ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00087

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 240 del 16/10/2019
Abbinamenti
Atto 6/00088 abbinato in data 16/10/2019
Atto 6/00089 abbinato in data 16/10/2019
Atto 6/00090 abbinato in data 16/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 16/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
BAZZARO ALEX LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
BORGHI CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
CENTEMERO GIULIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
BIANCHI MATTEO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
CRIPPA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019
MAGGIONI MARCO LEGA - SALVINI PREMIER 16/10/2019


Stato iter:
16/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 16/10/2019
Resoconto CONTE GIUSEPPE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/10/2019
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto ROSSINI EMANUELA MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA LIBERI E UGUALI
Resoconto COLANINNO MATTEO ITALIA VIVA
Resoconto MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BAZZARO ALEX LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DE GIORGI ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 16/10/2019
Resoconto AGEA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2019

DISCUSSIONE IL 16/10/2019

NON ACCOLTO IL 16/10/2019

PARERE GOVERNO IL 16/10/2019

RESPINTO IL 16/10/2019

CONCLUSO IL 16/10/2019

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00087
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Mercoledì 16 ottobre 2019, seduta n. 240

   La Camera,
   premesso che:
    la riunione del 17 e 18 ottobre 2019 del Consiglio europeo prevede di affrontare, all'ordine del giorno, una serie di importanti questioni: i Capi di Stato discuteranno del bilancio a lungo termine dell'Unione europea sulla base del lavoro della presidenza finlandese, discuteranno inoltre del seguito dell'agenda strategica e delle priorità dell'Unione europea per il periodo 2019-2024. La Presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà invitata a presentare le priorità della nuova Commissione; si dovrebbe discutere degli aspetti internazionali dei cambiamenti climatici, in seguito al vertice Onu sull'azione per il clima e in vista della conferenza sul clima in programma a Santiago del Cile a dicembre ed in funzione degli eventi ed infine i leaders dell'Unione europea potrebbero anche discutere di questioni di politica estera. Il Consiglio europeo (ex articolo 50) si riunirà nel formato Ue 27 per discutere dello stato di avanzamento della Brexit;
     a) in tema di bilancio a lungo termine dell'Unione europea:
   a maggio 2018, la Commissione ha avanzato la sua proposta di bilancio a lungo termine dell'Unione europea proponendo impegni per 1.135 miliardi di euro per il periodo 2012-2017 (in prezzi del 2018), pari all'1,11 per cento del reddito nazionale lordo dell'UE-27 (RNL);
   la Commissione, nel complesso, ha prospettato maggiori risorse per: i comparti della ricerca, dell'innovazione e dell'economia digitale (115,4 miliardi di euro, di cui 102,5 per ricerca e innovazione e 12,19 per agenda digitale (+60 per cento); la gestione delle frontiere e la migrazione (34,9 miliardi di euro (+154,7 per cento)); la sicurezza interna e la difesa (27,5 miliardi di euro); i giovani (si prevede il raddoppio dei programma Erasmus+ da 15 a circa 30 miliardi di euro); azione esterna (123 miliardi di euro (+22 per cento)); clima e ambiente (programma LIFE: 5,4 miliardi di euro (+70,3 per cento) – il 25 per cento (320 miliardi di euro) del bilancio pluriennale è destinato al raggiungimento degli obiettivi climatici rispetto al 20 per cento (206 miliardi di euro) del bilancio pluriennale in corso). Nel contempo, la Commissione vorrebbe realizzare risparmi in settori quali la politica agricola comune e la politica di coesione su cui ha proposto riduzione del 5 per cento circa per entrambi, in particolare, sulla politica di coesione, vorrebbe anche ricomprendere nuove priorità come il sostegno delle riforme strutturali e dell'integrazione a lungo termine dei migranti;
   la stessa Commissione ha anche avanzato l'ipotesi di rivedere il sistema di finanziamento dell'Unione europea, anche attraverso l'introduzione di nuove risorse proprie;
   il 9 luglio 2019, il Consiglio economia e finanza «Economia e finanza» ha preso in considerazione la possibilità di introdurre nuove fonti potenziali di entrate oltre a quelle proposte inizialmente dalla Commissione europea nel maggio 2018. Quest'ultime sarebbero: pagamento basato sui rifiuti di plastica (proposta che ha riscosso il maggior sostegno tra gli Stati), quota delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni (con il sostegno solo di alcuni) e quota della base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (proposta scartata in Commissione);
