ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00082

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 196 del 25/06/2019
Abbinamenti
Atto 6/00080 abbinato in data 25/06/2019
Atto 6/00081 abbinato in data 25/06/2019
Atto 6/00083 abbinato in data 25/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: FORNARO FEDERICO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 25/06/2019


Stato iter:
03/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 03/07/2019
Resoconto TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/07/2019
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA
Resoconto TRIPODI MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto IOVINO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 03/07/2019
Resoconto PICCHI GUGLIELMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/06/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/06/2019

DISCUSSIONE IL 03/07/2019

NON ACCOLTO IL 03/07/2019

PARERE GOVERNO IL 03/07/2019

IN PARTE ASSORBITO IL 03/07/2019

IN PARTE PRECLUSO IL 03/07/2019

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 03/07/2019

CONCLUSO IL 03/07/2019

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00082
presentato da
FORNARO Federico
testo presentato
Martedì 25 giugno 2019
modificato
Mercoledì 3 luglio 2019, seduta n. 202

   La Camera,
   discussa la relazione delle Commissioni III (affari esteri e comunitari) e IV (difesa) all'assemblea sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2), e la Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2019, deliberata il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2), adottate ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
   richiamati gli approfondimenti istruttori svolti e le comunicazioni del Governo sull'andamento delle missioni internazionali autorizzate per il 2018 e sulla loro proroga per l'anno in corso, nonché sulle missioni da avviare nel 2019, svolte il 31 maggio 2019 nell'ambito dell'esame dei sopra citati provvedimenti davanti alle Commissioni riunite affari esteri e difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
   premesso che:
    la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali deve collocarsi pienamente entro il dettato costituzionale, in particolare dell'articolo 11 (L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo), favorisce la centralità e il prestigio dell'Italia come attore di politica estera impegnato nel promuovere dialogo, pace e sicurezza a livello globale, soprattutto laddove terrorismo, traffico di esseri umani, proliferazione di armi di distruzione di massa, instabilità regionali e sostegno allo sviluppo nelle aree di crisi umanitaria, impongano di coniugare l'esigenza di sicurezza con il rafforzamento delle istituzioni locali e la promozione dello sviluppo;
    l'iniziativa italiana si dispiega nell'ambito delle organizzazioni internazionali e si fonda sul ruolo primario del dialogo politico-diplomatico, dell'aiuto allo sviluppo a sostegno delle popolazioni locali e, quando necessario, dell'intervento militare. I nostri militari, dispiegati nelle aree di crisi si distinguono per le capacità d'intervento e di prevenzione, per l'eccellenza addestrativa e per uno specifico approccio umanitario, teso innanzitutto a salvaguardare e proteggere le vite umane, a sostenere le popolazioni civili e, in particolare, gli individui più esposti alle conseguenze dei conflitti;
    nel permanere di uno scenario internazionale ad elevata instabilità e con un livello crescente di conflitti, frutto anche dell'approccio di diversi governi che non riconoscono pienamente il ruolo delle organizzazioni internazionali e perseguono una politica contraria alla risoluzione diplomatica e multipolare delle crisi, le linee di impegno internazionale dell'Italia si esplicano attraverso l'azione di aiuto allo sviluppo e gli interventi di carattere militare che siano coerenti con essa;
    finanziariamente si riscontra un ulteriore e negativo taglio degli interventi per lo sviluppo rispetto a quelli in ambito militare;
    nel complesso l'intervento del Governo si concentra nell'area Africana, in Libia e in Niger, nell'azione di controllo delle frontiere. Le attività in Libia si focalizzano nel «rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale» nell'obbiettivo di potenziare la Guardia Costiera Libica affinché proceda ad operazione di intercettazione che riportino i migranti in quello che è stato definito un «inferno» da molti osservatori istituzionali e internazionali. Finanziare e supportare il sistema d'intercettazione e di controllo della Guardia Costiera Libica rende il nostro Governo compartecipe e corresponsabile delle sistematiche violazioni dei diritti, delle violenze e delle torture subite dai migranti nei centri di detenzione in cui vengono portati una volta a terra. Risulta altrettanto pericolosa la formazione di personale della Guardia Costiera Libica che, come emerso nel rapporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, vede un alto rischio di infiltrazione e di legami con milizie che gestiscono spesso anche il traffico di esseri umani. Ancora più grave che l'Italia contribuisca a rafforzare il contrasto alla cosiddetta immigrazione illegale di migranti in transito che provengono da Paesi retti da regimi autocratici o dittatoriali e che sono intrappolate per mesi e a volte anni in un Paese, la Libia, che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati e dove non sono garantiti i diritti umani. Il Governo Italiano è passato dal finanziare, con il suo budget destinato alle forze militari, operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, come Mare Nostrum, ad attività di contrasto e di indiretto respingimento verso la Libia;
