ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00785

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 338 del 12/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: ZANETTIN PIERANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 12/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 12/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/05/2020
Stato iter:
15/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/05/2020
Resoconto ZANETTIN PIERANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2020
Resoconto FERRARESI VITTORIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 15/05/2020
Resoconto ZANETTIN PIERANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/05/2020

SVOLTO IL 15/05/2020

CONCLUSO IL 15/05/2020

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00785
presentato da
ZANETTIN Pierantonio
testo presentato
Martedì 12 maggio 2020
modificato
Venerdì 15 maggio 2020, seduta n. 341

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   il primo firmatario del presente atto ha già presentato due atti di sindacato ispettivo in ordine alla vicenda della Berica impianti s.p.a. di Arzignano (Vicenza);
   alla prima interrogazione n. 3-00097 il Governo ha risposto nella seduta del 22 gennaio 2019, limitandosi a una ricognizione del contenzioso in essere con la Berica impianti s.p.a., destinato, a suo dire, a esaurirsi in tempi contenuti;
   in tale occasione l'interrogante aveva invitato l'amministrazione a una sollecita conciliazione delle cause, per evitare rovinose pronunce, sulla base dei precisi criteri indicati dal giudice del tribunale di Firenze, dottoressa Laura Maione, nel corso dell'udienza del 17 gennaio 2019;
   il primo firmatario del presente atto ha, quindi, presentato l'interpellanza n. 2-00265, nella quale segnalava l'avvenuto deposito di una sentenza del tribunale di Torino, n. 545/2019 pubblicata il 5 febbraio 2019, che aveva accolto le domande della Berica impianti s.p.a., condannando il Ministero della giustizia al pagamento dell'importo di euro 4.677.825,70, oltre agli interessi moratori e alle spese del giudizio, e ipotizzava ulteriori rovinose pronunce ai danni del Ministero della giustizia, considerato che altre due cause pendenti avanti altri uffici giudiziari avevano una causa petendi sostanzialmente analoga;
   in relazione ad analogo appalto, con sentenza n. 2469/2019 il tribunale di Bologna ha condannato il Ministero della giustizia a pagare a Berica impianti s.p.a. la somma di euro 86.864,99, oltre Iva se dovuta, oltre interessi dalla pronuncia al saldo e la metà delle spese legali;
   come già segnalato nei precedenti atti di sindacato ispettivo, il mancato pagamento dei costi addizionali da parte del Ministero della giustizia ha messo in crisi finanziaria Berica impianti s.p.a. che, privata delle risorse necessarie per il pagamento dei fornitori, è stata costretta a ricorrere alla procedura di concordato per evitare il fallimento;
   solo grazie alla sentenza del tribunale di Torino, che nel frattempo è passata in giudicato, come da certificazione ottenuta il giorno precedente all'adunanza dei creditori nella procedura di concordato, la società Berica impianti s.p.a. ha potuto dimostrare di poter erogare (oltre a quanto dovuto ai creditori in prededuzione ed ai privilegiati) una percentuale superiore a quella minima del 20 per cento ai creditori chirografari;
   rimangono tuttora pendenti avanti i tribunali di Firenze (n. 8009/2017 R.G.) e Bologna (n. 19877/2016 R.G.) altri due procedimenti aventi analoga causa petendi, il cui esito, alla luce dei precedenti citati, appare ormai scontato;
   con missiva del 4 luglio 2019 il Ministero della giustizia, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, provveditorato regionale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, ha comunicato alla creditrice, in relazione a detta pronuncia di condanna del tribunale di Torino, «che non appena disponibili i fondi di bilancio si procederà al pagamento a vostro favore di quanto disposto dal giudice»;
   con decreto del 12 dicembre 2020 il tribunale di Vicenza ha omologato il concordato preventivo proposto da Berica impianti s.p.a. prevedendo: il pagamento dei creditori in prededuzione entro 6 mesi dall'omologa, il pagamento dei creditori privilegiati entro 6 mesi dall'omologa, il pagamento dei creditori chirografari per 1/3 entro sei mesi dall'omologa, per 1/3 entro quindici mesi dall'omologa e per il residuo entro ventiquattro mesi dall'omologa;
   con missiva del 20 marzo 2019 il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, provveditorato regionale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, ha rinnovato al Dipartimento amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia la richiesta dei fondi richiesti per far fronte al pagamento del solo importo capitale di euro 4.677.825,70, dovuto in forza della sentenza del tribunale di Torino, dimenticando che sono dovuti anche ingenti interessi e spese;
   a tutt'oggi, per ciò che risulta agli interpellanti, nulla di quanto dovuto per effetto di sentenze esecutive è stato versato alla Berica impianti s.p.a., che viceversa ne ha urgente necessità per rispettare i termini del concordato;
   come sottolineato nei precedenti atti di sindacato ispettivo, la Berica impianti s.p.a. era un'azienda industrialmente sana e con buone prospettive di crescita, ma è stata costretta al concordato preventivo proprio per il mancato incasso di questi crediti vantati verso il Ministero della giustizia. La vicenda esposta è sintomatica della patologica gestione del debito dello Stato verso le imprese. Va ricordato che con la sentenza del 28 gennaio 2020 la Grande sezione della Corte di giustizia dell'Unione europea ha condannato l'Italia per il ritardo con il quale liquida i propri debiti commerciali;
   nei giorni scorsi la Berica impianti s.p.a. ha presentato un esposto alle procure competenti della Corte dei conti per danno erariale, considerate quelle che appaiono la sciatteria e la superficialità con cui, fino ad oggi, i diversi dirigenti ministeriali preposti hanno gestito il contenzioso in essere –:
   quando il Ministero della giustizia intenda ottemperare a quanto sancito dalla sentenza del tribunale di Torino (passata in giudicato) e dalla sentenza del tribunale di Bologna (esecutiva);
   perché finora il Ministero della giustizia non abbia aderito alla proposta conciliativa formulata dal giudice del tribunale di Firenze, evitando un'ulteriore condanna giudiziale, con aggravio di interessi moratori e spese.
(2-00785) «Zanettin, Gelmini».