ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00081

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 196 del 25/06/2019
Abbinamenti
Atto 6/00080 abbinato in data 25/06/2019
Atto 6/00082 abbinato in data 25/06/2019
Atto 6/00083 abbinato in data 25/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/06/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGANI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
MINNITI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
LOTTI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
CARE' NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019
FRAILIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2019


Stato iter:
03/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 03/07/2019
Resoconto TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/07/2019
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA
Resoconto TRIPODI MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto IOVINO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 03/07/2019
Resoconto PICCHI GUGLIELMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/06/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/06/2019

DISCUSSIONE IL 03/07/2019

NON ACCOLTO IL 03/07/2019

PARERE GOVERNO IL 03/07/2019

IN PARTE ASSORBITO IL 03/07/2019

IN PARTE PRECLUSO IL 03/07/2019

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 03/07/2019

CONCLUSO IL 03/07/2019

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00081
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Martedì 25 giugno 2019
modificato
Mercoledì 3 luglio 2019, seduta n. 202

   La Camera,
   esaminata la relazione delle Commissioni III (affari esteri e comunitari) e IV (difesa) all'Assemblea sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2), e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2019, deliberata il 23 aprile 2019 (Doc, XXVI, n. 2), adottate ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
   premesso che:
    con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di «autorizzare» nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2); la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
    l'impegno internazionale che l'Italia profonde ricorrendo alla leva delle missioni militari e degli interventi di natura civile negli scenari di crisi costituisce la necessaria risposta a persistenti minacce di carattere transnazionale ed asimmetrico – il terrorismo, la radicalizzazione, l'insicurezza cibernetica, i traffici illeciti – e a fenomeni di instabilità potenzialmente pericolosi per la pace e la sicurezza della regione euromediterranea. Tale impegno si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, proprio dell'Unione europea e pienamente condiviso dall'Italia, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze; l'impianto della legge n. 145 del 2016 rispecchia in profondo questa impostazione. Tale strumento normativo innovativo di riordino e di razionalizzazione ha fin qui assicurato all'interazione tra Governo e Parlamento, finalizzata alla decisione sulle missioni internazionali, un inedito grado di trasparenza e di profondità, permettendo di contemperare il doveroso carattere democratico della dinamica decisionale su una materia tanto delicata anche sul piano dell'impatto finanziario, alla necessaria celerità del relativo processo decisionale, nel superiore interesse alla tutela della pace, nonché della vita e dell'integrità degli uomini e delle donne impegnati sul terreno nei numerosi teatri operativi;
    la vocazione transatlantica ed europeista della nostra politica estera, ideale nel quale crediamo fortemente, è stata più volte messa in discussione dall'azione del nuovo Governo con attacchi nei confronti e all'interno delle istituzioni europee, dal legame poco trasparente della Lega con la Russia e da episodi gravi e inumani come ad esempio la scellerata chiusura dei porti alle navi delle Ong e alle navi della nostra Marina Militare;
    proprio nella convinzione del legame esistente tra la sicurezza nel Mediterraneo e la sicurezza dei confini meridionali dell'Unione europea nella regione del Mediterraneo, desta preoccupazione, la revisione della missione UE EUNAVFOR MED operazione Sophia, che proseguirà con le sole operazioni di pattugliamento aereo e di addestramento e supporto alla guardia costiera libica. Il comando della Missione, continuerà ad essere affidato all'Italia che, ritirerà, dunque, le navi attualmente in mare;
    sorge il dubbio che, di pari passo al ridimensionamento dell'operazione europea Sophia – voluto dal nostro Esecutivo in sede europea, in attesa di sviluppi sui negoziati delle regole di Dublino, riguardo l'individuazione dei porti europei che possono essere considerati sicuri – vada letto il potenziamento alla missione Mare sicuro, che comporta un aggravio di spesa a livello nazionale, a scapito del depotenziamento di una missione europea e collegiale;
