ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00106

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 332 del 29/04/2020
Abbinamenti
Atto 6/00104 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00105 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00107 abbinato in data 29/04/2020
Atto 6/00108 abbinato in data 29/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 29/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 29/04/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 29/04/2020


Stato iter:
29/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 29/04/2020
Resoconto CASTELLI LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/04/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
Resoconto MARATTIN LUIGI ITALIA VIVA
Resoconto BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GARAVAGLIA MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto GUBITOSA MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/04/2020

DISCUSSIONE IL 29/04/2020

DICHIARATO PRECLUSO IL 29/04/2020

CONCLUSO IL 29/04/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00106
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Mercoledì 29 aprile 2020, seduta n. 332

   La Camera,
   premesso che:
    il Documento oggetto di esame, data l'incertezza legata alla situazione emergenziale, presenta previsioni economiche e finanziarie che si sviluppano su un orizzonte temporale biennale e manca del Programma Nazionale di Riforma, necessario ad individuare gli interventi e le riforme strutturali che il Governo intenda realizzare;
    le previsioni ufficiali presentate nel Documento certificano un crollo del PIL per il 2020 dell'8 per cento, con una ripresa prevista del 4,7 per cento per il 2021, nonché il peggioramento di tutti gli indicatori economici rilevanti, quali il tasso di disoccupazione, atteso in rialzo all'11.6 per cento, dei consumi, in calo del 7,2 per cento, degli investimenti fissi lordi, –12,3 per cento, e di import ed export, entrambi in calo di oltre il 13 per cento. Tali previsioni sono altresì condizionate all'ipotesi che non vi sia una recrudescenza dell'epidemia nella prossima stagione autunnale, tale da costringere il Paese ad un nuovo lockdown;
    il quadro che ci offre il Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo è dunque il peggiore dal Dopoguerra e oggi – e solo oggi – il minor male è l'aumento del debito. Per la prima volta da un paio di lustri il Documento di economia e finanza ferma l'orizzonte a dicembre dello stesso anno invece dei prescritti tre anni;
    quanto all'aumento del deficit, esso è possibile grazie alla sospensione del Patto di Stabilità europeo, mentre con riferimento all'esplosione del debito pubblico, il Documento di Economia e Finanza (DEF) prevede un piano di rientro verso la media dell'area euro nell'arco di dicci anni;
    di fatto il Governo propone al Parlamento un'ipoteca sui conti dei prossimi dodici anni: 411,55 miliardi di indebitamento aggiuntivo da qui al 2031, 112,6 miliardi solo nel 2020-2022, a cui si aggiunge una postilla da 29,2 miliardi all'anno dal 2032. Cifre come queste chiariscono bene come mai un Documento di solito «ambizioso» come il Def riconosca che all'Italia serviranno almeno 10 anni di avanzi primari «congrui» per avvicinare la media europea del debito;
    tuttavia, non è ancora dato sapere come il Governo utilizzerà le risorse derivanti da questo maggior deficit e maggior debito, anche a causa della non esaustiva interlocuzione da esso avuta con le opposizioni e, più complessivamente con il Parlamento, nonostante gli inviti del Presidente della Repubblica. Sarà, pertanto, un voto necessitato a scatola chiusa;
    infatti, il DEF ha una narrativa tutta rivolta al passato, un mondo che ormai purtroppo non esiste più, e poco dice sul futuro, tanto più che straordinariamente quest'anno non contiene il Piano Nazionale delle Riforme (PNR) con cui normalmente si programmano gli interventi normativi strategici futuri, e anche le previsioni macroeconomiche sono limitate al biennio 2020-2021, senza alcuna prospettiva di lungo periodo (altro che ricostruzione);
    proprio l'assenza del Programma Nazionale di Riforma impedisce una effettiva e completa valutazione delle misure urgenti di rilancio economico che il Governo dichiara di voler intraprendere, restando, ad oggi, mere dichiarazioni di intenti;
    la stessa previsione della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia poste dalla legge di bilancio 2020 e la considerazione della dannosità di misure restrittive di politica fiscale, non trovano alcun addentellato nel Documento, prefigurandosi invece, a legislazione vigente, un aumento della pressione fiscale al 42,5 per cento del PIL nel 2020, e del 43,3 per cento nel 2021;
    allo stesso modo non paiono definirsi con nitidezza i contorni della strategia di riduzione del debito, la quale si basa sulla tenuta annuale, e per i prossimi dieci anni, di un bilancio primario in surplus, ma soprattutto sul contrasto all'evasione fiscale, sulla tassazione ambientale, e sulla riforma del sistema fiscale improntata a semplificazione ed equità; il fisco è il sesto punto delle «misure urgenti di rilancio», ma la sostanza è solo un «rinvio di alcuni adempimenti fiscali e sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi». Quindi, i prestiti del decreto imprese e il bonus da 600 euro;
    per ridurre il debito, fuori controllo anche a causa delle spese sostenute nell'emergenza, il Def cita il «contrasto all'evasione fiscale» e poi «le imposte ambientali», confermando di fatto plastic e sugar tax. Ma il paragrafo dedicato al fisco annuncia anche una «riforma della tassazione che ne migliori l'equità». Formula nemmeno troppo vaga che indica un aumento delle tasse per alcuni e, forse, una diminuzione per altri. Ad ogni modo, l'impostazione sul tema «fisco» è sbagliata in radice perché, nel solco di una concezione assistenzialista, piuttosto che essere proiettato ad una coraggiosa e impetuosa diminuzione del carico fiscale (con i relativi aumenti degli investimenti e del tasso di crescita del sistema) ne certifica piuttosto un aumento automatico a danno dello sviluppo dell'Italia;
