ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00133

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 404 del 07/10/2020
Abbinamenti
Atto 6/00131 abbinato in data 07/10/2020
Atto 6/00132 abbinato in data 07/10/2020
Atto 6/00134 abbinato in data 07/10/2020
Atto 6/00135 abbinato in data 07/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: ROSSELLO CRISTINA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 07/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
RUGGIERI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
SIBILIA COSIMO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020
VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/10/2020


Stato iter:
07/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 07/10/2020
Resoconto AGEA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 07/10/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ROSSINI EMANUELA MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI
Resoconto COLANINNO MATTEO ITALIA VIVA
Resoconto MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BIANCHI MATTEO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/10/2020

NON ACCOLTO IL 07/10/2020

PARERE GOVERNO IL 07/10/2020

DISCUSSIONE IL 07/10/2020

IN PARTE RESPINTO E IN PARTE PRECLUSO IL 07/10/2020

CONCLUSO IL 07/10/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00133
presentato da
ROSSELLO Cristina
testo di
Mercoledì 7 ottobre 2020, seduta n. 404

   La Camera,
   premesso che:
    esaminati congiuntamente la «Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020 (Doc. LXXXVI, n. 3)», il «Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – Un'Unione più ambiziosa (COM(2020)37 final)» e il «Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione (COM(2020)440 final)»;
    l'esame di tali documenti consente al Parlamento di essere partecipe della fase ascendente di definizione delle politiche e degli atti dell'Unione europea, valutando le priorità europee con quelle dell'Esecutivo per l'anno in corso, con particolare riferimento alle linee di azione del Governo contenute nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020;
    preso atto dell'importanza che assume quest'anno l'esame dei citati documenti, per il mutato quadro programmatico per il rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione europea ma soprattutto per le conseguenze della crisi pandemica del Covid-19, che ha portato la stessa Commissione a modificare il programma di lavoro in favore di un piano per la ripresa europea, nella Comunicazione «Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione» (COM(2020)456);
    particolarmente apprezzabile il lavoro che la XIV Commissione ha svolto per l'esame dei documenti in esame, con un approfondito ciclo di attività istruttorie, attraverso numerose audizioni di rappresentanti istituzionali nazionali ed europei e di esperti del mondo accademico, che hanno fornito interessanti contributi, insieme ai pareri espressi dalle Commissioni in sede consultiva sulle principali questioni concernenti le politiche europee;
    e, tuttavia, la complessa articolazione delle politiche dell'Unione, destinate ad incidere sempre più profondamente sulle scelte di politica nazionale richiederebbe uno spazio maggiore di approfondimento con la previsione di una vera e propria sessione parlamentare esclusivamente dedicata alle politiche e ai temi europei,
   considerato che:
    la crisi sanitaria e il nuovo contesto, forse il più grave dalla seconda guerra mondiale, ha spinto l'Europa a dover fornire risposte comuni, urgenti ed eccezionali, per affrontare gli effetti della pandemia sia a livello sanitario che a livello economico e che tuttora stiamo vivendo;
    la pandemia, quale crisi di tipo simmetrico, ha riguardato indistintamente tutti i Paesi allo stesso modo, con conseguente crisi di liquidità che ha colpito il lato dell'offerta, ha aperto una fase inedita dalla durata imprevedibile, in cui a competere in Europa saranno i sistemi-Paese, con le loro leadership di governo e le loro politiche economiche. La competizione si misurerà sempre di più su grandi scelte, su grandi riforme e su strategie di lunga durata;
    la risposta delle istituzioni europee ha fornito un ampio spettro di strumenti atti a fronteggiare la pandemia, mediante misure senza precedenti, in particolare con i quattro pilastri finanziari: MES, SURE, BEI e Next Generation Ue Fund, anche per riequilibrare gli effetti che rischiano di produrre uscite asimmetriche dei singoli Paesi membri;
