ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00088

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 240 del 16/10/2019
Abbinamenti
Atto 6/00087 abbinato in data 16/10/2019
Atto 6/00089 abbinato in data 16/10/2019
Atto 6/00090 abbinato in data 16/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: DELRIO GRAZIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2019
BOSCHI MARIA ELENA ITALIA VIVA 16/10/2019
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 16/10/2019


Stato iter:
16/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 16/10/2019
Resoconto CONTE GIUSEPPE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/10/2019
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto ROSSINI EMANUELA MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA LIBERI E UGUALI
Resoconto COLANINNO MATTEO ITALIA VIVA
Resoconto MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BAZZARO ALEX LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DE GIORGI ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 16/10/2019
Resoconto AGEA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2019

DISCUSSIONE IL 16/10/2019

ACCOLTO IL 16/10/2019

PARERE GOVERNO IL 16/10/2019

APPROVATO IL 16/10/2019

CONCLUSO IL 16/10/2019

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00088
presentato da
DELRIO Graziano
testo di
Mercoledì 16 ottobre 2019, seduta n. 240

   La Camera,
   premesso che:
    nel prossimo Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno importanti questioni inerenti il futuro dell'Unione europea, e in particolare: la definizione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027; la nuova Agenda strategica 2019-2024 per l'Unione; le implicazioni dei cambiamenti climatici, messe in evidenza nel corso del Climate Action Summit del 23 settembre 2019; gli sviluppi delle trattative sul recesso del Regno Unito dall'Unione europea;
    il nostro Paese parteciperà a questo appuntamento in un clima di rinnovata fiducia nei confronti dell'Unione europea, in linea con il nostro status di Paese fondatore dell'Unione europea e di seconda potenza manifatturiera europea;
    lo scenario economico nel quale si svolge il prossimo Consiglio europeo risulta condizionato da nuove incertezze e rischi. Lo slancio espansivo dell'economia mondiale ha recentemente subito un deciso rallentamento, in gran parte determinato dalla ripresa delle tensioni commerciali internazionali, dall'acuirsi del rischio di uscita senza accordo del Regno Unito dall'Unione europea e dall'emergere di nuove tensioni geopolitiche, in particolare in medio oriente. In questo contesto l'Unione europea, e in particolare l'eurozona, soffre particolarmente in quanto basata su un modello di crescita fondato sulle esportazioni che genera un deficit cronico di domanda e stagnazione. Il rallentamento della crescita globale si è inevitabilmente riflesso sull'area dell'euro dove l'evoluzione del Pil risulta più debole rispetto alle attese, in particolare nei Paesi europei maggiormente integrati nelle catene globali del valore (Germania, Regno Unito, Italia). Una situazione che dovrà essere affrontata con iniziative che mettano al centro del dibattito, già a partire dal prossimo Consiglio europeo, l'esigenza di una nuova « governance economica» in ambito Unione europea, più incentrata sul conseguimento degli obiettivi di crescita economica da parte degli Stati membri, sul riconoscimento di maggiori spazi di flessibilità, sul sostegno alla domanda interna, sul rilancio degli investimenti, in particolare di quelli ambientali, da scomputare dal deficit al fine del rispetto dei parametri, e sul conseguimento di più elevati livelli di protezione sociale dei cittadini;
    il Consiglio europeo di ottobre tornerà, come sopra menzionato, ad affrontare la discussione in merito alle varie rubriche del bilancio a lungo termine dell'Unione, il cosiddetto Quadro finanziario pluriennale – integrato dalle proposte concernenti i futuri programmi di spesa settoriali – con cui si decide non solo il contributo degli Stati membri al bilancio europeo, ma soprattutto come saranno spese le risorse nei sette anni compresi tra il 2021 e il 2027;
    in vista della riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre la Commissione europea ha pubblicato il 9 ottobre 2019 una Comunicazione con la quale esorta i Capi di Stato o di governo dell'Unione europea a imprimere nuovo slancio ai negoziati, così da permettere il raggiungimento entro l'anno di un accordo su un bilancio a lungo termine dell'Unione europea equo, equilibrato e moderno per il periodo 2021-2027;
    la Commissione ha proposto un bilancio a lungo termine equivalente all'1,114 per cento del reddito nazionale lordo dell'Unione europea a 27. Il Parlamento chiede un budget maggiore fino all'1,3 per cento. Oggi, il bilancio a lungo termine dell'Unione europea per 28 Stati membri è equivalente all'1,03 per cento delle entrate lorde di tutti gli Stati membri dell'Unione europea, compreso il Fondo europeo di sviluppo. Tuttavia, secondo l'ultima Comunicazione della Commissione, rimuovendo dal bilancio il Regno Unito, il bilancio attuale arriva all'1,16 per cento del Reddito nazionale lordo dell'Unione europea a 27. Questo sarebbe il giusto punto di confronto e non quello proposto dalla presidenza finlandese a 28 (1,03 per cento del Rnl) che determinerebbe per l'Italia un saldo medio annuale di 2,284 miliardi di euro in meno;
