ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00127

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 398 del 23/09/2020
Abbinamenti
Atto 1/00349 abbinato in data 23/09/2020
Atto 1/00379 abbinato in data 23/09/2020
Atto 6/00128 abbinato in data 23/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 23/09/2020


Stato iter:
23/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/09/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 23/09/2020
Resoconto STUMPO NICOLA LIBERI E UGUALI
Resoconto DE FILIPPO VITO ITALIA VIVA
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto MANDELLI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE MARTINI GUIDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CUNIAL SARA MISTO
Resoconto TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/09/2020

NON ACCOLTO IL 23/09/2020

PARERE GOVERNO IL 23/09/2020

DISCUSSIONE IL 23/09/2020

RESPINTO IL 23/09/2020

CONCLUSO IL 23/09/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00127
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Mercoledì 23 settembre 2020, seduta n. 398

   La Camera,
   premesso che:
    recentemente da più voci si sente affermare la necessità di vaccinazione anti-influenzale obbligatoria, per discriminare la diagnosi da COVID-19;
    il virus dell'influenza è diverso dal SARS-Cov-2, di conseguenza la diagnosi può essere verificata dall'effettuazione di un tampone per l'influenza stagionale;
    risulta alquanto strano che medici di lungo corso ed esperienza, di punto in bianco, non sappiano diagnosticare una comune influenza stagionale;
    come evidenziato nell'articolo «SARS-Cov-2 e COVID-19: le più importanti domande sulla ricerca» ad oggi non vi sono ancora evidenze scientifiche univoche sulla trasmissione del virus, sulla diffusione asintomatica e presintomatica, diagnosi, trattamento, sviluppo di un vaccino, sull'origine del virus e sulla patogenesi virale;
    alcuni studi, tra cui: «Dalle risposte immunitarie anti-SARS-CoV-2 a COVID-19 tramite mimetismo molecolare» e «Condizioni autoinfiammatorie e autoimmuni all'incrocio di COVID 19» suggeriscono che una reazione autoimmune, il mimetismo molecolare e il potenziamento dipendente dagli anticorpi (ADE) siano alla base della gravità della malattia COVID-19, portando a una tempesta di citochine;
    la sindrome autoimmune/infiammatoria è legata a reazioni di cross-reattività con proteine umane dell'epitelio alveolare e vascolare. Per questo tipo di sindrome sono già in uso nella pratica clinica cure di prima linea, più o meno efficaci e tossiche;
    dalla data di insorgenza del primo caso di COVID-19 in Cina, sono stati pubblicati diversi articoli su cure possibili e terapie preventive anche non farmacologiche, come la somministrazione di Vitamina C, D e di Melatonina, La Vitamina C è ampiamente nota per le sue proprietà antiossidanti, tanto che il governo di Shanghai raccomanda ufficialmente la vitamina C per COVID-19 per via endovenosa così come fa l'ospedale dell'Università di Xi'an Jiaotong;
    con la sperimentazione n. NCT04264533 negli Stati Uniti viene somministrata in aggiunta a medicinali come l'idrossiclorochina;
    a maggio alcuni ricercatori suggerivano che anche la vitamina C dovesse essere inclusa come possibile trattamento per i benefici effetti sul sistema immunitario;
    a giugno lo studio: «Quercetina e vitamina C: una terapia sperimentale e sinergica per la prevenzione e il trattamento della malattia correlata alla SARS-CoV-2 (COVID-19)» sottolinea come la co-somministrazione di acido ascorbico e quercetina, un noto flavonoide dalle proprietà antivirali; eserciti un'azione antivirale sinergica grazie alla sovrapposizione di proprietà antivirali e immunomodulanti e alla capacità dell'ascorbato di riciclare la quercetina, aumentandone l'efficacia;