   la volontà di introdurre nuove fonti di risorse proprie, come riportato nel documento della Commissione sulle Risorse proprie e nuovi fonti potenziali di entrate, «consentirebbe un allineamento più stretto del bilancio dell'UE con i cicli economici nazionali e l'attuazione delle politiche dell'UE.». Si tratterebbe di nuove entrate per circa 22 miliardi di euro annui dal 2021 al 2027, pari al 12 per cento delle entrate del bilancio dell'Unione che, altrimenti, si legge nello stesso documento, «dovrebbero essere coperte dai contributi degli Stati membri sulla base del loro reddito nazionale lordo»;
   l'introduzione di nuove spese proprie dell'Unione europea non si tradurrebbe altro che in un nuovo livello di imposizione fiscale per le imprese e i cittadini europei, atteso che i trattati sull'Unione europea non prevedono alcuna competenza normativa esplicita di imposizione fiscale diretta, ma esclusivamente la facoltà di armonizzazione delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri (da approvare tra l'altro all'unanimità) che abbiano un'incidenza diretta sul mercato interno (articolo 115 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea);
   la proposta della Commissione di innalzare il livello globale del prossimo Quadro finanziario pluriennale non tiene conto del recesso del Regno Unito dall'Unione europea e di tutte le relative conseguenze finanziarie, con il possibile preoccupante effetto che, a politiche di bilancio invariate, si alzeranno necessariamente gli importi dei contributi nazionali da parte degli Stati membri;
   il comparto agricolo ha subito negli ultimi anni sostanziali cambiamenti che hanno comportato una drastica riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli e una concorrenza spesso sleale dai Paesi terzi. È fondamentale, per questo, limitare gli effetti del taglio, pari al 5 per cento previsto dal bilancio europeo di programmazione 2021-2027 per le risorse destinate alla Politica agricola comune (Pac), che rischiano di causare una consistente riduzione sia dei pagamenti diretti, sia delle dotazioni del Fondo agricolo europeo per lo sviluppo;
     b) in tema Agenda strategica e prossimo ciclo istituzionale:
   nella nuova agenda strategica 2019-2024 vengono definiti gli orientamenti dei lavori delle istituzioni europee per i prossimi cinque anni ed uno dei pilastri individuati è la protezione dei cittadini e delle libertà, nell'ambito del quale, come già indicato nelle conclusioni del Consiglio europeo del 20 giugno 2019, il controllo efficace delle frontiere esterne è considerato condizione imprescindibile per garantire la sicurezza, mantenere l'ordine pubblico e assicurare il buon funzionamento delle politiche dell'Unione europea;
   parimenti alla cooperazione con i Paesi di origine e di transito, il controllo e la difesa delle frontiere esterne, di cui l'Italia con i suoi confini marittimi costituisce una parte rilevante e più esposta rispetto ad altri Paesi membri dell'Unione europea, è, altresì, imprescindibile per contrastare in modo effettivo l'immigrazione clandestina, la tratta degli esseri umani e tutte le altre attività criminali ad essere correlate e conseguenti, e ciò anche in un'ottica di prevenzione dei flussi migratori illegali verso il nostro Paese in particolare;
   occorre, pertanto, disincentivare e contrastare qualsiasi azione o elemento che costituisca un pull factor, ossia di attrazione, di flussi migratori illegali verso il nostro Paese, considerata l'improvvisa ed esponenziale crescita nell'ultimo mese degli arrivi dalla rotta del Mediterraneo centrale verso le nostre coste, proprio per effetto delle politiche attuate dall'attuale Governo poiché è notorio che le decisioni anche dei singoli Stati sono fondamentali per incentivare o meno le partenze;
   il 23 settembre 2019 a La Valletta è stata sottoscritta una «Dichiarazione comune di intenti» tra Italia, Francia, Germania, Malta, alla presenza di Finlandia (presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea) e della Commissione europea, per la ridistribuzione dei migranti soccorsi in mare, da sottoporre agli altri Stati europei;
   tale dichiarazione è stata allora ostentata dal nostro Governo con toni trionfalistici come un grande risultato e un superamento del cosiddetto Regolamento di Dublino, seppur ugualmente penalizzante per il nostro Paese quale, di fatto, ancora primo porto sicuro per gli sbarchi, e che successivamente tale proposta non ha neppure ottenuto l'adesione degli altri Paesi riuniti al Consiglio degli affari interni dell'8 ottobre 2019;