    il Consiglio europeo del 23 aprile scorso ha concordato le tre reti di sicurezza per lavoratori, imprese e sistemi sanitari nazionali volti a mobilizzare fino a 540 miliardi di euro, mediante: a) l'istituzione di un nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (temporary Support to mitigate Unemployment Risks in Emergency – SURE), con una dotazione di 100 miliardi di euro per prestiti agli Stati membri a lungo termine con bassi tassi d'interesse a sostegno dei fondi nazionali per la disoccupazione; b) la costituzione di un fondo di garanzia (Pan-european guarantee fund) gestito dalla Banca europea degli investimenti (BEI) a sostegno di 200 miliardi di nuovi prestiti e garanzie alle imprese; c) la previsione di una nuova linea di credito precauzionale del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), per le spese sanitarie direttamente o indirettamente connesse con il contrasto alla pandemia (Pandemic Crisis Support), per un ammontare fino a 240 miliardi e nel limite del 2 per cento del PIL dello Stato richiedente la misura di sostegno;
    insieme a questi pilastri rilevano anche le misure di sospensione delle regole sugli aiuti di stato (Temporary Framework), del Fiscal Compact, del Six Pack e del Two Pack, che rappresentano una vera e propria moratoria di regole, insieme al programma PEEP della Bce per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani nell'emergenza della pandemia;
    tuttavia, occorre tener conto che alcune di queste misure vedranno una dissolvenza progressiva (Temporary Framework) con il ripristino delle regole di Maastricht di finanza pubblica (che saranno oggetto di accese discussioni), mentre talaltre andranno verso una conclusione o un forte ridimensionamento (terminerà il Quantitative Easing, probabilmente con l'entrata in vigore del Recovery Fund) e, dunque, paesi come il nostro con un forte indebitamento dovranno dimostrare di essere in grado di fronteggiare adeguatamente le sfide che ci attendono, con politiche non dispersive di risorse pubbliche, capaci di generare un'effettiva crescita e di produrre effetti di lungo periodo, in sinergia con gli investimenti privati e in linea con gli obiettivi strategici dell'Unione europea, in favore di giovani, donne, famiglie e imprese;
    lo scorso 17 luglio, dopo trattative molto difficili, il Consiglio europeo ha approvato il piano del Next Generation Ue Fund, concordando scelte caratterizzate da linee comuni: la transizione ecologica, la trasformazione tecnologica e digitale e la coesione sociale; una strategia che per l'Italia potrà rappresentare l'occasione per portare a termine alcune riforme strutturali e recuperare alcuni storici gap in tema di occupazione femminile, divario Nord-Sud e ritardo digitale (in coerenza con quanto indicato dal Documento di lavoro della Commissione-Relazione per paese relativa all'Italia 2020 (Country Report, febbraio 2020);
    l'accordo di luglio raggiunto in sede di Consiglio europeo prevede una dotazione di bilancio di 1074,3 miliardi di euro per il periodo 2021-27, a cui si sommerebbe la dotazione, pari a 750 miliardi di euro, del nuovo strumento Next Generation EU, destinato a sostenere attraverso un mix di sovvenzioni (per 390 miliardi di euro) e prestiti (per 360 miliardi) la ripresa degli Stati membri e a investire in un'Europa verde, digitale e resiliente;
    le risorse del nuovo strumento saranno reperite grazie all'innalzamento temporaneo del massimale delle risorse proprie al 2 per cento del reddito nazionale lordo dell'UE, che consentirà alla Commissione, forte del suo elevato rating creditizio, di contrarre per la prima volta sui mercati finanziari prestiti di ampia portata a condizioni vantaggiose. Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e l'associato Next Generation EU (NGEU) prevede un ammontare di risorse pari a 750 miliardi di euro, nell'ambito del quale il ruolo determinante è svolto dal Dispositivo per ripresa e la resilienza (RFF), con uno stanziamento complessivo di 672,5 miliardi di euro, di cui 360 miliardi in prestiti e 312,5 miliardi in sussidi;
