ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00028

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 64 del 16/10/2018
Abbinamenti
Atto 6/00025 abbinato in data 16/10/2018
Atto 6/00026 abbinato in data 16/10/2018
Atto 6/00027 abbinato in data 16/10/2018
Atto 6/00029 abbinato in data 16/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 16/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
ACQUAROLI FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
CROSETTO GUIDO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
FIDANZA CARLO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 16/10/2018


Stato iter:
16/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 16/10/2018
Resoconto FRACCARO RICCARDO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI PARLAMENTO E DEMOCRAZIA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/10/2018
Resoconto FUSACCHIA ALESSANDRO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BORGHI CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2018

NON ACCOLTO IL 16/10/2018

PARERE GOVERNO IL 16/10/2018

DISCUSSIONE IL 16/10/2018

RESPINTO IL 16/10/2018

CONCLUSO IL 16/10/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00028
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo di
Martedì 16 ottobre 2018, seduta n. 64

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo dei prossimi 17 e 18 ottobre,
   premesso che:
    l'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio europeo reca i temi della migrazione, della sicurezza interna e delle relazioni esterne;
    sono, inoltre, previste una riunione informale a 27 Stati per discutere dello stato dei negoziati per l'uscita dall'Unione europea della Gran Bretagna, la cosiddetta Brexit, e una riunione, sempre nel formato a 27 Stati, per esaminare lo stato di avanzamento dei negoziati sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria (UEM) in vista del vertice euro del prossimo mese di dicembre;
    in esito al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018 il presidente Donald Tusk aveva dichiarato che il «testo di compromesso» adottato sul tema dei migranti accoglieva essenzialmente tre proposte: le piattaforme di sbarco al di fuori dall'Europa ma senza che fosse definito dove allestirle, un budget dedicato al contrasto dell'immigrazione illegale nel prossimo quadro finanziaria pluriennale e un rafforzamento del supporto europeo alla Guardia costiera libica, affermando, però, al contempo: «Sulla questione dei migranti è fin troppo presto per parlare di un successo. Abbiamo trovato un accordo, ma questa è solo parte più facile di quello che ci aspetta.»;
    nonostante alcuni Stati abbiano già assunto l'iniziativa in merito all'istituzione dei centri sorvegliati, ad oggi, il Governo italiano non ha, invece, ancora provveduto, e, pertanto, i migranti che continuano ad arrivare illegalmente in Italia non sono trattenuti, ma vengono lasciati liberi di muoversi senza limitazioni di libertà sul territorio nazionale, non essendo sottoposti alfa sorveglianza dello Stato;
    l'ingresso di immigrati illegali, dei quali non solo è spesso difficile accertare le generalità, ma anche determinare con certezza lo stato di provenienza, rappresenta un serio pericolo per la sicurezza degli Stati europei, anche in considerazione delle notizie più volte pervenute dall’intelligence di alcuni Stati membri, che segnalavano il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti;
    in occasione del discorso sullo stato dell'unione del 12 settembre 2018, la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva rimpatri volta ad accelerare le procedure di rimpatrio e ad aumentare i rimpatri effettivi delle persone prive del diritto di soggiorno nell'Unione europea;
    tuttavia, tale proposta di revisione, puntando a una sorta di temperamento del principio dello Stato di primo approdo, attraverso l'introduzione di un meccanismo di ricollocazione di richiedenti asilo per quote obbligatorie, per l'ennesima volta non accoglie le richieste dell'Italia per la revisione del principio dello Stato di primo approdo;
    inoltre, il meccanismo di ricollocazione ha fallito clamorosamente sin dalla sua istituzione e, seppur trasformato in obbligatorio, senza adeguate sanzioni è destinato a fallire nuovamente;