    in particolare, a fronte della proposta della Commissione che prevede un innalzamento degli attuali livelli di finanziamento in settori considerati dalla Commissione prioritari e ad alto valore aggiunto europeo – quali la ricerca, l'innovazione e l'agenda digitale, giovani, migrazione e gestione delle frontiere, difesa e sicurezza interna, azione esterna, clima e ambiente – sono prefigurati, a titolo compensativo, risparmi soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti complessivi a favore della Pac è della politica di coesione che subirebbero una riduzione delle risorse;
    il quadro complessivo dei contenuti dell'attuale proposta della Commissione europea si ritiene vada implementato al fine di affrontare con successo le sfide future che attendono l'Europa; pertanto, è indispensabile proseguire i negoziati per finanziare non solo le nuove priorità (migrazioni, difesa, sicurezza) e i settori fondamentali per la competitività dell'Unione europea (ricerca e innovazione, infrastrutture, spazio, digitale), ma anche le politiche tradizionali (politica agricola comune (Pac) e politica di coesione), nell'assunto che una corretta distribuzione di entrambe le tipologie delle risorse abbia un concreto impatto sugli obiettivi e sulle sfide che ci attendono; particolare attenzione deve essere posta allo sviluppo di politiche di genere, nonché di politiche per potenziare l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro e nell'attività produttiva alle stesse condizioni degli uomini, anche tramite politiche mirate alla conciliazione dei tempi di cura e di lavoro;
    rimane ancora aperta la possibilità di evitare gli effetti dei tagli previsti e l'adozione di criteri svantaggiosi, ponendo nel negoziato la massima attenzione ai criteri per l'assegnazione dei fondi che oltre al prodotto interno lordo pro capite come criterio principale tenga conto anche di altri fattori come ad esempio la disoccupazione (in particolare giovanile), per pervenire ad un quadro legislativo e finanziario il più possibile aderente agli interessi nazionali;
    per quanto riguarda le entrate, è fondamentale la modernizzazione delle modalità in cui l'Unione europea finanzia il proprio bilancio, in primis attraverso l'introduzione di nuove risorse proprie, quali ad esempio quelle derivanti da basi imponibili generate da attività su piattaforme elettroniche sottratte all'imposizione da parte dello Stato nel quale tali attività si svolgono. L'obiettivo è non solo allentare la dipendenza del quadro finanziario dai contributi degli Stati membri, ma contribuire a promuovere priorità politiche dell'Unione, quale il miglior finanziamento e funzionamento del mercato interno e la progressiva armonizzazione dei quadro fiscale in chiave anti-elusione e anti-dumping;
    i capi di Stato e di Governo discuteranno dell'implementazione all'Agenda strategica 2019-2024 per l'Unione, adottata in occasione della riunione del 20-21 giugno 2019, al fine di pianificare il lavoro del Consiglio europeo, definire le proprie priorità d'azione e orientare i programmi di lavoro delle altre istituzioni dell'Unione europea;
    la nuova agenda strategica indica le priorità dell'Unione europea per i prossimi cinque anni, definendo quattro principali tematiche che guideranno l'azione dell'Unione nel ciclo istituzionale in corso: proteggere i cittadini e le libertà; sviluppare una base economica forte e vivace; costruire un'Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero; promuovere gli interessi e i valori dell'Europa nel mondo;
    in particolare, con riferimento alla costruzione di un futuro più verde più equo e più inclusivo, l'agenda ribadisce la necessità di accogliere appieno i cambiamenti determinati dalla transizione green, dal progresso tecnologico e dalla globalizzazione, in un'ottica di inclusione e sostenibilità;
    l'agenda strategica per il periodo 2019-2024, ribadisce quindi i valori comuni su cui dovranno concentrarsi l'attenzione e l'azione dell'Unione europea nel lungo periodo e costituisce una base di partenza su cui i singoli Stati membri sono chiamati ad intervenire per attuare e declinare tali priorità;
    il 23 settembre 2019 si è svolto a New York il Climate Action Summit 2019 dedicato a raccogliere nuove iniziative e gli impegni di Governi, imprese e società civile per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e per orientare l'azione verso la sostanziale riduzione a zero delle emissioni entro il 2050;
    l'Unione europea sta, già, compiendo importanti passi avanti nella realizzazione degli obiettivi ambientali al 2030, ma per fornire un maggiore impulso e rafforzate certezze agli investitori appare necessaria la presentazione di una strategia a lungo termine che, in linea con gli Accordi di Parigi, definisca una serie di obiettivi chiave e misure di intervento, e valuti la possibilità di scorporare gli investimenti pubblici nel settore «green» dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio e del rapporto deficit/pil, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;