    il rispetto della destinazione del 37 per cento di risorse per investimenti alla transizione verde, quale principale asse strategico di spesa dell'intero programma NGEU, e la coerenza dei progetti del PNRR all'obiettivo europeo della neutralità climatica 2050 e della riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030, è stato richiamato anche nel discorso del 16 settembre 2020 sullo stato dell'Unione dalla presidente Ursula Von der Leyen;
    la grande sfida economica, civile e sociale che si aprirà per l'Europa e per l'Italia segna una svolta epocale, la più importante dopo quella della ricostruzione postbellica;
    permane, tuttavia, l'incertezza sull'effettivo utilizzo delle risorse europee del Piano di intervento del New Generation Ue Fund (NGEU). La Commissione europea ha recentemente definito le Linee guida per l'attuazione del Recovery Fund, dove ha incoraggiato gli Stati membri a includere, nei Recovery Plan nazionali, investimenti e riforme in alcuni settori di punta: tecnologie pulite, sviluppo e uso delle energie rinnovabili; miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati; tecnologie pulite per trasporti sostenibili, stazioni di ricarica e rifornimento ed estensione del trasporto pubblico; connessione servizi rapidi a banda larga per tutti, comprese le reti in fibra ottica e 5G; modernizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi, compresi i sistemi giudiziari e sanitari; aumento delle capacità del data cloud industriale europeo e sviluppo dei processori più potenti, all'avanguardia e sostenibili; adattamento dei sistemi educativi per sostenere le competenze digitali e la formazione educativa c professionale per tutte le età;
    nonostante, infatti, gli impegni presi dagli Stati membri e le Linee guida fornite dalla Commissione, manca ancora un quadro giuridico certo, ossia l'approvazione del regolamento che determina le norme sul funzionamento del fondo; occorre poi tener conto delle lunghe tempistiche che prevedono che l'intero piano dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali di tutti i 27 Stati membri e che i Recovery Plan nazionali, da presentare entro aprile 2021, dovranno passare dal vaglio della Commissione ed eventualmente dal Consiglio, superato il quale solo il 10 per cento delle risorse sarà assegnato non prima della fine del primo semestre del 2021;
    inoltre, la materia, che intreccia diversi dossier, è terreno di un duro scontro. Il Parlamento europeo è critico con il taglio di alcune poste del bilancio europeo: nell'accordo di luglio i paesi cosiddetti «frugali» hanno accordato, a loro favore, un aumento di sconti ai contributi al bilancio europeo (cosiddetto «rebates») a valere sui 13 miliardi per sostenere Erasmus e Horizon Europe; inoltre rimane diviso sul tema delle risorse proprie che dovranno stanziare l'intero Piano del Recovery Fund – il 16 settembre scorso il Parlamento europeo ha votato e adottato il parere legislativo sulla decisione relativa al sistema delle risorse proprie – DRP. La fattibilità del Piano di ripresa dipende infatti dall'introduzione di nuove risorse proprie a bilancio, in fase di perfezionamento tra Parlamento europeo e Consiglio Ue e le tensioni sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 minacciano di riverberarsi sul piano NGEU anche a causa dei minacciati veti da parte di alcuni Paesi (sia dei cosiddetti «frugali» che del blocco dei paesi dell'Est) che rischiano di far ritardare l'attuazione dell'accordo di luglio. Alcuni di questi Stati, in vista di appuntamenti elettorali interni, nascondono il loro reale obiettivo di ritardare l'erogazione dei fondi dietro la richiesta di una maggiore disciplina sullo stato di diritto che i Paesi di Visegrad sono recalcitranti a rispettare;
    rileva in tale quadro, il testo di mediazione della Presidenza di turno tedesca del semestre europeo, su cui, insieme alla sinergia della Presidente Ursula Von der Leyen, vengono riposte le maggiori attese per il buon esito dei negoziati decisivi per il nostro il Paese;
    a fronte di tali incertezze e il rischio di forti ritardi sui negoziati in corso, occorre che il nostro Paese faccia ricorso all'intero pacchetto di strumenti finanziari di risorse europee messe in campo, cogliendo le opportunità di tutti e 4 i Pilastri finanziari Ue (New Generation Eu. MES, SURE e BEI), con particolare riferimento alle risorse che sono immediatamente disponibili, non ancora richieste e non deliberate, tra cui rilevano la nuova linea di credito del MES per le spese sanitarie dirette e indirette, a tassi vantaggiosi e senza condizionalità macroeconomiche (per circa 36 miliardi per l'Italia) e la BEI, le cui risorse rivestono un ruolo complementare e decisivo, anche in attesa delle risorse del NGFE (con un pacchetto di risposta immediata all'emergenza da 40 miliardi, attraverso la concessione di garanzie alle banche, linee di liquidità per sostenere il capitale circolante alle PMI);