    con specifico riferimento agli effetti finanziari del prossimo decreto-legge annunciato dal Governo, risulta sensibile la differenza tra il suo impatto in termini di deficit, 55 miliardi di euro, e di saldo netto da finanziare, 155 miliardi di euro. Al netto del fisiologico disallineamento tra i due saldi, tale differenza pare potersi ricondurre alla scelta di contabilizzare solo al saldo netto da finanziare, e non anche all'indebitamento netto, per il 2020 i miliardi necessari a prestare le controgaranzie dello Stato alle garanzie di SACE spa previste dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, considerate per prassi garanzie non standardizzate, ai sensi del Regolamento contabile europeo SEC 2010 e da Eurostat. Il meccanismo costruito dal suddetto decreto-legge, in particolar modo all'articolo 1, appare però del tutto assimilabile, quanto a standardizzazione delle percentuali e delle procedure di rilascio delle garanzie, a quello proprio delle garanzie standardizzate del Fondo centrale PMI, e come tali conteggiabili a indebitamento netto. Tale diversa contabilizzazione produrrebbe un maggior indebitamento netto per l'anno 2020, ma in regime di general escape clause, consentendo di sgravare il deficit dei prossimi anni, nei quali sarà necessario approntare strategie di rientro sul percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine di finanza pubblica;
    l'ipotesi che un'eventuale recrudescenza della pandemia il prossimo autunno possa essere affrontata attraverso la medesima strategia utilizzata in questa prima fase, come implicitamente affermato nel Documento, lascia intendere che poco o nulla sia stato fatto per strutturare una risposta del sistema sanitario più pronta ed efficace;
    ulteriori ritardi nell'elaborazione, predisposizione ed esecuzione di programmi strutturati di ripartenza del sistema economico e produttivo nazionale potrebbero avere effetti irreversibili su grandissima parte del tessuto socioeconomico nazionale;
    tuttavia, senza pretendere un livello analitico di dettaglio che appartiene alla fase di presentazione del prossimo decreto-legge di aprile-maggio, e non a quella di presentazione del quadro economico finanziario, sarebbe stato quantomeno opportuno procedere con una indicazione di massima delle macrovoci di interventi che concorrono a formare i 100 miliardi di saldo netto da finanziare 2020 che non rientrano nel perimetro dell'indebitamento netto 2020;
    sebbene i firmatari del presente atto, nel solco di un atteggiamento responsabile, intendono sostenere anche questa seconda proposta di scostamento di bilancio, è evidente come il maggior indebitamento netto 2020, messo al servizio di famiglie e imprese per il superamento della crisi, nei «tre decreti COVID» Cura Italia, Liquidità e quello di prossima emanazione, pari a complessivi 74 miliardi di euro, appaia del tutto insufficiente ad offrire una risposta adeguata in un anno in cui è espressamente consentito e supportato a livello europeo il ricorso all'indebitamento e al debito in misura massiccia;
    sarà quindi necessario sostenere il pacchetto finanziario europeo da oltre 2.000 miliardi di euro deciso nell'ultimo Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo, – da discutere e approvare in Parlamento – che rappresenta la strategia per fornire supporto all'economia italiana, atteso che la BCE ha deciso di attuare il programma di Quantitative Easing da 750 miliardi di euro per il 2020, possibilmente prorogabile anche nel 2021, più altre misure di politica monetaria come rallentamento delle regole sui collaterali e sui finanziamenti al sistema bancario, che fornire uno scudo importante contro la crisi;
    l'unica ricetta di politica economica possibile in questo momento per fronteggiare la disastrosa crisi economica in cui ci troviamo, consiste quindi in un forte aumento del deficit pubblico, ossia della spesa pubblica, grazie alla liquidità erogata e garantita dall'Unione Europea e dalla BCE. L'incremento della spesa pubblica, non solo nel breve ma anche nel medio-lungo termine, potrà consentire di creare quel volano per rilanciare la produzione e quindi i consumi;
    le condizioni economiche del sistema Italia, con un alto debito pubblico, ormai arrivato ad oltre il 155 per cento del Pil, non consente di fare a meno del sostegno economico proveniente dall'Unione europea, mai come in questo momento così necessaria e funzionale per la nostra ripresa. A causa del nostro debito, non possiamo permetterci quella flessibilità di cui potrebbero giovarsi Paesi più virtuosi del nostro, con un basso debito pubblico, come ad esempio la Germania;
    a segnare il passo sono soprattutto gli investimenti, che accusano una contrazione del 12,3 per cento, e il mercato del lavoro, con una disoccupazione in salita all'11,6 per cento. Questo freno impatterà ovviamente anche sulla finanza pubblica, che nel frattempo deve sostenere spese extra: la spesa corrente passa dal 41,9 per cento del 2019 al 47,2 per cento di quest'anno, e le uscite totali (al netto di interessi al 3,7 per cento del Pil) arriva ad assorbire più di metà (il 51,2 per cento) della ricchezza nazionale, contro il 45,3 per cento dell'anno scorso. A spingere sono prima di tutto i sussidi di disoccupazione, che crescono del 45,5 per cento, mentre le prestazioni sociali aumentano del 6,9 per cento;
