ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00037

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 99 del 11/12/2018
Abbinamenti
Atto 6/00034 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00035 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00036 abbinato in data 11/12/2018
Atto 6/00038 abbinato in data 11/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: OCCHIUTO ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/12/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
RUGGIERI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
SIBILIA COSIMO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/12/2018
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 11/12/2018
TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 11/12/2018
COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 11/12/2018


Stato iter:
11/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 11/12/2018
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
PARERE GOVERNO 11/12/2018
Resoconto FRACCARO RICCARDO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI PARLAMENTO E DEMOCRAZIA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/12/2018

DISCUSSIONE IL 11/12/2018

NON ACCOLTO IL 11/12/2018

PARERE GOVERNO IL 11/12/2018

RESPINTO IL 11/12/2018

CONCLUSO IL 11/12/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00037
presentato da
OCCHIUTO Roberto
testo di
Martedì 11 dicembre 2018, seduta n. 99

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri,
   premesso che:
    il prossimo Consiglio europeo si terrà in un contesto economico continentale caratterizzato da nuove incertezze e rischi, in cui l'economia europea mostra segnali di rallentamento, se non di frenata. Per l'Italia tale fase di rallentamento è confermata dalla revisione al ribasso della crescita nel terzo trimestre dell'anno certificata dall'Istat. Una riduzione di –0,1 punti percentuali, che fotografa una situazione di stagnazione, che potrebbe trascinarsi anche nell'ultimo trimestre dell'anno e nel 2019;
    sull'incerto quadro economico europeo dei prossimi anni, potrebbero pesare anche rischi associati a un preoccupante ulteriore deterioramento del quadro internazionale;
    il Consiglio europeo avrà luogo mentre il Governo italiano starà ancora trattando con la Commissione per scongiurare la procedura d'infrazione per debito eccessivo, dopo che lo scorso 23 ottobre, per la prima volta nella storia ventennale della zona euro, la Commissione europea ha contestato formalmente il bilancio di uno Stato membro;
    il prossimo Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre avrà come punti all'ordine del giorno il Bilancio dell'Unione europea per il periodo 2021-2027; il Mercato unico; il fenomeno migratorio; le Relazioni esterne, con particolare riguardo al prossimo vertice con la Lega degli Stati arabi in programma il 24 e 25 febbraio 2019; Lotta alla disinformazione;
   con riferimento al bilancio dell'Unione europea per il periodo 2021-2027:
    lo scorso 2 maggio 2018 la Commissione europea ha presentato la sua proposta di quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea per il periodo 2021-2027, predisposto per un'Unione europea a 27 Stati membri. Per i sette anni di riferimento, sono previsti stanziamenti complessivamente pari a 1.135 miliardi di euro a prezzi costanti in termini di impegni (1.279 miliardi di euro a prezzi correnti), corrispondenti all'1,11 per cento del Reddito nazionale lordo dell'Unione europea-27 (RNL). Questo livello di impegni si traduce in 1.105 miliardi di euro (ovvero l'1,08 per cento dell'RNL) a prezzi costanti in termini di pagamenti (1.246 miliardi a prezzi correnti);
    il 30 maggio 2018 il Parlamento europeo ha approvato, con 409 voti favorevoli, 213 contrari e 61 astensioni una risoluzione non legislativa sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e le risorse proprie. In particolare, i deputati di tutti i gruppi politici – a eccezione di Conservatori e Riformisti europei – hanno sottolineato con insoddisfazione l'esiguità del bilancio, che determinerà tagli, in particolare per la PAC e la politica di coesione. Osservazioni alle quali il Commissario europeo Oettinger ha replicato difendendo l'approccio della Commissione;