    nell'ambito del percorso delineato vanno rilevati anche ritardi e inadeguatezze del Governo nella definizione di un Recovery Plan nazionale, allo stato ancora troppo generico e non allineato, per quanto attiene agli obiettivi-faro e ai relativi target contenuti nelle Linee guida della Commissione europea (20 per cento delle risorse del fondo NGEU per la digitalizzazione e industria tecnologica e 30 per cento per la transizione verde); la programmazione, anche alla luce delle condizioni molto stringenti da rispettare affinché le istituzioni europee concedano le risorse attese, dovrà incentrarsi su pochi progetti, con indicazione di priorità, scelte e un impianto metodologico chiaro da comunicare a cittadini, imprese e mercati-analogamente a quanto redatto già dalla Francia nel suo Recovery Plan nazionale, laddove ha puntato su grandi riforme strutturali e priorità negli investimenti, mettendo al centro l'impresa e dosando in modo opportuno le risorse europee a disposizione nei 5 anni di straordinarietà della politica economica;
    particolarmente cruciale per il nostro Paese è la nuova proposta della Commissione, ancora oggetto di trattative, concernente il Nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo (Comunicazione della Commissione (COM/2020/0609)) il quale, tuttavia, non presenta ancora il superamento degli accordi di Dublino nella direzione da tempo auspicata, ossia la revisione completa dall'attuale sistema che affida la responsabilità agli Stati di primo approdo e che grava con oneri non più sopportabili per il nostro Paese;
    la complessità delle sfide e il nuovo quadro che si è aperto, contrassegnato da un percorso ridisegnato fino al 2027 che mira a configurare una Ue più competitiva e come la più solida economia del mondo, richiama l'esigenza non più rinviabile di approfondire i temi che investono il futuro dell'Europa. La Conferenza sul futuro dell'Europa, prevista da Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo, dovrà essere il più inclusiva possibile, aperta anche alla riforma dei trattati europei, al fine di favorire un maggiore avvicinamento e coinvolgimento dei cittadini alle istituzioni europee e migliorare l'efficienza e la legittimità della sua governance;
    il rilancio del progetto di integrazione europea per un'Unione più unita e più coesa è vieppiù urgente anche alla luce del negoziato sulla Brexit che si fa sempre più lungo e incerto; in seguito alla presentazione del progetto di legge sul mercato interno da parte del Regno Unito, in contraddizione con il Protocollo sull'Irlanda del Nord e in violazione dell'Accordo di recesso, l'Unione europea ha avviato i primi passi per un'azione legale, volta ad aprire una procedura di infrazione contro il Regno Unito, con una lettera di costituzione in mora sui contestato progetto di legge, riaffermando la primazia del diritto in quanto l'accordo sottoscritto non può essere cambiato unilateralmente;
    in un contesto di persistente crisi sanitaria con impatti economici di dimensioni globali, occorre rafforzare la sovranità europea, sia a livello politico che economico-finanziario, in particolare laddove la pandemia ha evidenziato inadeguatezze, come quelle in materia sanitaria, fiscale e nella gestione della migrazione;
    come ha affermato efficacemente la Presidente Ursula Von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione al Parlamento europeo del 16 settembre, per disegnare il futuro dell'Unione occorrerà trasformare l'Europa in un continente verde, digitale e solidale, attento al sociale e alla salute, e riaffermare di essere la patria dei diritti; la risoluzione dei temi che incidono sulla stessa sopravvivenza dell'Europa sono anche volti a creare «opportunità per il mondo di domani e non si limitano ad intervenire sui problemi contingenti del mondo di ieri»; oltre a ribadire le priorità per il futuro (green, digitale) e definire nell'agenda europea per i prossimi decenni, ha riaffermato i tre obiettivi essenziali dell'Unione, ossia protezione, stabilità, opportunità, declinati coerentemente con i pilastri dell'Unione: stato di diritto, economia sociale di mercato, società aperta, multilateralismo;