    va ricordato che EUNAVFOR MED ha salvato dal 2015 circa 45 mila vite umane dai pericoli del mare e dei trafficanti di uomini e che l'impegno per la stabilità del Mediterraneo hanno confermato la vocazione multilaterale della politica estera e di difesa dell'Italia, il convinto sostegno al processo di integrazione europea e al legame transatlantico, l'impegno per la difesa dei diritti umani, nei segno di una cifra identitaria mediterranea che guida l'azione internazionale del nostro Paese;
    desta preoccupazione, riguardo la missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera libica, di cui alla scheda n. 23/2019, il riadattamento all'uso militare, evocato da taluni organi di stampa, delle motovedette cedute dal nostro Paese alle autorità libiche; qualora, difatti, tali notizie fossero fondate e si riferissero in particolare alle due guardacoste Corrubia (navigli dual use), si tratterebbe di un'istanza che comporterebbe evidente violazione della legge n. 185 del 1990 e dell'embargo di armi nei riguardi della Libia;
    ravvisata, dunque, la necessità di in una clausola che permetta il controllo stringenti sul l'utilizzo dei suddetti mezzi da parte della Libia; accogliamo con favore lo sforzo unanime di approvare la Risoluzione del 6 giugno scorso, da parte delle Commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera dei deputati, a conclusione dell'esame sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, laddove, impegna il Governo «in relazione alla missione bilaterale di assistenza alla guardia costiera libica (scheda n. 23/2019), tenuto conto degli impegni dell'Italia nei confronti della guardia costiera libica, a svolgere costanti azioni di monitoraggio, ove sussistano le condizioni, affinché sulle imbarcazioni fornite dall'Italia alla Libia, con particolare riguardo ai modelli delle guardacoste Corrubia, sia installata solo la strumentazione utile al controllo e sicurezza nel contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, nonché alle attività di soccorso in mare, in rispetto delle vigenti disposizioni internazionali ed europee in materia di embargo»;
    inoltre, in merito alla Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia, non vi è alcun rimando nel testo al supporto dello sviluppo di istituzioni democratiche o di uno stato di diritto, argomenti, invece, qualora il conflitto interno non degeneri ulteriormente, necessari se si vuole davvero far sì che la Libia esca dalla crisi e recuperi la propria capacità di controllo del territorio. L'assistenza e il supporto alla Libia, in questa fase storica, non possono prescindere anche da attività di capacity building, utili a incrementare la sicurezza e la stabilità internazionali. L'Italia ha assunto un ruolo di primo piano nella gestione della crisi, sviluppando con Tripoli una partnership multisettoriale, proprio perché un altro settore chiave dell'impegno italiano in Libia è quello relativo alla «cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario»;
    proprio in materia di aiuto allo sviluppo, si segnala, la contrarietà alle riduzioni di spesa, rispetto all'anno precedente, di alcune delle azioni in materia di cooperazione allo sviluppo; l'utilizzo improprio dello strumento delle iniziative di cooperazione e stabilizzazione previsto dalla deliberazione sulle missioni per finanziare interventi di cooperazione fuori dalle disposizioni previste dalla legge n. 125 del 2014 in paesi stranieri finora non coinvolti di missioni internazionali a cui partecipa l'Italia; e, ancora una volta il rammarico, per il non rifinanziamento del cosiddetto Fondo Africa – con l'obiettivo di promuovere il controllo del territorio ed il contrasto dei traffici illeciti, a partire da quello di esseri umani –. L'attuale Governo non ha provveduto neanche sinora ad incrementare le risorse per l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, nonostante nei 5 anni della scorsa legislatura, almeno una delle componenti della attuale compagine governativa, abbia sempre sostenuto la necessità dell'impegno per l'Italia a favore della pace anche e soprattutto attraverso la cooperazione allo sviluppo;
   considerando che,
    la partecipazione italiana alla missione NATO in Afghanistan Resolute Support proseguirà anche per il 2019, ma il contributo italiano sarà progressivamente ridotto di 200 unità entro la fine del mese di luglio 2019; si ritiene opportuno precisare se la riduzione del contingente italiano che partecipa alla missione Resolute Support in Afghanistan sia stata concordata o meno in ambito NATO;
    inoltre, va ricordato che in Afghanistan, gli sforzi congiunti del governo italiano e della Comunità internazionale da un lato e del governo afghano e delle organizzazioni locali della società civile dall'altro hanno portato, in particolare nella provincia di Herat, a progressi sostanziali per le donne e le ragazze afghane con percentuali decisamente più alte rispetto alle altre province del paese, in termini di istruzione, partecipazione politica e ruolo nell'economia; e, negli ultimi anni, l’empowerment delle donne sia ritornato ad essere una questione cruciale per l'Afghanistan, dopo anni di oblio legati ad emergenze politiche, economiche e di sicurezza, e il raggiungimento della parità dei diritti delle donne è stato riconosciuto quale elemento cruciale per la stabilizzazione e lo sviluppo del Paese;
