ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00112

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 371 del 14/07/2020
Abbinamenti
Atto 6/00111 abbinato in data 14/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 14/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/07/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 14/07/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 14/07/2020


Stato iter:
14/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 14/07/2020
Resoconto SPERANZA ROBERTO MINISTRO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/07/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto DE FILIPPO VITO ITALIA VIVA
Resoconto GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CALABRIA ANNAGRAZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 14/07/2020
Resoconto SPERANZA ROBERTO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/07/2020

DISCUSSIONE IL 14/07/2020

NON ACCOLTO IL 14/07/2020

PARERE GOVERNO IL 14/07/2020

RESPINTO IL 14/07/2020

CONCLUSO IL 14/07/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00112
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Martedì 14 luglio 2020, seduta n. 371

   La Camera,
   premesso che:
    dal 31 gennaio 2020 ad oggi, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, il Governo ha gestito l'emergenza pandemica da COVID-19 in maniera totalmente autoreferenziale, stravolgendo i principi dell'ordinamento costituzionale, rovesciando la gerarchia delle fonti del diritto e relegando il Parlamento nella posizione di mero spettatore di decisioni aliunde formatesi;
    si è assistito, innanzitutto, ad un abuso dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (d.P.C.M.); atti di fonte secondaria che sono stati utilizzati, in maniera inedita, per limitare le libertà fondamentali garantite dalla Costituzione, senza alcun tipo di controllo preliminare o successivo da parte del Parlamento;
    non sono mancati, poi, casi in cui il contenuto dei citati decreti è risultato del tutto incomprensibile, persino per le stesse amministrazioni chiamate ad attuarli, e si è dovuto, conseguentemente, fare ricorso a circolari, comunicati stampa o, peggio, Faq pubblicate on line (Frequently answered questions) per rendere intellegibili ed efficaci le misure varate (si veda, per tutti, il d.P.C.M. che autorizzava le visite ai «congiunti», senza peraltro specificare i soggetti che potessero essere considerati come tali);
    a pagare le conseguenze di questa situazione sono stati, in primis, i cittadini, i quali si sono trovati a fare i conti con una stratificazione di misure indecifrabili che hanno bloccato completamente la loro vita sociale, familiare e lavorativa;
    l'accentramento delle competenze in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri non ha giovato neppure sotto il profilo della tempestività delle misure adottate;
    imperdonabili ritardi si sono registrati, in effetti, con riferimento agli approvvigionamenti dei dispositivi di protezione individuale e degli altri beni necessari alla gestione dell'emergenza, con il Governo che ha passato l'intero mese di gennaio 2020 a convincere l'opinione pubblica che andava tutto bene, per poi ritrovarsi del tutto impreparato nel mese successivo, ad emergenza conclamata, senza mascherine, senza DPI e senza respiratori per le terapie intensive;
    inadeguate si sono rivelate anche le strategie di monitoraggio e di ricostruzione dell'andamento dell'epidemia di cui si è parlato a lungo nelle ultime settimane; abbiamo assistito, in primo luogo, al fallimento della App «immuni», ampiamente prevedibile e annunciato e, successivamente, abbiamo registrato il fallimento dell'indagine di sieroprevalenza che, dopo gli annunci in pompa magna, si è rivelata un buco nell'acqua, con tassi di adesione molto bassi e una percentuale cospicua dei test sierologici che, a quanto risulta, andranno a scadere già questa settimana, ancor prima di essere utilizzati;
    nella seduta dell'11 giugno 2020, in occasione delle comunicazioni sul precedente d.P.C.M., il Ministro della salute aveva preannunciato l'inizio di una nuova stagione, caratterizzata finalmente dal « dibattito parlamentare»; da una « limpida dialettica tra maggioranza ed opposizione» e, ancora – si citano testualmente le comunicazioni del Ministro – da un « confronto a tutto campo, a partire dalle forze politiche presenti in Parlamento»;
    i Gruppi di opposizione avevano accolto con favore le parole pronunciate in quella sede e si auspicava che, con il superamento dell'emergenza, sarebbero state effettivamente ripristinate le garanzie costituzionali e le funzioni del Parlamento;
    ad oltre un mese dalla citata seduta, invece, l'annunciato ritorno alla normalità istituzionale non risulta nei programmi dell'Esecutivo; si è passati dalla fase 1 alla fase 2, dalla fase 2 alla fase 3, ma sul piano del «confronto istituzionale» non è cambiato assolutamente nulla; sono cambiate le fasi mentre l'atteggiamento del Governo nei confronti del Parlamento è rimasto sempre lo stesso;
    quanto sopra è dimostrato, innanzitutto, dalla tempistica con la quale si è arrivati, in data odierna, alle comunicazioni del Ministro della salute sul contenuto dei provvedimenti di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020;
    ai sensi della citata disposizione, in effetti, il contenuto dei provvedimenti in questione avrebbe dovuto essere illustrato alle Camere con congruo anticipo, in via preventiva, al fine di « tenere conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati»;
    nel caso di specie, invece, a parere dei firmatari del presente atto, il passaggio parlamentare si riduce ad una mera formalità, poiché le misure attualmente in vigore sono in scadenza in data odierna (cfr. l'articolo 11 del D.P.C.M. 11 giugno 2020) e, conseguentemente, è evidente che il Governo si sia già determinato in ordine alle nuove disposizioni da adottare, tra poche ore, in sostituzione o a conferma delle precedenti;