   affinché siano garantiti rimpatri effettivi, è di tutta evidenza che una efficace azione di contrasto all'immigrazione illegale, sia a livello nazionale che a livello europeo, e, dunque, una diminuzione degli arrivi è, altresì, condizione imprescindibile per consentire e rendere effettivi i rimpatri degli immigrati che giungono illegalmente e rimangono senza alcun titolo in Italia e, conseguentemente, anche in Europa, così come prescrive la direttiva 2008/115/CE, al fine di consentirne la sostenibilità da un punto finanziario e logistico;
   in merito ai «passi necessari garantire il buon funzionamento di Schengen», occorre sottolineare che appare opportuna, anche alla luce dei princìpi di responsabilità e solidarietà invocati in materia di immigrazione e asilo, una verifica delle pratiche attuate da alcuni Paesi, in particolare dalla Francia, la quale dal 2015 ad oggi ha avviato una politica di chiusura ingiustificata della frontiera con l'Italia, e che, per effetto di continue proroghe per la non attuazione dell'accordo di Schengen come riportato dalla stampa recentemente, continuano ad essere numerosi i casi di respingimento anche di minori stranieri non accompagnati o di persone vulnerabili che si trovano in territorio francese in violazione della normativa internazionale sul diritto di asilo;
     c) in tema di clima:
   il nostro pianeta, nella propria vita millenaria, ha attraversato un'alternanza, tra periodi di siccità, con aumento della temperatura, e periodi di glaciazione. Negli ultimi anni, l'alternarsi di periodi caldi e freddi e di periodi di piogge torrenziali con periodi di siccità, indipendentemente dalle cause, denotano un'alterazione climatica e squilibri a lungo termine, che incidono sull'innalzamento della temperatura del pianeta Terra, con conseguenze tragiche, come lo scioglimento dei ghiacciai, la crescita del livello dei mari, gli eventi atmosferici sempre più estremi, gli impatti sulla fauna e sull'agricoltura, che richiamano la necessità dell'intervento dell'uomo, della tecnologia e della ricerca scientifica;
   con l'accordo di Parigi (COP21) del dicembre 2015 (ratificato dall'Italia nel novembre 2016), sono state adottate da parte di 195 Paesi misure giuridicamente vincolanti per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2oC, attraverso la riduzione delle emissioni climalteranti, e per l'adattamento e mitigazione del cambiamento climatico al fine di preparare i Paesi e la popolazione ad adattarsi e affrontare gli effetti spesso irreversibili che tale cambiamento produce;
   fino ad oggi l'Unione europea, principale promotore degli interventi, ha ottenuto risultati soddisfacenti nel disaccoppiamento della crescita economica dalle emissioni, avendo conseguito dal 1990 al 2017 una crescita economia del 58 per cento a fronte ad emissioni totali di gas ad effetto serra diminuite del 22 per cento; l'Unione europea e i suoi Stati membri sono pertanto destinati a superare l'obiettivo di una riduzione dei gas ad effetto serra del 20 per cento a livello interno entro il 2020, già con le politiche esistenti nel quadro del pacchetto UE in materia di clima ed energia per il 2020;
   nella strategia della Commissione europea proposta nel novembre 2018 con la comunicazione «Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna e competitiva e climaticamente neutra» l'Unione europea ha posto l'obiettivo della neutralità climatica, ovvero dell'azzeramento o riduzione al minimo delle emissioni climalteranti a livello europeo entro il 2050; tale obiettivo rappresenta un traguardo ulteriore rispetto al mantenimento del riscaldamento globale entro l'1,5oC, come suggerito dai documenti del gruppo intergovernativo di esperti (IPCC);
   la neocostituita Commissione europea, intende aderire a tale obiettivo e mira di fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero del mondo entro il 2050, a tal fine presentando, al più tardi entro il 2021, un piano completo che miri ad aumentare l'obiettivo UE per il 2030 avvicinandolo al 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, pertanto oltre il 40 per cento indicato quale contributo europeo all'accordo di Parigi; nell'ambito dei preparativi dell'Unione europea in vista delle riunioni della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) a Santiago del Cile (2-13 dicembre 2019), il Consiglio ha sottolineato l'importanza di un dibattito pubblico ampio, inclusivo ed esteso in tutta l'Unione europea e nei suoi Stati membri;
     d) in tema di Brexit:
   è in dirittura il processo che condurrà all'uscita effettiva del Regno Unito dall'Unione europea, esito finale di un esercizio di autodeterminazione della nazione britannica che tuttavia non dovrebbe perfezionarsi pregiudicando gli interessi dei cittadini italiani residenti Oltremanica o precipitando una crisi di maggiori proporzioni nell'Ulster;
   il cosiddetto «DL Brexit» – si ricorda – è stato varato nell'ottica di prevedere precauzioni a tutela dei nostri connazionali e delle imprese italiane operanti in Inghilterra, pur tuttavia lasciando irrisolte alcune questioni come quella di Borsa italiana, nostra infrastruttura strategica di mercato appartenente dal 2007 al gruppo London Stock Exchange;
   tramontato il deal tra la Borsa di Hong Kong e quella di Londra, permangono sul futuro di Borsa italiana rischi di diversa natura: dal rischio geopolitico a quello della riservatezza dei dati delle più importanti società italiane, nonché a quello di uno spostamento della principale attività di LSE, per effetto dell'acquisizione di Refinitiv, fornitore globale di dati e infrastrutture sui mercati finanziari, dalla gestione dei mercati borsistici a quello della gestione dati;
     e) in tema di politica estera:
   destano estrema preoccupazione i più recenti sviluppi della crisi in atto in Siria, aggravata dall'inizio di una pesante offensiva militare turca nei territori del Rojava che potrebbe anche preludere ad un tentativo di ingegneria etnica ai danni dei curdi locali e a vantaggio dei profughi arabo-siriani riparati nella Repubblica di Turchia a partire dal 2011;
   è di estrema importanza che dall'operazione intrapresa dalla Turchia nel Kurdistan siriano non derivino nuove e massicce violazioni dei diritti umani e che sia assicurata in ogni caso la custodia delle migliaia di miliziani del sedicente Califfato catturati dai curdo-siriani, che potrebbero sfruttare il disordine e i combattimenti in atto per fuggire, con conseguenti rischi per la sicurezza nazionale di numerosi Paesi, incluso il nostro;
   dal 2002 ad oggi la Turchia ha ricevuto oltre 10 miliardi di euro di fondi pre-adesione e circa 30 miliardi di euro di finanziamenti attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI);
   dal 2016 ad oggi sono stati messi a disposizione 6 miliardi di euro da parte di Unione e Stati membri per la gestione dello strumento per la Turchia a favore dei rifugiati;
   il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale prevede un incremento delle allocazioni per i fondi preadesione;
   il governo turco ancora non riconosce la sovranità della Repubblica di Cipro, la cui parte settentrionale è sotto occupazione turca dal 1974 e non è riconosciuta dalla comunità internazionale;
   vi sono state violazioni ripetute, e sempre più frequenti, delle acque territoriali e dello spazio aereo di Stati membri quali Grecia e di Cipro da parte della Turchia;
   nel febbraio 2018 la Marina militare turca aveva bloccato la nave Saipem 1200 di ENI in una zona a largo della costa sudorientale di Cipro, concessa in licenza alla compagnia italiana, che è stata costretta a rinunciare alle trivellazioni; considerando che a partire dal maggio 2019 la Turchia ha avviato una serie di trivellazioni in cerca di idrocarburi nel Mediterraneo orientale, a largo della Zona economica esclusiva (Zee) di Cipro, con le navi da perforazione Fatih e Yavuz;
   dopo la revoca dello stato di emergenza nel luglio 2018, la Turchia ha introdotto molti dei suoi elementi più repressivi nella legislazione vigente. Il nuovo sistema presidenziale ha abolito in gran parte il sistema preesistente di bilanciamento dei poteri, determinando un'ulteriore politicizzazione della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario; si è verificato, inoltre, un notevole arretramento per quanto riguarda la libertà di espressione, di riunione e di associazione;
   la Turchia continua a negare il riconoscimento del genocidio armeno perpetrato nell'impero ottomano, che ha causato oltre un milione e mezzo di vittime innocenti;
   l'Organizzazione mondiale del commercio ha riconosciuto l'illegittimità degli aiuti concessi al consorzio Airbus, di cui l'Italia non è parte, autorizzando gli Stati Uniti ad imporre contro l'Unione europea dazi compensativi per un importo totale pari a 7,5 miliardi di dollari, corrispondenti a 6,8 miliardi di euro;
   nel paniere dei beni che gli Stati Uniti hanno conseguentemente sottoposto a misure tariffarie figurano molti prodotti italiani, circostanza che costituisce una palese iniquità, considerato che dai successi commerciali di Airbus il nostro Paese non ha tratto alcun vantaggio economico,