    nel frattempo continuano senza sosta i «viaggi della speranza» dei migranti irregolari che tentano di raggiungere le nostre coste, spesso raccolti in acque internazionali da navi appartenenti a organizzazioni non governative che poi li trasportano in modo altrettanto irregolare fino nei nostri porti, e il divieto di attracco nei porti italiani negli ultimi mesi a più riprese espresso dall'Italia sta ponendo il tema della lotta al traffico di esseri umani al centro del dibattito in sede europea;
    ciononostante, la proposta in dieci punti presentata dall'Italia nell'ambito dell'ultima riunione del Consiglio europeo e mirata a realizzare finalmente una gestione condivisa del fenomeno migratorio tra gli Stati dell'Unione, non è stata accolta se non in minima parte e solo a parole;
    l'approccio a tali problematiche secondo la logica del cosiddetto burden sharing è stato, infatti, sinora carente, con il già citato fallimento delle ricollocazioni e le iniziative di singoli Stati membri che hanno disposto la chiusura delle proprie frontiere e la sospensione dell'accordo di Schengen sulla libera circolazione delle persone;
    il calo degli arrivi di migranti irregolari, registrato nel 2017, non è stato accompagnato dalla diminuzione delle presenze nelle strutture di accoglienza, le quali hanno continuato a registrare un andamento crescente, e lo stesso documento ha previsto che, nel 2018, la spesa per operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, accoglienza e istruzione sarà compresa tra 4,6 e 5 miliardi di euro, continuando a gravare sul nostro prodotto interno lordo per circa lo 0,3 per cento l'anno;
    tutti questi elementi dimostrano chiaramente la necessità e l'urgenza di un'inversione di rotta nella quale l'Italia non sia più lasciata sola rispetto al fenomeno migratorio ma l'Unione europea diventi finalmente parte attiva nella soluzione del problema;
    nel marzo 1997 il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Romano Prodi stipulò un accordo con il premier albanese per la realizzazione di un blocco navale della Marina militare per il respingimento dei migranti diretti in Italia, in cambio di aiuti come cibo e medicinali e l'impegno per la ricostruzione delle strutture statali albanesi;
    per quanto attiene il tema della sicurezza interna, stando alla bozza di conclusioni, il Consiglio europeo dovrebbe prevedere un ulteriore potenziamento delle capacità dell'Unione europea di affrontare le minacce informatiche, come anche quelle chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari;
    è opportuno, inoltre, che l'unione intervenga in materia di controllo e sicurezza informatica, in particolar modo a contrasto della diffusione di contenuti terroristici on line;
    nell'ambito della discussione sulle relazioni esterne si tornerà a discutere dei rapporti tra l'Unione europea e la Russia, improntati sinora alla cosiddetta politica del doppio binario tra iniziative sanzionatorie e la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina orientale;
    le sanzioni commerciali imposte alla Russia continuano a danneggiare gravemente le imprese italiane, infliggendo, sinora, al mercato delle esportazioni italiane perdite per tre miliardi di euro ogni anno, colpendo in particolar modo le imprese agroalimentari e il mercato delle tecnologie;
    nel dibattito parlamentare che ha preceduto il Consiglio europeo del giugno 2018 la risoluzione di maggioranza impegnava in modo esplicito il Governo «ad agire in sede europea affinché si riaprano spazi di collaborazione e dialogo con la Federazione Russa, ad esempio prospettando una rimodulazione delle sanzioni che escluda dal loro campo di applicazione le piccole e medie imprese o il settore agroalimentare e valorizzando la cooperazione nel contrasto alle minacce comuni, come quelle rappresentate dal terrorismo e dalla propaganda estremista»;
    nell'ambito del medesimo dibattito, anche altre risoluzioni di gruppi di opposizione avevano espresso la medesima chiara indicazione al Governo, come quella presentata dal gruppo di Fratelli d'Italia, che impegnava il Governo «a promuovere in sede europea l'immediata cessazione delle sanzioni economiche imposte alla Russia, il prolungamento delle quali avrebbe il solo effetto di ampliare le già pesanti ricadute negative sulle nostre imprese»;
    nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018 il Governo ha, invece, clamorosamente disatteso queste indicazioni dando il proprio consenso al rinnovo automatico delle sanzioni alla Russia;
    sono in vista altre decisioni in merito che potrebbero aggravare la situazione e peraltro si profilano altre e più gravi misure sanzionatorie come quelle recentemente presentate al Congresso degli Stati Uniti;
    il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che si recherà in Russia nei prossimi giorni, ha affermato anche lunedì 15 ottobre 2018, a Monza in una assemblea pubblica di imprenditori, di essere contrario al proseguimento del sistema sanzionatorio che tanto danno ha già arrecato al sistema economico italiano e che, peraltro, si è dimostrato in tanti casi uno strumento assolutamente inefficace nel raggiungere i proponimenti per cui è realizzato;
    il programma del prossimo Consiglio europeo prevede, per il giorno precedente al Consiglio, quindi per il 17 ottobre 2018, un incontro informale tra i leader dell'Unione europea a 27 per discutere della Brexit;
    il negoziato è giunto alle fasi cruciali, come emerge anche dalla cronaca di queste ore, con ogni possibile soluzione, tanto da immaginare possa essere decisivo il previsto pranzo di lavoro, alla presenza anche del premier britannico;
    durante tale incontro, saranno esaminati lo stato dei negoziati con il Regno Unito in merito all'uscita dall'Unione europea e le future relazioni tra le parti per il dopo Brexit, anche alla luce delle conseguenze che ne scaturiranno sull'economia globale e sull'economia dei singoli Stati membri;
    durante le più recenti riunioni del Consiglio europeo sono state esaminate le intese di massima raggiunte tra i negoziatori della Commissione europea e del Regno Unito su larga parte dell'accordo di recesso, mentre, il 29 giugno 2018, il Consiglio europeo ha sottolineato come i negoziati possano progredire «solo a condizione che tutti gli impegni assunti finora siano pienamente rispettati»;
    nella riunione di follow-up del Consiglio europeo, svoltasi il 5 luglio 2018, il gruppo ad hoc ha fornito un aggiornamento sullo stato dei negoziato con il Regno Unito ed ha indicato, tra i temi su cui manca un'intesa, quello relativo alle tremila indicazioni geografiche attualmente protette nei 28 Paesi dell'Unione europea, che i britannici hanno intenzione di affrontare solo, in occasione del successivo accordo commerciale e quindi non in sede di accordo di recesso;
    il XV «Rapporto sulla competitività dell'agroalimentare italiano», presentato il 23 luglio 2018 da Ismea, ha confermato il primato mondiale dell'Italia per numero di prodotti Dop Igp, con 818 indicazioni geografiche registrate a livello europeo, e con i risultati più alti di sempre anche sui valori produttivi con 14,8 miliardi di euro di valore alla produzione e 8,4 miliardi di valore all’export;
    il settore agroalimentare nazionale va difeso e valorizzato rappresentando la punta di diamante dell’export nazionale, in termini commerciali e di posti di lavoro: 61 miliardi di euro di valore aggiunto, 1.4 milioni di occupati, oltre 1 milione di imprese e 41 miliardi di euro di esportazioni;
    il sistema delle Dop Igp in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, alla fine del 2017, conta 264 consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero per le politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo e oltre diecimila interventi annui effettuati dagli organismi di controllo pubblici;
    numeri di fronte ai quali il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, ha commentato: «Abbiamo un potenziale enorme in termini di valore della produzione, denominazioni registrate, crescita del bio. Ma dietro le cifre c’è di più. C’è tutto il “peso” della qualità. Ci sono la passione, la storia, la tradizione che rendono unico il Made in Italy agroalimentare nel mondo»;
