ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01641

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 363 del 30/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: EPIFANI ETTORE GUGLIELMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 30/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 30/06/2020
FRATOIANNI NICOLA LIBERI E UGUALI 30/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 30/06/2020
Stato iter:
01/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/07/2020
Resoconto EPIFANI ETTORE GUGLIELMO LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 01/07/2020
Resoconto CONTE GIUSEPPE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 01/07/2020
Resoconto EPIFANI ETTORE GUGLIELMO LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/07/2020

SVOLTO IL 01/07/2020

CONCLUSO IL 01/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01641
presentato da
EPIFANI Ettore Guglielmo
testo presentato
Martedì 30 giugno 2020
modificato
Mercoledì 1 luglio 2020, seduta n. 364

   EPIFANI, FORNARO e FRATOIANNI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri . – Per sapere – premesso che:
   la crisi della siderurgia va avanti da anni in Europa e in Italia. Con la pandemia da COVID-19 la domanda di acciaio è ulteriormente diminuita del 50 per cento;
   secondo la World steel association, la differenza tra il primo quadrimestre del 2020 e quello del 2019 segna un calo del 12,5 per cento nell'Unione europea e del 22,4 per cento in Italia. Gli ordinativi sono in picchiata, con il crollo della domanda di settori trainanti come auto ed elettrodomestici: a marzo 2020 l'output è sceso del 40,2 per cento su base annua e ad aprile 2020 del 42,5 per cento. Il nostro Paese ha pagato un dazio molto più caro rispetto agli altri Paesi, visto che l’output a livello globale ad aprile 2020 è sceso del 13 per cento, mentre quello dell'Unione europea del 22,9 per cento;
   il settore siderurgico necessita di una reazione urgente. A Taranto ArcelorMittal ha presentato un piano che si allontana dall'accordo del 4 marzo 2020, prevedendo 3.200 esuberi, la riduzione della produzione e il rinvio degli investimenti. A Piombino Jindal, che nel 2018 ha acquistato gli impianti, si è impegnata nuovamente a presentare un piano industriale agli inizi di giugno 2020. Il gruppo indiano si è insediato con la promessa di investire sul forno elettrico, in modo da rendere autonomo lo stabilimento per tornare a produrre acciaio, ma ad oggi resta solo una promessa. A Terni il gruppo ThyssenKrupp conferma la volontà di cedere le acciaierie nell'ambito di un processo di riorganizzazione, che, ovviamente, provoca preoccupazione riguardo alla salvaguardia occupazionale ed industriale del sito;
   serve un piano strategico nazionale per la siderurgia che definisca il fabbisogno di acciaio in Italia e in Europa. È il momento di decidere che cosa si vuole produrre ed in che modo e la qualità degli investimenti che il Governo vuole mettere in campo. Risulta indispensabile, per dare una continuità d'impresa, bloccare i licenziamenti e prorogare gli ammortizzatori sociali, anche alla luce dell'interlocuzione aperta per il rinnovo del contratto nazionale. Gli stabilimenti siderurgici necessitano di investimenti: ambientali, di ammodernamento degli impianti, di innovazioni di prodotto e di attenzione alla sicurezza dei lavoratori –:
   se il Governo intenda predisporre urgentemente un piano per il rilancio del settore siderurgico che, coinvolgendo le parti sociali e le istituzioni interessate, stabilisca strategie e interventi da adottare.
(3-01641)