    nel programma presentato dalla Presidente incaricata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si delinea un Green deal europeo con azioni concrete in materia di cambiamenti climatici che possano portare a traguardi ambiziosi e giungere a metà secolo a un'Unione europea climaticamente neutrale, con una nuova politica industriale di transizione ecologica, un'economia circolare compiuta, cominciando questo percorso nel prossimo bilancio pluriennale fissando gli obiettivi di spesa ben più sfidanti di quelli attuali;
    il fenomeno migratorio rappresenta un tema centrale nell'agenda europea: prioritaria risulta nella gestione di tale fenomeno, una risposta coordinata e condivisa a livello dell'Unione europea che permetta di definire – sulla base di finanziamenti adeguati ad una gestione efficace e multilivello – una strategia comune in grado di coniugare il rigore nella lotta al traffico di esseri umani e all'immigrazione illegale, con il rispetto dei diritti umani e della solidarietà, che è alla base dell'integrazione;
    è necessario continuare ad affrontare il tema dei flussi migratori per esaminare lo stato di attuazione e avanzamento degli impegni assunti dai leader europei nei precedenti vertici, finalizzati a continuare a prevenire la migrazione illegale e a rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, nel quadro di un più ampio partenariato politico e della cooperazione rafforzata. Per affrontare tale sfida è necessario affiancare un meccanismo vincolante di natura solidaristica per la redistribuzione dei migranti ad un rafforzamento delle politiche europee per la riammissione e il rimpatrio degli stessi, parallelamente ad un rinnovato impulso delle forme di partenariato con i Paesi di origine e transito;
    è altresì necessario, di conseguenza, rivedere il pacchetto di iniziative legislative europee sul Sistema comune di asilo, al fine di superare il cosiddetto regolamento di Dublino e in particolare il principio della responsabilità dello Stato membro di primo ingresso dei richiedenti asilo;
    l'intervento militare dell'Esercito turco nel nord-est della Siria controllato dalle forze curdo-siriane mette a repentaglio la stabilità dell'intera area, causando il ferimento e la morte di diversi civili tra cui donne e bambini e l'inizio di una nuova ondata migratoria in fuga dal conflitto: sarebbero già 130 mila gli sfollati, come riportato dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria;
    i curdi sono stati e sono una delle forze politiche e militari che hanno sul campo maggiormente contribuito a sconfiggere Daesh, essi non rappresentando alcuna minaccia né per la Turchia né per la comunità internazionale;
    in particolare, le donne impegnate nelle forze armate curde hanno offerto al mondo un esempio di straordinario coraggio e valore nella difesa del loro popolo, del territorio e della loro dignità;
    tra le atrocità che si stanno consumando in questi giorni, non si può tacere l'omicidio di Hevrin Khalaf, a ulteriore riprova di quanto l'intera regione sia destabilizzata e sull'orlo del collasso. La donna, 35 anni, segretaria generale del Partito futuro siriano e tra le più note personalità politiche curdo-siriane, è stata barbaramente giustiziata durante un agguato dai miliziani filo-turchi, tra i quali risultano anche elementi jihadisti;
    attualmente sotto la custodia delle autorità delle Forze democratiche siriane Sdf si trovano più di 12.000 miliziani di Daesh e la loro fuga dai campi di detenzione rappresenterebbe una minaccia molto seria alla sicurezza della regione, nonché dei Paesi europei tutti;
    da ultimo si evidenzia come Recep Tayyip Erdogan, capo di Stato di un Paese formalmente candidato all'ingresso in Europa, ha paventato l'innesco di un flusso assai rilevante di profughi se le cancellerie europee ostacoleranno la sua iniziativa militare;
    in ultimo i Capi di Stato e di Governo, nella formazione a 27, faranno il punto sulle trattative per il recesso della Gran Bretagna dall'Unione europea;
    a poche settimane dalla data del 31 ottobre in cui dovrebbe formalizzarsi la Brexit sono in corso negoziati per evitare un'uscita senza accordo dall'Unione europea, per cui restano al momento insoluti alcuni nodi cruciali, tra cui il confine con l'Irlanda del Nord;
    la prospettiva di un no deal rischia di avere un impatto molto significativo sia per la comunità dei connazionali residente nel Regno Unito, la più numerosa in raffronto con gli altri paesi europei, calcolata in circa 700 mila persone, sia nel caso in cui l'intesa non dovesse tutelare l'integrità del Mercato interno, dal punto di vista commerciale se si considera che il Regno Unito si posiziona al quarto posto tra i mercati di destinazione del nostro export, con un valore complessivo dei beni esportati pari a circa 23 miliardi di euro, ed un avanzo commerciale di circa 11 miliardi,