    la nuova soggettività europea che comporta un nuovo ruolo internazionale da costruire, è uno dei tratti distintivi della presidenza tedesca del semestre Ue: rafforzare la sovranità europea e rilanciare l'Europa quale attore decisivo a livello internazionale, con la capacità di competere economicamente nel XXI secolo con i big globali, Usa e Cina, con una propria politica estera e una difesa comune; un'Europa che nel rafforzamento dell'Alleanza transatlantica, basata su storia e valori comuni e un legame indissolubile, riafferma in modo più assertivo anche nelle relazioni con i Paesi terzi, big globali od emergenti, i suoi princìpi e valori fondanti, in quanto patria garante della democrazia e dello stato di diritto;
    l'Europa, infine, dovrà confrontarsi ancora con l'evoluzione della pandemia, fuori controllo in alcuni Paesi, per definire un'agenda sanitaria comune, tenendo conto delle lacune evidenziate in un'Unione che ha gestito il lockdown senza una regia unica e divisa dalle competenze nazionali, a partire da quelle in materia sanitaria; occorrerà condividere informazioni e gestione di criticità diffuse per non andare in ordine sparso, lavorare in favore di un vaccino gratuito e per tutti i cittadini,

impegna il Governo:

1) ad avvalersi dei contributi di tutte le forze politiche, anche dell'opposizione, mediante la previsione di una cabina di regia che responsabilizzi tutti circa l'utilizzo delle risorse che l'Europa ha messo a disposizione, in considerazione dell'importante ruolo svolto dalle forze che rappresentano il cuore pulsante dell'Europa, a partire dal PPE di cui Forza Italia fa parte, ai fini delle intese raggiunte per lo stanziamento delle misure europee, decisive per il nostro Paese;
2) a sostenere la proposta di mediazione della presidenza di turno tedesca per superare i veti incrociati dei paesi cosiddetti frugali e del blocco dei paesi dell'Est e sbloccare i negoziati su piano del NGUE e Bilancio pluriennale europeo 2021-2027, ricomponendo un accordo, con risultati non a ribasso fra Consiglio e Parlamento europeo, e scongiurando rinvii o ulteriori ritardi nel percorso di approvazione già di per sé complesso del NGUE;
3) ad avvalersi, con urgenza, anche in considerazione del protrarsi dell'emergenza pandemica, dell'intero pacchetto di strumenti finanziari europei messi in campo, con particolare riguardo all'utilizzo tempestivo di quelle risorse che sono immediatamente disponibili, non ancora richieste e né deliberate dal Governo, tra cui rileva la nuova linea di credito del MES per le spese sanitarie dirette e indirette, a tassi vantaggiosi e senza condizionalità macroeconomiche, e gli strumenti di garanzia della BEI, le cui risorse rivestono un ruolo complementare e decisivo per iniettare liquidità e prestiti in favore di investimenti produttivi delle nostre PMI;
4) ad attivarsi nelle competenti sedi europee per concordare un'agenda sanitaria condivisa, per sviluppare una risposta comune, coordinata ed efficace, mediante la condivisione di informazioni e dati circa l'evolversi della pandemia ancora in corso, migliorare adeguatezza e tempestività delle risposte e riconquistare una sovranità tecnologica ed economica dell'Unione sui mercati mondiali nella gestione della crisi pandemica: con misure volte a garantire ai fini della prevenzione delle crisi sanitarie e delle catastrofi, comuni scorte di attrezzature, materiali, medicinali, diagnostica e vaccini, e la condivisione di programmi di ricerca e innovazione scientifica per lo sviluppo di un vaccino anti COVID-19 sicuro ed efficace, quale bene pubblico globale e accessibile a tutti, in quanto il nazionalismo dei vaccini mette a rischio le vite;
5) ad accogliere la proposta della Presidente Von der Leyen e preparare fin da ora il Vertice europeo sulla salute che si svolgerà in Italia, nel 2021, in relazione alla presidenza italiana del prossimo G7, per costruire un'Unione della sanità, rivedendo le competenze che fino ad oggi in materia sono nazionali;
6) a sostenere la necessità di introdurre nuove tasse comuni europee per i giganti del web o per chi esporta prodotti di industrie inquinanti nella Ue, al fine di alimentare il bilancio europeo con risorse proprie, scongiurando il rischio che il debito comune europeo possa gravare sulle sole spalle dei contribuenti di ogni Paese membro; nonché a favorire l'introduzione di regole fiscali omogenee in tutti gli Stati membri, per superare situazioni di elusione fiscale da parte dei colossi del web e di inaccettabili vantaggi fiscali in favore di taluni stati membri e a svantaggio di talaltri nell'ambito della stessa Unione europea;
