ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00843

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 201 del 02/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 02/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 02/07/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/07/2019
Stato iter:
03/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/07/2019
Resoconto FRATOIANNI NICOLA LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 03/07/2019
Resoconto SALVINI MATTEO MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 03/07/2019
Resoconto FRATOIANNI NICOLA LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/07/2019

SVOLTO IL 03/07/2019

CONCLUSO IL 03/07/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00843
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo presentato
Martedì 2 luglio 2019
modificato
Mercoledì 3 luglio 2019, seduta n. 202

   FRATOIANNI e FORNARO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   la nave olandese Sea Watch 3 il 12 giugno 2019 ha soccorso 53 persone a 47 miglia dalla Libia;
   la Convenzione di Amburgo prevede l'obbligo di prestare soccorso ai naufraghi e di farli sbarcare nel primo «porto sicuro» per prossimità geografica e per rispetto dei diritti umani;
   non essendo la Libia un porto sicuro e in guerra civile, non avendo la Tunisia una legislazione completa sulla protezione internazionale, considerata la presenza di un'altra nave con 75 profughi sbarcati dopo 19 giorni, la comandante ha diretto la nave verso Lampedusa rispettando le leggi internazionali;
   il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale il 28 giugno 2019 ha dichiarato: «La definizione di porto sicuro viene dalle convenzioni internazionali, queste condizioni per la Libia non ci sono»;
   il 15 giugno 2019 il Ministro interrogato ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta della Sea Watch 3 nelle acque territoriali italiane, ai sensi del decreto-legge n. 53 del 2019;
   in materia di tutela dei diritti umani le convenzioni internazionali prevalgono sulle leggi nazionali e a parere degli interroganti la comandante Rackete, decidendo di accostarsi a Lampedusa, ha obbedito a una legge di rango superiore al citato decreto-legge;
   più di cinquanta comuni tedeschi, la diocesi di Torino e, soprattutto, cinque Paesi dell'Unione europea, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia, a seguito di colloqui del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con la Commissione europea, avevano dato la propria disponibilità ad accogliere i migranti;
   paradossalmente, mentre alla Sea Watch 3 veniva impedito l'attracco, nelle ultime tre settimane a Lampedusa sono stati segnalati almeno dieci sbarchi;
   il 26 giugno 2019, proseguendo lo stallo e peggiorando le condizioni fisiche e psicologiche dei naufraghi, la comandante Rackete ha deciso di entrare in acque territoriali italiane;
   il 29 giugno 2019, la comandante, valutato lo stato di necessità e il ritardo nelle autorizzazioni all'attracco da parte delle autorità italiane, ha deciso di entrare in porto;
   una volta sbarcata, la comandante è posta in stato di fermo con la contestazione dei reati di rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate –:
   come mai, di fronte all'accordo con cinque Paesi dell'Unione europea per accogliere i profughi una volta sbarcati e altresì alla disponibilità di cinquanta comuni tedeschi e della diocesi torinese, abbia scelto di impedire l'attracco della Sea Watch 3 a Lampedusa, ad avviso degli interroganti unico porto prossimo sicuro, considerata la non sicurezza dei porti libici come dichiarato anche dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
(3-00843)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

acque territoriali

diritti umani

nave