    si auspica che il ridimensionamento del contingente italiano non faccia sì che vadano perduti questi importanti risultati, tra gli altri, che l'impegno profuso dall'Italia ha contribuito a realizzare;
    in materia di difesa europea, l'autorizzazione e proroga delle missioni internazionali 2018/2019, prevede la partecipazione del nostro Paese a 6 missioni militari e 10 civili dell'Unione europea;
   considerando che,
    l'articolo 41 del Trattato sull'Unione europea prevede che le spese in ambito PESC, sia amministrative che operative, siano a carico del Bilancio dell'Unione europea ad eccezione di quelle derivanti da operazioni nel settore militare o della difesa – a meno che il Consiglio non decida altrimenti all'unanimità – che sono invece a carico degli Stati membri, secondo un criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo;
    in base a questi criteri le spese operative per le missioni civili rientrano, di diritto, tra quelle a carico del bilancio dell'Unione europea;
    per le missioni dell'Unione europea nel settore militare o della difesa si applica invece la regola per cui i costi sono sostenuti direttamente dagli Stati membri. Per alcuni dei costi relativi ad operazioni militari è stato predisposto fin dal 2004 un meccanismo denominato «meccanismo Athena», concepito per amministrare, sulla base di contributi degli Stati membri in proporzione dei rispettivi PIL nazionali; il finanziamento di una serie di spese definite come comuni;
    di fatto solo una parte molto limitata, delle spese relative alle operazioni militari, stimata tra il 10 ed il 20 per cento a seconda della natura dell'operazione, viene condivisa da parte dell'Unione europea. Al meccanismo Athena partecipano tutti gli Stati membri ad eccezione della Danimarca, che ha un opt-out sulla PSDC. L'Italia contribuisce al meccanismo Athena, secondo un criterio di ripartizione basato sui prodotto nazionale lordo, per il 12,10 per cento;
    attualmente, sono in corso presso il Consiglio dell'Unione europea i lavori per la revisione del meccanismo Athena volta ad ampliare la lista delle spese comuni, per comprendervi, in particolare, il dispiegamento dei Battlegroups dell'Unione europea e sono state depositate proposte per istituire – al di fuori del bilancio dell'Unione europea – un fondo (European Peace Facility) in grado di dotare l'Unione europea di mezzi e strumenti adeguati nell'ambito della difesa e della sicurezza. Lo strumento europeo per la pace – finanziato attraverso i contributi degli Stati membri dell'Unione europea, sulla base di un criterio di ripartizione fondato sul reddito nazionale lordo – estenderebbe la portata dei costi comuni per le missioni e operazioni a carattere militare ispirate alla politica di sicurezza e di difesa comune, sostituendo l'attuale meccanismo Athena per i costi comuni delle missioni PSDC. Lo Strumento europeo per la pace dovrebbe disporre di risorse per 10,5 miliardi di euro per il periodo relativo al prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. La proposta è attualmente all'esame del Consiglio dell'Unione europea;
    si ravvisa la necessità di assumere nelle sedi competenti, ogni iniziativa utile ad ottenere la revisione dei meccanismi del Fondo Athena al fine di prevedere a carico di fondi europei i costi diretti e indiretti delle missioni militari contestualmente e contemporaneamente alla decisione relativa alla missione da intraprendere;
   premesso che,
    la Deliberazione del Consiglio dei ministri è stata trasmessa al Parlamento con un notevole ritardo rispetto ai tempi previsti nella legge quadro sulle missioni internazionali, privando i nostri militari impegnati nei teatri operativi dell'indispensabile copertura politica e finanziaria. E facendo anche venire meno il ruolo del Parlamento che deve autorizzare l'avvio di nuove missioni o la prosecuzione di quelle in corso e non, semplicemente, ratificare decisioni che hanno quasi esaurito i propri effetti. In questa deliberazione, il Parlamento si trova nella situazione grottesca di autorizzare la proroga fino al 31 marzo 2019 della missione a Hebron (scheda 13) a più di due mesi dalla cessazione della stessa missione;
    in area mediorientale gli sviluppi recenti della tensione tra Libano e Israele confermano il valore strategico della missione UNIFIL, per la quarta volta a guida italiana, ma destano enormi preoccupazioni le dichiarazioni rese dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini su Hezbollah, destinate ad avere ripercussioni politiche significative per i nostri militari impegnati nella missione UNIFIL, e più in generale, le frequenti esternazioni di componenti dell'Esecutivo si sulle questioni di politica estera di difesa e sicurezza stanno creando non pochi disagi ai nostri militari impegnati nelle missioni e tensioni nella dimensione multilaterale in cui l'Italia è inserita;