    la tutela di questo patrimonio costituisce una battaglia storica italiana – sia in ambito WTO sin dal round negoziale di Doha del 2001, sia negli accordi commerciali bilaterali (apripista, nel 2005, l'accordo dell'Unione europea con il Cile, poi con la Corea del sud, Canada, e nel prossimo futuro, in dirittura d'arrivo, con Giappone, Singapore e Messico) – grazie alla quale l'Unione europea non può concludere accordi bilaterali se le indicazioni geografiche non vengono preventivamente riconosciute e non ne viene garantito un alto livello di protezione sia in termini di disciplina, che di sanzioni in caso di violazione, ove possibile ex officio;
    anzi, con riferimento al Canada, l'annosa questione relativa all'approvazione o meno del Ceta riguarda, inter alia, proprio l'insufficiente livello di protezione delle indicazioni geografiche garantito da Ottawa, che ha, sin qui, rifiutato di fornire la lista dei « prior users» delle denominazioni e ha omesso di specificare quali siano le sanzioni amministrative previste in caso di uso misleading;
    il Regno Unito è il quarto mercato di destinazione dell’export agroalimentare italiano, dopo Germania, Francia e Stati Uniti, con un valore superiore ai tre miliardi di euro, e quasi un terzo delle vendite di food&beverage, « Made in Italy» riguardano prodotti Dop/Igp ed è il primo mercato per prosecco, pelati e polpe di pomodoro;
    con un valore vicino ai 56 miliardi di euro, il Regno Unito rappresenta il sesto mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari e il secondo per consumi a livello europeo ed, in tale ambito, l'Italia figura come il sesto fornitore, con una quota a valore vicina al 6 per cento dell’import britannico;
    un mercato che, solo nell'ultimo decennio, ha aumentato i propri acquisti di prodotti del « Made in Italy» del +43 per cento, ben più di quanto fatto nei confronti dei concorrenti francesi o olandesi;
    l'eventuale rinuncia ad imporre la tutela delle indicazioni geografiche in sede di accordo di recesso costituirebbe una serissima minaccia per l'Italia e per il suo sistema produttivo;
    la questione è già stata rilevata in Parlamento, nelle commissioni riunite esteri e politiche dell'Unione europea del Senato, il 31 luglio 2018, in occasione dell'audizione informale dell'ambasciatore del Regno Unito, Jill Morris;
    naturalmente è parimenti importante per l'Italia che, nell'accordo siano previste sia la liberalizzazione tariffaria per le merci e l'apertura del mercato dei servizi, degli appalti e degli investimenti, sia un coté di carattere regolatorio (standard tecnici e ostacoli non tariffari) e di convergenza normativa (proprietà intellettuale, tutela dell'ambiente et similia) sui cosiddetti ostacoli non tariffari per evitare che, successivamente, sorgano ostacoli strumentali nella esportazione di prodotti da parte delle imprese italiane e della commercializzazione della produzione nazionale sul territorio della Gran Bretagna;
    le basi per un tale accordo dovrebbero auspicabilmente essere previste nel testo relativo al recesso, con specifici riferimenti ad un'architettura delle future relazioni commerciali;
    infine, a margine della riunione del Consiglio, in vista del vertice europeo di dicembre 2018, sarà esaminato lo stato di avanzamento dei negoziati sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria (UEM), con il completamento dell'unione bancaria, sulla base di una garanzia unica dei depositi, da associare a una vigilanza unica e a una risoluzione unica delle banche in crisi;
    temi di importanza strategica per l'Italia, soprattutto se inseriti in un contesto che vede la fine delle politiche monetarie ultraespansive della Banca centrale europea, con la graduale uscita del quantitative easing, che si concluderà entro il 2018, e la risalita dei tassi di riferimento prevista per la seconda metà del 2019;
    sembrerebbe poi che aleggi una proposta di trasformare l'attuale Meccanismo europeo di stabilità (Esm) in urta sorta di Fondo monetario europeo, anche qui con condizioni da discutere; l'Italia è il terzo euroazionista dell'Esmv, contribuendo con 125 miliardi di euro (pari al 5,5 per cento del suo debito pubblico) dei quali finora non ha usufruito nemmeno in minima parte, essendo stati utilizzati negli anni per interventi di sostegno in favore di altri Paesi,