    serve quindi una strategia che punti sugli investimenti: è il momento di fare di mettere la più grande quantità possibile di risorse sulle infrastrutture piccole, medie e grandi, dar vita a un piano casa e ridurre la pressione fiscale, anche usando gli strumenti che ci darà l'Europa;
    la liquidità di cui l'Italia necessita arriverebbe dalle misure varate dall'Eurogruppo nei giorni scorsi, come i 17-18 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dal fondo Sure, ossia quel meccanismo di finanziamento europeo finalizzato a finanziare le rispettive casse d'integrazione dei Paesi membri. Senza dimenticare, ovviamente, i 220 miliardi che la Bce ha già erogato all'Italia, grazie ai suoi acquisti dei titoli di Stato italiani, secondo un programma ben definito;
    ulteriori risorse dovrebbero arrivare dai futuri titoli di Stato emessi nel mercato, che continueranno ad essere acquistati comunque e anche dal nuovo fondo, denominato Recovery fund, tenendo conto che anche i 200 miliardi di euro della Bei previsti per finanziare il settore privato potrebbero portare indirettamente altra liquidità all'economia italiana. Questa liquidità sarà indispensabile per evitare possibili speculazioni sui titoli di Stato italiani nel mercato finanziario, a danno della nostra già provata economia;
    la cosiddetta «Fase 2» sembra partire all'insegna dell'incertezza, senza un indirizzo preciso per imprese e lavoratori. Non vi sarà infatti una ripartenza, ma un lento e farraginoso percorso totalmente confuso e asimmetrico dei settori produttivi del Paese. Serve un piano nazionale, strategico, che sia chiaro per tutti e che preveda una ripartenza ordinata, che non pregiudichi la salute e un'ondata di ritorno del coronavirus. Non possono ripartire tutti i settori e i territori contemporaneamente, ma bisogna ripartire, con una strategia che aiuti allo stesso modo famiglie ed imprese, e che dia allo stesso tempo certezza. La strategia deve essere collegata non solo ai tempi, ma anche ai modi e alle misure di sostegno di cui potranno godere i diversi settori;
    in questo quadro, il Documento di economia e finanza presentato dal Governo è assolutamente insufficiente e omissivo, non in grado di affrontare l'emergenza economica e fare uscire l'Italia dalla crisi; tra l'altro, non una riga del DEF è dedicata alle specifiche iniziative che dovrebbero e, nonostante questo Governo, dovranno necessariamente essere improntate ad un adeguato sostegno economico e finanziario «rafforzato» ad un comparto fondamentale dell'economia del Paese, quale il turismo, che per le sue intrinseche caratteristiche è destinato a patire gli effetti della crisi e a rinviare una piena ripartenza per un periodo significativamente più duraturo di quello corrispondente per la generalità degli altri settori economici; in particolare, per quei comuni e territori la cui economia è a prevalente vocazione turistica internazionale, il lockdown rimarrà tale per lo meno fino a quando non sarà dichiarata la cessazione della pandemia da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tuttavia, nulla viene previsto a livello di DEF circa la necessità di individuare detti comuni e territori e di predisporre sin d'ora aiuti mirati nell'intensità e nella durata, rispetto alle misure di aiuto varate per la generalità dei settori economici condizionati dalla crisi epidemiologica da COVID-19;
    di fatto, manca una qualsiasi visione strategica basata su specifiche strategie di riforma che investano il fisco, la burocrazia, la giustizia, le infrastrutture e coinvolgono tutti i settori produttivi del Paese,

impegna il Governo:

  ad attuare un piano completo, strutturato, coraggioso e concreto, di sostegno e rilancio del sistema economico nazionale, incentrato sulla semplificazione amministrativa, sulla riduzione dei carichi fiscali, nonché sull'innovazione tecnologica e lo sviluppo infrastrutturale e industriale, coinvolgendo appieno le forze politiche di opposizione e avviando una interlocuzione con le Camere, nel rispetto delle norme costituzionali e delle procedure parlamentari, che contempli la presentazione quanto prima del PNR sui temi delle infrastrutture, della giustizia, del mercato del lavoro, della riforma del welfare e della semplificazione:
   a) sul fronte del fisco:
    1) implementare una pace fiscale prevedendo: lo sconto fino al 40 per cento delle cartelle esattoriali; il versamento di una quota forfettaria per il recupero dei 200 miliardi non versati dal 2000; rendimenti competitivi, sgravi fiscali e scudo penale per chi trasferisce capitali dall'estero trasformandosi «da esportatore di capitali in propulsore della ripresa e dell'accelerazione della crescita italiana»;
    2) prevedere una moratoria di tutti gli adempimenti fiscali almeno per tutto il 2020;
    3) introdurre i CIR (Conti Individuali di Risparmio) per riequilibrare il debito pubblico aumentando la quota detenuta dai risparmiatori italiani, creando contemporaneamente un terzo pilastro di welfare (completamente privato) a complemento della previdenza pubblica e della previdenza professionale;
    4) prevedere, in un'ottica di bilanciamento tra obiettivi di politica economica ed esigenze di tutela del risparmiatore, l'emissione di titoli di Stato speciali BTPS (Buoni del Tesoro Poliennali Speciali), dedicate alle sole persone fisiche, con taglio minimo di sottoscrizione di mille euro a scadenza quinquennale o decennale a tasso fisso, e detrazione dall'imposta lorda sui redditi per il 30 per cento fino ad un massimo di 30 mila euro annui, con premio addizionale correlato all'andamento del Pil;
    5) implementare «Piani di investimento per la Ripresa» (cosiddetti «PIR Anticovid») che, attraverso un fondo chiuso, possono raccogliere i risparmi degli investitori istituzionali, di quelli professionali e anche delle famiglie italiane indirizzandoli verso le piccole e medie imprese ed anche verso titoli di Stato italiani di lunga durata;
