ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00024

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 61 del 11/10/2018
Abbinamenti
Atto 6/00018 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00019 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00020 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00021 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00022 abbinato in data 11/10/2018
Atto 6/00023 abbinato in data 11/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: FUSACCHIA ALESSANDRO
Gruppo: MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 11/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TABACCI BRUNO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO 11/10/2018
MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO 11/10/2018


Stato iter:
11/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 11/10/2018
Resoconto SAVONA PAOLO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/10/2018

DISCUSSIONE IL 11/10/2018

DICHIARATO PRECLUSO IL 11/10/2018

CONCLUSO IL 11/10/2018

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00024
presentato da
FUSACCHIA Alessandro
testo di
Giovedì 11 ottobre 2018, seduta n. 61

   La Camera,
   premesso che:
    la Nota di Aggiornamento al DEF (NADEF) rischia complessivamente di colpire, de facto, i lavoratori dipendenti e quindi di indebolire ulteriormente il ceto medio del Paese, con un conseguente ulteriore sfaldamento del tessuto sociale;
    la combinazione delle misure contenute nella NADEF – cosiddetto «reddito di cittadinanza» associato alle misure relative alle Partite Iva – se attuate contestualmente con quelle contenute nel cosiddetto «Decreto Dignità», che ha limitato la possibilità di rinnovo dei contratti a tempo determinato, rischia seriamente di incoraggiare il lavoro nero, con una chiara conseguenza anche sul Pil e sulla possibilità di crescita economica;
    la spesa pensionistica italiana rimane tra le più alte d'Europa (equivalente al 15,2 per cento del Pil nel 2018) e che un ulteriore aumento – previsto dalla cosiddetta «Quota 100» – graverebbe ulteriormente sui giovani e sulle prossime generazioni incidendo sulle risorse pubbliche che potrebbero essere investite a loro beneficio;
    l'esperienza passata mostra – sia in Italia sia all'estero – che l'allentamento dei criteri di pensionamento non genera aumenti significativi dell'occupazione giovanile perché vi è pochissima sovrapposizione in termini di ruoli e competenze tra il personale in uscita e quello potenzialmente in entrata. Non è in alcun modo provato che mandare lavoratori in pensione crea «effetti sostituzione» per cui viene assunto un numero di giovani equivalenti. La rivisitazione del sistema pensionistico si tradurrebbe invece senza dubbio in un aumento del carico fiscale e contributivo sui lavoratori presenti e futuri, soprattutto i più giovani;