impegna il Governo:

   1) con riferimento al tema delle migrazioni:
    a) ad attivare immediatamente i centri sorvegliati nei quali trattenere chi entra illegalmente in Italia, nelle more del vaglio della domanda di protezione e al fine di eseguire tutti gli opportuni accertamenti di sicurezza, rispettando il principio che, per chi entra illegalmente in uno Stato europeo, non possa essere sufficiente dichiararsi richiedente asilo per non essere sottoposto ad alcuna forma effettiva di controllo o restrizione;
    b) ad adottare ogni opportuna iniziativa per Istituzione urgente di una missione militare europea, con la partecipazione di tutti gli Stati membri, per la creazione di un blocco navale davanti alle coste libiche che possa impedire il passaggio delle imbarcazioni cariche di migranti irregolari. La missione dovrà essere realizzata in accordo e collaborazione con entrambe le autorità di governo presenti sul territorio libico, qualificandole come interlocutori dell'Unione europea e fornendo alle stesse sostegno economico e operativo per il controllo del proprio territorio e della rotta attraverso il deserto sfruttata dai trafficanti;
    c) ad adottare iniziative per garantire la immediata creazione di centri hot spot nei Paesi del Nord Africa;
    d) a promuovere la creazione di un fondo europeo, alimentato con risorse dell'Unione, con una dotazione di tre miliardi di euro per la realizzazione di accordi di riammissione con i Paesi di origine dei migranti e il potenziamento delle operazioni di rimpatrio;
    e) a promuovere il potenziamento del ruolo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, con particolare riguardo alle attività di rimpatrio dei migranti irregolari, alla cooperazione con gli Stati terzi, al sostegno agli Stati membri nella gestione delle frontiere, e all'aumento delle risorse impiegate in termini di personale e di equipaggiamento;
    f) a promuovere e sostenere l'urgente adozione di misure volte a potenziare e rendere effettivi i rimpatri dei migranti irregolari che non hanno titolo ad alcuna forma di protezione internazionale, anche attraverso la stipula di accordi di riammissione con gli Stati di provenienza, dando priorità a quelli dai quali originano i maggiori flussi;
   2) con riferimento al tema della sicurezza interna:
    a) a sostenere con forza la necessità che l'Unione europea adotti rapidamente strumenti efficaci per la lotta al terrorismo internazionale, sia attraverso la protezione delle reti di informazione, sia attraverso il controllo delle stesse e il contrasto alla diffusione di contenuti estremistici e terroristici on line, sia attraverso l'implementazione dello scambio di informazioni e di collaborazione tra i vari organismi preposti;
   3) con riferimento al tema delle relazioni esterne, in particolare ai rapporti tra l'Unione europea e la Russia:
    a) a promuovere in Consiglio europeo la immediata cessazione delle sanzioni economiche imposte alla Russia, il prolungamento delle quali avrebbe il solo effetto di ampliare le già pesanti ricadute negative sulle nostre imprese;
   4) con riferimento ai negoziati sulla Brexit:
    a) ad esprimersi, da subito, in modo chiaro e netto, in sede di Consiglio europeo, a tutela dei nostri interessi nazionali, nel senso che l'Italia non darà il proprio assenso all'Accordo di recesso senza una dichiarazione esplicita che consenta la reale salvaguardia solida, operativa e giuridicamente vincolante delle indicazioni geografiche, stante la rilevanza che esse rivestono per il sistema produttivo del nostro Paese, essendo peraltro inaccettabile che tale questione venga semplicemente rinviata – senza adeguate garanzie per l'Italia – ad un successivo accordo commerciale, quando la stessa Unione europea non avrà più sufficiente potere contrattuale una volta approvato il documento di recesso;
    b) ad assicurarsi – nell'interesse delle esportazioni e della commercializzazione dei prodotti italiani – che l'accordo preveda garanzie adeguate per l'accesso al mercato attraverso la liberalizzazione tariffaria per le merci e l'apertura del mercato dei servizi, degli appalti e degli investimenti e per il superamento dei cosiddetti ostacoli non tariffari.
(6-00028) «Lollobrigida, Meloni, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Crosetto, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

denominazione di origine

Consiglio europeo