impegna il Governo:

   1) a promuovere presso il Consiglio europeo le seguenti azioni:
    a) in tema di bilancio a lungo termine dell'Unione europea:
     1) a richiedere che siano ridotte le risorse del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 rispetto ai livelli attuali e che queste non superino l'1 per cento dell'RNL dell'UE-27;
     2) a ribadire l'esclusività nazionale della competenza legislativa in merito alla facoltà di imposizione fiscale diretta, tenuto conto che quest'ultima rappresenta uno dei pilastri della sovranità degli Stati membri e tenuto anche conto di quanto stabilito dall'articolo 115 del TFUE;
     3) ad opporsi fermamente all'uso di qualsiasi forma di condizionalità economica e politica dei finanziamenti che preveda il raggiungimento di determinati risultati economici o politici per l'ottenimento degli stessi (come previsto nella nuova rubrica 2 – Coesione e valori del QFP) affinché questo non si trasformi in uno strumento di «ricatto» politico e ingerenza sproporzionata dell'Unione europea nella sfera degli interessi nazionali dei singoli Stati membri, ma che piuttosto si valuti la necessità di individuare in modo adeguato quali fondi possano essere gestiti meglio a livello nazionale per garantire il pieno rispetto del principio di sussidiarietà;
     4) ad assicurare il mantenimento di adeguate risorse finanziarie in ambito PAC, volte a garantire un equo reddito ai produttori agricoli, con misure in grado di sostenere la competitività del settore;
     5) a porre la massima attenzione, al contempo, all'allocazione delle risorse, considerando come priorità l'inserimento di nuovi criteri per l'attribuzione delle stesse, al fine di tutelare gli interessi nazionali italiani, come d'altra parte auspicabile per l'intera programmazione del nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027;
    b) in tema Agenda strategica e prossimo ciclo istituzionale:
     1) ad assumere ogni e più opportuna iniziativa volta alla rapida adozione di misure, sia a livello europeo che coerentemente anche in ambito nazionale, per contrastare l'immigrazione illegale, il traffico di esseri umani e la criminalità organizzata, altresì incoraggiando la cooperazione con i Paesi di origine e di transito ed anche al fine di rendere effettivi i rimpatri degli immigrati che giungono o si trovano illegalmente in Europa e in Italia;
     2) in ordine alla riforma del cosiddetto Regolamento di Dublino (regolamento (UE) 604/2013) o a qualsiasi altra intesa, anche in abito europeo, volta a regolamentare i flussi migratori e contrastare l'immigrazione illegale, a ribadire e rendere effettiva anche la responsabilità dei diversi Paesi, di cui battono bandiera le navi interessate alle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, ai fini dello sbarco e della accoglienza del migranti e a non penalizzare il nostro Paese quale porto sicuro di primo ingresso e attracco;
    c) in tema di clima:
     1) in ordine all'eventuale assunzione di decisioni importanti in tema di neutralità climatica e aumento degli obiettivi UE per il 2030 oltre il 40 per cento indicato nell'accordo di Parigi, che senz'altro sottoporrebbero le imprese europee ad ulteriori sforzi economici, maggiore costo del lavoro ed esposizione a distorsioni della concorrenza a livello internazionale, a promuovere soluzioni realistiche, richiedendo, nell'ambito della prossima Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) a Santiago del Cile, un bilancio sull'attuazione degli impegni presi e sui progressi compiuti sia da parte degli Stati sottoscrittori dell'accordo di Parigi sia a livello mondiale, allo scopo di mettere in luce i progressi compiuti e gli Stati inadempienti;