    la Vitamina D è stata oggetto di uno studio scientifico del 25 marzo 2020, dal titolo: «Possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19» di Giancarlo Isaia ed Enzo Medico dell'Università degli Studi di Torino. Esso afferma che «il raggiungimento di adeguati livelli plasmatici di Vitamina D sia necessario anzitutto per prevenire le numerose patologie croniche che possono ridurre l'aspettativa di vita nelle persone anziane, ma anche per determinare una maggiore resistenza all'infezione COVID-19 che, sebbene con minore evidenza scientifica, può essere considerata verosimile. Tale compenso può essere raggiunto anzitutto con l'adeguata esposizione alla luce solare, poi alimentandosi con cibi ricchi in Vitamina D, e in ultimo con l'assunzione di specifici preparati farmaceutici, sempre sotto controllo medico»;
    ad aprile l'articolo scientifico: «Prova che l'integrazione di vitamina D potrebbe ridurre il rischio di infezione e decesso da influenza e da COVID-19» sosteneva come l'integrazione di vitamina D potrebbe essere una misura utile per ridurre il rischio, abbassando i tassi di replicazione virale e riducendo le concentrazioni di citochine pro-infiammatorie che provocano l'infiammazione che danneggia il rivestimento dei polmoni, portando alla polmonite, nonché aumentando le concentrazioni di citochine anti-infiammatorie. Per ridurre il rischio di infezione, raccomandava alle persone a rischio di influenza e/o COVID-19 di prendere in considerazione l'assunzione di 10.000 UI/giorno di vitamina D;
    si segnala inoltre che, con la nota del 1o Reggimento Carabinieri Paracadutisti – Tuscania del 18 marzo 2020, si suggerisce l'assunzione per via orale di vitamine C e D, per «stimolare l'azione immunitaria naturale» e per «mitigare il processo infiammatorio alla base della malattia»;
    la Melatonina, come conferma lo studio «COVID-19: Melatonina come potenziale trattamento adiuvante» è una molecola antinfiammatoria e antiossidativa, protettiva nei confronti di lesioni polmonari acute e dalla sindrome da distress respiratorio acuto (ALI/ARDS) causate da agenti patogeni virali e di altro tipo, utile per migliorare risultati clinici in pazienti COVID-19;
    ad aprile lo studio: «La melatonina può ridurre la gravità della pandemia di COVID-19» sostiene che la melatonina è il miglior antiossidante naturale, che si perde con l'età, e che la morte cellulare causata da coronavirus, che può provocare un danno polmonare significativo, è inibita dalla melatonina; la melatonina inoltre, migliora le abitudini del sonno, riduce l'ansia e stimola l'immunità. La fibrosi può essere la complicazione più pericolosa dopo COVID-19: la melatonina è nota per prevenire la fibrosi; la ventilazione meccanica può essere necessaria ma comporta rischi a causa dello stress ossidativo, che può essere ridotto dalla melatonina. Pertanto lo studio conclude che, utilizzando la melatonina da banco, possiamo prevenire o ridurre lo sviluppo di gravi sintomi nei pazienti con coronavirus;
    a maggio lo studio: «Melatonina: ruoli nell'influenza, Covid-19 e altre infezioni virali», concludeva dicendo che la melatonina è attivamente inibita dalla maggior parte dei virus, indicando la sua importanza nella regolazione delle infezioni virali;
    nello studio: «Polmoni come bersaglio dell'infezione COVID-19: meccanismi molecolari comuni protettivi di vitamina D e melatonina come nuovo potenziale trattamento sinergico» si fornisce un quadro riassuntivo sull'integrazione di vitamina D con melatonina, un interessante alternativa sinergica per la prevenzione e il trattamento dell'infezione polmonare da COVID-19. Entrambi i composti naturali sono altamente sicuri per l'uso clinico;