    6) escludere del tutto l'introduzione di una nuova «patrimoniale»;
    7) reintrodurre il regime forfettario con flat tax al 15 per cento, senza le vigenti limitazioni per fatturati fino a 65 mila euro ed al 20 per cento per ricavi oltre 65 mila euro ed entro i 100 mila con copertura supportata da un vero patto fiscale;
    8) realizzare una riforma complessiva del sistema fiscale, disponendo l'immediata introduzione della flat tax al 15 per cento, sia per famiglie che per le imprese, sul reddito incrementale, ovvero sul maggior reddito prodotto rispetto al periodo d'imposta precedente, al fine di far emergere i redditi sommersi ed ampliare la base imponibile delle diverse imposte e a prevedere, a partire dall'anno d'imposta successivo, l'applicazione del meccanismo della flat tax sull'intero reddito prodotto;
   b) sul fronte delle imprese e del lavoro:
    1) implementare un piano di «pace fiscale Stato-Imprese, sanando tutte le pendenze pregresse con varie opzioni alternative subito in una unica soluzione con uno sconto del 40 per cento; in 5 anni a un tasso del 3 per cento con uno sconto del 20 per cento; in 20 anni a un tasso del 2 per cento senza sconto, per avere ingenti flussi di cassa per lo Stato in questo momento di emergenza (viceversa sono denari che molto probabilmente non saranno riscossi), e permettere l'uscita da una situazione di debito per molte imprese, che potrebbero così guardare al futuro con maggiori opportunità di ripresa e sviluppo;
    2) prevedere premialità economiche a carico dello Stato per i lavoratori costretti a lavorare e premialità per le attività che garantiscono la continuità aziendale ed occupazionale, in questa fase di crisi nella quale molti potrebbero avere la tentazione di chiudere o licenziare;
    3) estendere al 100 per cento della garanzia statale per i prestiti alle imprese con eliminazione dell'intermediazione della Sace;
    4) procedere all'effettivo e immediato pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese (circa 60 miliardi);
    5) prevedere ogni iniziativa finalizzata ad abrogare la plastic tax e la sugar tax;
    6) implementare un piano di semplificazione e decertificazione delle procedure e dei controlli da effettuare ex post sulla liquidità erogata per tutti;
    7) erogare i risarcimenti per tutte le imprese e le attività costrette a fermarsi in ragione del periodo di chiusura e dei relativi mancati guadagni. Almeno il 25-30 per cento del fatturato per i mesi di chiusura deve essere risarcito;
    8) utilizzare, nell'attività di sostegno alle imprese, Fondi europei non spesi nel bilancio 2014-2020 e accelerare le pratiche di liquidazione delle somme già richieste e disponibili introducendo un criterio di silenzio assenso in caso di mancata risposta entro un congruo termine;
    9) affrontare in modo organico il tema di una moratoria fiscale per mutui e affitti, dando seguito all'esigenza perequativa di sollevare dal pagamento dei canoni di locazione relativi al quadrimestre marzo/giugno 2020 le attività commerciali, turistiche, artigianali e produttive, nonché i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività a causa di misure restrittive adottate dall'autorità per il contenimento della pandemia, adottando ogni iniziativa normativa finalizzata a calmierare i canoni di locazione delle attività che, dopo la fine dell'emergenza derivante dalla diffusine del COVID 19 su tutto il territorio nazionale, abbiano ricavi inferiori al 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, adottando in modo proporzionale misure compensative sia di carattere fiscale che di natura monetaria a titolo di ristoro con contributi erogati dallo Stato in favore dei locatori;
    10) prevedere che nei casi in cui le attività commerciali che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività a causa di misure restrittive adottate dall'autorità per il contenimento della pandemia non riescano a pagare i canoni di locazione per i quali è riconosciuto in loro favore un credito d'imposta, lo stesso credito d'imposta sia riconosciuto in favore dei locatari;
    11) introdurre una cedolare flat, con tutela della posizione giuridica dei contraenti in essere o che intendano formalizzare nuovi contratti di locazione;
    12) prevedere la massima flessibilità possibile nel mercato del lavoro, ovviamente nel rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori, attraverso il superamento o comunque la sospensione delle norme del «decreto dignità», che ingessa il mercato del lavoro, e l'introduzione dello strumento dei voucher per i settori come il turismo, l'agricoltura, lo sport, i servizi alla persona per permettere ed assicurare così il lavoro stagionale fondamentale per tenere in piedi intere filiere produttive;
    13) introdurre una completa decontribuzione per 10 anni per le aziende che assumono lavoratori fino ai 35 anni;
    14) disporre opportune sollecitazioni all'impiego, dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, con particolare riguardo al settore agricolo al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera;
    15) di non volersi avvalere, pertanto, della facoltà di cui all'articolo 6, paragrafo 4 della direttiva 2008/115/CE, e, di conseguenza, a garantire la continuità delle procedure finalizzate al rimpatrio, coattivo e volontario assistito, dei cittadini di paesi terzi in posizione irregolare sul nostro territorio nazionale e nel rispetto di tutte le misure sanitarie e di sicurezza adottate nel nostro Paese per il contenimento dell'epidemia da Covid-19 in corso, anche al fine di poter effettivamente procedere al loro effettivo rientro nei paesi di origine e transito il prima possibile quando sia possibile in condizioni di sicurezza.