    il 7 novembre 2018 la commissione per i bilanci (BUDG) del Parlamento europeo ha approvato una Relazione interlocutoria sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 – posizione del Parlamento in vista di un accordo (COM(2018)0322 – C8-0000/2018 – 2018/0166R(APP)) – proponendo, contestualmente, emendamenti al progetto di regolamento sul QFP e all'accordo interistituzionale che lo accompagna. Nella relazione si esprime preoccupazione per il fatto che le risorse del QFP in termini di percentuale dell'RNL dell'Unione europea-27 sono state ridotte e non consentirebbero all'Unione europea di tener fede ai propri impegni. Le modifiche richieste comprendono: un ulteriore rafforzamento di priorità quali la ricerca e l'innovazione (Orizzonte), i giovani (Erasmus+ e misure contro la disoccupazione), i trasporti, lo spazio, le piccole imprese, l'ambiente, il clima, il vicinato e lo sviluppo; il ripristino delle risorse per l'agricoltura, la coesione e le agenzie decentrate che hanno subito tagli rispetto ai livelli 2014-2020. Tali proposte portano il prossimo QFP a 1.320 miliardi di euro (1,3 per cento dell'RNL dell'Unione europea-27). Il testo, inoltre, accoglie con favore le proposte di una maggiore flessibilità e di un aumento delle risorse proprie, sostenendo una riforma ancora più ambiziosa e ribadisce che i negoziati devono affrontare congiuntamente il QFP e le entrate dell'Unione europea, esortando il Consiglio ad avviarli rapidamente;
   con riferimento al Mercato unico:
    il Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2018 ha invitato Commissione e Stati membri a intensificare gli sforzi per realizzare la strategia per il mercato unico, la strategia per il mercato unico digitale, il piano d'azione per la creazione dell'Unione dei mercati dei capitali e l'Unione dell'energia;
    va sottolineato come l'Unione europea debba continuare ad adoperarsi per un mercato che sia unico equo e adeguato alle nuove esigenze imposte dall'era digitale; un mercato che diventi motore di competitività, di innovazione e di sostenibilità;
    in un contesto di rallentamento della crescita a livello globale e di un contesto geopolitico in evoluzione, l'ampliamento e il completamento del mercato unico, in ambiti come servizi, prodotti, fiscalità e industrie di rete, oltre a costituire un fattore di integrazione economica, può contribuire ad aumentare l'attrattiva dell'Unione per i partner commerciali internazionali. Tale rafforzamento del mercato unico, deve essere accompagnato da un grande piano di investimenti che vada oltre il Piano Juncker in modo da fornire all'Europa uno slancio di competitività anche rispetto alle altre economie mondiali;
    il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha, inoltre, ribadito il suo impegno a favore di un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole, imperniato sull'Organizzazione mondiale del commercio (OMC);
    occorre in quest'ottica ricordare che nel comunicato finale del G20, tenutosi a Buenos Aires dal 30 novembre al 1o dicembre 2018, i leader degli Stati presenti hanno ribadito come il commercio internazionale e gli investimenti siano importanti motori di crescita, di produttività, innovazione, di creazione di posti di lavoro e di sviluppo. Pur riconoscendo il contributo che il sistema commerciale multilaterale ha apportato, evidenziano come questo non è al momento all'altezza dei suoi obiettivi e necessita di miglioramenti. Pertanto, sostengono la necessità di una riforma dell'OMC, in grado di superare le criticità riscontrate;
    l'Italia sostiene le ragioni di un multilateralismo adeguato ai nuovi scenari globali, ritenendo le politiche protezionistiche un rimedio inadeguato e – alla lunga – controproducente, innescando una perversa spirale di azioni e reazioni in grado di compromettere gli scambi internazionali;
    a margine della riunione del G20, Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un importante accordo, per il quale gli USA non applicheranno all'inizio del 2019 il previsto aumento, dal 10 al 25 per cento, dei dazi aggiuntivi su una lista di prodotti importati dalla Cina per un controvalore di 200 miliardi di dollari. Le due parti si sono impegnate ad avviare un negoziato per tentare di siglare un'intesa complessiva sulle regole riguardanti gli scambi commerciali bilaterali. Tale accordo va salutato positivamente in quanto di rilievo anche per le imprese del made in Italy, a cominciare da quelle della filiera dell'agroalimentare, che hanno bisogno di regole chiare, di tutele e di mercati aperti alla libera ed equa competizione, senza dazi e misure di ritorsione;
   con riferimento al fenomeno migratorio:
    nel corso del 2018 si è registrato un calo del 95 per cento del numero degli ingressi illegali attraverso le frontiere europee, rispetto al picco dell'ottobre 2015. Tale drastica riduzione risulta ancora più rilevante nel caso dell'Italia: i dati del Ministero dell'interno, aggiornati al 5 dicembre indicano un numero di sbarchi complessivi pari a 23.037 unità dal 1o gennaio 2018, rispetto alle 117.120 del 2017 e alle 174.156 del 2016. In particolare, gli sbarchi provenienti dalle coste libiche sono passati dai 105.302 del 2017 agli attuali 12.976;
    va tuttavia evidenziato come recenti flussi esterni richiedano una particolare attenzione: secondo recenti dati Ismu, infatti, dal 1o gennaio all'11 novembre dell'anno in corso sono entrati in territorio spagnolo 55 mila migranti, di cui 49 mila via mare e 6 mila via terra. La Spagna risulta ormai il nuovo Paese europeo con il maggior numero di arrivi;
    occorre ribadire come la questione migratoria abbia rilevanza europea e, pertanto, necessita di azioni condivise a livello comunitario, a cominciare dalla lotta alla migrazione illegale attraverso l'intensificazione della cooperazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare dell'Africa settentrionale;
    come contenuto nella Conclusione del Consiglio europeo del 18 ottobre 2018, occorre rafforzare il contrasto alle reti di trafficanti di persone, intensificando la collaborazione con i Paesi terzi «in materia di indagine, arresto e perseguimento di soggetti dediti al traffico e alla tratta, al fine di evitare che le persone intraprendano viaggi pericolosi»;
    in tema di facilitazione dei rimpatri, il Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di migliorare l'attuazione degli accordi di riammissione vigenti e di concluderne di nuovi anche utilizzando le necessarie leve «mediante il ricorso all'insieme delle politiche, degli strumenti e dei mezzi pertinenti dell'Unione europea, compresi lo sviluppo, il commercio e i visti»;
    per quanto riguarda le espulsioni nel nostro Paese, sempre i recenti dati Ismu, indicano in 36 mila gli stranieri che hanno ricevuto il decreto che intima di lasciare l'Italia, ma solo il 19,4 per cento ha ottemperato all'ordine (per oltre 4 mila di questi si è trattato di un rimpatrio forzato). Tali dati collocano l'Italia al quinto posto in Europa dopo Germania, Francia e Regno Unito;
    il commissario europeo alla Migrazione, Dimitris Avramopoulos, parlando recentemente della riforma del regolamento di Dublino ha dichiarato che la discussione sul ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo «è esaurita ed è tempo di andare oltre. La solidarietà può arrivare in diverse forme, ma deve venire da tutti»;
    come comunicato dal Ministro dell'interno Matteo Salvini, in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, la procedura di relocation si è sostanzialmente conclusa con 12.723 trasferimenti in altri Stati europei;
    in vista del Consiglio europeo di dicembre, la Commissione, in una nota, ha sottolineato come un approccio globale dell'Unione europea in materia di migrazioni porti a risultati su tutti i fronti e che «è venuto il momento di colmare le lacune che restano». In particolare si sostiene come sia necessario completare la riforma del regime d'asilo dell'Unione europea, adottando «le cinque proposte per cui esiste un vasto accordo politico prima delle elezioni del Parlamento europeo l'anno prossimo», auspicando che venga trovata una via per procedere alla riforma del regolamento di Dublino;
    in tema di collaborazione europea, va tuttavia rilevato come al momento non risultano progressi significativi nel negoziato per la modifica delle regole di ingaggio dell'operazione Eunavformed «Sophia»;
    lo scorso 10 dicembre durante il vertice di Marrakech, 164 Paesi hanno aderito al «Global compact for Migration». Non hanno sottoscritto il documento, Stati Uniti, Australia, Repubblica Dominicana, Austria, Lettonia e i quattro Paesi del cosiddetto «Gruppo di Visegrad» (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia). Oltre ai dichiaratamente contrari ci sono Paesi – tra i quali l'Italia – impegnati in ulteriori decisioni interne (Belgio, Bulgaria, Estonia, Israele, Slovenia e Svizzera);
    il Parlamento italiano, nonostante molteplici affermazioni pubbliche dei rappresentanti del Governo, non è stato messo nelle condizioni di poter assumere una posizione ufficiale sul Global Compact for Migration, prima del vertice di Marrakech, così come è accaduto in altri Paesi. Pertanto, i rappresentanti di Francia, Germania, Spagna (favorevoli), o Austria, Polonia, Usa, Israele (contrari e critici) hanno potuto esprimere la volontà del Paese che rappresentano, cosa che il nostro Paese non ha potuto/voluto fare, limitandosi ad una non presenza;