    anche l'omeopatia ha un ruolo preventivo rispetto al virus COVID-19. A Cuba hanno utilizzato il farmaco omeopatico PrevengHo-vir composto: Anatra barbary 200K; Baptisia tinctoria 200K; Bacillinum 30CH; Pyrogenium 200K; Perfoliatum 200K; Influenzinum 200K; Baryum 200K22. Il dottor Francisco Duràn, direttore nazionale di Epidemiologia presso il Ministero della sanità pubblica cubana, ha dichiarato che le «gocce sublinguali» del composto PrevengHo-Vir «prevengono diverse malattie come l'influenza, il raffreddore, la dengue e l'emergere di infezioni virali come questa»;
    il CECMED, l'autorità cubana per la regolamentazione del farmaco, ha approvato il prodotto, tenendo conto «della situazione epidemiologica a livello nazionale e internazionale causata da COVID-19» e l'OMS ne ha approvato lo Studio sperimentale post-registrazione (n. RPCEC00000312), che si concluderà il 31 dicembre 2020;
    la plasmaferesi, ovvero l'utilizzo di plasma iperimmune, contenente anticorpi contro il SARS-COV-2 provenienti dai guariti al COVID-19, risulta sin dall'inizio pratica consolidata dalla recente ricerca scientifica, in assenza di alternative farmacologiche, tanto che dal 18 febbraio 2020 in Cina questa terapia d'emergenza viene utilizzata per trattare i malati, mentre in Italia il dibattito è acceso, tanto che il dottor Giuseppe De Donno, in data 14 maggio 2020, è stato audito al Senato in qualità di direttore Pneumologia e dell'Unità di Terapia intensiva respiratoria dell'ospedale Carlo Poma di Mantova;
    dal 1o maggio 2020, negli Stati Uniti la FDA ha avviato una campagna di raccolta, da donatori guariti, di plasma iperimmune e la Fondazione Bill e Melinda Gates ha assunto un ruolo consultivo nella creazione della «Covig-19 Plasma Alliance». La Takeda Pharmaceutical (società membro dell'alleanza e già finanziata dalla Fondazione Bill e Melinda Gates nel 2016), già dall'8 marzo 2020 annunciava l'avvio del proprio progetto di sviluppo di una globulina iperimmune policlonale per contrastare il virus SARS-CoV-2 (H-IG) per sviluppare un farmaco basato sul sangue dei pazienti che si sono infettati e che poi sono guariti;
    da un punto di vista farmacologico, in Italia, come nel resto del mondo, sono allo studio numerose terapie farmacologiche: Eparine a basso peso molecolare, Azitromicina, Darunavir/cobicistat, Idrossiclorochina, Lopinavir/ritonavir e molti altri farmaci sono in corso di sperimentazione autorizzata da AIFA, ma la maggior parte dei rappresentanti delle istituzioni sanitarie dello stato sono più propensi alla messa in circolazione del vaccino nel più breve tempo possibile;
    per l'immissione in commercio di un farmaco vaccinale ordinario possono essere necessari anche dieci anni, come ricorda l'istituto Superiore di Sanità, Dopo aver verificato che tutti i risultati degli studi rispettino gli standard richiesti, nelle 3 fasi di test, l'ultima fase di post-marketing prevede il monitoraggio di sicurezza e degli effetti secondari del vaccino negli anni e su tutta la popolazione;
    i vaccini sperimentali proposti contro il SARS-CoV-2 hanno ottenuto l'autorizzazione da parte delle agenzie regolatorie – FDA, EMA e nazionali – a procedere con la sperimentazione clinica di Fase 1 (cioè su un campione limitato di volontari sani) secondo la procedura fast-track, svolgendo contemporaneamente anche la Fase 2 e 3, che hanno scadenze più lunghe. Ne consegue che chiunque riceverà una dose di vaccino dopo l'autorizzazione alla commercializzazione, in attesa della conclusione della sperimentazione, fornirà i dati di fase 2 e 3 che dovrebbero essere a totale carico del produttore, senza però avere le tutele a favore dei volontari sani remunerati e arruolati per la sperimentazione clinica di fase 1;
    la «Dichiarazione di Helsinki» stabilisce che la partecipazione di soggetti in grado di dare il consenso informato come soggetti alla ricerca medica deve essere volontaria, nessun individuo in grado di dare il consenso informato può essere iscritto a uno studio di ricerca a meno che non sia d'accordo liberamente;