    16) garantire la cassa integrazione per tutti e per tutto il periodo di chiusura;
    17) prevedere una nuova procedura per la cassa integrazione Covid-19 che contempli la presentazione della domanda in modalità telematica all'Inps con silenzio-assenso entro 48 ore dall'invio e pagamento ai percettori alla medesima data dello stipendio da parte dell'azienda, tramite anticipo bancario vincolato all'erogazione dell'ammortizzatore e fondo di garanzia statale;
    18) prevedere interventi strutturali di riduzione del costo del lavoro anche attraverso l'introduzione di una flate rate per standardizzare il costo del lavoro alla media europea e misure di sburocratizzazione e snellimento degli adempimenti anche attraverso l'introduzione di una tax rate omnicomprensiva;
    19) introdurre per i lavoratori frontalieri coinvolti in procedimenti di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa per eventi legati all'emergenza epidemiologica da Covid-19, una misura analoga ai trattamenti di integrazione salariale previsti per i pari lavoratori italiani;
    20) prevedere lo stanziamento di un fondo di investimenti da assegnare a regioni, province e comuni al fine di promuovere opere pubbliche e cantieri a sostegno dell'economia locale;
    21) trasformare la sospensione di tasse e contributi per i mesi di marzo, aprile e maggio in azzeramento degli stessi fino al 30 settembre 2020 per favorire l'immediata ripresa dell'attività produttiva;
    22) favorire la diminuzione degli oneri burocratici a carico di imprese e lavoratori, prevedendo la sospensione degli indici sintetici di affidabilità, l'abolizione del minimo contributivo Inps per artigiani e commercianti, e la possibilità di ricorrere ai voucher lavoro senza limitazioni;
    23) tutelare le imprese italiane e il Made in Italy, sostenendo in ambito europeo l'introduzione di misure più stringenti volte a contrastare il dumping sociale e ambientale degli Stati extraeuropei, nonché ad intraprendere le necessarie iniziative volte a promuovere una maggiore armonizzazione tra gli Stati membri del sistema di tassazione gravante sulle imprese, al fine di compensare il dumping fiscale esistente;
    24) assumere con urgenza iniziative volte a contrastare la concorrenza fiscale sleale tra Stati membri e il fenomeno delle delocalizzazioni intracomunitarie;
   c) sul fronte giustizia:
    1) l'attuazione delle riforme ordinamentali e processuali per consolidare il principio del giusto processo, che, pur essendo enunciato nella Costituzione, non fa ancora parte del quotidiano esercizio della giurisdizione in quanto: nel processo penale è oramai improcrastinabile restituire efficienza e celerità al sistema senza sacrificare le garanzie deve essere oltremodo assicurata l'effettiva parità tra accusa e difesa e la reale terzietà del giudice; nel processo civile deve essere garantita la certezza di una decisione in tempi ragionevoli e vanno individuate le soluzioni idonee ad eliminare il gigantesco macigno dei procedimenti arretrati, in particolare attraverso un'azione complessiva di informatizzazione;
    2) la realizzazione di interventi definitivi finalizzati al superamento delle carenze drammatiche di personale amministrativo e all'effettiva riqualificazione del personale, nonché alla giusta tutela della polizia penitenziaria;
    3) la necessaria semplificazione normativa e burocratica della legislazione primaria e regolamentare che incide sul sistema giustizia, che aumenta il livello di litigiosità e contribuisce ad allungare i tempi dei processi;
    4) la realizzazione di maggiori investimenti in informatizzazione del processo civile e del processo penale, al fine di conseguire un miglioramento complessivo dell'organizzazione dei servizi di cancelleria, di realizzare considerevoli risparmi di spesa e di raggiungere una trasparenza delle informazioni relative alle cause e alle sentenze per l'avvocatura e i cittadini;
    5) la definitiva implementazione di una modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari, già avviata con parziale successo, in ragione di una loro maggiore efficienza e produttività; la realizzazione di programmi di innovazione digitale, per il miglior funzionamento degli uffici, da attuare con il completo ammodernamento delle infrastrutture e delle reti di trasmissione dei dati informatizzati;
    6) l'attuazione di un programma credibile e immediato, adeguatamente finanziato, per la realizzazione di un nuovo piano carceri, attraverso l'implementazione delle strutture esistenti e l'edificazione dei nuovi istituti, nonché per provvedere alla copertura dei ruoli vacanti della polizia penitenziaria, al fine di garantire ad essi di poter operare in condizioni di sicurezza;
    7) l'elargizione delle risorse già stanziate per i magistrati onorari;
   d) sul fronte delle infrastrutture e dell'edilizia:
    1) attuare un grande piano infrastrutturale pubblico, con lo sblocco degli oltre 100 miliardi già stanziati e non spesi per la modernizzazione del paese, anche al fine di sostenere l'edilizia e con almeno 28 miliardi immediatamente spendibili in cassa, di cui un miliardo da destinare alle opere olimpiche Milano Cortina 2026;
    2) prevedere incentivi fiscali e agevolazioni per le imprese ai fini dell'immediata apertura dei cantieri e sostenere in particolare gli investimenti nel comparto ospedaliero, indirizzati a raggiungere e mantenere l'eccellenza italiana nel settore, e le iniziative di realizzazione e manutenzione degli impianti sportivi, allo scopo di garantire la perfetta efficienza richiesta a livello nazionale e internazionale;
    3) disporre una nuova «legge per le città», prevedendo più infrastrutture e manutenzione per centri urbani e periferie;
    4) implementare un grande «Piano casa» per almeno 100 miliardi;
    5) prevedere disposizioni di pace fiscale anche nel settore edilizio: molti proprietari hanno in corso contenziosi con lo Stato su interventi edilizi minori o altre tematiche riguardanti le prime case;
