ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00060

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 22 del 09/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: ZANETTIN PIERANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 06/07/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/07/2018
Stato iter:
02/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2019
Resoconto MICILLO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 02/04/2019
Resoconto ZANETTIN PIERANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/04/2019

SVOLTO IL 02/04/2019

CONCLUSO IL 02/04/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00060
presentato da
ZANETTIN Pierantonio
testo presentato
Lunedì 9 luglio 2018
modificato
Martedì 2 aprile 2019, seduta n. 154

   ZANETTIN. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   come noto le falde acquifere venete risultano gravemente inquinate da Pfas e da tempo la regione Veneto e Arpav si sono attivate, sia con iniziative relative al monitoraggio e al trattamento delle acque destinate all'alimentazione umana, sia con approfonditi studi per accertare le cause dell'inquinamento. A seguito delle misure tempestivamente adottate dai gestori del servizio idrico interessati, è stata registrata, nella zona in questione, una significativa diminuzione della concentrazione delle sostanze Pfas nelle acque potabili erogate mediante rete acquedottistica, con valori che già dal mese di settembre 2013 risultavano al di sotto dei livelli di performance indicati dall'Istituto superiore di sanità. Grazie all'attività e agli investimenti dei gestori Acque del Chiampo e Acque Veronesi, entro la metà di ottobre 2017 l'acqua distribuita nei comuni con massima esposizione sanitaria rispettava obiettivo di essere priva di Pfas. Secondo gli studi condotti dagli organi di controllo la maggiore responsabilità dell'inquinamento andrebbe ascritta alla ditta Miteni di Trissino, che nei decenni scorsi avrebbe interrato grandi quantità di scarti industriali, che sarebbero filtrati nel sottosuolo raggiungendo ed inquinando la falda. In queste ultime settimane, tuttavia, la ditta Miteni ha sostenuto che in realtà nel Veneto e nel vicentino da anni circolano grandi quantità di prodotti generatori di Pfas, molto più ingenti di quelle da essa prodotte, creando volutamente confusione tra sostanze perfluoroalchiliche prodotte e poi sversate in falda dalla Miteni stessa quanto meno dall'anno 1990 (come attestato dalle indagini ambientali commissionate al tempo da Miteni e rese pubbliche solo nel 2017 grazie all'attività del nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Treviso) e quelle acquistate e utilizzate, peraltro in maniera legittima, da altri soggetti. In particolare, la Miteni ha citato uno studio dell'Echa, agenzia di regolamentazione delle sostanze chimiche dell'Unione europea, pubblicato il 26 giugno 2018, documento richiesto da Germania e Norvegia che porterà alla definizione di una norma specifica sull'utilizzo del Pfoa. L'acido Pfoa è la seconda sostanza sostanza considerata più pericolosa (dopo il Pfos) della famiglia Pfas e risulta inserita nella tabella 3, «Schema individuazione target prioritari per il controllo delle sostanze negli articoli», del piano nazionale delle attività di controllo sui prodotti chimici anno 2018, in particolare nel settore tessile e prioritariamente per abbigliamento sportivo e tecnico. Da una parte la regione Veneto ritiene che la Miteni in passato potrebbe aver scaricato 2-3 tonnellate l'anno di sostanze legate ai Pfas, dall'altra ora uno studio della società internazionale Global market insights commissionato dalla stessa Miteni, sostiene che solo nel 2017 sono entrate nel Veneto circa 100 tonnellate di prodotti legati ai Pfas. La Miteni sostiene peraltro che anche l'Echa riporterebbe per il Veneto valori ancora più elevati –:
   di quali dati disponga il Governo circa l'utilizzo sull'intero territorio nazionale e, in particolare, nel Veneto di composti poli o perfluorurati o di altre sostanze organiche che in seguito a processi di degradazione possano rilasciare tali composti poli o perfluorurati;
   di quali dati disponga in ordine ai monitoraggi sulle acque destinate all'alimentazione circa la presenza di Pfas e Pfoa sull'intero territorio nazionale e, in particolare, nel Veneto;
   di quali dati disponga in merito ai monitoraggi sulle acque superficiali circa la presenza di Pfas e Pfoa sull'intero territorio nazionale;
   di quali elementi disponga circa le risultanze analitiche dei controlli effettuati nel settore tessile, se intenda assumere iniziative per estendere il controllo anche ad altri articoli del settore, dato che costituiscono di gran lunga il maggior quantitativo di articoli importati da Paesi extra Unione europea, e se si possa escludere che vi sia dilavamento di sostanze perfluoroalchiliche e loro derivati nel normale uso quotidiano (che comprende pulizia e lavaggi ripetuti) o nei processi di fine vita in discarica.
(3-00060)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

importazione comunitaria

alimentazione umana

inquinamento idrico