    la somministrazione di un vaccino sperimentale è fortemente dubbia da un punto di vista di legittimità costituzionale nel bilanciamento tra gli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, da un lato, e gli articoli 33 e 41 della Costituzione, dall'altro lato, la tutela della persona nella sua libertà di scelta e nel diritto alta salute come principio fondamentale dell'ordinamento rispetto a quella del principio di libertà di ricerca scientifica e della libertà d'impresa, come evidenziato nella interrogazione Cunial n. 4-05185;
    sul sito ufficiale dell'OMS sono riportati ben 35 vaccini candidati nella valutazione clinica e 145 vaccini candidati nella valutazione preclinica. Di questi i più conosciuti sono: ChAdOx1-nCov19 (University of Oxford/AstraZeneca), Ad5-nCov (CanSino Biological lnc./Beijing Institute of Biotechnology), Gam-COVID-Vac alias SputnikV, (Gamaleya Research Institute) e l'mRNA-1273 (Moderna/NIAID). Tutti e 4 i vaccini principali sono a terapia genica e/o OGM, per i quali il Parlamento Europeo, il 15 luglio 2020, ha dovuto emanare un regolamento per la sperimentazione e la commercializzazione: il numero 1043/2020, consentendo ai produttori di bypassare le valutazioni del rischio ambientale;
    il vettore virale ChAdOx1, in particolare, è già stato registrato a livello europeo come OGM;
    in Italia la legge n. 210 del 1992 a tutela dei danneggiati da vaccino, in realtà è posta a tutela delle aziende farmaceutiche in quanto pone la responsabilità dell'indennizzo a carico dell'amministrazione dello Stato; la legge prevede una valutazione tecnico-scientifica di nesso di causalità, che raramente riesce a trovare dimostrazione scientifica a causa della carente evidenza a disposizione, inoltre la presenza di AIFA litisconsorte in ogni causa, sbilancia le parti nel processo di riconoscimento;
    l'impianto normativo è stato più volte criticato dalle più importanti associazioni di difesa dei danneggiati da vaccino come, Corvelva, Comilva e Condav, anche nelle sedi istituzionali;
    la Corte di giustizia europea, con sentenza del 27 giugno 2017, ha chiarito che l'articolo 4 della direttiva 85/374/CEE del Consiglio, del 25 luglio 1985, ha stabilito «che [...] il giudice di merito, chiamato a pronunciarsi su un'azione diretta ad accertare la responsabilità del produttore di un vaccino per danno derivante da un asserito difetto di quest'ultimo, può ritenere, nell'esercizio del libero apprezzamento conferitogli al riguardo, che, nonostante la constatazione che la ricerca medica non stabilisce né esclude l'esistenza di un nesso tra la somministrazione del vaccino e l'insorgenza della malattia da cui è affetto il danneggiato [...] quando la ricerca medica non stabilisce né esclude l'esistenza di un nesso tra la somministrazione del vaccino e l'insorgenza della malattia da cui è affetto il danneggiato, la sussistenza di un nesso di causalità tra il difetto attribuito al vaccino e il danno subito dal danneggiato deve sempre essere considerata dimostrata in presenza di taluni indizi fattuali predeterminati di causalità»;
    il 13 giugno 2020, il Ministro Speranza insieme ai Ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda, ha sottoscritto un contratto con Astrazeneca per l'approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino «da destinare a tutta la popolazione europea. A finanziare parte del lavoro della britannica AstraZeneca, sarà l'Autorità statunitense per la ricerca biomedica avanzata (Barda) che ha garantito alla multinazionale biofarmaceutica un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari»;
    attualmente il vaccino di Astrazeneca ha in corso due test di Fase 1-2, uno in Africa che terminerà il 30 settembre 2021 e uno che terminerà nel maggio 2021, un test di Fase 2 iniziato a maggio 2020 ma senza data di fine e due test di Fase 3, uno con scadenza il 31 ottobre 2020 e il secondo il 2 dicembre 2020, quest'ultimo direttamente promosso e sponsorizzato dall'azienda;