    6) apportare semplificazioni al codice dei contratti pubblici indirizzate ad una generale sburocratizzazione del sistema nazionale, sulla base dei soli obblighi europei; per rilanciare gli investimenti, prevedere la possibilità di deroga immediata allo stesso codice dei contratti pubblici per l'anno 2020, per l'affidamento e l'esecuzione di lavori, servizi e forniture, assegnando priorità alle opere immediatamente cantierabili e disponendo altresì l'abolizione del sistema delle autorizzazioni preventive e l'introduzione di controlli ex post;
    7) adottare il «modello Genova» per la nomina di commissari straordinari, allo scopo di garantire l'immediata realizzazione delle grandi opere infrastrutturali attese da anni, colmare il gap infrastrutturale del Paese e mettere in sicurezza la rete viaria e ferroviaria esistente;
    8) prevedere un'ulteriore detassazione degli investimenti per miglioramenti nelle abitazioni con ampliamento dei bonus esistenti ristrutturazioni, eco bonus e sisma bonus;
   e) sul fronte trasporti:
    1) prevedere specifiche misure di sostegno per le imprese operanti nei settori del trasporto merci con qualunque vettore, della distribuzione, della logistica e del magazzinaggio, anche sotto forma di compensazioni per i maggiori costi sostenuti durante l'emergenza sanitaria per assicurare l'approvvigionamento di tutti i beni, nonché misure di ristoro per le imprese italiane d del trasporto aereo in possesso del Certificato di Operatore Aereo (COA), per quelle del trasporto marittimo e per quelle portuali, anche al fine di consentire loro di salvaguardare i livelli occupazionali;
   f) sul fronte del turismo:
    1) prevedere un grande «Piano Marshall sulla filiera del turismo» con il riconoscimento dello stato di crisi;
    2) istituire, presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, un Fondo straordinario di sostegno al mancato reddito per tutte le imprese che operano nel comparto turistico: imprese turistiche, ivi incluse le agenzie di viaggio i tour operator e i parchi divertimento, nonché le imprese termali, le strutture extralberghiere, i gestori di stabilimenti balneari, le professioni turistiche, gli intermediari, le imprese di trasporto turistico. Le risorse sono concesse, con garanzia dello stato, a titolo di prestiti a fondo perduto, in un arco di tempo quinquennale, in misura pari alla perdita di fatturato subita nell'anno 2020 rispetto il fatturato registrato nel 2019;
    3) disporre per l'Italia incentivi senza limiti di reddito a tutti i cittadini con detrazioni per spese turistiche per chi trascorrerà le vacanze entro i confini nazionali; in Europa un recovery plan straordinario per tutelare e sostenere le imprese con finanziamenti a fondo perduto;
    4) implementare una poderosa campagna di comunicazione in Italia e all'estero per valorizzare il nostro Made in Italy e coinvolgere l'ENIT in tutte le attività di promozione del Paese in chiave turistica attraverso la valorizzazione dell'offerta esperienziale dei territori legata alla loro storia, cultura e tradizioni, nonché la promozione di eventi e fiere nazionali ed internazionali;
    5) rimuovere i limiti che impediscono il ricorso al contratto occasionale da parte degli operatori del settore turistico e pubblici esercizi e contestuale ampliamento della platea a tutte le imprese turistiche;
    6) prorogare tutti gli ammortizzatori sociali per le attività del comparto turistico fino alla fine del 2020 e introdurre una decontribuzione del costo del lavoro per il personale assunto con contratto stagionale nel 2020 allo scopo di consentire alle imprese di sostenere tali costi nonostante le incertezze della stagione estiva con oneri assunti dallo Stato;
    7) fissare un termine perentorio per l'adozione del DPCM di attuazione della disciplina di revisione delle concessioni demaniali marittime ai sensi del comma 675, della legge 145 del 2018, confermando così l'estensione della concessione di 15 anni;
    8) sospendere i canoni relativi alle concessioni demaniali marittime per 24 mesi, ivi inclusi i porti turistici, nonché dei canoni di concessione mineraria, a titolo di risarcimento per i danni subiti dalle imprese, a seguito dei lockdown che ha impedito, in particolare, la manutenzione continua degli stabilimenti, con conseguenti danni alle strutture;
    9) individuare le modalità di definizione dei procedimenti giudiziari o amministrativi pendenti alla data del 31 dicembre 2019 concernenti il pagamento dei canoni e degli indennizzi per l'utilizzo dei beni demaniali marittimi e delle relative pertinenze;
    10) sospendere, per un periodo di 24 mesi, dell'applicazione su tutto il territorio nazionale dell'applicazione della disciplina relativa allo svolgimento della professione di guida turistica;
    11) introdurre un credito di imposta del 60 per cento del canone di locazione di immobili strumentali all'esercizio dell'attività turistica o del 60 per cento dell'importo pagato dal gestore a titolo di corrispettivo per l'affitto d'azienda;
    12) abolire il versamento IMU per l'anno 2020 nelle due componenti: acconto entro 16 giugno 2020 e saldo entro 16 dicembre 2020 in favore degli operatori del comparto turistico;
    13) estendere le moratorie sul pagamento di tutti i tributi in scadenza e delle utenze a carico degli operatori del turismo con possibilità di rateizzazione degli importi dovuti su un arco di tempo biennale;
    14) ridurre l'aliquota IVA per la vendita di pacchetti turistici dall'attuale 22 per cento, aliquota ordinaria, all'aliquota del 10 per cento;
    15) differire al 31 dicembre 2020 i versamenti su immobili utilizzati per locazioni stagionali ed estendere fino al 31 dicembre 2020 le disposizioni riguardanti la sospensione delle rate dei mutui e dei canoni di leasing assunti per l'acquisto di beni materiali e di infrastrutture per il comparto autotrasporto viaggiatori;
   g) sul fronte dell'agricoltura e dell'agroalimentare:
    1) autorizzare, per la durata di tempo non superiore a centoventi giorni, nel rispetto dell'articolo 53 del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, l'utilizzo della sostanza attiva clorpirifos metila, attualmente ritenuto tra i più efficaci metodi per contrastare in tempi rapidissimi la diffusione della cimice marmorata asiatica che ha colpito le produzioni ortofrutticole, nonché qualificare gli attacchi della cimice asiatica come eventi eccezionali ai sensi della disciplina europea sugli Aiuti di Stato, al fine di consentire alle imprese agricole interessate l'accesso ad aiuti in forma diretta finanziati con risorse comunitarie o nazionali;