    indipendentemente dalle legittime scelte dei singoli Stati membri dell'Unione europea di sottoscrivere o meno il «Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration», la Commissione deve proseguire l'interlocuzione con i Paesi di provenienza e transito dei flussi migratori al fine di ridurre al minimo i fattori che costringono le persone a lasciare il proprio Paese di origine, in particolare favorendo quelle azioni volte a creare favorevoli condizioni politiche, economiche, sociali e ambientali che consentano a ciascuno di soddisfare le proprie aspirazioni personali ed economiche nel proprio Paese di origine, evitando la ricerca di mezzi di sostentamento altrove, attraverso la migrazione irregolare;
    entro il 2050 un quarto di tutta la popolazione mondiale risiederà nel continente africano, pertanto l'Europa non può non interessarsi delle condizioni di crescita dell'area. La crescita economica e lo sviluppo infrastrutturale del continente africano diventano fondamentali nell'ambito della riduzione dei flussi migratori. In tale contesto, giova ricordare come, grazie al Presidente del Parlamento europeo, Tajani, l'Europa abbia adottato, con il Piano europeo per gli investimenti esterni, il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), che con una dotazione di 4,1 miliardi di euro cercherà di mobilitare 44 miliardi di euro in investimenti privati verso Stati «fragili», fino al 2020;
    va ricordato che la Cina è attualmente il maggiore investitore in Africa (circa 125 miliardi di dollari nell'ultimo decennio) e ha programmato investimenti per una cifra corrispondente a 60 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Pure gli investimenti degli Stati Uniti, dall'inizio degli anni 2000 ad oggi nel continente africano, ammontano a circa 75 miliardi. Da un punto di vista geopolitico, sia la Federazione russa, sia la Turchia stanno rafforzando sempre più la propria presenza strategica nel continente in Africa, con particolare riguardo al settore militare e della difesa;
   con riferimento alle Relazioni esterne:
    pur nella mancanza di risultati concreti, la Conferenza sulla Libia tenutasi a Palermo il 12 e 13 novembre può essere considerata una tappa verso la risoluzione della crisi libica. Certamente ogni iniziativa è positiva, ma risulta sempre più importante che l'Europa parli con una voce sola, al fine di contribuire proficuamente alla conclusione di un accordo che porti la Libia a elezioni e a ritrovare la propria unità, stabilità e pace;
    nell'ambito del perseguimento dell'obiettivo del contenimento della migrazione illegale verso l'Europa, la Commissione e la Presidenza di turno austriaca hanno annunciato il primo vertice tra Unione europea e Lega araba, per il 24 e 25 febbraio 2019 in Egitto, con l'obiettivo di porre le basi per una nuova alleanza euro-africana;
    in tale cornice l'Italia ha tutte le carte in regola per presentarsi come partner privilegiato e possibile intermediario tra la Lega Araba, le potenze occidentali, Russia e la Cina;
    desta profonda preoccupazione la situazione di tensione nel Mar d'Azov dopo l'incidente del 25 novembre fra unità delle marine della Federazione russa e dell'Ucraina, che rischia di compromettere in modo definitivo gli accordi di Minsk del 2014 e 2015 creando una ulteriore permanente instabilità al confine orientale dell'Unione;
   con riferimento alla Lotta alla disinformazione:
    nelle società democratiche i mezzi di comunicazione svolgono un ruolo fondamentale sia nel monitorare l'attività delle autorità pubbliche, responsabilizzandole, sia nel fornire ai cittadini quegli strumenti conoscitivi in grado di consentire la formazione di un'opinione personale e di dare concreta attuazione all'enaudiano «prima conoscere, poi discutere, poi deliberare»;
    con la diffusione delle nuove tecnologie il volume e la varietà di notizie e informazioni a disposizione degli utenti è aumentato considerevolmente, ma contestualmente è cresciuto il rischio che, in particolare attraverso i social media, tali tecnologie vengano utilizzate per la diffusione rapida e su vasta scala di disinformazione, di idee e attività radicali ed estremiste;
    la sfida posta dalla disinformazione vede coinvolte in prima persona le piattaforme online distributrici di contenuti, le cui infrastrutture sono utilizzate nella diffusione e nell'amplificazione della disinformazione online;