    il 1o settembre 2020, Astrazeneca ha sottoscritto un accordo da 50 milioni di dollari con la Oxford Biomedica per la produzione del vaccino entro la fine del 2021, per un periodo di 18 mesi, estendibile fino al 2023 ma l'8 settembre 2020 Astrazeneca ha sospeso, per alcuni giorni, le sperimentazioni di Fase 3 per motivi di sicurezza a causa del fatto che un partecipante nel Regno Unito ha riscontrato come reazione avversa la mielite trasversa. La mielite acuta trasversa ha tra le sue cause le malattie infiammatorie autoimmuni ed è segnalata come malattia neurologica secondaria nei pazienti con diagnosi di SARS-CoV2;
    vi sono criticità evidenti circa l'efficacia di un qualsiasi vaccino autorizzato con procedure d'urgenza senza le necessarie evidenze scientifiche a supporto. La critica di maggior rilievo riguarda la velocità di mutazione del SARS-COV-2, che ha già generato nuovi mutanti in circolazione, che competono nel corso dell'epidemia e si modificano già nell'organismo del contagiato;
    l'immunità di gregge vaccinale, ancor di più in questo caso, sarà un mero parametro teorico senza alcun riscontro reale, perché all'aumentare della copertura vaccinale aumenta più rapidamente la spinta selettiva delle popolazioni mutanti verso forme più resistenti ai vaccini stessi, come accade per l'influenza, rendendo inutile la vaccinazione e, aumentando la selezione di mutanti addirittura più patogenici;
    in alternativa alla procedura fast-track, vi è la possibilità di registrazione prevista dall'EMA, attraverso la modificazione del vaccino per l'influenza, in cui si introduce all'interno di questo vaccino multivalente anche il nuovo antigene vaccinale pandemico, consentendo di autorizzare, in 70-210 giorni, un vaccino antinfluenzale più rapidamente dei 18-24 mesi normalmente richiesti per l'autorizzazione di un medicinale nell'Unione europea;
    la Fondazione Veronesi, il 28 febbraio 2020, scriveva che in Italia è circolato il virus A-H3N2, più aggressivo per gli anziani, nelle stagioni dal 2013 al 2017. Se si prendono i dati dell'istituto Superiore di Sanità in merito alla efficacia del vaccino anti-influenzale, ceppo A-H3N2, la stima dell'EV è risultata pari a –72,3 per cento (IC 95 per cento: –195,5 – –0,5);
    il 26 aprile 2020 il Ministero della salute ha invitato le Regioni ad avviare gare per vaccino antinfluenzale entro maggio e ad acquistarne maggiori quantità, annunciando anche una bozza di circolare in tal senso il 22 maggio 2020 ha annunciato una circolare per estendere un obbligo o una raccomandazione anche ai bambini;
    la FIMP e la SIP, due delle più grandi organizzazioni di pediatri, con legami finanziari con alcune delle case farmaceutiche produttrici di vaccini (GSK, MSD, Sanofi), hanno chiesto la vaccinazione anti-influenzale per la fascia pediatrica, per consentire l'ingresso a scuola a settembre;
    secondo lo studio cinese «cambiamenti nei modelli di contatto modellano la dinamica dell'epidemia COVID-19 in Cina, usato dal Governo svedese per le sue politiche di apertura delle scuole, i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni sono meno sensibili all'infezione da SARS-CoV-2 rispetto agli adulti»;
    la Sanofi ha avuto l'autorizzazione AAM/A.I.C. n. 46 del 12 maggio 2020 per Efluelda, il suo nuovo vaccino europeo anti-influenzale per la stagione 2020 identico a FLUZONE approvato in Canada e negli Stati Uniti per la stagione 2018/2019. Questo vaccino, oltre che avere un ceppo anti-influenzale ormai superato, tra gli effetti indesiderati ha la Dispnea sintomo caratterizzante COVID-19;
    esiste uno studio scientifico elaborato dal Ministero della difesa americano che afferma come la vaccinazione anti-influenzale aumenti del 36 per cento l'incidenza di co-infezione proprio da coronavirus umano, a causa di un fenomeno definito di interferenza virale da vaccino, mentre l'influenza contratta in maniera naturale tende ad avere un effetto protettivo verso i virus parainfluenzali;
