ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01101

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 256 del 11/11/2019
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/01455
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/11/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 11/11/2019
Stato iter:
12/11/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/11/2019
Resoconto ASCANI ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 12/11/2019
Resoconto PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/11/2019

SVOLTO IL 12/11/2019

CONCLUSO IL 12/11/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01101
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo presentato
Lunedì 11 novembre 2019
modificato
Mercoledì 13 novembre 2019, seduta n. 257

   BUSINAROLO e PERANTONI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   il 24 luglio 2018 è stato pubblicato il primo regolamento attuativo del decreto legislativo n. 61 del 13 aprile 2017 (recante «Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con il percorso dell'istruzione e formazione professionale, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera d), della legge 13 luglio 2015, n. 107»), ovvero il decreto interministeriale 24 maggio 2018, n. 92;
   se il riordino degli istituti professionali è pensato, oltre che per combattere la dispersione e l'abbandono scolastico, anche nell'ottica di facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso competenze che li mettano sullo stesso piano dei colleghi europei, l'Italia, in controtendenza, sta procedendo verso un indebolimento della formazione linguistica, con l'eliminazione della seconda lingua straniera dal biennio di tali istituti;
   se è vero che tra i principi dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 61 del 2017 si dichiara che le istituzioni scolastiche professionali sono «concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed innovazione didattica», è altrettanto vero che l'acquisizione di competenze innovative non può prescindere dalla conoscenza di almeno due lingue straniere, per garantire agli studenti italiani di essere competitivi con quelli europei;
   occorre evidenziare, altresì, che per rafforzare le competenze degli studenti e migliorarne le prospettive di inserimento lavorativo, come previsto dal comma 3 dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 61 del 2017, non si può prescindere dalle esigenze del territorio. Molte infatti sono le aziende made in Italy che collaborano con Paesi europei, come Germania e Francia, per cui l'utilizzo di lingue, come il francese e il tedesco, per una comunicazione che avvenga in una piattaforma di scambi alla pari, si rende assolutamente necessario;
   analoga situazione si verifica anche per altri settori lavorativi, tra cui quelli della gastronomia, della moda e del turismo, per i quali la conoscenza delle lingue straniere rappresenta un valore aggiunto importantissimo;
   a seguito della sopra citata riforma la seconda lingua comunitaria è di fatto scomparsa dai quadri orari del primo biennio, mentre ricompare nel triennio di alcuni indirizzi, ancora troppo pochi rispetto alla concezione di formazione completa, professionalizzante e competitiva dei giovani studenti;
   nell'ottica di una ridefinizione della normativa in materia, si ritiene opportuno un intervento urgente diretto a:
    a) prevedere il ripristino della terza ora alle scuole secondarie di primo grado, cancellata dalla cosiddetta «riforma Gelmini» a favore di un'ora di approfondimento della lingua italiana, nonché rendere obbligatoria la seconda lingua straniera anche alle scuole secondarie di secondo grado per garantire la continuità didattica in linea con quanto previsto dalla Carta europea di Lisbona 2005 a cui l'Italia ha aderito e che mira ad incentivare il plurilinguismo;
    b) eliminare dalle scuole secondarie di primo grado l'insegnamento dell'inglese potenziato, che potrebbe essere proposto come extracurriculare attraverso Pon –:
   se, alla luce di quanto descritto in premessa, il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, diretta a reintrodurre l'insegnamento delle lingue secondarie comunitarie nell'ambito del nuovo assetto degli istituti professionali, come naturale processo di acquisizione per raggiungere gli obiettivi fissati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché a prevedere la reintroduzione della terza ora nelle scuole secondarie di primo grado, ad eliminare l'insegnamento dell'inglese potenziato nelle stesse e a rendere obbligatoria la seconda lingua straniera anche nelle scuole secondarie di secondo grado al fine di garantire la continuità didattica.
(3-01101)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

insegnamento delle lingue

istruzione professionale

lingua straniera