    l'introduzione di un reddito minimo garantito, che si chiami reddito di inclusione o reddito di cittadinanza, potrebbe consentire l'uscita dallo stato di povertà e l'emancipazione di fasce di popolazione che oggi sono escluse dal mondo del lavoro. Nella definizione della proposta, non si è posta però sufficiente attenzione alle condizioni del mercato del lavoro e alla condizione di sviluppo delle imprese, in particolar modo in quei territori in cui il tasso di disoccupazione è molto elevato. In mancanza di interventi che creino le condizioni per un maggiore sviluppo e quindi per un incremento delle possibilità di lavoro, i beneficiari del reddito di cittadinanza non potranno neppure migliorare le proprie condizioni professionali e occupazionali. Le modalità previste dal Governo pongono dei rischi di sbilanciamento del mercato del lavoro, soprattutto a causa della scarsa efficacia – allo stato attuale – dei centri per l'impiego, che richiederanno anni per essere riformati e non saranno quindi nelle condizioni, in fase di attuazione, di assolvere alle funzioni loro attribuite e collegate all'erogazione del cosiddetto «reddito di cittadinanza». Inoltre, un contesto come quello italiano di bassi salari ed elevata disoccupazione, un reddito di cittadinanza garantito rischia di disincentivare ulteriormente la ricerca di lavoro, specialmente nelle aree del Paese in cui il mercato del lavoro è meno dinamico. Senza un efficace sistema di accompagnamento al lavoro, il reddito di cittadinanza rischia di costituire un mero disincentivo alla ricerca di un'occupazione o, peggio, un incentivo all'adozione di pratiche scorrette e/o illegali, come il lavoro in nero;
    l'incremento degli investimenti pubblici è limitato allo 0,2 per cento del Pil nel 2019 con un aumento limitato fino allo 0,3 per cento nel 2021 e che la NADEF è gravemente carente in merito ai dettagli relativi alla destinazione delle aree di investimento;
    la previsione dell'aumento del deficit strutturale dello 0,8 per cento previsto dal NADEF ha già causato un aumento significativo del differenziale di rendimento tra i Btp e i Bund e il conseguente crollo delle valutazioni borsistiche del comparto bancario italiano, con rischi per la sua solidità;
    le precedenti misure in materia fiscale (legge di stabilità 2015-2016) avevano già introdotto un regime forfettario al 15 per cento per le Partite Iva fino a un monte ricavi massimo di 50 mila euro annui e un'aliquota agevolata del 5 per cento fino ai primi 5 anni di vita;
    in materia di sicurezza, l'immigrazione entra nella NADEF solo relativamente alla sicurezza nazionale mentre non si fa alcuna menzione dei problemi e del disagio sociale delle periferie e alcun riferimento alla necessità di integrazione che sono tra l'altro funzionali alla sicurezza;
    la NADEF riconosce la necessità di una riforma della Pubblica amministrazione al fine di garantire migliori servizi a cittadini e imprese, e a tal fine intende ammodernare la dirigenza pubblica nazionale a locale;
    è auspicabile un riordino e rafforzamento delle numerose e poco significative forme di sostegno alle famiglie e alle giovani coppie nonché alle altre forme di previdenza sociale volte a contrastare la disoccupazione e l'emarginazione sociale;
    non ci sono misure significative a favore di scuola e università, e in generale a sostegno del capitale umano;
    la NADEF trascura pesantemente il ruolo della ricerca nel Paese, e non disegna una strategia di crescita capace di mettere la ricerca al centro dei processi di sviluppo economico e sociale,