7) a impegnare parte delle risorse del programma europeo REACT-UE che prevede per la coesione risorse aggiuntive stimate per l'Italia in circa 15,2 miliardi di euro e disponibili già a valere dal 2020, in favore del turismo, settore strategico per il nostro Paese e fortemente penalizzato dalla pandemia, anche mediante la previsione di un fondo di emergenza del turismo ad hoc, per scongiurare le chiusure di attività nel vasto comparto e la perdita di posti di lavoro;
8) a favorire lo sviluppo dell'economia circolare, nell'ambito del raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo che, insieme alla trasformazione digitale, dovranno prefigurare l'Europa del futuro, concentrando i programmi di spesa e l'utilizzo delle risorse europee per supportare le PMI, sostenere con priorità il settore agricolo, alimentare, tessile, delle costruzioni, della mobilità e del turismo, anche in un'ottica di riconversione per taluni settori e di transizione verso un'economia verde e sostenibile; premiando la formazione di nuove tipologie di lavoro per opportunità professionali, con particolare attenzione dell'occupazione giovanile e femminile, con misure specifiche che eliminino le attuali discriminazioni di genere e il forte gender gap, il potenziamento della ricerca e dell'istruzione quali fattori decisivi per la capacità di innovazione e la competitività;
9) a rafforzare la strategia di rilancio dei settori agricolo e della pesca, insieme al contrasto alla contraffazione e dell’italian sounding, un comparto prioritario nella fase di ricostruzione e di transizione ecologica, che necessita anche di interventi atti a coordinare tale passaggio con le misure della nuova PAC, che tengano conto delle specificità del settore;
10) ad avanzare, nelle competenti sedi Ue, l'opportunità di una revisione della legislazione in materia di aiuti di Stato, in considerazione delle esigenze legate alla politica di concorrenza e le sue conseguenti ricadute sul mercato; nonché a sollecitare, nelle competenti sedi europee affinché, nelle more di una revisione complessiva in materia, si affronti il nodo del rapporto tra aiuti di stato e utilizzo delle risorse del Recovery Fund, dell'applicabilità delle regole Ue sugli aiuti statali alle imprese relative anche ai finanziamenti del fondo, in direzione di una specifica liberatoria generale in favore delle medesime imprese, ai sensi della deroga Ue che consente gli aiuti destinati a «progetti di comune interesse europeo» o «a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia»;
11) a garantire l'infrastruttura stabile e veloce dello Stretto di Messina, mediante la realizzazione di opere adeguate e mezzi idonei e sostenibili, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese estendendo l'alta velocità fino a Palermo e Siracusa, un'opera rilevante anche nell'ambito della strategia in materia di riforma delle reti europee di trasporto TEN-T e delle attività in corso propedeutiche alla revisione del regolamento (UE) n. 1315 del 2013 sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete TEN-T, alla luce delle future nuove sfide economiche, politiche, tecnologiche e sociali;
12) a sostenere la necessità del compimento della costruzione dell'Euro, attraverso il completamento dell'Unione bancaria e dell'Unione del mercato dei capitali;
13) in relazione alla recente proposta della Commissione europea su un Nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, in quanto non prefigura l'auspicato superamento del Trattato di Dublino, occorre attivarsi per migliorare la proposta affinché: venga riaffermato il principio dell'equa della ripartizione, obbligatoria per tutti gli Stati membri e che per gli stati che si rifiutano si prevedano delle compensazioni chiaramente definite, con previsioni di condizionalità stringenti correlate a variazioni nei contributi nazionali o nell'allocazione dei fondi strutturali Ue, a cominciare dalle risorse del Recovery Fund: affinché venga estesa la condivisione degli oneri per la gestione degli arrivi nel Paese di primo approdo, redistribuiti sia per i rimpatri che per quelli connessi ai richiedenti asilo e ai migranti economici, in favore di un sistema operativo a livello europeo: affinché, nel caso di soccorsi in mare da parte delle Ong, la responsabilità dei migranti debba ricadere sullo stato di bandiera delle imbarcazioni di soccorso: per un potenziamento delle frontiere esterne alla Ue e un rafforzamento degli accordi di cooperazione con i Paesi di origine e di maggior flusso e transito;