    la Missione in Niger risulta militarmente e politicamente pericolosa. Il contributo militare dell'Italia si inserisce in modo subordinato in un più ampio intervento che vede il coordinamento della Francia a sostegno delle forze del G5 Sahel con finalità che vedono mischiarsi pericolosamente gli obbiettivi di lotta al terrorismo, di traffico di essere umani e di stabilizzazione della regione;
    in Afghanistan le Forze armate italiane sono oramai presenti nel Paese da più di 17 anni e rappresentano il secondo contingente dopo gli Stati Uniti d'America. Qui la missione Resolute support che avrebbe dovuto avere l'obiettivo di svolgere attività di consulenza e assistenza a favore delle forze di difesa e sicurezza afghane e delle istituzioni governative è tornata ad essere, dopo quattro anni dalla fine della missione combat ISAF-NATO, in prima linea al fronte. L'avanzata dei talebani ha di fatto costretto le truppe straniere a tornare ad assistere le truppe afghane che combattono al fronte insieme alle truppe statunitensi;
    l'Afghanistan è classificato al penultimo posto nel Global Peace Index 2017: in condizioni peggiori a livello mondiale c’è soltanto la Siria, avendo «scavalcato» rispetto all'anno precedente Sud Sudan e Iraq; l'Institute for Economics and Peace rileva, inoltre, che il Paese è secondo solo all'Iraq (su 163 Paesi monitorati), sempre su scala globale, per attività terroristiche all'interno del paese (Global Terrorism Index 2017);
    dopo la disfatta in Siria e Iraq, molti analisti ritengono che i militanti dell'Isis si siano spostati in altri Paesi, Afghanistan in testa;
    al di là della situazione drammatica in cui continua ad essere l'Afghanistan (come documentato in un rapporto dell'EASO nel 2015, dopo più di un decennio di guerra si sono registrate la cifra record di 11 mila civili vittime di violenza), sembra cambiata radicalmente anche la strategia statunitense, il progressivo disimpegno in favore del supporto alla ricostruzione della nazione è stato infatti sostituito con un nuovo interventismo militare nello stato, in disprezzo anche del fragile Governo Afghano, che seppur non troppo inviso alla maggioranza degli afghani, continua ad essere facile preda per la propaganda dei nazionalisti e dei talebani, poiché privo di legittimità e dipendente dai militari e da soldi stranieri. I colloqui avviati tra gli Stati Uniti e i Talebani, che stanno escludendo il governo afghano e gli altri soggetti internazionali, non stanno portando a nessun risultato ma complicano il processo di pace, in questo quadro l'Italia dovrebbe farsi promotrice di una conferenza internazionale di pace che coinvolga tutti i soggetti interni ed esterni per cercare un percorso condiviso di pace;
    le decisioni della NATO, prese al vertice tenuto a Varsavia nell'estate del 2016, hanno comportato l'adozione di una serie di misure politiche e militari preventive nei confronti della Russia, le più importanti dalla fine della Guerra Fredda. Come previsto dalla Deliberazione l'Italia ha poi dislocato mezzi e uomini in diversi dispositivi di protezione e sorveglianza dell'Alleanza;
    con la presenza della NATO in Lettonia, Estonia, Lituania e Polonia con mezzi e uomini pronti a rispondere a minacce esterne lungo il confine orientale dell'Alleanza, addirittura si è superato l'accordo stipulato con la Russia nel 1997, in cui si stabiliva che l'alleanza atlantica non può mantenere le proprie truppe da combattimento in modo permanente nei Paesi a est della Germania, a meno che le condizioni di sicurezza degli Stati alleati non siano in pericolo;
    evidentemente, i rappresentanti dei Paesi dell'Alleanza atlantica considerano cambiate queste condizioni, e nei fatti programmano delle azioni militari lungo quello che viene chiamato «fronte orientale» e a cui il nostro Paese risponde con una rinnovata presenza in Lettonia;
    la presenza nel territorio della Turchia che, da paese membro della Nato, ha favorito negli scorsi anni il passaggio di migliaia di foreign fighter europei, mentre al tempo stesso conduceva una «guerra sporca» contro le organizzazioni curde in Siria e in Iraq, che hanno contribuito in maniera determinante alla liberazione di Raqqa e di Mosul dalla presenza di Daesh, continuando ad attaccare i cantoni liberati nella Federazione della Siria del Nord dove si è dato vita ad un'esperienza di convivenza pacifica e democratica tra curdi, arabi, assiri, caldei, aramaici, turcomanni, armeni e ceceni e altre minoranze, un'esperienza che dovrebbe essere tutelata dalla comunità internazionale come patrimonio per la ricostruzione dell'intero Paese;