impegna il Governo:

   1) a sostenere e promuovere, a partire dal prossimo Consiglio europeo, nell'interesse dell'Italia e degli altri Paesi membri, riforme e impegni concreti in ambito UE da realizzare nel corso dell'attuale ciclo istituzionale per ridurre le disuguaglianze esistenti tra economie e tra cittadini europei e per ridare un senso di marcia all'Unione europea più incentrato sul sostegno alla domanda interna e sugli aspetti sociali. A tal fine, ad ottenere da subito impegni concreti: di un «patto sociale per l'Europa» che crei le condizioni per migliorare l'accesso al lavoro, in particolare dei giovani; per la revisione degli strumenti della governance economica, al fine di conferire, una maggiore centralità nell'UE alla crescita economica sostenibile ed inclusiva; per gli investimenti pubblici, a partire da quelli ambientali, da scomputare dal deficit al fine del rispetto dei parametri; per l'occupazione in un percorso sostenibile di riduzione del debito pubblico;
   2) con riferimento al nuovo quadro finanziario pluriennale, a sostenere un tempestivo avanzamento dei negoziati per il raggiungimento di un accordo sul QFP 2021-2027, con l'obiettivo prioritario di garantire un risultato finale di qualità, scongiurando ritardi nell'avvio dei diversi programmi;
   3) a negoziare una definizione del bilancio europeo che sia all'altezza delle sfide future dell'Ue che non penalizzi nella sostanza, eventualmente attraverso il ricorso a indici di natura qualitativa più che quantitativa come ad esempio l'indice di convergenza esterna o di prosperità relativa, le cosiddette politiche tradizionali che sostengono l'Ue – PAC e politica di coesione, garantendo fondi adeguati ed evitando riduzioni che vadano a colpire le regioni meno sviluppate, e che al contempo consenta livelli di finanziamento efficaci per le nuove politiche ritenute prioritarie per l'Italia nell'ambito della programmazione economica e strategica dell'Unione europea, quali il rafforzamento dei diritti sociali, gli investimenti per la crescita, il Green new deal, i nuovi meccanismi per l'occupazione e la digitalizzazione, sostenendo al contempo le proposte di integrare il quadro finanziario con nuove risorse proprie, che possano ridurre i trasferimenti dei bilanci nazionali e alleggerire il carico fiscale sui cittadini;
   4) a promuovere ogni azione tesa a garantire che nel nuovo QFP sia affermato il principio della condizionalità in particolare legata alle politiche di solidarietà europea e al rispetto dei valori e dei principi democratici fondanti l'Unione, con particolare riguardo alle politiche di sostegno al fine di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e promuovere la parità di genere nella vita lavorativa, nella conciliazione tra lavoro e vita familiare e nella retribuzione;
   5) con riferimento al seguito dell'Agenda strategica 2019-2024, a perseguire gli obiettivi ivi contenuti, opportunamente declinati in azioni, attraverso un processo ampio e inclusivo, che preveda un dialogo costante e multi-livello con i cittadini, con la società civile, con le parti sociali e con gli attori regionali e locali;
   6) a farsi altresì promotore, presso le competenti sedi europee, dell'adozione, nel quadro del prossimo ciclo istituzionale, di ulteriori priorità e indirizzi politici generali, orientati ad una gestione strutturale e multi-livello delle principali sfide dei prossimi cinque anni: crescita, lavoro, equità sociale, sicurezza, migrazione, rispetto dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, assicurando, al contempo, una coerente e tempestiva attuazione degli obiettivi contenuti nella medesima agenda;
   7) alla luce degli impegni ribaditi dall'Unione europea nella visione strategica a lungo termine per il clima e la promozione di politiche ambientali a sostegno dell'economia circolare, a farsi promotore presso le competenti sedi europee di negoziati efficaci che possano far convergere gli Stati membri sull'obiettivo dell'impatto climatico zero entro il 2050, volti a realizzare l'azzeramento delle emissioni nette di gas ad effetto serra entro quella data;
   8) in tema di cambiamenti climatici, a farsi promotore a livello europeo di ogni iniziativa finalizzata alla decarbonizzazione dell'economia fissando come obiettivo l'impatto climatico zero entro il 2050, ferma restando la necessità di conseguire tale obiettivo attraverso un percorso condiviso e sostenibile anche sul piano economico ed energetico, come indicato dalla strategia a lungo termine dell'UE per la riduzione delle emissioni di gas serra, contenuta nella comunicazione «Un pianeta pulito per tutti Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra» del 28 novembre 2018;