    2) proporre soluzioni che portino ad un contenimento delle varie specie di fauna selvatica presenti sul territorio nazionale in quanto la gestione della fauna selvatica è una problematica che richiede l'individuazione di soluzioni condivise e di opzioni efficaci, al fine di salvaguardare le produzioni agricole e agroalimentari italiane;
    3) prevedere misure per garantire alle imprese della pesca di recuperare i mancati guadagni dovuti dallo stop imprevisto per l'emergenza Coronavirus tramite il pagamento degli arretrati del fermo pesca nonché la possibilità di poter sottrarre dal periodo di fermo biologico temporaneo i giorni di inattività, affinché alla fine dell'emergenza i pescherecci possano ritornare a lavorare tranquillamente nonché prevedere disposizioni che portino ad innalzare le tonnellate di tonno rosso previste per la quota indivisa e ridistribuire parte di esse tra le varie marinerie, al fine di dare la possibilità agli operatori della pesca, che attualmente ne sono privi, di poter accedere a questa fondamentale risorsa economica;
    4) adottare ogni misura normativa e amministrativa, sia in sede nazionale che unionale affinché i soggetti che a vario titolo acquistano e trasformano latte sul territorio nazionale siano obbligati ad acquistare ed utilizzare latte proveniente dagli allevatori italiani prescrivendo che solamente qualora la quantità di latte italiano non risultasse sufficiente per il fabbisogno dei consumatori, gli acquirenti e i trasformatori del latte saranno autorizzati ad acquistare o utilizzare latte proveniente da Paesi della Unione europea, al fine di salvaguardare la produzione nell'ambito lattiero-caseario;
    5) convocare un tavolo della filiera agroalimentare che coinvolga il mondo agricolo, della trasformazione e della distribuzione al fine di adottare tutte le iniziative utili a supportare le grandi eccellenze del made in Italy, favorendone il più largo consumo;
    6) prevedere misure urgenti destinate ad interventi volti ad indennizzare, tramite l'istituzione di un fondo ad hoc con risorse adeguate di almeno 1 miliardo, i danni diretti e indiretti subiti e alla perdita di reddito dei produttori florovivaistici, derivante dall'emergenza epidemiologica COVID-19, al fine di assicurare la continuità aziendale delle imprese del comparto e per dare loro immediata liquidità favorendo la ripresa del settore florovivaistico;
    7) disporre fondi di ristoro per le imprese di tutti quei settori colpiti dalla chiusura del canale Ho.re.ca (Hotel, Bar, Ristoranti, mense, catering, eventi) e dalle difficoltà nella esportazione dei prodotti (florivivaismo, produttori di vino, operatori della filiera lattiere-casearia con particolare riferimento alla mozzarella di bufala e ai formaggi, prosciutti e salumi soprattutto DOP, agriturismo, pasticceria);
    8) lavorare, come stanno facendo altri grandi paesi europei, alla costruzione dei corridoi verdi per far transitare lavoratori dell'Europa dell'est in Italia;
    9) costruire le condizioni strutturali per aumentare la produzione nazionale delle materie agricole primarie (grano, mais, orzo, soia) al fine di diminuire la dipendenza dall'estero attraverso investimenti mirati agli accordi di filiera;
   h) sul fronte della famiglia:
    1) potenziare e riunificare i vari bonus e misure di sostegno alle famiglie attualmente vigenti, attraverso la previsione di un assegno universale unico di almeno 250 euro mensili per ogni figlio, erogato a prescindere dello stato occupazionale e reddituale dei genitori, recependo le istanze provenienti dai principali esponenti del mondo associativo familiare;
    2) promuovere l'adozione di un Piano nazionale di interventi – anche di natura fiscale – finalizzato a contrastare la crisi demografica in atto e incentivare la natalità, con provvedimenti strutturali e permanenti volti a promuovere, in primo luogo, la gratuità degli asili nido e gli assegni per i figli a carico;
    3) estendere il congedo parentale fino a fine giugno, maggiorando l'indennità al 75-80 per cento, incrementando il numero di giornate disponibili ad almeno 20 complessive e garantendo in ogni caso per il periodo non coperto dal congedo stesso la possibilità per un genitore del nucleo familiare di astenersi dal lavoro, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto;
    4) prevedere un potenziamento della misura del voucher baby sitting, cumulativo, e non alternativo o commutabile, al voucher familiare;
    5) adottare linee guida per la riapertura dei centri e oratori estivi, volte ad individuare le misure fondamentali che all'interno di tali luoghi dovranno essere garantite in termini di prevenzione dei contagi da COVID-19 e tutela della salute degli operatori e utenti;
    6) disporre l'apertura di centri e oratori estivi, parchi e aree gioco, in condizioni di sicurezza per bambini, accompagnatori e operatori, stanziando risorse affinché i ridetti centri e oratori siano in condizione di garantire il servizio gratuitamente o, comunque, a costi accessibili, senza trasferire il costo degli adeguamenti che inevitabilmente si renderanno necessari per la prevenzione dei contagi sulle famiglie e sugli utenti dei servizi stessi;
    7) disporre altresì l'apertura delle aree ricreative all'interno dei circoli sportivi e degli agriturismi, anche incentivando le attività ludico-sportive, i percorsi naturalistici e le attività nelle fattorie didattiche nel settore dell'ospitalità agrituristica, garantendo condizioni di sicurezza, con particolare riferimento al rapporto numerico tra operatori e utenti;
    8) prevedere la misura della detrazione fiscale delle rette per le famiglie che frequentano le scuole paritarie;
   i) sul fronte disabilità:
    1) incrementare gli importi della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile al fine di restituire agli strumenti in questione un'utilità concreta ed effettiva, in grado di tutelare adeguatamente le esigenze delle persone con disabilità;