    se si analizzano i dati pubblicati sul sito del Ministero della salute riguardo alle coperture vaccinali e ai dati suddivisi per regione della popolazione residente, si scopre una correlazione statisticamente significativa con R2=0,905 tra il numero assoluto di vaccinati over 65 e il numero di morti per Covid-19, così come evidenziato al Governo con l'interrogazione Cunial n. 4-05215;
    nel documento «Mortalità per covid19 in Spagna e campagna per l'influenza» viene dimostrato come anche in Spagna vi sia una relazione statisticamente significativa tra la vaccinazione contro l'influenza stagionale e la mortalità attribuita a COVID-19;
    l'associazione Isde-Medici per l'Ambiente chiede una immediata moratoria riguardo all'estensione generalizzate della vaccinazione influenzale sollecitata dal Ministero della Salute e agli obblighi introdotti da alcune Regioni. Per l'associazione «Una vaccinazione antinfluenzale generalizzata non è basata su prove scientifiche adeguate e l'obbligo, già anticipato in alcune regioni, appare improprio dal punto di vista scientifico, giuridico ed etico»;
    la pandemia da SARS-COV-2 potrebbe essere l'occasione per integrare l'approccio metodologico dominante nella cultura medica, basato sulla «Teoria dei Germi» che vede gli esseri umani costruire una vasta industria farmaceutica con lo scopo primario di avvelenare la forma di vita «più bassa» presente sul pianeta – i germi – dando la precedenza alle sostanze chimiche invece che all'alimentazione, con un nuovo approccio della medicina potrebbe essere basato sulla cosiddetta «Teoria del Terreno» la quale afferma che il punto cruciale è che i microbi cambiano in relazione all'ambiente in cui vivono;
    l'OMS, all'evento « Malnutrition and Infection – a deadly combination, World Health, WHO, Geneva, February-March 1974» sosteneva che «una dieta adeguata è il vaccino più efficace contro la maggior parte delle malattie infettive diarroiche, respiratorie o di altro tipo» e che una nutrizione non appropriata determina la forza del virus;
    la teoria del terreno, si basa sul pleomorfismo, ovvero la proprietà di alcuni microrganismi di modificare la propria morfologia: se cambia il terreno, cambiano anche sintomi e malattia;
    esiste ormai una corposa letteratura che conferma l'esistenza di un microbiota e del viroma, ovvero la presenza stabile di diversi virus nel nostro organismo. Il viroma interagisce con il microbiota ed il genoma umano e tutti si relazionano tra di loro, portando vantaggi e svantaggi alla salute dell'ospite;
    studi recenti evidenziano la funzione essenziale dei virus batterici, detti fagi, per le funzioni vitali dei batteri stessi, in quanto sono responsabili della notevole capacità di adattamento dei batteri ai cambiamenti ambientali e di conseguenza sono responsabili anche del grave fenomeno dell'antibiotico resistenza;
    scoperte recenti mostrano che circa l'8 per cento del DNA umano è caratterizzato dalla presenza di genoma retrovirale ancestrale, sequenze di natura retrovirale che si sono integrate nel nostro organismo durante i processi evolutivi delle cellule eucariote. Esse sono presenti nella maggior parte delle specie animali (per esempio costituiscono circa il 18 per cento del genoma bovino) e si ipotizza derivino da retrovirus esogeni ad oggi estinti, infettivi, che mediante processi naturali, hanno integrato il loro RNA nel DNA dell'ospite;
    con il suo approccio olistico, la Medicina tradizionale Cinese (MTC) affronta le malattie e le disfunzioni fisiche correlandole agli aspetti psichici e spirituali della persona che ne soffre, coerentemente con la Teoria del Terreno;
