ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00906

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 388 del 07/08/2020
Firmatari
Primo firmatario: DALL'OSSO MATTEO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 07/08/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/08/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/08/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/08/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 02/09/2020

Atto Camera

Interpellanza 2-00906
presentato da
DALL'OSSO Matteo
testo di
Venerdì 7 agosto 2020, seduta n. 388

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   le recenti dichiarazioni rese a Radio Radicale il 18 luglio 2020 scorso dall'ex presidente dell'Anm, Luca Palamara, al di là degli effetti che inevitabilmente produrranno, contribuiscono a rappresentare la situazione drammatica in cui versa il nostro sistema giudiziario che, come noto, è già gravemente affetto da numerose problematiche che, tuttavia, ancora non trovano soluzione;

   la vicenda che da mesi tiene banco sulla stampa e che coinvolge parte della magistratura non fa che acuire quello stato di allerta, preoccupazione e forte incertezza nell'opinione pubblica sul corretto funzionamento e nell'indipendenza del sistema della giustizia a tutti i livelli, non solo rispetto ai grandi casi giudiziari o alle grandi questioni legate alle nomine negli uffici ma, soprattutto, per quella moltitudine di reati la cui trattazione, a causa degli eccessivi tempi della giustizia, finisce inevitabilmente per impattare sulla vita dei cittadini vittime di reato con il rischio di minare in radice il principio di legittimo affidamento nello Stato e nello stesso sistema giudiziario;

   questa situazione è ancor più grave agli occhi di quei cittadini vittime di un reato, che con fiducia si sono rivolti alla giustizia, ma non hanno ricevuto la tutela sperata e quindi continuano ad essere vittime di reati che possono avere pesanti conseguenze sulle loro vite e su quelle delle loro famiglie;

   in tale situazione di incertezza circa il corretto funzionamento della macchina giudiziaria, si colloca la vicenda del signor F.C., al quale, nel gennaio 2019, venivano sottratti, da un appartamento sito in Roma, numerosi oggetti di sua esclusiva proprietà, tra cui anche un pc nella cui memoria possono essere ancora contenuti dati particolarmente delicati perché costituenti patrimonio informativo a carattere riservato, relativo alle attività professionali svolte sino a tutto il 2013 anche in favore di soggetti istituzionali all'epoca in carica;

   il signor F.C., in seguito alla sottrazione dei beni, sporgeva una prima denuncia querela alla quale facevano seguito altre querele, collegate alla prima e tutte volte ad ottenere un pronto intervento dell'Autorità giudiziaria per il recupero dei beni trafugati ed in particolare del personal computer e dei dati in esso contenuti;

   pur essendo stata resa nota nell'atto di querela iniziale la particolare delicatezza dei dati conservati sul pc trafugato, l'autorità giudiziaria non sembra abbia svolto alcuna attività d'indagine né, tanto meno, abbia disposto alcuna azione tesa al recupero dei beni pur essendo ben evidenti, dagli atti depositati, i responsabili dell'azione di sottrazione dei beni tra cui il pc;

   nonostante le evidenti ed incontrovertibili prove documentali fornite, che consentono una chiara individuazione dei colpevoli e in relazione al fatto che, ad oggi, nessuna azione da parte dell'autorità adita è stata posta in essere per ritrovamento del personal computer ed in particolare di dati in esso contenuti, il signor F.C., e conseguentemente la sua famiglia, resta ingiustamente esposto al rischio di azioni di responsabilità da parte dei committenti che a lui avevano affidato incarichi professionali, ma, soprattutto, permane il rischio di una possibile circolazione e di un uso indebito dei dati riservati contenuti nel pc che potrebbe esporre i soggetti istituzionali in questione, per i quali il signor F.C. svolse la sua attività di consulenza professionale, a rischi non valutabili tenuto conto che uno di essi è stato, sino a non molto tempo fa, sottoposto a rigorose e stringenti misure di sicurezza e tutela per l'incolumità personale proprio in ragione della sua attività politica ed istituzionale;

   a quanto consta all'interrogante, risulterebbe coinvolto nei fatti esposti, l'attuale segretario generale del sindacato dei militari, il quale risulterebbe aver dato anche prova di conoscere inspiegabilmente, gli esiti di alcuni provvedimenti inerenti alle vicende giudiziarie che lo riguardano, ben prima che questi venissero emessi dall'autorità competente –:

   se non si intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di iniziative ispettive, ai fini dell'eventuale esercizio di ogni potere di competenza.
(2-00906) «Dall'Osso».