    2) garantire la cumulabilità tra le pensioni percepite dalle persone con disabilità o invalidità e le misure di sostegno economico e i bonus erogati in relazione all'emergenza sanitaria correlata alla diffusione del virus COVID-19);
    3) incrementare il Fondo per la non autosufficienza di cui all'articolo 1, comma 1265, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine di prevenire il rischio di isolamento delle persone con disabilità e dei loro familiari nella fase di emergenza COVID-19 e nel periodo ad essa successivo;
    4) implementare nell'ambito del sistema scolastico l'uso di ausili alla comunicazione e di software didattici personalizzai per garantire l'inclusione degli alunni con disabilità nelle diverse forme di didattica a distanza;
   l) sul fronte scuola:
    1) stanziare 1 miliardo di euro per interventi di sanificazione e fornitura quotidiana di dispositivi di protezione individuale;
    2) implementare un piano per la «scuola digitale», stanziando 1 miliardo per la dotazione di device, e 1 miliardo per il superamento del digital divide attraverso la formazione docenti didattica digitale;
    3) disporre interventi per l'edilizia scolastica (almeno per 800 milioni di euro);
    4) prevedere un preciso piano per la didattica e il recupero delle lezioni;
    5) disporre un fondo da 500 milioni per le esigenze emergenziali delle scuole paritarie;
    6) prevedere, in condizioni di sicurezza, la riapertura dei locali scolastici per attività ludiche e di recupero;
    7) prevedere un piano per la stabilizzazione dei precari della scuola al fine di potenziare il corpo docente;
    8) prevedere adeguate risorse a favore dei Comuni nel caso di riapertura delle scuole nei mesi estivi con la formula dei centri estivi;
    9) prevedere la gratuità dei libri scolastici della scuola d'obbligo per l'anno scolastico 2020/2021;
   m) sul fronte «Mezzogiorno»:
    1) al fine di promuovere la rinascita industriale e occupazionale delle regioni del Mezzogiorno, realizzando gli obiettivi dell'aumento e del miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano e dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, prevedere l'esenzione integrale dell'imposta sul reddito delle società (Ires), e dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) per le imprese in attività ivi ubicate e per le nuove imprese che avviano in tali regioni un'attività economica;
    2) salvaguardare il rispetto della cosiddetta «clausola del 34 per cento», rendendola finalmente effettiva ed efficace (imponendo un meccanismo automatico di trasferimento delle risorse), ed estendendo il vincolo non solo agli investimenti delle amministrazioni centrali, come avviene attualmente, ma a tutte le amministrazioni pubbliche e agli enti di diritto privato in controllo pubblico, e a Cassa depositi e prestiti;
    3) prevedere per i giovani imprenditori beneficiari della misura «Resto al Sud» la sospensione fino al 31 dicembre 2020 dei termini per la realizzazione dei progetti già ammessi al beneficio e dei pagamenti previsti nel cronoprogramma;
    4) più in generale, prevedere interventi organici e razionali, attraverso un grande piano di investimenti, innanzitutto per rispondere alle drammatiche carenze infrastrutturali sociali del Sud, in particolare in termini di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura (attraverso la realizzazione di un piano straordinario per la realizzazione di nuovi complessi ospedalieri accelerando le procedure sul «modello Genova»), e per implementare le reti infrastrutturali fondamentali per la fase della ripresa, particolarmente delicata in un territorio che sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto;
   n) sul fronte cultura e spettacolo:
    1) garantire liquidità, tramite prestiti agevolati e contributi a fondo perduto da parte dello Stato per interventi di promozione di investimenti nei settori delle imprese culturali;
    2) permettere agli esercenti attività di spettacolo di avere fondi da poter investire per l'adeguamento degli spazi e delle attrezzature alle nuove esigenze per il contrasto Covid-19 attraverso l'estensione dell'Art Bonus anche a favore di soggetti privati;
    3) per le produzioni cinematografiche in questo periodo di emergenza saranno necessari ingenti spese per i dispositivi di protezione individuale che difficilmente le produzioni minori potranno affrontare, per questo vanno sostenute finanziariamente soprattutto le produzioni indipendenti che hanno meno risorse perché non legate alle majors del cinema;
    4) oltre gli incentivi fiscali che si auspicano per coloro che sceglieranno di trascorrere le vacanze in Italia, prevedere al contempo anche la detraibilità totale delle spese per cinema, teatri e luoghi di spettacolo in generali, frequentati in estate, per gli anni 2020 e 2021;
   o) sul fronte del terzo settore:
    1) emanare immediatamente il Dpcm per sbloccare le ultime due annualità della quota del 5x1000;
    2) in ogni provvedimento – dall'accesso al credito ai contributi, dalle semplificazioni al trattamento del personale e via dicendo – considerare gli enti del Terzo Settore allo stesso modo di ogni altra categoria produttiva del Paese;
    3) prevedere lo Sblocco fondi rotativi di sistema (per esempio quello da 200 milioni per le imprese sociali «congelato» a Invitalia o i 10 milioni del fondo che il Ministero del lavoro ha affidato a Fondazione Italia Sociale) e dei Fondi Strutturali di coesione europea;
    4) dare continuità alle attività di volontariato, mutuando alcune prerogative del servizio civile universale: assegno temporaneo (da 8 a 12 mesi) di 440 euro, con esenzione Irpef e previdenziale, copertura assicurativa e adeguata formazione per progetti di rilevanza sociale gestiti da enti del Terzo settore;
    5) estendere le norme sulla facilitazione dello svolgimento delle assemblee attraverso l'uso di mezzi di telecomunicazioni, al fine di ridurre il contatto fisico, agli enti non lucrativi, ossia ONLUS, Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di promozione sociale).
(6-00106) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».