    nel giugno 2017, il Parlamento europeo con una risoluzione ha invitato la Commissione ad «analizzare nel dettaglio la situazione attuale e il quadro giuridico vigente relativo alle notizie false e a verificare la possibilità di un intervento legislativo per limitare la divulgazione e la diffusione di contenuti falsi»;
    a marzo 2018 il Consiglio europeo ha dichiarato che «le reti sociali e le piattaforme digitali devono garantire pratiche trasparenti e la piena protezione della vita privata e dei dati personali dei cittadini»;
    con la Comunicazione della Commissione e del Parlamento Europeo al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni – COM (2018) 236 final – «Contrastare la disinformazione online: un approccio europeo» del 26 aprile 2018, l'Unione ha provato a introdurre diverse misure per cercare di circoscrivere il fenomeno della disinformazione online e il suo impatto nelle decisioni politiche e sull'opinione pubblica: un Codice di condotta, una rete di verificatori indipendenti, un sostegno contro le interferenze elettorali, una definizione univoca e condivisa del concetto di fake news, intesa come un'informazione rivelatasi falsa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico;
    l'esecutivo comunitario, anche a seguito delle rivelazioni del caso Facebook/Cambridge Analytica ha sottolineato come sia dimostrato «con estrema chiarezza come i dati personali possano essere sfruttati in contesti elettorali» rilevando come sia ormai opportuno «intervenire con maggiore decisione per garantire processi democratici solidi»;
    la protezione del processo elettorale spetta in primo luogo agli Stati membri. In tale contesto diversi Paesi stanno valutando l'introduzione nei rispettivi ordinamenti di misure volte a tutelare l'integrità dei processi elettorali dalla disinformazione online e garantire la trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica online. Tuttavia è indubbio che la dimensione globale della problematica renda necessario un approccio europeo che assicuri un intervento efficace e coordinato, nel rispetto del principio della libertà di espressione che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera, nonché della libertà dei media e del loro pluralismo, come sancito dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
    il Consiglio europeo del 28 giugno 2018 ha invitato l'Alto rappresentante e la Commissione a presentare entro dicembre 2018, in cooperazione con gli Stati membri e in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2015, un piano d'azione con proposte specifiche per una risposta coordinata dell'Unione europea al problema della disinformazione, comprensivo di mandati appropriati e risorse sufficienti per le pertinenti squadre di comunicazione strategica del Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE);
    lo scorso 26 settembre alcune grandi piattaforme digitali hanno sottoscritto un Codice di condotta per combattere la disinformazione online. È la prima volta che l'industria si mette d'accordo su base volontaria per adottare un insieme di norme di auto-regolazione nella lotta contro la disinformazione che dovrebbe evitare quanto più possibile l'influenza delle fake news sulle prossime elezioni europee della primavera 2019, nel pieno rispetto dei principi fondamentali della libertà di espressione, della libertà di stampa e del pluralismo;
    i sottoscrittori si sono impegnati ad interrompere le entrate pubblicitarie di determinati account e siti Web che diffondono disinformazione; ad aumentare la trasparenza della pubblicità politica; ad affrontare la questione degli account falsi e dei bot online; a facilitare l'accesso a diverse fonti d'informazione, migliorando la visibilità dei contenuti autorevoli, e rendere più facile la segnalazione di notizie false; a consentire alla comunità di ricerca di accedere ai dati delle piattaforme per monitorare la disinformazione online attraverso modalità conformi alle norme sulla privacy;
    entro fine 2018 verrà condotta una prima analisi dei risultati propedeutica a ulteriori azioni, comprese azioni di natura regolamentare, da parte della Commissione;
    nel corso del Consiglio europeo del 18 ottobre 2018, il Consiglio ha chiesto l'adozione di misure volte a proteggere i sistemi democratici dell'Unione e combattere la disinformazione, con particolare riguardo alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali,