   9) ad attuare, nelle opportune sedi competenti e nell'ambito delle proprie competenze, tutte le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di riduzione di gas ad effetto serra concordate a livello internazionale ed europeo, tenendo conto dei benefìci ambientali, sociali ed economici connessi alla riduzione delle emissioni, se inserite all'interno di un progetto condiviso di sviluppo sostenibile;
   10) a promuovere ogni azione, anche compensativa, diretta a difendere dagli effetti di dazi e di politiche internazionali sfavorevoli o dalla contraffazione i produttori europei, in particolare delle produzioni agroalimentari di qualità tutelate dall'Unione con le indicazioni geografiche, che non possono pagare il costo di azioni di cui non hanno responsabilità;
   11) in riferimento al tema delle migrazioni, a promuovere, in tutte le competenti sedi europee, una gestione strutturale e multilivello del fenomeno migratorio, ispirata ad una concreta solidarietà nei confronti degli Stati membri maggiormente esposti alle pressioni migratorie, sostenendo a tal fine la necessità di una politica comune europea sulle migrazioni, che abbandoni l'approccio emergenziale, a favore di una logica della responsabilità condivisa che affronti il tema in modo strutturale;
   12) ad affermare, sulla base dei negoziati in corso tra gli Stati membri e dopo il progresso segnato dall'intesa del 23 settembre a Malta, la necessità di una revisione del cosiddetto Regolamento di Dublino che superi il principio della responsabilità dello Stato di primo ingresso dei richiedenti asilo e che definisca, tra le altre cose, un meccanismo di ricollocazione obbligatoria e vincolante pena la perdita di fondi europei per gli inadempienti, nell'ottica di affermazione del principio che chi sbarca in Italia sbarca in Europa, anche attraverso l'istituzione di nuovi strumenti che, come la promozione a livello europeo del ricorso a corridoi umanitari, consentirebbero di evitare lo sfruttamento e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo;
   13) a negoziare, nell'ambito della definizione del prossimo Quadro finanziario pluriennale, l'attribuzione di risorse adeguate e di strumenti tecnici e finanziari stabili per la gestione del fenomeno migratorio, con particolare riferimento alla «dimensione esterna», che investe la collaborazione con i Paesi di origine e transito, con l'obiettivo di ricondurre ad unità le linee di finanziamento precedenti;
   14) relativamente all'invasione della Siria del Nord da parte della Turchia, ad impegnarsi affinché vi sia una condanna unanime, in sede internazionale, dell'azione militare della Turchia, collaborando attivamente in seno a tali organismi per ottenere l'immediato cessate il fuoco e il ripristino di condizioni di sicurezza nell'area, anche nell'interesse del contrasto allo Stato islamico;
   15) ad adoperarsi affinché tutte le misure necessarie, tra cui in via prioritaria l'immediata sospensione delle esportazioni di armamenti verso Ankara, di cui il nostro Governo si sta facendo promotore, vengano adottate rapidamente anche da tutti gli altri Stati membri dell'UE;
   16) sull'allargamento, a sostenere l'avvio dei negoziati di adesione per Albania e Macedonia del Nord;
   17) relativamente alla Brexit, a porre in essere tutte le azioni per garantire la piena tutela dei diritti acquisiti di tutti i cittadini, sia europei nel Regno Unito sia britannici nell'Unione Europea, incluso il mantenimento delle garanzie sociali, lavorative, sanitarie e di libera circolazione già previste dal diritto europeo vigente; a lavorare con gli altri 26 Stati membri per un'uscita ordinata del Regno Unito dall'UE e per la conclusione di un accordo di recesso improntato ad un approccio solidale che tuteli l'integrità del mercato interno e salvaguardi le imprese italiane che si troverebbero esposte in caso di Brexit e di no deal a pesanti ricadute economiche, nonché la stabilità finanziaria, la continuità operativa dei mercati e del settore bancario e finanziario.
(6-00088) «Delrio, Francesco Silvestri, Boschi, Fornaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica ambientale

migrazione

paese membro