    la Cina ha confermato che «l'osservazione clinica ha mostrato che la medicina tradizionale cinese si è dimostrata efficace nel trattamento di oltre il 90 per cento di tutti i casi confermati di COVID-19», come riportato dall'agenzia ANSA il 23 marzo 2020; infatti, già a fine febbraio 2020, con la lettera dell'ufficio sanitario statale cinese n. 145/20201, si comunicava alle istituzioni mediche competenti di integrare attivamente la medicina tradizionale cinese nel trattamento medico per il COVID-19;
    nello studio scientifico « Screening in silico di erbe medicinali cinesi con il potenziale di inibire direttamente il nuovo coronavirus 2019» vengono analizzate 125 erbe tradizionali cinesi, individuando ben 13 principi attivi con una potenziale attività anti-2019-nCoV. Nelle conclusioni dello studio si legge che «I trattamenti a base di erbe cinesi usati classicamente per il trattamento delle infezioni respiratorie virali potrebbero contenere composti diretti anti-2019-nCoV»;
    anche nello studio scientifico «Medicina tradizionale cinese nel trattamento dei pazienti infetti da 2019-New Coronavirus (SARS-CoV-2): una recensione e una prospettiva» si fa una disamina molto dettagliata di tutte di una serie di composti e si conclude affermando che la «TCM ha accumulato esperienze millenarie nel trattamento di malattie pandemiche ed endemiche. Fornire trattamenti complementari e alternativi è ancora urgentemente necessario per la gestione dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2, vale sicuramente la pena imparare le esperienze in MTC»;
    l'uso del tamponi qRT-PCR in uso per la rilevazione della presenza del SARS-COV-2 è stato oggetto di critica nella comunità scientifica, come evidenziato con l'interrogazione dell'onorevole Cunial n. 4-05154;
    il 23 agosto 2020 Roberto Rigoli, primario del reparto di Microbiologia a Treviso dichiara che: «abbiamo dovuto amplificare molto il “segnale” per trovare i virus; e probabilmente non erano infettivi»;
    il 25 agosto 2020 in Svezia, a circa 3.700 persone è stato diagnosticato per errore il coronavirus a causa di un guasto in un kit di test COVID-19 proveniente dalla Cina. L'azienda è la BGI Group cinese, che dal 20 aprile 2020 ha triplicato la capacità di produzione giornaliera per soddisfare gli ordini provenienti anche dall'Italia;
    il 3 settembre 2020, Beda M Stadler, Former Director dell'Istituto di Immunologia dell'Università di Berna, dichiara che: «La PCR non permette di sapere se il virus è ancora vivo e se la persona è contagiosa»;
    il 7 settembre 2020 lo studio dal titolo: «Nota cautelativa sulla contaminazione dei reagenti utilizzati per il rilevamento molecolare di SARS-CoV-2» prende in esame come la contaminazione è la principale fonte di falsi positivi durante l'esecuzione di qualsiasi test PCR;
    il Ministero della salute, sul suo sito internet, inoltre, afferma come anche il test della rilevazione degli anticorpi potrebbe portare ad errori in quanto «pur essendo risultato negativo ai test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di passibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2; quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2»;
    è da considerare anche che l'aumento di morti concomitanti a questa situazione di pandemia potrebbe essere dovuto alla crescita dei casi di demenza, diabete, cancro, malattie croniche delle basse vie respiratorie, polmonite e inquinamento da polveri sottili e/o da altri fattori di rischio, come denunciato dalle interrogazioni Cunial n. 4-05058 e 4-05145;
    se si osserva l'andamento della mortalità giornaliera generale del periodo ottobre 2019-aprile 2020, pubblicato dal Ministero della salute il 22-28 aprile 2020 nel rapporto settimanale del sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera, l'andamento risulta analogo alla mortalità del medesimo periodo a cavallo tra il 2016 e il 2017;