    non solo, dunque, si continua con l'utilizzo dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri in assenza dei necessari presupposti di fatto e di diritto, ma non si rispettano neppure le garanzie procedimentali minime e basilari che sono state previste, ai fini della loro adozione, in sede di conversione del decreto-legge n. 19 del 2020; non c’è alcun confronto con le Camere, semplicemente l'illustrazione di un pacchetto di misure chiuso e immodificabile a poche ore dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale;
    destano preoccupazione anche le dichiarazioni che il Presidente del Consiglio dei ministri ha reso a margine della cerimonia generale di innalzamento delle paratoie del Mose, in ordine all'eventuale proroga dello stato di emergenza nazionale varato lo scorso 31 gennaio 2020;
    come hanno evidenziato alcuni tra i massimi costituzionalisti italiani, in effetti, la proroga in questione risulterebbe in violazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, difettando palesemente, nel caso di specie, i presupposti che possano giustificare il prolungamento dello stato di eccezione;
    come riportato sul quotidiano Il Corriere della Sera, per il Professor Sabino Cassese, costituzionalista e magistrato, «sono molte le ragioni per non prorogare al 31 dicembre lo stato di emergenza, dichiarato il 31 gennaio scorso e in vigore fino al termine di luglio. In primo luogo, manca il presupposto della proroga. Perché venga dichiarato o prorogato uno stato di emergenza, non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso. Occorre che vi sia una condizione di emergenza.»;
    gli aggiornamenti sulla situazione attuale COVID-19 in Italia, in effetti, ci dicono sostanzialmente che la situazione è attualmente ridimensionata per estensione e gravità, registrando 65 ricoverati in terapia intensiva e 768 ricoveri ospedalieri totali, a dimostrazione del fatto che, con la riapertura del 3 giugno, non si sono affatto verificati gli scenari catastrofici previsti da certi modelli, basati su rapida crescita esponenziale dei contagi alla riapertura;
    a parere dei firmatari del presente atto, piuttosto che preoccuparsi di prorogare un'emergenza sanitaria che – al momento – sembra essersi ridimensionata, continuando a tenere sotto scacco le libertà fondamentali dei cittadini, il Governo dovrebbe intervenire su quei fattori che rischiano concretamente di determinare un colpo di coda della pandemia nel nostro Paese: primo tra tutti l'andamento dei flussi migratori illegali, i quali negli ultimi mesi sono incrementati in maniera esponenziale sia attraverso la rotta marittima che attraverso quella terrestre;
    al riguardo, il decreto ministeriale del 9 luglio scorso che ha vietato l'ingresso e il transito in Italia alle persone che nelle due settimane precedenti hanno soggiornato o transitato in uno dei paesi indicati in un'apposita lista (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana) ove l'emergenza epidemiologica da Covid-19 è ancora nella fase più acuta, appare tardivo e inefficace, oltre a non tener conto degli ingressi illegali che dai territori in questione si registrano nel nostro Paese;
    difatti, con riferimento ai Paesi individuati nel decreto, si evidenzia che secondo i dati forniti dal Ministero dell'interno, il Bangladesh risulta la seconda nazionalità per numero di ingressi illegali in Italia a seguito degli sbarchi, peraltro complessivamente in vertiginosa crescita con ben 1.756 immigrati arrivati sulle nostre coste in appena quattro giorni (dal 9 al 13 luglio), mentre solo il 9 luglio scorso sono stati bloccati a Udine 30 stranieri clandestini e altrettanti la notte seguente, in maggioranza bengalesi e tutti provenienti per certo dalla rotta balcanica che comprende, appunto, la Macedonia e la Bosnia Erzegovina, anch'esse inserite nella sopra citata lista;
    sarebbe auspicabile, invero, in sede europea l'adozione di opportune iniziative che comportino un atteggiamento comune in merito alle restrizioni all'ingresso per i soggetti provenienti da determinati Stati, nell'ottica di garantire la sicurezza sanitaria per tutti i cittadini dell'Unione europea;
    a destare ulteriore preoccupazione vi è altresì l'assoluta mancanza di controlli e misure di sicurezza adottate dal Governo successivamente agli arrivi, come attestano le immagini delle strutture di accoglienza ormai al collasso e le numerose fughe, riportate e documentate ampiamente dalla stampa, degli immigrati dai centri ove dovrebbero essere trattenuti per il periodo prescritto di quarantena, che espongono evidentemente la popolazione, nonostante gli enormi sacrifici dei mesi scorsi, a gravissimi rischi dal punto di vista sanitario ed anche economico, in particolare nell'avvio già difficile della stagione turistica;
    insomma, da un lato si fa allarmismo, quando si tratta di accentrare i poteri e prorogare lo stato di emergenza nazionale in scadenza il prossimo 31 luglio, dall'altro non viene presa alcuna misura per tutelare la salute degli italiani, quando questa viene messa gravemente a repentaglio dagli ingressi illegali nel nostro Paese di soggetti in arrivo da quei territori che si trovano ancora in piena emergenza sanitaria;
    appare contraddittorio anche il fatto che, con riguardo ai voli aerei turistici in arrivo dall'estero, il Governo stia tenendo un approccio più restrittivo di quello approntato per arginare gli ingressi illegali, emettendo un'ordinanza in data 30 giugno 2020 che esclude interi Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, in una stagione che già si annuncia straordinariamente difficile per il turismo, esponendo in questo modo l'Italia a ripercussioni negative sulla propria reputazione come meta del turismo internazionale,