impegna il Governo a:

   in materia di previdenza, rinunciare all'introduzione della «Quota 100» come criterio di pensionamento anticipato rispetto alla legislazione vigente e usare tutte le risorse attualmente destinate all'aumento dei costi pensionistici per investimenti in istruzione e ricerca – le uniche vie sostenibili per la creazione di lavoro di qualità – e per il sostegno alle famiglie e giovani coppie;
   in materia di politica fiscale, mantenere l'attuale regime forfettario per le partite Iva e non estenderlo a redditi superiori a quelli già previsti dall'attuale normativa, che comporterebbe una riduzione non giustificata della progressività fiscale e un trattamento eccessivamente favorevole rispetto ai lavoratori dipendenti con conseguenti migrazioni dal lavoro dipendente al lavoro autonomo, con disincentivi alla crescita aziendale e quindi alla creazione di lavoro di qualità, e con aumento del sommerso (nel tentativo di non fatturare «troppo» e rimanere nel regime forfettario); nonché a riallocare le risorse inizialmente a questo destinate per innalzare gradualmente la « no-tax area» per tutti i redditi da lavoro;
   mantenere in vigore il regime di deduzione fiscale cosiddetto «Aiuto alla Crescita Economica» introdotta con decreto-legge n. 201 del 2011 per favorire la patrimonializzazione delle aziende, la riduzione del ricorso al debito bancario per investimenti e la crescita;
   in materia di Concessioni e società partecipate, procedere con il piano di dismissione delle società partecipate dagli enti locali come previsto dal decreto legislativo n. 100 del 2017; e a intervenire nei casi di grave dissesto finanziario e di disservizio come ATAC; ad assicurare in ogni caso concorrenza mirata a promuovere i benefici per i consumatori;
   in materia di sicurezza, rivedere le politiche sul disagio sociale delle periferie e sulla necessità di integrazione degli immigrati, funzionali al miglioramento della sicurezza cui fa costante appello il Governo;
   in materia di investimenti pubblici, destinare risorse alla riparazione delle condotte idriche che attualmente hanno tassi di dispersione altissimi, nonché al potenziamento degli impianti di depurazione, ancora insufficienti in molte parti d'Italia;
   assicurare che la riforma della dirigenza pubblica punti su una vera valutazione ex post dell'operato dei dirigenti, assicurando contestualmente una de-burocratizzazione del loro lavoro e un aumento della loro discrezionalità, in contro-tendenza con il progressivo ingessamento della funziona pubblica di questi ultimi anni, che rende impossibile affrontare i problemi dei cittadini nel mondo complesso e in rapido e costante cambiamento di oggi, e al fine di sviluppare servizi pubblici disegnati a partire dalle esigenze e aspettative dei cittadini;
   in materia di settore bancario, tutelare e rafforzare la solidità del sistema bancario italiano attraverso una politica di bilancio responsabile e una vigilanza efficace – per tutelare i contribuenti e i risparmiatori, e anche per mettere le nostre banche in condizione di giocare un ruolo da protagonista e non da preda nel round di fusioni bancarie internazionali che accompagnerà il completamento dell'Unione bancaria europea;
   continuare il consolidamento delle banche popolari e cooperative al fine di costruire un sistema bancario realmente più solido e moderno;
   prevedere una seria riforma e potenziamento dei centri per l'impiego per evitare che il reddito di cittadinanza finisca per disincentivare la ricerca di un lavoro; rendere più omogenea l'efficacia dei centri per l'impiego in tutto il Paese, dato che tendono ad essere meno efficienti proprio laddove sarebbero più necessari. Parallelamente, rafforzare il ruolo di coordinamento dell'ANPAL;
   dare una definizione chiara di cosa si intenda per un'offerta di lavoro equa e non lontana dal luogo di residenza, al fine di evitare un'esplosione del contenzioso;
   evitare che il cosiddetto «reddito di cittadinanza» sostituisca le altre forme di sostegno alla famiglia e alle giovani coppie, di cui devono poter beneficiare anche i lavoratori;
   in ogni caso, differenziare l'importo del sussidio sulla base del costo della vita e dunque dei diversi livelli della soglia di povertà, che l'ISTAT calcola in maniera differenziata per città metropolitane, piccoli comuni, zone rurali, aree geografiche del Paese;
   introdurre in parallelo un salario minimo orario – inclusivo di tutele previdenziali per tutti i lavoratori – come peraltro previsto nei programmi di Governo di tutte le maggiori forze rappresentate attualmente nell'arco parlamentare;
   innalzare gradualmente la « no-tax area» per tutti i redditi da lavoro in modo da aumentare il beneficio marginale dell'ingresso nel mondo del lavoro. Il salario minimo dovrà essere sufficientemente più elevato del reddito minimo e ugualmente differenziato su base territoriale per fornire ovunque nel Paese sufficienti incentivi alla partecipazione al mercato del lavoro;
   prevedere il finanziamento del reddito cittadinanza almeno parzialmente tramite un sistema contributivo – in linea con quanto accade nella maggior parte dei Paesi europei per questo genere di strumenti;
   semplificare la vita dei cittadini unificando sotto il nuovo strumento REI, NASPI e CIG e assicurarsi che l'ammontare del sussidio tenga conto anche della situazione economica complessiva del nucleo familiare, misurato tramite l'ISEE;
   assicurare che la manovra non sottragga risorse alla scuola, all'università e alla ricerca, contribuendo così ad un ulteriore danno nei confronti delle nuove generazioni; valutare ogni possibile misura per potenziare la filiera formativa del Paese.
(6-00024) «Fusacchia, Tabacci, Magi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ufficio del lavoro

finanziamento pubblico

investimento pubblico