Legislatura: 18Seduta di annuncio: 334 del 05/05/2020
Primo firmatario: ZANETTIN PIERANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma COSTA ENRICO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 BARTOLOZZI GIUSI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 CASSINELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 CRISTINA MIRELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 PITTALIS PIETRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 SIRACUSANO MATILDE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 SISTO FRANCESCO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020 ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/05/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 06/05/2020 Resoconto ZANETTIN PIERANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE RISPOSTA GOVERNO 06/05/2020 Resoconto BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA) REPLICA 06/05/2020 Resoconto COSTA ENRICO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 06/05/2020
SVOLTO IL 06/05/2020
CONCLUSO IL 06/05/2020
ZANETTIN, COSTA, GELMINI, OCCHIUTO, BARTOLOZZI, CASSINELLI, CRISTINA, PITTALIS, SIRACUSANO, SISTO e ROSSELLO. —
Al Ministro della giustizia
. — Per sapere – premesso che:
nel corso della trasmissione televisiva «Non è l'Arena» del 3 maggio 2020, è andato in onda un «botta e risposta» desolante tra il Ministro interrogato e il dottor Di Matteo, che, a parere degli interroganti, risulta evidentemente non consono agli incarichi che entrambi ricoprono;
Di Matteo ha raccontato come nel 2018 Bonafede gli avesse chiesto di dirigere il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ma l'offerta venne meno dopo la reazione di alcuni boss detenuti al 41-bis, che, intercettati, avevano espresso preoccupazione per la nomina. Bonafede ha immediatamente replicato dicendosi «esterrefatto», perché la circostanza che lui avrebbe cambiato decisione, dopo aver saputo dell'intercettazione, «non sta né in cielo, né in terra». Il Ministro interrogato ha aggiunto che l'incarico di capo degli affari penali, che Di Matteo ha poi rifiutato, «non era un ruolo minore, ma più di frontiera nella lotta alla mafia. Lo stesso incarico che ricoprì Giovanni Falcone»;
le dichiarazioni del Ministro interrogato risultano, però, ad avviso degli interroganti particolarmente allarmanti ed ambigue: non solo ha testualmente dichiarato di poter disporre delle intercettazioni effettuate dal nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria (circostanza grave che andrebbe comunque chiarita), ma sembra non conoscere nemmeno l'organizzazione del suo Ministero. Il ruolo di Falcone al Ministero non esiste più: egli ricoprì, infatti, l'incarico di direttore generale degli affari penali, delle grazie e del casellario, che corrisponde oggi ad un capo dipartimento, incarico apicale di fiducia del Ministro. La Direzione generale degli affari penali, incarico che il Ministro interrogato ha dichiarato di aver offerto a Di Matteo, in realtà oggi si chiama Direzione generale degli affari interni, ma non è incarico apicale, né tantomeno di frontiera nella lotta alla mafia. Tra l'altro, a quanto consta agli interroganti, all'epoca dei fatti quell'incarico non era neppure nella disponibilità del Ministro interrogato, in quanto non soggetto a spoil system, ed era occupato da un altro magistrato, che non si sarebbe potuto sostituire;
è necessario, a questo punto, fornire al Paese e al Parlamento una versione più credibile di come siano andate davvero le cose –:
se il Ministro interrogato intenda fornire chiarimenti relativamente a quanto denunciato dal dottor Di Matteo, specificando se e quali interferenze si siano manifestate con riguardo alla nomina di capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nel 2018, e, comunque, quali valutazioni di opportunità politica abbiano suggerito di desistere dal suo iniziale intendimento di affidare l'incarico a Di Matteo e quali, invece, siano state le trattative e le interlocuzioni che ha avuto prima di nominare i nuovi vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nei giorni scorsi. (3-01520)