     2) rafforzare una posizione ferma dell'Unione europea verso una risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, nel contesto di uno sviluppo sostenibile, che individui le opportunità economiche in termini di nuova occupazione e competitività, sostenendo anche finanziariamente le aziende che manifestano l'intenzione di effettuare una transizione green e garantendo alle imprese europee tempi realistici e sostenibili, programmi elastici con obiettivi stabili a lungo termine e obiettivi intermedi non vincolanti, nonché soglie minime che consentano di escludere le aziende più piccole che contribuiscono in misura non significativa in termini di emissioni climalteranti;
    d) in tema di Brexit:
     1) a favorire il perfezionarsi dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, senza esigere condizioni che il Governo e il Parlamento britannico hanno già dimostrato di non essere disponibili ad accettare, circoscrivendo piuttosto il negoziato alle sole questioni attinenti ai diritti acquisiti e agli interessi del cittadini italiani che hanno scelto di risiedere Oltremanica ed evitando al contempo di creare condizioni suscettibili di riaccendere il conflitto tra orangisti e cattolici che ha insanguinato l'Ulster;
     2) a tutelare il gruppo Borsa italiana che, includendo anche MTS, una delle principali piattaforme elettroniche per la trattazione all'ingrosso di titoli obbligazionari europei, e in particolare di titoli di Stato e di emittenti sovranazionali, rappresenta un asset strategico per il nostro Paese, facendosi garante per un ruolo di Piazza Affari non marginale nello scenario globale;
    e) in tema di politica estera:
     1) assumere tutte le iniziative politiche ritenute utili a porre fine all'attacco turco nei territori del Rojava, sia nell'ambito europeo che in quello atlantico, evitando tuttavia di imporre sanzioni che danneggerebbero gli interessi nazionali italiani, già colpiti dai dazi deliberati dagli Stati Uniti e dalle misure restrittive degli scambi adottate nei confronti dell'Iran e della Federazione Russa;
     2) rafforzare la vigilanza antiterroristica e il controllo sui flussi migratori irregolari, per adeguarli preventivamente al rischio che pericolosi estremisti, una volta fuggiti dai luoghi di detenzione in cui erano custoditi nei territori del Rojava, entrino nel territorio europeo per compiervi attentati di stampo jihadista;
     3) a richiedere l'interruzione definitiva del processo di adesione della Turchia all'Unione europea, alla luce degli ultimi eventi nel nord-est della Siria, oltre che delle ripetute azioni illegali nel Mediterraneo orientale e nel mar Egeo, lesive oltretutto degli interessi energetici italiani, e della grave situazione dello stato di diritto interno al Paese, in netto e progressivo peggioramento a seguito del tentativo di colpo di Stato del luglio del 2016, ribadendo che la Turchia non rispetta in alcun modo i criteri sanciti dall'articolo 2 e dall'articolo 49 del TUE per far parte dell'Unione;
     4) a richiedere, inoltre, la sospensione definitiva dell'erogazione dei fondi di preadesione e di altri contributi finanziari europei alla Turchia;
     5) ad adottare le iniziative più opportune finalizzate ad ottenere compensazioni in ambito europeo a ristoro del danno subito per l'ingiusto coinvolgimento di prodotti del nostro Paese nel paniere dei beni sottoposti a misure tariffarie da parte degli Stati Uniti, dal momento che l'Italia si trova a pagare il prezzo di aiuti comunitari concessi al consorzio Airbus dei cui frutti non ha mai goduto, non essendone parte.
(6-00087) «Molinari, Giglio Vigna, Bazzaro, Claudio Borghi, Formentini, Centemero, Zoffili, Bianchi, Coin, Andrea Crippa, Lorenzo Fontana, Maggioni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comunitaria dell'ambiente

adesione all'Unione europea

lotta contro la criminalita'