    anche alla luce delle numerose dichiarazioni dei membri dell'esecutivo in materia di politica estera e di difesa, erano attese significative novità sulle operazioni di missioni internazionali per il 2019. Suscita, dunque, stupore vedere riproposta la continuazione del dialogo politico nelle organizzazioni internazionali alle quali il nostro Paese aderisce e delle missioni internazionali così come approntate dal precedente Governo e aspramente criticate dal Movimento 5 stelle che votò contro tale provvedimento e la Lega che si astenne; nel merito infatti di alcune di queste missioni in particolare, il giudizio del Movimento 5 stelle fu critico non solo negli interventi dei suoi esponenti in Aula e in Commissione, ma anche nella risoluzione alternativa che gli stessi depositarono,
    autorizza, per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2019, la prosecuzione delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui al punto 5 della Relazione analitica Doc, XXVI n. 2, di seguito riportate:
   Europa:
    Joint Enterprise nei Balcani (scheda n. 1/2019);
    European Union Ride of Law Mission in Kosovo – EULEX Kosovo (schede n. 2/2019 e n. 3/2019);
    United Nations Mission in Kosovo – UNMIK (scheda n. 4/2019);
    EUFOR ALTHEA in Bosnia Erzegovina (scheda n. 5/2019);
    Missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (scheda n. 6/2019);
    United Nations Peacekeeping Force in Cyprus – UNFICYP (scheda n. 7/2019);
    NATO Sea Guardian nel Mar Mediterraneo (scheda n. 8/2019);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda n. 9/2018);
   Asia:
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 10/2019);
    United Nations Interim Force in Lebanon – UNIFIL (scheda n. 11/2019);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (scheda n. 12/2019);
    Temporary International Presence in Hebron – TIPH2 (scheda n. 13/2019), limitatamente al periodo 1o gennaio-31 marzo 2019;
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 14/2019);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah – EUBAM Rafah (scheda n. 15/2019);
    European Union Police Mission for the Palestinian Territories – EUPOL COPPS (scheda n. 16/2019);
    Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 17/2019);
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 18/2019);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 19/2019);
    personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 20/2019);
   Africa:
    United Nations Support Mission in Lybia – UNSMIL (scheda n. 21/2019);
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 22/2019);
    Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera libica (scheda n. 23/2019);
    European Union Border Assistance Mission in Libya – EUBAM LIBYA (scheda n. 24/2019);
    MINUSMA in Mali (scheda n. 25/2019);
    European Union Training Mission Mali – EUTM Mali (scheda n. 26/2019);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 27/2019);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 28/2019);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 29/2019);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara — MINURSO (scheda n. 30/2019);
    Multinational Force and Observers in Egitto – MFO (scheda n. 31/2019);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana – EUTM RCA (scheda n. 32/2019);
    UE Atalanta (scheda n. 33/2019);
    European Union Training Mission Somalia – EUTM Somalia (scheda n. 34/2019);
    EUCAP Somalia (scheda n. 35/2019);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 36/2019);
    Personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 37/2019);
    Potenziamento di dispositivi nazionali e della NATO:
    «Mare Sicuro»: dispositivo aeronavale nazionale nel Mar Mediterraneo, nel cui ambito è inserita la missione bilaterale in supporto alla Guardia costiera libica (scheda n. 38/2019);
    NATO: dispositivo a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato, «NATO Support to Turkey» (scheda n. 39/2019);
    NATO: dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sudorientale dell'Alleanza (scheda n. 40/2019);
    NATO: dispositivo per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 41/2019);
    NATO: dispositivo per la presenza in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 42/2019);
    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 43/2019).
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate (scheda n. 44/2019);
    Supporto info-operativo a protezione del personale delle Forze armate (scheda n. 50/2019).
    Interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione;
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Contributo a sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 48);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49);
    autorizza, altresì, per il periodo 1o marzo-31 dicembre 2019 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione, di cui alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 1), di seguito riportata:
    Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda n. 37-bis/2019).
(6-00081) «Quartapelle Procopio, Pagani, De Maria, Scalfarotto, Fassino, Minniti, La Marca, De Menech, Losacco, Enrico Borghi, Rosato, Lotti, Carè, Frailis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

missione d'inchiesta

prevenzione dell'inquinamento

aiuto allo sviluppo