    inoltre l'andamento generale risulta in linea con quello dei decenni precedenti, come dimostra uno studio del National Institute of Health (USA) sull'andamento della mortalità in tutto il territorio italiano dal 1969 al 2002. Il picco di mortalità è sempre collocato nei primi mesi dell'anno ed è molto variabile: negli anni più miti il picco raggiunge i 50.000 morti al mese, in altri anni il picco supera i 70.000 morti al mese. Una variabilità entro cui 112.000 morti al mese attribuiti a COVID-19 possono essere abbondantemente compresi;
    con lo studio «Primo caso di malattia lieve da Nuovo Coronavirus 2019 non ricoverato (COVID-19) senza trasmissione virale negli Stati Uniti – Contea di Maricopa, Arizona, 2020» si dimostra che pazienti asintomatici o lievemente malati avrebbero meno probabilità di trasmettere il virus;
    nello studio «Uno studio sull'infettività dei portatori di SARS-CoV-2 asintomati» è emerso che «l'infettività di alcuni portatori asintomatici di SARS-CoV-2 potrebbe essere debole»;
    ad oggi non ci sono più casi numericamente rilevanti di morti, tanto che la comunicazione punta sul numero dei contagi, comunque, nonostante la quantità di tamponi effettuati, inferiori al periodo di marzo/aprile. Secondo il sito GEDI VISUAL, aggiornato al 29 agosto 2020 alle ore 17.20 con i dati del Ministero della salute, il rapporto nuovi contagi/casi testati è di 2,25 per cento, ovvero 1 positivo ogni 45 tamponi, di gran lunga inferiore rispetto al dato di fine aprile che era di 9,71 per cento, ovvero 1 positivo ogni 10 tamponi,

impegna il Governo:

1) a non imporre alcun ulteriore obbligo vaccinale, compresa la vaccinazione anti-influenzale, abbandonando la narrazione comunicativa governativa basata sull'emergenza pandemica da SARS-COV-2, adoperandosi, per quanto di competenza, affinché le regioni non impongano ulteriori obblighi vaccinali;
2) a non farsi carico di costi legati a vaccini non funzionanti forniti in ottemperanza ad accordi presi con Gavi e il fondo Iffim, annullando tali accordi anche se prossimi alla scadenza;
3) a non garantire scudo legale alle aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini Covid-19, tra cui anche Astrazeneca, per eventuali danni da vaccino, facendosi invece promotore di iniziative legali nei confronti delle stesse a fianco del cittadino danneggiato, garantendo la disponibilità della struttura e le risorse dell'Avvocatura dello Stato al cittadino, per ottenere giusti risarcimenti;
4)  a non rendere, in alcun modo, disponibili a soggetti privati, enti privati di ricerca o aziende farmaceutiche, il plasma raccolto da donatori guariti, mediante l'eventuale creazione di banche del plasma, al di fuori dell'utilizzo per la plasmaferesi da paziente convalescente, escludendo la possibilità della produzione di un farmaco per la prevenzione mediante immunoglobuline monoclonali o policlonali;
5) a promuovere politiche di prevenzione, quali quelle di carattere non vaccinale, basate sull'utilizzo di terapie non farmacologiche citate in premessa, per affrontare la sindrome autoimmune/infiammatoria denominata COVID-19, e lasciare la libertà di scelta terapeutica al cittadino, nell'ambito della sfera dei suoi diritti costituzionalmente garantiti, di cui all'articolo 32 della Costituzione e non derogati in alcun modo nemmeno a fronte di una pandemia dichiarata da un istituto internazionale privato, in tema di prevenzione e quindi di salute intesa come benessere e non solo come cura della malattia;
6)  a promuovere nella politica sanitaria nazionale un approccio medico basato sulla «teoria del terreno» e non unicamente sulla «teoria dei germi», al fine di ampliare ed integrare meglio alternative mediche presenti nella società italiana e internazionale, anche al fine di promuovere azioni verso un cambio di paradigma da sanità intesa come cura della malattia e del malato, alla salute intesa come rimedio alle cause scatenanti la malattia stessa, favorendo la ricerca e riconoscendo approcci medici anche non allopatici.
(6-00127) «Cunial».