impegna il Governo, in seno al Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre 2018:

   1) nell'ambito dell'esame del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027:
    a) a vigilare al fine di scongiurare qualsiasi ipotesi di taglio alle risorse previste per la PAC che incidono sull'agricoltura italiana, e la cui riduzione, «bocciata» dal Parlamento europeo, è tale da mettere a rischio il ruolo della politica agricola nelle sfide sui cambiamenti climatici, la messa in sicurezza del territorio e la salute dei cittadini europei, nonché al fine di garantire una equa distribuzione delle risorse per la spesa agricola tra gli Stati membri;
    b) a sostenere le richieste del Parlamento europeo in merito all'aumento dei fondi per realizzare i grandi progetti infrastrutturali chiave nei settori dei trasporti, energia e digitale;
    c) a chiedere un incremento dei fondi per ricerca e innovazione, nonché l'introduzione di una linea di bilancio dedicata al turismo sostenibile, alla luce dell'importanza di tale settore nell'economia dell'Unione;
    d) a chiedere l'inserimento dei territori ricompresi nel cratere delle aree interessate dagli eventi sismici che si sono susseguiti dal 24 agosto 2016 in poi nelle Regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, fra quelli che possono accedere ai benefici delle aree depresse, così come individuate dalla normativa vigente, ed essere ammesse agli interventi dei Fondi strutturali ex obiettivo 1;
    e) promuovere, nell'ambito del Quadro Finanziario Pluriennale, l'appostamento di maggiori stanziamenti per le politiche migratorie per affrontare le cause profonde delle migrazioni;
   2) per quanto riguarda il mercato unico:
    a) a sostenere la rapida realizzazione delle misure che ancora sono necessarie per una completa attuazione di un mercato interno trasparente, aperto, senza discriminazioni e barriere arbitrarie alla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali. Nell'attuale contesto di frenata della ripresa economica a livello globale il completamento del mercato unico può contribuire, se accompagnato da un grande piano di investimenti, ad aumentare l'attrattiva dell'Unione;
    b) considerato che un mercato unico europeo non può prescindere da un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole certe chiare, di tutele e di mercati aperti alla libera ed equa competizione, senza dazi e misure di ritorsione, ad intensificare ogni sforzo – anche in relazione alle conclusioni del G20 di Buenos Aires e agli sviluppi delle trattative tra USA e Cina – per una celere riforma dell'OMC, in grado di superare le criticità riscontrate;
   3) per quanto riguarda le politiche sull'immigrazione:
    a) a intraprendere ogni azione volta a conseguire celermente la riforma del sistema Dublino e del regolamento sulle procedure di asilo e dei fascicoli correlati;
    b) ad adottare iniziative per accelerare il rafforzamento di Frontex e l'implementazione di un'efficiente Guardia costiera europea, al fine di dotare l'Unione europea di uno strumento efficace per il contrasto alle reti criminali di trafficanti di essere umani;
    c) ad insistere affinché si pervenga a concreti risultati nel negoziato per la modifica delle regole di ingaggio dell'operazione Eunavformed «Sophia»;
    d) a promuovere il rafforzamento, attraverso una adeguata copertura finanziaria, di politiche di rimpatrio, prevedendo responsabilità e condizioni comuni per il rimpatrio volontario e forzato, la detenzione e le scadenze;
    e) a promuovere la concreta apertura di corridoi umanitari di accesso in Europa, al fine di garantire canali di accesso legali, sicuri e controllati per i rifugiati che scappano da persecuzioni, guerra e conflitti;
   4) per quanto riguarda le relazioni esterne:
    a) a promuovere, anche a seguito della Conferenza di Palermo, ulteriori iniziative unitarie volte alla stabilizzazione della Libia, in particolare per il sostegno alla ricostruzione delle istituzioni militari e civili e del tessuto sociale e politico del Paese;
   5) per quanto riguarda la lotta alla disinformazione:
    a) ad appoggiare ogni iniziativa volta ad assicurare elezioni libere e trasparenti, specialmente nel contesto delle prossime elezioni per il Parlamento europeo, contro le campagne di disinformazione e l'utilizzo illegale di dati personali;
    b) ad adottare iniziative per impedire la diffusione di contenuti terroristici online, preservando il rispetto di diritti fondamentali quali la libertà di espressione e di stampa così come tutelati dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
(6-00037) «Occhiuto, Valentini, Rossello, Battilocchio, Pettarin, Ruggieri, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Vietina, Lupi, Tondo, Colucci».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mercato unico

Consiglio europeo

disinformazione