14) ad attivarsi affinché prosegua il negoziato con il Consiglio d'Europa, con riferimento al completamento del processo di adesione dell'Unione Europea alla Convenzione Europea per i diritti dell'uomo, mettendo, altresì, al centro dell'azione europea la lotta ai crimini d'odio e al razzismo, al contrasto risoluto di qualsiasi forma di antisemitismo, in difesa della democrazia e dello stato di diritto, caratteri fondanti dell'Unione europea; per un maggiore impegno dell'Europa nel contrastare e perseguire in modo più efficace la lista dei crimini e di incitamento all'odio razziale, di genere, di orientamento sessuale;
15) a sostenere l'importanza di convocare la Conferenza sul futuro dell'Europa, congiuntamente prevista da Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo, più inclusiva possibile, aperta anche alla riforma dei trattati europei, per favorire il massimo coinvolgimento dei cittadini all'Europa e migliorare l'efficienza e la legittimità della sua governance;
16) per quanto riguarda il tema della Brexit, alla luce della temuta ipotesi di un no deal, a tenere aperto il canale dei rapporti bilaterali fra Italia e Regno Unito, al fine di assicurare la continuità su alcuni comparti cruciali e di interesse strategico fra i due Paesi e la necessità di tutelare la comunità di connazionali, studenti e lavoratori, con una forte presenza in particolare a Londra, in tutte le fasi del negoziato di recesso;
17) a sostenere la necessità di un superamento del principio dell'unanimità, troppo spesso causa di veti paralizzanti e di uno stallo decisionale dell'Unione europea, in favore della maggioranza qualificata, almeno per le decisioni su temi cruciali che richiedono una maggiore tempestività come quelli inerenti la politica estera dell'Unione;
18) per quanto riguarda le relazioni esterne dell'Unione e la difesa comune, a sostenere la necessità di un'Europa forte nel mondo, con una sua maggiore capacità di agire verso l'esterno, in favore di un ordine internazionale basato sul rispetto delle regole e dei diritti umani e che contribuisca a definire le norme e gli standard a livello globale, in difesa degli interessi europei, con particolare riguardo alle relazioni con i paesi terzi e agli accordi commerciali, in corso di trattativa, con la Cina;
19) a sostenere gli impegni sulla politica estera dell'Unione, nell'ambito del programma «l'Unione come attore forte sulla scena mondiale», con un approccio integrato che combina l'azione nel settore della sicurezza con l'attività di prevenzione dei conflitti, restando ferme e privilegiate le relazioni strategiche con gli Usa per mantenere la tradizionale collocazione europea e transatlantica nello scacchiere internazionale;
20) a proseguire l'impegno in favore dell'allargamento Ue ai Balcani occidentali, che tenga conto dei progressi nel processo di adesione con particolare riferimento ai negoziati di allargamento con la Repubblica di Macedonia del Nord e la Repubblica d'Albania, ad accelerare le riforme strutturali e istituzionali nei Balcani occidentali, con un forte accento sullo Stato di diritto, lo sviluppo economico e le riforme della pubblica amministrazione; a rafforzarne le relazioni, garantendo una prospettiva credibile dell'Unione europea per i Balcani occidentali a che il rispetto dei parametri e degli standard concordati, improntati sui valori fondanti della democrazia, siano connessi al raggiungimento degli impegni in materia di controllo dell'immigrazione clandestina, al contrasto della criminalità organizzata e del terrorismo internazionale;
21) a rafforzare l'azione dell'Europa nel Mediterraneo e a sostenere la proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel per la convocazione di una conferenza internazionale atta a favorire il dialogo, in seguito ai conflitti apertisi fra Grecia, Turchia e Cipro nel Mediterraneo orientale.
(6-00133) «Rossello, Battilocchio, Marrocco, Pettarin, Ruggieri, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Vietina».