impegna il Governo

   1) a monitorare, gestire e tenere sotto controllo, da ora in avanti, la situazione sanitaria con gli strumenti ordinari che lo Stato di diritto contempla e mette a disposizione dell'Esecutivo, astenendosi dal prorogare lo stato di emergenza in scadenza il prossimo 31 luglio in assenza dei necessari presupposti di fatto e di diritto;

   2) ad archiviare definitivamente la stagione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, ristabilendo una situazione di ordine nella gerarchia delle fonti del diritto e ristabilendo altresì l'indispensabile dialettica con il Parlamento alla quale lo stesso Ministro della salute ha fatto appello – per il momento non mantenuto – in occasione delle comunicazioni rese alle Camere in data 11 giugno 2020;

   3) ad avviare un processo di revisione delle misure di contenimento non giustificate dall'attuale situazione epidemiologica, nell'ottica di consentire una ripresa dei settori strategici e portanti della nostra economia mantenendo la massima sicurezza;

   4) a garantire che, in futuro, le eventuali limitazioni delle libertà costituzionalmente garantite dei cittadini siano disposte solamente in caso di effettiva necessità, per periodi di tempo strettamente limitati, in considerazione dell'andamento della situazione epidemiologica e solamente con legge o atto avente forza di legge, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione;

   5) a rendere noti in maniera trasparente e tempestiva i dati, i sistemi e gli accertamenti diagnostici in base ai quali vengono conteggiati i soggetti positivi al virus negli aggiornamenti diramati periodicamente dagli organismi all'uopo competenti;

   6) a garantire che l'attenzione e la concentrazione per le conseguenze derivanti dall'emergenza epidemiologica da Covid-19 non distolga l'altrettanta importante attenzione che altre gravi patologie, come i malati oncologici e gli immunodepressi, necessitano;

   7) a potenziare la rete di assistenza domiciliare a sostegno delle famiglie, degli anziani, delle persone con disabilità, delle persone non autosufficienti e, in generale, delle persone in condizione di fragilità, che nel periodo di lockdown non hanno potuto fruire dei servizi di assistenza ospedaliera, implementando l'utilizzo dei sistemi di telemedicina e telemonitoraggio, valorizzando la figura dell'assistente familiare e promuovendo la creazione di appositi elenchi territoriali pubblicamente accessibili in cui gli operatori qualificati all'assunzione siano registrati periodicamente, al fine di agevolare l'incontro, in condizioni di sicurezza e regolarità, tra la relativa offerta e domanda di lavoro;

   8) ad avviare tutte le iniziative volte a consentire al nostro Servizio sanitario di poter tornare a garantire l'erogazione di prestazioni sanitarie extra-Covid, al fine di ridurre i tempi di attesa con riguardo alle visite specialistiche, alla diagnostica ed ai ricoveri, anche attraverso l'eventuale allungamento degli orari delle prestazioni;

   9) a promuovere le opportune modifiche alle linee guida per la riapertura dei servizi educativi e degli istituti scolastici, statali, paritari, privati e degli enti locali, in modo da favorire ulteriormente l'attività educativa e didattica in presenza e favorire altresì la socializzazione tra gli alunni e gli studenti, nel pieno rispetto del diritto allo studio e adottando comunque tutti i criteri di prevenzione che assicurino le condizioni di massima sicurezza sanitaria per alunni, studenti, docenti e personale scolastico, e specificamente:
    a) ad emanare specifici protocolli che consentano, in piena sicurezza, la riapertura dei servizi educativi e didattici, adottando tutte le misure di prevenzione dal rischio di contagio, incluse le procedure di igienizzazione degli spazi e degli arredi, le procedure di monitoraggio della salute degli studenti, dei docenti e del personale scolastico;
    b) a garantire il diritto allo studio e la didattica in presenza di tutti gli studenti con disabilità;

   10) ad attivarsi per l'adozione immediata di misure urgenti e specifiche volte alla tutela e al controllo dei confini oltre che aerei, anche terrestri e marittimi, anche mediante la predisposizione di un blocco navale, per fermare i flussi migratori irregolari verso l'Italia, attuando in particolare le disposizioni contenute negli articoli 1 e 2 del decreto-legge 14 giugno 2019 n. 53, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77;

   11) ad adottare tempestivamente una politica di ricezione turistica basata sulle effettive condizioni epidemiologiche delle aree di provenienza.
(6-00112) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».