Legislatura: 18Seduta di annuncio: 275 del 10/12/2019
Primo firmatario: EPIFANI ETTORE GUGLIELMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 10/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 10/12/2019
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/12/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 11/12/2019 Resoconto EPIFANI ETTORE GUGLIELMO LIBERI E UGUALI RISPOSTA GOVERNO 11/12/2019 Resoconto CATALFO NUNZIA MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) REPLICA 11/12/2019 Resoconto EPIFANI ETTORE GUGLIELMO LIBERI E UGUALI
DISCUSSIONE IL 11/12/2019
SVOLTO IL 11/12/2019
CONCLUSO IL 11/12/2019
EPIFANI e FORNARO. —
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali
. — Per sapere – premesso che:
il 3 dicembre 2019 il gruppo UniCredit, che in Italia conta 38 mila lavoratori su 85 mila totali, ha presentato il piano strategico, denominato « Team 23». Il piano prevede per gli investitori 16 miliardi di euro da qui al 2023. Nel dettaglio, 6 miliardi di euro di dividendi in contanti e 2 miliardi di euro sotto forma di riacquisto di azioni proprie. Mentre gli altri 8 miliardi di euro saranno impiegati nell'aumento del capitale netto tangibile. Gli utili saliranno dai 3 miliardi di euro del 2018 a 4,7 miliardi di euro nel 2019, si assesteranno a 4,3 miliardi di euro nel 2020 e toccheranno quota 5 miliardi di euro a fine piano;
un ambizioso progetto che per ora porta a smentire ogni possibile operazione di fusione e acquisizione e che tende a rafforzare la solidità del gruppo, che completa una complessa operazione di derisking sulle posizioni difficilmente esigibili derivate da precedenti acquisizioni;
tra i punti qualificanti del piano c’è, però, una forte riduzione del personale: l'amministratore delegato Jean Pierre Mustier ha annunciato, infatti, tagli per 8 mila lavoratori, tra Germania, Austria e Italia. Oltre alla chiusura di 500 filiali;
quindi, ad un aumento dei profitti si risponde con la riduzione del personale. Questa automaticità è inaccettabile e pericolosa. Il nostro Paese, inoltre, sembra sia quello destinato a sostenere la parte più consistente degli esuberi: degli 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la loro gestione, infatti, 1,1 miliardi riguarderanno l'Italia (pari al 78 per cento del totale) e solo 0,3 miliardi l'Austria e la Germania. Secondo fonti sindacali, questo significa che i tagli da gestire in Italia saranno 5.500/6000, mentre le filiali chiuse 450. A fine piano nel 2023 i costi totali ammonteranno a 10,2 miliardi di euro, con un calo aggregato del –0,2 per cento dal 2018 al 2023;
gli ottomila esuberi prospettati si andrebbero ad aggiungere alle 26.650 posizioni tagliate a partire dal 2007, mentre i 450 sportelli si sommerebbero ai 1.381 chiusi a partire dallo stesso anno. Negli ultimi anni, insomma, l'organico della seconda banca italiana per capitalizzazione (e quinto gruppo di credito europeo) si è ridotto notevolissimamente;
Mustier ha assicurato che i tagli saranno gestiti in modo «socialmente responsabile», ma è indubbio che, qualora i preannunciati numeri trovassero riscontro effettivo, si profilerebbe, a parere degli interroganti, uno stato di emergenza occupazionale da cui deriva grande preoccupazione –:
quali iniziative urgenti intenda assumere per salvaguardare i livelli occupazionali del gruppo UniCredit. (3-01194)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):soppressione di posti di lavoro
cessazione d'attivita'
filiale