destinazione delle risorse utilizzate agli scopi indicati. Negli ultimi giorni il Presidente ha escluso, con riferimento al Mes, che sussistano condizionalità,

impegna il Governo:

   1) a fornire urgentemente ogni utile elemento al Parlamento ed a rendere pubblici i dati relativi alla spesa dei circa 9,5 miliardi stanziati dal Governo per la sanità nell'ambito della crisi COVID, alle eventuali somme ancora non spese, con riferimento alle singole misure, ai soggetti cui compete la gestione delle risorse, alle ragioni della mancata erogazione, con il dettaglio delle risorse attualmente non ancora spese dalle singole regioni e dei motivi degli eventuali ritardi nel porre in essere le azioni previste dai decreti citati in premessa;
   2) ad accedere immediatamente alla nuova linea di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), ponendo fine a un dibattito del tutto ideologico e scollegato dalla realtà riguardo alla reale necessità – che appare evidente – di utilizzare i 36 miliardi del MES o a fantasiose, e inesistenti condizionalità legate all'accesso alla linea di credito.
(6-00149) «Costa, Magi».