    con riferimento alle proroghe relative agli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, va sottolineato che occorrono maggiori risorse e va modificata la qualità della spesa. Le risorse per la cooperazione devono essere utilizzate unicamente per colpire le cause profonde delle migrazioni (lotta ai governi corrotti, alle carestie, allo sfruttamento delle risorse da parte dei Paesi occidentali che poco o nulla lasciano alle popolazioni dei territori);
    alla luce delle considerazioni che precedono si ritiene che sia necessario un cambiamento profondo, che porti a una discontinuità nella partecipazione alle missioni internazionali, ribadendo il ruolo dell'Italia come attore internazionale nella cooperazione, lo sviluppo e la stabilizzazione della democrazia e della sicurezza, e, pertanto,
    autorizza le seguenti missioni:
   Europa:
    Joint Enterprise nei Balcani (scheda n. 1/2019);
    European Union Rule of Law Mission in Kosovo – EULEX Kosovo (schede n. 2/2019 e n. 3/2019);
    United Nations Mission in Kosovo – UNMIK (scheda n. 4/2019);
    EUFOR ALTHEA in Bosnia Erzegovina (scheda n. 5/2019);
    Missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (scheda n. 6/2019);
    United Nations Peacekeeping Force in Cyprus – UNFICYP (scheda n. 7/2019);
   Asia:
    United Nations Interim Force in Lebanon — UNIFIL (scheda n. 11/2019);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (scheda n. 12/2019); Temporary International Presence in Hebron — TIPH2 (scheda n. 13/2019), limitatamente al periodo 1o gennaio-31 marzo 2019;
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 14/2019);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah – EUBAM Rafah (scheda n. 15/2019);
    European Union Police Mission for the Palestinian Territories – EUPOL COPPS (scheda n. 16/2919);
    Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 17/2019);
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 18/2019);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan – UNMOGIP (scheda n. 19/2019);
    personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 20/2019);
   Africa:
    United Nations Support Mission in Lybia — UNSMIL (scheda n. 21/2019);
    MINUSMA in Mali (scheda n. 25/2019);
    European Union Training Mission Mali – EUTM Mali (scheda n. 26/2019);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara – MINURSO (scheda n. 30/2019);
    Multinational Force and Observers in Egitto – MFO (scheda n. 31/2019);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana – EUTM RCA (scheda n. 32/2019);
    UE Atalanta (scheda n. 33/2019);
    European Union Training Mission Somalia — EUTM Somalia (scheda n. 34/2019);
    EUCAP Somalia (scheda n. 35/2019);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 36/2019);
    Personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 37/2019);
    Potenziamento di dispositivi nazionali e della Nato:
    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 43/2019);
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate (scheda n. 44/2019);
    Supporto info-operativo a protezione del personale delle Forze armate (scheda n. 50/2019).
   Interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione:
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Contributo a sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 48);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49);
    non autorizza le seguenti missioni:
   Europa:
    NATO Sea Guardian nel Mar Mediterraneo (scheda n. 8/2019);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda il 9/2018);
   Asia:
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 10/2019);
   Africa:
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 22/2019);
    Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera libica (scheda n. 23/2019);
    European Union Border Assistance Mission in Libya – EUBAM LIBYA (scheda n. 24/2019);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 27/2019);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 28/2019);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 29/2019);
    Potenziamento di dispositivi nazionali e della Nato:
    «Mare Sicuro»: dispositivo aeronavale nazionale nel Mar Mediterraneo, nei cui ambito è inserita la missione bilaterale in supporto alla Guardia costiera libica (scheda n. 38/2019);
    NATO: dispositivo a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato, «NATO Support to Turkey» (scheda n. 39/2019);
    NATO: dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 40/2019);
    NATO: dispositivo per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 41/2019);
    NATO: dispositivo per la presenza in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 42/2019);
    autorizza, per il periodo 1o marzo-31 dicembre 2019, la partecipazione dell'Italia alla seguente missione, di cui alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 1):
    Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda n. 37-bis/2019).
(6-00082) «Fornaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

missione d'inchiesta

NATO

aiuto allo sviluppo